Posts written by Hina-Poppezinga

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    Elise fu felice di scoprire che la sua intuizione era stata esatta. Sentire la sua lingua che tremava al tocco delle sue dita la incoraggiò ad esplorare il corpo del kaiju, incuriosita da come rispondeva. Per Elise era una iniezione di autostima scoprire che poteva eccitare un kaiju, ma soprattutto quel kaiju a cui si era affezionata tantissimo. Giocherellò quindi con le dita sulla lingua, strusciandoceli o stringendo di tanto in tanto per una stimolazione più decisa ma comunque delicata. Sentì chiaramente la verga che si sfregava contro di lei farsi più dura e calda. I movimenti che aumentarono di intensità, non furono più una coccola piccante, ma una vera e propria stimolazione che portò Elise già a goderne. Le ricordava vagamente quando si masturbava sfregandosi contro i cuscini quando era più giovane, con la differenza che la sensazione del suo membro era parecchio più piacevole. Ansava già di piacere, ed assecondava i suoi movimenti, tenendo sollevato il bacino per sentirlo al meglio, producendo già suoni osceni e umidicci delle loro carni che si sfregavano. La donna iniziò già a sentire il bisogno di sentirlo dentro di lei, di ubriacarsi totalmente di lui, ma non ebbe fretta, voleva godersi ogni momento poiché quello che stavano facendo era importante, non era il solito sfogo che li aveva colti le altre volte. Elise tirò fuori la sua lingua come a voler cambiare il tipo di "bacio" che si stavano scambiando, e fu in quel momento che notò che Berith aveva avvicinato una delle sue propaggini alla sua bocca, quasi avesse voluto esplorarla anche con quella parte del suo corpo. Elise non si tirò indietro, lo leccò sorprendendosi nello scoprire che erano leggermente diversi dalla lingua, non c'era tutta quella saliva, ma avevano anche una superficie leggermente ruvida, sicuramente per permettergli di avere una presa salda quando li usava. La sensazione fu molto diversa, sentiva la lingua solleticare, le regalava curiosi brividi piacevoli che si dipanavano dalla bocca in tutto il corpo. Lo succhiò manco fosse stato il suo membro. Elise a quel punto era eccitata da morire, portò una mano sulla verga del Kaiju, per premerla contro le sue carni con più forza e sentire le labbra vaginali premersi contro di lui, la clitoride pulsare di voglia incontenibile. L'altra mano invece si dedicò alla lingua che lui le aveva offerto, carezzandola con le dita aperte. Avrebbe voluto dirgli di prenderla che non ce la faceva più, ma la bocca era occupata, così mugugnava di voglia incontenibile. Assecondava i movimenti di bacino del suo amante, totalmente ubriaca di voglia.
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    Banner non aveva riconosciuto niente nel disegno di Marcus, il che rese quel messaggio ancora più criptico di prima. In effetti Banner non poteva collegarlo agli occhi che lei aveva visto nei suoi viaggi Astrali, probabilmente l'unico che poteva risolvere i suoi dubbi era proprio Marcus. Le risultava però difficile potergli dare fiducia visto ciò che era successo con Tarabas. Lei lì era una delle vittime e l'hanno trattata come una specie di sospettato in un caso grave. Senza parlare che a detta dell'uomo era stato proprio Marcus a pensare di spiarla spiritualmente. Era inevitabile pensare male, ma banner spezzò una lancia in favore al ragazzo, dicendole che non doveva dimenticare che erano comunque in buona fede. Marcus in particolare era sempre stato eccentrico, ed anche enigmatico, ricordava ancora perfettamente quanto si fosse offeso quando si era offerto di aiutarla e credeva che le avrebbe dato una sorta di ampolla. Sae sospirò passandosi una mano sulla fronte per massaggiarla, come se avesse voluto lenire un mal di testa sul nascere.
    Sì è vero, è un ragazzo eccentrico, ma questo disegno mi ricorda troppo qualcosa che ho visto nei miei viaggi astrali, non può essere solo un disegno per un estro artistico. Mise via il cellulare, pensando che sicuramente avrebbe dovuto parlare direttamente con il ragazzo per svelare quel mistero. Abbassò anche la testa, capendo che se agiva in quel modo era perché le bruciava ancora dentro il fatto che Tarabas non si era fidato di lei. Ma soprattutto le bruciava tantissimo che lui aveva percepito come si era sentita quando si era ritrovata in enormi difficoltà e non l'ha cercata per aiutarla, nonostante glielo avesse promesso, nonostante lo avesse cercato lei stessa. Si era sentita tradita. E la cosa più inquietante era che l'unico che aveva mantenuto le sue promesse era stato proprio Thresh. Da come ne parlava Banner, le faceva sembrare quasi che quella fosse stata una mossa riuscita dell'uomo: renderle inaffidabile il nemico con cui si era alleata, così da poterla circuire al meglio. Banner si offrì di aiutarla, le consigliò di non andare avanti da sola, di farsi aiutare. Lo guardò con rammarico perché non pensava di poter avere tutto quel controllo su quello che le succedeva attorno.
    E come faccio? I viaggi astrali più "pericolosi" sono successi mentre dormivo, e mentre dormo non accade per mia volontà. Ecco perché Thresh mi ha dato questo rosario. Sospirò esausta, rimettendoselo al polso, quasi avesse avuto paura che tenerselo lontano per troppo tempo potesse diventare deleterio.
    Riguardo a questo "amico" che vuole contattarmi, posso dirti che la prima volta che l'ho visto, era dentro ad un dipinto in una galleria d'arte del labirinto. Inizialmente pensavo fosse un quadro normalissimo, invece poi l'essere si è mosso come se stessi guardando una specie di monitor spirituale. Da allora faccio sempre strani incubi, che hanno incluso anche visioni di mio marito in pericolo. Non riesco a "vederlo", mi appare come una sorta di sagoma scura, ciò che vedo chiaramente sempre è appunto la sua mano con sei dita. Di recente è riuscito a "mostrarsi" mentre parlavo con Mike, quando abbiamo parlato della squadra nera. Ho visto la sua mano che si allungava verso di me, ed ha usato Mike come tramite. Cioè non credo che abbia usato davvero Mike, forse l'ho visto così perché stavo parlando con lui. La prossima volta che riuscirò a vederlo, posso provare ad usare il ciondolo che mi hai regalato. Così da mostrarti la mia visione. Fece una piccola pausa, poi si avvicinò a Banner, con la testa bassa, giocherellò con le dita sul suo rosario e cercò il coraggio di tirare fuori un altra informazione che la preoccupava moltissimo.
    C'è un ultima cosa che devo dirti. Non so se sia un modo per manipolarmi, ma di recente Carnovash ha cercato di mettermi in guardia, dicendomi di stare attenta a non attirare l'attenzione con le mie facoltà, perché potrei attirare l'attenzione di Vidoq. Inizialmente l'ho guardato come se stesse dicendo una enorme cazzata: che centro io con un terrorista? Ma tutti sanno che anche lui è un "adepto delle lanterne". Questa cosa mi ha fatto capire che Thresh mi ronza attorno proprio perché ho queste continue visioni e questi contatti "indesiderati" con il labirinto. Da come ne parlava, era come se stesse dando per scontato che questo Vidoq possa farmi del male per ottenere chissà che cosa da me. Insomma non so se è sincero e cerca di proteggermi, oppure se mi sta mettendo una paura fottuta addosso per spingermi a cercare in lui protezione. Insomma io sono solo una medium, così fragile che mi spezzo con un grissino, cosa possono volere da me gli adoratori di Apocrypha? Non posso mica portarli lì, io ci vado con lo spirito mica fisicamente. Nonostante tutto ciò, io voglio davvero salvare mio marito, ho scoperto che ciò che ci hanno detto dal governo non è vero, ho visto alcune salme... quando li ho toccati ho sentito cosa gli è accaduto.... A quel punto Sae tremava, era spaventata da tutto ciò che le stava succedendo, ma non poteva tirarsi indietro dopo ciò che aveva visto nell'obitorio. Dopo aver capito che sicuramente l'anima di suo marito era in pericolo oppure era stata dilaniata, ciò che alla fine serviva a Sae era ritrovare e capire dove fosse finito Jacob. Anche scoprire che la sua anima era stata consumata da qualche entità ultraterrena sarebbe servito per farle mettere il cuore in pace. Vivere nell'incertezza era il vero incubo, il vero dolore di una perdita.
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    Possibile che l'informazione che le avevano dato sia Tarabas che Thresh era falsa? Perché renderle appetibile quel tomo parlando proprio di Sonnenburg, se c'erano altre copie identiche in giro? Non nascose la sua perplessità, palesandola con una grattata dietro l'orecchio.
    Quindi Thresh mi ha mentito? Perché indicarmi quella città allora? Non ha senso. Affermò, confusa. Forse intendeva dirle che lei poteva trovare la copia originale usando i suoi poteri? Non riusciva proprio a capirlo. In ogni caso avrebbe scoperto qualcosa quando sarebbe riuscita ad andare a Sonnenburg, la gita scolastica ne era l'occasione perfetta. Si concentrò quindi sulla reazione di Banner e in un certo senso la divertì vederlo rabbrividire quando nominò "le botte di Zaborg", chissà se anche Thresh reagiva in qualche modo al nome del monarca? Tornando a Banner invece notò il suo sorriso sincero quando parlava dei ragazzi. Gli sorrise comprensiva, anche lei si era innamorata di quei ragazzi, erano tutti così promettenti, così in gamba che vederli diventare degli adulti di cui essere fiera le riempiva il cuore di gioia.
    In poche parole hai trovato la tua vocazione. Si lasciò sfuggire una piccola risatina complice, tipica di chi comprendeva bene di cosa stesse parlando il suo amico.
    Sai è stato propri lui, Carnovash, a dare a Mike un quaderno con le informazioni che riguardavano la squadra nera. Mike mi aveva spiegato che si era confidato con lui dicendogli che si sentiva turbato perché non si sentiva in grado di proteggere le persone che ama. E dopo avergli detto una delle sue massime criptiche gli ha passato quel quaderno, c'erano vari appunti sulla squadra nera e dei disegni di alcune armature che indossano. Sono certa che quel quaderno fosse suo, ne sentivo le tracce sopra. Li stava studiando, questo è certo. Da un lato posso capire che come insegnante abbia mostrato delle opzioni ad un ragazzo che cerca ancora la sua strada, ma Mike ha sviluppato da pochissimo i suoi poteri, prima di dedicarsi ad un percorso così impegnativo dovrebbe prima di tutto imparare a padroneggiare le sue abilità, no? Voleva dargli il beneficio del dubbio, magari non c'era sotto qualche strana macchinazione da parte sua anche su Mike. Volle confidargli le sue perplessità in cerca di un consiglio da parte sua. Sae però sentiva che aveva anche altro di cui discutere con lui. Così prese il cellulare e gli mostrò l'immagine che gli aveva mandato Marcus.
    Guarda questa immagine. Me l'ha mandata Marcus, senza scrivermi niente. Quest'occhio inquietante l'ho visto anche durante i miei viaggi astrali, ma inizio a pensare che forse me lo ha mandato per scogliere il legame spirituale che Tarabas aveva fatto con me? Avrebbe senso secondo te? Non sono un esperta di incantesimi di questo tipo, li ho sempre trovati ingiusti e barbarici. Oh Cavolo! Adesso capisco perché mi sentivo sempre osservata, erano loro due? Banner avrebbe potuto vedere benissimo il nervosismo che le fece stringere la mascella.
    Che figli di ... Strinse le labbra per impedirsi di dire la parolaccia, una abitudine che aveva preso da quando aveva avuto Aurora. Si sentiva presa in giro da quei due. Tarabas aveva agito sempre in modo subdolo, invece Marcus aveva fatto il finto tonto per tutto il tempo? A rischio di sembrare ritardato? Quindi aveva ragione nel dire che non avrebbe dovuto considerarlo uno degli studenti?
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    Banner era concentratissimo, Sae lo seguiva con gli occhi notando che sembrava ricordare molte nozioni che aveva studiato o che lo avevano interessato. Tirò fuori appunti in codice, sorprendendo Sae che non riuscì a capire perché mai stesse codificando quei appunti. Li voleva tenere per sé non far capire niente magari a Thresh? Visto che si parlava del labirinto? Infine vide dei disegni di alcuni rilievi ed uno in particolare le ricordò tantissimo Fortinbras, quando lo riconobbe puntò subito il dito sulla figura:
    E' lui! Fece avvicinandosi di più a quei disegni per poterli osservare e capire se riuscisse a riconoscere qualcos'altro.
    La "divinità" che ho incontrato e che mi ha dato quel pugnale è questo qui, Fortinbras. Lo interruppe solo un attimo per poi continuare ad ascoltare ciò che aveva scoperto riguardo alla sua ricerca. La parola "Apocrypha" non le era nuova, le sembrava di averla sentita da qualche parte, ma sul momento non riusciva proprio a ricordare. Il discorso sulla "visione della dea" le ricordò molto quando Thresh le aveva fatto un confronto fra lui e Vidoq, anche loro avevano delle visioni molto diverse del proprio culto. Il non morto aveva definito Vidoq come una sorta di estremista, ma in cosa credeva il culto le risultava ancora fumoso e incerto. Se doveva giudicare da come si comportava il non morto e quelle anime che aveva sentito, le sembrava solo un covo di zozzoni, fissati con le torture.
    Ricordo che era circondato da esseri che gli somigliavano un poco, tutti molto simili tra di loro, mi sono sembrati dei soldati che gli obbedivano ciecamente. Adesso che mi parli di "custode" mi torna in mente che quando tirò fuori il pugnale, aveva aperto un vortice dimensionale, dove ci teneva altre armi, una in particolare mi aveva colpito, non so perché ma sembrava un cimelio potente. Somigliava ad una lancia rossa, ma l'ho vista per pochissimo. Picchiettava il dito sul mento, in cerca di altri ricordi importanti che però non le saltavano alla mente. A parte il nome della guida.
    Anche Tarabas mi aveva parlato del Virgoforo di Kul-Manas, e da quello che ho scoperto l'unica copia esistente si trova a Sonnenburg. Tu hai avuto modo di studiare l'albo?
    Banner condivise con lei anche le sue conoscenze riguardo alla figura con sei dita, parlandole di un simbolo che riguardava esseri "superiori" che in tempi remoti avevano avuto modo di far progredire l'umanità, condividendo con loro delle conoscenze. Sae cercò di spremersi le meningi, ma per il momento il suo "amico" aveva dato poche informazioni per poterla aiutare a capire di che tipo di creatura stesse parlando. La prima volta che lo aveva visto era stato durante un viaggio astrale notturno. In quel quadro, lontanissimo, somigliava più ad un simbolo. Le uniche volte in cui le era sembrato "vicino" era stato quando aveva attinto energia direttamente da Thresh.

    Più che un erudito che vuole condividere il suo sapere, sembra un disperato che cerca il mio aiuto. L'ho visto ancora pochissime volte, e quei enigmatici messaggi che mi ha mandato non mi aiutano a capire cosa vuole da me, o meglio come posso aiutarlo. Mi ha protetto, il che mi fa pensare che abbia facoltà che gli permettono di essere ad un gradino più alto a quelle inquietanti creature che allungano le loro mani verso di me, ma non ho altri indizi al momento. Confessò un pochino scoraggiata, prima che Banner le parlasse di Zaborg dando un immagine non proprio onesta del monarca. Continuava a pensare che mettere dei giovani vicino a dei criminali simili era controproducente sotto molti punti di vista. Il monarca però sembrava però così tanto sicuro di sé da credere in un progetto del genere. Non riusciva ancora a capire del tutto la visione del monarca, Banner sembrava un uomo che si era redento, che aveva trovato una vocazione buona, insomma si era ripulito ed aveva messo la testa apposto. Thresh non dava per niente quell'idea. Sae tornò a fissare Banner, grattandosi il mento pensierosa.
    Conosci il tuo nemico, eh? Anche tu sei considerato un "nemico" da Zaborg,giusto? Fai il bravo ragazzo perché ti piace la tua nuova vita? Cosa ti ha portato a cambiare strada? A parte le botte che hai preso da Zaborg si intende. Perché mi aiuti? Non hai paura di finire in grossissimi guai per colpa mia? Il tono di Sae non era sospettoso, anzi tutto l'inverso, era preoccupata, perché Banner al momento sembrava passarsela bene, e lui non covava sentimenti di vendetta nei confronti di Thresh. Aiutarla significava mischiarsi in faccende pericolose e soprattutto imprevedibili.
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    CITAZIONE (Ktm3 @ 9/1/2024, 14:42) 
    Complimenti davvero

    Grazie gentilissimo, mi era sfuggito il messaggio.
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    Sae si rendeva conto di aver inondato Banner di informazioni spiacevoli, ma a quel punto pensò che valesse la pena raccontargli le sue esperienze, in cerca di un vero alleato che potesse aiutarla in quel caos. Banner cercò di mettere un ordine ai loro discorsi e le disse ciò che pensava di Thresh, confermando i suoi sospetti ovvero che la lanterna si nutriva di anime, ma che non aveva mostrato mai una vera anima intrappolata lì dentro, solo dei frammenti. Stava per ribattere che dovrebbe essere impossibile intrappolare un anima intera contro il suo volere, ma dopo le sue esperienze, non volle dare niente per scontato. Se suo marito era intrappolato da qualche parte, anche una lanterna poteva intrappolarne qualcuna. In effetti nessuna di quelle anime che aveva sentito le era sembrata così profonda, ma erano tutte "contente" di essere lì a crogiolarsi nella lussuria. Era quindi possibile strappare un frammento di anima? A quel punto le venne in mente quando aveva provato a sondare con i suoi poteri l'anima ed il potere di Mike, scoprendo che era stata lei a lasciarci una sorta di "seme", quindi aveva lasciato un frammento della sua anima in Mike, ed era successo anche a Lancillotto? Visto che l'aveva stuprata?
    No, non è sicuro un buon samaritano. Commentò quando Banner le presentò alcune sue ipotesi, e Sae sospirò preoccupata poiché le prime due ipotesi le calzavano a pennello. Sae nascose il viso fra le mani, poggiando i gomiti sulle ginocchia, stropicciandosi la faccia confusa.
    Non riesco a capirlo nemmeno io, mi sono ritrovata a pensare che siano creature del labirinto. Dopotutto è lì che ha generato uno scudo protettivo su di me. Tornando a Tresh, a me sembra che siano vere tutte e tre le tue ipotesi. Lui si definisce uno studioso, ed io sono una specie di anomalia che gli è capitata fra le mani e cerca di studiarmi e quando capisce qualcosa sicuramente vorrà usarmi per qualche suo scopo personale. Continua a dirmi "Niente succede per caso", come se ci fosse un disegno divino che sta tracciando la mia strada. Ma oltre lui, c'è qualcosa, qualcuno di là che cerca di comunicare con me. Quell'essere mi ha protetta nei miei ultimi viaggi astrali nel labirinto. Qualcuno che mi ha protetta da quelle mani rosse, e mi aspetta. Non so chi sia, lo vedo sempre lontanissimo e l'unico dettaglio di lui che noto è la sua mano con sei dita. Ogni tanto mi manda delle visioni, degli impulsi come uno spirito tormentato che non riesce a farsi capire. Ragionare su Thresh sembrava solo aumentare altri dubbi ed interrogativi. Era impossibile capire cosa volesse fare, ed anche se Sae lo aveva portato a confessare cosa pensasse di Akira e ciò che aveva fatto, non la aiutava a capire quale fosse il suo scopo in tutto quello.
    Visto che ero già così infognata, ho pensato di sfruttarlo a mia volta, di usarlo per arrivare ai miei scopi. Ma probabilmente non ho fatto altro che danzare sul palmo della sua mano. Perché un uomo come lui nutre la fiducia di Zaborg?
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    Sae si aspettò qualche rimprovero da parte di Banner, ma aveva sottovalutato quanto in realtà lui avesse capito come si sentisse, e sopratutto che non era stato per niente facile per lei. Gli aveva solo fatto un sunto, ma lei ricordava parecchie altre cose spiacevoli. Sae in quel tempo in cui lo aveva lasciato da parte aveva imparato molte cose ed aveva saputo molte altre. Aveva così tante nozioni per la testa che non sapeva da dove iniziare a spiegargli come stavano le cose. Notò che guardava molto incuriosito il rosario, così lo tolse e glielo porse, per farglielo vedere da vicino. Forse lui avrebbe riconosciuto qualche runa, o magari essendo nerd di quel genere di artefatti poteva riconoscerci qualcosa di particolare.
    Sì, sono successe un mucchio di cose. Mormorò sospirando esausta. Banner le chiese se avesse altri "souvenir" con sè, a parte il cubo si intendeva. Sae distolse lo sguardo leggermente imbarazzata, ce l'aveva un altro souvenir, ma non poteva farglielo vedere al contrario del rosario.
    Sì, avrei dei piercing. Dopo le prime esperienze con il cubo, mi è capitato di fare un viaggio astrale, non fu come mi capitava di solito. Sono entrata in connessione con la dimensione del labirinto, vidi tante mani rosse che cercavano di afferrarmi e portarmi via. Non riuscivo a tornare nel mio corpo, ed è intervenuto Marcus, il figlio di Tarabas, o almeno credo che fosse il suo spirito o il suo potere. Lo so è assurdo, ma ricordo che sentivo la sua voce, mi diceva di tornare indietro. Gli ho chiesto aiuto perché non riuscivo a farlo, e quando sono tornata nel mio corpo, ho incontrato Thresh che ha notato che avevo qualcosa che non andava. Insomma per fartela breve mi ha dato dei piercing, che secondo lui avrebbero dovuto aiutarmi a tenere a bada le mie esplosioni di energia e potenziarmi così da avere un maggiore controllo sulle mie facoltà. Ha funzionato, sono diventata più sensibile, vedo con maggiore chiarezza e non finisco tutte le volte per svenire di fatica. Io credo che Thresh vuole aiutarmi perché vedo con troppa facilità il labirinto e riesco ad interagirci. Ogni volta che succede mi guarda con due occhi grandi come quelli di un bambino, pendendo dalle mie labbra. Ed infine non so se sia un vero "souvenir", ma quando sono finita nel labirinto una di queste notti, con il mio corpo astrale, sono finita davanti a Fortinbras, credo fosse una specie di regnante del posto, lo temevano tutti. Quando ne fui al cospetto, mi sentivo morire per quanto lo sentivo potente. Hanno provato ad attaccarmi, ma il rosario ha creato una sorta di barriera attorno a me che mi ha protetta. A quel punto Fortinbras, mi ha concesso una sola parola. E siccome ero disperata e desideravo il potere di poter aiutare mio marito, gli ho chiesto "potere". Non so come lo abbia interpretato lui. Ha incastonato dentro la mia anima una specie di pugnale, e mi ha detto di portargli il cuore di una lanterna, e più precisamente "colei che lui chiama "la mia tempesta"". Credo che quel "pugnale" dovrebbe essere l'arma con cui farlo. O forse è una specie di maledizione che si attiva quando quell'essere capirà che non potrò mai uccidere qualcuno. Insomma è sembrato troppo reale per essere solo un sogno. Ed anche Thresh crede che non sia stato solo un sogno.
    Fece di nuovo una pausa, per far metabolizzare gli eventi al suo amico.
    In tutto questo mi sento molto confusa riguardo a Thresh. Lui è l'unico essere vivente che non riesco a "sentire", ma ho sentito il suo potere ho capito che nella sua lanterna ci sono delle anime. Trattenere un anima è per i miei concetti sbagliato. Per non parlare del fatto che si atteggia a santone con i ragazzi... insomma dimmi la verità. Tu cosa pensi di Thresh? E' davvero un essere così pericoloso da dover togliere di mezzo come sostiene Tarabas?
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    Banner confessò che conosceva i loro metodi perché ci aveva avuto a che fare però come obbiettivo della squadra, facendole capire che era finito lì ad insegnare per via della famosa seconda possibilità che l'impero concedeva a chi poteva fruttare qualcosa di buono. Banner sembrava averla presa molto a cuore. Cosa che si poteva dire anche di Thresh. Curioso che chi veniva portato lì alla fine si votava come insegnante con tutta l'anima. Sapere tuttavia che Banner non era di certo uno di loro, le tolse quella piccola speranza che se Mike avesse fatto di testa sua, poteva contare su un amico fidato.
    Beh, anche se lo fossi davvero immagino che non dovrei saperlo. Affermò con tono amichevole, tipico di chi non aveva preso un granchio. Zaborg aveva un gran bel da fare se doveva tenere in riga esseri potenti come Thresh, e forse anche Banner? Per finire sotto il mirino della squadra nera, di sicuro non era quel gran bel tontolone che recitava a scuola. Per Sae non era quindi una novità pensare che Zaborg fosse l'unico a poter tenere testa a Thresh, era comunque una cittadina dell'impero e sapeva quanto i monarchi fossero potenti. Semplicemente non credeva che andare a chiedere aiuto a Zaborg senza prove potesse giovarle. Anzi probabilmente si sarebbe messa in cattiva luce e magari avrebbero chiesto di controllare se Sae fosse davvero idonea ad insegnare all'istituto. Inoltre con le nuove informazioni che aveva in suo possesso, iniziò a pensare che quello da temere davvero non fosse Thresh, ma Vidoq. Era ancora tutto molto confuso, inquietante e le servivano altre prove per poter dare totale ragione a Tarabas. A proposito di lui, Banner si accorse subito che c'era stato un legame fra loro due. Evidentemente Banner conosceva bene gli obbiettivi dell'uomo e del suo modus operandi. Banner la analizzò con i suoi talenti, scoprendo che aveva addosso qualcosa e più precisamente legato a Thresh. Sae si lasciò sfuggire una piccola risata amara, ed abbandonò la nuca contro lo schienale della sedia.
    Quindi è così che si sentono quelli che riesco a leggere quando ci entro in contatto? Scosse la testa e si rimise composta sulla sedia, afferrò la propria borsa portandosela sul grembo e guardò un punto vuoto davanti a lei.
    Credo di doverti raccontare un paio di cosucce... Le uscì un tono colpevole, consapevole che avrebbe irritato il suo amico, dato che l'aveva avvisata più volte di tirarsi indietro.
    Tarabas ha fatto un legame spirituale a mia insaputa con me, perché voleva controllarmi. Ha capito però che con le mie doti avrei potuto vedere ogni cosa di lui e quindi lo ha interrotto. Ma andando con ordine: un poco di tempo fa l'ho scoperto mentre frugava nella mia borsa, trovando il cubo. Ci sono andata a parlare e mi ha svelato che sapeva benissimo cosa fosse, mi ha detto cosa è un cubo, le sue nefaste conseguenza e mi ha rivelato che il suo obbiettivo è sconfiggere Thresh. Ha capito che ormai ero con l'acqua alla gola e mi ha proposto di continuare ciò che stavo facendo, così da mettere sotto scacco il professore, usando proprio il cubo che si è legato a me. In cambio lui avrebbe dovuto aiutarmi, ma quando ho avuto problemi e l'ho chiamato non si è fatto vedere. Insomma ci ho litigato pesantemente e l'ho mollato. Non ho intenzione di farmi usare come una pedina da lui. Inoltre, inizio ad avere dei seri dubbi su Carnovash... Fece una pausa, pensando a come l'aveva aiutata effettivamente. Ad esempio quando salvarono Mike, quando era stata trascinata nel labirinto in un viaggio astrale. Con il rosario che l'aveva protetta dal banchetto di mostri. Aveva dei metodi davvero molto riprovevoli, ma si era salvata le chiappe grazie a lui. Eppure nonostante tutto, c'era quel qualcosa di balsfemo, di preoccupante in lui.
    Credimi ho provato a mollarlo il cubo, ma tornava di nuovo nelle mie mani in qualche modo assurdo. Tarabas mi ha spiegato che ormai ho acceso "la bomba" e prima o poi sarei finita con il perdere tutto, facendomi ingannare da false promesse per una falsa felicità. Insomma in poche parole sono nella merda. Ho già fatto viaggi astrali, e mi sono capitati spesso mentre dormo. Ho conosciuto un certo Scorn, un gentiluomo del labirinto, ed una volta sono finita al cospetto di un mostro gigantesco che chiamavano "Fortinbras". Insomma se non fosse stato per Thresh probabilmente sarei ancora lì ed il mio corpo in coma. Il problema è che non ne ho il controllo, ma Thresh mi ha aiutato con questo. Sollevò il polso mostrandogli il rosario che gli aveva donato Thresh per difendersi dal labirinto.
    Non fraintendermi, lo odio, non ha fatto altro che umiliarmi e credo proprio che ci abbia messo lo zampino su una schifosa dipendenza che sento. Qualcosa che riesco a tenere a bada solo con l'energia di quel bruto, stronzo! Cercò di riprendere contegno tossendo come a volersi schiarire la voce, e tornando di nuovo composta.
    Se non ti ho mai detto niente è perché avevo paura di coinvolgerti di nuovo, come è già successo la prima volta. Si fece piccolina sulla sedia, guardando Banner con aria colpevole. C'era molto altro da dire ma voleva lasciare modo all'uomo di destreggiarsi in quelle informazioni e magari porle le domande che voleva su quella faccenda.
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    Sae sorrideva a Banner, arrossendo leggermente poiché in effetti fra di loro c'erano stati dei trascorsi. Apprezzò però il suo modo per rompere il ghiaccio dandole corda, facendola ridacchiare divertita. Sapeva che poteva fidarsi di lui, ma continuava a pensare che non le avrebbe permesso di andare fino in fondo nella sua missione per salvare suo marito. Non se fosse stata lei stessa in pericolo. Era di certo qualcosa di positivo visto dall'esterno, faceva capire che infondo dopo ciò che era successo fra di loro, Banner le voleva bene.
    Sae si fece parecchio attenta alle parole di Banner, le spiegò in modo molto esaustivo cosa fosse la squadra nera. Il tipo di addestramento che le spiegò le mise ansia, immaginarsi un ragazzo dolce e sensibile come Mike che soffriva per quel tipo di allenamento le faceva torcere le budella. Non poteva farci niente, lo amava e non poteva sopportare di vederlo soffrire. Anche solo immaginarselo in quei frangenti attivava il suo senso materno protettivo. Quindi il suo sogno voleva dirle questo? Che i lupi neri, ovvero la squadra nera avrebbe divorato la dolcezza di Mike? No, c'era qualcosa di diverso che non riusciva ancora a comprendere del tutto. Quando Banner si toccò il collo mostrando una vena gonfia, non riuscì a non collegare il fatto che anche lui facesse parte di quella squadra. Da come ne parlava sembrava saperne molto di più. Sae infatti allargò gli occhi stupita. Sapeva che era bravo nel suo lavoro, ma non immaginava che potesse essere un membro di una squadra d'elite. Immaginarlo come tale la fece sentire un pizzichino più rassicurata. Se fosse diventato Banner l'addestratore diretto di Mike poteva dormire fra due guanciali, ma quel sogno continuava a mandarle segnali di allarme. E non era detto che Banner fosse davvero in squadra e che poteva diventare lui il suo istruttore.

    La maschera viene portata perché nessuno deve conoscere l'identità dei membri che ne fanno parte dico bene? Quindi se Mike si mettesse in testa di provarci e ci riuscirebbe pure, non lo farebbe capire a nessuno. Gli addestratori da chi vengono scelti? Dal monarca in persona? Oppure uno dei veterani potrebbe prendere sotto la propria ala protettiva un nuovo membro? Quelle domande con lo sguardo diretto, velavano il fatto che Sae stesse sospettando che Banner fosse uno di loro.
    Da come ne parli non sembra una cosa così brutta, certo è comunque un lavoro molto pericoloso, ma quel sogno... deve pur significare qualcosa. Guardò un punto vuoto sul pavimento, mentre le immagini le si ripresentavano nitide alla memoria.
    Ho visto un campo di grano rosso, con foglie nere. Al centro di questo campo c'era uno spaventapasseri che mi ha ricordato tantissimo Mike, aveva la divisa scolastica, i suoi capelli ricci. Sono arrivati poi dei lupi neri, hanno assalito lo spaventapasseri lo hanno distrutto e poi hanno iniziato a divorare il grano da cui ho iniziato a sentire grida raccapriccianti che mi hanno svegliata. Fece una piccola pausa tornando a guardare negli occhi Banner.
    Inizialmente pensavo fosse un sogno dettato dalle mie preoccupazioni, ma poi sono stata contattata da Tarabas che ha fatto lo stesso identico sogno con una differenza però, lui lo spaventapasseri lo ha visto bruciato. Fece una pausa per sentire le opinioni dell'uomo. Immaginando già che aveva delle domande a sua volta.
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    Sae dopo essere entrata chiuse la porta con garbo, ma sussultò sorpresa quando sentì il chiavistello che si chiudeva. Avendo ancora la mano poggiata sul manico riuscì a capire con la sua sensibilità che non era una chiusura normale, c'era qualcosa di diverso, ma la fece sentire leggera. Al punto che tirò un sospiro di sollievo. Si voltò poi verso Banner allontanandosi dalla porta e quando lo vide tirarsi su i capelli, esitò, poiché sapeva benissimo che quando lo faceva era per essere diretto e molto serio. Sae ridacchiò nervosamente, anche se Banner cercò di sdrammatizzare con un tono ironico.
    E' così evidente? Chiese sconsolata, parlando come se stesse chiacchierando con una cara amica.
    Se posso spezzare una lancia in mia difesa, io ci ho provato a stare lontana dai guai. Confessò grattandosi la nuca in imbarazzo. Riusciva a sentire a pelle che Banner aveva solo buone intenzioni. Non lo biasimava se aveva cercato di tenerla lontana da tutte quelle faccende pericolose, lei infondo aveva fatto la stessa cosa con lui.
    Va bene, come insegnanti, uniamo le forze. Affermò avvicinandosi ad una sedia, per prendere posto. Capì che avevano un mucchio di cose di cui parlare, quindi tanto valeva mettersi comodi.
    Ti hanno mai detto che stai molto meglio quando tiri su i capelli? Cercò di alleggerire un pochino i toni, sia per poter tirare un sospiro di sollievo, sia per far capire a Banner che non aveva intenzione di scappare di nuovo. Sembrava aver capito che Sae era testarda e che ormai era andata troppo avanti per potersi tirare indietro da tutta quella faccenda.
    Ho avuto delle visioni che mi preoccupano moltissimo. Dopo aver chiacchierato con Mike, ho visto un quaderno con degli appunti sulla squadra nera. Gli ho chiesto cosa fossero e mi diceva che Thresh gli aveva parlato dell'esistenza di quella squadra di elite. Quella stessa notte ho fatto un terribile incubo, come una sorta di presagio e non riesco a non pensarci. Cosa ti ha chiesto Mike sulla squadra nera? Andò dritta al punto, così da iniziare la conversazione con ciò che le premeva di più. Le sembrava un buon punto di partenza, che mostrava anche le priorità di Sae: ovvero i suoi ragazzi.
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    Quel "pregherò per te" le suonò molto falso da parte di Tarabas, non gli rispose nemmeno alzò i tacchi e se ne andò. Era stata impulsiva, ma non poteva fare altrimenti. Stava portando pesi molto grossi sulle spalle, e Tarabas si stava aggiungendo ad essi giocando con lei. Non riusciva a considerarlo malvagio, ma non riusciva proprio a vedere in lui un amico, un alleato, Tarabas era troppo concentrato sui suoi obbiettivi e le nascondeva troppe cose. Con quel legame spirituale probabilmente l'aveva messo in pericolo e la cosa peggiore era che aveva capito che lei poteva diventare un "sacrificio necessario" per sconfiggere Thresh. Quest'ultimo invece a discapito dei suoi metodi era l'unico che sembrava metterle davanti alcune verità, come se in effetti non temesse affatto Sae e ciò che poteva fare. Aveva perso un alleato, ma lo era stato davvero fino a quel momento? Non si era mai fidato di lei, e adesso probabilmente doveva anche stare attenta a quel tipo di "legami" con strani incantesimi. A proposito di suoi problemi personali, quando vide Lancillotto si preparò alla sua lagna, ai suoi ricatti, invece con grande sorpresa vide che le porse dei fazzoletti prima di andare via.
    Grazie... Mormorò stupita fissando la schiena del ragazzo che si allontanava. Doveva avere una faccia tremenda in quel momento, prese uno di quei fazzoletti per asciugarsi gli occhi e soffiarsi il naso e notò che avevano un che di tenero nelle stampe. Faceva il duro, ma in realtà sapeva anche essere un bravo ragazzo. Pensò a lui, a Mike, a Nefertiti e le tornarono alla mente quei lupi neri. Strinse quel pacchetto di fazzoletti, inspirando aria avidamente per calmare l'agitazione: li avrebbe protetti, non avrebbe permesso a quei lupi neri di banchettare con i suoi alunni. Passò in bagno per lavarsi la faccia e darsi una sistemata, davanti allo specchio provò qualche espressione del viso serena e naturale. Decise di passare da Banner, sia per vedere una faccia amica che per indagare riguardo alla squadra nera e cosa Mike era andato a chiedere all'uomo. Da quando aveva fatto quel sogno, non riusciva a non pensarci. Bussò alla porta di Banner ed aspettò che le desse il permesso di entrare.
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    Sae iniziava a capire perché Thresh sorrideva a quel modo quando gli aveva parlato di Tarabas. Lui pensava di essere nel giusto, in realtà Sae continuava a pensare che aveva fatto qualcosa di assolutamente scortese e invadente, non era molto differente da quello che aveva fatto Lancillotto. Solo che Greg era un suo alunno, da guidare e proteggere e poteva perdonarlo, Tarabas invece le risultava molto più difficile da perdonare. Come se non bastasse scaricava pure la colpa sul figlio? Che razza di padre era? Voleva forse indorarle la pillola, forse aveva capito che non riusciva a portare rancore ai giovani studenti?
    Sì infatti sei un invasore di questa dimensione, mannaggia a te. Le scappò, non poteva continuare a fingere che poteva passarci su come se niente fosse. Un conto era fare un pensierino sul mandare Lancillotto a spiarlo, un altro peso aveva farlo nel modo più rischioso possibile. Non avrebbe mai pensato di mettere a rischio Lancillotto per un suo tornaconto. Lo lasciò parlare e quando lo vide farsi diffidente ed accusarla di doppio gioco, del fatto che fosse stata indecisa, iniziò a ridere nervosamente, scuotendo la testa, come se lui stesse dicendo una marea di cavolate.
    Da quello che mi hai detto è chiarissimo che sei un dilettante come medium. Non hai capito proprio un bel niente di ciò che hai sentito. E se mi avessi risposto se mi avessi ascoltata quando ti ho cercato avresti capito molte più cose e avresti capito di che natura era la mia indecisione. Afferrò la propria borsa vicina e ci frugò dentro per cercare la chiave che gli aveva assegnato l'uomo. I gesti con cui lo faceva divennero sempre più nervosi e irritati, così come lo sarebbe diventata la sua voce mentre parlava.
    Su una cosa hai però capito bene: io non credo proprio di farcela a battere Carnovash. Sono distante anni luce anche solo per torcergli un capello. Io da sola non posso fare niente, sono debole, sono impotente, a lui basta schioccare le dita e sono morta. Se non mi ha ancora reso una specie di bambolina lobotomizzata raccogli sperma è solo perché crede che io vedo cose e posso fare cose che interessano a lui e di cui non ci ho capito niente. Ciò che hai sentito è la mia paura perché mi sono sentita da sola contro tutti quanti. Io sto dalla MIA parte perché non riesco più a capire di chi posso fidarmi. Io sto cercando di proteggere le persone che amo, sto cercando di salvare l'anima di mio marito. E tutti voi! Cazzo tutti voi mi scaricate addosso le vostre frustrazioni, i vostri problemi, mi credete una specie di femme fatal che non vede l'ora di ficcare un pugnale alle spalle del prossimo per chissà quali ricchezze. Il suo viso era colorato di rosa per la rabbia, i suoi occhi erano umidi, stava tirando fuori ciò che si era tenuta dentro fino a quel momento, poiché sentiva che Tarabas non le sarebbe stato di nessun aiuto in tutta quella storia. Si stava rivelando un ostacolo e non poteva permettergli di interferire e mettere in pericolo tutti quanti con i suoi scherzi spirituali. Quel briciolo di speranza che aveva visto in lui si stava sgretolando del tutto, e con esso anche la resistenza delle lacrime che iniziarono a scorrere lungo le guance.
    Mi è capitato quel fottuto cubo fra le mani senza manco capire che diavolo fosse, e spunti tu a dirmi che ormai è troppo tardi e se voglio salvarmi devo arrivare fino in fondo. E mentre tutti mi guardate come se fossi una specie di fenomeno da baraccone intanto vengo invasa da visioni, viaggi astrali che mi portano davanti a entità mostruose che mi condannano. Che vogliono farmi uccidere una mia studentessa, e nessuno di voi ha capito che preferisco morire mordendomi la lingua piuttosto che fare del male ai miei ragazzi. Tirò fuori la chiave dalla borsa e la piazzò sul tavolo con rabbia.
    La verità è che a te non frega proprio un cazzo di me, tu mi stai usando per arrivare ai tuoi scopi! Mi hai promesso aiuto e protezione ed invece mi si è scagliata addosso una nuova maledizione che mi fa stuprare dall'uomo che odio di più al mondo! Quello non l'hai sentito vero? Non hai sentito lo schifo, la frustrazione, la fottuta paura! Voi bastardi con i poteri non lo capite come si ci sente ad essere impotenti! Hai sentito solo ciò che volevi tu. Adesso osi anche chiedermi da che parte sto? Che razza di cavaliere sei? Non ho bisogno di questa merda! Ho problemi molto più seri di cui occuparmi! Non lo stava facendo con malizia, fu totalmente sincera a dirgli che non stava dalla parte di nessuno se non dalla propria parte. Odiava sentire parlare Tarabas come se lei fosse una complottista che sta facendo le sue mosse per vincere. Lei stava cercando di sopravvivere in tutto quel caos. A quel punto quello che aveva bisogno di Sae era Tarabas. Se aveva letto il suo spirito se aveva ascoltato le sue parole, avrebbe dovuto capire che Sae era andata davvero avanti, che si era immersa molto di più in quel viaggio assurdo e folle come avevano pattuito. Lei aveva mantenuto la sua parte, Tarabas no. Starsene lì a cercare di convincerlo che poteva fidarsi era totalmente inutile, doveva mostrargli che non aveva bisogno di lui se non voleva aiutarla seriamente. Ecco perché gli aveva ridato la chiave di chissà cosa che gli aveva dato lui. Si alzò in piedi e se Tarabas non avesse fatto niente per fermarla se ne sarebbe andata via, sbattendo la porta alle sue spalle. Sae non era una calcolatrice, era davvero una donna semplice che era finita in un casino colossale.
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    Sae continuava a fissarlo diffidente, ma prestò molta attenzione alle scelte delle sue parole e a cosa le stava mostrando. Cercò di rimanere calma quando le chiese di non avercela con lui se la reputava "forte". Avrebbe voluto in realtà alzarsi strillargli addosso che è un pazzo se pensa che fosse forte quando le metteva le mani addosso Thresh. Riuscì però a dissimulare molto bene, tenendosi tutta la sua agitazione dentro e mandandola giù. La rabbia risalì quando le confessò che aveva fatto un legame spirituale, facendole gonfiare una vena sulla fronte. Le braccia incrociate si strinsero con più forza, ma riuscì a resistere all'impulso di gridargli contro. Falla sbottare a quanto pare era un dono di Thresh. Divenne tutto poi molto veloce, le bastò guardare negli occhi l'uomo in modo diverso per sentire la connessione e rivivere il ricordo del sogno con la visuale di Tarabas. Lo stesso campo di grano, e poi con orrore vide il carbone ai piedi di quel palo su cui prima vi era lo spaventapasseri. Non c'era alcun dubbio che avessero visto la stessa cosa, ma probabilmente a Tarabas mancava qualche piccolo tassello. Un grido acuto la riportò al presente, facendole scuotere la testa, portandosi le mani sulle orecchie come a voler zittire quel grido che le sembrava di sentire ancora lontano e ovattato. La preoccupazione per Mike e l'agitazione nel rivivere quell'incubo la resero molto nervosa.
    Wow e non ti è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di dirmelo? Sapendo che sono un esperta nel campo? Non ti è venuto in mente che magari avrei potuto pensare erroneamente che era un entità del labirinto che mi sta alle calcagna e ti avrei impedito di "sentire"? Prese un profondo respiro, e per aiutarsi a calmarsi pensò al sorriso dolcissimo di Mike.
    Io ho percepito delle cose, ma non voglio dare per scontato che sia così. Lo spaventapasseri bruciato mi ricorda qualcuno, il grano aveva molte voci di giovani innocenti. Ho pensato che rappresentano i ragazzi della scuola, e quei lupi... ho visto un occhio inquietante in loro, simile ad uno specchio. Somiglia molto ad un avvertimento ad una specie di profezia: se non sto attenta i ragazzi potrebbero diventare delle vittime. Non riesco ancora a capire chi siano la minaccia però. In realtà un collegamento lo aveva fatto, ma temeva di essere influenzata dalle ultime informazioni che aveva reperito. Quei lupi potevano essere benissimo la rappresentazione di Vidoq, che si sarebbe lanciato su Mike che è una persona che ama per farle del male. Come le aveva detto Thresh. Mike stava proteggendo qualcosa, e l'istinto le diceva che probabilmente proteggeva lei, e non si sarebbe mosso nemmeno quando il nemico gli sarebbe finito addosso. In effetti nel suo sogno lo spaventapasseri era stato dilaniato dalle zanne.
    Nel mio sogno però non c'era il fuoco. Tornò a guardare negli occhi Tarabas, e questa volta cercò di sfruttare il loro legame spirituale per assicurarsi che non le mentisse. Mise in allerta tutti i suoi sensi.
    Non hai sentito proprio niente in questi giorni? Quando ho provato a chiamarti era per un problema molto specifico. Non hai avvertito proprio niente? Glielo chiese con tono calmo e amichevole, nella speranza che capisse che era importante quella domanda.
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    Quando Sae capì che Lancillotto la stava pedinando sospirò frustrata.
    Ma certo fidati di quel pervertito gigantesco metallaro con una fedina penale preoccupante! Mica puoi fidarti di una dolce e ingenua insegnante che si fa in quattro per aiutare tutti! Borbottava irritata mentre si recava all'appuntamento con Tarabas, e non nascose affatto il suo borbottio, magari il ragazzo l'avrebbe sentito ed avrebbe capito che Sae era davvero molto indaffarata e non stava cercando scuse. Quasi quasi iniziava a pensare di sfruttare anche lui, le sue abilità di stalking per pedinare Tarabas e scoprire se le stesse nascondendo qualcosa. Se la pedinava, magari poteva anche fargli da inconsapevole protettore semmai qualcuno si fosse fatto avanti per farle del male. Decise di lasciarlo perdere al momento. Si recò all'appuntamento con Tarabas, si guardò attorno incuriosita dall'ufficio che si era preparato. Il suo istinto le diceva che oltre ai mobili aveva anche pensato a isolare quel posto da orecchie indiscrete. Sae si accomodò alla poltrona che le offrì Tarabas, ma lo guardò tutto il tempo negli occhi con la tipica aria di chi si stava tenendo dentro un rimprovero. Notò cosa aveva sulla scrivania, e per un attimo si chiese se non fosse anche Tarabas alla ricerca degli "angeli" esattamente come il figlio. Il suo sguardo doveva aver colpito dritto al punto dato che l'uomo si scusò con lei per essere venuto meno alla sua promessa di fiancheggiarla, mentre lui si scusava, lei incrociò le braccia al petto. Sembrava proprio avere l'intenzione di chiudersi in se stessa dall'atteggiamento, quasi infantile, ma lo fece unicamente per farlo sentire in colpa.
    Davvero ti interessa? Non sto bene, e ti avevo cercato per un aiuto che ovviamente non è mai arrivato. Cosa ti ha trattenuto così tanto da non potermi rispondere? Come facciamo a lavorare di squadra se nel momento più critico tu non sei di aiuto? Sae non aveva intenzione di mantenere i formalismi, visto che dovevano combattere contro uno zombie immortale che a quanto pare era quasi impossibile da battere. Sollevò un dito per zittirlo sul nascere e con la mimica del corpo gli fece capire che ci sarebbero tornati dopo a quel discorso.
    Perché diamine abbiamo fatto lo stesso incubo? Ma soprattutto cosa hai sognato di preciso? Cosa hai visto nel tuo sogno? Doveva prima di tutto fare un confronto e capire se il messaggio era lo stesso o se era molto più soggettivo.
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    Elise continuava a non capire cosa esattamente Berith trovasse di attraente in lei. Era una normalissima donna umana, debole e con un problema ossessivo di vendetta. A dire la verità, inizialmente Elise aveva sospettato che lui volesse aiutarla solo per poter incontrare un suo simile, dopotutto oltre a Poppezinga non si sapeva di altri Kaiju nelle vicinanze. Non avrebbe mai immaginato che le cose si sarebbero sviluppate in quel modo. E sebbene il cervello cercava di trovare una spiegazione logica senza riuscire a trovarla, il suo cuore conosceva già la risposta. Elise lo lasciò fare, e ricambiò la "coccola" sfregando il suo viso contro il muso del Kaiju, irrigidendosi un momento quando spalancò la carapace. Al primo impatto pensò di aver fatto qualcosa di sbagliato, poi però notò che il suo corpo aveva iniziato ad emettere del fumo, facendola preoccupare. Non aveva idea di cosa potesse significare, e a dirla tutta temeva che stesse succedendo qualcosa di strano a lui. Lo guardò negli occhi per sincerarsi che stava bene, e capì che non doveva preoccuparsi inutilmente. Sentiva l'energia di Berith circondarla e allargarsi nella stanza. Ebbe la sensazione che le girasse la testa. Si ritrovò a fissare la figura del Kaiju che inglobava quell'energia dentro di lui illuminandosi in modo diverso. Le sembrava di ritrovarsi in un sogno, e sembrava pienamente intenzionata a viverlo. Timidamente Elise allungò la mano per toccare la gola del Kaiju, lì dove vedeva un riverbero di luce. Per Berith fu come spostare una bambolina di pezza, leggerissima e quindi anche fragile. Elise non ebbe paura quando la sormontò con il suo peso, non si sentiva schiacciare, ma si sentiva coperta ed al sicuro. Lo carezzò sulle spalle, sulla testa e poco dopo sentì che qualcosa di caldo e duro si poggiava contro il suo ventre nudo. Lo aveva già sentito altre volte, ma in quel momento lo percepiva leggermente diverso, c'era molta cura in come si stava muovendo su di lei, di come le sue propaggini le circondarono il busto, massaggiandole la pelle, per poi fiondarsi sui capezzoli. Elise sospirò di piacere, i suoi capezzoli si inturgidirono presto, ma lei continuò a guardare negli occhi Berith. Aveva uno sguardo diverso dal solito e non riusciva a non perdersi nelle sue iridi iridescenti. Quando lui iniziò a sfregarsi contro di lei, per spargere il suo nettare, Elise lo aiutò sollevando il bacino, per angolarlo e sentire la verga del mostro che si sfregava direttamente contro le sue labbra vaginali. Il volto di Elise si arrossò per l'eccitazione. Quella meravigliosa sensazione non avrebbe mai potuta provarla con un altro essere umano. Elise non sapeva come toccarlo esattamente, dove fossero le sue zone erogene. Lo carezzava sulle spalle, sul collo. E mentre esplorava il suo corpo con le dita, Berith le sussurrò ancora altre parole. Inizialmente la allarmò: "esplodere insieme" poteva sembrare pericoloso, ma poi sorrise pensando che volesse risultare sicuramente seducente. L'aveva già fatta godere tantissimo in passato, e non sapeva cosa aspettarsi, ma sapeva che non le avrebbe mai fatto del male.
    Mi fido di te. Gli sussurrò con la voce ansante ed eccitata. Fu allora che ricordò l'esperienza avuta dentro la sua bocca, e pensò che forse una zona erogena era proprio la bocca. Sollevò la testa e leccò le fauci di Berith, aspettando che lui socchiudesse la bocca a sua volta per allungare la lingua e baciarla come avevano fatto altre volte. Questa volta però Elise non si limitò a succhiare la punta della lingua di Berith, insinuò le dita nella sua bocca, esplorando la cavità con dolcezza, carezzandone la lingua.
14041 replies since 3/5/2009
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