Posts written by Hina-Poppezinga

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    Dopo le presentazioni, Thresh decise di non perdere tempo, così spiegò velocemente a loro quando sarebbero partiti. Anche Renekton sembrava aver preso a cuore quella situazione, e venne rassicurato da Thresh che spiegò loro che ci sarebbero stati Dalamadur e Raizex a osservarli da lontano. Mentre introducevano il da farsi Sae osservò i ragazzi, notò che Morgana sembrava perdersi nei suoi pensieri, e riusciva a immaginare cosa le passasse per la mente. Probabilmente aveva capito che il tutto era partito dopo ciò che le era successo. Nefertiti era seduta accanto a lei, a braccia conserte, e guardava di tanto in tanto torva Thresh, poiché si stava rodendo di gelosia nel aver sentito la preside chiamare il suo maestro "caro". Tuttavia era lì unicamente per Morgana ed i suoi amici, avrebbe avuto tempo per battibeccare con Thresh e chiedergli che rapporti ci fossero con la preside. Thresh alla fine decise di dare a lei la parola e lei annuì facendo qualche passo avanti per attirare l'attenzione dei ragazzi. Li guardò negli occhi uno per uno, prese un profondo respiro ed infine parlò.
    Vorrei tanto che questo ritiro sportivo fosse unicamente per allenarci e divertirci tutti insieme. Purtroppo da come avrete già sospettato le cose non sono così semplici. Quello che sto per dirvi potrebbe suonare assurdo, e forse qualcuno di voi non mi crederanno, ma se stiamo organizzando tutto questo è proprio per poter verificare. Fece una piccola pausa, sentendosi un pochino nervosa, non aveva mai dovuto fare discorsi del genere ai suoi studenti. Cercò di andare con ordine per far capire loro che non erano solo sensazioni.
    Voi ragazzi sapete che ho un dono particolare di medianità. La notte prima dell'aggressione di Morgana avevo fatto un sogno: dei grossi lupi neri che aggredivano un campo di grano rosso, facendo a pezzi uno spaventapasseri che indossava la vostra divisa. Ho pregato che fosse stato solo un incubo ma quando sono arrivata a scuola, ho trovato voi che cercavate Morgana. So che attacchi del genere potrebbero essere frutto di avversari, o di persone che vorrebbero danneggiare la scuola. Questa volta però non è così semplice, perché quando abbiamo trovato Morgana, ho notato dei segni su di lei. Segni di morsi di lupi. Coloro che l'hanno aggredita avevano nascosto le loro tracce spirituali, per quel motivo ho chiesto a Mike di provare ad interagire con esse, perché ha un approccio diverso dal mio per questo genere di cose. Sicuramente dopo quelle parole Mike avrebbe potuto collegare quel mattino in cui Sae si era svegliata di soprassalto e lo aveva abbracciato tremando di paura.
    Ho motivo di credere che sia stata scelta Morgana, non perché fosse l'anello più debole, ma per via della vostra impronta energetica. Un tipo di energia che io riesco a sentire su di voi, su di me e sul professore Carnovash. Io credo che sia stato un agguato per spingermi ad intraprendere un viaggio astrale, e fortunatamente Marcus me lo ha impedito, evitando il peggio. Io ho pensato che mi stessero cercando, e per farlo hanno iniziato ad aggredire tutti quelli che hanno la stessa energia in comune. Ho paura che continueranno a farlo fin quando non mi troveranno. Ecco perché ho voluto organizzare questo ritiro sportivo, non solo per potervi tenere tutti al sicuro, ma anche per poter scovare il nostro nemico. Fece una nuova pausa, cercò di carpire dalle loro espressioni cosa stessero pensando. Nefertiti la stava guardando intensamente, sempre con le braccia incrociate, ma riuscì a capire che le sue intenzioni erano quelli di prendere i nemici e di punirli a dovere.
    Non abbiamo idea di chi possa essere e di quanto siano forti. Io però non ho intenzione di vivere nel terrore e di vedervi spaventati, con l'aiuto dei professori qui presenti, voglio tendere loro una trappola e catturarli. Se quindi non ve la sentite, vi prego di affidarvi alle cure della scuola che vi terranno al sicuro, fin quando non li cattureremo. Chi invece vuole annientare il nemico verrà con noi al ritiro sportivo e parteciperà attivamente ai piani. Alzi la mano chi vuole partecipare per favore. La prima che alzò la mano fu Nefertiti, guardava negli occhi Sae con una determinazione tale da metterle addosso dei brividi.
    Non avrò pietà di loro.
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    Mentre i due si diressero verso l'aula in cui li aspettavano i ragazzo, vennero intercettati da Dalamadur, che sbarrò loro la strada. Sae si fermò con l'ansia galoppante, chiedendosi se non fosse lì per avvertirli di un pericolo o se era giunto lì per portare via Sae a causa di un attacco a sorpresa, ma il collare che mostrò, le fece tirare un sospiro di sollievo. A quanto pare la mascotte della squadra non voleva rimanere a casa e voleva seguire i suoi amici. Non aveva ancora avuto modo di avvicinarsi al drago, lo aveva sempre visto da lontano o in alto nel cielo che svolazzava contento sulla scuola. Dalamadur non aggiunse altro, non lo aveva mai sentito parlare, facendole venire il dubbio che anche lui avesse un problema molto simile a Mike. Sae lo salutò con un gesto della mano, poi proseguì verso l'aula dove ci trovò già il gruppo dei titolari radunati. C'era anche Renekton, ed una nuova figura che lei non aveva ancora visto. Era elegantissima, emanava fascino, e la sorprese sentirla rivolgersi a Thresh con molta confidenza. Lo aveva chiamato perfino "caro", e non servì di certo un genio per capire che fra loro due c'era una alta intesa. Sae la osservò mentre si faceva avanti e non riuscì a fare a meno di notare che anche lei aveva l'aspetto molto simile a Thresh da non morto: la pelle pallida, e quelle strane trecce che sembravano quasi identiche a quelle del professore: erano forse imparentati in qualche modo? Sentiva la sua pressione energetica che si espandeva in tutto il posto, le parve per un attimo che avesse un timbro innaturale, ma sul momento pensò che doveva essere una qualità della donna. Venne presentata come Leben Meyer, la preside della scuola. Sae conosceva già il suo nome, ma non l'aveva mai vista prima di allora. Sae fu educata ovviamente, e afferrò con garbo la mano della preside sorridendole a sua volta.
    Piacere di conoscerla, io sono la professoressa Saebina Klein. Stava per aggiungere che non serviva scusarsi con lei per non essersi presentata prima, ma la sensazione che le diede quando le strinse la mano, le fecero morire le parole in gola. Anche lei esattamente come Thresh era illeggibile, come se non fosse dotata di un anima. Possibile che fosse solo per la grande differenza di forza? No, anche Fortinbras emanava uno "spirito", quei due erano diversi.
    Si figuri, non deve essere facile gestire un istituto come questo. Riuscì finalmente ad aggiungere ritirando la mano, sempre con garbo, ma si sentiva gelare. Perché anche quella donna era così simile a Thresh? Non era quindi così strano che lui fosse amato in quella scuola, che avesse tutti quei dannati privilegi, come le stanze dedicate a lui, il fatto che pernottava lì dentro. Mettere Thresh in cattiva luce non sarebbe bastato, perché era sicura che la preside gli avrebbe parato le chiappe in qualche modo. Capì a quel punto perché Tarabas fosse così tanto cauto e diffidente verso tutti. Marcus non aveva tutti i torti, forse avrebbe dovuto dare una seconda possibilità all'uomo.
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    Elise si sentiva totalmente sopraffatta schiacciata contro il materasso, imprigionata dal corpo possente del Kaiju. In quella posizione non poteva fare molto, era costretta a godere di ogni attenzione che le stava dando Beirth e non le dispiaceva affatto. Le dita erano ancorata alle lenzuola, ma quando lui iniziò a muoversi dentro di lei, inarcò il collo e tirò le lenzuola, stringendo con molta più forza. Sentiva le viscere rimescolarsi ad ogni suo movimento, ed ancora una volta avrebbe dovuto averne paura, pensare che poteva "romperla". Tuttavia era così ben lubrificata, che non sentiva nessun tipo di dolore. Era un piacere molto intenso, così intenso che Elise raggiunse un primo orgasmo già con i primi movimenti dentro di lei. In quel modo riuscì a lubrificarsi ancora di più, rendendo l'amplesso più semplice, e quindi anche molto più piacevole. Quando lui decise di liberare finalmente la sua gola, prese un profondo respiro che divenne subito dopo un vagito di piacere. Era totalmente ubriaca di lussuria, le sensazioni sovrastavano ogni pensiero. I capezzoli erano turgidissimi, la saliva che la cospargeva la faceva sentire bollente. Quelle propaggini che si dedicarono ai suoi seni le mandavano altre stille di piacere che la ubriacavano totalmente. La superficie leggermente ruvida delle propaggini, rendevano i brividi di piacere quasi elettrici. Ci fu solo un briciolo di lucidità quando le scappò un gemito più rumoroso. Un piccolo allarme nel fondo del suo istinto le diceva che non doveva fare troppo rumore. Così con la mano che ancora toccava la sua lingua, la guidò nella sua bocca, per poterla succhiare e soffocare i gemiti che divennero via via sempre più rumorosi. Non era come affondare il viso in un cuscino, ma poteva ovattare i suoni e non rischiare di svegliare la figlia. La sua cervice si contorceva attorno al membro di Berith, permettendole di sentire ogni pulsazione. Lui la avvisò che avrebbe aumentato il ritmo, sorprendendo la donna che pensava che già così era molto intenso. Tuttavia non osò rispondergli a voce. Aveva paura di gridare, così accolse dentro la sua bocca molta più lingua, mentre le mani le portò a poggiarsi contro la testiera del letto, così che non sarebbero scivolati troppo in alto per via delle spinte continue. Annuì con la testa, voleva che anche lui godesse allo stesso modo, che impazzisse di piacere, e se doveva sopportare un amplesso così estremo lo avrebbe fatto. Le aveva promesso che non le avrebbe fatto del male, e già sapeva che sarebbe impazzita, che il piacere avrebbe raggiunto confini che non aveva mai nemmeno immaginato.
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    Trovò la risata divertita di Thresh irritante da morire, perché sembrava esattamente la risata di un adulto che ride alle minacce di una bambina piccola. Desiderò davvero avere il potere di costringerlo in ginocchio e sentirlo chiederle scusa per tutte le volte che l'aveva umiliata. Prima o poi se la sarebbe presa una piccola rivincita di quel tipo su di lui. Intanto lui continuò a tranquillizzarla, non sapeva se la notizia che l'edificio scelto fosse già "schermato" per il labirinto potesse essere un bene o un male, ma preferì illudersi che fosse unicamente per il bene di tutti. Qualcosa le diceva che probabilmente Marcus si sarebbe sentito parecchio a disagio in quel posto. Doveva trovare un modo per sdebitarsi con lui, ma capire cosa potesse piacergli era una vera sfida. La proposta di coinvolgere i ragazzi nei piani sembrò piacere a Thresh che confessò di essere sorpreso da quella sua scelta. E non aveva tutti i torti, di solito preferiva risolvere per i suoi pargoletti ogni problema ma in quel caso le cose erano molto diverse.
    Beh sì di solito preferisco far risolvere tutto agli adulti, ma conoscendoli, so che non se ne staranno buoni. Quindi preferisco collaborare con loro, piuttosto che scoprire che Lancillotto è andato in perlustrazione tutto da solo mettendosi in pericolo, o che Nefertiti sparisce di notte perché va a picchiare un balordo di cui sospetta. Questi sono quei rari casi in cui si fa bene a coinvolgerli, così che almeno possono imparare qualcosa di buono, e possiamo gestire meglio la loro sete di vendetta. Parlava con tono serio ma con tono pacato, pensava davvero che potesse giovare da entrambe le parti coinvolgerli nel processo delle indagini. Una volta concordato ciò Thresh tirò fuori un cellulare che più pacchiano non si poteva fare. Sae arricciò il naso un pochino perplessa: quel tizio aveva dei gusti davvero particolari. L'ultima domanda di Thresh la colse di sorpresa, ci pensò su un attimo cercando nella memoria se in effetti potesse esserci qualcosa che avrebbe dovuto sapere, ma non le venne nulla in mente. Così scosse la testa e sollevò le spalle, dell'intruso della notte glielo aveva detto. Il suo rapporto con Mike lo avrebbe tenuto segreto, così come il fatto che aveva aiutato Lancillotto in privato. Mentre le abilità di Marcus, quelle non gliele avrebbe dette mai. Le conosceva solo lei, e forse qualcosina Banner. Thresh in teoria avrebbe dovuto saper soltanto che Marcus era venuto per tenere fuori dalle scatole il padre. Ma in effetti anche se Thresh lo avesse saputo da terzi, non avrebbe saputo spiegargli che tipo di abilità celasse il ragazzo. Chiedere spiegazioni al diretto interessato si era rivelato ancora più enigmatico.
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    Sae lo guardò torva alla sua prima risposta, le sopracciglia erano così abbassate e piatte che lasciava trapelare tutto ciò che stava pensando in quel momento, e non erano cose lusinghiere. Ovviamente i doni che volevano offrirle lei non li considerava tali: fare figli da mandare poi in battaglia? Erano pazzi! Non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere nemmeno fra cento anni di torture. Era troppo stanca per poterglielo sparare in faccia con tutta la sua rabbia. Quindi decise di concentrarsi piuttosto sul piano. Ancora una volta Thresh la invitava a riflettere sulle sue possibilità, dicendole che il suo "agire per istinto" non era di certo una casualità nata dal nulla.
    Non farla così facile, se fosse solo una questione di volontà a quest'ora saresti in ginocchio a chiedermi scusa, dopo che ti ho fatto il culo a stelle e strisce! Strinse le labbra dopo averlo detto, le era scivolato fuori di petto con totale naturalezza, non voleva litigare, ma era evidente che per Sae non era MAI così semplice come credeva il non morto. Lui cercò di tranquillizzarla dicendole che non doveva preoccuparsi che l'aveva già vista più volte da vicino quando viaggiava con il corpo astrale e sapeva esattamente cosa fare per "tenerla al guinzaglio". Una scelta di parole che stizzì un poco Sae, sapeva che a lui sarebbe proprio piaciuto averla a guinzaglio che gli diceva "sì padrone" oppure "sì maestro!" Un immagina mentale che la ripugnava fin dentro l'anima. Mentre Thresh le spiegava che non serviva fare esorcismi come era successo con Mike, capì cosa intendeva, e lei stessa si ritrovò a riflettere sul fatto che i suoi sensi in effetti erano cresciuti moltissimo. Avrebbe saputo come sondare le vene spirituali dei ragazzi per cercare di tirare fuori il meglio da loro. Con un processo simile a quello che aveva fatto quando aveva cercato di capire che tipo di potere aveva Mike. Sebbene con lui si era anche divertita a farlo nel modo più piacevole possibile. Aveva varie conoscenza riguardo ai centri karmici sul corpo umano, in quel contesto potevano esserle molto utili.
    Sì capisco cosa vuoi dirmi, credo di sapere come e cosa fare. Affermò portandosi una mano sotto al mento in una posizione meditativa, immaginandosi mentre usava anche il suo corpo astrale per tirare fuori da loro il potenziale. Sembrava stesse ripassando mentalmente alcune nozioni che aveva studiato, e si accorse in un secondo momento che quel maledetto ghignava in un modo fastidioso ed inquietante: che gli stava passando per la mente?
    Durante gli allenamenti, quando mi occuperò dei ragazzi credo che dovrai schermare il posto con la tua energia. Ho notato che quando alzi la tua pressione energetica, le creature del labirinto non si avvicinano perché ti temono. Potrebbe essere utile per farmi usare il corpo astrale senza diventare un faro in mezzo al mare. Alla fine dei conti le era servita quella chiacchierata per fare mente locale e pensare già a come doveva muoversi e cosa doveva fare per arrivare fino in fondo a quella faccenda.
    Dobbiamo dirlo ancora ai ragazzi, vorrei che spiegassi loro i nostri piani. Sarebbe interessante lasciare che dicano la loro, che propongono qualcosa con la loro creatività. I giovani sanno ragionare fuori dagli schemi, potrebbe essere anche una buona occasione per formarli a livello combattivo, portandoli a creare strategie e cose del genere. Avrebbe voluto aggiungere che soprattutto Lancillotto poteva dare una visione delle cose particolare, visto che aveva già avuto modo di ricattarla e metterla con le spalle al muro. Le sue doti di stalking e la sua determinazione potevano sorprenderli. Tuttavia dirglielo avrebbe dovuto anche spiegare come facesse a saperlo e quelli erano segreti che voleva tenersi per sé.
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    Thresh conosceva il baldo giovane che le aveva chiesto di metterlo al mondo. Il suo sguardo, quel "AH" che aveva fatto, ne erano la chiara testimonianza, per non parlare del fatto che non le aveva chiesto cosa le aveva detto o chiesto il misterioso individuo. Quanta gente del labirinto conosceva Thresh? Forse non lo preoccupava che potesse essere liberato. Anche lui, come Alberto, le disse che avrebbe ricevuto sicuramente altre visite indesiderate, perché ormai la consideravano dentro al giro. Le ci volle tutta la sua forza di volontà per non stizzirsi e sentirsi presa per il culo. Lei non ci voleva entrare nel giro, ci era finita per cause di forza maggiore. A quel punto iniziò a pentirsi di non aver detto di sì a Banner per mettere un blocco a quei maledetti viaggi astrali. Ma che poteva fare? Doveva proteggere i suoi ragazzi e senza le sue facoltà sarebbe diventato impossibile.
    Non mi preoccupano le visite, sono abituata con gli spettri terrestri. Ciò che mi preoccupa è che possano in qualche modo farmi del male, o darmi altri fastidiosi effetti collaterali. Lo guardò quasi con occhi da cucciola preoccupata, sperava vivamente che la tranquillizzasse e le facesse capire che magari con quelli maleducati poteva anche chiudere le "finestre" con la sua volontà. Poco dopo Thresh passò subito allo spiegarle quali erano i piani per quella avventura, fu felice di scoprire che ci sarebbe stato anche Renekton, le era simpatico. Confidava anche nel fatto che sapesse combattere e non si sarebbe tirato indietro in caso avrebbero dovuto combattere per difendere i ragazzi. Nonostante ci fu un momento di gioia nei suoi occhi, divennero subito apprensivi quando le spiegò che voleva dividere le strade dei due autobus per scoprire se qualcuno li stesse seguendo. Non disse però nulla, se Thresh aveva affidato a Renekton i ragazzi significava che era forte ed in grado di badare a loro. Infine Thresh le disse che avrebbe potenziato le abilità dei ragazzi e avrebbe fatto lo stesso con lei, e una volta fatto avrebbe dovuto scambiare energia con loro. Quel passo le era ancora un pochino confuso, ma confidava che per non perdere troppo tempo si potevano connettere in modi diversi da quelli che aveva usato con Mike e con Lancillotto. E a proposito di Mike, quando Thresh lo nominò per un solo attimo si preoccupò che avesse scoperto qualcosa, poi però si ricordò che Mike era stato intrappolato nel suo materasso e poi lo aveva ripreso indietro con chissà quale metodo misterioso che lei ancora oggi non riusciva a spiegarsi, aveva agito di istinto quella volta. E solo dopo quell'evento il ragazzo aveva detto di aver sviluppato i suoi poteri. La preoccupava che non ci sarebbe riuscita per così tante volte.
    Dovrei esorcizzarli tutti? Io... io non so se ne sono capace, quella volta lo avevo fatto seguendo il mio istinto perché ero in pericolo. Mike era nella sua forma mostruosa quando era successo. Sospirò in ansia, mordicchiandosi l'unghia di un dito nervosamente, mentre fissava un punto vuoto davanti a lei. Che sarebbe successo se non sarebbe stata in grado di controllare le sue abilità? Poteva fare loro del male?
    Inoltre bisogna tenere la guardia altissima, quando mi dai la tua energia finisco sempre con il perdermi con un viaggio astrale, potrebbe succedermi durante gli allenamenti. Potremmo essere attaccati molto prima di finirli. Stava viaggiando troppo con le preoccupazioni, si ricordò che aveva chiesto a Marcus di venire con loro, forse lui sarebbe riuscita ad aiutarla a tornare in sé quando le cose si sarebbero sviluppate in modo strano.
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    Il sorrisetto malefico di Thresh le diede già ai nervi: cosa aveva da sorridere così tanto? Non era mica rimasta sveglia per fare sesso con il suo ragazzo. Quello sì che sarebbe stato piacevole. Non gli disse niente, non aveva proprio voglia di rimbrottarlo al primo mattino. Quando gli mostrò il cubo sembrò per un attimo sorpreso, e ciò che le disse la mise di nuovo sulle spine.
    Che diamine significa che non l'ho fatto io? Non era legato a me il cubo? Riprese il cubo fra le mani osservandolo da vicino, assottigliando lo sguardo come se stesse rimproverando il cubo stesso di averla tradita con qualche amante.
    Stanotte in effetti ho ricevuto una visita. Qualcuno è riuscito ad aprire una "finestra", e non sto parlando di visioni spirituali. Era qualcuno che ne sapeva molto del labirinto e del cubo. Un ragazzo giovane credo, l'ho visto solo per un secondo, ma siamo rimasti sempre al buio. Era aualcuno imprigionato, che cercava aiuto disperatamente. Non ho avuto la sensazione di parlare con un essere del labirinto, mi è sembrato quasi umano. Non ha voluto dirmi il suo nome. Ricordo che aveva capelli rossi, un ciuffetto adorabile bianco, e credo fosse ferito. Guardò verso Thresh tutto il tempo mentre parlava, per vedere in lui possibili reazioni che avrebbe potuto darle qualche indizio. Magari lo conosceva? Ovviamente non gli disse cosa voleva, era convinta che se gli avesse detto che voleva che lo mettesse al mondo, Thresh avrebbe potuto dirle che non era una brutta idea, che doveva accettare e bla bla bla. Volle tenerlo per sé per il momento. Nel frattempo il non morto sembrava parecchio felice, entusiasta di quel ritiro sportivo. E la cosa che la metteva a disagio era che aveva la sensazione che fosse così felice perché lei sarebbe stata il suo topolino da laboratorio con cui divertirsi. Però se ci pensava bene, magari avere lui e Marcus vicini poteva darle possibilità di dormire, ci sarebbero stati loro ad aiutarla in caso di pericolo. Thresh le chiese se avesse fatto il suo dovere e per un attimo Sae lo guardò torva: per chi l'aveva presa?
    Certo che ho fatto il mio dovere. Banner mi terrà Aurora al sicuro, e Marcus ha accettato di partecipare con noi, spero che hai incluso anche lui nei tuoi documenti. Affermò incrociando le braccia al petto.
    Su, non girarci attorno, parliamo del da farsi.
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    Immersa nei suoi pensieri, Sae continuava a passeggiare silenziosamente e lentamente fra la camera di Aurora e quella dove dormiva Mike. Guardava dormire le due persone che al momento aveva più a cuore, quelle con cui voleva vivere il suo futuro. Quelle che voleva tenere al sicuro più di chiunque altro. Ripensò anche alle parole che le aveva detto Thresh, quando l'aveva rimproverata di smetterla di credersi una comune donna. Non riusciva a capire se in parte la voleva lusingare o se in effetti era lei a non considerarsi poi così speciale. Vedeva gli spiriti, vedeva le entità del labirinto, ma cosa c'era di così "bello" in ciò? Sbagliava a viverli come una maledizione? Thresh aveva delle grandi aspettative in lei? La visita notturna che aveva avuto con quel misterioso ragazzo, che decise di nominare come "Alberto" nel suo cervello, la preoccupava. Anche se erano stati un contorno di ciò di cui avevano parlato, quel ragazzo le aveva detto che il cubo si evolveva assieme a lei, che avrebbe ricevuto altre visite, poco piacevoli. Aveva la testa così piena di dubbi, di nozioni che assieme alla mancanza di sonno le fecero scoppiare un mal di testa atroce. Preparò la colazione ai suoi due amori, svegliando entrambi con un dolce bacio sulla fronte. Li fece preparare e si preparò a sua volta. Spiegò velocemente a Mike che volevano organizzare un ritiro sportivo e che oggi sicuramente ne avrebbero parlato anche ai ragazzi. Quando arrivò a scuola, c'era già la bidella dell'asilo che accolse Aurora, scortandola nelle aule dei pochi bambini che arrivavano lì prestissimo. Un servizio offerto ai genitori che lavoravano. Oltre alle loro vocine tenere la scuola era deserta. Sae andò subito a cercare Thresh dato che il suo cellulare non aveva mandato alcun messaggio, e preferì non riprovare a fare una foto al cubo per paura di altre visite improvvisate dal labirinto. Iniziava ad avere i primi sintomi da notte insonni con delle leggere occhiaie e bulbi oculari leggermente arrossati, per il resto indossava il suo solito completo giacca e pantalone.
    Buongiorno. Borbottò senza alcuno slancio emozionale quando si ritrovò vicino a Thresh. Non disse altro, tirò fuori il cubo dalla borsa e lo mostrò al non morto, per fargli vedere che aveva cambiato forma.
    E' cambiato ieri, non me ne sono manco accorta quando lo ha fatto.
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    Sae si aspettava quel tipo di reazione dal ragazzo, ed era triste sentirlo parlare in quel modo, perché infondo era vero. Avrebbe voluto aiutarlo, ma ciò che le stava chiedendo era davvero un impegno enorme. Aveva bisogno di rifletterci, di soppesare cosa avrebbe significato non solo per lei, ma anche per le persone che amava. Le dispiaceva davvero la situazione di quel ragazzo, non poteva immaginare che se lo avevano chiuso lì, magari era proprio per un buon motivo. In effetti era strano che riuscisse a controllarsi e non fosse finito con l'urlare o a piangere. Forse aveva capito che aveva colpito la parte buona di Sae. Ed in effetti non ne rimase del tutto distaccata, anche quando era rimasta gravida di Aurora aveva avuto modo di vedere la sua anima, di sentirla. Sebbene fosse stato molto diverso. Un figlio era un dono ed una responsabilità enorme e quelle chiacchiere sui suoi poteri la preoccupavano un poco.
    Deve essere per forza una lanterna? Chiese ingenuamente, ma in cuor suo immaginava che non c'erano altri modi. Alla fine il ragazzo capì che doveva pensarci su, che non poteva dargli una risposta in quel momento, era impossibile. Così annuì facendogli capire che ci avrebbe pensato su, sebbene non potesse promettergli niente. Quando rimase di nuovo sola, un brivido attraversò la sua schiena quando si accorse che la presenza di Dalamdur fu molto vicina a lei. Per lo meno era di parola ed era presente, tranquillizzandola un pochino.
    Quanto sarebbe stata lunga quella notte?
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    Quando notò che il ragazzo reagì spaesato alla sua accusa, guardandosi attorno come se ci fosse stato altro a farla arrabbiare, capì che forse non era lui l'origine di quel formicolio fra le sue cosce. Che diavolo stava succedendo? Ci stava la fila per chiederle di mettere al mondo i bambini? Ma non era la religione cristiana con quella fissazione di mettere al mondo figli? Il ragazzo le disse che avrebbe onorato il loro legame, e che sarebbe stato un bravo figlio, ma qualcosa le diceva che ci stava qualche fregatura da qualche parte che ancora non aveva capito. Di fatti il ragazzo fu subito frettoloso nel cercare di spiegarle cosa avrebbe dovuto fare per farlo nascere. Parlò di "nobili" lasciandole intendere che conosceva bene il labirinto. Era scontato pensare che c'era stato, e adesso era chiuso chissà da qualche parte. Il fatto che però era il cubo stesso ad aver aperto quella "finestra" per comunicare le lasciava intendere che in realtà lui era ancora lì nel labirinto. In qualche strana prigione. Ci rimase male nello scoprire che avrebbe conservato i suoi ricordi. Per un solo attimo si immaginò un infante che le parlava come un adulto, rendendo la scena molto più inquietante di Thresh quando si arrabbiava. Anche se diceva che avrebbe tenuto fede al loro legame, in cuor suo sospettava che non l'avrebbe mai amata come madre. Subito dopo cercò di riprendere il controllo delle proprie emozioni, non poteva già pensare come se avesse accettato. Il ragazzo le spiegò che avrebbe potuto usare il rosario, e quando notò che lo cercava, sollevò il braccio mostrandoglielo legato al suo polso. Sentiva il nome di quell'affare per la prima volta: necromachia. Un nome inquietante. Vide l'entusiasmo in lui, ma Sae non si sentiva affatto convinta.
    Non voglio spegnere il tuo entusiasmo, ma ci sono molte cose che mi sfuggono e che mi fanno sentire puzza di bruciato. In ogni caso, cerca di metterti un attimo nei miei panni: un perfetto sconosciuto che non vuole nemmeno rivelarmi il suo nome, mi sta chiedendo di costruire un rapporto MOLTO importante. Anche più importante di un banale matrimonio. Non è una decisione che si può prendere così su due piedi. Mi dici anche che ricorderai tutto, quindi tu non hai intenzione di ricominciare una nuova vita. Vuoi solo uscire da quel posto e probabilmente cercherai vendetta su chiunque ti abbia rinchiuso lì dentro. Ciò significa che non sarò mai tua madre, ma una tizia che ti ha liberato dalla tua prigionia. Non proverai mai quel sentimento che unisce madre e figlio, e se i matrimoni possono essere di convenienza, il rapporto fra madre e figlio no. Non posso metterti al mondo per avere in cambio un soldato che mi difende, e capirai per averlo dovrei pure aspettare parecchi anni. Come affare è davvero pessimo per me. Lo guardava dispiaciuta, perché ciò che le stava chiedendo era davvero troppo.
    Però sei riuscito a parlare con me, hai aperto una finestra verso di me. Magari per aiutarti non serve farmi ingravidare da una lanterna. Si strinse in se stessa portando le braccia attorno a sé come se avesse voluto abbracciarsi da sola, non avrebbe potuto mai fare un figlio con Thresh.
    I figli devono nascere per un atto d'amore. E non posso generarti con qualcuno che odio. Guardò di nuovo verso il ragazzo, consapevole che avrebbe iniziato a cercare di convincerla con chissà quali discorsi, che lei però sapeva non potevano essere sinceri.
    Se mi dici il tuo nome, potrei provare a tirarti fuori da lì in modo diverso. A quanto pare ho abilità molto particolari...
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    Il misterioso essere le fece capire che con la sua volontà avrebbe potuto mettere fine a quella conversazione quando voleva. Dicendole chiaramente che aveva il coltello dalla parte del manico. Sae quindi si sentì rassicurare dal fatto che al momento non correva nessun pericolo. Era la prima volta che qualcuno che non fosse "morto" chiedeva il suo aiuto, e lei di solito ascoltava sempre le suppliche, prodigandosi ad aiutare. Non sempre per altruismo, alle volte anche solo per mettere fine a tormenti. Quindi rimase lì in attesa e tre paroline soltanto le fecero gonfiare una vena sulla fronte per il nervosismo.
    Quindi eri tu! Fece a denti stretti con un altissimo nervosismo. Dopo essersi ricordata cosa le aveva detto Thresh a proposito di mettere al mondo esseri potenti, Sae aveva collegato il suo periodo di calore estremo, che l'aveva costretta a saltare addosso a Thresh. Se avesse potuto lo avrebbe strozzato agitandolo ed accusandolo di tutta la sofferenza che aveva patito per colpa di quell'appetito insaziabile. Prima che potesse inveire contro di lui, l'essere si scusò spiegandole che quello era il suo unico modo per uscire dalla sua prigione. Capì che era disperato, capì che si sentiva in trappola, e sapeva che poteva pentirsi di rifiutare di aiutarlo. Se riusciva a metterle addosso quel prurito insaziabile fra le sue cosce, chissà che altro poteva farle, anche solo per vendicarsi? Tuttavia Sae non era così egoista e le dispiaceva percepirlo in quel modo. Il suo dono le faceva sentire la sua sofferenza, aveva davvero un disperato bisogno di aiuto. E probabilmente lei era l'unica con cui era riuscito a parlare.
    Ok, calma, non ti respingerò, non chiuderò questa conversazione. Tuttavia ho bisogno di sapere alcune cose prima di poter accettare la tua richiesta di aiuto. Cosa significa "metterti al mondo"? Non intendo ovviamente la parte meccanica del fatto, ma come farai a mettere la tua anima nel mio grembo? Ed una volta che nasci, non sarai un neonato? Non dimenticherai tutto di questa vita che hai vissuto adesso? Ti reincarnerai e comincerai da capo? Cosa ti succederà? Sae non poteva accettare così a cuor leggerlo, pensando al suo corpo come una specie di incubatrice senz'anima. Se avesse accettato di metterlo al mondo, lo avrebbe considerato SUO figlio, lo avrebbe amato, e di sicuro non lo avrebbe mai e poi mai "usato" per renderlo la sua "spada", il suo ponte, lo avrebbe voluto al sicuro, felice assieme ad Aurora. Inoltre sapeva benissimo che per la parte meccanica serviva il seme di un uomo, e si ritrovò a guardare di nuovo nella direzione di Mike. Se proprio doveva fare un figlio avrebbe voluto che fosse di Mike, ma era troppo giovane, gli avrebbe rovinato la vita perché si sarebbe messo a cercare qualche lavoro ed avrebbe smesso di studiare. Probabilmente avrebbe cercato di farsi arruolare nella squadra nera. Farlo fare a Thresh la inorridiva, non solo perché avrebbero avuto un legame che Sae non voleva, ma avrebbe ucciso il cuore di Mike, avrebbe perso l'amicizia di Banner ed il rispetto di Marcus.
    Se consapevole del fatto che metterti al mondo creerà un legame fra di noi profondo?
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    Il flash le permise di vedere la figura di un ragazzo, sembrava giovane e molto provato. Forse anche ferito, ma non era riuscita a vederlo bene. Aveva notato anche il suo sorriso e nonostante avesse avuto l'aria di un pazzoide, per un attimo le ricordò il ghigno di Thresh. No, forse stava stravedendo.
    Scusa. Mormorò dopo che il ragazzo si lamentò del dolore. Cercò di metterla a suo agio, dicendole che era davvero troppo lontano per poter fare qualsiasi cosa contro di lei anche volendo. Dichiarò senza tanti mezzi termini che aveva un bisogno disperato del suo aiuto, il che rendeva la faccenda ancora più inquietante. Le venne per un momento che fosse uno spettro, ma di solito quando uno spettro chiedeva il suo aiuto lo sentiva chiaramente. Quell'entità era viva, lontana da qualche parte, non le sembrava un anima in pena.
    Non avermene, ma sai che la tua premessa ti rende ancora più losco? Affermò massaggiandosi le tempie. Da quello che poteva sapere poteva essere un demone che era stato sigillato, poiché molto pericoloso, non riusciva proprio ad abbassare la guardia ma era stupido scacciarlo via.
    Ti ascolto, di cosa hai bisogno? Chiese educatamente, risedendosi sulla sedia, per essere cortese, ma i suoi piedi erano puntati a terra.
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    Sae guardò perplessa l'immagine che aveva fotografato, notando che era sfocata e distorta, eppure era sicura che prima di premere il tasto fosse stato tutto apposto. La luce si abbassò tutto sfarfallò e poi si spense tutto. Sae rimase ferma sul posto ed iniziò a sudare freddo. Le venne la pelle d'oca, le sembrò di essere finita nella scena di un film horror. Si pizzicò la faccia per essere sicura che fosse sveglia e non si fosse addormentata senza accorgersene. Una voce sconosciuta che proveniva dai suoi dispositivi la fece saltare sul posto per lo spavento, e se non le scappò un urlo era unicamente perché era troppo tesa. Era la voce di un giovane, ma non riusciva a riconoscerla fra quelli che conosceva della scuola. Si guardò attorno allarmata, gettando una occhiata verso le stanze di Aurora e Mike, ma notò che nessuno dei due si era svegliato. Serrò le labbra per non farsi scappare una imprecazione di tensione. Si alzò in piedi lentamente, quasi avesse avuto paura che i movimenti troppo bruschi potessero far scattare la presenza come un animale spaventato. Vide una figura nei riflessi e negli specchi della casa, non riuscì a vederlo bene dato che era tutto buio, e riuscì a scorgere solo degli inquietanti occhi rossi ed un sorriso. C'era qualcosa di familiare, qualcosa che però non riusciva ad affacciare chiaramente nella sua mente. Quando il misterioso intruso disse "Finalmente", deglutì a vuoto, sentendosi molto molto tesa. Non sapeva cosa fare ma cercò di rimanere calma. Era evidente che chi le stesse parlando apparteneva al labirinto, o le stesse parlando da lì. O Chissà, c'era qualcosa di molto strano, non aveva la sensazione di parlare con un entità come Fortinbras o come Scorn. Non si sentiva ancora in pericolo, ma ciò non riuscì a farla rilassare.
    Chi sei? Io non riesco a vederti. Provò ad accendere la torcia del suo cellulare verso la figura che vedeva riflessa, forse con la batteria scarica sarebbe durato pochissimo, ma tentò lo stesso per poter scorgere chi le stava parlando.
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    Dopo che Aurora e Mike si addormentarono, Sae si alzò dal letto per andarsi a fare un caffè. Probabilmente anche se ci avesse provato ad addormentarsi non ci sarebbe riuscita per la grande ansia che aveva addosso. Si recò in cucina per non svegliare accidentalmente Mike: quel ragazzo aveva davvero bisogno di riposo. Era la prima volta che probabilmente usava i suoi sensi spirituali e lo avevano sfiancato. Fortuna che c'era stata Nefertiti lì a soccorrerlo. Mentre aspettava che il caffè fosse pronto, Sae osservò il cubo, e percepì chiaramente dei versi, dei lamenti, sembravano dei richiami, ma non osò provare a connettersi spiritualmente ad essi. Preferiva farlo con Thresh vicino, anche se lo odiava o dubitava molto di lui, non poteva negare il fatto che lui era quello più ferrato in materia e poteva aiutarla con la sua dannata lanterna. Ed a proposito di Thresh le tornò in mente il bacio che le aveva dato, così carico di energia. Ricordò cosa aveva provato quando avevano fatto sesso. Era qualcosa che non aveva mai provato prima, qualcosa di così inebriante e profondo da spaventarla, ed allo stesso tempo tentarla. Quei pensieri risvegliarono certi appetiti, e si pizzicò da sola per scacciare via quella sensazione: come poteva avere certi appetiti pensando a lui? Si sentiva sporca, si sentiva come quelle drogate che si facevano del male per via del cervello spappolato a forza di sostanze tossiche. Andare da Mike era impensabile, quel ragazzo era distrutto aveva bisogno di recuperare energie, farlo da sola poteva solo peggiorare la situazione. Notò che non era però forte come nei giorni precedenti, somigliava ad un normalissimo appetito da ovulazione. Decise quindi di ignorare quel richiamo di piacere, poiché le sembrava perfettamente gestibile. Decise piuttosto di occupare la mente provando a fare qualche ricerca on line, per cercare libri o nozioni che potessero riguardare alfabeti celestiali, cercò canti e suoni mistici. Quando sentiva le palpebre appesantirsi, beveva qualche sorso di caffè e poi andava a guardare prima Aurora che dormiva, sentendo il cuore scogliere dalla tenerezza, e poi andava a guardare Mike addormentato, pensando a quanto fosse dolce e irresistibile. Tornando in cucina le venne in mente una cosa, ricordava che nelle loro chiacchiere Thresh aveva accennato al fatto che non dormiva, poiché essendo uno zombie non ne aveva bisogno. Prese il suo telefono e fece una foto al cubo, poi mandò l'immagine al numero di telefono di Thresh. Non sapeva se le avesse risposto o meno, ma tentare non poteva nuocerle. Se non avesse risposto ne avrebbe parlato con lui quando si sarebbero visti.


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    Sae Klein
    Oggi il cubo ha cambiato forma. Sento dei lamenti, come dei richiami... devo preoccuparmi?
    Nsm1KLx

  15. .
    La perplessità di Banner le fece capire che quindi era giusto ciò che aveva pensato, ovvero che Marcus chiamava "angeli" creature molto diverse da ciò che i comuni mortali consideravano. Qualcosa che lui percepiva in modo particolare, dando una forma a dei suoni. A tempo debito magari avrebbe potuto fare qualche ricerca su suoni legati ad entità mitologiche o qualcosa di simile. Intanto arrivarono a destinazione, e Banner le promise che avrebbe provato a cercare qualcosa, e nel frattempo doveva dedicarsi alla sua famiglia per trovare la forza di andare avanti. Sae annuì con un sorriso colmo di affetto.
    Hai ragione, devo strapazzare di coccole Aurora prima di andare. Prima di scendere dall'auto, Sae strinse di nuovo la mano a Banner, gli sorrise ancora piena di affetto e gratitudine.
    Grazie di cuore per tutto, ti devo un enorme favore. Gli diede un bacetto di saluto sulla guancia e poi si recò verso la sua abitazione. Una volta a casa, sentì la voce di Aurora che corse subito verso la porta quando sentì il rumore delle chiavi che aprivano. Se la ritrovò davanti tutta contenta e Sae si fiondò subito a raccoglierla in braccio riempendola di baci.
    Ciao amore, mi sei mancata tantissimo. Le disse stringendola a sé e riempendo la guancia di altri baci, facendole anche il solletico per farla ridere e bearsi di quel suono così dolce. Sapeva già di dover pensare ad un grosso regalone da farle al suo ritorno, come ad esempio una gita a Disneyland o qualcosa del genere per passare del tempo insieme, divertirsi senza pensieri. Una volta messa a terra la piccola si avvicinò a Mike abbracciando anche lui stretto e dandogli un bacio sulle labbra.
    Grazie tesoro, non saprei cosa farei senza di te. Strapazzò anche lui di coccole, riempendo di baci la guancia, il naso, le labbra. Quando si decise di lasciarlo andare da quella dolce tortura gli sorrise mostrando quel velo di orgoglio che ancora la animava per ciò che aveva fatto per salvare la sua amica.
    Sei stato bravissimo oggi, hai esagerato, ma hai salvato me e Morgana. Stava per tornare a strapazzarlo di altre coccole, ma la piccola Aurora la chiamò per raccontarle della sua fantastica giornata all'asilo e mostrarle i suo disegni. Se Mike fosse rimasto in casa con lei per quella sera, avrebbe preparato una bella cenetta, ed infine lo avrebbe praticamente obbligato a riposarsi. Si sarebbe accorta del cambiamento del cubo dopo aver messo a letto Aurora, prima di andare a farsi una doccia. Sbiancò a quella vista: il cubo aveva di nuovo cambiato forma e non aveva idea di cosa diamine potesse significare. Lo avrebbe fatto vedere a Thresh appena possibile, poiché non riuscì a capire quando era successo e soprattutto che evento aveva innescato quel cambiamento. Che fosse stato quello il suono diverso a cui si riferiva Marcus?
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