Posts written by Hina-Poppezinga

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    Nefertiti si sentiva soffocare, era in pura estasi e la gola era ostruita dalla carne di Thresh che si gonfiò ancora, deformando quella sottile gola delicata. Era in totale apnea e dovette resistere ancora quando sentì il seme che le riempì direttamente l'esofago, poi lo stomaco, l'istinto primordiale doveva portarla a staccarsi, a cercare aria, poiché sentiva anche il bisogno di gemere. Non potendolo fare, tutto si tradusse in spasmi della gola che massaggiavano quel organo, spingendo o risucchiando, come se il suo stesso corpo non sapeva se doveva ingerirlo o rigettarlo. Intanto il seme di Thresh ricolmo di energia la fece tremare, la rese avida mentre continuava a venire, stringendo le cosce attorno alla faccia del non morto. La lingua che la abbandonò le diede modo di tornare gradualmente al presente, sentendo le parole di Thresh confuse, e ovattate, non lo stava ascoltando in quel momento. Lo lasciò scivolare anche lei fuori dalla bocca, sentendo gli ultimi fiotti direttamente in bocca. Ingoiò anche quello e lo lasciò andare, lasciando che a unirli rimanessero rivoli di saliva abbondanti che rendevano la scena ancora più oscena. Sollevò il viso verso di lui e stava per emettere un suono confuso, ma venne presa alla sprovvista dalla cinta di cuoio che le si avvinghiò sulla faccia, costringendola a tenere la bocca aperta. Aspirò aria avidamente per la sorpresa, accorgendosi che quel materiale le impediva di farlo con la bocca, costringendola a farlo solo con il naso, dandole comunque la sensazione di soffocamento, che divenne più accentuata quando le strinse la gola. L’aggressione improvvisa fece mugugnare Nefertiti molto infastidita. Si stava godendo il momento fino ad un attimo prima, il suo corpo voleva rilassarsi, ma glielo impedì, allarmandola anche un pochino. Non che avesse seriamente paura di Thresh, si fidava di lui, ma sapeva anche che era un gran pervertito, e spesso non riusciva ad immaginare che intenzioni avesse, gettandola in un vortice di paura ed eccitazione. Il suo verso soffocato di disappunto si tramutò in un strillo strozzato di sorpresa quando si sentì sollevare da terra da una specie di scalinata. Sobbalzò per la manata sulla chiappa, e si voltò verso di lui con il viso per lanciargli una occhiataccia indispettita. Non si oppose a lui fisicamente, poiché infondo anche lei voleva continuare, solo che non aveva immaginato di continuare in quel modo brutale, o almeno non con così tanta fretta. Era evidente che lui fosse parecchio eccitato, lo sentì da quanto era ancora durissimo come se non fosse venuto affatto un momento prima. La penetrazione la costrinse ad aggrapparsi alle scalinate con forza, soffocando un altro gemito per via di quella dannata cinta. La rottura dell'imene trasmise a lui la sua energia oscura, succedeva ogni volta. Per Thresh sarebbe stato come immergersi in una pozza di acqua calda durante un freddo glaciale, oppure come una fonte di acqua fresca dopo un caldo torrido. Il dolore accese l'energia perversa della lanterna, e si alimentò anche grazie all'energia oscura di Nefertiti che era una strega di natura. Fu una intensa iniezione di piacere che aumentò quando furono totalmente uniti uno all'altro. Sulla pelle di Nefertiti si erano formate piccole punte nere di cristallo che vibravano come se fossero pronte ad allungarsi improvvisamente. La cervice di Nefertiti si contorceva attorno a quell'erezione esagerata, dolore e piacere si mescolarono così perfettamente che Nefertiti ebbe un piccolo orgasmo. Si era afflosciata per un momento per via delle sensazioni paradisiache che l'avevano colta alla sprovvista. La cinta nella sua bocca però si era piegata perché l'aveva morsa con forza, sbavava più di prima in quel modo rantolando di piacere.
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    Nariko si morse il labbro inferiore nel guardare i suoi due compagni davanti a lei, avrebbe volentieri continuato, ma sentiva le cosce affaticate e le braccia stanche, chiarissimo segno che ciò che aveva detto non era solo per darsi un contegno, ma anche per non strafare e permettere a tutti loro di riposarsi. Inoltre Nariko precedentemente al loro sipario erotico, si era imposta di dormire almeno qualche ora, giusto per riposare almeno il cervello, ma in realtà avrebbe voluto al più presto incontrare Endymion e parlare con lui, conoscerlo meglio. Anche se proveniva da una realtà alternativa, in teoria era pur sempre suo figlio, un figlio di Umbra. Così quando Syndra propose di andare a vedere gli altri, Nariko annuì e scivolò pigramente fuori dal letto. Fece un ultimo sforzo per usare la magia della vestizione dei capelli per ripulirsi dal seme e ricostruire i suoi soliti abiti composti da capelli magici. Attese che anche Iceringer si rivestisse, e quando lo vide in difficoltà anche solo per rimettersi i pantaloni, sentì una morsa nello stomaco tremenda. Si avvicinò a lui per aiutarlo, ma quando lo rifiutò fece un passo indietro. Vederlo in quelle condizioni era per Nariko una sconfitta, non era riuscita a riportarla a casa sano e salvo. Certo la medicina avrebbe potuto risolvere facilmente quel problema, ma in ogni caso quel moncherino testimoniava quanto aveva sofferto in quel viaggio solitario nel territorio nemico. Dimostrava che il suo eroe non era invincibile. Aveva rischiato di perderlo per sempre e ciò le bruciava tantissimo sul cuore. Quando uscirono dalla stanza incrociarono Traesto ed il ragazzo dai capelli rossi che li aveva aiutati durante la missione. Quando vide che indossava un curioso congegno per aiutarlo a recuperare energie capì che quella missione non era stata facile per nessuno di loro. Nariko si sentì grata a loro, poiché con il loro aiuto era riuscita a riportare a casa le persone più importanti della sua vita. Dopo uno sguardo preoccupato e le rassicurazioni del ragazzo, Nariko sorrise loro, rompendo dopo tanto tempo un muro che si era alzata da sola verso tutti gli uomini. Certo non poteva dire di aver superato tutto, ma iniziava a vedere di nuovo una distinzione fra chi era realmente malvagio e chi no. Sho inoltre le era sembrato gentile e rispettoso come Iceringer, e visto come si era sforzato meritava almeno un suo sorriso per ringraziarlo.
    Io non riuscirei a definire quella battaglia "uno spettacolo", ma è grazie a voi se siamo riusciti a tornare a casa. Avete tutta la mia gratitudine. Fece un inchino solenne verso di loro. Poco dopo si guardò attorno e cercò di affinare i suoi sensi per poter sentire in qualche modo il legame tipico di Umbra, così da poter capire se Endymion fosse nelle vicinanze. Non poteva farci niente, da quando erano tornati, aveva avuto il pensiero sempre rivolto ad Iceringer ed Endymion.
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    Era assurdo che in quella posizione che in teoria doveva essere molto scomoda, non stava influenzando in alcun modo i due amanti. Nefertiti si sentiva al sicuro come se fosse stata su un letto, il corpo del professore che abbastanza ampio per ospitarla senza alcun problema. Essendo anche parecchio più piccola rispetto a lui doveva essere leggerissima, lo dimostrava anche il fatto che muoveva il bacino, scopandole la bocca come se stessero avendo un normalissimo amplesso. Nefertiti non volle farsi trovare impreparata e si lasciò contagiare dalla lussuria, continuando a massaggiarlo a succhiarlo, eccitandosi sempre di più. Nel frattempo lei diventava sempre più avida di piacere, e le capitava spesso di stringere le cosce contro il viso del non morto quando il piacere diventava più intenso. Non lo faceva apposta, le veniva istintivo farlo, ma ogni volta che succedeva, i muscoli del suo ventre si contraevano e finiva per far contrarre anche le sue carni attorno alla lingua, aumentando in quel modo il piacere. Sentì che la sensazione iniziò a cambiare dentro di lei, non aveva idea di cosa avesse fatto Thresh, ma percepiva un piacere più intenso ogni volta che si muoveva con la lingua dentro di lei. Riuscì ad intuire che aveva usato qualche trucchetto, dato che sentiva chiaramente la sua energia su quel organo. Le sembrò di sentire una sensazione molto simile a quella che provava con Artù quando sfilacciava parti del suo corpo per farla godere. Lo sentiva scivolare in profondità nella sua intimità senza romperle l'imene, facendole provare piaceri sempre più particolari. Come se non bastasse le sue dita che affondavano anche nel suo stretto buchino la facevano tremare. Nefertiti aumentò il ritmo con cui succhiava il cazzo di Thresh le dita sulla verga e sui suoi testicoli si stringevano con più forza, non riusciva nemmeno a rendersene conto, era troppo presa dal piacere. Sbavava ormai e la saliva colava lungo tutta la lunghezza del membro, facendo diventare più rumorosi i gesti che faceva su di lui. Thresh avrebbe sentito chiaramente la clitoride di Nefertiti che pulsava sempre più forte, la cervice ed il culo che si contorcevano attorno a lui. Succhiava voracemente con sempre più foga inseguendo un orgasmo sentito. Sembrava che volesse far venire anche lui assieme a lei, o forse lo faceva solo istintivamente per via di quanto stesse godendo, ma in ogni caso ne avrebbe giovato ad entrambi. Quando sentì che ormai stava per venire, allargò le cosce e poi le strinse di nuovo per sentirlo premere con più forza contro le sue carni, fino a sentire il suo naso che si premeva contro quel minuscolo spazio fra ano e vagina. Infine soffocò i suoi gemiti con il cazzo di Thresh direttamente in gola, non riuscì ad emettere alcun suono per questo, ma il suo corpo parlò chiaramente: da come tremava e soprattutto dai fluidi femminili che imbrattarono il viso del non morto, finendogli inevitabilmente in bocca. I suoi occhi si rigirarono verso l'alto, forse non la cosa più intensa che avessero vissuto insieme, ma era sicuramente il lavoro di bocca più delizioso che avesse mai provato in tutta la sua vita.
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    Elise si era persa nei sensi, il piacere le annebbiava totalmente il cervello e se non fosse per quella lingua con cui occupava la bocca per soffocare i suoi gemiti altrimenti troppo rumorosi, il vicinato si sarebbe lamentato sicuramente. Il guaito che emise il kaiju aiutò Elise ad uscire un poco dal torpore, andando a solleticare il suo istinto materno, fu un suono che la allarmò inizialmente, dandole l'impressione che Berith stesse soffrendo. Capì però una frazione di secondo dopo che quel suono in realtà rappresentava tutt'altro, poiché il calore del suo seme la invase facendole raggiungere un nuovo ed intenso orgasmo. Le sembrò più caldo del normale e sicuramente molto più abbondante di ciò che poteva provare con un suo simile. Quando la lasciò andare, Elise vide l'enorme erezione che guizzava verso l'alto, e che eruttava altro seme su di lei. Ansava stupendosi di come fosse riuscita a cogliere dentro di lei quella mostruosità, eppure in quel momento, totalmente assuefatta dal piacere che le aveva dato l'orgasmo lo percepì come qualcosa di meraviglioso, qualcosa di cui non avrebbe più potuto farne a meno. Niente era riuscita a farla sentire in quel modo. Il seme che le imbrattò i seni, il ventre era caldissimo, ed il suo odore le diede alla testa. Forse furono i feromoni, o forse era una qualità del kaiju, ma nonostante avrebbe dovuto sentirsi stanca morta, provata, si sentiva ancora eccitata. La sua fica era arrossata, sensibilissima al punto da poterle fare male se continuava a fare sesso. Elise però fissava l'erezione, trovando quella forma attraente, lussuriosa. A mente fredda si sarebbe vergognata da morire per aver trovato arrapante l'erezione del kaiju. Sollevò le braccia per poter toccare l'erezione con le sue mani, ma in quel modo praticamente rese molto più agevole al Kaiju afferrarla e girarla a pancia in giù. Non riuscì nemmeno a capire le precise dinamiche, fu tutto molto veloce per una che si stava riprendendo da un orgasmo. Si ritrovò con la faccia premuta contro i cuscini, e fu un bene poiché il kaiju non avrebbe visto la sua faccia inebetita e confusa. Elise sussultò e si irrigidì quando sentì la zampa del kaiju premersi contro la sua schiena bloccandola. Per un momento ebbe il timore che gli istinti in lui avessero preso il sopravvento e potesse decidere di divorarla.
    Berith..? Il suono della sua voce uscì molto più lasciva di quanto si fosse aspettata. Notò che non sentiva dolore, era ancora attento a non ferirla con i suoi artigli, e capì che non aveva intenzione di "mangiarla". Ebbe poi un chiarissimo indizio quando le propaggini le afferrarono le natiche per allargarle. Elise nascose il suo volto imbarazzatissimo contro il cuscino. Tremò ed emise un verso di piacere, soffocandolo nel cuscino quando sentì le propaggini insinuarsi nel suo stretto anfratto. Era così eccitata, così piena di voglia che non pensò che poteva rovinarla con quell'erezione esagerata. Lo voleva dentro di lei ancora, voleva impazzire ancora di piacere. E cosa assurda la stava eccitando da impazzire sentirsi bloccata contro il letto, condannata unicamente a godere.
    Oddio... sì... Lo soffocò nel cuscino ma Berith lo avrebbe potuto sentire benissimo. Sollevò i fianchi verso quelle propaggini, per sentire la pressione della cappella del kaiju contro le sue carni. La corolla di carne di Elise si allargò gradualmente, ad ogni piccola pressione della punta dentro di lei. Quando la penetrò, Elise morse il cuscino con forza, rantolando un gemito misto fra dolore e piacere. I suoi occhi si rigirarono verso l'alto, mentre sentiva le pulsazioni dentro il suo stretto culetto. Si sentiva impalare, non riusciva a sentire altro che non fosse correlato a quel enorme cazzo mostruoso che la riempiva. I feromoni del Kaiju, i suoi fluidi sembravano fatti apposta per quel genere di cose, perché Elise non provò dolori lancinanti, ma solo un intensissimo piacere. Si doveva vergognare tantissimo, temere che l'avrebbe potuta chiamare "troia" e perdere la sua stima, ma la cosa migliore di quella unione sacrilega fra due razze così differenti era che non c'era alcun pregiudizio, non c'erano tabù. Elise poteva godersi ogni sfaccettatura del suo compagno, senza la paura di essere giudicata male. Con una mano si premette il cuscino contro la bocca per soffocare i suoi gemiti, mentre con l'altra andò a cercare la zampa di Berith poggiata sul letto per darsi un sostegno e stringerla, come se fosse stata la mano del suo amante. Attese un momento che le sue carni si adattassero a quella ingombrante invasione, poi incoraggiò il suo amante a proseguire spostando il bacino prima leggermente in avanti per farlo scivolare all'infuori, e poi verso il basso per un primissimo movimento di un amplesso che già la riempiva di brividi intensi in tutto il corpo.
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    Nefertiti non era mai stata così diretta, e le precedenti volte lo aveva sempre apostrofato come un pervertito. Visto dall'esterno poteva sembrare un cambiamento quasi improvviso, in realtà Nefertiti si era ritrovata a rifletterci su e fare pace con la sua sessualità, anche grazie al suo rapporto con Artù, con cui aveva riscoperto il suo lato femminile e intimo che aveva sempre soffocato e messo da parte. C'era però anche un altro elemento che giocava a favore di quel cambiamento, ovvero la sua gelosia. Nefertiti non era stupida, sapeva benissimo che nonostante Sae si rifiutava a Thresh, lui di sicuro le aveva già messo le mani addosso per un motivo o per un altro. I piercing ne erano una prova concreta. Anche senza averli visti, lo percepiva con il suo sesto senso femminile. Inconsciamente voleva mostrarsi a lui più matura riguardo al sesso, quasi a volergli dimostrare che ormai non aveva più paura a vivere il piacere carnale, così che anche lui poteva diventare geloso di lei. Un istinto sciocco e molto egoistico dato che Nefertiti di sicuro non si sarebbe mai privata delle attenzioni di Artù. Eppure nonostante ciò i suoi sentimenti per Thresh erano sinceri, erano più di quello che si fosse mai aspettata. Le piaceva sentire come la stringeva, le piaceva strappargli quei mugugni eccitati e cercò di strappargliene di più. Con una mano passò a massaggiargli i testicoli, mentre con l'altra mano si aiutava a masturbare la parte di quella carne oscena che non riusciva a tenere in bocca. Lo succhiava golosa, soffocandosi con quella carne spropositata che la faceva faticare. Nel frattempo, il piacere si dipanò nel suo corpo, grazie alla lingua del non morto che le fece già tremare le palpebre alle prime attenzioni che le dava. Da un lato la faceva incazzare che fosse così esperto, che sapesse benissimo dove e come toccarla, perché quelle abilità erano frutto di molte notti di passioni con altre donne; dall'altro lato però adorava il fatto che poteva semplicemente rilassarsi e godere. Le sue aspettative furono ben presto superate, aveva iniziato già a godere come se stesse scopando, quella lingua arrivava molto in profondità ed ingrossandosi toccava punti molto sensibili, usando l'energia che la ubriacò fin da subito. Non si accorse nemmeno che stava stringendo le cosce attorno alla faccia di Thresh con più forza, per via del piacere intenso che la colse. Gemeva rumorosamente facendo vibrare la sua voce contro il membro infilato nella sua bocca, ritrovandosi a sbavare molto più di prima. La sua cervice di tanto in tanto si stringeva attorno alla lingua come se avesse voluto intrappolarla dentro di lei. Il piacere rese anche Nefertiti più lasciva, lo massaggiava e succhiava come se farlo le stesse ridando nuova vita. La lingua si muoveva contro la carne di Thresh, la cappella spingeva contro la sua gola, la soffocava e sentiva la mandibola affaticarsi, ma era così dannatamente eccitante. Ormai totalmente ubriaca di eccitazione, muoveva perfino il bacino, quasi si stesse masturbando contro un cuscino. La clitoride si indurì mentre l'imene si ammorbidì, dando un segnale chiarissimo di una femmina pronta per essere presa, scopata e ingravidata. Nefertiti però non ebbe alcuna fretta di chiedere il piatto forte. La lingua di Thresh la stava mandando in paradiso e voleva godersela, così come voleva godersi il cazzo di Thresh, senza alcuna distrazione, perché in quel momento era tutto suo. Poteva studiarsi ogni vena gonfia che lo attraversava, ogni piega della pelle, la rugosità dei suoi testicoli, il suo peso, ed ogni cosa le si marchiava a fuoco nel cervello. Voleva venire in quel modo, a testa in giù ubriaca di piacere.
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    Sentire le loro carni entrare in diretto contatto fu una sensazione meravigliosa per Nefertiti, aumentò la su voglia di sentirlo addosso, di sfregarsi oscenamente contro di lui, ma prima che potesse fare qualsiasi di queste cose, lo sentì scivolare distante. Nefertiti si lasciò sfuggire un mugugno di protesta, con quella punta di domanda che la confondeva: il verso eccitato di Thresh sembrava promettere sensazioni molto più libidinose, di quelle che non vedeva l'ora di saggiare, ed invece faceva un passo indietro. Niente più labbra da baciare o carne bollente su cui sfregarsi e perdersi. Per un solo attimo pensò che forse non dovevano arrivare fino in fondo, che forse voleva avvisarla di qualcosa, alimentando in quel modo il malcontento della ragazza. Sentiva le labbra formicolare per la mancanza di baci, il freddo fra le sue cosce, poi però vide lui che si metteva in mostra, allargando la giacca, mostrandole quanto fosse eccitato. Era ben consapevole di essere affascinante, si metteva in mostra perché sapeva di tentarla, di eccitarla. Il freddo fra le sue cosce divenne così fastidioso che dovette stringerle per darsi un minimo di tregua da quella orribile sensazione di non essergli addosso. Si asciugò un rivolo di saliva sul mento per via dei baci interrotti, e lo fissava beandosi anche lei della sua bellezza. Era diverso rispetto ad Artù, aveva il fisico scolpito di anni di allenamenti, la pelle pallida di chi non aveva più la vita dentro di lui, e poi quella riga nera che solcava il suo corpo, che testimoniava al mondo intero che fosse suo. Per qualche giorno si era sentita in colpa per quel segno, ma adesso che lo vedeva nudo, eccitato, le fece pensare che tutte quelle che gli avrebbero messo le mani addosso avrebbero visto quel segno ed avrebbero sentito la sua presenza. Quel pensiero la eccitò, sorrise malignamente: tutte avrebbero saputo che era suo, che anche se si godevano quel cazzo mastodontico che urlava di volerla, non sarebbero state in grado di saziarlo, di lasciare un segno dentro o su di lui.
    Voglio... Si avvicinò a lui, con passi lenti ma decisi, il pavimento su cui si posavano i suoi piedi sembravano vibrare come se fosse stato un liquido. I capelli iniziarono a fluttuare in aria come se un leggero venticello stesse soffiando su di lei, quando in realtà era la sua energia che usciva dal suo corpo. Attorno gli occhi apparvero dei segni neri, sembrava quasi si stesse truccando con la magia, ma da più vicino si sarebbe capito che erano cristalli oscuri che rivestivano la sua pelle.
    Voglio che mi prepari bene questa volta. Sorrideva dispettosamente, e quando gli fu vicino fece una sorta di capriola spingendosi con le braccia per poter raggiungere con le sue cosce il collo del non morto e piazzargli senza tanti complimenti il sesso contro la bocca. Era rivolta con i seni contro il suo ventre a testa in giù, così da poter raggiungere comodamente con mani e bocca la verga che aveva acceso i suoi appetiti. Non attese, strinse le cosce attorno al collo del non morto così da premergli la fica bollente contro la bocca. Lei intanto afferrò l'erezione, ed iniziò a masturbarla, osservandola da vicino, esplorando con calma il corpo del non morto. Si divertì a vedere la pelle scorrere lungo l'asse e scoprire la punta così lucida e gonfia, che divenne irresistibile. Tirò fuori la lingua e se lo gustò, ciucciandolo con le labbra come se fosse stata una caramella deliziosa. Le bastò un assaggio per sentire il corpo andare in fiamme, il desiderio aggredirla come una belva affamata. Aprì la bocca e lo lasciò scivolare sulla lingua inglobandolo mentre le sfuggì un mugugno soddisfatto ed eccitato.
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    Thresh avrebbe potuto sentire che ormai Nefertiti non aveva più alcun timore nel contatto fisico. Era cambiata molto dai loro primi approcci fisici: da diffidente, a tesa era passata a diventare affettuosa e possessiva. Il bacio che si scambiarono divenne rapidamente coinvolto e a Nefertiti scappò perfino un mugugno eccitato quando la pressione energetica di Thresh la travolse come una folata di vento fresco, per poi avvolgerla in un caldo abbraccio. La sua pelle ne assorbiva l'essenza, dando l'impressione che diventasse più liscia e morbida per lui. I brividi percorrevano tutto il suo corpo, carezzando ogni circuito energetico del suo corpo. Nefertiti avvertì subito la carne del non morto premerle contro il ventre, si ritrovò a sorridere eccitata. Sapeva che quello non era un effetto collaterale che aveva aiutato a sfogare come l'altra volta, era puro desiderio e lo vedeva dai suoi occhi dalla bocca da cui iniziò a fuoriuscire la sua energia condensata in fumo. Si lasciò andare a quel bacio carico di desiderio, in quel momento stava indossando la divisa scolastica, l'erezione sarebbe finita facilmente contro le sue mutandine che avevano iniziato ad inumidirsi di umori. Le mani impazienti dell'uomo le finirono sul seno, strappandole un piccolo mugugno di protesta per via della forza con cui la stringeva. I capezzoli erano molto sensibili per via dei piercing che rinnovavano sempre quei brividi doloranti come se non guarissero mai. Quando le loro labbra si separarono Nefertiti aveva gli occhi socchiusi dal desiderio, il cervello un pochino spento dalle effusioni. Venne infatti colto alla sprovvista dalla dichiarazione vogliosa del non morto. Arrossì vistosamente poiché aveva capito perfettamente che quelle parole dal senso violento, in realtà contenevano una passione selvaggia, un sentimento possessivo intenso. Un sentimento che non credeva di poter suscitare in qualcuno.
    Sì, sei proprio pazzo... Scherzò, non sapeva come rispondergli con le parole, quindi decise di farlo con i gesti. Lo afferrò dolcemente sui capelli alla nuca e poi lo tirò per fargli sollevare il viso e riprendersi a baciarsi con ardore. Nefertiti si fece contagiare dalla fame che le suscitava l'energia delle lanterne, facendo reagire la sua energia particolare da strega. Thresh avrebbe sentito il segno che gli aveva lasciato sul suo ventre pulsare, e l'energia di Nefertiti si allargò dal corpo della ragazza, infondendosi in lui, mentre i vestiti di lei si squagliavano come bruciati da una fiamma magica che li consumò sfilacciandoli sempre più fino a farli scivolare al suolo. Iniziò a premersi con voglia contro l'erezione di Thresh, e le basto sfregarsi per contagiare con quelle fiamme magiche anche i pantaloni dell'uomo che si consumarono a sua volta, lasciando libera finalmente l'erezione che si adagiò contro le carni fradicie e nuovamente illibate della ragazza.
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    Le piaceva chiacchierare con Thresh, perché era l'unico con cui riusciva a parlare in modo libero, di dire cosa pensava senza la fastidiosa sensazione di non essere gradita. Thresh rimproverò la ragazza di aver avuto la stessa visione di Sae, ovvero che dava per scontato che un patto vantaggioso avesse costi altissimi. Le confessò che se studiava con tanto fervore era proprio per venire meno a possibili patti, per infrangere le regole e prendersi tutto ciò che voleva, come un ladro che non scontava alcuna pena. Una bella visione, era felice di scoprire che non aveva rimproveri per lei per aver pensato di fare l'egoista e che anzi condivideva con lei quel punto di vista, più di quanto non avesse immaginato. Le si illuminarono gli occhi, ebbe la sensazione di aver trovato davvero il maestro, colui che poteva aiutarla ad esprimersi totalmente. Aveva qualcuno che sentiva molto vicino. Avevano un punto di vista simile, sebbene Nefertiti non era così spensierata come Thresh all'idea di affrontare esseri potenti, sapeva che si sarebbe fatta molti nemici così, sapeva di dover lottare duramente, ma se ciò significava essere felice con i ragazzi, con lui, allora ne valeva la pena. Nefertiti non si ritirò quando si sentì carezzare sulla guancia, accoccolò piuttosto la guancia contro la mano, sorprendendosi sempre nel sentirla calda, nonostante la sua natura di non morto. Quando le confessò che era geloso dell'esempio usato su Artù, le scappò una piccola risatina divertita.
    Non riesco proprio ad immaginarti in trappola, che qualcuno possa fregarti. Aveva capito subito perché aveva usato Artù nel suo esempio perché in effetti per lei Thresh era invincibile, inossidabile, immenso. Artù invece era un ragazzo come tanti altri, anche più debole di lei, quindi era altamente più probabile che nei guai ci fosse finito lui e non Thresh. Posò una mano su quella del professore, sorridendogli un pochino in imbarazzo.
    Ma se dovesse succedere, non mi fermerebbe nemmeno Apocrypha in persona. Ammise a cuore aperto, perché per lui provava un sentimento davvero difficile da catalogare. Per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa, ne era più che sicura. Lo guardava incuriosita, notava del desiderio nei suoi occhi, eppure non si era già gettato su di lei a prendersi ciò che voleva. La contemplava posano quel pollice sulle sue labbra, e le scivolò in bocca. Nefertiti lo morse dispettosamente, poi si alzò sulle punte dei piedi portando le braccia attorno al collo del professore, così da cercare quel bacio che Thresh stava desiderando. Avrebbe volentieri passato il tempo con lui, dopotutto con Artù poteva divertirsi quando voleva, anche durante il ritiro sportivo, avrebbero potuto trovare un posto dove sfogarsi di nascosto. Se li avessero sorpresi nessuno si sarebbe fatto troppe domande, lasciandoli fare. Con Thresh invece sarebbe stato molto più difficile, lui aveva il compito di vegliare su tutti e di fare da gran sacerdote.
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    Nefertiti rimase sbalordita nello scoprire che il Krampus aveva a che fare con il labirinto e le sue "complicazioni". Senza andare ad indagare avrebbe quasi dato per scontato che fosse stato originato dagli inferi o qualcosa del genere. Quindi era una persona che si era fatta divorare dal labirinto. Agrottò la fronte perplessa e puntò un dito contro di lui come a volergli chiedere qualcosa, per esempio "come fai a saperlo?", lo ritirò però poco dopo perché le nozioni che le stava dando erano interessanti. Quindi ai nobili e quelli che si credevano degli "dei" non avevano interesse nel passare nel loro mondo? Si portò una mano sotto al mento pensierosa, pensando di nuovo al crampus, quel coso era gigantesco e potente, chi si lasciava corrompere poteva diventare una entità del genere? Fu una notizia che preoccupò Nefertiti, se lei o i suoi amici si facevano corrompere avrebbero fatto la stessa fine? Le domande iniziavano a moltiplicarsi nel cervello della ragazza, ma li accantonò sul momento per poterlo ascoltare. Al momento Thresh non aveva alcun motivo di usare quell'oggetto, non aveva nessun interesse a portare qualcuno che si trovava al di là di quel luogo nel mondo terreno. Le confessò che per lui quello era più come la testimonianza di un fallimento. Parlò poi di quanto desiderasse conoscere il labirinto ed i suoi segreti così da poterlo usare a suo piacimento, facendole pensare che forse cercava altro potere, ma alla fine di tutto il suo discorso, Nefertiti si portò una mano sul mento riflessiva, guardò negli occhi Thresh e fu molto diretta e cristallina.
    Perchè? Ti manca un perché. LeMarchand forse cercava qualcosa nel labirinto, voleva arrivare in un punto preciso o voleva connettersi a qualcosa in particolare. Tu invece hai solo curiosato, hai provato a capire il meccanismo, ma alla fine quanto in realtà è importante per te? Se una entità del labirinto mi rapisse Artù io farei di tutto per andarlo a riprendere, farei di tutto per mettere a soqquadro tutto il labirinto pur di riaverlo indietro. A quel punto sì che vorrei sapere tutto, che mi impegnerei con tutta l'anima per riuscire. La sete, la fame ed il desiderio devono avere un obbiettivo, che senso ha patire la sete se poi non ti aspetta una bella coca fresca con ghiaccio? Oppure che senso ha bruciare di desiderio se non esiste qualcosa su cui poterlo sfogare poi?Non sapeva se si stava spiegando, non era brava in quel genere di cose. Si grattò la nuca un pochino in difficoltà.
    Non fraintendermi, trovo lodevole che vuoi studiare qualcosa di così spaventoso e misterioso, in questo sembri uno di quei inventori del passato, i pionieri delle scienze e delle leggi fisiche. Ti rende figo. Ma perché vuoi renderlo tuo tutto questo potenziale se non ha uno scopo? Io credo che Sae non si rifugia nella beata ignoranza, secondo me ha tanta paura di perdere tutto ciò che ha. Da come si è attivata per farci fare questa gita, non mi sembra una codarda. Per quanto riguarda me, dipende dal costo, dipende da cosa voglio. Sono molto egoista, non rinuncerei mai a niente di ciò che amo per ottenere qualcosa da un mondo di pazzi in culo. Io andrei a prendere ciò che voglio, alzerei un dito medio e me ne torno a casa, lo so... è da teppisti, ma se devo essere egoista lo sarò fino in fondo.Si sentì abbastanza soddisfatta di ciò che disse. Tornò a guardare la sfera sulla statua, chiedendosi come mai avesse voluto condividere con lei quella informazione. Da quando bazzicava Sae era diventato più emotivo, aveva quasi la sensazione che volesse ricordarle spesso che era sempre lei la sua preferita, che per lui era importante. Ciò ovviamente la rendeva immensamente felice.
    Vuoi che rimanga un segreto fra di noi quell'affare che stavi facendo?
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    La risata di Thresh sorprese Nefertiti che lo guardò con occhi larghi e confusi. A quanto pare anche i suoi compagni avevano avuto spiacevoli situazioni in cui lui era arrivato a tirare fuori la loro grinta. Per un attimo si immaginò Artù legato nudo, eccitato, sofferente. A parte il sofferente, la stuzzicò immaginarselo in quella veste. Arrossì leggermente a quel pensiero, ma poco dopo pensò che loro probabilmente avevano avuto esperienze diverse dalla sua, lei aveva ucciso una persona sopraffatta dalle sue emozioni, le aveva lasciato addosso un sapore molto amaro. Aveva sofferto ma alla fine era riuscita a trovare la forza di andare avanti, come aveva sempre fatto, ma questa volta aveva una marcia in più, perché questa volta aveva un potere da usare e con cui combattere. Con esso voleva difendere il suo mondo, quello che si era conquistato a piccoli passi. Nefertiti notò nello sguardo del professore quanto fosse eccitato da quella situazione, non lo vedeva così elettrizzato da tempo ormai. Quando le disse che voleva mostrarle una cosa che non aveva mai mostrato a nessuno, manco ai suoi figli, si fece molto attenta, curiosa, e sotto sotto si sentiva anche lusingata. Si chiese se non si potesse pentire di ciò che voleva mostrarle: era qualcosa di preziosissimo per lui, qualcosa di inestimabile. Qualcosa per cui magari non si sentiva pronta o non era degna di vedere, ma la sua curiosità non faceva che crescere ancora di più, e superò presto l'ansia. Thresh afferrò la misteriosa sfera che era conservata fra le mani della statua, e quando lo fece sentì chiaramente un impulso attraversare l'aria e risonarle nella cassa toracica. Lo ascoltò attentamente mentre le spiegava che aveva studiato i cubi di LeMarchand, non riuscendo del tutto a svelare i misteri che ammantavano i suoi strumenti. Alla fine le fece capire che voleva crearne uno tutto suo, a quel punto gli occhi di Nefertiti si puntarono sulla sfera, ma non osò toccarla, non perché lo temesse, era più simile ad un sentimento che poteva cogliere qualcuno che era in un museo ed ammirava una opera esposta. Sussultò quando le spiegò che voleva rendere quello strumento al contrario, cioè renderlo un accesso per una creature del labirinto verso il loro mondo. Così su due piedi le sembrò una follia e non mancò a dire una battuta per sdrammatizzare un pochino quelle notizie.
    Sembri un pochino uno scienziato pazzo... Disse con un mezzo sorriso. Si fece poi più perplessa, non avevano avuto modo di parlare del labirinto fra loro due, le cose che sapeva erano piccoli indizi e cose che aveva visto con i suoi occhi.
    Quando sono stata al labirinto, ho avuto una sensazione particolare, il mio corpo capiva che ero in un luogo a cui non appartenevo, e le creature che ci vivono mi sono sembrate quasi in simbiosi con quel posto. Forse è stata solo una impressione mia. Riuscirebbero a sopravvivere qui? Oppure potrebbero diventare degli enormi problemi, come il crampus di questo natale? Perché un'idea del genere? C'è qualcuno in particolare che vorresti portare da lì a qui? Era curiosa da morire, perché mai aveva pensato di creare un oggetto del genere?
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    Elise venne travolta dalla passione del Kaiju, era inerme fra le braccia mostruose della creatura. La lingua che affondò nella sua bocca soffocò i gemiti di Elise che divennero parecchio più acuti e rumorosi altrimenti. Si riuscivano a sentire anche quando le concedeva un minimo di tregua per prendere respiro. Il suo ventre si gonfiò nel momento in cui superò la bocca dell'utero per riempirla totalmente della sua carne. Lei inarcò la schiena fin dove le era concesso, e gli occhi le si rigirarono verso l'alto, mentre un nuovo orgasmo la colse impreparata, producendo altri umori che resero i loro amplesso più umidiccio e rumoroso. Non c'era angolo che non era stimolato da quel membro mostruoso, c'erano punti in cui veniva stimolata che non credeva nemmeno di avere. Elise stava impazzendo di piacere, non era più un sali e scendi di intensità, era come se avesse superato una soglia e non riuscisse più a scendere. Le sembrava di raggiungere un orgasmo nell'arco di ogni minuto circa. Non si era mai sentita così piena in vita sua, nemmeno quando lo aveva già fatto con Berith le volte scorse. Era evidente che lui si stava lasciando andare, travolgendola totalmente con la sua selvatica passione. Elise si stava perdendo nelle sensazioni, le fauci del mostro le impedivano di vedere, costringendola a focalizzare i suoi sensi sul corpo. La donna non poteva resistere così a lungo. Era pur sempre una debolissima umana.
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    Quando i ragazzi le furono vicini, Sae li strinse tutti come meglio poteva. Si rese conto di quanto si fosse affezionata a loro. Dopo tutti i suoi guai, era sempre un balsamo andare a scuola e vederli sorridere e scherzare. La loro spontaneità, la loro serenità le ricordavano sempre che alla fine del suo cammino difficile c'era gioia. Aveva anche imparato ad apprezzarli, erano adorabili tutti quanti. Così educati, così uniti e pieni di speranza per il futuro. Si era affezionata perfino a Lancillotto che aveva avuto un approccio davvero pessimo con lei; era riuscita ad apprezzare le sue doti e sapeva che se lo guidava nel modo giusto sarebbe stato felice nel futuro. Non si aspettò che all'abbraccio si unisse anche Renekton, sorprendendola e facendola scappare un piccolissimo verso di paura quando si sentì sollevare dal terreno con la sua forza. Lasciava intendere quanto fosse forte in realtà e ciò la aiutò ad affidarsi a lui quando avrebbero viaggiato separati.
    Nefertiti aveva avuto il suo momento di furia e dato che era passato almeno un giorno era riuscita a riflettere sulla situazione, e a meditare vendetta e riflettere su ciò che era successo. Solo in un secondo momento, Nefertiti collegò la domanda di Thresh sul fatto che credesse che fosse stato lui, al messaggio che gli aveva mandato lei il giorno prima. La ragazza in realtà non aveva mai insinuato che lui potesse essere mischiato in quella faccenda. Piuttosto si era adirata con lui come il "papà" che non c'era nel momento del bisogno. Un tipo di accusa totalmente diversa e che aveva fatto guidata dalla paura che qualcosa di irreparabile fosse successo a Morgana. Lui era l'unica persona con cui si sentiva in famiglia, l'unico di cui si fidava così tanto da mostrargli quel tipo di debolezza. Avrebbe dovuto chiedergli scusa in effetti, esitò, la imbarazzava ammettere che era stata così tanto emotiva da accusarlo ingiustamente di qualcosa che in realtà era stata calcolata dal nemico fin dall'inizio. Prese un respiro, e sembrò pronta a parlare quando si bloccò nel vederlo finalmente girarsi verso di lei, con quella risatina soddisfatta che le faceva sempre venire voglia di dargli un pugno contro lo stomaco. Capì che si sentiva sollevato, quindi si concesse un mezzo sorriso anche lei. Thresh la invitò a continuare la loro passeggiata in quel posto inquietante, Nefertiti lo seguì senza ostacolarlo, trovando quel gesto paterno piacevole. Quando Thresh proseguì la conversazione, confessando a Nefertiti che infondo non gli dispiaceva come erano andate le cose lo guardò torva. Come poteva non dispiacergli affatto? Il suo sguardo era cristallino sembrava che ci fosse scritto a caratteri cubitali "che cazzo dici?". Se non lo conoscesse avrebbe scrollato via il suo braccio indignata, ma capì cosa voleva dirle. Infondo aveva iniziato a capire come ragionava: per lui quella situazione aveva spinto tutti a dare il meglio di sé, avrebbe tirato fuori in loro qualcosa che li avrebbe fatti crescere. Anche lei avrebbe visto i suoi compagni diventare più forti. Tuttavia continuava a sentirsi indispettita dal fatto che non sembrava poi dispiacergli così tanto per Morgana. Incrociò le braccia al petto mettendo il broncio, ma continuò a seguirlo. Arrivarono presto davanti alla statua di una figura femminile, sembrava una sorta di Madonna blasfema, sulle mani vi avevano appoggiato un oggetto, che le ricordava molto il cubo che l'aveva portata nel labirinto. Lì davanti Thresh le disse che voleva che continuasse a tenere d'occhio Sae, la avvertì sul fatto che dovevano essere più uniti che mai e che avrebbe visto i suoi compagni diversi dal solito. Avrebbe dovuto fare i conti con pulsioni che li avrebbero resi affamati. Quella notizia un pochino le mise ansia: che significava? Cosa intendeva dire con "il vero volto"? Era confusa perché lei aveva una visione tutta sua di Thresh, e dei legami che si era creata. Pensò che forse stava parlando del fatto che l'energia delle lanterne dava loro assuefazione, ricordava bene come aveva reagito Morgana quando l'aveva aiutata, e ricordava benissimo come diventava Artù quando se lo spupazzava. Si grattò la nuca un poco confusa, ma era più che convinta di saper gestire la situazione.

    Non ho capito che stai cercando di dirmi. Io so solo che voglio proteggerli tutti e voglio vendicarmi. Ho promesso a Morgana che quando sarà il momento, potrà prendersi al sua vendetta, e le sarò vicina anche se diventerà crudele. Quei bastardi hanno osato toccare i miei amici, nessuno deve osare, nessuno può fare del male alle persone a cui tengo e pensare di farla franca. Voglio vederli pisciarsi addosso dalla paura davanti a me. Guardava negli occhi Thresh più seria che mai, a quanto pare non era solo un modo di dire, voleva davvero diventare l'incubo dei suoi nemici.
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    L'energia dei due ragazzi le dava assuefazione. Riusciva a sentire quella fiammeggiante di Iceringer che le si dipanava nella sua bocca grazie ai baci focosi che si scambiavano, ma lo sentiva anche attraverso quella sottile parete di carne, all'interno di Syndra che la separava da lui. Come se non bastasse Syndra decise di stringerli a lei usando la sua magia. A quel punto Nariko si sentì totalmente ubriaca di piacere, accelerò il ritmo, quasi avesse voluto gareggiare contro Iceringer per arrivare a chissà quale traguardo. In realtà stava arrivando all'apice e sperava in quel modo di far impazzire entrambi. Infine lo percepì il membro di Iceringer che si ingrossò al punto da farle sembrare ancora più stretta la carne della sua allieva, massaggiandola in un misto fra energia, pulsazioni e carne da non riuscire più a resistere. Un ultimo brivido intenso la attraversò nel momento in cui Syndra la morse sul collo, facendola arrivare all'apice. Anche Nariko eruttò seme dentro Syndra, pulsando a più riprese. Le sembrò che stesse andando a fuoco, il piacere era così intenso, che il suo orgasmo si prolungò ancora ed ancora, espellendo seme magico che iniziò perfino a gonfiare il ventre di Syndra, mentre piccoli schizzi per via del poco spazio, producevano suoni osceni. Rimase ancorata dentro di lei, con la lingua penzoloni dalla bocca di Iceringer e gli occhi rigirati verso l'alto. Fu meraviglioso poterli sentire entrambi sul suo membro magico. Non solo la cervice di Syndra che la stringeva per gli spasmi di piacere, ma anche le pulsazioni energetiche del loro uomo. Fu semplicemente perfetto. Nariko si riprese gradualmente, scivolando senza alcuna fretta fuori dal corpo di Syndra e rinunciando al bacio bestiale che aveva dato al ragazzo. Nariko si abbandonò sul materasso. Sorrideva soddisfatta, ansante e sporca di seme. Dopo qualche minuto puntò il dito contro i suoi amanti, agitandolo per attirare la loro attenzione.
    Non esageriamo. Ice è ancora in convalescenza, se continuiamo rischiamo di attirare anche l'attenzione di Traesto. Avevano finalmente fatto pace, e si sentiva immensamente felice, ma non doveva dimenticare che erano in un ospedale, e che non erano soli in quel posto. Sapeva che se avessero continuato, avrebbero fatto sesso per tutta la notte sfinendo il ragazzo totalmente. E sebbene le due streghe stessero bene, anche loro in teoria avevano bisogno di riposo.
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    Sae percepì i sentimenti di Mike già quando entrò in contatto fisico con lui. Riusciva a capirlo più che bene perché anche lei era terrorizzata da tutta la faccenda. Sospirò dispiaciuta, gli carezzò la testa, e non ebbe paura a farlo perché era un gesto che avrebbe fatto anche agli altri. Sae aveva sempre avuto un atteggiamento materno verso i suoi alunni, sebbene magari chi conosceva la verità poteva scorgere certi sguardi particolari in Sae che serbava solo a Mike.
    Mi dispiace, è normale avere paura, anche io sono terrorizzata. Non posso permettere loro di farvi del male, io cercherò in tutti i modi di tenervi al sicuro, di ridarvi la vostra vita spensierata da studenti. Allungò le braccia e roteò le mani anche verso Lancillotto, Artù e gli altri, invitandoli ad avvicinarsi a lei. Se avessero accolto il suo invito, avrebbe cercato di tirarli ancora più vicini, cercando di abbracciarne il più possibile.
    Promettetemi che non metteranno le mani addosso a nessuno di voi. Questa è una partita che dobbiamo assolutamente vincere senza alcuno sconto. Qualsiasi dubbio, qualsiasi piccolezza che noterete dovete dirmelo, a me o ai professori che saranno con noi. Non lasciate niente al caso. Ok? Attese una piccola risposta, si sarebbe accontentata anche solo di un mugugno.
    Se saremo uniti, non potranno mai batterci. A quel punto li lasciò andare, sorridendo loro con un poco di apprensione, ma fiduciosa. Non aveva idea di cosa sarebbe successo da quel giorno in avanti, ma sarebbe stata pronta a lottare con ciò che aveva a disposizione.
    Intanto Nefertiti dopo aver salutato Artù seguì Thresh, chiedendosi cosa avesse di così importante da dirle in privato. Notò che ancora una volta usò i suoi poteri per distorcere lo spazio attorno a loro e finire in quelle inquietantissime stanze piene di statue viventi. Le aveva già viste in passato, ma ogni volta le trasmettevano strano brividi lungo la spina dorsale. Eppure non mostrò paura, perché era con il suo adorato maestro. Così di tanto in tanto guardava quelle misteriose statue, notando il dolore perpetuo in cui erano intrappolati, somigliavano più a dei istanti immortalati, come delle "fotografie" rese però a statue che commemoravano un momento di estasi. Quando finalmente si fermarono, Thresh parlò di nuovo di Sae, facendole gonfiare una piccola venuzza di rabbia sulla tempia. Era gelosa non poteva farci niente. Si rendeva conto che fosse un sentimento egoista, dato che lei il suo fidanzatino ce lo aveva. Thresh però aveva un posto molto speciale nel suo cuore e faceva galoppare nel suo cuore sentimenti intensi, compresa la gelosia. Incrociò le braccia al petto, pronta a fare i capricci se avesse avanzato altre richieste per Sae. Invece la sorprese con una domanda che lei trovò strana. Inizialmente pensò che stesse scherzando, le scappò una mezza risatina nervosa,

    Hah! Stai scherzando? Esordì come se si aspettasse che il discorso continuasse in modo divertente, poi però aggrottò le sopracciglia notando che teneva la sua faccia molto seria. Sospirò esausta, non sopportava sentire Thresh così insicuro. Portò le mani sui fianchi, in una posa tale che sembrava volesse quasi rimproverarlo.
    Se fossi stato davvero tu, saresti stato un enorme idiota che ha lasciato indizi fin troppo evidenti. No, ovvio che non credo che tu abbia fatto una cosa così stupida. Non hai mai peccato di fretta, e soprattutto non faresti mai qualcosa che mi farebbe incazzare sul serio, vero? No, io credo che chi sia stato ha paura di te. Ha nascosto le sue tracce perché saprebbe benissimo che lo appenderesti a testa giù perché ha osato toccare uno dei tuoi ragazzi senza il tuo permesso. Nefertiti aveva avuto modo di vedere Thresh in azione, aveva visto come trattava le persone che catturava, la cura maniacale che ci metteva in ogni dettaglio per far soffrire nel modo giusto, come lo vedeva lui. Lei stessa era finita fra le sue grinfie, e sapeva che ciò che era successo a Morgana era molto diverso.
    Quello che hanno fatto a Morgana è barbarico, privo di stile, un branco di scimmie che si sono accanite su di lei. Se proprio dovevi dare una lezione a Morgana, se lo sarebbe ricordato, invece Morgana ricorda solo l'umiliazione e lo schifo. Non le hanno lasciato niente, solo una amica molto incazzata che vuole fargli ingoiare le palle dopo che gliele ho strappate con le mia mani. Nefertiti nutriva fiducia in lui, anche se non lo capiva del tutto, aveva compreso una cosa fondamentale: era lei la sua preferita, non poteva essere disperato per Sae.
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    Fu Artù a farsi avanti con una domanda. Chiamò Thresh con l'epiteto "maestro" ed era sicura che aveva un significato diverso rispetto a quello di un insegnante. La domanda le suonò molto strana, lei come Mike non sapeva a cosa si riferisse di preciso, era confusa esattamente come Marcus ma rimase in silenzio ad attendere la risposta del non morto che fece rabbrividire la donna. Non tanto per il contenuto della frase in sé, a qualcuno che non conosceva il contesto, poteva sembrare che fosse un modo come un altro per dire loro di mettercela tutta. Per Sae quelle parole suonarono in modo molto differente alle sue orecchie. Era come se fossero tutti dei Thresh in miniatura e probabilmente meno crudeli, ma comunque le lasciarono addosso una strana sensazione. Sul momento pensò che forse si era fatta influenzare dal fatto che percepiva da tutti loro la stessa energia del non morto farsi più forte. Sae capì che c'era un legame speciale fra Thresh e quei ragazzi, e per un attimo sentì che non poteva spezzarlo o competere con esso. Se lui si fosse messo in testa di sopraffarla con quei ragazzi era sicura che gli avrebbero dato retta. Da un lato se ne sentì gelosa, e dall'altro preoccupata: significava che se lei e il professore non fossero stati d'accorso su qualcosa, loro avrebbero seguito il volere di Thresh.
    Nefertiti invece notò che lo zombie stava guardando proprio lei quando le disse che non dovevano trattenersi. Capì che gli stava passando qualcosa per il cervello, non riusciva ad intuirlo fino in fondo, ma le dava la sensazione che volesse vederla dare fondo a tutta la sua crudeltà verso quei nemici. Ricambiò il suo sguardo incuriosita, e quando le riferì che doveva parlarle annuì senza aggiungere altro. Lo avrebbe seguito curiosa di sapere cosa aveva da dirle in privato. Sae si avvicinò a Mike, dato che era l'unico che non poteva parlare con la voce, gli posò una mano sulla spalla, cercando di sembrare il meno coinvolta possibile.

    Tutto bene? Sei sicuro di voler partecipare anche tu? Mi sei sembrato turbato.
14041 replies since 3/5/2009
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