Posts written by Hina-Poppezinga

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    Elise notò che sentiva l'istinto di accoppiarsi farsi più forte. I feromoni del Kaiju erano potenti, solo quando sarebbe stata a mente fresca avrebbe capito che era in balia dei suoi impulsi più bassi. In quel momento le sembrava di poter fare sesso per giorni di fila senza mai perdere l'eccitazione. I suoni gutturali del Kaiju non la spaventavano, avevano un suono molto diverso di quando invece attaccava, lo ricordava benissimo quando l'aveva salvata da quei farabutti che stavano per rovinare la sua vita. Era davvero strano per lei, ma istintivamente riusciva a riconoscere la differenza, ad un orecchio poco allenato non sarebbe stato chiaro, ma per lei quei versi erano gemiti di piacere che la rendevano felice, perché significava che stava facendo bene. Sentirlo reagire bene quando infilava la lingua dentro il suo membro la rendeva felice. Lo aveva sempre visto così fermo e inossidabile come una montagna, invece fra le sue mani lo vedeva fremere e sbavare. Una sensazione che alimentava tantissimo la sua eccitazione. Iniziava a desiderare sentirlo molto di più su di lei, al punto che avvicinava il suo corpo contro quelle erezione mastodontica sempre di più, fino a sentire quel calore irresistibile premersi contro il suo petto. Si schiacciava contro l'erezione, così che la base di esso finisse fra i suoi seni, era così fradicio di presperma che per lei fu un piacere iniziare a premergli addosso i seni quando faceva uscire una sferetta, accanendosi di nuovo con la bocca su di lui quando ne veniva liberato. Elise pian piano che andavano avanti si fece sempre più pressante, al punto che dolcemente lo invitò a sdraiarsi sulla schiena così che lei potesse dedicarsi a ciò che stava facendo comodamente. Si piazzò fra le sue zampe inferiori, e senza tanti complimenti, intrappolò l'erezione fra i seni iniziando una deliziosa spagnola che accompagnò con la bocca. Era così grosso e lungo che riusciva a farlo senza problemi. Lo succhiava sulla punta mentre con i seni lo massaggiava, deliziandosi anche della sensazione dei testicoli che si premevano sotto i suoi seni. In quella posizione si accorse solo in seguito che si era praticamente seduta sulla coda del kaiju e quando sentì la sua vulva premersi contro di essa, ansò pesantemente, poiché si accorse di essere parecchio affamata sessualmente. Era sensibilissima, la clitoride era gonfia, ed i loro umori impedivano qualsiasi tipo di attrito fastidioso. Elise iniziò a muoversi con tutto il corpo, stringendo le mani attorno ai suoi seni per sentire la sua verga scivolare fra le sue mammelle. Il suo bacino invece si muoveva sulla coda di Berith, masturbandosi su di lui come se fosse stata una adolescente che si masturbava contro il cuscino. Che le stava succedendo? Si stava dando piacere con ogni parte del corpo del Kaiju, lo stava praticamente masturbando con i suoi seni, e si deliziava dei versi che riusciva a strappargli. Le uova presto non furono più una cosa strana per lei, si abituò alle sue forme, lo leccava, lo succhiava, lo masturbava e mugugnava sempre più vogliosa. Tutto ciò che c'era di pragmatico sparì totalmente dalla mente di Elise, diventando puro istinto, pura lussuria. Forse si sarebbe vergognata tantissimo con se stessa per come si stava comportando, ma in quel momento tutto ciò che voleva era sentirlo con il suo corpo, bearsi del suo calore, del suo odore, del suo sapore. Voleva farlo suo in tutti i sensi.
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    Nariko ridacchiò divertita quando Syndra si fiondò su entrambi per abbracciarli stretti. Il sorriso le morì in gola quando Syndra affermò che le anziane del clan si tenevano stretti i figli rari di umbra. Non avrebbe mai permesso a loro di mettere le mani sul ragazzo. Sarebbe stato davvero complicato spiegare chi fosse e da dove arrivava. Non ci aveva proprio pensato quando era andata a salvarlo. Alla fine però si disse che sicuramente le avrebbero dato retta per una buona volta, visto che i loro obbiettivi erano cambiati nel tempo. Nariko al contrario di Syndra aveva più e più volte contemplato il fatto che il figlio che avrebbe dovuto mettere al mondo avrebbe avuto il sangue dei Poltergheist. Se aveva indugiato prima di prendere la decisione finale era proprio per quel motivo. Poi però aveva creduto che non avrebbe saputo amarlo nel modo giusto, proprio perché avrebbe avuto la faccia del padre, che nemmeno Syndra ed Iceringer avrebbero potuto accettarlo davvero. Invece adesso che lo aveva davanti, notava che aveva i suoi stessi occhi, che aveva molto di lei, e quel poco che vedeva di Gil era stato riscritto con un altro tipo di affetto che Nariko non credeva nemmeno di poter provare in vita sua. Solo dopo aver saputo chi fosse quel ragazzino aveva pensato ad una possibilità che non era riuscita a mettere in conto: ovvero che siccome Iceringer non poteva fare figli, allora avrebbero potuto "adottare" quel bambino che infondo alla fine dei conti era innocente. Il ragazzo infondo voleva molto bene ad Iceringer e lo si capiva dal fatto che aveva sempre tenuto un incantesimo che lo facesse somigliare a lui. Un fatto così tenero che le fece stringere il cuore. Si voltò a guardare Iceringer, e quando incontrava i suoi occhi dolci, capì che le sarebbe stato vicina, che non avrebbe più dovuto temere di perderlo ancora. A pensare a Vega, capì che avrebbe voluto bene a quel ragazzo come se fosse stato suo figlio davvero. In verità Nariko non voleva assolutamente far sapere ai Poltergheist ci fosse un altro erede. Non avrebbe permesso loro di educarlo a modo loro o di prendere qualsiasi tipo di decisione per lui. Voleva che Endymion fosse sempre libero di scegliere cosa voleva fare e dove voleva stare. Ebbe un attimo di realizzazione diversa da Syndra, ovvero che stava già iniziando come una madre, e le sembrò la cosa più difficile del mondo, anche più delle arti magiche proibite.
    Dopo le varie coccole, Endymion volle far presente al gruppo e soprattutto ad Iceringer che purtroppo le sue speranze sarebbero state vane, che la semplice medicina non avrebbe potuto risolvere il suo problema. Sembrava aver capito affondo il problema di Iceringer, ancora prima che avessero avuto modo di esaminarlo a dovere. Si sorprese poi nello scoprire che era stato Lotor a rivelarglielo. Endymion era stato in gamba a capire il meccanismo, ma Lotor come faceva a conoscerlo? Prima di lasciarsi andare ai sospetti però notò che Iceringer rimase imbambolato perso nei suoi pensieri. Probabilmente stava pensando a cosa avevano fatto poco prima, in cui aveva usato un braccio "magico" che andava effettivamente contro ciò che era appena stato dichiarato.

    Sono sicura che ci siano incantesimi adatti che possono aiutarti Ice, devo solo fare una piccola ricerca. In un certo senso volle rassicurarlo, se erano riusciti a suon di sesso a fargli spuntare un braccio colmo di potere, con della magia vera potevano raggiungere altri limiti. Lotor era stato pessimista, ma era evidente che sapeva qualcosa che loro ignoravano. Forse grazie a Rakhna. A quel punto Nariko si ricordò che lì all'appello mancava ancora qualcuno. Guardò Endymion negli occhi con fare tranquillo.
    Sai come sta Vega? Non l'ho visto, durante la battaglia gli avevano tirato un brutto scherzo, sei riuscito a parlarci? Lo osservò attentamente, per poter capire se dopo tutto quel casino fossero riusciti a fare pace, o se gli stava ancora tenendo il broncio. Chissà probabilmente era Vega stesso che voleva evitare tutti perché non si era sentito all'altezza della situazione o chissà magari pensava di aver sbagliato tutto.
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    Nefertiti non si aspettò di vedere Thresh ridere, gli aveva detto quella frase per provocarlo e lui invece si era divertito. Provò comunque a giustificarsi, facendo sorgere un ghigno malefico sul volto di Nefertiti. Quindi in un certo senso ci teneva alla sua figura virile. Lo lasciò parlare mentre le diceva cosa gli piaceva davvero, ovvero dare piacere e vedere le reazioni della sua amante.
    Ti preoccupa cosa penso? Credevo fossi a posto con la tua sessualità. Affermò dispettosamente, ma molto divertita. Certo sapeva benissimo che provocarlo poteva farla pentire, Thresh non ci andava mai piano con lei, ma allo stesso tempo il senso di pericolo la eccitava. Probabilmente non sarebbe stata capace di farlo con qualcun altro, perché di lui si fidava ciecamente. Ovviamente Nefertiti intuiva che Thresh avesse un modo tutto suo di vedere le cose, e che infondo per lui il concetto di piacere non era affatto semplice. Probabilmente non si masturbava mai perché lo trovava insoddisfacente, riusciva a immaginarselo che si masturbava solo in un contesto in cui sapeva di essere guardato. Cosa che le confermò anche lui con le sue parole. Aveva idee e supposizioni, ma la verità era che Nefertiti non lo conosceva ancora così bene e probabilmente era consapevole del fatto che quell'uomo era un mistero troppo profondo per poterlo svelare con poco. Lo stesso però valeva al contrario poiché Nefertiti stessa ancora non conosceva così bene se stessa, dato che era comunque giovane.
    Il sorriso smargiasso di Nefertiti iniziò a scemare sempre di più in un espressione imbarazzata, man mano che Thresh le spiegava cosa in realtà piaceva, anche a lei. E capì che era vero, che ciò che le piaceva quando Thresh la "torturava" durante il sesso, era capire dove arrivavano i suoi limiti, ecco perché non gli aveva mai detto di fermarsi. Non volle però mostrarsi vulnerabile, per via di quella testardaggine a voler competere con lui. Fingendo che non avesse indovinato del tutto la situazione.

    F-forse... Si rese conto subito che aveva avuto un minimo di incertezza nella sua voce e serrò le labbra, abbassando lo sguardo, ammirando il fisico del suo adorato professore che si muoveva sotto di lei. Non aveva mai smesso di provare piacere e di muoversi su di lui. Le piaceva chiacchierare e nel frattempo dedicarsi uno all'altro in modo molto fisico. Ansava, le sue carni diventavano sempre più fradice, producendo suoni osceni ad ogni movimento del loro bacino. Era come quando si masturbava con un cuscino, ma farlo contro il cazzo di Thresh era cento volte più piacevole. Il discorso di Thresh prese una piega del tutto diversa quando iniziò a dirle che aveva capito che a lei piaceva trasformare i ragazzi nelle sue troiette. Venne presa alla sprovvista perché in realtà Nefertiti non aveva avuto altri uomini all'infuori di Thresh e Artù, quindi inizialmente lo guardò negli occhi, sostenendo quella provocazione, poi però il suo volto esplose di imbarazzo, arrossendo fin dietro le orecchie. Non riuscì a fare a meno di immaginarsi Artù nudo che si muoveva su di lei, che le chiedeva di più. Bellissimo come sapeva essere lui, in modo molto diverso da Thresh, ma che comunque eccitava tantissimo la ragazza. Uno spasmo delle sue carni le fece pulsare la clitoride più forte contro il ventre del professore. Erano a strettissimo contatto, e quella verga enorme le faceva praticamente da perverso sellino. Arrossì tantissimo perché era vero che le piaceva tantissimo vedere Artù che godeva, che le chiedeva di più.
    Che idiozie dici? Non ho nessun interesse a peggare il mio ragazzo con un dildo! Disse in un impulso che non riuscì a frenare. Si imbarazzò ancora di più e non seppe che altro aggiungere ed ancora una volta impulsivamente lo rimproverò:
    Smettila di parlare di Artù quando siamo soli! Anche se Nefertiti provava sentimenti complicatissimi per Thresh, si sentiva comunque in colpa per Artù, lui probabilmente avrebbe capito, ma alla fine dei conti stava passando la notte con Thresh e non con lui.
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    Nella sua ingenuità, Nefertiti non credeva di aver fatto una richiesta così importante. L'aveva valutata principalmente sul valore affettivo, lei non aveva mai avuto modo di andare di notte nella stanza da letto dei genitori e chiedere loro se potesse dormire insieme a loro perché aveva avuto un incubo. Neanche sapeva che fosse una abitudine comune, vederli nei film era quasi scontato, ma quando lo sentì raccontare quasi per caso anche da Artù, le era venuta la curiosità. Aveva già provato a dormire con Artù, ma ciò che provava standogli vicina era quella di sentirsi una sorta di Chioccia, che voleva proteggerlo e tenerselo al petto al sicuro. Con Thresh invece cosa avrebbe provato? Ne era mortalmente curiosa. Ridacchiò divertita quando lui si oppose dicendole che era una richiesta irragionevole, dato che a lui piaceva molto il dramma. Sentì le punte del collare di Thresh pungolarle la gola quando lo baciava, e sebbene un normale pensiero doveva essere che servivano a tenerla lontana, lei pensò invece che erano quasi una sfida al suo amore, alla sua voglia di sentire la sua bocca contro la sua, e non si sarebbe spaventata nel sentirsi pungere. Intanto la verga del professore aumentò la velocità con cui si sfregava contro di lei, riaccendendola di un piacere crescente. Quasi non le sarebbe dispiaciuto masturbarsi in quel modo ancora un poco. Strillò con la bocca piena alle pacche sul sedere, la pelle le bruciava, e anche se sapeva che non lo faceva con estrema violenza, aveva comunque la mano pesante. Quando le loro labbra si separarono, Nefertiti era già languida, ed i suoi occhi mostravano il piacere che provava per quello sfregamento osceno fra le loro carni. Ciò che le disse la colse di sorpresa, facendole aggrottare la fronte perplessa: no, non le piaceva farsi trattare male.
    No, in realtà mi fai incazzare. Non sono una di quelle pervertite che pensi tu. Protestò, quasi avesse avuto fretta di fargli capire che non era la sua sgualdrinella, ma in effetti si ritrovò a pensarci: l'aveva eccitata sentirsi soffocare? Non riusciva a capirlo del tutto, l'orgasmo era stato intenso, ma non era sicura che gli avrebbe chiesto di farlo di nuovo. C'era troppo in ballo che ancora non capiva bene.
    Però mi è piaciuto vederti scioglierti quando ti ho stuzzicato in punti poco virili. Ghignò divertita, ma fu sincera. Era stato una scoperta per lei, e pensare che magari le altre non glielo facevano mai la eccitava, perché le faceva credere che fosse una cosa speciale, che si era presa. Ovvio sapeva che sicuramente aveva già provato quel tipo di cose, altrimenti avrebbe avuto una reazione molto diversa. Però era stato molto appagante vederlo sforzarsi con tutto se stesso per non mostrarle quanto stava godendo in realtà. Probabilmente erano molto più simili di quanto non si fosse mai aspettata.
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    Elise notò che c'era qualcosa di diverso dal solito, non era sicura di aver mai notato quella sporgenza di carne che ricordavano dei testicoli. Elise fu comunque premurosa e continuò con il suo operato, per liberarlo di quelle uova che aveva prodotto. Stava dando per scontato che il kaiju avesse bisogno di liberarsene, come gli animali che deponevano le uova, non poteva lasciarli dentro di lui, la logica stessa le faceva pensare che non fosse una cosa buona. Si rincuorò nel sentirgli dire che non provava dolore e che anzi ne voleva di più. Forse era uno stimolo fisiologico normale, ed Elise fu più che decisa ad aiutarlo, facendo scorrere le mani lungo l'erezione, sforzandosi inutilmente di non pensare a quanto fosse grosso quel affare. Lei lo aveva accolto dentro il suo corpo come se fosse una cosa normale, e le sembrava quasi impossibile che si potesse dilatare così tanto e provare comunque piacere. Ciò che la colse totalmente alla sprovvista, fu la richiesta di Berith di usare la sua bocca. Inizialmente lo guardò confusa, a livello meccanico era ovvio che fosse meno efficiente per liberarlo, ma si sentì subito sciocca poiché era evidente che stava chiedendo qualcosa di erotico. Elise arrossì ai suoi complimenti, erano diversissimi da quelli che avrebbe fatto un uomo a letto, al punto che non trovò parole per rispondergli e ringraziarlo. Sentì che l'idea lo stava eccitando, non solo per via del suo respiro affannato, ma anche dalle piccole pulsazioni che sentì fra le mani. Sorrise divertita pensando che era la prima volta che le chiedeva qualcosa di simile.
    Sai, non ti avrei creduto incline a certe cose erotiche. Affermò con tono un poco civettuolo, ma decise di accontentarlo. Si abbassò con la schiena, così da avvicinarsi a lui comodamente. Gli diede prima un bacio quasi casto sulla metà della lunghezza, e continuò a farlo risalendo verso la punta, rendendo quei "baci" sempre meno casti facendogli sentire il calore della sua lingua. A quella distanza poteva sentire molto meglio il suo odore dalle note dolciastre, uniche. Quando arrivò alla punta, non ebbe alcun timore di assaporare i fluidi del kaiju, non rendendosi conto che se non aveva alcuna remora era perché l'odore l'aveva accesa di nuovo di certi appetiti sessuali inconfondibili. Il sapore la sorprese, era molto diverso da quello umano, ma non in senso negativo, anzi, la sorprese la sua dolcezza, aveva qualcosa di afrodisiaco che la rese più avida. Era come assaggiare un frutto esotico, allargò la bocca per poter accogliere la punta, sentendo di doverla allargare tantissimo. Il suo volto si colorò di un tenue rosa, ma non per via dell'imbarazzo di essere osservata da lui, ma perché sentiva di nuovo la voglia di averlo dentro di lei, di sentirlo venire dentro di lei. La lingua saettava contro la carne del kaiju, mentre le mani continuavano a masturbarlo, questa volta però seguiva l'istinto e non muoveva le mani per liberarlo ma per dargli piacere. In ogni caso il frizionamento avrebbe prima o poi portato un nuovo uovo e solo quando capiva di non poterlo avere in bocca poiché si ingrossava, allora faceva una pausa per far uscire l'ostacolo. Poco dopo tornava subito con la bocca sulla punta, ed avendo il forellino ancora un pochino dilatato, la lingua le finiva dentro di lui. Elise non aveva idea di cosa stava facendo esattamente, si stava facendo guidare dal suo istinto. Si sentiva sempre più bollente fra le cosce, e le sembrava assurdo che nonostante sentisse il bacino indolenzito, aveva di nuovo una gran voglia.
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    Mentre Nariko lo abbracciava, ripensò ai momenti in cui si erano incontrati. Quella volta che li aveva aiutati contro Yubel, ficcandosi nei guai con loro, non aveva avuto idea di chi fosse realmente, e la somiglianza con Iceringer le aveva dato da pensare che fosse una strana coincidenza. Pensò anche a quando aveva sorpreso lei e Vega che si davano alla pazza gioia, e l'imbarazzo cresceva sempre di più a quel ricordo. Capì che Endymion aveva sempre vegliato su di loro, tenendosi in disparte, probabilmente promettendolo a Vega. Dopotutto sapeva che come regola si erano detti di non interferire troppo con le vicende. Chissà quante volte si era trattenuto, quante volte l'aveva guardata da lontano sognando di abbracciarla ancora, di farsi rimproverare da lei perché si era alzato tardi, riprendere un poco quelle quotidianità che gli mancavano terribilmente. Notò che Endymion esitò un momento prima di abbracciarla, guardando verso Iceringer, quasi avesse voluto avere il suo consenso prima di intromettersi nelle loro vite. Il sorriso che lui gli rivolse, fece capire a Nariko che aveva fatto un errore madornale a non tenersi il bambino. Iceringer sarebbe stato un padre perfetto, anche se Nariko non glielo avrebbe mai chiesto. Le sarebbe stata accanto, probabilmente anche se gli diceva di non farlo, forse avrebbe fortificato il loro legame. Insomma anche se era frutto del seme di Gil, quel ragazzo non aveva nessuna colpa. Infine finalmente Endymion si lasciò andare e la strinse. Percepì le forti emozioni del ragazzo, che un pochino la contagiarono, facendole diventare gli occhi ancora più lucidi. Forse non provava ancora il sentimento della Nariko della sua dimensione, ma era sicura che conoscendolo meglio lo avrebbe amato sempre di più. Infondo sentiva già un forte legame con lui che non poteva ignorare. Avrebbe voluto dirgli così tante cose, dirgli che non lo avrebbe mai fatto sentire rifiutato, poiché conosceva benissimo quel sentimento oscuro, e non avrebbe mai permesso di farlo soffrire allo stesso modo. In quel momento Nariko stava ignorando totalmente chi c'era lì con lei nella stanza, guardava Endymion gli accarezzava i capelli, e si chiedeva se quella pelle scura fosse così di base e il suo aspetto angelico che somigliava ad Iceringer era stato un incantesimo o se aveva quell'aspetto per via di ciò che gli era successo in quel posto assurdo? Lo strinse a sé, chiedendo perdono anche a se stessa. Lo lasciò andare solo quando Endymion parlò ad Iceringer, sorridendo fiera di quanto fosse educato. Poi però sospirò spazientita alle parole di Iceringer che sminuiva la faccenda dicendo che era andato tutto estremamente bene.
    Poteva andare meglio se tornavi anche sano. Fece severa, non poteva farci nulla, era nella sua natura, non stava realmente chiedendo di più al ragazzo, semplicemente non voleva sminuire una cosa del genere. Sorrise però dolcemente a lui per ringraziarlo, poiché aveva capito che lo aveva fatto per dimostrarle che le voleva bene, dopotutto i rimproveri glieli aveva già fatti. A quel punto guardò verso Syndra, sapeva che non vedeva l'ora di riconciliarsi anche lei con Endymion, di conoscerlo meglio, di guardarlo da vicino e rendersi conto che avevano recuperato una parte della famiglia. Le fece cenno di avvicinarsi. Così che potesse finalmente strapazzarlo di coccole come suggerivano i suoi occhioni pieni di lacrime di commozione.
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    Nefertiti non aveva idea del processo mentale che aveva appena avuto Thresh dopo la sua richiesta, ma dal fatto che aveva esitato un momento sorpreso, le fece capire che stava pensando a qualcosa. La ragazza nella sua ingenuità pensò che forse era una scemenza, che probabilmente non aveva capito che in realtà Thresh voleva una risposta erotica, così da continuare a fare sesso. Stava per dirgli di lasciar perdere, che era un desiderio infantile, ma venne frenata da una pulsazione del membro contro le sue natiche. Notò che poi sorrise, nel suo solito modo inquietante, ma sembrava soddisfatto, come se la sua richiesta infantile avesse acceso qualcosa in quel cervello contorto e folle. Pensava che fosse una cosa molto molto semplice da chiedere, al punto che aveva avuto paura di vederlo ridere di lei, invece a quanto pare la vide in modo del tutto diverso e che Nefertiti non realizzò subito. Chiedergli la notte era davvero così tanto? Battè le palpebre perplessa, ed ogni sua rimostranza venne messa a tacere dalla lingua del non morto che le passò sulle labbra, accendendo la voglia di baci. Alla fine però accettò e le disse che lo avrebbero fatto a modo suo. Inizialmente lo guardò un pizzico preoccupata, mica voleva dormire su un letto di spine vero? Non finì manco di pensarlo che ai loro piedi si formò un cerchio di energia che poco dopo li avvolse nell'oscurità e li trascinò verso una nuova stanza. Si ritrovò in ginocchio su un letto gigantesco e sotto di lei giaceva Thresh, si guardò attorno non riconoscendo il posto, ma l'istinto le suggeriva che quella stanza da letto aveva a che fare con Thresh, non riusciva a percepire nient'altro oltre a lui. Anche l'arredamento le ricordava molto i gusti fuori dal comune del non morto. Alcune di quelle cose che erano presenti le ricordavano in un certo senso le macchine della tortura che aveva usato durante le sue battaglie.
    Dove siamo? Chiese incuriosita, poiché non riusciva a capire se fossero nel labirinto o se invece erano ancora da qualche parte nella scuola. Non ricevette subito una risposta, piuttosto Thresh attirò di nuovo la sua attenzione guidando le mani attorno al suo collo, lo guardò smarrita, poiché non capiva costa stesse facendo, fin quando non le spinse le dita con forza contro il suo stesso collo, invitandola a strozzarlo. Lo assecondò, notando che qualcosa stava reagendo che i loro poteri si intrecciarono e diedero forma a quello che sembrava un collare. Il problema era che le borchie non erano solo rivolte da un lato, ma si infilavano nel collo muscoloso del professore facendolo sanguinare. La ragazza rimase confusa da quella visione, chiedendosi cosa diamine stesse facendo, perché mai si era fatto mettere un collare usando i poteri di Nefertiti? Se non avesse sentito di nuovo la verga di Thresh picchiettarle sulla schiena ancora più duro di prima, si sarebbe preoccupata. Non riuscì a dire nulla perché riuscì a capire istintivamente che la catena che stringeva il collare era collegata a lei, alla sua volontà, eppure non aveva fatto nessun gesto per crearla. Possibile che fosse quel posto ad averla spinta a farlo inconsciamente? Thresh le spiegò con poche parole che quella catena e quel guinzaglio erano ciò che aveva chiesto, che le avrebbe permesso di sincerarsi che lui sarebbe rimasto con lei anche mentre dormiva. L'invasione del dito nella sua bocca venne accolto di nuovo con un morso dispettoso, mentre lui le palesava le sue intenzioni. Nefertiti aggrottò la fronte leggermente nervosa, e tirò fuori dalla sua bocca il dito di Thresh per poter parlare.
    Vedi di non esagerare, potrei anche ucciderti se non sto attenta! Lo guardò negli occhi seria mentre lo diceva, voleva passare una bellissima nottata, non aveva intenzione di vivere un trauma. Anche se Thresh era uno zombie, i suoi poteri le avevano mostrato che avrebbe potuto danneggiarlo molto seriamente, arrivando perfino ad ucciderlo davvero. Anche se faceva la gradassa non era ancora così brava ad usare i suoi poteri, e lei stessa non conosceva i suoi limiti. Si sollevò con i fianchi, così da far scivolare il membro di Thresh contro il suo stesso ventre, così da sedersi sopra di esso, e usarlo come un perverso sellino. Era davvero parecchio eccitato, era così duro da sembrare marmo, e le escrescenze erano rimaste. Iniziò a sfregarsi contro di essa, sussultando ogni volta che la clitoride si "incastrava" su uno di quei piccoli bozzi facendola rabbrividire di piacere.
    Sono solo poche ore, non fare il melodrammatico. Affermò ghignando divertita, prima di abbassarsi anche con tutto il busto, poggiandogli i seni contro il petto e cercare un nuovo ed intenso bacio, senza mai smettere di sfregarsi contro l'erezione, divertendosi a sentire quei rumori umidicci che producevano per via di tutti i loro fluidi corporei di cui erano intrisi.
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    Nefertiti continuò a tremare di piacere fino all'ultimo fiotto di seme che le dava brividi caldi e piacevoli in tutto il corpo. Ansimava per via del suo fisico sotto sforzo, ma grazie alle sue abilità rigenerative, poteva andare avanti all'infinito dandole le giuste pause da una sessione all'altra. Non si aspettò di sentirsi complimentare per qualcosa che esulava dalla sfera sessuale, quasi Thresh fosse tornato nel suo ruolo di insegnante per un momento. Gli rispose con un verso provato che sembrava esprimere un dubbio, come se stesse dicendo che non ci aveva fatto molto caso prima. In quel momento non le importava stare a discutere dei suoi progressi, le interessava unicamente godersi le carezze possessive del professore, sentirlo ancora colmo di desiderio dentro di lei. Lo sentì scivolare gradualmente fuori dalle sue carni, e per lei fu come continuare in modo dolcissimo. Era come se i brividi di piacere la cullassero invece di assalirla prepotentemente, era un piacere diverso ma incredibilmente appagante. Pensò ingenuamente che avrebbero fatto una pausa, ma le dita del non morto furono di nuovo contro le sue carni femminili, strappandole un sussulto accompagnato da un piccolo gemito espirato. Era sensibilissima per via del orgasmo appena avuto. Quasi le dispiaceva sentire la carne del suo amante abbandonarla, pensò che la stava per lasciare andare via, così da augurarle una buona notte, invece la strinse in un abbraccio caldissimo, facendole sentore la verga ancora marmorea, ed enorme poggiata contro le natiche e la schiena. Riuscì a percepire che era più grosso del solito, che aveva anche una forma diversa da quella normale che sfoggiava quando era "calmo". Da un lato le venne l'istinto di rimproverarlo del fatto che era un pervertito inguaribile, ma allo stesso tempo ricordò quanto fosse stato piacevole sentirlo dentro di lei in quel modo, quanto fosse stato piacevole sentirlo scivolare fuori lentamente con quelle escrescenze che segnavano le pieghe delle sue carni. Così decise di non rimproverarlo e di accettare che il suo adorato professore aveva una fame insaziabile da quel punto di vista, e probabilmente nessuna donna al mondo era in grado di soddisfarlo davvero al cento per cento. Ebbe l'impressione che volesse tentarla ancora, con le sue carezze sulle parti intime, con la pressione dei suoi testicoli contro le labbra vaginali. Sembrava quasi una richiesta, una supplica ad assecondare ancora il desiderio che bruciava dentro di loro. Difatti poi Thresh svelò le carte di quella piccola strategia, dicendole che avrebbe esaudito un suo desiderio. Chissà magari con quei gesti dolci e perversi sperava che gli chiedesse qualcosa di molto perverso? Così che poi l'avrebbe potuta stupire con le sue abilità di corruttore sessuale seriale di donne? Esitò un momento poiché non le veniva in mente una richiesta perversa da fargli. Infondo Nefertiti era in una fase della vita sessuale in cui si stava divertendo, in cui si godeva i momenti, non era ancora sazia di esperienze da voler chiedere qualcosa di diverso perché non aveva ancora la sua routine. Anche Artù era molto creativo a letto grazie alle sue facoltà, quindi per lei ogni volta era come aprire un pacco regalo con una sorpresa molto gradita, sia con lui che con Thresh. Quindi cosa voleva davvero? Prese un gran respiro, e decise di essere molto sincera. Si voltò con la testa verso di lui per poterlo guardare negli occhi.
    Dormi con me stanotte. Non era una richiesta perversa, era una richiesta molto personale, intima che aveva a che fare con la sfera emotiva, affettiva. Era una richiesta che Nefertiti non poteva nemmeno capire poiché non aveva avuto una infanzia serena, ma era lo stesso desiderio che coglieva un bambino che voleva dormire nel lettone dei genitori, per sentirli vicini, per sentirsi al sicuro, a casa. Certo in quel momento non pensò al fatto che Thresh fisicamente non poteva farlo, o forse lo sapeva benissimo in quel momento e ciò che chiedeva a lui era di concederle qualcosa che effettivamente non faceva mai. Dopotutto anche quelle volte che avevano fatto sesso fino a farla svenire, lui l'aveva poggiata sul letto e se ne era andato via. Probabilmente lui poteva considerarlo del tempo perso, o chissà un uomo che poteva vivere in eterno forse aveva una concezione del tempo molto diversa. Ciò che Nefertiti gli stava chiedendo forse era molto più impegnativo del doversi impegnare creativamente su qualcosa di perverso. Nefertiti voleva sentirlo come parte del suo nucleo famigliare, o personale.
    Vorrei sentirti vicino mentre dormo, e trovarti lì quando apro gli occhi al mattino. Distolse poco dopo lo sguardo per farlo vagare in un punto vuoto del posto, pensando che forse aveva fatto la richiesta più stupida del mondo. Dopotutto le aveva detto che avrebbe usato i suoi poteri per realizzarlo, ma in effetti ciò che voleva non aveva bisogno di fantastici poteri cosmici, ma solo volontà.
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    La situazione che stava vivendo Nariko era surreale, era ancora molto emozionata, ed essendo abituata a nascondere i suoi sentimenti, finì con il rimanere lì ferma a fissare la scena. Per una volta non riuscì a trovare le parole, e non la aiutò nemmeno la presenza di Lotor, a cui avrebbe potuto dire qualcosa di sprezzante. Adesso che sapeva chi era quel ragazzino, le sembrava quasi irreale. Fortuna che Syndra la conosceva molto bene ed intervenne per poter spingere loro a fare i primi passi a uscire da quel vortice di pensieri ed emozioni difficili da districare. Nariko non aveva nemmeno notato lo scambio di sguardi fra Lotor ed Iceringer, i suoi occhi erano calamitati sul ragazzino. Notò la sua mortificazione, le sembrò di captare ogni piccola emozione sul quel visetto angelico. Si fece avanti con coraggio e quando i loro occhi si incrociarono ancora, a Nariko mancò un battito. Anche se le forme ricordavano quelle di Gil, la luce nei suoi occhi invece le ricordava tantissimo Iceringer. Quando sentì le dita di quest'ultimo avvicinarsi a lei, gliele strinse, sembrava seria, ma il ragazzo avrebbe sentito come le tremava la mano. Non aveva idea di come comportarsi, non aveva mai avuto dei genitori che si erano presi cura di lei. Tuttavia Nariko sentì qualcosa nascere nel suo cuore, no anzi, farsi più forte, perché quel sentimento era sbocciato quando le aveva rivelato il suo nome. Ne era meravigliata, non lo conosceva affatto eppure sentiva un affetto smisurato farle battere il cuore. Endymion si mostrò più deciso e coraggioso di lei, salutandola con il tipico saluto del clan. Le parole che pronunciò, il suo modo di chiedere con infinito garbo e rispetto, il fatto che stesse pensando più a ciò che voleva lei e non ciò che voleva lui, le ricordò tantissimo Iceringer. Quel ragazzino sembrava davvero il figlio di Vega, di Iceringer. In quella dimensione alternativa lo avevano cresciuto loro e avevano reso quel ragazzino qualcosa di unico e speciale. Non aveva proprio niente di Gil, era una copia sputata di Iceringer nei suoi modi di fare, con la caparbietà che contraddistingueva lei. Gli occhi di Nariko si inumidirono, pensò al suo enorme errore di decidere di abortire, di credere di fare il bene per tutti. Ecco ciò si era persa, cosa non avrebbe visto. Si era persa ogni fase della sua crescita, ogni sforzo che Iceringer avrebbe fatto per insegnare ad Endymion di essere un grande uomo. Adesso però era lì davanti a lei, vedeva tutte le somiglianze che aveva con lei, la forma delle sue orecchie, delle sue labbra. Sentì un groppo in gola, ma chiuse gli occhi per impedirsi di scoppiare in emozioni imbarazzanti. Il fato le aveva dato un'altra possibilità, le aveva portato qualcosa che altrimenti non avrebbe mai potuto avere. Era stata la grande madre di umbra a farle quel dono? Era stata davvero una stupida, ma poteva rimediare al suo errore. Infine riaprì gli occhi e gli sorrise, allungando una mano per poggiarla sulla guancia del ragazzo.
    Non dire fesserie, il tuo unico posto è accanto a me. Solo a quel punto la sua mano scivolò sulla spalla del ragazzo e lo tirò verso di lei per un mezzo abbraccio, perché non aveva avuto la forza di mollare la mano di Iceringer. Gli diede un bacio sul capo, poi lo lasciò andare.
    Promettimi che non scapperai più. Lo ammonì puntandogli un dito contro. Poco dopo guardò negli occhi Iceringer e gli sorrise con infinita gratitudine, con complicità, sapendo che lui avrebbe sostenuto quel legame.
  10. .
    Elise era arrivata ad un climax intenso che fu destinato a prolungarsi ancora. Lo sentì chiaramente gonfiarsi ancora di più dentro di lei, e per un momento le sembrò anche che divenne più pesante, rendendole leggermente più difficile respirare, costringendola a concentrarsi sulle sensazioni fisiche del suo corpo. Riusciva a sentire il battito del cuore di Berith, era così forte così potente, e rinnovò ancora l'idea che stesse facendo l'amore con una mezza divinità. Percepì ogni fiotto che la riempì, ogni pulsazione che dilatava le sue viscere intensificando il piacere che la ubriacò totalmente. Le sembrava che stesse per impazzire dal piacere perché le stimolazioni continuarono, piccole sfere si insinuarono dentro di lei, ricordandole un perverso giocattolo erotico. Elise tremava non aveva mai provato niente di simile. Sentiva il calore del Kaiju dentro di lei in profondità, le sembrava di sentire una sorta di rinvigorimento, qualcosa di molto particolare che la stupì. Sentiva il culo messo a dura prova, il suo corpo provato, eppure la stanchezza era sparita, come se avesse fatto una iniezione di adrenalina o qualcosa di simile. Rimase però lì sdraiata ansante, crogiolandosi in quel caldissimo abbraccio. Quando finalmente la liberò, il suo ano ci mise un poco prima di richiudersi totalmente, mostrando l'oscenità del seme che sgorgava in fuori, e qualche uovo che scivolò sul letto. Senza alcuna fretta Elise si girò e quando vide le uova sul materasso strabuzzò gli occhi, capendo che la sensazione che aveva provato prima non era stato solo una impressione e che dentro di lei c'erano quelle piccole sfere. Cercò di dissimulare, non voleva mettere a disagio Berith per una considerazione sciocca. Infondo era una creatura molto diversa da lei, e sicuramente quelle uova erano "naturali" per lui, ma molto meno per lei. Aveva sentito dicerie su quel tipo di "perversione", aveva visto su internet giocattoli che emulassero la posa di uova. Inizialmente pensò che fosse solo una sorta di scherzo una di quelle cose false che si metteva in giro per burlarsi delle reazioni delle persone. Invece a quanto pare era vero, poiché lei lo trovò effettivamente molto piacevole. Li sentiva ancora dentro di lei anche dopo che lui l'aveva liberata. Le sembrava di avere il suo membro ancora dentro di lei. Una piccola preoccupazione la assalì: mica si sarebbero schiusi dentro di lei dopo qualche tempo? No, probabilmente serviva una femmina di Kaiju per fertilizzarlo. In ogni caso era sicura che il suo corpo li avrebbe espulsi dopo un poco di tempo, visto il canale in cui erano stati posati. Elise notò poi che la verga del Kaiju era ancora eccitata, gonfia, coperta di umori e dalle forme leggermente diverse che le fecero capire che aveva ancora qualcosa incastrato dentro di lui. Capì di cosa si trattasse, pensò che forse non era un bene lasciarli lì dentro. Si avvicinò a lui gattonando sul letto, sentendo il bacino indolenzito, e con estremo imbarazzo, le scappò via ancora un altro uovo.
    Non ti fa male? Chiese premurosa portando le mani sulla base della verga, così da massaggiarlo verso l'alto e aiutare le uova incastrate ad uscire. Lo spettacolo fu a dir poco curioso ed osceno allo stesso tempo. Vedere il prepuzio che si allargava così tanto per poi vedere scivolare fuori quella piccola sferetta intrisa di seme di kaiju, la imbarazzava e la incuriosiva. Mise però da parte quelle emozioni per poter aiutare il kaiju. Cercò di essere delicata, non sapeva se gli doleva o se provava piacere.
    Sono felice di scoprire che ti è piaciuto così tanto... Affermò arrossendo vistosamente, evitando di guardarlo negli occhi per non mostrarsi così vulnerabile.
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    Nefertiti non aveva ancora maturato l'idea di poter prendere il sopravvento su di lui con i suoi poteri. Aveva ancora l'impressione che ciò che era riuscita a sviluppare era proprio grazie al suo maestro. Come la maledizione di una vittima che è stata vampirizzata e non riesce a ribellarsi al suo padrone. Sebbene fra di loro non c'erano quel tipo di crudeltà. Infondo Nefertiti era abituata a subire, a provare dolore per colpa della sua particolarità di guarire molto in fretta. Non aveva ancora scoperto il suo lato più legato alla natura di strega, invece abituati a dominare. Nefertiti tuttavia aveva deciso di non arrendersi più, di non subire più dalla vita e da chi era circondata, ecco perché continuava a deflorare il culo del suo maestro con i suoi cristalli, così da fargli capire che non si sarebbe mai piegata a lui come una amante che voleva far fare tutto a lui. Nefertiti raggiunse un orgasmo sentito, che venne amplificato dalla sensazione di sentire lui piegarsi sul suo corpo e poi il seme che la riempì così rapidamente da somigliare più ad un idrante. I versi di Nefertiti furono osceni, sbavava contro la catena, con la lingua che usciva da uno di quei fori per l'assoluta libidine di quel momento. Non riusciva proprio a capire la natura di quel potere così blasfemo, come riusciva a trovare piacevole quell'amplesso esagerato? Era irresistibile per lei, e probabilmente era l'unico motivo per cui non ne rimaneva traumatizzata ogni volta e non si rinnovavano ferite del suo animo. Era qualcosa di molto diverso, anche molto diverso da quello che faceva con Artù. Essendo ancora nei fumi dell'orgasmo, quando lui la tirò con la catena, non avrebbe sentito alcuna resistenza, era come burro nelle sue mani. Il cristallo uscì dal retto del suo maestro per via della nuova posizione. Lo sentì chiedere ancora, e finalmente quella dannata catena si spezzò, facendole prendere un profondissimo respiro. L'aria che le passò attraverso i polmoni le sembrò quasi gelida, ma fu un piacere immenso tornare a respirare liberamente. Iniziava a capire la filosofia che conduceva Thresh. L'ossigeno era lì da sempre, ma viene sempre ignorato e dato per scontato, e dopo quella sofferenza di non averlo più in corpo, allora si riusciva ad apprezzarne il valore, ad amare quello che si dava sempre per scontato. Le spine si ritirarono sulla sua pelle mentre veniva presa da lui sui seni, e mugugnò eccitata quando le loro labbra si incrociarono ancora. Amava quando la afferrava in quel modo possessivo, le sue mani si posarono su quelle di Thresh per invitarlo a gustarsi le mammelle con tutta la mano per intero. La sua lingua danzava contro quella di Thresh, in movimenti confusi ma colmi di piacere, e poco dopo strillò ancora quando sentì altro seme che le si riversava ancora dentro di lei, spruzzando in fuori quello che era in eccesso, massaggiando con il passaggio di quella sostanza le loro carni ancora unite. Quando il momento più intenso si affievolì e i loro baci rallentarono fino a diventare un piccolo bacetto sulle labbra, Nefertiti guardò negli occhi il suo maestro. Non diceva nulla, si limitò a fissarlo languida, felice.
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    Nefertiti era andata a stuzzicare il professore per vedere la sua espressione che si incrinava, e le piacque moltissimo notare che gli stava piacendo. Non aveva calcolato però il fuoco di ritorno, ovvero le pulsazioni dentro di lei che si fecero via via più evidenti ed aumentavano il suo piacere. Quando riuscì ad insinuarsi dentro di lui con quei cristalli, il ritmò rallentò, permettendo a Nefertiti di essere un pizzico più lucida, così da apprezzare particolarmente il verso di piacere che riuscì a strappare al suo amante. Avrebbe voluto dirgli che era un pervertito, o magari dirgli che era una sgualdrinella giusto per divertirsi un pochino, ma quella dannata cinta glielo impediva. Gli piaceva davvero molto a quanto pare farsi massaggiare i testicoli ed il culo, perché quella fumata che uscì dalle sue guance lasciavano intendere che si stava caricando. Lo sentì dentro di lei farsi durissimo, che pulsava e sembrava sul punto di venire. Una sensazione meravigliosa che la portò a goderne tantissimo, anche se il ritmo era rallentato. Per un solo attimo Nefertiti temette di averla fatta grossa quando lo vide vacillare per un momento, e poi provocarla ancora. Che stava dicendo? Non bastava? Eppure lo sentiva che pulsava furiosamente dentro di lei, sembrava proprio che stesse per venire. I suoi timori divennero realtà poiché non ebbe pietà di lei, e tornò a martellarla più forte e veloce di prima, facendole sentire qualcosa di diverso dentro di lei. Non riusciva a vederlo ma riuscì benissimo a percepire che stimolava parti intime dentro di lei in modo diverso e fottutamente piacevole. Fu Nefertiti ad esitare per un momento, sbavando e gemendo ancora. Thresh non le diede nemmeno il tempo di riprendere fiato, incalzandola con quella cinta che si strinse più forte al suo collo, diventando di metallo, che iniziò a dolerle non solo sulla pelle, ma anche sui denti. Mugugnò una parolaccia, e capì che voleva rimetterla al suo posto, che voleva spingerla ai suoi limiti. Nefertiti faceva la gradassa, ma non era di certo esperta come le streghe anziane oppure le amanti più spericolate del professore. L'adrenalina iniziò a pompare in corpo, i suoi sensi si confondevano, la sua fica grondava di umori, la faceva godere immensamente, ma i suoi capezzoli tirati senza pietà e quella catena che stringevano crudelmente, tiravano fuori paure primordiali che Nefertiti non aveva ancora sconfitto. Quelle punte che vibravano poco prima sulla sua pelle si allungarono, pungendo il corpo del professore premuto contro il suo, i cristalli sui suoi occhi si allargarono, dando l'impressione di un trucco più scuro e pesante, tipico da rockstar. Anche le sue labbra si ricoprirono di un velo nero e lucido come se avesse voluto proteggersi la bocca dalle catene. Imprecò ancora mentalmente, ma decise di non farsi abbattere, ingrossò i cristalli che si fecero spazio nel stretto anfratto del professore, le sue dita continuarono a stringere e massaggiarlo sui testicoli, ma i cristalli iniziarono a vibrare dentro di lui, a premere contro la prostrata. La cosa assurda era che le sembrava di sentire quei cristalli come parte del proprio corpo. Sentiva le viscere di Thresh che si stringevano ai suoi cristalli, la corolla di carne che si chiudeva attorno ad essi. Non era come se lo stesse scopando con un organo maschile, ma lo percepiva chiaramente. La clitoride di Nefertiti pulsò e si fece durissima. La punta che si abbatteva dentro di lei iniziò a delineare il ritmo del suo piacere, e totalmente presa da esso, non si rese conto che non si limitò più a massaggiare le palle del suo amante, ma lo guidava dentro di lei, quasi a voler rafforzare e velocizzare il ritmo. Nefertiti si perse ancora una volta nelle sensazioni, la salivazione aumentò sulla catena e la mancanza di ossigeno le fece diventare il viso rossissimo, mentre il piacere crebbe a dismisura. Il cuore pulsava fortissimo nel petto e la cervice si strinse attorno al cazzo del professore come se avesse voluto stritolarlo a morte. I suoi denti incrinarono la catena che continuò a mordere con forza, sanguinando anche dalla bocca. Il potere delle lanterne si mescolò al suo oscuro e misterioso che invase entrambi. Nefertiti giunse ad un nuovo ed intensissimo orgasmo che le fece spruzzare umori contro il supporto e le cosce del suo amante.
  13. .
    Il comportamento di Syndra lasciò perplessa anche Nariko, la vide avvicinarsi al ragazzo fissandolo in una maniera strana. Quando notò che usò i suoi poteri per togliergli il congegno che lo stava aiutando a riprendersi, fece mezzo passo in avanti.
    Syndra...? Stava per chiederle cosa diamine stesse facendo quando la vide fiondarsi poco dopo a "baciare" il ragazzo, lasciando tutti di stucco.
    Syndra!? Ma che .... Stava per iniziare un rimprovero, poi però percepì chiaramente che stava infondendo energia nel ragazzo. Sollevò gli occhi al cielo emettendo un suono infastidito: secondo lei non c'era proprio bisogno di dargli energia in quel modo, c'era della gelosia possessiva in quei pensieri. Iceringer era molto più aperto mentalmente su quel genere di cose, ma Nariko non riusciva proprio a ignorare quel fastidio alla bocca dello stomaco. Oltretutto quel ragazzo sembrò gradire tantissimo l'aiuto della ragazza, e non riuscì a fare a meno di guardarlo male, assottigliando gli occhi. Anche se non aveva detto nulla glielo si leggeva sulla faccia cosa stesse pensando, si limitò solo ad un infastidito "pfui" afferrando per il braccetto Syndra e tirandola via dal ragazzo che venne soccorso da Traesto. La stima che aveva provato per il ragazzo si era affievolita tantissimo, a mente fredda forse poteva capire di aver esagerato, ma in quel momento il ragazzo era stato classificato di nuovo fra gli schifosi uomini.
    Se la sarebbe cavata benissimo da solo... Sussurrò alla ragazza, non nascondendo affatto la sua gelosia. Il gentilissimo Traesto indicò loro la stanza in cui si trovava Endymion e non esitò nemmeno un istante a dirigersi verso quelle camere. Man mano che si avvicinava sentiva l'influenza tipica di Umbra, quella che solo gli adepti ovviamene potevano captare. Iceringer fece gli onori di casa accompagnandole nella stanza dove Endymion si stava intrattenendo con Lotor. Nariko li guardò molto incuriosita, notò il libro di magia, e i vari quaderni con gli appunti. Stavano studiando? Quindi il piccolo Endymion era stato addestrato al culto di umbra dalla sua se stessa del mondo parallelo. Notò che quei due erano già molto in confidenza, e quando il ragazzino chiamò Lotor con quel nomignolo buffo, dovette trattenere una risatina divertita stringendo le labbra. Non intervenne, osservava piuttosto il comportamento del ragazzino per poterlo in un certo senso conoscerlo un pochino di più. Le poche volte che avevano interagito era sempre stato in situazioni spiacevoli e pericolose. Notò che la sua pelle era rimasta scura, ed aveva ancora quelle strisce di colore fra i suoi capelli. Notò che aveva il naso aggraziato e piccolino, proprio come ce lo aveva lei alla sua età. Quel ragazzino era il figlio che aveva deciso di non mettere al mondo, e le si strinse il cuore poiché pensò che invece ne sarebbe valsa la pena. Un rimpianto enorme le si piantò nel cuore.
  14. .
    Il dolore della rottura dell'imene si affievolì fino a sparire, sostituendosi con uno meno lancinante ma soffuso, del suo ventre che si gonfiava ad ogni nuova penetrazione dentro di lei. Il fatto che la scopasse con tutta la sua passione tamburellando continuamente contro la parete uterina le toglieva la facoltà di pensare lucidamente. Si sentiva scivolare di nuovo verso una parte di lei molto più istintiva, era ubriaca di sensazioni, ma allo stesso tempo era vigile con il corpo, con quella dose di adrenalina che le dava essere trattata in quel modo. La cinta nella bocca la costringeva a sbavare, i suoi gemiti si strozzavano quando essa stringeva attorno alla gola. Avrebbe potuto benissimo sottrarsi e dargli una lezione a modo suo, ma farlo significava rinunciare a quella scopata che la faceva godere. Così si sfogava mordendo la cinta con forza, facendola cigolare. Quando lui le sollevò il viso per guardarsi negli occhi, Nefertiti si sorprese nel vedere quel sorriso entusiasta, felice. Le sue sopracciglia si aggrottarono un poco confusi, mentre lui le chiedeva di venire ancora e di mostrargli come si scioglieva fra le sue braccia. Non ebbe modo di far funzionare le sue sinapsi, e chiedersi che intendeva dire, dato che alcuni strumenti di Thresh si agganciarono ai suoi capezzoli tirandoli verso il basso. Nefertiti strillò di dolore, gemendo poi confusa da tutte quelle sensazioni contrastanti. I suoi capezzoli erano sensibilissimi, bruciavano, si sentì chiaramente, dai suoi versi, che Nefertiti voleva imprecare qualcosa, poiché il tono che accompagnò i suoi versi erano rabbiosi. Il cazzo del professore però la stava facendo godere intensamente, e quel insieme di sensazioni vennero contaminati dal potere delle lanterne, che le resero tutto così dannatamente piacevole. Anche se lo aveva già provato in precedenza, non riusciva proprio ad abituarsi. Era qualcosa di innaturale, ma che diventava irresistibile. Sul momento lo lasciò fare, ma quando apparve quello strano specchio nero, che le mostrò quanto fosse oscena in quel momento. Come il suo volto era piegato in smorfie di piacere, si irrigidì. Arrossì vistosamente, poiché non si era mai vista in quelle condizioni e si trovò a dir poco indecente. Non ricordava di avere dei seni così grossi, e non credeva proprio di poter fare quella faccia perversa. La cinta sulla faccia vista nello specchio, le rese molto più lampante che stava permettendo a Thresh di giocare con lei e farla diventare una bambolina alla sua mercee. Solo in seguito guardò verso Thresh, notando quella faccia divertita, lo sguardo quasi folle. Non sembrava fare alcuno sforzo, sembrava pronto a scoparla in tutte le posizioni possibili, di bucarla in tutte le parti del suo corpo con i suo infernali aggeggi. Tutto questo perché era un fottuto zombie instancabile! Nefertiti si sentì sfidata, voleva vederlo anche lui con la faccia da troia. Il suo busto si piegò verso il basso, sia per via di quei dannati piercing che venivano tirati, sia per il fatto che lui invece la tirava verso il lato opposto. L'angolazione per la penetrazione divenne parecchio più agevole, ma l'obbiettivo di Nefertiti fu quello di allungare un braccio fra le sue gambe. Ad un primo impatto poteva sembrare che volesse masturbarsi sulla clitoride mentre lui continuava a martellarla, ma il bersaglio della sua mano furono i testicoli di Thresh. Li afferrò dapprima delicatamente, ma quando sentì che erano durissimi li strinse rudemente, massaggiandoli con decisione. Gli occhi di Nefertiti però si puntarono verso lo specchio per guardare la faccia di Thresh. Lo guardava intensamente negli occhi attraverso quella superficie riflettente. Non voleva limitarsi a subire, voleva vederlo sciogliersi al piacere a sua volta. Non voleva essere una delle sue tante troiette con cui si sfogava, e sebbene lui glielo ripeteva più volte che era speciale, che era diversa, il suo orgoglio femminile le impediva di crederci fino in fondo. Dal dorso della mano di Nefertiti si allungarono dei cristalli affusolati che strisciarono come sinuose serpi sul perineo, andando a massaggiargli senza tanti complimenti la corolla di carne, penetrandolo poco dopo con quei cristalli, ghignando divertita.
  15. .
    Elise anche se ormai era totalmente immersa nella lussuria, riusciva a capire istintivamente che Berith era diverso dal solito. Adesso che si erano dichiarati, e che volevano dimostrarselo anche fisicamente ciò che sentivano, avevano raggiunto un livello del tutto diverso. Sentirsi così desiderata da Berith la eccitava da impazzire. Forse proprio perché credeva di non poter interessare una creatura così diversa da lei. Elise dopotutto lo vedeva come una sorta di mezza divinità che aveva deciso di ascoltare le sue preghiere. Si era affezionata a lui tantissimo, e la rattristava pensare che un giorno non lo avrebbe più visto. Lui però aveva cancellato via quella preoccupazione, dicendole che voleva starle vicino, e le disse anche altro che sembrava più di un semplice accordo. Non riusciva a capirlo del tutto, se avesse dovuto spiegarlo a parole non ci sarebbe riuscita. Però istintivamente riusciva a sentire che il suo affetto smisurato non era a senso unico, e lui glielo stava dimostrando con tutta la passione selvatica che aveva e che cercava al contempo di tenere a bada. Quella sensazione le faceva desiderare averlo dentro di lei, anche nel suo stretto culo, anche se pensava che sarebbe stato doloroso. Scoprendo invece che nonostante la fatica per via delle sue dimensioni fin troppo generose, era dannatamente piacevole perché calibrava sempre a misura di "umana" ciò che potevano condividere. Elise mordeva il cuscino bagnandolo con la saliva per via del piacere intenso che sentiva. Le piaceva sentirsi schiacciare sul materasso dal suo peso, il suo calore, e quei versi così animaleschi. Sì, era consapevole di essere una deviata, una pervertita di Berith, ma come poteva non apprezzare ciò che sentiva? Come poteva non tenere per sé quel nuovo mondo di sesso bestiale che mai aveva immaginato? Grazie al cuscino che le ovattava i suoni, Elise si lasciò andare a gemiti rumorosi, trovando in quel modo una piccola valvola di sfogo a quel piacere folle che la stava ubriacando totalmente. Come se non bastasse già il piacere intenso che sentiva, Berith volle aggiungere una nuova stimolazione. Non se ne rese subito conto, dato che ogni tanto premeva la faccia sul cuscino per strillare di piacere. Quando si sentì avvolgere anche dalla coda che poi si premette contro la sua vulva, tremò vistosamente. La clitoride era durissima per via dell'alta eccitazione, la sentiva pulsare contro le scaglie del suo amante. Le si rigirarono gli occhi verso l'alto, mentre la corolla di carne si contorceva attorno al membro di Berith in spasmi incontrollati. Le sue dita si strinsero attorno a quelle del Kaiju, sollevò il bacino verso di lui, sentendo la penetrazione farsi più profonda e intensa. Elise morse forte il cuscino, avrebbe voluto avvisarlo, pregarlo di venire insieme a lei, ma non ci riuscì. Si limitò a posare la mano libera contro la coda che le si premeva addosso, per carezzarlo e premerlo allo stesso tempo più forte contro la sua vulva. Dopo pochissimi minuti Elise raggiunse un nuovo ed intensissimo orgasmo, spruzzando umori contro la coda del suo amante. Vibrando con l'ano attorno alla verga del suo compagno.
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