L'ho già rivisto più e più volte. Ed ancora ora mi galvanizza il concetto stesso del film, film che - come il suo predecessore - ha stabilito un solido pilastro nell'ambito del cyberpunk. Tutto in questo film rasenta la perfezione, tutto. Dalla cura della "telecamera" alle inquadrature. Perfino le sottili smorfie facciali dei personaggi secondari, sia delle mere comparse.

Per non parlare poi dello splendido lavoro del 'parlato' del film.
L'immane cura nei dettagli che possano essere le immense insegne dei prodotti allo spaccato sociale che il film lascia man man vedere sempre più nitidamente fino al sul ultimo espluà.
Per non parlare in fine della stessa soundtrack.


"Il mondo è costruito attorno ad un muro.
Che separa i generi.
Di ad entrambi i lati che non c'è un muro ed avrai una guerra; o un massacro. "

Il concetto stesso di Bladerunner 2049 è semplice - come una idea in Inception - ma è più che sufficiente a generare un capolavoro.
Per non parlare della fantomatica domanda del: "Replicante nato, Può avere un anima?" Lascia pensare molto.

Il presupposto che man mano cresce nel film nel quale il protagonista sia effettivametne quel 'Nato e non replicato' che si protrae fino al finale, inoltre, lascia con un suspance fuori scala.
La rappresentazione della rabbia di K mista alla frustrazione precente della scoperta di un ricordo "impiantato" diventi reale fino a spingerlo alla nuda ma lucida follia è il suposto che terrà lo spettatore a rivedere il film una seconda volta.

Per non parlare del concetto di "vista" presente nei dettagli del film, può un uomo vedere attraverso 100 occhi essere ancora considerato umano? Cosi come può Joi considerarsi umana se decide l'auto eliminazione della sua copia di backup e di scegliere il rischio presente di morire, considersi ancora una semplice i.a. ?

È stato uno dei pochi film recenti che sicuramente lascerà un profondo solco nella filmografia moderna.
A mio modesto avviso...