Posts written by Palk

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    Bahamut si stupì non poco di quanto affermato da Raltias e continò però un po' a contemplare quello strano armadio di ghiacco. Sapeva bene delle proprietà del freddo di conservare quasi inalterate le cose, ma per lui era sempre e solo stato un fenomeno naturale, estendibile al massimo ad eventuali altri draghi o membri di altre razze in grado di controllarlo tramite la loro energia. Nulla più di questo. Il trovarsi quindi davanti un frigorifero era quanto di più innaturale potesse concepire. Per quanto la cosa non gli piacesse, non poteva negare i progressi fatti dagli esseri umani e quella era proprio una delle invenzioni tecnologichedi cui parlavano le due dragonesse. Di certo Bahamut non poteva sapere che un frigorifero fosse oramai la base della tecnologia, nè poteva quindi immaginare quali altre meraviglie tecnologiche fossero fuoriuscite dalla civiltà umana dopo di esso. E nonostante ciò non potè non fantasticare sulla possibilità di andare a caccia per poi conservare le sue prede in quello strano scomparto refrigerato. Specie se poi una volta tirate fuori erano ancora buone come fossero fresche. E a dimostrarlo vi era quel bel pezzo di carne che lui e Raltias stavano gustando avidamente.
    Ti ringrazio molto per questo lauto pasto. E sarà un piacere per me seguirti a caccia, così da poter ricambiare questo vostro favore. Rimase in piedi guardando Sarsha e ascoltando la risposta alla sua domanda.
    Ammetto che mi turbi molto il sapere che sempre più draghi abbiano "ceduto" alla civiltà umana. Non posso negare che le loro comodità siano invitanti, ma noi siamo draghi. Viviamo a contatto con la natura e da essa prendiamo ciò di cui abbiamo bisogno, con equilibrio e secondo necessità. Cedere così facilmente a queste comodità umane, così come accettare una razza che così facilmente si appropria di ciò che non gli appartiene, sia essa natura o proprietà nostre... è quasi follia. L'unica motivazione che potrei comprendere è quella di una minaccia umana incombente, alla quale non vi sono difese e che costringe alla sottomissione, pur di sopravvivere. E da quanto hai detto, penso sia proprio ciò che tu hai dovuto affrontare, prima di "conquistare" la proprietà di quest' abitazione. Annuì debomente, quasi a dare enfasi alla sua frase. Sarsha aveva ragione, era sensato voler conoscere il proprio nemico. Avrebbe voluto chiedere di più sulle difficoltà che la dragonessa aveva dovuto affrontare, ma ritenne fosse meglio evitare di indagare nel suo passato, non sapendo quanto esso potesse essere stato tormentato e difficile per lei. Raltias dal canto suo sembrava invece prendere la cosa molto più serenamente. Forse per via della sua giovane età, ma non dava l'impressione di un drago che avesse dovuto affrontare grandi difficoltà. Ciò che disse riuscì comunque a farlo sorridere. Era bello sentire che vi fossero altri draghi riuniti in grandi gruppi, lì fuori.
    Assolutamente, portate il cucciolo lontano da qui. Clan o meno, non tenetelo troppo a lungo vicino ad ambienti umani. Rischiamo solo che, spinto dalla curiosità, torni inseguito ad avventurarvisi. Un poco inaspettate furono invece le domande di Sarsha, seppur prevedibili. Era più che legittimo voler sapere qualcosa in più sulla persona che avevano aiutato. Non si pose problemi quindi a risponderle sinceramente, cercando di recuperare informazioni e fatti dalla sua mente ancora mezza annebbiata.
    Prima di risvegliarmi in quel "bosco"... anzi chiamiamolo pantano, è più adeguato. Insomma, prima di risvegliarmi lì ero un drago in carne, ossa e fiamme. Prima di finire sigillato ho trascorso quasi 140 estati in quelle terre, quando ancora la natura lì era incontaminata. Vivevamo sereni di ciò che potevamo ottenere con le nostre forze e occasionalmente qualche scambio con altre razze di passaggio. Cacciare, dormire e riprodursi erano la quotidianità, uniti ad un certo quantitativo di tempo dedicato alla riflessione e un quantitativo ancora maggiore da dedicare giorno e notte alla crescita dei cuccioli... mi sembra quasi di sentire ancora i loro schiamazzi giocosi. E nel ricordarli iniziarono quasi a scendergli delle lacrime di nostalgia, ripensando a quei musetti che non avrebbe mai più rivisto.
    Fieri, liberi e sereni. Direi che queste tre parole bastano a rendere l'idea. Ma ovviamente ciò che va bene a qualcuno non va bene a qualcun altro... e gli umani non ci pensano due volte prima di mettersi a razziare i territori altrui. E la cosa che mi fa più arrabbiare è che ero oramai riuscito a farmi accogliere tra gli anziani del nostro gruppo. Ma evidentemente per loro ero ancora troppo "giovane" o inesperto per riuscire a convincerli quando tentai di metterli in guardia. Fossi riuscito a diventare più forte con maggiore anticipo, forse mi avrebbero ascoltato... Ma non ci sono riuscito. E ora che mi hanno ridotto così, quasi non sento più tracce della forza che avevo in passato. Il tempo e la magia degli umani devono aver diluito sempre più il mio sangue, eliminando quasi del tutto qualsivoglia traccia dragonica vi fosse in esso... Nel dirlo ci mancò poco che non tentasse di artigliarsi con le unghie della mano sinistra la pelle sull'avambraccio destro, quasi a voler far sgorgare effettivamente il suo sangue e appurare di persona cosa ne restasse. A trattenerlo fu solo il fatto che non sapeva quanto fosse fragile quel corpo e quindi era restio a ferirsi se non poteva prevederne le conseguenze. Invece guardò Sarsha, quasi a voler sottolineare tramite lei il suo discorso.
    So che è difficile da credere quanto sto dicendo. Lo vedo dai tuoi occhi. Forse per via della diffidenza che sei costretta a mantenere verso gli umani che ti circondano in queste zone, ma è lo stesso sguardo con cui guardavi anche me, sino a poco fa. Purtroppo non posso darti prove concrete, a parte quel poco di scaglie e di coda che mi restano. Dal canto mio posso solo ringraziarti ulteriormente per l'aiuto che mi state dando.
    Mi chiedi cosa farò d'ora in poi? E' vero, oramai non posso più avere la mia vendetta sugli umani che mi hanno fatto tutto questo. E il trovarmi in questo stato non mi aiuta. Probabilmente dovrò iniziare ad ingoiare un bel po' di amaro e tenermi buono mentre cerco di conoscere meglio questa loro versione "evoluta". E nel mentre provare a viaggiare e vedere se riesco a trovare qualche altra colonia di draghi, nella speranza di poter trovare qualche altro sopravvissuto. O quanto meno provare a fornire ora quell' aiuto che in passato non riuscii a dare appieno alla mia razza...
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    La trasformazione andò a buon fine e sembrò sorprendere un poco le due dragonesse, senza però scomporsi più di tanto. Alla fine riuscì anche a far pace con le sue nuove ali, riuscendo a controllare i propri movimenti a in aria. Evidentemente le sue capacità avevano subito un ridimensionamento totale, se gli consentivano persino di volare levitando a mezz'aria senza bisogno effettivo di "volare".
    Seguì dunque in volo Sarsha e Raltias, mentre il cucciolo rimaneva aggrappato alla schiena di quest'ultima. Difficile dire cosa provò nel volare di nuovo. C'era qualcosa che mancava al suo volo, visto che non dovendo sbattere le ali non sentiva il "peso" che comportava sostenere il suo corpo. Era come se stesse correndo con i pattini ai piedi, sfrecciando senza sentir fatica. Cosa positiva, ma al tempo stesso meno stimolante o soddisfacente. Eppure, nonostante ciò, la sensazione di poter nuovamente volare libero nel cielo era qualcosa di meraviglioso. Poter nuovamente sentire il vento tra le ali, che sibila sulle dure scaglie che ricoprivano il suo corpo...

    E' così bello poter volare... per fortuna non è finita con quel maledetto corpo umano che rischiava confinarmi per sempre a terra. Unico neo erano le sue dimensioni, che sebbene fossero leggermente più grandi di quelle di un umano, erano comunque più piccole di quelle delle due dragonesse. Ma quell non era il momento di interrogarsi sull'orgoglio maschile dei draghi. Si limitò quindi a seguire Sarsha mentre faceva da guida a lui e Raltias verso casa sua. Nel mentre non potè non osservare il panorama sottostante e ciò che vide lo impensierì non poco. Enormi agglomerati urbani si stendevano a vista d'occhio sotto di loro, mostrando un' espansione da parte degli umani che andava ben oltre le previsioni di Bahamut. Sapeva bene quanto potessero progredire in poco tempo, lo aveva visto con i suoi occhi. Ma ora vedeva ovunque case robuste, edifici imponenti e lussureggianti, il tutto condito qua e là con palazzi così alti da tentare quasi di sfidare i cieli che solo ai draghi e pochi altri, oltre a loro, era consentito in passato. Tutto ciò non fece altro che fargli temere ancora di più per gli esiti della sua razza. Se gli umani erano arrivati a poter vantare una simile estensione a macchia d'olio e tutto ciò che era oltre i loro confini era ridotto a dei pantani radioattivi, non restava più molto spazio per i draghi...
    Giunsero infine in vista della casa di Sarsha. Già da lontano, Bahamut notò come non vi fossero boschi, grotte o montagne. Quando vide le due dragonesse atterrare nel bel mezzo del cortile di una villa, in pieno quartiere urbano quasi, rimase non poco sconvolto. Ciò lo portò a guardare Sarsha con un misto di curiosità e forte dubbio, mentre se ne restava per aria e aspettava ad atterrare. Già solo il fatto di sorvolare un agglomerato urbano degli umani lo metteva a disagio, con tutti quegli edifici che non aveva mai visto. Il pensiero di atterrarvi proprio non lo sfiorava minimamente. Rimase quindi per un po' ad una certa altezza, soppesando il da farsi. Alla fine però il desiderio di fiducia verso le due dragonesse ebbe la meglio, portandolo pian piano a scendere di quota sino ad atterrare nel cortile interno della villetta. Scese lentamnte, per assicurarsi non vi fossero agguati in arrivo. E anzi, quando giunse infine nel cortile vi ritrovò quasi un ambiente familiare. Questo perchè il fatto che fosse così poco curato e lasciato un po' andare contribuiva a dargli un aspetto più "selvatico", cosa che per Bahamut era ben gradita essendo lui abituato ad ambienti naturali. Certo, fosse stato per lui avrebbe volentieri raso al suolo la villetta così da non avere interferenze visive con quell'umana abitazione. Ma non era casa sua e visto l'invito ricevuto, era il caso di seguire Sarsha all'interno, evitando di creare problemi lì fuori dove altri potevano essere in ascolto.
    Seguì le due dragonesse dentro l'abitazione, dopo aver combattuto un poco col suo corpo per riuscire a "spegnere" la trasformazione così da non sbattere contro il mobilio con le ali nè raschiare il soffitto con le corna. C'era da augurarsi che non vi fossero vicini di casa ad osservarli, o si sarebbero fatti qualche strano pensiero nel vedere un umano che entra nudo in casa d'altri. Quello probabilmente era un problema che avrebbe dovuto provvedere a sistemare, ma a tempo debito. Non appena entrato, seguì lentamente Sarsha lasciando che Raltias andasse a mettere a dormire il cucciolo di drago. Per quanto una parte di lui avrebbe voluto coccolarlo, visto che ancora gli sembrava quasi un miracolo la presenza di cuccioli in quello strano "futuro", preferì evitare mosse azzardate. Fu invece molto incuriosito da quanto affermato da Raltias, in merito ad un "armadio di ghiaccio" di proprietà di Sarsha?

    Scusa, come hai detto? Per caso c'è anche un drago di ghiaccio qui? E cosa sarebbe questo "armadio"? Si può dire che quasi gli luccicassero gli occhi al pensiero di incontrare un altro drago, tuttavia rimase deluso nel vedere che Raltias non si faceva dare il cibo da un altro membro della loro razza, quanto piuttosto da uno strano contenitore metallico, dal quale sembrava fuoriuscire dell' aria fredda. In compenso riconobbe facilmente l'animale di provenienza del cosciotto che Raltias portò a Sarsha e Bahamut. Bastò quella consapevolezza a far venire un moto di fame al suo corpo umano, facendo risuonare il rumore di uno stomaco vuoto. Rumore che riverberò una seconda volta dinnanzi alla carne ben cotta a seguito della scarica elettrica di Sarsha.
    Uh, ammirevole. Interessante metodo di cottura. Effettivamente vi sarebbe qualche discorso che potrei farvi sul cacciare, ma me lo terrò per quando potrò ricambiare questo favore. Detto questo, al giungere dell' ok da parte di Sarsha di gettò sulla sua porzione di carne, mangiando a grandi bocconi come era abituato da quando era un drago in tutto e per tutto. Sebbene il suo letargo forzato gli desse quasi l'impressione di non essere trascorso molto tempo, la necessità di mangiare di quel corpo umano gli faceva ugualmente provare un forte stimolo di fame.
    Uh, ma è delizioso. E' una meraviglia che questi cinghiali non si siano estinti mentre non c'ero... a meno che non siano mutati in modo strano, come il resto delle piante che vi erano alle paludi. Fortunatamene però la carne non riservò strane sorprese, a parte il sentirsi adeguatamente sazio. Giunse infine il momento delle domande, e Bahamut fu felice che Sarsha per prima comprendesse la sua situazione di totale ignoranza nei riguardi di ciò che li circondava. Si avvicinò quindi a lei, pronto per iniziare a porre domande.
    Vi sono tante cose che vorrei sapere. Innanzitutto cosa ha portato alla convivenza tra draghi e umani di cui parlavi prima? E soprattutto perchè VOI vivete così vicine agli umani, con un cucciolo oltretutto! Non avete paura per lui? Oltretutto hai detto che vi sono draghi che hanno imparato a cooperare e convivere con loro, ma dal tuo tono sembrerebbe che tu stessa nutra un certo astio e disprezzo verso di loro, come se ti avessero fatto ben più di un torto. E ciò mi fa pensare che sebbene vi sia un tentativo di cooperazione, al tempo stesso una delle due parti, nel tuo caso gli umani, stia andando avanti con atteggiamenti ben poco consoni ad una convivenza pacifica. Mi sbaglio forse? La guardò con aria attenta, cercando di carpire quanti più dettagli potesse in merito all' attuale situazione della sua razza. Di tanto in tanto gettava qualche occhiata anche a Raltias, nel tentativo di notare eventuali cambi di espressione o sbalzi d'umore da parte sua che potessero rivelare eventuali torti subiti da parte degli umani.
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    Bahamut si prese il suo tempo con i suoi "esperimenti", ottenendo pian piano risultati abbastanza soddisfacenti. Riuscì a trasformare anche gli altri quattro arti, sebbene con qualche difficoltà per il braccio sinistro. Evidentemente le scaglie dorate su quel braccio, appartenenti al suo corpo originale, gli ponevano un istintivo blocco mentale, rendendogli più difficile il "rinunciarvi" temporaneamente per acquisire una forma dragonica non sua.
    In mancanza di un orologio e preso dai suoi pensieri, non si soffermò molto a pensare su quanto tempo dovesse aspettare. E anzi, Sarsha e Raltias fecero ritorno ancor prima di quanto ci si aspettasse. Evidentemente il cucciolotto non si era andato a cacciare in situazioni particolari o pericolose. La vista del cucciolo in braccio a Raltias fu come una ventata d'aria fresca per Bahamut. Fu come se nuova speranza fosse stata data alla sua mente, togliendogli parte dei timori per la loro razza. Certo, anche ciò che gli disse sarsha in merito al fatto che gli umani fossero cambiati contribuiva a rincuorarlo un poco. E anzi il pensiero di avere dei "servitori" umani su cui rifarsi, dopo quanto avevano subito da parte loro, lo divertiva non poco. Quasi si sorprese per quella nota sadica nel suo carattere, ma la sua sorpresa sparì con l'avvicinarsi di Raltias e del cucciolo, che si crogiolava del calore del corpo della dragonessa.

    Ed ecco il nostro piccolino sperduto. Ti piace gironzolare ed esplorare, eh? Bravo, metti a frutto le tue ali ed esplora nuove terre... magari però tra qualche anno, quando sarai più grande e avrai meno predatori naturali. Nel dirlo si alzò da dove si era seduto e mosse qualche passo in avanti, fermandosi però a qualche metro di distanza. Avrebbe voluto coccolare il cucciolo, ma non sapeva come Raltias e Sarsha avrebbero reagito ad un suo tentativo di avvicinarsi al piccolo.
    Spero non sia stato problematico ritrovarlo. In questo pantano è un miracolo non abbia messo il piede in fallo in quache pozza profonda. Seguì le due dragonesse, mantenendosi a distanza per non allarmarle e per non intimorire il cucciolo davanti ad un estraneo. Quando vide Sarsha spalancare le sue ali, un moto di nostalgia lo investì. Sebbene il tempo sottoterra lo avesse passato praticamente in coma e di conseguenza non sentisse il passaggio del tempo, il pensiero di tornare a volare liberamente in cielo bastò a smuoverlo e fargli desiderare ulteriormente di avere ancora le sue ali. E nell'ammirare Sarsha non potè non notare il suo disagio legato al fatto che lui non potesse volare. Fu quindi con grande rimpianto che la vide trasformarsi. Non perchè non fosse un bella visione, anzi tutt'altro. Sia Sarsha che Raltias erano molto belle e vederle nella loro forma dragonica era letteralmente uno spettacolo per gli occhi. Ma il pensiero che dovesse trasformarsi per portarlo in groppa gli dispiaceva non poco. E fu in quel momento che gli venne in mente di provare una cosa.
    Aspetta. Non voglio che tu sia costretta a portarmi. E forse potrebbe non essere necessario. Mentre vi aspettavo ho cercato di vederci chiarosu quelle strane fiamme nere ed è venuto fuori questo. Tese leggermente il braccio destro innanzi a sè, concentrandosi su di esso per ed iniziando a richiamarvi energia come a voler riaccendere quelle fiamme. Come benzina sul fuoco, esse si riaccero leggermente, avvolgendo il braccio. Continuò mantenerle per qualche istante, per poi interromperle e lasciar visibile un braccio perfettamente sano, ma dragonico.
    Evidentemente il loro sigillo non ha funzionato del tutto... se si esclude l'avermi bloccato sotto terra per un secolo e mezzo. Non ho ancora provato però a farlo su busto e testa, solo braccia e gambe. Datemi qualche momento, ma tenete ben saldo il cucciolo. Non so cosa accadrà una volta che ci provo. Se avesse ricevuto il loro consenso, Bahamut si sarebbe allontanato di una decina di metri minimo. Rimase fermo in piedi, chiudendo gli occhi ed iniziando a richiamare energia. Prima sul braccio destro, poi sulla gamba destra e sulla sinistra. Poi con un po' di difficoltà avvolte tra le fiamme anche il braccio sinistro, coprendo di nero le scaglie dorate. Cercò di concentrarsi per non far spegnere le fiamme, mantenendole accese e pian piano diffondendole sul torace e la testa. Probabilmente visto da fuori avrebbe avuto un aspetto alquanto preoccupante. In fondo equivaleva a vedere una persona restare in piedi mentre bruciava viva. Con l'unica eccezione che per Bahamut, così come per le due dragonesse, quelle fiamme non sembravano emettere alcun calore. Dal canto suo il giovane dovette lottare non poco con se stesso per non lasciarsi spegnere. Sentiva che qualcosa stava effettivamente cambiando in lui, ora che quelle fiamme lo avvolgevano. E dovette scontrarsi tra il naturale istinto di vedere cosa stesse accadendo al suo corpo e il resistere sino alla fine per scoprire se le sue speranze sarebbero state ripagate. Ottenne la risposta quado iniziò a sentire il suo corpo quasi allungarsi leggermente, mentre qualcosa cercava prepotentemente di uscire dalla sua schiena. E così come era iniziato lentamente, in maniera diametralmente opposta finì. Bastò un attimo, uno schiocco d'ala, nel vero senso della parola. Di colpo due ali si estroflessero dal suo corpo, allargando di colpo la sua figura che, sebbene avvolta dalle fiamme, era già visibilmente mutata nelle forme. Con l'allargarsi delle ali si dissolsero di colpo anche le fiamme, rivelando Bahamut con un corpo interamente dragonico. Lì dove prima vi erano una carnagione chiara e dei capelli dorati, ora vi erano scaglie nere e grigie, tendenti in alcuni punti al violaceo. Le sue dimensioni fisiche non erano cambiate molto, lasciandolo a malapena più alto di poco prima, seppur più massiccio.
    Bhe, è andata meglio di quanto pensassi. Se si esclude che questo purtroppo non è il mio vero corpo. Questi colori non mi appartengono. Ma ora come ora non penso di poter chiedere di meglio. E ora vediamo se queste ali servono a qualcosa, così che non dovrai trasportarmi in grossa. Infatti la cosa più strana erano proprio le ali, ampie e dalle forme particolari, ma ad una prima occhiata poco adatte al volo. Provò a muovere un poco il corpo, quasi stesse cercando di fare stretching per vedere come esso rispondeva agli stimoli. Successivamente tentò di muovere le ali, notando come esse effettivamente si muovessero. Osò quindi qualcosa di più, simulando un ipotetico decollo sul posto. E la risposta fu così immediata che lo sorprese e per poco non lo mandò gambe all'aria contro un albero lì vicino. Di fatto accellerò di colpo da fermo, come se le ali non avessero nemmeno bisogno di muoversi e generare portanza per sostenerlo e farlo volare. Infatti nel momento stesso in cui cercò di fermarsi, a circa 4 metri da terra, si scoprì essere fermo a levitare, sospeso sul posto... e ruotato lateralmente di oltre 90°. Come se stesse galleggiando su un cuscino d'aria invisibile, cercò pian piano di raddrizzarsi, per poi tentare qualche LIEVE movimento a mezz'aria per constatare se effettivamente avesse libera mobilità o no. Appurato quindi che sì, era in grado muoversi se prestava la giusta attenzione, ritornò a terra accanto a Sarsha e Raltias rischiando quasi di precipitare al suolo, nel momento in cui istintivamente stava per interrompere il legame energetico che consentiva alle sue ali di mantenerlo in aria. Si rivolse quindi a Sarsha:
    Un po' inaspettato, ma possiamo dire che almeno questo ci risolve un problema. Fate strada allora, io cercherò di seguirvi... sempre se questo strano corpo non mi tradisce nel momento sbagliato.
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    Ci volle un poco perchè Sarsha e Raltias elaborassero quanto aveva loro rivelato Bahamut. Non fu facile per lui raccontare simili avvenimenti, poichè il solo riviverli attraverso i ricordi era sufficiente a fargli ribollire il sangue. Tuttavia c'era ben poco che potesse fare, a parte prendersela con gli umani e soprattutto con se stesso per non essere riuscito a difendere la propria famiglia. Dal canto loro le due dragonesse si mostrarono solidali con lui. Raltias era evidentemente sconvolta, mentre Sarsha sembrò comprensiva sebbene al tempo stesso un poco dubbiosa.
    Invece Bahamut rimase a sua volta molto colpito da quanto raccontò Sarsha. La presenza di così tanti umani in quelle terre fu sconvolgente per lui. Evidentemente da quando si erano insediati, avevano fatto buon uso delle loro potenzialità evolutive, sviluppando la loro civiltà ben oltre le aspettative di Bahamut. Ma questo era nella loro natura, poteva comprenderlo. A dargli il maggior dispiacere era un'altra cosa:

    Convivere in modo pacifico??? Con... loro?! Bastò quel pensiero a fargli rifiorire la rabbia, ma questa volta cercò di controllarsi il più possibile. In fondo era stato assente per oltre un secolo, non stava a lui condannare o giudicare altri della sua razza. E non voleva spaventare nuovamente le due giovini.
    No, aspettate. Sono rimasto bloccato in una tomba di roccia per oltre un secolo, non è corretto che sia io a giudicare sulla situazione attuale. E' solo che mi avete colto di sorpresa. Le due dragonesse sembrarono ben disposte ad aiutarlo, ma vi era qualcosa che evidentemente premeva loro. Di colpo infatti tornò loro alla mente il motivo che le aveva condotte in quelle terre così inospitali.
    Come?! C'è un cucciolo che gironzola libero in questo pantano?! All' udire della presenza di un cucciolo i suoi occhi si illuminarono.
    Poverino. Non lo si può lasciare qui, è pericoloso! Bisogna trovarlo! Iniziò a guardarsi intorno sconvolto, davanti agli sguardi probabilmente attoniti delle due dragonesse. Il fatto che vi fosse un cucciolo che gironzolava per quelle paludi lo preoccupava non poco... Impiegò qualche secondo a rendersi conto di un problema: non aveva la più pallida idea di come fosse cambiata quella zona. Nè sapeva nulla sull' aspetto del cucciolo e non potendo in alcun modo sorvolare in volo quella zona, sarebbe stato più un peso che altro per le due dragonesse. Si diede quindi una calmata, smettendo di agitarsi come un bambino umano che vede per la prima volta un cucciolo di cane.
    Scusate, sono stato invadente. Purtroppo dopo tutti questi anni e dopo essermi svegliato col timore di essere l'ultimo rimasto, sapere che vi sono ancora cuccioli e che la nostra razza può continuare a vivere grazie a loro, bhe... mi riempie di gioia. Ma io non so nulla di come sia cambiato il mondo in questi anni... nè so se potrò riavere nuovamente il mio corpo. Di certo con questo aspetto lo spaventerei e basta, invece che esservi di aiuto. Farò come mi consigliate, vi aspetterò fuori dal bosco. Cercando intanto di abituarmi a questi arti così corti. Come facciano gli umani a muovercisi agilmente è un mistero. Vediamo se quanto meno riuscirò a mangiarci, con questa bocca così piccola. Però per favore, quando tornate dovete raccontarmi un po' di cose. Non so nulla di... di tutto questo. E vi prego, raccontatemi come mai si è arrivati a questa "convivenza". Cioè, mi fa piacere che alcuni di noi siano riusciti a stanziarsi in qualche terra più lontana. Però essere costretti a "convivere", o peggio, a sottostare agli umani. Come è potuto succedere?! Vista però la loro urgenza nel ritrovare il cucciolo, non le trattenne oltre con altre domande. Si congedò quindi temporaneamente da loro, per poi dirigersi nella direzione indicatagli.
    Mentre camminava si guardò più volte intorno, incuriosito da ciò che vedeva. E a proposito di cose nuove, vi era qualcosa su cui voleva vederci chiaro: si guardò più volte il braccio destro, tastandoselo come a volerci cercare qualcosa di particolare in esso. Bhe, in effetti era interamente particolare per lui, non essendo abituato ad un braccio umano. Però quelle fiammate scure non le aveva mai viste prima, segno forse che la corruzione imposta al suo corpo aveva attecchito anche sulla sua energia e sulle sue fiamme, un tempo sfavillanti con tonalità rosse e oro. Provò quindi a concentrarsi su quel braccio, cercando di capire come incanalarvi energia ora che aveva un corpo diverso. Fu con suo sommo stupore che vide quelle fiamme nere comparire nuovamente, ma in maniera più controllata stavolta. E stavolta vi era una novità: sotto di esse infatti vi era un braccio quasi perfettamente dragonico, seppur diverso dal suo braccio originale. Possibile che potesse ancora in qualche modo assumere forma dragonica? Difficile dirlo. Voleva vederci chiaro, ma non voleva farsi trovare dalle due dragonesse intento a sperimentare col rischio di spaventare loro o il cucciolo. Se non altro, quel braccio era affiorato con naturale semplicità, cosa che lo faceva ben sperare per quel che riguardava il resto del corpo, sebbene quel tentativo gli avesse richiesto un leggero dispendio energetico. Chissà che di lì a poco non potesse giungere la possibilità di assumere nuovamente delle sembianze più consone alle sue origini.
    Fu con quel pensiero in mente che si diresse sempre più verso il limitare del bosco, e una volta giuntovi si sedette su un tronco caduto ad aspettare le due dragonesse, in emozionante attesa di poter vedere nuovamente un cucciolotto dopo così tanto tempo.
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    Nonostante le insistenze di Bahamut, le due ragazze non sembrarono mostrare alcuna familiarità con ciò di cui stava parlando. Anzi, tutto ciò che ottenne da loro furono espressioni ancor più dubbiose. Neanche le scaglie sul suo braccio servirono a far ricordare loro qualcosa. Di fatto per loro non vi era nulla che potessero ricordare, non avendo vissuto gli stessi eventi di Bahamut. Ma ovviamente lui questo non poteva saperlo... ci stava però pian piano arrivando. Le due dragonesse nel loro piccolo cercarono di aiutarlo, fornendogli le informazioni che aveva chiesto in merito all'anno corrente. Bastò quello a sconvolgere Bahamut. Si aspettava la possibilità di aver dormito molto, ma non così tanto. Quell'informazione lo colpì alla pari di un pugno in faccia.
    2108?? Ho dormito per centocinquanta anni??? Nel dirlo crollò a terra in ginocchio. E' vero che per un drago 150 anni non erano così tanti, ma è anche vero che in 150 anni un cucciolo faceva in tempo a diventare adulto. E di fatto Bahamut si era potenzialmente perso la vita di tutti i suoi compagni, la crescita di tutti i cuccioli ancora in vita prima della battaglia... Si guardò intorno, quasi aspettandosi di vederli uscire da dietro qualche pianta, cresciuti e oramai adulti. E man mano che si rendeva conto di ciò, una certa rabbia cominciò a montargli dentro. E più cresceva, più il suo corpo si surriscaldava.
    Centocinquanta anni persi senza poter aiutare la mia famiglia... centocinquanta anni imprigionato in un dannatissimo buco nel terreno! Maledetti!!! E nel maledirli una fiammata nera fuoriuscì di colpo dal suo braccio destro, quasi fosse una valvola di sfogo. La cosa sorprese anche lo stesso Bahamut, che si affrettò a battersi sul braccio destro con il sinistro, quasi a voler spegnere un normale fuoco. E la cosa funzionò, ma solo perchè quella fiammata fu sufficiente a distrarlo e far scemare in parte la sua rabbia, riducendo le fiamme sino a farle "sparire", o meglio tornare nel suo corpo.
    Scusate... questo non era voluto. Evidentemente non riuscirono a sigillarmi del tutto. Si affrettò a rassicurare le due dragonesse, per timore di averle sorprese e impaurite. Si girò a guardare il buco da cui era uscito, ancora mezzo incredulo per ciò che stava apprendendo.
    Tranquilla, i miei pensieri sono in ordine... E' solo che una simile discrepanza temporale non me l'aspettavo. Ma ti assicuro che quei momenti sono ancora impressi a fuoco nella mia mente. Un esercito di umani che invade le nostre terre... queste terre, quando ancora non erano un pantano radioattivo. Prima di questa "New Vegas" di cui parlate. Ci assalirono dopo aver tramutato me, la mia famiglia... i miei compagni... tutti noi, ridotti a queste forme umane senza scaglie. Purtroppo però, dopo di quello non so cosa sia successo. L'ultima cosa che ricordo è una prigione di roccia, terra e stramaledetta magia che mi bloccava sotto terra senza alcuna possibilità di liberarmi, mentre tutt'attorno a me anziani, adulti e cuccioli combattevano con fuoco, zanne e artigli pur di salvarsi da quel massacro. Purtroppo la nostra forza di draghi non ci salvò, quel giorno. Bloccati in una forma fisica non nostra e senza più le nostre scaglie a proteggerci, nè ovviamente armature antropomorfe per coprire questi orribili corpi... Il solo rivivere quei ricordi fu molto doloroso. Si girò più volte su se stesso, indicando con le mani l'area lì attorno quasi a voler fare mente locale di dove si erano svolte le ultime vicende che ricordava, ma la cosa gli risultava molto difficile a causa del cambiamento topografico subito da quell'area. E ciò contribuì a lasciarlo nello sconforto, privo di qualsivoglia elemento del suo passato a cui aggrapparsi.
    Però... voi siete qui, quindi forse non è ancora tutto perduto. Quanti draghi si sono salvati? Quanti abitano ancora queste lande? E nel dirlo guardò le due ragazze con occhi sognanti e commossi, quasi nella speranza che potessero confermare il suo desiderio e dirgli ciò che voleva sentirsi dire, per quanto improbabile questo fosse...
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    Con gli occhi ancora offuscati dalle lacrime, Bahamut potè vedere la più giovane delle due sporgersi da dietro l'amica, la quale si avvicinò lentamente per osservarlo. Sul suo volto vi era una certa curiosità, tipica della giovane età, mista ad un certo grado di dubbio. E soprattutto quest'ultimo era ben visibile nell'espressione dell' amica più grande, che continuava a farle da scudo. Dal canto suo, Bahamut non ne capiva il motivo. Anzi, quell'intera scena gli sembrava in un qualche modo "fuori posto". Si era quasi aspettato di vederle prodursi in festeggiamenti e giubili per aver incontrato un altro drago sopravvissuto al massacro, ma tutto ciò non avvenne. E anzi il loro atteggiamento rimase molto discostante, quasi alla pari di chi incontra uno sconosciuto per la prima volta. Continuò a guardare Raltias, sorridendole nel tentativo di rassicurarla e farla uscire da quella posizione di copertura. Nel mentre cercava nella sua espressione un qualche segno familiare, scavando nella sua mente alla ricerca di un ricordo che potesse dirgli chi lei fosse prima del suo letargo forzato, a quale corpo dragonico corrispondesse quello antropomorfo ora davanti a lui. Eppure niente, non trovava traccia della sua presenza nei suoi ricordi. In un primo momento imputò la cosa alla giovane età della dragonessa e quindi al fatto che magari a suo tempo lei fosse non più che un cucciolo.
    A sconvolgerlo però fu il modo in cui Raltias si espresse: possibile che non lo riconoscessero? Certo, Bahamut non poteva dire di non essere un poco confuso dopo essere quasi soffocato e riemerso a forza dal terreno. Ma le loro domande, per lui, rasentavano quasi il ridicolo.

    Ma come...? Non mi riconoscete? Sono io, Bahamut! In passato abbiamo volato e mangiato proprio qui, tutti assieme. E nel dirlo tese in avanti il braccio sinistro, che a differenza del destro mostrava un vistoso intreccio dorato sulla sua pelle, ultimi rimasugli delle scaglie che un tempo ricoprivano il suo corpo, nella speranza che quel colore potesse aiutarle a ricordare meglio. Eppure i loro volti sarebbero probabilmente rimasti impassibili dinnanzi alle sue parole, aumentando ulteriormente lo sconforto del ragazzo.
    Possibile che non vi ricordiate? Forse chiedendo anche agli altri, potrebbero sapervi dire qualcosa... Eppure vi era qualcosa che non lo convinceva. Persino Sarsha, evidentemente più grande della sua giovane amica, non sembrava riconoscere Bahamut. Inizialmente il drago pensò che la trasformazione potesse aver influito sulla loro memoria, ma dopo pochi istanti iniziò a notare degli elementi che non quadravano. A detta di Sarsha, si trovavano in un' area contaminata fuori... "New Vegas"? Ecco già quello era un nome che non conosceva. Inoltre il fatto che quell'area fosse contaminata poteva sì motivare la crescita di piante così anomale, però al tempo stesso era evidente come le piante lì presenti andassero fin troppo oltre il normale, almeno per gli standard noti a Bahamut. E il fatto che fossero in una fase di crescita così avanzata contribuì a dare definitivamente il colpo di grazia al ragionamento. Fu quindi con voce dubbiosa e tremante che Bahamut chiese alle due dragonesse un' informazione molto importante.
    Aspettate. Forse... sto fraintendendo qualcosa. New Vegas, avete detto? Esattamente... ecco... in che anno ci troviamo? Per quanto tempo ho dormito??!!
  7. .
    Avrei alcune domande sul Genjutsu:

    1-In merito al Genjutsu #3: Miraggio, è’ possibile generare un’ illusione in movimento? Ad esempio una grossa roccia che sta cadendo dall’alto, o una persona che cammina lì vicino. Oppure deve essere per forza un elemento statico?
    Inoltre l’illusione diviene visibile al nemico SOLO se esso inizia a guardare nella direzione in cui l’illusione si trova DOPO che essa è stata creata? O l’illusione ha effetto anche ad esempio creando qualcosa tra sé e il nemico, mentre quest’ultimo sta già guardando verso il proprio pg? (in quest'ultimo caso immagino che il nemico capirà che non è qualcosa di reale, ma potrebbe servire a sviarne l'attenzione o rendersi non-visibili per un breve lasso di tempo, essendo coperti dall'illusione).

    2-viene detto che con il Genjutsu #4: Arte Fantasma si ricrea l’impressione dell'attivazione e degli effetti di una tecnica. Vorrei sapere però se essa può dare l’illusione anche del movimento del pg. Facciamo un esempio: se una tecnica prevede di caricare di energia una spada e poi eseguire un fendente particolare, con un determinato movimento e quindi colpendo da una certa direzione, se si attiva questa tecnica è possibile simulare tutto ciò, quindi dar l’impressione al nemico che il proprio pg si stia effettivamente muovendo a quel modo per portare il colpo con braccia e spada, mentre in realtà colpirà da tutt’altra direzione sfruttando il fatto di essere nascosto dall’illusione?
    (per fare un esempio pratico, immaginiamo di voler imitare lo Tsubamegaishi usato da Assassin in Fate/Stay Night, che colpiva in contemporanea con 3 colpi diversi. In quel caso erano 3 colpi reali, mentre con questa illusione solo uno sarebbe vero. Quindi si tratterebbe di far finta di star colpendo da una direzione e invece in contemporanea portare il vero colpo da un'altra, mentre il proprio corpo è ammantato dall'illusione e quindi il vero movimento è nascosto).

    3-Le trap card del genjutsu prevedono di pagare anche il costo della tecnica che si vuole piazzare nella carta? O solo il costo della carta? Per intenderci, se si vogliono piazzare due trap card in giro usando il Genjutsu #23: Megaillusione, visto che il loro costo viene ridotto a zero, vuol dire che le si potrà mettere gratuitamente? O si dovrà comunque pagare il costo per le tecniche che si piazzano nelle carte? E invece nel caso del semplice genjutsu trap card (qundi non sfruttando il n° 23)?

    4-Si deve pagare il costo di attivazione per la tecnica applicata tramite il ferimento del nemico con l’uso del Genjutsu #26: Arma Instabile? Oppure con “Illusione” non si intende una tecnica, ma soltanto una qualche visione che avrà dunque durata di 2 turni?

    5-Essendo il Genjutsu #28: Oltre lo specchio una versione potenziata del Kai, rimane la regola di dover almeno conoscere l’illusione che si sta per subire a causa di un eventuale extra? O quello vale solo per i genjutsu, e nel caso dell’extra non è necessario conoscerla? (anche perché incontrare due volte uno stesso extra è abbastanza difficile o quanto meno raro).
  8. .
    Difficile dire quale fosse lo stato d'animo di Bahamut mentre si guardava attorno. La sua mente infatti era un turbinio di molteplici pensieri: alcuni positivi, ispirati dalla curiosità verso quel luogo sconosciuto e particolare, sebbene visivamente ostile. Altri invece portavano con sè tristezza e depressione. Ovunque guardasse non vi era traccia alcuna di ciò che un tempo era stata la sua casa. La natura rigogliosa e pura aveva lasciato spazio ad una vegetazione pericolosa e apparentemente malsana, cresciuta a causa di chissà quale influenza. Girò su se stesso più e più volte, quasi a cercare una direzione verso cui iniziare a muoversi. Eppure era restio ad allontanarsi da quel punto. Probabilmente se avesse avuto ancora il suo corpo dragonico ci si sarebbe acciambellato e appisolato. E questo non implica cerco che non fosse disposto a farlo anche in quel momento, ma un certo istinto di sopravvivenza gli imponeva di non restare troppo a lungo in un posto così inospitale. Eppure ciò gli provocava una certa lotta interna, tra il naturale istinto di evitare i pericoli e l'ancor più naturale sensazione di appartenenza ad un luogo. E sfortunatamente, con la scomparsa della sua casa, l'unica cosa alla quale si sentiva legato era il buco nel terreno da cui era appena uscito. Di fatto quello era l'unico posto di cui potesse essere certo che conservava ancora terra e rocce del momento in cui vi era stato intrappolato... terra e rocce di casa sua. Si chinò a raccoglierne una manciata da terra, soppesandosela davanti agli occhi come una giovine che guarda per la prima volta da vicino un diamante su un gioiello. Sapeva che nel resto del mondo vi erano molti altri draghi, quanto meno prima della sua prigionia. Ma ora che vedeva quella terra ridotta così, senza la minima traccia di sopravvissuti, si sentiva l'ultimo rimasto. Il suo cuore però rimase freddo e chiuso. Per quanto potesse volerlo, non riuscì a versare lacrime per i suoi compagni. Il pensiero della loro eroica morte in battaglia poteva solo colmarlo di orgoglio, nonchè di odio per coloro che avevano perpetrato tale massacro. Nonostante il tempo passato, la sua mente era rimasta ferma a quegli istanti. Certo, si rendeva conto che doveva essere trascorso molto più che pochi decenni da quel momento, bastava vedere il cambio repentino subito dal territorio circostante. Ma quei sentimenti erano scolpiti a fuoco nella sua mente. Fu forse perchè era concentrato su quei pensieri e sulla sua "tana" nel terreno, che non si accorse del vociare che giungeva alle sue spalle.
    Iniziò come un rumore flebile, delle voci leggere e uno "zampettio" vivace che si confondevano con il frusciare del vento in mezzo alle piante... se di vento si poteva parlare, riferendosi a quel fetore stantio e malsano che veniva da lì attorno. Di certo quel rumore lo sentì; e non potè non tornare con la mente a quando i cuccioli appena nati gironzolavano vicino ai loro nidi, facendo disperare i genitori occupati a rincorrerli da una parte all'altra delle loro tane per timore che la loro curiosità potesse portarli ad incastrarsi in qualche stretto anfratto tra le rocce o le radici degli alberi. Fu solo quando sentì qualcuno fermarsi a poca distanza da lui, richiamando la sua attenzione con fare difensivo, che si girò a guardare le sue ragazze appena giunte.

    Chi disturba il mio cordoglio? Disse tra sè e sè Bahamut, quasi a bassavoce, più per se stesso che per ottenere realmente risposta dalle due nuove arrivate. La più grande delle due era magra e slanciata. La seconda, alle sue spalle, ad un primo impatto sembrava mostrare una corporatura più minuta, nonchè una pelle molto più scura. Impiegò qualche istante però a comprendere cosa stava realmente guardando e bastò quella consapevolezza a colpirlo più duramente di una palla da demolizione. Entrambe infatti non indossavano vestiti ed erano ben visibili, sul loro corpo, dei tratti di natura dragonica. Corna, iridi e soprattutto scaglie. Scaglie che in più punti ricoprivano i loro corpi.
    Di colpo i suoi occhi si ridussero a due fessure, stretti nel disperato tentativo di trattenere quelle che a tutti gli effetti erano lacrime di gioia. Ovviamente tentativo inutile. Delle lacrime iniziarono lentamente a scorrere sulle sue guance, mandando al diavolo qualsivoglia fierezza potesse avere come drago. Non poteva farci nulla, il pensiero di vedere qualcun'altro in quella desolazione, per di più con quell' aspetto, gli diede la speranza che vi potessero essere altri della sua famiglia sopravvissuti sia alla trasformazione che al massacro.

    Siete... siete sopravvissute!? Allora non sono solo. Ma... ma dove ci troviamo? E che ne è stato degli altri? Le parole gli uscirono di getto, con voce un poco roca e e ancora poco abituato ad essa. Era talmente sconvolto che a momenti non si accorse nemmeno di stare per inciampare, poichè tra lui e loro vi era il buco da cui era uscito. Tentò di raddrizzarsi alla bell' e meglio, evitando per un soffio di finire nuovamente a testa in giù nel terreno. Purtroppo non aveva fatto conto con un elemento importante: per quanto di natura forte, quel corpo comunque non si nutriva da oltre un secolo. E il non esservi abituato non lo aiutava di certo. Fu quindi con suo grande rammarico che finì in ginocchio a terra davanti alle due nuove arrivate, sul volto un' espressione di gioia e commozione, mentre pronunciava un' unica frase con voce altrettanto commossa.
    Meno male... C'è ancora qualcuno. Per favore, ditemi che anche gli altri sono al sicuro...
  9. .
    Difficile dire cosa lo colpì maggiormente. Forse il ritrovarsi al buio, senza capirne il perchè. Forse il sentire la terra sotto i piedi in un modo mai percepito prima... Ma l'aveva mai percepita prima? Non riusciva a ricordarlo. La sua memoria era annebbiata, quasi offuscata da un velo di inutilizzo... Cercò di riportare alla mente qualcosa, ma affiorarono solo immagini sparse e confusionarie, come sprazzi di un sogno che si cerca di ricordare una volta svegli. E ogni volta che un frammento di ricordo affiorava, una forte sensazione di dolore si faceva strada nella sua mente, ripercuotendosi sulla sua testa come una stilettata di dolore. Cercò allora di convincersi a non pensare, pur di fuggire da quel dolore lancinante. Tentò di concentrarsi su ciò che lo circondava, su quella terra fredda che sentiva su di sè. Era una sensazione strana: era come se solo i suoi piedi fossero stati sotterrati. Poteva muoverli, ma con difficoltà. Eppure era sicuro di trovarsi in posizione distesa, orizzontale. Non riusciva quindi a spiegarsi il perchè della terra solo attorno ai piedi. Provò ad allungare una mano verso il basso, o meglio verso i piedi, come a voler toccare quella terra nel tentativo di spostarla e liberarsi gli arti inferiori. Ma quando si toccò la gamba, sentì qualcosa fuori posto. La sua stessa pelle gli appariva estranea, come se non fosse la sua. Eppure questa sensazione si scontrava con il fatto del sentire fisicamente la mano che toccava la propria gamba, aumentando la confusione in cui sguazzava.
    Mentre era immerso nei suoi dubbi, di colpo sentì un rumore sordo. E la sensazione di essere sommerso dal terreno aumentò, risalendo dai piedi verso il ginocchio e le cosce. Questa volta allungò la mano e sentì chiaramente il terreno sotto le sue dita, ma ancora non ne capiva il perchè. Però una strana sensazione iniziò ad impadronirsi di lui. Inconsciamente si sentiva in pericolo, temendo di venir schiacciato sotto quella terra umida e fredda. Cercò di parlare, forse nel tentativo di calmarsi esternando i suoi pensieri...

    C-come... come sono finito qui sotto?! La voce che sentì però gli era quasi estranea, sebbene le parole fossero le sue. Era una voce roca, che uscì quasi a forza. Sentiva infatti di avere la gola molto secca, come se non venisse reidratata da innumerevoli giorni. Non sapendo cosa fare, stavolta provò a portare la mano verso l'alto, davanti a sè... anche lì sentì il terreno, ma esso sembrava trattenuto sopra di lui, senza possibilità alcuna di "scalfirlo". Era come se una qualche membrana elastica lo tenesse sollevato, impedendogli di seppellire il povero malcapitato.
    Nel mentre però quei movimenti gli fecero notare una cosa strana: muoveva il suo corpo, ma era come se esso non gli appartenesse. E anzi, quegli stessi movimenti erano molto innaturali, come se non fossero in alcun modo ostacolati da parti del corpo che a pelle era sicuro di possedere, ma che ora mancavano totalmente.
    Ci fu un nuovo rumore sordo e sentì il terreno anche sopra al suo bacino, che cadendo dall'altro si accumulava pian piano sin quasi al suo stomaco. A quel punto precedente sensazione di paura si fece ancora più intensa. L'intervallo tra i due "crolli" era stato troppo breve, come se qualcuno avesse fatto partire un conto alla rovescia destinato a ucciderlo. Inconsciamente iniziò ad agitarsi, tastando avanti a sè alla ricerca di un qualcosa a cui aggrapparsi nel buio. E fu con orrore che sentì la membrana trasparente cedere sotto le sue dita, riversando terra sul suo busto e la sua testa. Tentò di respirare, ma non vi riuscì. Tossì con forza, cercando di liberarsi la bocca dal terriccio che lo stava schiacciando. Muoveva le mani con frenesia, scalciando con le gambe in un terreno stranamente più soffice e cedevole di quanto credesse. Al tempo stesso però qualcosa si sbloccò nella sua mente. Vuoi per la sensazione di pericolo ed il timore di morire, vuoi per il pensiero di venir "nuovamente" sotterrato vivo, i suoi ricordi si sbloccarono di colpo. Ricordò chi era ed il suo nome... ricordò i suoi familiari... e ricordò la battaglia la disfatta che lo aveva portato ad essere letteralmente imprigionato e seppellito. Ogni ricordo che affiorava era una stilettata di dolore alle tempie. Ed il dolore fisico che percepiva, unito alle cruente immagini che stava ricordando, per poco non lo paralizzarono. Fu con immensa forza di volontà che continuò a muovere le braccia, tentando di afferrare il terriccio sopra di sè e spostandolo di lato per evitare che gli cadesse addosso.
    E fu con un grido quasi strozzato che Bahamut riemerse dalla sua prigione di roccia e terra. Capì di essere libero ancor prima di vedere la luce, poichè sentì l'aria fresca ed il vento soffiare sulla pelle della sua mano che spuntava dal terreno. Sì tirò ancora più sù, una bracciata dopo l'altra, finchè testa e busto non uscirono fuori alla luce del sole. Dovette di colpo chiudere gli occhi, perchè la luce lo accecò. Cercò di aprirli lentamente, ma non vi riuscì ancora. Era come se i suoi occhi si fossero totalmente disabituti alla luce, quasi come quelli di un cucciolo che nasce cieco. Ma nel suo caso ricordava perfettamente di averli usati in passato, doveva solo riabituarsi alla luce. Tenendoli quindi rigorosamente chiusi continuò a sbracciarsi e liberarsi dalla terra attorno a sè, risalendo pian piano in superficie. Sentì chiaramente l'erba sotto le sue mani e sotto i suoi piedi. Era umida, fresca e gli riportava alla memoria i tanti voli fatti su una natura vergine e sconfinata, priva di influenza umana. Quando però riuscì pian piano a guardarsi attorno, parandosi dalla luce con una mano, ciò che vide lo stupì e quasi inorridì. La natura che ricordava era totalmente sparita. Ogni singola pianta che vedeva gli era estranea, come se fosse stato preso di peso e trasportato da tutt'altra parte rispetto a luogo dove aveva vissuto e combattuto. Era come ritrovarsi in un paesaggio alieno, con una natura selvaggia, strana e pericolosa, dalle molteplici e diramate forme. Non si sarebbe quasi stupito se di punto in bianco fosse spuntata fuori della selvaggina con molteplici occhi o caratteristiche più mostruose che animalesche. La sua natura dragonica gli imponeva di avere fierezza e coraggio, ma aveva imparato a dubitare di ciò che non conosceva. E soprattutto... il suo corpo dragonico non c'era più. Ricordava la trasformazione a cui era stato sottoposto prima della sua sconfitta, ma credeva che oramai essa si fosse esaurita. Invece conservava ancora quell' aspetto umano, in un misto di disgusto e tristezza. Detestava gli umani per ciò che avevano fatto alla sua famiglia e detestava quel corpo che si ritrovava, per quanto la sua chioma dorata e le "scaglie" sul suo braccio sinistro potessero farlo sembrare attraente agli occhi di qualcun altro. Eppure era il suo corpo e doveva conviverci. Avrebbe cercato di ritornare al suo aspetto originario, ma innanzitutto doveva far fronte alla situazione in cui si trovava.

    Ordunque... che posto è questo? Era solo, sporco di terra, sperduto in un luogo selvaggio che non conosceva... e senza un qualsivoglia vestito a coprire il suo corpo, ora umano. E, forse per via della sua natura dragonica che non prevedeva l'uso di vestiti, anche con una strana e potenzialmente problematica assenza di pudore...

    Edited by Palk - 13/3/2019, 01:35
  10. .
    Mi iscrivo!
  11. .
    Voto per il racconto di Ellaria. Mi piace come abbia voluto ampliare il background del pg, dandole maggiore identità e al tempo stesso conformando la cosa al tema natalizio del contest. Di certo non la invidio... con tutte quelle sorelle, guadagnarsi l'amore della madre deve essere dura xD
  12. .
    Vorrei far presente dei problemi con il reader del forum, che ultimamente dà spesso problemi aprendo altre schermate esterne al reader stesso mentre lo si consulta, che all'apparenza sembrano portare a siti poco sicuri. Lascio un esempio qui sotto:

    CODICE
    http://desktoptools.info/?rzi=1567349&rsz=1567349&rid=
  13. .
    Mi iscrivo^^
  14. .
    Ecco le prime 5 tecniche, Doom. Provvedo al diretto inserimento in scheda, come indicatomi.

    Flare
    Bahamut scaglia dalle sue fauci una sfera di fuoco al doppio della sua velocità. La sfera ha un diametro di 30 cm e si abbatte violentemente contro i nemici rilasciando un'esplosione conica nella direzione in cui è stata scagliata. L'esplosione si trasforma in un cono lungo e ampio 50 cm che non infligge danni da impatto né respinge, tuttavia la sua essenza incandescente permette di infliggere ulteriori danni ai bersagli che ne vengono avvolti, in quanto pura energia incandescente.
    Costo: 10

    Exaflare
    Una volta attivata, questa tecnica può essere sfogata dalle mani e dalle ali di Bahamut. Questa tecnica scaglia un numero variabile di piccole sfera esplosive ad una distanza massima dimezzata rispetto al normale e al doppio della velocità dell'utilizzatore. Ogni attivazione di questa tecnica aggiunge 1 sfera esplosive al conteggio, fino ad un massimo di 4. Le sfere possono essere scagliate anche non in linea retta, così da assumere un movimento parabolico o semicircolare, riuscendo perfino a tornare indietro o scontrarsi tra di loro vista la potenziale curvatura. Si tratta di una tecnica piuttosto versatile. Le sfere sono grandi 15 cm e quando impattano un bersaglio esplodono violentemente e raddoppiando istantaneamente le loro dimensioni. Dopodiché, l'esplosione si allarga ulteriormente fino a 50 cm avvolgendosi di un'aria incandescente che non infligge danni da impatto né respinge ma conserva l'energia pura del potere di Bahamut.
    Costo: 5

    Tempest Wings
    Questa tecnica può essere attivata solo sulle ali di Bahamut. Dopo che una di esse è stata irradiata di energia incandescente, deve muoversi di taglio simulando l'attacco di una lama. In questo modo, l'energia assume una forma tagliente che si scaglia verso la direzione in cui viene vibrato il colpo al doppio della velocità di Bahamut. La lama di fuoco sarà ampia 50 cm e colpirà con grande potenza, sfruttando il danno da usura come se fosse una lama affilata. Al momento dell'impatto con un bersaglio l'energia incandescente alle sue estremità si allarga violentemente raggiungendo l'ampiezza di 1 metro.
    Costo: 10

    Akh Morn
    Una volta attivata, questa tecnica può essere sfogata dalle mani, dalle ali e dalla bocca di Bahamut. La tecnica genera dei grumi di calore dal diametro di 30 cm caratterizzati da un movimento molto lento, quasi fluido, che si muoveranno al doppio della velocità di Bahamut per potersi schiantare a terra, senza infliggere molti danni. A quel punto potranno muoversi alla stessa velocità di Bahamut lasciando solchi vistosi nel terreno. A comando di Bahamut, quelle masse energetiche esploderanno verso l'alto generando un'esplosione semisferica dal diametro di 1,5 metri, proiettando poi verso l'alto una colonna di fuoco incandescente dello stesso diametro ma che si prolunga verso l'alto fino a 5 metri. Ogni attivazione di questa tecnica genera un grumo diverso.
    Costo: 5

    Dalamud
    Bahamut genera dal suo petto una sfera di energia incandescente dal diametro di 50 cm. Questa potrà muoversi solo alla metà della velocità di Bahamut e non infligge nessun tipo di danno da impatto, tuttavia se toccata può comunque infliggere potentissimi danni da fuoco. Mentre questa sfera è in campo, ogni volta che viene attivata una tecnica si carica di energia incandescente, come se fosse un Crisis Core esterno. Se viene danneggiata e distrutta, i Crisis Core al suo interno vengono immediatamente riassorbiti nel corpo di Bahamut. Se non viene distrutta, una volta arrivata al massimo dei Crisis Core, potrà essere riattivata al costo energetico raddoppiato, come se fosse stata appena generata, per essere scagliata verso un bersaglio al doppio della velocità di Bahamut. All'impatto col bersaglio o a comando di Bahamut, la sfera esplode generando una detonazione di 5 metri di diametro che si estende per altri 5 metri diffondendo un'ondata di puro calore.
    Costo: 5

    Edited by Palk - 25/12/2018, 18:45
  15. .
    Richiesta acquisti per Bahamut:

    CITAZIONE
    Acquisti in HF Credits:

    HF Credits Posseduti: 400

    Acquisti:
    • Pack di Soul Point piccolo x3
    Acquistabile solo ed esclusivamente con gli HF Credit. Aumenta la propria riserva di Soul Point di 50 unità.
    Limite di acquisti: 3
    Costo HF Credit: 20

    • Pack di Soul Point medio x2
    Acquistabile solo ed esclusivamente con gli HF Credit. Aumenta la propria riserva di Soul Point di 100 unità.
    Limite di acquisti: 2
    Costo HF Credit: 50

    HF Credits Spesi: 160
    HF Credits Rimasti: 240

    CITAZIONE
    Acquisti in Soul Points:

    SP Posseduti: 120 + 350 (pack) = 470 SP

    Acquisti:
    • Primo stadio del potere
    Acquistando questa abilità sbloccherete il primo stadio del vostro potere speciale. Senza di essa il vostro potere resterà bloccato fino a che non l'acquisterete e non potrete fruire di nessuno dei suoi benefici in combattimento.
    Richiede: Livello 1
    Costo: 10 Soul Point

    • Tecniche di livello 1 x5
    Per poter creare le tecniche di livello 1 avete bisogno del primo stadio del potere e di acquistare più di una volta questa abilità. Ogni volta che acquisterete questa abilità avrete diritto a creare una nuova tecnica da sottoporre al giudizio del master.
    NB: Dopo aver acquistato il numero massimo di tecniche per questo elemento, è possibile acquistarne ancora per poter cancellare una tecnica che non si reputa più utile e sostituirla con una dello stesso livello. Non sarà possibile farlo se la tecnica è la base di altre tecniche.
    Richiede: Livello 1
    Limite di acquisti: 5
    Costo: 25 Soul Point --> 125 SP

    Tutte le abilità fisiche al 2 --> 90 SP
    Tutte le abilità fisiche al 3 tranne il Charge --> 240 SP

    Soul Points spesi: 465 SP
    Soul Points restanti: 5 SP
2760 replies since 27/6/2007
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