Posts written by BOLSHAK VS DOOM

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    Si sentiva un pò malvagio ad assecondare Nariko in quella tortura, dove assieme avrebbero domato Syndra e la piccola impertinente sarebbe stata umiliata e rimessa al suo posto nella maniera più perversa possibile. Però, al tempo stesso... gli piaceva. Adorava la loro complicità, in particolare amava assecondare i perversi desideri di Nariko. Era proprio come quando combatteva per lei, per proteggerla e aiutarla, non solo per salvare il mondo intero ma per stare al fianco delle sue amate streghe. Era davvero tutta un'altra cosa e nessun rapporto fisico poteva eguagliare quell'esperienza. Forse era anche per questo che finivano sempre per tornare a cercarsi, in qualsiasi caso. Questo gli diede la giusta volontà per non assecondare i capricci di Syndra, tenendola stretta anche quando provava a dimenarsi, anzi schiacciandole addosso i suoi muscoli con maggiore determinazione quando ci provava. Era la sua prigioniera, non l'avrebbe lasciata andare, Incrociò le braccia in modo che entrambe le mani fossero dietro la nuca di Syndra, bloccandola in una chiave articolare degna di questo nome, era la loro bambolina a quel punto e Nariko poteva disporre di lei come voleva. Iceringer si eccitò nel vederle mentre si provocavano a vicenda, quei baci mai dati facevano fremere la verga del ragazzo come se fosse pronto a penetrarla in qualsiasi momento, e quando finalmente lo sguardo di Nariko fu tutto per lui, ci andò maledettamente vicino. Syndra poté sentire la cappella del guerriero salire ed eccitarsi sempre di più man mano che quel bacio si consumava. Nariko non trovò la bocca del suo amato impreparata, anzi era giusto dire che mentre lei provocava Syndra, lui era rimasto in attesa come se in fondo ci sperasse che sarebbe toccato prima a lui. Con passione si fiondò su di lei, tenendo la presa su Syndra salda, divorando quelle labbra irresistibili come se fosse l'ultima volta che si baciavano. Un conto era la riconciliazione, ma il bacio perverso che si scambiavano nei momenti più vogliosi e perversi era tutta un'altra cosa. Nariko sapeva come infiammare il suo amato campione e lui non poteva deluderla in certe situazioni. La baciò leccando la lingua il più possibile, assaporandone la mostruosità senza sacrificare la morbidezza delle sue labbra. Amava quella nuova forma ma le cose strane nel loro rapporto non erano di certo una novità. si era innamorato anche e soprattutto della magia che solo Nariko poteva donargli. Quel gioco perverso di provocazioni però non aveva effetto solo su Syndra, e anche Iceringer stava iniziando a diventare impaziente, visto che le sue dita avevano assaporato a fondo quel buchino impaziente che lo provocava, e adesso ne voleva un assaggio più intenso. pregava mentalmente che Syndra cedesse il prima possibile per potersi finalmente sfogare su di lei, ma l'attesa conciliò il piacere alla perfezione perché aveva trasformato la verga avvolta da fiamme spettrali del campione in un vero e proprio monolite perverso. Appena Syndra cedette, bastò uno sguardo di complicità con Nariko per capire che quello era il momento giusto: Iceringer non si limitò a penetrare la loro vittima, ma si strinse verso Nariko il più possibile in modo che quel momento diventasse un abbraccio perverso con tutti e tre allo stesso momento. Appena la impalò, sentì chiaramente Syndra giungere ad un potente orgasmo liberatorio, mentre lui e Nariko si contendevano lo spazio dentro di lei, riempiendolo completamente da entrambe le parti, facendole sentire quanto fossero eccitati. Deciso a non limitarsi alla loro vittima, Iceringer iniziò a pulsare più forte che poteva, gonfiando ritmicamente la sua verga in modo che Nariko potesse sentirla attraverso la carne che separava i due orifizi, e fissava la sua amata strega negli occhi mentre compiva quella perversa danza.
    Ti sento... voglio farti godere anche così...
    Disse con la voce spezzata dal piacere mentre fissava Nariko dritta negli occhi, passando subito ai fatti: non poteva penetrarla, ma col movimento della sua verga gonfia e pulsante di energia spettrale, poteva stimolare la verga di Nariko attraverso il corpo di Syndra, schiacciandola in una morsa perversa, con movimenti netti e decisi, pulsando con la cappella così forte che entrambe le streghe lo avrebbero sentito. Di contro, Syndra avrebbe percepito chiaramente una stimolazione molto più attenta e ponderata rispetto al mero sesso anale, qualcosa che nessun altro oltre ad Iceringer in quelle situazioni poteva donarle, perché lui era l'unico abbastanza determinato da far godere due streghe all'unisono con un cazzo soltanto.
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    Thresh pensava che fosse un'idea rischiosa non perché difensivamente fallace, ma perché stavano chiaramente confessando ai loro nemici che avevano centrato il punto, e di sicuro il loro bersaglio sarebbe stato all'interno della ristretta cerchia "difesa" dal ritiro. Quindi sarebbero stati messi meglio a livello difensivo, ma avrebbero concesso ai cacciatori informazioni preziose. In confronto a una scuola intera dietro cui nascondersi, pochi eletti in ritiro sportivo era molta meno gente da gestire. Ma non condivise con lei quel pensiero, forse ci sarebbe arrivata da sola.
    Tarabas non mi fa paura, ma penso che potrebbe rivelarsi una bella scocciatura. E in situazioni come queste è meglio avere ogni vantaggio possibile.
    Lo disse con naturalezza. A differenza di come Tarabas vedeva Thresh, il non morto considerava lo scrittore una mera distrazione, un disturbo trascurabile che prima o poi avrebbe dovuto sistemare una volta per tutte. Non gli dava molto peso, ma pensava di poterlo sfruttare a suo vantaggio, eventualmente, quindi non valeva la pena toglierlo di mezzo prematuramente. Sebbene fosse chiaro che l'organizzazione in mano a Thresh non avrebbe fatto altro che creare situazioni strane per Sae, la donna decise di affidarsi a lui, per stavolta. Una scelta che si sarebbe rivelata oltremodo saggia in futuro, visto che Sae ne avrebbe raccolto i frutti. Seppur entusiasta e impaziente, Thresh la lasciò andare senza aggiungere altro, limitandosi a mostrarle un sorriso fin troppo entusiasta. Avrebbe davvero voluto comunicare la buona nuova a Nefertiti per iniziare a pianificare le loro prossime mosse, ma sapeva che per il momento sarebbe stata in compagnia di Morgana, quindi per l'ennesima volta si trattenne. Ah, che destino malaugurato... non poteva far altro che aspettare a quel punto!
    Quando Sae tornò nella sala d'attesa, i ragazzi erano già andati via per riportare Morgana a casa, Banner era impegnato con i documenti da sbrigare ma di sicuro non sarebbe stato difficile tornare a casa con i mezzi. Mike aveva inviato un messaggio a Sae dicendole che dopo aver riaccompagnato Morgana avrebbe pensato lui ad Aurora, e che quindi poteva stare tranquilla. Le chiese soltanto di farsi sentire appena le acque si sarebbero calmate, così da potersi ricongiungere. Nella sala d'attesa era rimasto solo Marcus, come se sapesse benissimo che Sae voleva parlargli. Se ne stava con le mani incrociate dietro la nuca in una posizione quasi distesa su una di quelle poltroncine attaccate al muro, in attesa. Appena la professoressa tornò, incrociò subito lo sguardo con lei

    Perché hai deciso di rifiutare l'aiuto di mio padre? Non è una buona idea... rifiutare il suo, significa accettare quello di Carnovash, e questa è un'idea anche peggiore. Sono sicuro che ti ha già fatto del male... ne ho la sensazione, e io non mi sbaglio mai. Non riesco a capirti.
    Anche se manteneva una certa freddezza e inespressività, Marcus non sembrava volerla accusare. Le sue domande erano sincere: non riusciva a comprendere il comportamento di quella donna, per qualche motivo sfuggiva ad ogni sua logica e ne era perplesso. Oltretutto, era comprensibilmente preoccupato perché dare fiducia a Thresh avrebbe ostacolato non di poco i piani di suo padre. Era deciso ad affrontare l'insegnante su quel punto di vista, e probabilmente avanzare richieste o altri argomenti non sarebbe servito senza prima chiarire quel punto principale.
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    Metallaro? Ma a me piacciono i Linkin Park. Questo avrebbe voluto dirle, ma la situazione non lo permetteva di certo. La mente di Thresh era completamente assorbita da quell'espressione persa e quasi ubriaca di Sae, era impaziente di vederla scivolare nella lussuria più totale fino a che non l'avrebbe ridotta come nel loro ultimo incontro. Ma su una cosa quella donna aveva ragione: dovevano essere pazienti e non strafare, agire con cognizione di causa, quindi decise di lasciarla andare. Per il bene di entrambi, s'intende, non perché era lei a spingerlo. Fosse dipeso per i deboli polsi di Sae, quei pettorali d'acciaio sarebbero rimasti addosso a lei fino al mattino seguente, probabilmente.
    Oh... l'idea del ritiro sportivo è rischiosa, ma mi piace.
    Disse mentre si portava le dita intorno al mento, considerando con un sorrisetto perverso ogni possibilità che si sarebbe creata in un contesto simile. Il ghigno malefico e lussurioso di Thresh divenne sempre più evidente man mano che quella spettrale corazza spariva dal suo corpo, riportandolo ad uno stato più "mortale" e meno inquietante. Per quanto questo fosse possibile.
    Se è vero che ci stanno braccando, allora il ritiro sembrerà a tutti gli effetti una trappola, o una ghiotta occasione, in base a quanto sono svegli o frettolosi. In ogni caso sarà una buona occasione. Quello sarà il momento migliore per accrescere i tuoi poteri, quindi fino ad allora mi tratterrò. So esattamente a chi chiedere per aiutarci ad organizzare la cosa nella maniera migliore possibile, lascia fare a me. Ma anche tu dovrai fare la tua parte.
    Man mano che l'intenso potere della lanterna si attenuava, Sae riprendeva respiro proprio come la stanza che li circondava. L'influenza di Thresh stava diminuendo ma questo non era necessariamente un bene perché dopo quell'intenso bacio il suo corpo si era risvegliato: un potente brivido stimolava i suoi capezzoli e il suo ventre, quella meravigliosa fame si era risvegliata, non violenta e aggressiva come le altre volte ma presente, una voglia trascurabile ma difficile da ignorare, come la pizza il mercoledì. Il non morto portò le braccia dietro la schiena e la sua lanterna si riposizionò penzoloni sulla cinta.
    Se Tarabas è sulle mie tracce di sicuro vorrà venire a rompere le scatole, cosa che non possiamo permetterci per ora. Ma puoi assecondare quello che è successo oggi: il suo pargoletto sembra abbastanza affiatato con la causa, se lo convinci che può convincere suo padre a lasciarlo andare come "spia" senza la necessità che venga lui, sarà una piccola vittoria per noi.
    Alzò lo sguardo verso l'alto, assumendo un'aria molto più seria.
    Se sarò impegnato con te e i ragazzi, mi servirà tutto l'aiuto possibile per fare la guardia... temo che non potrò lasciare Dalamadur a fare la guardia alla tua casa. Dovrai procurarti una babysitter molto affidabile per la tua bambina. Lasciarla solo con i nonni sarebbe rischioso, visto l'andamento delle cose. Sono sicuro che Banner accetterà molto volentieri di farti questo piacere...
    Sae capì subito che Thresh aveva fatto i compiti: non solo sapeva che Sae lasciava la sua bambina dai nonni quando serviva, segno che di sicuro l'aveva pedinata o aveva fatto in modo che qualcuno lo facesse per lui, ma si stava anche assicurando di allontanare tutti gli eventuali scocciatori che potevano rendere quel piano più complicato e mettergli i bastoni tra le ruote. Ovviamente, al di fuori di quanto preoccupante e inquietante fosse la cosa, non aveva tutti i torti: se Tarabas voleva acciuffare Thresh, perdere il sostegno del non morto a metà della "battaglia di logoramento" significava condannare Sae e i ragazzi alle fauci di quei lupi, e Banner aveva dimostrato più volte di disprezzare i metodi del non morto, quindi di sicuro avrebbe insistito per fare a modo suo in questa situazione. Ancora una volta, paradossalmente, Thresh era il miglior alleato di Sae. Le stava chiedendo di togliere di mezzo tutti i disturbatori e non ci stava neanche provando a tenerlo nascosto. Perché avrebbe dovuto, in fondo? Thresh aveva sempre giocato a carte scoperte, e per qualche ragione l'istinto suggerì a Sae che se davvero volevano attirare in trappola i lupi e concedere ai ragazzi la loro meritata vendetta, doveva assecondarlo.
    Io mi occuperò dei preparativi. Domattina ti presenterò il piano completo. Ci divertiremo, te lo assicuro...
    La scintilla maligna che si accendeva nello sguardo di Thresh mentre i diabolici ingranaggi nel suo cervello si mettevano al lavoro era senza ombra di dubbio la parte più inquietante della sua personalità. A quel punto provare a imporsi sarebbe stato del tutto inutile, visto che quel non morto sembrava aver già organizzato tutto nella sua testa.
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    C'era ancora incertezza nel suo cuore, ma la carica non le mancava, e questo era più che sufficiente. La risposta per quanto stizzita compiacque Thresh, che sorrise tanto con le sue labbra quanto con quel ghigno scheletrico e diabolico, accorciando le distanze con lei più di quel passo indietro che Sae aveva cercato di lasciare tra di loro. Si piegò in avanti così che davanti al campo visivo di Sae non ci fosse altro che il suo mostruoso faccione, invitandola a fissarlo negli occhi. Irradiati di quel potere, erano ancora più terrificanti di prima.
    Ora sì che mi piaci...
    Thresh allargò il braccio che impugnava la falce, e più il braccio si allargava, più l'arma diventava grande, trasformandosi in un vero e proprio artiglio che circondò i fianchi di Sae e la trascinò verso di lui. Per qualche ragione, la lama dell'arma non la tagliò minimamente, neanche i vestiti finirono danneggiati, quell'arma sembrava fatta per toccare ben altro rispetto alla carne e Sae lo capì subito appena toccò il ventre del non morto col suo, sentendo immediatamente l'energia delle Lanterne che si sprigionava davanti a lei. Poteva prendersi tutti i contentini che voleva, aggrapparsi a Mike il più possibile, buttare giù quante più pozioni le andava, ma niente sarebbe stato paragonabile a quell'energia pura, presa direttamente da una fonte così intensa da sembrare irreale. E Thresh non era ancora neanche eccitato, non stava nemmeno provando a sfregarsi, al massimo la provocava, obbligandola ad un mostruoso casquè per non ritrovarsi la sua faccia mostruosa dritta sulla bocca. I piercing sui capezzoli avrebbero iniziato a vibrare, dandole pulsioni di energia intense, un piacere perverso, osceno e instancabile che accese direttamente il ventre della donna come se potesse farla eccitare a comando. Ma dallo sguardo di Thresh si capiva che non era qualcosa di suo, anzi sembrava sorpreso e compiaciuto di quel risultato, banalmente era una reazione prevedibile al legame che avevano stabilito, e quanto gustosa fosse per una come lei l'energia intensa di un simile mostro.
    Confesso che avrei preferito non tentarti, tenerti al sicuro, lasciandoti come risorsa occulta mentre potevamo creare uno specchietto per le allodole, ma visto che ci tieni a fare da esca perché no... faremo entrambe le cose contemporaneamente. Daremo la caccia a questa minaccia e al tempo stesso la attireremo su di te. Ma per farlo dovrai diventare più di così. Avrai bisogno di molta, moltissima energia... e io so esattamente dove fartela ottenere.
    A quel punto l'avrebbe forzata in un bacio osceno, perverso, quasi violento, un richiamo lussurioso alla quale difficilmente avrebbe potuto sottrarsi per colpa della forza di Thresh e quel richiamo che la stava già mandando in tilt. Il professore però non fu affatto bestiale, anzi si sforzò di darle un bacio degno di questo nome, tanto impaziente quanto succulento. La lingua calda del non morto avrebbe cercato la sua in una spirale di piacere, il solo scambio di saliva mentre cercava di leccarle via ogni traccia di esitazione era un sogno. La mano del non morto, quella libera dalla falce, si perse tra i capelli dietro la nuca di Sae per baciarla intensamente, tirandola a sé con fare possessivo impedendole di sottrarsi. Il bacio le trasferì una grande quantità di energia, abbastanza da risvegliare i suoi istinti e i suoi poteri. Voleva darle un assaggio di cosa la aspettava, così che non si sarebbe persa in pensieri inutili al termine di quella giornata. Si sforzò di lasciarla andare solo quando fu certo di averla ubriacata col suo potere, e anche dopo essersi staccato da lei rimasero vicini, incollati, così da completare quel discorso.
    Non ci sono solo io a scuola... mi assicurerò che tu abbia l'energia più pura che la nostra squadra possa offrirti... e tu la darai ai MIEI ragazzi, così da renderli più forti. E se farai un buon lavoro allora forse saranno i NOSTRI ragazzi. Tu non vuoi essere come Banner, tu vuoi essere come me. Lui è un maestro... io... sono una GUIDA! Apprenderai la differenza... lo farai... Mein Kleine Sae...
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    Aveva davvero a che fare con una ragazzina, allora? Maledizione, in certe situazioni era indistinguibile da una delle sue studentesse, anzi... ad essere onesti, Thresh vedeva in lei qualcosa di molto simile a Nefertiti, che non si considerava speciale e anzi tutto quello che le era capitato era una maledizione, una scusa per gli altri così da poterla maltrattare, torturare e gettare in un inferno senza senso. Paragonarla alla sua diletta fu l'unica cosa che permise a Thresh di distendere i nervi e risponderle in maniera pacata, pur mantenendo uno sguardo severo e un tono di voce alto, per farle capire che quei concetti dovevano entrarle in testa, con le buone o con le cattive.
    No, prima di trovare il cubo eri semplicemente un pesciolino che provava ad arrampicarsi su un albero... fino a che non hai trovato il mare, non hai mai usato DAVVERO i tuoi poteri. Sei sempre stata speciale, ma non ne hai mai avuto bisogno. Come pensi che si sviluppino i poteri nei combattenti? Ti sembra un caso che i guerrieri più forti siano nati da traumi, tragedie e campi di battaglia ridotti in cenere? I poteri rispondono alla volontà, e tu non hai mai avuto bisogno di esercitare la tua volontà, almeno fino ad ora. Per questo sei sempre stata "Normale", dal tuo punto di vista. Ma è falso, e prima lo accetti, prima tutto questo inizierà ad avere un senso.
    Fece una breve pausa, per assicurarsi di aver mandato il giusto messaggio. Lo sottolineò, per farle capire che era inutile continuare con quei piagnistei se prima non capiva il suo ruolo all'interno della storia:
    Prima lo farai, prima sarai in grado di fare qualcosa per proteggerli...
    A quel punto si allontanò da lei, aveva capito che starle troppo vicino serviva solo a farle tremare le gambe e per quanto si divertisse a terrorizzarla in quel momento aveva bisogno che Sae fosse quanto più lucida possibile. Allargò il palmo della mano rivolgendolo verso il basso all'altezza del suo fianco. La lanterna lo raggiunse, levitando, iniziando ad accendersi di quel tetro e inquietante bagliore verde lasciando alle spalle del non morto una scia tenebrosa e spettrale. La sollevò di più portandosela verso il petto, ribaltando la mano che adesso rivolgeva il palmo verso l'alto, come se stesse tenendo un'eterea fiamma verde sopra di sé.
    L'energia delle Lanterne è sublime, assai superiore a qualsiasi altro metodo di potenziamento energetico. Non serve essere uno di noi per rendersene conto. Ci sono creature particolari che riescono ad incanalarla alla perfezione... corpi seducenti capaci di trasformare questo caos in una forza raffinata... una vera delizia per gli occhi, te lo assicuro.
    Parlarle delle streghe di Umbra era una pessima idea, e non aiutava minimamente la loro situazione, ma ogni volta che ripensava a quelle donne rimaneva incantato, quindi la mente vagava inevitabilmente. E la cosa non valeva solo per loro: una volta che la conosci l'energia delle lanterne è unica e maledettamente riconoscibile, perfino Sae doveva rendersene conto: ne era stata affascinata in prima persona.
    Tuttavia, concordo con te: in questo caso specifico è estremamente probabile che sulle tue tracce ci siano altri seguaci del Labirinto. Non ti sei scordata di quello che ti ho detto a proposito del Guf, no?
    Si voltò lentamente verso di lei, lasciando che la Lanterna lasciasse il palmo della sua mano ed iniziasse a volteggiare come uno spettro. Il fumo intorno ad essa iniziò a condensarsi, assumendo le fattezze di una figura femminile. Prima solo vaga, poi chiaramente prese l'aspetto di Sae, completamente nuda e interamente colorata di verde, con la lanterna che le pendeva dal collo come un collare, e che si muoveva in maniera sensuale come se stesse facendo uno spettacolo di striptease. Tra quella figura spettrale e la vera Sae c'era una sorta di "Muro invisibile", uno specchio spettrale sulla quale la finta Sae si stava sfregando mettendo in mostra le sue forme.
    Immagina questo... è tutta la vita che guardi il Guf da lontano, come se fosse la torre più alta della tua città, dentro la quale sai che non entrerai mai... e puf, all'improvviso compare questa tizia uscita fuori dal nulla che schiaccia le sue tette e il suo culo sopra al Guf, vicinissima come mai nessuno prima, il tutto mentre ti mostra la lingua come se volesse prenderti in giro. E' difficile da non notare.
    Thresh diede una pacca sul culo allo spettro e questo scomparve tornando ad essere semplice fumo spettrale intorno alla sua lanterna. La luce riflessa sulle pareti di quell'inquietante strumento proiettò quelli che sembravano occhi scarabocchiati suoi muri, e più Sae li guardava, più diventavano grandi.
    Non ti hanno trovata ma... ti hanno sentita. Forse non l'hai fatto di proposito, ma è successo. Ti è caduto un bicchiere di cristallo dentro una stanza buia e silenziosa, e adesso tutti stanno cercando di capire da dove veniva quel frastuono, perché il suono era vicino come non mai al Guf, e tutti vogliono il Guf.
    Spiegarle nel dettaglio cosa significasse questo concetto era solo una perdita di tempo, l'importante era farle capire di preciso l'entità della situazione.
    Se lo chiedi a me, in ogni caso, era inevitabile. Nulla succede per caso. Questo era il tuo destino fin dall'inizio, probabilmente se non fossi finita in questa situazione non avresti neanche avuto la possibilità di salvare tuo marito e ti avrebbero divorata in letto di morte appena la tua anima sarebbe spirata. Quel debole corpo che disprezzi è una bella protezione dagli spiriti maligni, altroché. Non ne hai neanche idea. Ma adesso le cose sono diverse: qualcuno o qualcosa ti ha dato la possibilità di fare la tua mossa, di comprendere tutto questo. Forse non nel modo che ti piace, ma in quello che è necessario. Adesso però, basta con le congetture. Passiamo piuttosto all'azione.
    La lanterna smise di volteggiare in giro e tornò di fianco a Thresh. Il non morto spalancò la mano destra verso di essa e immediatamente il fumo iniziò a convergere verso di lui, partendo dall'arto disteso. La mano iniziò a ricoprirsi di una corazza ossea spettrale, il cappotto ne venne coinvolto e divenne più mostruoso e diabolico, mentre la testa si accendeva di una densa fiamma verde che circondò la sua faccia assumendo poi le fattezze di una maschera ossea inquietante. In quello stato il suo volto umano era a malapena visibile, e Sae avrebbe avuto l'impressione di parlare con un vero e proprio mostro.
    Ecco cosa farò io... ho intenzione di dare la caccia a chi si è messo contro di noi... la mia adorata Nefertiti non mi perdonerà mai se non gli darò un collo in cui affondare i denti... e non vedo l'ora di lasciarglielo fare.
    C'era una perversa eccitazione in quelle parole, Sae poteva sentire il suo brivido e se anche lei ardeva solo un pò di sete di vendetta, sarebbe stata contagiata da quell'eccitazione, almeno un pò. Thresh a quel punto sollevò anche l'altra mano, che teneva l'estremità opposta della catena della sua lanterna: stringeva tra le mani un falcetto verde, un'arma tanto affilata quanto inquietante che ora stava puntando verso di lei, con aria quasi minacciosa.
    Pertanto farò tutto ciò che è in mio potere per riuscire a trovarli. E se fallirò mi servirò di te. E se non vorrai farlo di tua iniziativa allora... mi assicurerò che tu abbia un buon motivo per farlo, stavolta. Non fraintendermi... solo perché non faccio questo genere di cose, non significa che tu non faccia bene a temermi, Sae. Fino ad ora siamo stati alleati, ti ho fatto una promessa e intendo mantenerla, ma ti ho anche già spiegato come funziona la scala delle mie priorità: i miei ragazzi vengono prima di ogni altra cosa. Quindi se devo far stridere il nostro contratto per aiutarli non sarai tu ad avere la precedenza, sappilo.
    Non era una minaccia, era qualcosa di più subdolo. La stava mettendo alla prova. Non voleva spaventarla e basta, non avrebbe avuto senso. Voleva vedere piuttosto quanto anche lei fosse davvero coinvolta in quella situazione. Quanto era "DAVVERO" una brava persona. Se anche lei poteva lasciarsi affascinare dalla sete di vendetta, dal potenziale del suo potere, e da cosa poteva fare quando invece di fare la vittima si trasformava invece nella carnefice. Abbassò il falcetto a quel punto, senza spegnere la trasformazione, ma assumendo un tono più pacato e... complice.
    Oppure puoi stare dalla mia parte di tua spontanea iniziativa. Puoi decidere che sei stanca di fare la persona normale intrappolata in questo bosco oscuro... puoi smettere di essere il fiammifero che ha paura di spegnersi ad ogni fiato, e fare DAVVERO qualcosa per i MIEI ragazzi, qualcosa che li renda altrettanto TUOI. Sappi solo che questa non è una battaglia che si può vincere con le chiacchiere. Questa è l'oscurità... l'oscurità vera. Non ti hanno chiesto gentilmente la strada per il Guf... hanno deciso di prendersela aprendo il culo di una delle tue studentesse, e probabilmente faranno lo stesso, ancora e ancora... prima con Mike... poi magari con te... e poi chi lo sa, con tua figlia. Sei disposta ad aspettare che succeda... o vuoi fare la tua schifosa parte per una volta?
    Sapeva che la stava mettendo all'angolo, ma era elettrizzante. Sae doveva rendersi conto che ogni volta che aveva mantenuto le distanze, era stata cauta e pacata, le cose non avevano fatto altro che peggiorare o sfuggire al suo controllo. Doveva convincerla che doveva prendere l'iniziativa, solo quello sarebbe stato il passo deciso verso l'oscurità che Thresh tanto desiderava. Uno solo... non chiedeva altro.

    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 16/2/2024, 14:09
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    Nel sentirla di nuovo imprecare come se volesse litigare alla stregua di una ragazzina, Thresh socchiuse gli occhi scuotendo il capo con aria arresa. Quella donna ci teneva davvero un sacco a fargli sapere quanto lo odiava, il non morto iniziava a pensare che quelle dimostrazioni di disprezzo erano oramai diventate praticamente una questione di principio per lei, più che una sua effettiva colpa. Ammesso che ne avesse mai avuta.
    Non ho detto che me ne resterò con le mani in mano... adesso smettila di essere infantile e continua.
    La liquidò con poco, senza troppe spiegazioni. Non sentì il bisogno di giustificarsi di fronte ad un comportamento del genere. Lasciò che gli spiegasse la situazione e lui, pur restando immobile, viaggiò con lo sguardo cercando di ponderare ogni possibilità. Incrociò di nuovo gli occhi con lei quando si sentì accusato di essere dietro a tutta quella storia e non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risatina divertita mentre scuoteva il capo oramai arreso.
    Ahhh... che umiliazione. Pensavo mi vedessi come un oscuro emissario di chissà quale grande male ultraterreno, invece scopro che mi consideri un pagliaccio manipolatore, alla stregua di qualche santone a capo di una setta coi capelli gellati e l'abito firmato. Che caduta di stile...
    Quella risatina malefica si incrinò ad un certo punto, Sae per un momento percepì un malevolo istinto da parte sua, forse si era trattenuto all'idea di prenderla per il collo e farle rimangiare quello che aveva appena detto. Ma non si scompose, mantenne il controllo, non era un tipo violento come tutti potevano dipingerlo ma a volte i pensieri intrusivi sono difficili da nascondere. Tornò serio e soprattutto tornò a guardarla, ma con un'aria chiaramente diversa rispetto a prima: più che adirato nei suoi confronti... sembrava provare pena verso di lei. Mentre parlava, si avvicinava e gradualmente si piegava verso di lei, avvicinandosi col volto a quello della donna.
    Non me la predo... hai bisogno di un capro espiatorio, in tutto questo, giusto? Accusi me perché sai che se ne avessi avuto l'occasione, non saresti abbastanza forte per proteggere Morgana da un rapimento. Sai che i nostri ragazzi sono finiti in mezzo perché hai deciso di fare di testa tua, e invece di fidarti della via semplice hai iniziato ad aprire ogni singola porta che ti appariva davanti, alla ricerca di una soluzione che... "facesse meno schifo". Sei mortificata perché sai benissimo che facendo compiere la seduta a Mike, hai messo lui in mezzo. La trappola era per te... ma hai usato il suo bel faccino giovane per farla scattare. Se davvero ci fossi io dietro tutto questo... non saresti molto diversa da me, Meine kleine Sae...
    Anche se si concesse il tempo di un ampio e malefico sorriso, non le concesse il tempo di replicare, afferrandola per le guance con la mano destra in modo che non potesse distogliere lo sguardo da lui, costringendola a fissarlo negli occhi mentre raggiungevano il sugo della questione.
    Ora voglio condividere con te i miei pensieri e i miei piani, dicendoti esattamente come ho intenzione di risolvere la situazione, ma prima di ogni altra cosa devo avanzare una piccola richiesta... bada bene, lo sto chiedendo con la massima gentilezza che mi è concessa in questa situazione, pertanto ti prego di ricambiare il mio garbo...
    La teneva immobile, ma non la stringeva, non per farle male ma per obbligarla a mantenere il contatto visivo. Gli occhi di Thresh, così vicini, non avevano proprio niente di umano. Sembravano finestre terrificanti su un cosmo oscuro, ammaliato da una luce tetra impossibile da comprendere, tanto terrificante quanto irresistibile. Dentro di essi si poteva percepire tutto il suo malsano potere, e le sue oscure intenzioni.
    Smetteresti, gentilmente, di fingere di essere una qualunque? Abbiamo già appurato che sei in grado di vedere ben al di là di una persona del mio calibro... sei capace di risvegliare e potenziare i poteri degli altri, i tuoi viaggi astrali ti permettono di attraversare le dimensioni, e come se questo non fosse straordinario di per sé, puoi anche tornare senza problemi da posti in cui di solito non c'è ritorno. I manufatti magici reagiscono in maniera assurda a contatto con i tuoi poteri, a dir poco imprevedibile, la Configurazione del Lamento (il cubo) ti serve e ti riverisce invece di consumarti. Gli affamati ti bramano... i ricchi ti invidiano. Tu non sei una moglie disperata con in mano il manifesto di suo marito scomparso... tu sei un faro al centro dell'oceano più oscuro del mondo, un mare pieno di navi perdute... colme fino all'orlo di corsari. Prima capirai questo... prima sarai capace di proteggere i MIEI ragazzi.
    Solo a quel punto la lasciò andare. La sua sedicente mediocrità non aveva valore per Thresh. Non gli importava che fosse fedele a lui, o una preziosa alleata, quello che voleva disperatamente da lei era che accettasse il suo ruolo in quella storia. Non era inciampata su una porta magica, era il punto di svolta che aveva dato il via a tutto e il suo fingere di essere una dei tanti finita lì per caso era un modo per lavarsene le mani dal punto di vista di Thresh, un comportamento deprecabile inferiore anche al rapire una ragazza e violentarla.
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    Sae era decisa a collaborare, ma non sembrava aver intenzione di assecondarlo se prima non capiva quanto Thresh potesse essere affidabile. Evidentemente si aspettava di tirare fuori qualche informazione da ciò che gli avrebbe detto, e il non morto capì che stavano seguendo la stessa identica linea di pensieri. Si voltò di più, mostrandole un sorriso compiaciuto. Adorava vederla pragmatica e lucida quando non metteva in mezzo i suoi inutili pensieri da mammina preoccupata. Una simile battaglia non poteva essere affrontata senza il giusto pragmatismo.
    L'ho capito cosa ti frulla nella testa... ci ho pensato anche io, sai? Una bella coincidenza che tutto questo sia successo proprio mentre non ero presente. Ma credo che tu l'abbia capito oramai, no? Niente succede per caso...
    Stava chiaramente aggirando la domanda, e sapeva che Sae non l'avrebbe assecondato senza una risposta. Ci teneva solo a farle capire che le sue deduzioni non solo erano corrette... ma anche completamente inutili. Se qualcuno le stava dando la caccia era ovvio che poteva contare su una preparazione invidiabile. Scovarlo con le congetture era uno sforzo inutile.
    Sono stato ad Alagadda... una persona aveva bisogno del mio sostegno. Magari un giorno te la presenterò, ma non credo tu sia pronta ad incontrarla. Sappi solo che io non proteggo solo i ragazzi chiusi tra le mura della Sapienza.
    Come al solito Sae non riusciva a leggere la sua anima come chiunque altro, ma quella conversazione aveva un sapore particolarmente insolito, qualcosa alla quale Thresh non si avvicinava molto ma che Sae avrebbe trovato stranamente familiare. Era... istinto paterno? Uno come LUI? Impossibile... eppure dannatamente simile. Sae non poteva sapere che Thresh aveva una grande schiera di figli, e quasi nessuno restava calmo nella sua casetta a non far danni. Anzi, l'esatto opposto... ma per lei quel discorso era decisamente troppo prematuro.
    E visto che c'ero ho sistemato anche altri affari... ma parlare delle mie gite nel Labirinto come se fossero commissioni da sbrigare nel tardo pomeriggio è tanto assurdo quanto inutile. Se sono vago è solo perché questa informazioni non ti servono, non perché voglio mentirti. E quello che interpretano i miei ragazzi lo penso davvero: non ho intenzione di costruire nessuna gabbia dorata. Li proteggo, è vero, ma non sono un pastore né un tiranno. Quello che è successo a Morgana non è una tragedia... è un miracolo. Poteva andare molto, molto peggio, ma evidentemente anche per i suoi predatori ucciderla era una pessima idea. Il fatto che sia viva e tra noi è frutto del suo impegno. Morgana è forte, non una ragazzina che ha bisogno di protezione, e lo stesso vale per tutti. Quindi il nostro compito non è fare da scudo, ma scoprire cosa succede.
    A quel punto terminò il suo sproloquio, lanciandole un occhiata che sembrava decisa a farle tirare fuori tutto quello che teneva dentro, senza ulteriori domande inutili e giri di parole. Le informazioni di Thresh in quel momento erano inutili, le sue invece molto più preziose.
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    L'abbraccio di Nefertiti venne ricambiato quasi subito da Morgana, che esitò solo per un istante non per mancanza di volontà, ma per debolezza. Serrò le labbra tra i denti e strinse forte a sé l'amica, annuendo col capo mentre cercava rifugio tra le sue spalle. Il silenzio che arrivò subito dopo non aveva lo stesso sapore di impotenza e tristezza di prima, c'era aria di vendetta nell'aria e quello più soddisfatto di tutti sembrava proprio essere Thresh. Alla luce di quei fasti, il non morto non esitò a dare le prime direttive.
    Molto bene. Professor Banner, sarebbe così gentile da occuparsi delle pratiche per il congedo di Morgana? Qui potrebbe non essere al sicuro e si sta già riprendendo, i ragazzi si occuperanno di lei e si preoccuperanno anche di riportare Raizex a scuola.
    Il discorso finì con uno sguardo verso Artù: in quanto leader avrebbe dovuto prendere lui in mano la situazione e far rientrare tutti a scuola prima del calare del sole. Banner inspirò rumorosamente, non apprezzava l'idea di prendere ordini da Thresh ma per quell'occasione avrebbe fatto un'eccezione. Annuì, sciolse le braccia e si staccò dallo stipite della porta. Diede una pacca sulla spalla di Sae come a volerle lasciare un amichevole saluto, dopodiché si sarebbe occupato delle scartoffie per ufficializzare il rilascio prematuro di Morgana. Mentre i ragazzi si apprestavano a lasciare l'edificio, Thresh si voltò verso Sae con aria decisamente seria.
    Professoressa Klein... una parola.
    Le fece cenno di seguirlo, camminando col suo solito fare lento e incombente verso una delle stanze dell'ospedale, richiudendosi la porta alle spalle. Prima di seguire i suoi compagni, Mike lanciò un'occhiata estremamente preoccupata verso la sua adorata insegnante, ma non disse nulla in quell'occasione, né fece niente. Aveva capito quanto complicata fosse la situazione e decise di aspettare istruzioni facendo il bravo e senza agire d'istinto. Se Sae avesse seguito Thresh, aprendo la porta in cui si era infilato il non morto, si sarebbe ritrovata in un ambiente che non somigliava affatto all'ospedale ma piuttosto all'inquietante ufficio del non morto, pieno di catene e strani macchinari pericolosi il tutto con uno sfondo che ricordava un vecchio dungeon maledetto. Se lo ritrovò davanti, pochi passi dopo di lei, con le braccia strette dietro la schiena mentre le dava le spalle. Aveva già visto quella figura inquietante da dietro, prima ancora che si conoscessero direttamente, e quello sguardo che si voltava misterioso verso di lei ristagnava ancora negli incubi di Sae come se fosse a tutti gli effetti l'inizio di un incubo. Quando Thresh si voltò di nuovo, solo col capo, verso di lei in quel modo, un brivido sarebbe nato dietro la sua schiena in maniera spontanea, dato che suonava quasi una minaccia. La stava intimando di rispondergli, evidentemente, e senza troppi giri di parole.
    Saresti così gentile da ragguagliarmi sulla situazione di oggi? Aggiungendo anche i tasselli che mancano ai ragazzi, ovviamente.
    Thresh conosceva i poteri di Sae, sapeva benissimo che qualsiasi resoconto potessero fargli i suoi studenti non sarebbe mai stato completo quanto quello di Sae. Si aspettava dunque un quadro completo, e anche eventuali disavventure con gli altri insegnanti. Probabilmente la presenza di Marcus in quel quadretto lo aveva insospettito, lasciandogli immaginare che il rapimento di Morgana fosse solamente la punta dell'iceberg in quella situazione. Sae aveva voltato le spalle a Tarabas, cosa avrebbe fatto? Si sarebbe affidata completamente a Thresh oppure avrebbe mantenuto le distanze con lui?
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    Quella era la classica situazione in cui, solo con lei, Thresh si sarebbe sciolto di fronte alla rabbia, all'egoismo e alla furia di Nefertiti tessendone le lodi e sbrodolandosi addosso a lei, fiero di quanto possenti fossero le sue emozioni in certe situazioni. Ma non poteva assolutamente lasciarsi andare, non davanti a tutti, non davanti al suo fidanzato chiaramente. La situazione era molto più seria, ma non avrebbe fatto nulla per scoraggiare la rabbia di Nefertiti, optando per una delle sue risposte pragmatiche e misteriose.
    Dov'ero io non ha importanza, sappi solo che da lì i telefoni tendono a non prendere molto...
    Molto probabilmente era facile immaginare che fosse finito nel Labirinto, o qualcosa del genere. Evidentemente stava mantenendo la sua parte di patto se si era preoccupato di fare le sue ricerche, o più semplicemente si stava dando da fare per calmare un pochino le acque dall'altra parte. Dopotutto una sua preziosa risorsa era stata messa in mezzo da una divinità del Dedalo per farle assassinare la sua diletta, non esattamente qualcosa che poteva ignorare a cuor leggero.
    Dove eravate voi, piuttosto. Sono stato un così pessimo insegnante che alla prima difficoltà siete dovuti ricorrere all'aiuto di qualcun altro?
    Usò un tono forte, ma non sembrava deluso. Evidentemente si era reso conto anche lui che una simile indagine era al di fuori della portata dei suoi allievi, e certamente nemmeno uno come lui poteva prevederla. Se li provocava era per capire se anche gli altri erano agguerriti quanto Nefertiti. Gli sguardi degli altri, difatti, si infiammarono. Tutti meno uno, e non era l'indifferenza di Marcus ad averlo incuriosito: la stanchezza di Mike, piuttosto. Dava proprio l'idea di essersi spinto oltre e Thresh allargò solo per un attimo le palpebre degli occhi, come se un lampo lo avesse attraversato per un istante. Si portò una mano davanti alla bocca, dissimulando un sospiro, ma in realtà Sae notò perfettamente che si era portato una mano davanti alla bocca per nascondere un mezzo sorriso. Durato solo un istante, ma chiarissimo per lei che aveva imparato a fissare quella faccia con disprezzo.
    Ti è così difficile accettare le conseguenze delle tue azioni, zombie?
    Con le braccia conserte e lo sguardo rivolto verso l'alto, Marcus decise di dire la sua, prendendo ovviamente la parte opposta a quella del professore non morto. Probabilmente anche Marcus pensava che se Thresh non avesse mai coinvolto i suoi studenti con i poteri del Labirinto, non li avrebbe esposti a simili pericoli. Lui e suo padre disprezzavano le Lanterne, evidentemente.
    Vedete di finirla, tutti quanti.
    A spezzare la tensione, arrivò la voce di Morgana che spalancò la porta del corridoio della sua stanza. Aveva addosso un pigiama di qualche taglia più grande, gli occhi gonfi e iniettati di sangue, i capelli scombinati e che stavano venendo in quel momento legati in una rozza coda tenuta assieme da un laccio emostatico rubato dalla sua sala. Aveva l'aria provata, tanto che si reggeva in piedi tenendo la spalla contro la porta, e dalla sua espressione doveva dolere quella posizione, ma c'era grande rabbia sulla sua faccia. Molti dei segni sul corpo erano spariti, evidentemente il sangue di Nefertiti era servito. Ovviamente catalizzò l'attenzione su di sé, e quando i capelli furono legati, riprese il discorso.
    Credete che mi piaccia fare la vittima? Cazzo non è questo che voglio diventare! Fanculo! Mi rifiuto! La cosa che mi fa incazzare davvero... è che hanno preso di mira me. Lo sapete che significa? Che sono l'anello debole! La colpa non è di nessuno di voi, è solo mia che non sono stata all'altezza! Professore... mi dispiace...
    Rivolse quelle scuse verso Carnovash, abbassando il capo e serrando i denti con tutta la rabbia che aveva in corpo. Thresh chiuse gli occhi, scuotendo il capo e portandosi le mani dietro la schiena.
    Hai ancora molto da imparare, non mortificarti. Piuttosto, ti senti bene?
    Mai stata meglio... mai stata così lucida... solo... si portò una mano sulla fronte, dolente. Non riesco a ricordare un cazzo... la droga che mi hanno dato deve essere stata potente... oppure i loro cazzi non erano poi granché, niente che valga la pena ricordare.... ahahahaha...
    Si concesse una risata nervosa, fingendo di sdrammatizzare, ma in realtà la sua mente era molto più provata di quanto non sembrasse. La cosa che più stava odiando Morgana in quel momento non era ciò che era successo, ma lo stato in cui si trovava il team: sembravano tutti provati e la fissavano come una vittima. Si sentiva debole e compatita, uno stato che non accettava. Non era diventata una seguace delle Lanterne per questo.
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    Di norma la rabbia di Nefertiti avrebbe provocato un profondo timore nello sguardo e nei cuori dei suoi compagni, ma in quel momento la tristezza e la rabbia avevano preso il sopravvento su qualsiasi altra emozione, e tutti guardavano verso il basso, impotenti e mortificati di fronte a quello che era successo. Mike si teneva ancora la testa tra le dita, chiaramente provato per quello che era successo poco prima, si sentiva in colpa perché non era stato in grado di fare una seconda seduta medianica alla ricerca di qualche risposta ma... forse in quella situazione era meglio così. Artù prese l'iniziativa, afferrando Nefertiti da dietro, abbracciandola e circondandola intorno alle spalle con gli arti, avvicinandole la testa a sé per darle un bacio rabbioso sulla testa.
    Calmati adesso... lo so come ti senti, sono furioso anche io, ma prendere a pugni le pareti non serve a niente. Mantieni la calma.
    Perfino Claudia, che aveva raggiunto gli altri, se ne stava seduta con aria frustrata su una di quelle poltrone, piantando sopra al sedile anche le scarpe assumendo una posizione strana e rannicchiata, ma che la aiutava a concentrarsi. Stava scorrendo rapidamente sul suo telefono notizie che riguardavano la zona industriale abbandonata per capire chi bazzicava da quelle parti e trovare quantomeno una traccia, con scarsissimi risultati.
    Nel frattempo, Sae confessò i suoi pensieri e i timori a Banner: intuì perfettamente che se qualcuno le stava dando la caccia era perché non conosceva la sua identità. Aveva perfettamente senso, magari avevano scoperto che "qualcuno" ha una sensibilità spirituale superiore, tanto da essere capace di "vedere oltre", ma non conoscevano la sua identità anche perché cosa potevano riconoscere di un viaggiatore astrale? Era straordinario anche solo il fatto che l'avevano in qualche modo percepita, figurarsi rintracciarla. Quindi avevano ordito tutto quel teatrino solo per spingerla a farsi vedere, e se non fosse stato per Marcus di sicuro sarebbe caduta in trappola alla perfezione. Banner non volle interromperla, come se volesse lasciarla sfogarsi. Doveva tirare fuori tutto e non la compatì per il pianto, offrendole piuttosto un fazzoletto che profumava di bucato fresco, tanto per darle un minimo di consolazione. Si prese del tempo prima di risponderle, perché non voleva metterle in testa idee strane, né farla dubitare, o tanto meno spaventarla più di quanto non fosse. Ma anche lui era sconvolto: avevano fatto del male ad uno dei loro studenti e questo non era perdonabile. Chiunque fosse il colpevole, non l'avrebbe passata liscia, anche e soprattutto se si trattava di Carnovash.

    La situazione è... complicata. La parte peggiore è che probabilmente dovremmo sbrigarcela tra di noi, visto che più volte le alte sfere si sono rivelate inutili quando si tratta di ottenere informazioni riguardo a personaggi tanto pericolosi. Non ci si può fare niente... per un combattente di grande livello serve un combattente altrettanto potente, non basterebbero tutti i poliziotti di Roma se si mettessero sul caso, forse l'unica che può trovare una traccia sei tu ma... non mi sembra una buona idea.
    Fece una piccola pausa, sorseggiando lentamente il suo caffè: Gli occhiali si appannarono ma non se ne preoccupò, segno che non stava guardando niente ma anzi, si stava concentrando su tutt'altro. Si schiarì la voce e senza cambiare tono, cercò di dire la sua.
    Cerchiamo di essere razionali... il fatto che "i Lupi" abbiano organizzato una trappola del genere è un punto a nostro favore: significa che non sanno chi sei, sanno solo dove cercare, hanno buttato l'amo preparando una trappola ingegnosa, ma non ha funzionato. Ora siamo sulla difensiva, nasconderti sarà estremamente più semplice, quindi per ora non devi preoccuparti della tua famiglia. L'unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci sono i nostri ragazzi, loro sono chiaramente in pericolo e probabilmente Morgana non è che la prima vittima...
    Un altro rumoroso sorso gli sfuggì dalle labbra pensando al fatto che se avessero deciso di puntare alle ragazze, prima o poi sarebbero finiti su Nefertiti e in quel caso... probabilmente non sarebbero stati così fortunati. Ma il caos era chiaramente contro di loro, non nutriva speranze verso quella possibilità ed era anche piuttosto improbabile che i Lupi avrebbero scelto lo stesso approccio una seconda volta. Ma forse quella era la soluzione giusta. Quando le lenti si ripulirono, lo sguardo di Banner somigliava molto poco a quello del professore distratto, e molto più a quello di un vero combattente.
    Forse però... stavolta stare sulla difensiva non è la scelta giusta. Aspettare che ci bracchino uno a uno nell'attesa di una soluzione non ci porterà da nessuna parte. Forse è ora che la preda diventi cacciatore...
    Sebbene fosse un commento incoraggiante, dietro le parole di Banner c'era qualcosa di sinistro, un lato di sé che anche il professore cercava di allontanare ma che chiaramente vedere una studentessa in quello stato aveva risvegliato. Ma non ebbe paura di mostrarlo a Sae, perché sapeva che quella donna, pur non essendo una combattente, non era una codarda che scappava di fronte alle difficoltà, ma le affrontava a viso aperto. A quel punto la sala d'attesa crollò in un profondo silenzio, e passi pesanti accompagnati dal rumore di pesanti catene costrinsero i presenti a voltarsi verso la fonte. Thresh aveva finalmente fatto ritorno, e avanzava nel corridoio della sala d'attesa con uno sguardo mortalmente serio. Ci fu un istante in cui tutti i ragazzi sembrarono pronti a dire qualcosa, che fosse una supplica, un'accusa o una richiesta di spiegazione, ma rimasero tutti in silenzio. Banner si zittì rimanendo sullo stipite della porta della stanza in cui si trovava, sorseggiando ciò che restava del suo caffè, l'unico a non aver dato l'impressione di essersi zittito era Marcus, che non cambiò espressione né respiro neanche dopo l'entrata in scena di Thresh. Il non morto cercò lo sguardo di tutti gli altri, notando l'indecisione e il dolore che li possedeva, si soffermò quindi sull'unica che sapeva essere pronta a reagire, fissando Nefertiti.
    La tua rabbia è inestimabile, mia diletta... ma ti invito a rivolgerla nella direzione giusta.
    Aveva letto il messaggio, sapeva cosa le passava nella testa, ma sapeva anche che Nefertiti aveva imparato a conoscere il suo professore: quell'uomo non le aveva offerto una nuova gabbia d'oro in cui nascondersi, bensì aveva donato a lei e a tutti i suoi studenti il potere di opporsi, di crescere e di combattere per sé stessi. Morgana non era diversa: i segni di battaglia che aveva sul corpo testimoniavano che si era opposta. Prendersela con Thresh che aveva lasciato succedere una cosa del genere era come prendersela con Torben per aver lasciato che Nefertiti scappasse.
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    Mentre metteva giù il telefono dopo aver chiamato i soccorsi, Banner si voltò verso Sae sgranando gli occhi nel vederla completamene sconvolta, come se avesse realizzato qualcosa di spaventoso. Ebbe la netta sensazione che il terrore di quella donna non fosse dettato unicamente da ciò che avevano scoperto, ma da qualcosa che solo lei poteva realizzare. Pochissimo tempo dopo, erano tutti all'ospedale di Roma. I ragazzi stavano aspettando in sala d'attesa delle notizie mentre i dottori facevano tutti i controlli necessari. Banner e Sae invece si ritagliarono un piccolo spazio solo per loro, in uno stanzino dove c'erano delle macchinette distributrici e alcune macchine per il caffè. Il professore socchiuse la porta, abbassando di molto il tono di voce, avvicinandosi alla sua collega mentre le porgeva una tazza di caffè caldo.
    Per il momento è fuori pericolo, i dottori stanno facendo esami approfonditi ma non ha riportato lesioni gravi, probabilmente il grosso del danno lo hanno fatto le droghe ma i primi esami sono positivi. Possiamo solo aspettare.
    Di Carnovash, ancora nessuna traccia. La polizia si era recata sul luogo dove avevano ritrovato Morgana per indagini ma vista la situazione, non c'erano molte speranze di trovare qualcosa. Perfino i poteri medianici di Sae sembravano incapaci di collegare quelle poche tracce a qualcuno, esattamente com'era successo con lo spirito di Morgana anche quelle briciole di indizi erano stati completamente isolati a livello spirituale. Chiunque avesse compiuto quell'operazione sapeva esattamente cosa stava facendo.
    Ti ho vista sconvolta prima... hai capito qualcosa? Ti prego, non tenermi sulle spine.
    Il volto di Banner era comprensivo, ma anche maledettamente allarmato. A differenza di Sae, lui non riusciva a collegare i pezzi, non poteva comprendere cosa davvero significava, né riusciva a immaginare che magari Thresh era stato capace di compiere qualcosa del genere solo per terrorizzarla e farla cadere in ginocchio davanti a lui. La situazione si era inevitabilmente complicata ad un livello assurdo, Sae non poteva più pensare di essere lontana dai guai. Sicuramente se non fosse stato per l'intervento di Marcus avrebbe dato esattamente ciò che cercavano ai suoi inseguitori, chiunque aveva macchinato una cosa del genere l'aveva mancata per un soffio. Dava proprio l'idea che qualcuno volesse obbligarla a fare un viaggio astrale col preciso scopo di identificarla. Possibile che Vidocq fosse davvero sulle sue tracce? O era davvero tutta una macchinazione di Thresh?
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    In un primo momento, gridargli contro non servì a nulla se non scaldare ulteriormente gli animi. Quando però iniziò a parlare come se avesse un piano, affidandosi anche a loro, i Black Knights iniziarono finalmente a cambiare espressione, e per quanto non apprezzassero l'idea di restarsene in disparte decisero comunque di affidarsi a lei. Mentre Sae e Nefertiti mettevano le mani al centro di quel cerchio, Mike le raggiunse immediatamente dopo, scombussolato ma determinato, tanto da sorridere risoluto verso la sua insegnante. Gli altri fecero lo stesso, e approfittando di quel momento Artù si voltò verso Nefertiti, lanciandole uno sguardo di incoraggiamento.
    Falli a pezzi, tigre.
    No, non le avrebbe detto di stare attenta. Cazzo aveva visto di cosa era capace, dal suo punto di vista quelli nei guai era chiunque avesse deciso di mettersi contro la Sapienza. Alla fine, giunse anche la mano di Marcus che, per quanto non disprezzata, venne accolta con una certa sorpresa da tutti quanti che lo fissarono con una vaga diffidenza.
    Siete sorpresi? Morgana mi ha offerto la sua merenda una volta.
    Nefertiti avrebbe sicuramente confermato: Morgana era la tipa che quando vedeva qualcuno isolato e in difficoltà si faceva in quattro per aiutarlo e farlo sentire integrato. Non era sorprendente che Marcus fosse lì per dare una mano. Stabiliti i ruoli, Sae non doveva fare altro che raggiungere Banner assieme a Nefertiti. Dalamadur ovviamente non si sarebbe fatto vedere prima del momento del bisogno, ma il professore aveva già tutto ciò di cui avevano bisogno: un'auto parcheggiata proprio davanti alla scuola. Fece loro cenno di avvicinarsi e sebbene non fosse un'auto lussuosa, sarebbe bastata per tutti e tre e arrivare alla destinazione. Quando entrambe furono in macchina, Banner allacciò le cinture di sicurezza per poi rivolgersi a Sae con aria arresa.
    Giornatina, eh? Scusate ma se la situazione è grave come credo di aver capito, opterò per una guida sportiva.
    E non mentì di certo: pur ascoltando tutto ciò che Sae aveva da dire, Banner rimase concentrato sulla strada guidando in maniera decisamente inaspettata per la macchinina che stava utilizzando. Dava l'idea di potersi sfasciare da un momento all'altro prendendo un doso troppo velocemente, ma non fallirono mai raggiungendo la zona designata in tempo zero. Guidandolo, Sae avrebbe avuto modo di percepire un'intensa presenza maligna in quel luogo, non necessariamente sorprendente: tra quei palazzi oramai abbandonati dovevano essere stati commessi una grande quantità di omicidi, e molti spiriti erano divenuti irrequieti. Iniziò a vedere chiaramente degli spettri che sembravano dei morti viventi, arrancare verso di lei come se fossero alla ricerca di aiuto. Purtroppo loro avrebbero dovuto aspettare. La traccia di Morgana divenne di nuovo intensa, e con lei anche quella di Dalamadur prese a farsi sentire: era ovvio che li stava seguendo per vegliare sulla professoressa, come promesso. Oltre a ciò nessuna presenza negativa. Banner e Nefertiti non avrebbero percepito nessuna aura combattiva, nessuna pressione energetica, né istinto omicida. Sembrava di trovarsi all'interno di un cimitero di cemento. Seguire le tracce di Morgana si rivelò estremamente semplice e li portò all'interno di un vecchio edificio dentro la quale c'erano molti scarti riciclati come cartoni, vecchie coperte e bidoni di metallo, probabilmente usati dai senzatetto come rifugio, ma neanche di barboni c'era traccia. Giunti ad uno dei piani intermedi, il trio trovò finalmente quello che stava cercando: Morgana giaceva stesa su un materasso abbandonato a terra, completamente nuda e coperta di lividi su tutto il corpo. Le braccia erano tempestate di segni di punture, il sangue sul suo corpo era incrostato, aveva anche le labbra secche segno che era rimasta lì per diverso tempo senza cibo e acqua. Era ancora viva, tuttavia. Dei suoi rapitori non c'era nessuna traccia, eccezione fatta per alcuni indizi: mozziconi di sigaretta, alcuni spenti addosso a lei, altri dentro delle lattine svuotate da poco, che sfoggiavano marche che andavano molto tra i giovani di Roma. Banner tolse subito il suo camice consegnandolo a Nefertiti, lasciando che fosse lei ad occuparsi della sua amica, lui fece un passo indietro iniziando a comporre il numero di telefono dei soccorsi. Morgana giaceva in uno stato di semi incoscienza, sembrava in trance, incapace di articolare anche solo mezzo suono, ma aveva gli occhi sgranati di chi era stato portato all'esaurimento. A quel punto un pensiero si fece strada nella mente di Sae, assieme ad una truculenta visione. Ebbe modo di rivivere per qualche istante le sensazioni di Morgana, nessuna immagine precisa ma solo emozioni: Dolore, umiliazione, disperazione. Non dava l'idea di essere stata semplicemente rapita e stuprata, no era solo un gioco. Sul suo corpo c'erano tracce di morsi vistosi, come se fosse stata sbranata da... un branco di lupi. Lupi neri dallo sguardo vermiglio che fissavano la scena soddisfatti. Quella era una trappola... ma non per i ragazzi. Quella era una trappola per lei. Ecco perché Marcus le aveva impedito di usare i suoi poteri, ecco perché il misterioso "amico" l'aveva invitata al silenzio. Se avesse usato i suoi poteri al massimo quei "lupi" l'avrebbero trovata. Morgana non era altro che la vittima sacrificale, per questo non c'era nessuno lì. A quel punto, se Sae aveva pensato che l'idea di qualcuno sulle sue tracce fosse a dir poco ridicola... avrebbe dovuto ricredersi.
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    Ci ho messo i nomi perché firebrick e brown si somigliano troppo.

    Mike stava bene, non riusciva ad articolare frasi perfette ma stava bene. Probabilmente non sarebbe riuscito a farla rimbalzare sul letto quella sera ma il giorno seguente sarebbe stato bene. Il rifiuto di Sae però non rese felici i ragazzi, Nefertiti interpretò il pensiero di tutti e la spalleggiarono mentre si opponeva alla decisione dell'insegnante, decisi a fare la loro parte pur di salvare Morgana. La donna però si rivelò intransigente, e ordinò a tutti di restarsene in disparte per il momento, con la promessa di ritrovare Morgana. Quando chiese di Dalamadur, i ragazzi si guardarono attorno spaesati: quel tipo sapeva diventare un'ombra e nessuno sapeva dove fosse. Ma Sae si, ovviamente: quel mostro aveva il compito di proteggerla, probabilmente la stava pedinando anche in quel momento. Se anche avesse deciso di andare da sola a cercare Morgana, di sicuro l'avrebbe seguita. Thresh sembrava irraggiungibile, Banner invece probabilmente le avrebbe risposto ma chiamare lui significava trascinare con sé l'unico alleato che Sae aveva a disposizione: da come si stavano scambiando sguardi i ragazzi, era ovvio che stavano pianificando di seguire comunque Sae anche se chiedeva loro di restare a scuola, non si sarebbero fatti scoraggiare dalla possibilità di trovarsi davanti a un pericolo, non quando c'era in ballo Morgana. Se Sae voleva chiedere l'aiuto di Banner, e voleva assicurarsi che i ragazzi non fuggissero da scuola, allora doveva chiedergli di fare da Babysitter e andare per conto suo. Se aveva bisogno di protezione, Dalamadur gliela avrebbe concessa indubbiamente. Marcus in tutto questo era rimasto in silenzio, almeno fino a che Sae non iniziò a comporre numeri per cercare aiuto. A quel punto portò le braccia in posizione conserte, rivolgendosi ai suoi compagni di scuola.
    Marcus: Ironico che il vostro professore non sia qui nel momento del bisogno. Vi starà mettendo alla prova?
    I ragazzi iniziarono a fissarlo perplessi, e anche un pò storti: cosa stava cercando di fare? Voleva mettere zizzania in un momento del genere? Voleva provocarli o li stava spronando? Che tipo fastidioso, tutti in quel momento stavano pensando la stessa identica cosa. Spazientito, Lancillotto afferrò Mike per il colletto, scuotendolo con vigore per attirare la sua attenzione.
    Lancillotto: Diccelo tu. Dov'è Morgana? Se è in pericolo dobbiamo aiutarla!
    A differenza degli altri, Mike nutriva assoluta fiducia nei confronti di Sae, se lei imponeva a tutti di restarsene in disparte allora lui sarebbe stato una tomba. Quindi fissò severo Lancillotto, accusandolo silenziosamente per aver cercato di scavalcare Sae per estorcere informazioni direttamente a lui. Scosse il capo lentamente, facendogli capire che non era disposto a cedere nemmeno se lo picchiava. Sentendosi sfidato, Lancillotto sollevò uno dei suoi grossi pugni verso la faccia di Mike, e anche se il giovane abbassò le palpebre pronto ad incassare il colpo, rimase fermo sulla sua posizione. A quel punto Sae aveva più di una bomba da disinnescare, e su una cosa i ragazzi avevano ragione: non c'era tempo da perdere. Morgana era probabilmente in pericolo e ogni secondo che perdevano era un rischio immenso per la ragazza.
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    Quando Sae si voltò verso Marcus per invocare il suo aiuto, il ragazzo rimase immobile ed enigmatico come al solito. nei suoi occhi, però, la professoressa riuscì a cogliere qualche emozione inattesa, che sfuggì al controllo del ragazzo. Era forse... pena? No, tristezza. Una strana tristezza, nata dalla sua indifferenza. Era un pò come se gli dispiacesse per Mike, ma non poteva fare nulla per aiutarlo quindi poteva solo fissarlo mentre soffriva. Era una strana sensazione da cogliere, ma per Sae fu semplice brandirla. La riconobbe perché somigliava molto alle sensazioni che una persona normale prova nel vedere un piccolo animale divorato dal suo predatore naturale. Un peccato, ma è il cerchio della vita, che vuoi farci? Una cosa era certa: Marcus non era un freddo calcolatore come suo padre, era molto più spontaneo, quasi istintivo. Nel caos generale, Nefertiti si fece avanti sotto lo sguardo meravigliato di tutti, e quando infilò il dito in gola a Mike con quell'aria risoluta e determinata, fu giusto definire i musi di tutti i presenti lunghi come quelli di un cavallo e con gli occhi completamente sgranati. Se la situazione non fosse stata così seria, probabilmente qualcuno si sarebbe anche arrapato. Servì solo qualche istante e di colpo Mike si rimise in piedi, scuotendo il capo e respirando affannosamente, ancora confuso ma chiaramente in fase di ripresa. Aveva l'aria di chi si era appena svegliato da un sonno profondo, e le palpebre a mezz'asta di chi quel sogno stava per rivederlo a brevissimo. Per il momento potevano tirare un sospiro di sollievo: Mike era distrutto ma stava più che bene grazie a Nefertiti.
    Hey cazzo! Volete tenermi sulle spine?! Avete scoperto qualcosa o no???
    La voce metallica di Claudia che usciva dal collare di Artù riportò tutti quanti alla realtà, il capitano della squadra si voltò verso Sae, ancora dannatamente preoccupato per la loro amica. Che non fosse nel Labirinto era una buona notizia, ma una sparizione del genere non lasciava presagire proprio nulla di buono.
    Allora prof?! Che avete visto? Che succede? Dov'è Morgana???
    Prima che Sae potesse rispondere, un lampo le attraversò la mente: un'intuizione. Il suo "amico" le aveva suggerito di mantenere il silenzio. Riguardo a cosa, però, era un mistero. Che anche lui avesse a cuore l'incolumità dei ragazzi? Di sicuro se diceva loro dove si trovava Morgana, si sarebbero fiondati a salvarla immediatamente. Ma era una buona idea? Era un posto sicuro quello? Se le tracce di Morgana erano sparite in quel modo, forse qualcuno l'aveva rapita... forse qualcuno stava organizzando una trappola. Una trappola per Lanterne, perché no? Non aveva forse senso in quel contesto di pazzi squinternati? Quanti ne esistevano come Tarabas di più estremisti e meno pacati? E quanta rivalità c'era tra le Lanterne? E quanti altri scenari non aveva valutato? Mike era fuori uso, quindi se non si serviva dei ragazzi, Sae rischiava di andarci da sola in quel posto. Ma qual'era la scelta giusta? Fidarsi del suo istinto materno, e proteggerli ad ogni costo, oppure avere fiducia in loro e nel gioco di squadra che li aveva resi i Black Knights di Roma?
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    Quando Sae decise di dargli ascolto, Marcus la lasciò andare senza aggiungere altro, facendo un passo indietro e rimanendo con lo sguardo su di lei. Si limitò ad annuire in risposta al suo sguardo, facendole capire che aveva fatto la cosa giusta. Furono tutti molto confusi a quel punto, per un attimo temettero che Sae avesse deciso di tirarsi indietro, ma quando disse che Morgana non era nel labirinto tirarono tutti un sospiro di sollievo, rimanendo poi col fiato sospeso per capire cosa potevano fare a quel punto. Quando si sentì chiamato in causa, Mike strabuzzò gli occhi, confuso. Sae stava affidando a lui quel compito? Marcus sembrava d'accordo, o per lo meno il suo sguardo non appariva contrariato, portava il classico silenzio di chi acconsente tacitamente. Gli altri erano dubbiosi ma appena videro Mike sedersi sul banco e afferrare la casacca di Morgana, ebbero subito la netta sensazione che Sae aveva fatto bene ad affidarsi a lui. Il ragazzo non si mosse, restando immobile, agli altri sembrava si stesse concentrando ma Sae poteva sentire i suoi pensieri.
    *Non so se ne sono in grado...*
    C'era paura nella sua mente. Paura di deludere gli altri, di Deludere Sae, e di non essere abbastanza bravo per salvare la loro amica. Chiuse gli occhi e strinse tra le mani la casacca, con tanta rabbia e disperazione da ricordarsi che non era più un bambino, e che se voleva riuscire doveva crescere a tutti i costi. Per sé stesso, e per essere un uomo all'altezza della donna che amava. Mike iniziò a concentrare energia come quando aveva fuso alla sua anima gli spiriti dei guerrieri del passato. Non stava cercando Morgana, ma piuttosto il sentiero di briciole che gli altri spiriti entrati in contatto con lei avevano lasciato. In questo modo, anche se la sua traccia spirituale era stata occultata, adesso potevano comunque percepirla in una certa misura. Sae poteva sentire lo sforzo che stava compiendo Mike, a differenza sua il cubo non lo stava aiutando quindi gravava tutto sulle sue spalle: la fronte del giovane si imperlò di sudore e si ritrovò a digrignare i denti fino a farli stridere mentre si sforzava. Non aveva mai fatto una cosa del genere e si stava facendo guidare dal flusso, era come un disperato attaccato con tutte le sue forze alle briglie di un cavallo imbizzarrito, ma piuttosto che lasciarlo andare e perdere quella traccia si teneva ancorato a quella bestia incontrollabile con tutte le sue forze, sforzandosi al massimo. Quando gli altri capirono che ce la stava facendo seppur con grande sforzo, iniziarono ad incoraggiarlo come potevano, come se stessero facendo il tifo per lui. Mentre gli altri ammiravano quel giovane farsi in quattro pur di non abbandonare la loro amica, Sae ricevette l'ennesima, misteriosa visione. Lo spazio intorno a lei si fece improvvisamente silenzioso, pallido. Sembrava di essere in un torrido deserto dove però non c'era calore né il riflesso del sole, solo un bianco asettico che sapeva quasi di grigio. In lontananza, ma molto più vicino rispetto alle altre volte, c'era lui: il misterioso "amico". In mezzo a quel bianco la sua figura nera spiccava moltissimo, ma era così magro e deperito da somigliare quasi a uno spettro. Nessun lineamento chiaro, solo una stazza vistosa, degli arti imponenti anche se sottili, e delle ali dietro la schiena che sembravano smorte e deperite. Sollevò una di quelle misteriose mani a sei dita, imitando un saluto umano. Lo fece in maniera molto incerta, come se non fosse sicuro di cosa stava facendo. Che strana sensazione... Sae aveva l'impressione, anzi quasi la certezza, di avere davanti un essere di levatura non inferiore a Fortinbras o Scorn o quantomeno Thresh, eppure appariva così... debole. Solo. Triste. C'era qualcosa di strano in quella storia, sembrava proprio che a quella creatura fosse stato strappato un pezzo e adesso... fosse solo l'ombra di sé stesso. Dopo quel breve saluto, portò la mano appena sollevata vicino al "volto", tenendo sollevato solo l'indice. Anche quello era un gesto incerto, ma sembrava intenzionato a invitarla al silenzio. Silenzio di cosa? Perché? La visione si interruppe di colpo, e Sae sentì chiaramente la mente di Mike cedere, crollando con la schiena all'indietro mentre il sangue gli usciva dal naso e respirava affannosamente, con gli occhi sgranati e tutte le vene intorno ad essi gonfie. Artù si fiondò subito su di lui, tenendogli la testa per non farlo cadere, asciugandogli il sangue con la sua giacca come misura di emergenza.
    Allora?! Sappiamo qualcosa???
    Mike non poteva parlare e sembrava abbastanza sconvolto da non riuscire a formulare neanche un pensiero concreto, ma Sae poteva percepire le ultime cose che aveva visto: un complesso di edifici, a sud della loro posizione, una delle zone di periferia poco frequentate dove un tempo sorgevano le grandi zone industriali. La traccia di Morgana finiva lì, e non avrebbero trovato indizi migliori.
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