Posts written by BOLSHAK VS DOOM

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    Thresh non si aspettò minimamente quello sfoggio di atletica. La teppistella rozza e restia al contatto fisico era cresciuta molto negli ultimi tempi. Aveva imparato a combinare sia il suo potere che le sue abilità fisiche in una cosa sola, utile tanto nella vita di tutti i giorni quanto ovviamente nella seduzione. Venne colto ancora di più alla sprovvista perché Thresh si era perso completamente in quello sguardo voglioso e possessivo, contornato da quell'oscurità che tanto aveva imparato ad apprezzare e quasi venerare. Il potere di Nefertiti era davvero unico, così... spontaneo, così puro, diverso dal suo che si limitava "banalmente" a convogliare l'energia del labirinto nelle sue macchine. Un'arte raffinata, certo, pregevole a dir poco, ma tutt'altro che potente come invece appariva Nefertiti ai suoi occhi. Quel guizzo di Atletica lo zittì dunque, in più di un senso, e quando se la ritrovò addosso non ebbe neanche il tempo o tanto meno la voglia di controbattere: la ragazza aveva risposto alla sua richiesta e qualsiasi sillaba che non fosse un mugugno strozzato nel piacere sarebbe stato inutile e offensivo. Nefertiti lo sentì quindi stringere le braccia intorno a lei, serrando la sua schiena in una morsa possente vigorosa. Poteva sentire il ventre del suo maestro farsi sempre più duro, come se volesse scolpire ancora di più i suoi muscoli, mentre quelle guance squarciate si beavano tra le cosce di Nefertiti come un cucciolo che si gode i cuscini del suo giaciglio. Un luogo paradisiaco dove svenire, se avesse potuto si sarebbe lasciato soffocare fino a perdere il respiro tra quelle cosce, ma non poteva di certo riposarsi. Aveva un compito importante e preciso da portare a termine, e Nefertiti lo aspettava. Le mani sul corpo di Nefertiti avevano preso due direzioni diverse: una scivolò sulla sua nuca, infilandosi tra i capelli candidi della ragazza, carezzandola lascivamente senza spingerla in maniera decisa, piuttosto la accompagnava in quei movimenti perversi e lo stesso faceva anche il bacino, spostandosi avanti e indietro in modo che se anche fosse rimasta ferma quella grossa virilità avrebbe comunque sfregato le sue carni contro le dita, le labbra e la lingua vogliosa di Nefertiti. L'altra invece, approfittando degli umori della ragazza, si era fatta strada tra le sue natiche e un pò come se stesse cercando un appiglio, avvicinò l'indice e il medio al suo stretto buchino, massaggiandolo e lubrificandolo mentre la bocca dava inizio a quel perverso e succoso bacio che i loro sessi si sarebbero scambiati. La lingua del non morto si allungò subito tra le sue labbra come se fosse impaziente di uscire. Thresh non staccò mai il contatto tra le loro carni, baciando la fica fradicia di Nefertiti come se fosse la sua fonte di vita, l'unica risorsa di acqua che aveva a disposizione in quel momento. Dava davvero l'idea che stesse annegando, e lo stesso destino toccò alla sua lingua. Scivolò dentro di lei gradualmente, ma impaziente, proprio come fecero le dita che si stavano aggrappando al suo orifizio e il resto del corpo che la stringeva come una tagliola. Si ripromise che Nefertiti avrebbe dovuto ricordare quel bacio come se fosse la prima volta che qualcuno le leccava la fica in maniera dignitosa, e diede subito fondo a tutto il suo potere per assicurarsi che quella promessa valesse qualcosa. Man mano che la lingua sprofondava dentro di lei, allargando vigorosamente le pareti della sua intimità, le guance di Thresh si strappavano. Sembrava che un grosso mostro stesse per divorarla viva, ma man mano che i piercing saltavano, le ferite si deformavano come se stesse comparendo una museruola intorno alla bocca di Thresh. Non era niente di puramente metallico, ma più una lega tra carne e sostanze che Nefertiti aveva probabilmente visto solo nel labirinto. Sentì le labbra del professore diventare molto più calde e la lingua stessa che si gonfiò all'improvviso come se stesse per esplodere, aumentando di più di una taglia. Sentì la punta solleticarle l'entrata dell'utero mentre quel grosso muscolo umido attentava alla sua verginità come se un fallo le stesse spalancando le carni. Thresh riusciva già a sentire il sapore della sua verginità direttamente in bocca e quando anche l'indice e il medio penetrarono nel suo buchino posteriore, l'ennesimo spasmo fece tremare quella sottile carne. Se non fosse stato per la richiesta di Nefertiti, Thresh avrebbe probabilmente strappato la verginità della sua diletta solo con la lingua, ma si ripromise che l'avrebbe fatto come piaceva a loro, nella maniera più passionale possibile. Se però doveva "prepararla a dovere" allora l'avrebbe spinta al limite della sopportazione, sempre ad un passo dal baratro ma senza mai farla cadere completamente, così che il desiderio sarebbe stato irrefrenabile. La grossa lingua del professore iniziò a punzecchiare l'entrata del suo utero muovendosi come se la stesse scopando, lentamente, mentre le labbra si chiudevano e schioccavano contro quelle morbide e color cioccolato di Nefertiti, facendo godere al perverso non morto quel delizioso dessert. Si sarebbe lasciato guidare dalla voce della ragazza, così da capire fin dove doveva spingersi e quanto ancora doveva darle.
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    Era sempre un piacere vederla scivolare in quella follia perversa senza nessun freno inibitorio, forse un tempo si sarebbe trattenuta o gli avrebbe slacciato i pantaloni pacatamente, ora la strega che era in lei invece le diceva di bruciare tutto e basta, che niente aveva senso oltre prendersi ciò che voleva, e mentre baciava il suo professore del tutto rapito da quei gesti violenti faceva anche a pezzi le barriere tra i loro sessi fino a che non si incrociarono come se stessero baciandosi a loro volta. L'istinto di Thresh si accese più forte che mai appena percepì di nuovo quella carne illibata. Non poteva farci niente: anche se non era la prima volta che succedeva per lui era un vero e proprio miracolo il modo in cui la carne di Nefertiti si rigenerava anche in quel modo, come se perfino la sua purezza facesse parte di quel potere immenso. E pensare che lui poteva strapparla ogni volta come se fosse la prima... era un vero e proprio dono, prezioso più di ogni altro. Per questo dimostrò immediatamente il suo apprezzamento, baciandola con maggiore trasporto mentre le dita si stringevano intorno a quelle morbide forme. Sembrava proprio che Nefertiti le stesse rendendo più tenere appositamente per lui, l'esatto opposto di quello che un combattente fa per indurire la propria carne e prevenire i danni. Stava diventando davvero brava, in ogni sfumatura di quella nuova essenza, e Thresh era sempre fiero e impazienti di raccogliere quei frutti maturi. Si staccò dalle sue labbra tirando il volto verso l'alto, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro, un gemito di piacere così bestiale e surreale da somigliare quasi ad un ululato. Non poté fare a meno di lasciarla andare, facendo un passo indietro, come se volesse fermarsi per non cedere troppo alla lussuria, ma dal modo in cui la fissava non c'era niente di più distante dalla realtà. Se si era allontanato non era per tirarsi indietro o ridimensionare la loro passione, no, tutt'altro: si era concesso quell'egoistico gesto per poterla ammirare mentre i vestiti le si scioglievano di dosso, nuda e morbida solo per lui, eccitata per il suo maestro, vogliosa di lui perché le apparteneva, perché in quell'istante doveva essere solo suo. E al tempo stesso doveva essere anche una provocazione: era stato lui a saltarle addosso ma voleva che Nefertiti facesse lo stesso, per questo afferrò i lembi della sua giacca, allargandoli come se volesse strapparla, mettendosi in evidenza, mostrandole il suo fisico serrato non per la voglia di combattere ma per l'eccitazione. Il fumo verde che lo circondava divenne ben presto una fiamma intensa, senza troppe sorprese particolarmente concentrata intorno alla sua verga. Enorme, eccitata, impaziente. Tremava e pulsava verso Nefertiti come se fosse attratta magneticamente verso di lei. Fino a un istante prima si stava sfregando contro le sue morbide carni e adesso invece ne sentiva la mancanza. Una tortura, certo, e per entrambi sicuramente. Ma non era questo ciò che Thresh adorava condividere con le sue amanti?
    E tu, invece? Cosa vuoi...? Vieni a prenderlo... appartiene a te... finché non lasciamo questo luogo... è tuo e basta...
    Parlava di sé, ma il modo in cui le braccia erano piegate verso la sua verga era un perverso e volgare invito. Ma non gli importava affatto di come appariva in quel momento. Voleva sentire le labbra della sua diletta intorno a quella verga, voleva vederla sfregare quel morbido seno contro il suo sesso, farlo suo, con la forza, con la seduzione, con l'istinto perverso che animava il suo potere. Non gli importava come avrebbe fatto, no anzi non vedeva l'ora di scoprirlo. Senza preconcetti, senza idee, voleva vedere la sua iniziativa, il modo in cui avrebbe preso ciò che considerava suo... e poi le avrebbe dato un assaggio di ciò che avrebbe fatto lui. Non aveva nessuna fretta. Quel gioco perverso era appena iniziato e non c'era nessun altro con cui voleva condividerlo.
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    Dovrò stare molto attento a non deludere queste aspettative...
    Le rispose con un tono di voce basso e volutamente seducente, mentre si avvicinava a lei lasciandosi stuzzicare da quella risposta tanto possessiva e impavida. Quella ragazza sapeva sempre come sorprenderlo. Si incontrarono prima del previsto e tutta la quiete che li aveva trattenuti fino a quel momento sparì di colpo, almeno per Thresh: liberò subito la bocca della ragazza dal pollice in modo che ci fosse spazio solo per la sua lingua, e la tirò a sé con l'altra mano, circondandole i fianchi e afferrandole una natica con vigore, stringendola a sé mentre si concedeva un bacio dannatamente sentito. Da come muoveva la bocca e le labbra sembrava un assetato rimasto digiuno per giorni nel deserto, indice di quanto si era trattenuto fino a quel momento. Tutta la sua attenzione a quel punto era focalizzata su di lei, e bastò semplicemente quel bacio per accendere qualcosa in lui, una forte pressione energetica che fino a quel momento aveva trattenuto con tutte le sue forze, ma che adesso non aveva più senso nascondere. Nefertiti sentì la lanterna del suo maestro accendersi, e quella densa fiamma spettrale verde avvolse entrambi come un sinistro abbraccio, caldo, accogliente, irresistibile, una vera e propria malia degna di quel bacio che Thresh le stava donando. Leccava la sua lingua, mordeva le sue labbra, e quando sentiva di volerne di più affondava i capo verso di lei come se potesse divorarla per intero. Le dita della mano che la stringeva affondavano nelle morbide carni della ragazza come se fossero sul punto di strapparle i vestiti con la semplice forza di volontà, se si tratteneva era unicamente perché si stava concentrando sulla loro effusione. Nefertiti poteva sentire il petto del non morto rimbombare come se il suo cuore stesse per esplodere, e contemporaneamente anche quella possente verga che pulsava alla base del suo ventre diventava sempre più dura e impaziente, trattenuta a stento dai pantaloni di Thresh. Il bacio non terminò con uno schiocco, ma con una lappata lenta e abbondante sulle labbra della ragazza. Un lungo sospiro accompagnò quel gesto mentre gli occhi coli di desiderio del non morto si soffermavano su di lei ammirandone la bellezza.
    Molti mi danno del pazzo ma... tu... tu sei quella che mi fa impazzire...
    Mentre pronunciava quelle parole con un tono di voce gutturale e cavernoso, dalle fauci del non morto fuoriusciva un fumo verde densissimo che si piegava ai lati della sua bocca, seguendo le cicatrici sulle sue guance come a voler imitare la forma di un paio di mostruose corna. Un fumo densissimo pregno del suo potere, afrodisiaco a dir poco per tutti coloro che avevano una sensibilità all'energia del labirinto, specialmente altri adepti come loro, soprattutto per una strega come Nefertiti. La spinse contro una di quelle inquietanti statue, bloccandola tra sé e quest'ultima, piantandole il bacino all'altezza del ventre in modo che i loro sessi fossero uno contro l'altro, schiacciati, compressi, bloccati in una prigionia che Nefertiti aveva il potere di liberare, le bastava semplicemente spostare i pantaloni di entrambi e si sarebbe ritrovata la verga del professore completamente turgida dritta sul ventre, come un monito per lei. Thresh invece avrebbe infilato impaziente le mani sotto la maglia della ragazza, sollevandola e afferrando quel prosperoso seno color cioccolata, stringendolo con vigore e voglia, un istinto possessivo quasi violento che le avrebbe strappato stille di dolore, soprattutto quando le dita avrebbero iniziato a muovere i piercing sui suoi capezzoli come se volesse farle male. Sempre a un passo dal dolore più intenso, ma mai alla violenza gratuita.
    Non mi basta baciarti... voglio morderti. Morderti così forte da farti sanguinare... voglio morderti abbastanza da lasciarti dei segni che non puoi rigenerare...
    Scandiva quelle parole con spasmi del petto, della voce, delle mani, del ventre, non dava più l'idea che si stesse trattenendo, ma piuttosto che stesse accendendo gradualmente il suo motore perverso, impaziente di iniziare. Quel momento era solo per loro, non lo avrebbe condiviso con nessuno, voleva gustarsi Nefertiti, la sua allieva diletta, senza nessuna interruzione, senza nessun pensiero. Voleva essere suo, nella sua passione, nella sua bruciante violenza, e per quanto folli fossero quei pensieri trasparivano genuini e cristallini da quello sguardo malefico.
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    La risposta della ragazza si rivelò molto interessante, tanto che Thresh non la fermò mai, lasciando che andasse a ruota libera. Lui stesso non si fece corrompere da nessuna delle sue linee di pensiero, stimolato da quella riflessione che sembrava averci visto giusto, almeno da un punto di vista puramente superficiale. Era ovvio che Thresh non avesse uno scopo preciso, agli occhi di Nefertiti, e lui stesso l'aveva detto chiaro e tondo. Probabilmente però non stava considerando un aspetto inconscio della sua mente, dandola forse troppo per scontata.
    Ehehehe... ti manca la visione di insieme. Proprio come Sae hai dato per scontato che quello che volessi dire è che un patto estremamente vantaggioso potrebbe valere qualsiasi costo... ma io non ho mai detto questo, anzi non lo ho nemmeno mai pensato. Le persone normali pensano di essere impotenti di fronte a questa oscurità, costretti a scendere a patti anche solo per avere una briciola di quella "forza". Ma io non la vedo così. Non scendo a patti con i demoni... io imparo a conoscerli... e a truffarli. Io voglio esattamente quello che hai detto tu: fare il teppista e prendermi tutto quello che voglio senza scendere a patti con niente e nessuno. Non mi lascio trascinare dal Labirinto perché devo, per conoscere le sue regole... io lo faccio perché amo questo senso di scoperta, e ogni volta che apprendo qualcosa di nuovo, imparo come infrangere le loro regole. Qualcosa che nemmeno loro riescono a capire, evidentemente. Questa è la differenza tra timore e follia mia cara... e mi fa piacere sapere che anche tu, come me, non hai paura di niente.
    Nefertiti doveva solo maturare, con la giusta freddezza e un potere crescente sarebbe diventata incredibile, forse più potente di lui. Mosso da quel pensiero, Thresh non riuscì a trattenere l'istinto di carezzarle il mento e le guance con le dita, come farebbe un padre affettuoso. Mentre assaporava la pelle morbida di Nefertiti, però, quel brivido eccitato e irrefrenabile mosse di nuovo la sua anima, facendolo sospirare senza controllo mentre lo sguardo si faceva pieno di desiderio.
    C'è una cosa che hai detto, però, che mi fa morire... hai usato come esempio Artù, invece di me... forse è perché mi consideri così forte da non avere bisogno del tuo aiuto e questo è lusinghiero ma... non hai idea di quanto mi rende geloso.
    Era davvero insolito vederlo in quello stato. Lui per primo, sciupafemmine di mestiere, non predicava mai legami esclusivi e monogami, eppure in quel momento sembrava davvero un ragazzo geloso. Certo, non si era lamentato dei suoi rapporti con Artù e mai lo avrebbe fatto. Non era il sesso o la promessa o l'amore il problema. Ciò che lo aveva ingelosito era che istintivamente Nefertiti aveva pensato al suo ragazzo, e non al suo maestro. Come aveva detto anche lui, forse per mera ingenuità che lo considerava troppo potente, ma tanto era bastato per accendere qualcosa in lui. Quella che prima era solo una carezza affettuosa, sembrava pronta a trasformarsi in una morsa. Non per farle male o per manipolarla, ma per invitarla a farsi avanti.
    Io e te condividiamo molti segreti, mia adorata Nefertiti... so che farai buon uso di quello che ti ho mostrato oggi. Sarà solo nostro finché non deciderai diversamente, o finché non capirò cosa voglio davvero. Fino ad allora però... c'è una cosa che desidero più di ogni altra e di questo sono maledettamente sicuro...
    La grossa e massiccia lingua di Thresh scivolò sulle sue stesse labbra, non perché sentiva il sapore di qualcosa di buono su di esse, ma dava piuttosto l'idea che stesse già leccando con la mente la pelle bruna della sua diletta come la più agognata delle uova di cioccolata il giorno prima di pasqua. Trovandosi all'interno di quell'angolo di Labirinto, i loro poteri sarebbero stati amplificati, ma soprattutto non avrebbero dovuto preoccuparsi di interruzioni e curiosi. L'unico ascendente che poteva fare leva sul buonsenso di Nefertiti, era che probabilmente i suoi compagni la stavano aspettando e avrebbero voluto passare la notte con lei prima della partenza. Restare con lui significava essere... maledettamente egoisti. Perché avrebbe significato che anche il professore, ignorando tutti gli altri, avrebbe passato il tempo prima della partenza solo con lei. Se non si fosse ritirata, Nefertiti avrebbe sentito la stretta delle dita di Thresh far arrivare il pollice fino alle sue morbidissime labbra, schiacciandole con fare possessivo alla ricerca della sua lingua.
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    Ammirò la prudenza mista a curiosità di Nefertiti: non nera spaventata da quello strumento, ma piuttosto lo stava trattando con la giusta distanza, desiderosa di conoscerlo. C'era una bella differenza tra lei e Sae, e questo spiegava molto facilmente perché Thresh la considerasse la sua preferita. Un'apprendista così forte e al tempo stesso tanto curiosa era un dono inestimabile. Piuttosto che limitarsi alle frecciatine, gli spiegò subito le sue sensazioni e i subbi che le erano rimasti sul Labirinto. Thresh riportò la sfera vicina al proprio petto prima di risponderle, alzando poi lo sguardo verso quel terrificante cosmo oscuro che troneggiava sopra di loro. Mantenere lo sguardo con una visione del genere era estremamente difficile, l'esatto opposto di quando si guarda il cielo stellato di notte. Era più simile a quando si guarda verso un burrone, quando la paura ti incalza ma senti il richiamo dell'abisso che ti spinge a fare un passo avanti, che ti invita a buttarti nel baratro. Horror vacui, ma ad un livello ancora più terrificante e incomprensibile.
    Le tue deduzioni sono... esatte. Il Krampus è riuscito a portare immenso caos da "questa parte" solo perché in realtà era una persona che ha subito l'influenza del Labirinto. Un pò come noi, dopotutto, anche se lui si è lasciato divorare completamente dagli orrori di questo luogo. Passare dall'altra parte non è affatto così facile. Perché pensi che le creature del Labirinto cerchino di attirare le persone qui, e non il contrario? Anche se adesso consegnassi questo strumento a Fortinbras, non saprebbe che farsene. Il Labirinto segue delle regole molto precise... è per questo che i Nobili hanno bisogno di... "carne", per poter attraversare il "velo".
    Lo spiegò in maniera semplice ma era certo che Nefertiti avrebbe capito perfettamente cosa intendeva. Dopotutto, quella era la ragione principale per cui molte entità del Labirinto si interessavano a persone come Sae. Spiegarlo era difficile ma all'atto pratico si trattava di un concetto molto, molto semplice: quelle entità non appartengono allo stesso stato di esistenza della terra e i suoi abitanti. Sono come spettri, o qualcosa di più. Tornò a guardare la sfera a quel punto, accarezzandola tra le dita con un discreto orgoglio, ma nessuna impazienza.
    Questa per me... non ha nessuno scopo. Non ho niente che voglio portare dal Labirinto al nostro mondo. In realtà, forse dovrei vergognarmi a dirlo, ma penso che semplicemente sia il risultato del mio fallimento nel cercare di comprendere LeMarchand. Ma tu mi conosci, Nefertiti... io non chiudo gli occhi davanti all'ignoto. Io cerco di comprenderlo, e di asservirlo alla mia curiosità. E se posso insegnarlo ad altri allora ben venga... i risultati sono evidenti, anzi lo saranno ancora di più appena saremo a Roccanuova, te lo assicuro.
    Mentre parlava, riportò la sfera nel suo luogo originale e Nefertiti avrebbe avuto, anche solo per un istante, la sensazione che le dita di quella figura femminile si potessero muovere per stringerla a sé.
    Io voglio conoscere i segreti del Labirinto... i suoi abitanti, la sua origine, il suo vero potere. Questo mondo è la cosa più vicina che riesco ad immaginare per il mio personale e meraviglioso caos primordiale... sento che qui ogni cosa è possibile, e ne sono avido. E tu?
    Si voltò verso di lei, con quella scintilla entusiasta e maligna negli occhi, impossibile da fraintendere eppure enigmatica come una sfinge.
    Se tu avessi a disposizione tutto questo potenziale... pensi che riusciresti ad ignorarlo, sforzandoti di fare come Sae, rifugiandoti in una beata ignoranza... oppure brameresti profondamente di conoscerlo, a qualsiasi costo, così da poterlo fare tuo? Non fraintendermi... non è un discorso da conquista del mondo, né da ascensione della mente o della specie, non è evoluzione né pragmatismo... è solo pura sete, fame, desiderio. Egoismo allo stremo, senza nessun limite.
    Tanto complesso quanto semplice: Thresh non si accontentava di nulla, mai.
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    Per quanto insicura, la risposta di Nefertiti strappò una risata soddisfatta al suo professore. Non la stava prendendo in giro, anzi: il suo sguardo era pieno di orgoglio e volle farle capire che non aveva proprio niente da temere.
    Oh no, a me sembra che tu abbia capito perfettamente. Esattamente come te, anche i tuoi compagni vengono da una situazione in cui li ho spinti a tirare fuori la parte più oscura della loro anima, accettarla e usarla come l'arma definitiva per i propri desideri, ma fino ad ora siete stati protetti, guidati. Adesso state per iniziare la vostra personale battaglia, confesso di essere un tantino geloso se penso che è partito tutto da Sae... ma se dovessi fare tutto io sarebbe deludente e noioso, sono elettrizzato. La tua determinazione mi fa... fremere.
    Le ultime parole gli uscirono come un'inquietante sorriso, e Nefertiti vide nello sguardo del suo professore quel bagliore tetro che gli aveva visto solo quando si contorcevano l'uno sull'altro abbandonandosi alla carne e alle voglie più basse. Ancora una volta, lo sforzo che stava facendo per trattenersi di fronte alla rabbia e alla sete di vendetta di Nefertiti era encomiabile perfino per uno come lui.
    Ma non siamo qui per una sviolinata alla mia diletta... voglio mostrarti qualcosa che non ha mai visto nessuno prima di te. Solo io. Nessuna delle mie amanti, o preziosi confidenti, neanche i miei figli sanno di questa cosa...
    Mentre parlava, si voltò verso la statua e, dopo un breve cenno di riverenza col capo rivolto alla figura femminile, afferrò quella misteriosa sfera con la mano destra. Appena entrarono in contatto, Nefertiti avrebbe percepito chiaramente una strana pulsione energetica, un richiamo che aveva sentito provenire solo dal cubo. Erano molto simili... eppure maledettamente diversi. Thresh lo maneggiò con cura e dopo averlo afferrato saldamente, lo avvicinò a Nefertiti per mostrarlo. Era misterioso quanto affascinante.
    Come sai, i cubi che esistono nel mondo sono finiti, una collezione di pezzi unici creati a suo tempo da LeMarchand per stabilire un contatto col labirinto, commissionati da misteriosi benefattori che lo portarono a creare questi doni. Dopo la sua morte, non furono creati altri cubi: nessuno sa come si generano, né quale sia il reale e profondo scopo che ha portato alla loro creazione.
    Alzò la sfera, portandola all'altezza del suo sguardo, ammirandola con estrema serietà e meticolosa attenzione. Sembrava la stesse studiando, il suo tono di voce divenne molto serio.
    Ho passato una piccola parte della mia... "non vita" a cercare di capire. Lo sai, mi piace divertirmi con gingilli complessi, e la Configurazione del Lamento non fa eccezione. Tuttavia non amo imitare gli altri. Mi piace creare cose solo mie, uniche, quindi quando ho capito che per me l'opera di LeMarchand era incomprensibile, mi sono detto: cosa avrei fatto al posto suo?
    A quel punto lo portò di nuovo verso Nefertiti. Non glielo stava offrendo, ma se avesse sentito il bisogno di toccarlo, glielo avrebbe lasciato.
    Non ho ancora scelto un nome... ma questo strumento ha lo stesso scopo che il cubo ha nel nostro mondo... ma al contrario. Se lo realizzo nel modo giusto potrebbe permettere ad un'entità del Labirinto di mettersi in contatto con il nostro mondo...
    Il suo tono di voce era insolitamente quieto. Non sembrava né orgoglioso né preoccupato. C'era curiosità nel suo sguardo, e una punta di quel sentimento malato che da sempre lo animava. Era un pò come se si rendesse conto che quella non era una buona idea, e per quello lo custodiva gelosamente in gran segreto, ma non riusciva a distruggerlo a rinunciarvi perché forse... forse valeva la pena gettare un pò di caos in quella situazione. Nel bene... e nel male.
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    Mike ricambiò subito il gesto materno di Sae, mentre gli altri esitarono un pò. Non perché fossero timidi o diffidenti, semplicemente perché c'erano molti pensieri nella loro testa in quel momento e diventava difficile ragionare semplicemente di petto. Morgana fu la prima a farsi avanti, ricambiando l'abbraccio di Sae mettendosi dietro a Mike, stringendo entrambi con determinazione. Sentiva il loro coraggio e lo avrebbe usato per combattere. Mike alzò lo sguardo vagamente confuso, come se sentisse qualcosa che non aveva calcolato spingere contro le sue spalle, ma dietro di lui c'era Morgana quindi com'era possibile? Prima che potesse farsi troppe domande, arrivarono anche gli altri ragazzi che decisero di abbracciarsi con vigore così da rafforzare quel legame e quella promessa. Un momento intenso e di convivio, che venne interrotto da Renekton che con le sue possenti braccia circondò praticamente tutto il gruppetto, sollevandoli da terra mentre si lasciava andare ad un pianto commosso.
    Siete una squadra sensazionale! Vi voglio bene ragazzi!
    Gli unici rimasti fuori da quell'abbraccio furono Marcus, che distolse lo sguardo con indifferenza mentre teneva le braccia conserte, e Leben che incrociò le dita di entrambe le mani lasciandosi sfuggire un'espressione che sembrava interpretare perfettamente quanto li trovasse adorabili in quel momento.
    Nel mentre, Nefertiti rispose senza esitazione al suo maestro, facendogli socchiudere le palpebre con un cenno di assenso del capo. La ragazza aveva la sua stessa identica visione, segno che era molto maturata, e che il suo istinto impulsivo era canalizzato nel sentimento di vendetta, non in tutta la sua testa tanto da offuscarne il giudizio. Adorava vederla così pronta e determinata, perché sapeva che in parte era anche merito suo, raccogliere i frutti di un raccolto così generoso era motivo di orgoglio anche per il più umile dei fattori. Alla conclusione del suo discorso, Thresh era completamente rivolto verso di lei e si lasciò sfuggire una risatina molto compiaciuta, tanto che le rispose con un ritrovato ghigno sul volto.

    Hehehe... mi conosci fin troppo bene. Non starò diventando prevedibile?
    Nefertiti aveva ragione: anche quando Thresh esercitava la più crudele, sanguinaria e folle malvagità, la impartiva come una lezione. Se non per la vittima, quantomeno ai diretti interessati. Morgana non aveva subito una lezione né una punizione: quella era una trappola, una minaccia, e anche se Thresh avesse avuto interesse nel provocare una simile reazione in Sae di sicuro non avrebbe mai preso quell'approccio. L'avrebbe torturata minuziosamente di persona, portandola allo sfinimento, non l'avrebbe colpita in maniera tanto indiretta. Non era quello il suo stile, e Nefertiti lo conosceva molto bene. A quel punto allungò un braccio verso la fine di quell'inquietante passaggio, invitandola a seguirlo. Stavolta non avrebbe camminato davanti a lei, ma di fianco, portandole una mano intorno alle spalle, stringendola a sé con grande affetto e orgoglio.
    Tuttavia... voglio essere del tutto sincero con te, mia diletta: questa svolta degli eventi non mi dispiace affatto. Anzi... ne sono elettrizzato. Mentirei se l'idea di vedervi finalmente carichi e pronti a rivendicare vendetta non mi stimolasse nel profondo, sarei disonesto se non ammettessi che spingere quella frigida bacchettona verso limiti che non avrebbe mai varcato in situazioni di calma mi diverte e mi intriga da morire. Ma soprattutto sono impaziente di vedere la forza che riuscirai a tirare fuori quando ti ritroverai davanti a qualcuno che ha fatto del male a chi ti è caro, Nefertiti. Più delle oscure visioni di Sae, più del furore dei Black Knights, sono impaziente di vedere finalmente la mia tempesta che spacca il cielo.
    Nefertiti poteva sentire i brividi di eccitazione che risalivano la gola e il ventre del suo professore mentre parlava. Era davvero estasiato, eccitato, impaziente, sembrava quasi che dovesse saltarle addosso da un momento all'altro e neanche lei poteva immaginare cosa in realtà lo stesse trattenendo. Mentre avanzavano, la statua al centro del blasfemo altare diventava sempre più chiara, e rivelava la sua fattura assai diversa da tute le altre. Non somigliava ad una statua normale, anzi sembrava più una di quelle perfette macchine della tortura, vere e proprie opere d'arte del dolore e del terrore, realizzate dal suo maestro. L'aspetto era quello di una donna, ma emanava un'aura così regale da somigliare a una regina, o meglio... una dea. Nefertiti si sarebbe sentita subito ispirata di fronte a quella figura, come se la stesse incoraggiando a perpetrare ogni suo desiderio, ogni sua emozione, seguendo solo l'istinto e la volontà che teneva in vita il suo cuore. Tra le mani posizionate all'altezza del suo ventre, stringeva una sorta di oggetto sferico dorato, somigliava ad uno di quei cubi di Le Marchand ma fatto in maniera completamente diversa. Si capiva perfettamente che quell'elemento era esterno alla statua, posizionato lì in un secondo momento. Thresh si soffermò a fissare quella figura, chiudendo gli occhi come se fosse in preghiera.
    Ricordi la richiesta che ti ho fatto? Ti ho chiesto di tenerla d'occhio in caso io fossi stato lontano o impegnato. Quella richiesta vale ancora. Appena saremo a Roccanuova, i tuoi compagni non avranno più nessuna ragione per trattenersi, e mi aspetto che tu farai lo stesso. Quando inizieremo ad esercitare il nostro vero potere, le pulsioni, le voglie e l'istinto prenderanno il sopravvento. Diventeremo più forti ma... più affamati. Quando i nostri nemici ci attaccheranno saremo pronti, ma l'affinità dovrà essere al massimo e le prove che ci ritroveremo davanti dovranno essere superate. Ti ritroverai davanti volti dei tuoi amici che non avevi mai visto, o che fino ad ora avevi sottovalutato. Quello che voglio dirti è che in quel momento dovrai usare ciò che hai imparato su di me. Tu meglio di chiunque altro conosci il mio "vero volto", sai com'è fatto, ma soprattutto sai cosa c'è dietro. Non dimenticarti cosa c'è dietro ai tuoi amici.
    Nefertiti aveva passato molto tempo con loro, ma non aveva mai partecipato ad un rituale su vasta scala, un rituale completo, uno vero che servisse per invocare tutta la forza che una Lanterna può esercitare. Le uniche "vere" lanterne in quel contesto sarebbero stati lei e il suo maestro, quindi l'attenzione sarebbe stata catalizzata sulle fonti di energia più importanti... e ovviamente su l'unica fuori dal coro, ovvero quella misteriosa di Sae. Thresh, in realtà, più che metterla in guardi sperava di condividere con lei il suo entusiasmo, ma non avrebbe biasimato qualche traccia di esitazione.
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    Mike non si allontanò dalla sua insegnante, capì che voleva parlargli e lasciò che si unissero in un contatto mentale durante la quale la fissò dritta negli occhi senza nascondere le sue emozioni.
    *No, non va tutto bene. Ho paura, e tanta. Ma non voglio tirarmi indietro. Voglio combattere le mie battaglie e so che questa è giusta. Per te e per i miei amici. Non voglio scappare.*
    Mike era terrorizzato ma maledettamente determinato. Aveva capito che se avesse deciso di tirarsi indietro di sicuro avrebbe perso tutto quello che aveva guadagnato. Da una parte c'era purezza in ciò che stava pensando, Sae sentiva che i suoi sentimenti erano sinceri, coraggiosi. Ma c'era anche un altro lato di quelle emozioni che non le sarebbe sfuggito: simile a quando si ha una dipendenza, qualcosa che Sae poteva capire perfettamente perché anche lei ne aveva una inspiegabile. Il potere che Thresh aveva loro concesso, il legame tra compagni che si era creato, l'amore che Mike aveva scoperto in lei. Era tanto puro quanto oscuro quel sentimento, una dualità imprescindibile che rendeva Mike sia drogato di quelle sensazioni quanto illuminato da esse. Mentre parlavano mentalmente, avrebbero notato che Lancillotto li stava fissando con aria diffidente, e pareva voler dire loro con lo sguardo che era meglio non fare troppo i misteriosi in una situazione del genere. Non aveva torto, attirare l'attenzione in quel momento era fin troppo facile.
    Thresh invece avrebbe trascinato via Nefertiti, non dopo che la ragazza venne salutata momentaneamente da Artù che le disse un impaziente "ci vediamo dopo", abbandonandola alle cure del loro professore. Il non morto non incrociò lo sguardo con lei mentre avanzavano per i corridoi della scuola, né avrebbe proferito parola, lasciando che fosse la sua lanterna a parlare: l'influenza di quello strumento malefico sembrava distorcere le pareti, l'aria e la luce stessa, ma Nefertiti oramai doveva esserci abituata: invece di trascinarla dentro il suo ufficio, l'avrebbe portata nel suo personalissimo angolo di Labirinto, niente di inusuale e che non avesse mai visto, ma di sicuro non avrebbe lasciato la ragazza indifferente. I corridoi si scurirono come se stessero attraversando una selva, e in men che non si dica il rumore dei passi sul pavimento lucido venne sostituito da quello che si sentirebbe attraversando un giardino lastricato di pietre e breccia. Il soffitto si spalancò rivelando un tetro cosmo, distante ma poderoso, non bello e affascinante come una notte stellata ma piuttosto oscuro e terrificante che la sensazione di essere costantemente osservati da qualcosa. Se fino a un istante prima stavano attraversando i corridoi circondati da porte, adesso erano invece in una sorta di tenebrosa selva, attraversando un viale circondato da statue che sembravano vive. Statue posizionate su di un piedistallo di creature, donne, uomini, draghi e altri mostri intrappolati in una posa sofferente, attraversati da macchine della tortura. Le statue sembravano in pietra grigia, mentre le macchine della tortura che ne attraversavano le membra erano in acciaio nero. Dalle ferite provocate dalle macchine sgorgava sangue densissimo che seguiva una canalina scavata nel piedistallo e si riversava ai lati del viale, descrivendo un ordinato fiume dall'odore inebriante. In lontananza, Nefertiti avrebbe visto chiaramente una statua più grande immersa nelle ombre verso la quale convergevano tutte le altre e la circondavano, come se fosse un blasfemo altare che rivendicava il suo tributo.

    Sae non si fida di me, non ancora, ma gli eventi recenti l'hanno praticamente obbligata ad abbandonarsi alle mie cure. questo nostro comune nemico ha permesso a tutti di fare quel passo in avanti che nessuno aveva la forza o la volontà di compiere. Se ci pensi è stato quasi... provvidenziale. Troppo provvidenziale
    Solo a quel punto smise di camminare, voltandosi col capo verso la sua diletta.
    Nefertiti... dimmi la verità: anche tu pensi che dietro tutto questo ci sia io? Che io abbia organizzato questo doppio gioco solo per costringere Sae a fare una mossa avventata e pericolosa, così da abbandonarsi alle nostre cure volente o nolente...?
    Fu enigmatico nei sentimenti e nelle espressioni, sembrava stesse cercando di trattenersi così da ottenere dalla sua allieva la risposta più sincera e cristallina possibile.
  9. .
    Quella non era una sfida, ma una perversa danza a due che avrebbe sfruttato Syndra come palcoscenico. Non poteva immaginare un modo migliore per coinvolgerle entrambe: non si trattava semplicemente di farle godere allo stesso momento, per loro era una vera e propria operazione da completare tutti e tre assieme e ci stavano riuscendo alla perfezione. Syndra non era lo strumento della loro passione, ma il catalizzatore che permetteva ad entrambi gli amanti di dare il meglio di sé, e mentre Nariko lo stringeva per le natiche tirandolo verso la loro vittima centrale, Iceringer ne era più certo che mai. Bastavano quei piccoli gesti per eccitarlo ancora di più, si infilava dentro quello stretto anfratto come se lo stesse scavando, pulsando e agitandosi deciso a far godere Syndra nella maniera più lenta e piacevole possibile, senza nessuna fretta, il tutto mentre si confrontava con Nariko per non lasciare indietro nessuna delle due.
    Siete davvero insaziabili... e state rendendo così anche me...
    Quello non era assolutamente un rimprovero, anzi era il suo sogno che si realizzava. Aveva fantasticato un sacco durante la sua adolescenza a proposito di simili perversioni, ma non poteva immaginare che la realtà avrebbe superato di così tanto la fantasia. Quando si ritrovò le labbra di Nariko davanti non esitò un solo istante: si fiondò su di lei, ricambiando il bacio senza nessun timore, lasciando che la lingua mostruosa della strega si infilasse nella sua gola mentre lui, in tutta risposta, ricambiava con tutta l'energia che aveva in corpo, iniziando a bruciarla rivestendosi di quella fiamma spettrale che alzò gradualmente la temperatura del suo corpo. Proprio come stavano facendo nel ventre di Syndra, Iceringer e Nariko si scambiarono un duello passionale e senza esclusione di colpi anche con le bocche, cambiando posizione delle labbra, piegandosi prima su di uno e poi sull'altro, lasciandosi trascinare dalla passione, alzando gradualmente il ritmo con cui possedevano Syndra mentre le pulsazioni diventavano sempre più intense. Improvvisamente, Syndra decise di stringersi a loro con più forza e quando apparirono le sue sfere oscure come a volerli stringere a lei, il potere di Iceringer si innalzò ulteriormente, come se stesse sfruttando l'energia delle streghe per intensificarsi ancora di più. Un lungo gemito di piacere finì strozzato tra le labbra di Nariko mentre le spinte di quella verga impaziente divennero così forti da dare vita ad un perverso applauso, un'oscena orchestra generata dai loro corpi che si univano in maniera violenta e passionale, e si ingrossò di colpo come se stesse raggiungendo un orgasmo disumano. Quel delizioso orifizio di Syndra sarebbe stato invaso nella maniera più intensa possibile e Nariko sarebbe finita schiacciata tra le pareti di Syndra completamente compresse da quell'iniezione di potere e passione. Iceringer alzò la testa al cielo lasciandosi sfuggire un grido liberatorio, poi finalmente giunse ad un orgasmo liberatorio, molto più intenso di tutti gli altri, cercando di strappare lo stesso anche alle sue streghe. Iniziò a pulsare così forte da far tremare il ventre di Syndra e la verga di Nariko, ogni fiotto attraversava la sua verga ingrossandola di poco, per poi esplodere in una vera e propria eruzione di seme irradiato di energia. Avrebbe invaso totalmente il ventre di Syndra fino a farlo traboccare, e anche quando i loro sessi sarebbero stati coperti da quella cascata di seme bollente lui avrebbe continuato a stringerla a sé e spingere con forza il bacino verso l'alto, deciso a intrappolarle in una spirale di piacere senza via d'uscita.
  10. .
    Dopo il ringraziamento di Sae, seguì un brevissimo silenzio che venne spezzato da Artù: il ragazzo si sollevò lentamente ma deciso, guardando dritto negli occhi Thresh che tenne il suo sguardo, pronto a rispondere a tono se la domanda si fosse rivelata preoccupante. Ciò che Artù aveva da dire però non era né un commento tagliente né un discorso di incoraggiamento.
    Professore... Maestro. il tono del ragazzo cambiò vistosamente nel correggersi, diventando quasi solenne. Inquietantemente solenne. ... questa per noi è una prova... o una missione?
    Dal modo in cui Renekton e Leben affilarono lo sguardo voltandosi verso Thresh, sembravano aver capito perfettamente la differenza. Per Mike era tutto molto nuovo quindi non capì, mentre invece Marcus sembrava confuso ma si sforzò di non darlo troppo a vedere. La domanda di Artù sembrò soddisfare non poco il non morto, che chiuse gli occhi allargando un sorriso malevolo, lasciandosi sfuggire un verso a metà tra un sospiro e una risatina.
    Avete il permesso di non trattenervi. Tutti quanti.
    L'ultima frase la rivolse a Nefertiti, perché riaprì lo sguardo fissando proprio lei. Lo sguardo dei ragazzi si fece galvanizzato, e per una persona normale sarebbero parsi semplicemente motivati o poco più. Ma per Sae che poteva percepire il loro spirito lo spettacolo sarebbe stato estremamente più inquietante. Fu come se quei giovani stessero rilasciando finalmente tutta la loro energia, lasciando che il loro potere prendesse il sopravvento o quasi. La loro energia era quella delle lanterne e ne sarebbe stata tanto affascinata quanto intimorita, perché in loro scorreva lo stesso potere di Thresh, per quanto più minuto e grezzo. Anche se quei giovani erano volenterosi, pieni di buone intenzioni e determinati, restavano comunque adepti del Labirinto. Con quel potere avevano ottenuto o quantomeno risvegliato il loro potere, ne erano utilizzatori e portatori al tempo stesso. Sae poteva vedere quelle forze spirituali legate a doppio filo all'anima oscura di Thresh. Un legame come quello era difficile da spezzare. Tra tutti, quello che spiccava di più era Nefertiti: anche se la ragazza fosse stata abilissima nel contenere le sue forze, ciò che le permetteva di fare la natura di Strega assieme al potere della Lanterna era diverse volte superiore a qualsiasi cosa ci fosse dietro quei banchi di scuola. Non a caso, era la diletta di Thresh. Il silenzio venne spezzato da un paio di battiti di mani da parte di Leben che con un sorriso ampissimo e materno sembrò voler fare i complimenti ai suoi ragazzi.
    Meravigliosi! Sono mortificata all'idea di non poter venire con voi, ma avete tutto il mio sostegno! Riposatevi ragazzi, da domani le giornate saranno molto, molto lunghe.
    Quello era un invito a disperdersi, e appena i ragazzi avrebbero iniziato a pianificare le prossime mosse, Thresh si sarebbe avvicinato a Nefertiti, assicurandosi che nessun altro si mettesse in mezzo ai due.
    Dobbiamo parlare, io e te.
    Thresh si sarebbe concesso del tempo con la sua allieva prediletta, Sae avrebbe certamente dovuto sfruttare quel poco tempo che le restava prima della partenza al meglio possibile. Tutte le persone che potevano interessarle, salvo forse Banner e Tarabas, erano lì pronte a parlare con lei in caso le fosse servito.
  11. .
    Man mano che Sae parlava, gli sguardi dei ragazzi cambiarono moltissimo e rapidamente. Artù non sembrava stranito dalla complessità della faccenda, ma diventò molto più serio, come se si stesse preparando a scendere in battaglia più che sul campo. Appena Sae parlò dell'incubo, Morgana iniziò a mordersi il labbro inferiore con gli occhi sgranati, afferrandosi le spalle e le braccia con le mani, ripensando ai segni che senza Nefertiti avrebbe avuto ancora sul corpo. La carne era stata rigenerata, ma la mente no. Mike sollevò il capo tenendosi una tempia con la mano, come se avesse appena avuto una realizzazione. Evidentemente aveva collegato i pezzi del puzzle e la sua espressione sembrava molto più preoccupata di prima. Lancillotto lanciò uno sguardo severo verso Marcus: Sae diceva che l'aveva salvata, ma quel suo tempismo era stato fin troppo tempestivo, quindi lo guardava male perché pensava che Marcus sapesse qualcosa che loro non sapevano. Nessuno però osò interrompere il discorso di Sae, che prevedibilmente dopo aver spiegato la situazione lasciò loro la possibilità di scegliere. Thresh però non aveva nessun dubbio e fissava i suoi ragazzi con le braccia conserte, ben consapevole che la risposta sarebbe stata unanime. La determinazione, la rabbia e l'odio di Nefertiti però scossero la sua espressione sicura: conosceva il risultato ma non si aspettava di vedere quell'espressione. Se fossero stati da soli si sarebbe lasciato sfuggire perfino un gemito di piacere ma dovette trattenersi, soffocando la soddisfazione, l'orgoglio e la magnificenza che provava nei confronti della sua diletta al momento. Seguendola quasi a ruota, Morgana alzò il braccio frettolosamente senza cambiare espressione.
    Non mi importa per quale motivo è successo... hanno deciso di braccare i Black Knights... devono capire con chi cazzo hanno a che fare.
    Solo a quel punto si voltò verso i loro compagni di squadra, e tutti seguirono il gesto di sollevare il braccio, con un'espressione determinata sul volto. L'unico che esitò fu Mike, non perché volesse tirarsi indietro ma perché aveva capito quanto in realtà la questione riguardasse Sae, ed era preoccupato da morire per la sua amata insegnante. Quando alzò la mano lo fece con un'espressione mista tra il terrore di perderla e la volontà di proteggerla a tutti i costi.
    Qualsiasi sia il loro obbiettivo, o il bersaglio delle malefatte, sono malvagi e vanno puniti. E una punizione è giusta a prescindere da chi la esegue.
    Si aggiunse infine anche Marcus. Come al solito era enigmatico, ma sembrava intendere che anche se considerava Thresh e le forze del labirinto malevole, erano comunque dalla parte "giusta" in questo caso perché si scagliavano contro un male maggiore.
    L'unanimità ha un buon sapore, cari colleghi.
    Commentò soddisfatto rivolgendosi a Sae, forse la donna si aspettava di vederli tirarsi indietro ma nessuno lì dentro era un codardo o men che meno un pessimo amico. Quei ragazzi erano abituati ad aiutarsi a vicenda e non avrebbero smesso proprio a quel punto. Sebbene fossero spaventati, confusi e impazienti, la loro pressione energetica vibrava con entusiasmo, erano pronti a darsi da fare. Il non morto in particolare si soffermò su Nefertiti: era impaziente di vederla davvero all'apice della sua rabbia, finalmente non l'avrebbe usata solo per sé stessa e la propria soddisfazione, ma anche per vendicare qualcuno che amava, mettendola a disposizione degli altri. Non poteva immaginare uno scenario migliore per la sua fioritura, sapeva che lo avrebbe reso orgoglioso. Prima di qualsiasi altra cosa però doveva parlarle, e lo avrebbe fatto appena la riunione si sarebbe dispersa.
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    Leben non sembrò dare nessun peso alla diffidenza della donna, lasciando spazio ai due insegnanti per poter parlare agli studenti, che pendevano dalle loro labbra. Thresh si girò verso di loro, sollevando tutta la documentazione preparata in modo che ne prendessero visione, per poi darla alla preside così che si occupasse del resto.
    Abbiamo tutto il necessario, non c'è altro da organizzare se non i vostri personalissimi preparativi. La partenza è fissata per stasera, in modo che il viaggio ci porti a Roccanuova per domattina presto. Siete già stati lì, non servono le raccomandazioni, gli unici che sono nuovi sono Marcus e la professoressa Klein, quindi assicuratevi che non saranno in difficoltà una volta lì.
    Nessuno sembrava preoccupato, anzi erano tutti molto agguerriti e concentrati, compresa Morgana che non aveva sul volto i segni di un trauma, ma solo una grande rabbia e sete di vendetta. Sembravano pronti a scendere in campo in qualsiasi momento: forse Sae poteva contestare i metodi di Thresh e della Sapienza in generale, ma i risultati erano impossibili da negare. Da adulti, maturi e forti come leoni, quei ragazzi sarebbero stati una squadra formidabile.
    Ho già spiegato loro del piano dei due autobus, mi assicurerò che tutto vada per il verso giusto, ma forse avremo bisogno di aiuto da fuori.
    Renekton era esattamente come loro: ben conscio che stavano facendo qualcosa di serio e pericoloso, ma assolutamente a suo agio e preparato. In situazioni del genere faceva comodo avere dalla propria parte combattenti, assassini e possibili serial killer. Quando quel genere di persone sfrutta il proprio macabro talento per qualcosa di buono, i risultati sono palpabili.
    Non temere, ho già predisposto tutto l'aiuto di cui potremmo avere bisogno. Non saremo soli, e in caso di problemi Dalamadur e Raizex ci seguiranno dall'alto. Abbiamo più di un piano di riserva, ma se devo essere onesto non mi aspetto sorprese... un attacco prima del tempo sarebbe a dir poco frettoloso, se i nostri cacciatori sono davvero abili come pensiamo non faranno nulla di prevedibile. Ma ci faremo trovare pronti.
    I ragazzi annuirono determinati, quasi all'unisono. Lancillotto aveva un'aria particolarmente concentrata, ma spesso cadeva con lo sguardo verso Sae, come se si aspettasse che avrebbe detto qualcosa. Morgana invece teneva lo sguardo basso, probabilmente meditando impazientemente il momento propizio per la sua vendetta. Per qualche ragione Artù era il più calmo, era chiaramente ancora immerso nel suo ruolo di leader e sapeva di dover gestire gli altri in caso i professori fossero impegnati a fare altro, e non avrebbe mancato quel ruolo. Mike fingeva di restare impassibile, ma dentro di sé era un turbine di emozioni. Aveva molto da fare e da dimostrare, a tutti e soprattutto a sé stesso. Il silenzio di Marcus era invece di quelli che hanno bisogno di ascoltare, più che di parlare, probabilmente aspettava il momento giusto per dire la sua, o non parlare affatto.
    Adesso una parola dalla professoressa Klein. Ha intenzione di mettervi al corrente di tutto ciò che faremo, quindi lascerò spazio a lei essendo la diretta interessata.
    Allungò il braccio verso Sae, e l'attenzione di tutti fu catalizzata verso di lei. La preoccupazione di Mike, a quel punto, crebbe a dismisura.
  13. .
    La silenziosa risposta di Sae sembrava celare verità nascoste, ma Thresh non gli diede troppo peso: adorava le sorprese e scovare i segreti, sarebbe stato deluso se Sae avesse confessato ogni cosa fin dal primo momento. Avrebbe tolto tutto il divertimento. Concordato ciò, smisero di darsi alle ciarle inutili ed iniziarono a camminare per i corridoi della scuola verso l'aula in cui erano stati raggruppati tutti i ragazzi interessati. Vennero rapidamente raggiunti da Dalamadur che costrinse Thresh a fermarsi per un momento, domandandosi cosa volesse il suo prezioso guardiano in una situazione del genere. Non si espresse a parole, come al solito, limitandosi a sollevare il pugno serrato nella quale stringeva il collare di Raizex. Thresh si lasciò sfuggire un "oh" divertito e soddisfatto, portandosi una mano sulla fronte.
    Ma certo che vuole venire con noi... affiderò a te questo incarico: cercate di mantenere un profilo basso.
    Il guerriero annuì, per poi lanciare uno sguardo serio ed enigmatico verso Sae, una sorta di silenzioso saluto, dopodiché riprese il suo cammino, andando in direzione della tana di Raizex. Una volta vicini all'aula interessata, Sae avrebbe iniziato a sentire la voce di una donna molto pacata e amichevole, dal tono squillante e armonioso. Prima ancora di percepire la sua voce, però, iniziò a sentire il suo spirito: nonostante apparisse calmo e quieto, aveva una pressione energetica notevole. Una possanza non indifferente, tipica di quei combattenti che a volte camminano per strada a caccia di un lavoretto facile da portare a termine con le loro abilità. Era molto inusuale sentirlo all'interno della scuola, di solito i ragazzi quando usavano i loro poteri non arrivavano a quel livello, e forse sarebbe bastato per mettere in guardia la professoressa. Thresh si fece avanti, aprendo la porta per primo ed entrando immediatamente nell'aula.
    Ci siamo tutti?
    L'intera squadra dei Black Knights si trovava all'interno dell'aula: oltre al solito gruppetto c'erano anche i ragazzi che non avevano partecipato attivamente agli eventi ma che erano stati informati e non avevano esitato un solo istante a farsi avanti per la squadra. In tutto c'erano 10 ragazzi tra cui Morgana, Artù, Nefertiti, Lancillotto e Mike. L'unico a non far parte della squadra presente, era Marcus. Nessuno era seduto educatamente al banco: alcuni erano vicinissimi alla cattedra, in piedi, altri seduti sui banchi, altri invece erano vicini alla finestra, dove se ne stava a braccia conserte anche Renekton. Thresh attese che anche Sae fosse dentro per poi chiudere la porta alle loro spalle. Non scattò nessun lucchetto, eppure Sae avrebbe sentito chiaramente la stessa influenza magica di quando quel pesante portone all'inizio dell'ufficio di Thresh si sigillava di colpo.
    Thresh, caro, perché ci fai sempre aspettare così tanto? Lo sai che amo stare tra i nostri ragazzi ma non sono di certo io la mente dell'operazione...
    Seduta sulla cattedra, a gambe conserte, c'era una figura femminile che Sae non aveva mai visto, vestita con un abito nero scurissimo e che la copriva pressoché dalla testa ai piedi, nascondendo del tutto il suo corpo eccezion fatta per la testa. Sembrava un abito di altri tempi che nonostante le spalline pompose calzava perfettamente al suo corpo prosperoso ed equilibrato, a dir poco affascinante. Lunghi stivali neri slanciavano le gambe incrociate, guanti dello stesso colore coprivano fino al polso la figura elegante ma sodale, tutt'altro che altezzosa. Nonostante la voce calma e quasi materna, però, il suo sguardo affilato sembrava tradire completamente quell'aria altrimenti gioviale e amichevole. Le labbra erano rosse come il sangue e l'unico occhio visibile aveva un che di diabolico che somigliava fin troppo a quello di Thresh. I capelli bianchi della donna erano raccolti in due grosse trecce, una delle quali copriva completamente un lato del suo volto rendendola molto misteriosa. Lo sguardo non era l'unica cosa a somigliare a Thresh: quelle trecce sembravano fatte della stessa identica fattura di quelle del non morto, mentre la carne pallidissima apparteneva chiaramente al corpo di un non morto. L'occhio inquietante di quella donna si posò immediatamente su Sae, offrendole un caloroso sorriso.
    Non pensi che sia ora di fare le presentazioni?
    Thresh allargò un sorriso compiaciuto, avvicinandosi alla donna seduta alla cattedra per poi rivolgersi a Sae.
    Professoressa Klein, lei è Leben Meyer, la nostra preside.
    Il sorriso di Leben si allargò in maniera quasi innaturale, mostrando però un volto estremamente gioioso e amichevole. Allungò perfino una mano verso di lei, offrendole una stretta amichevole e formale.
    Desolata di non aver anticipato questo incontro ma... ho avuto degli impegni inderogabili. Come preside ho molte responsabilità sulle spalle...
    Questo avrebbe spiegato molte, moltissime cose. Quei due zombie si somigliavano tantissimo, probabilmente avevano lo stesso identico ascendente e se la intendevano di butto. Nonostante Leben apparisse come una dolce madre che educava i suoi figli, agli occhi di Sae sarebbe apparsa inquietante tanto quanto Thresh, anzi forse di più. Dal modo in cui la sua pressione energetica non si "celava" minimamente dava l'idea di essere del tutto innaturale, e la sua forza spirituale si espandeva in maniera caotica all'interno della scuola, come se la influenzasse tutta. Era strana da morire, ma certamente non la cosa più assurda che avesse visto Sae nell'ultimo periodo. Se avesse deciso di stringerle la mano, si sarebbe resa conto che qualsiasi tipo di legame spirituale era impossibile con lei, proprio come succedeva con Thresh.
  14. .
    Quando Sae gli disse che con la volontà di agire lo avrebbe costretto in ginocchio a chiederle scusa, lui esplose in una fragorosa risata, non troppo lunga, ma sentita. La guardò negli occhi mentre rideva, scuotendo il capo. Era genuinamente divertito dalla sua mancanza di prospettiva. Strana competizione quella che stava portando avanti Sae. Almeno dal punto di vista del non morto. Nonostante quello scambio di ideologiche coltellate, il loro discorso procedette senza intoppi in maniera piuttosto pacifica.
    Il luogo dove andremo è già "schermato" da questo punto di vista, e una volta lì mi assicurerò di rafforzare le nostre protezioni. Ma sì, in ogni caso sarò sempre in prima linea in questi casi, come ulteriore misura di sicurezza, quindi non preoccuparti.
    Almeno sulla preparazione non sembrava affatto losco o enigmatico, anzi: Thresh sapeva molto bene come organizzare un rituale, anche quelli più articolati, complessi e incatenati, quindi era ovvio che stavano navigando nelle sue acque, questo era più che evidente.
    Vuoi parlare direttamente con i ragazzi? Non è una brutta idea, avrei giurato che fossi più la tipa da "lasciamolo fare agli adulti". Sono piacevolmente sorpreso.
    Commentò mentre si alzava e con un movimento rapido della mano, riportava la lanterna a volteggiare intorno a sé fino a ricongiungersi con la cintura. Afferrò i documenti deciso a portarli con sé, mentre con l'altra mano sfilava dalla giacca un pacchiano telefono completamente nero, pieno di piccole borchie argentate e che dava l'idea di essere un vecchio modello, uno di quelli con l'apertura a conchiglia e una fotocamera a malapena funzionante. Se lo portò all'orecchio con naturalezza, pronto a dare istruzioni.
    Incomincia a radunare i ragazzi... saremo da voi in un attimo.
    A quel punto richiuse il telefono rimettendolo al suo posto, rivolgendo un sorriso soddisfatto ed enigmatico verso la sua collega.
    C'è altro? Qualcosa che non mi diresti davanti ai ragazzi, magari? O qualcosa che io dovrei sapere e loro no? Dopo che saremo partiti avremo molto poco tempo per chiacchiere solitarie... tienilo da conto.
    Alzò entrambe le sopracciglia, così che Sae capisse bene che non stava scherzando né la stava provocando. Stava prendendo davvero sul serio quell'operazione.
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    Trattenne una risatina di scherno nel sentirla parlare di pericoli ed effetti collaterali, si lasciò sfuggire un commento ma lo lasciò morire rapidamente, senza dargli troppo seguito.
    Beh mia cara, forse non ti sei infilata in trincea di tua volontà ma hai deciso di attraversarla senza imbracciare né un fucile né un coltello. Pensavo fosse chiaro che questa non è una scampagnata...
    Non la migliore punzecchiata, ma oramai era diventato facile colpirla da quel punto di vista, ci aveva anche perso il gusto, quindi avrebbe lasciato a lei il compito di riflettere sulle sue possibilità. Se si ostinava a rifiutare ogni dono che le veniva offerto e qualsiasi strumento a sua disposizione lo disprezzava, con cosa voleva difendersi? Se non altro non sembrò partire prevenuta e anzi, non interruppe mai ciò che Thresh aveva da dire, assimilando il piano come se volesse approvarlo a prescindere. Non che avesse molta scelta, a quel punto, ma il professore era abituato a vederla molto più facilmente contrariata che altro. L'unica cosa che la preoccupava era il suo ruolo all'interno della questione, sottovalutandosi come al suo solito. Thresh portò entrambe le mani una sopra all'altra, incrociandole sulla scrivania all'altezza dei documenti che aveva di fronte a sé.
    Perché parli di "agire per istinto" in quel modo? Come se fosse una cosa casuale, irripetibile se non addirittura negativa? Il potere che stiamo cercando di tirare fuori non è qualcosa che ti è stato impiantato, né istruito. Fa parte di te. Il fatto che lo usi istintivamente ne è la dimostrazione. Quante volte sei riuscita a fare qualcosa di impossibile solamente perché volevi riuscirci?
    L'esempio più lampante le sarebbe venuto in mente immediatamente: solo poche ore prima aveva conversato con un essere da un'altra dimensione, chiuso chissà dove, immerso nelle tenebre di un mondo sconosciuto. Eppure Sae, semplicemente immaginando di poter accendere un flash verso di lui, imponendo la sua volontà, lo aveva illuminato per un secondo. Non era cosa da poco. Scosse il capo, accennando di nuovo quel sorriso compiaciuto e sicuro di sé.
    Ti stai preoccupando troppo... io sono DAVVERO un bravo insegnante, te lo assicuro. Inoltre ho avuto modo di osservarti molto... bene e da vicino... enfatizzò lascivamente quelle parole ... mentre fai i tuoi viaggi e perdi il controllo, quindi sono certo di poterti tenere al guinzaglio. Non andrai da nessuna parte finché sarò nei paraggi, sarà un'esperienza estremamente formativa.
    Prima di continuare il discorso, però, voleva essere sicuro che Sae avesse compreso alla perfezione cosa Thresh stava cercando di fare.
    In ogni caso, non sto parlando nello specifico di "esorcismo". Sto parlando di fare tutto il necessario per tirare fuori il meglio da te e dai ragazzi. Nel caso di Mike forse aveva bisogno di uno stress importante per risvegliare le sue abilità, o chi lo sa insieme a lui magari hai "esorcizzato" anche lo spirito che teneva bloccati i suoi poteri. Scegli la versione che ti piace di più, non ha importanza. E non lo avrà neanche con tutti gli altri. Ognuno sviluppa e accresce i poteri nella maniera più personale possibile. Non possiamo prevedere cosa succederà, ma sappiamo per certo che dobbiamo andare fino in fondo. Spero che tu sia pronta.
    Quel ghigno a trentadue denti colmo di malizia e malvagità sembrava lasciar intendere che Thresh non vedeva l'ora di spingerla ai limiti del suo codice morale, e scoprire fin dove sarebbe stata capace di trattenersi. Un brivido le avrebbe attraversato prima la schiena e poi i capezzoli, stuzzicati dai piercing, come una sorta di monito. Se Sae pensava che fosse tanto semplice per lui... in parte aveva ragione, ma dall'altra sapeva per certo che anche la sua Nefertiti era una gran gelosona, di sicuro l'idea di diventare troppo promiscui non le sarebbe piaciuta troppo, ma Thresh non aveva intenzione di obbligare la sua diletta a piegarsi solo per assecondare l'istinto della vendetta. Avrebbe parlato anche con lei, e in maniera molto più diretta e schietta. Non potevano permettersi di essere infantili, in quel contesto.
20828 replies since 14/1/2007
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