Posts written by BOLSHAK VS DOOM

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    Se non fosse stato per la sua ingenuità e l'inesperienza, Nefertiti sarebbe stata capace di rispondere colpo su colpo, stoccata dopo stoccata a tutte le affilate nefandezze e parole di Thresh, dandogli esattamente quel perverso confronto che Thresh cercava con i suoi studenti, ma risultava fin troppo facile metterla all'angolo non solo con il corpo ma anche con la mente. La sua dolce Nefertiti aveva ancora molto da imparare ma adorava vederla crescere in quel senso. D'altro canto però, quei momenti di imbarazzo che uscivano fuori quando la corazza di malizia e prepotenza veniva incrinata, erano preziosi quanto il più dolce degli orgasmi di Nefertiti, e altrettanto piacevoli. Sentì il suo corpo contorcersi mentre le carni femminili si indurivano, pulsando, forse impazienti di provare piacere, forse vogliosi di zittirlo una volta per tutte. In un certo senso ci riuscì, perché la risatina del non morto si ammorbidì in un gemito di piacere decisamente profondo e incontrollato mentre sentiva la clitoride della sua diletta pungerlo con tanto insistentemente. Gli disse di mettere fine a quel discorso, ma con che coraggio poteva rinunciare a quell'espressione arrossita? Dopotutto, sulla sua pelle d'ebano, quel rossore era ancora più bello.
    Oh, e perché mai? Ti senti in colpa? Non dovresti... non è una gara mia cara, non sto di certo cercando di portarti via da lui... o forse senti di averlo tradito? Unirci nella carne è normale quanto banchettare insieme per noi lanterne, non sarai mica ancora legata a concetti così vetusti? No... ovvio che no...
    Usò un tono di voce molto basso, e parlò lentamente, scandendo ogni singola sillaba in modo che l'attenzione di Nefertiti fosse tutta per lui. Adorava giocare in quel modo e anche se non stavano scopando direttamente, quella stimolazione era meravigliosa. Voleva continuare a masturbarsi con lei, condividere quel momento senza spingersi oltre, magari anche venire assieme, non tanto perché i loro corpi si erano uniti, ma perché stavano scambiando tra di loro qualcosa di molto più profondo, intimo e osceno. Nefertiti poteva sentire quella verga pulsare distintamente ogni volta che si sfregavano più forte, come quando il professore si avvicinava ad un orgasmo. Glielo stava praticamente chiedendo, per questo se fosse stato necessario aumentare il ritmo per raggiungere quell'obbiettivo, Thresh l'avrebbe assecondata immediatamente, aggiungendo ai movimenti anche lunghi sospiri di eccitata passione.
    Ti senti in colpa per quello che mi hai chiesto... perché hai deciso di passare la notte con me, e non con lui. Non è così? Fino ad ora erano state solo sveltine, sentimenti confusi per il tuo maestro, magari una valvola di sfogo con l'uomo che ti ha aiutata... ma questo. Questo non è niente del genere. Questa è stata una richiesta egoista, puramente tua, solo per te... e hai deciso di avermi solo per te, per una notte intera. Qualcosa che non hai mai chiesto a nessuno... e che non avresti chiesto a nessuno che non fossi io. E te ne rendi conto solo ora... sei deliziosa.
    Mentre si masturbava assieme a lei, Nefertiti lo vide chiaramente leccarsi le labbra, ma non lo fece in maniera rapida e vistosa come quando cercava di inquietare e spaventare gli altri. Fu un gesto quasi spontaneo, naturale, probabilmente lui stesso neanche se ne rese conto. Era abbagliato dal desiderio possessivo di Nefertiti e se ne sentì avido da morire. Nei suoi occhi si poteva leggere distintamente la voglia di sentirne ancora, di evocare altri desideri e pensieri egoisti dentro di lei, ma doveva trattenersi perché... anche lui aveva dei limiti, da un certo punto di vista. Si avvicinò rapidamente, ma non di scatto, al suo volto. Sembrava volesse darle un bacio ma in realtà si avvicinò al suo orecchio, parlando così piano che somigliò più ad un fischio che ad una frase. No... forse non era un fischio. Forse è il suono che il metallo affilato fa quando lacera la carne. Un suono terrificante e doloroso, ma maledettamente eccitante. Nessuno poteva sentirli in quel posto, ma Thresh lo sussurrò comunque perché doveva appartenere unicamente a loro. Neanche le pareti dovevano sentirlo.
    Non avere paura... sarà il nostro segreto.
    A quel punto aprì la bocca, lentamente, allungando la lingua verso di lei. Voleva un bacio, e che fosse il più osceno e passionale possibile, perché doveva portarli entrambi al loro segreto e oscuro orgasmo. Thresh non avrebbe eseguito moine o trucchi mostruosi, niente di speciale, si sarebbe semplicemente sfregato con lei fino alla fine, fino a che non avrebbero raggiunto assieme l'apice, schizzando quel densissimo seme bollente sul ventre della sua diletta, come la saliva che resta tra le labbra di due amanti al termine di un bacio goloso. Un orgasmo tiepido, tutt'altro che esagerato, ma puro, possente, accompagnato ad ogni spinta da un respiro più intenso dell'altro.
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    Iceringer distolse lo sguardo passandosi una mano dietro la nuca mentre Nariko lo rimproverava, era in imbarazzo perché quel braccio monco probabilmente faceva più male a lei che a sé stesso e non poteva biasimarla.
    Dai, sono sicuro che c'è un modo per sistemarlo...
    O almeno così sperava, ma non volle insistere oltre, non era sua intenzione togliere il focus da Endymion. Il piccoletto non disprezzava di certo tutte le attenzioni che stava ricevendo, anzi tutto l'opposto: sembrava chiaramente qualcuno che era stato privato delle sue abitudini, della sua sicurezza e della sua felicità, e adesso gradualmente si stava convincendo che le aveva ritrovate e poteva tirare un respiro di sollievo. Anche quando Syndra si unì all'abbraccio esitò solo per un momento, ma ricambiò immediatamente quel gesto, sorridendole mentre si accoccolava sul suo petto in maniera del tutto naturale. Per lui Syndra era una specie di seconda madre, più di una comune zietta, per cui si lasciò andare con lei in maniera del tutto naturale, forse troppo, tanto che col senno di poi si sarebbe chiesto se forse si era concesso troppe libertà a schiacciarsi contro il suo morbido petto, ma oramai era tardi per scusarsi. Non si aspettò però di venir messo sotto la lente d'ingrandimento, tanto che i suoi occhioni si spalancarono perplessi quando Syndra lo afferrò per le guance, iniziando a studiarlo. Non gli dispiacevano quelle effusioni, sembrava uno di quei gatti troppo abituati ai suoi padroni per lamentarsi o fare lo scontroso, quindi si lasciava strapazzare senza problemi, tuttavia non riusciva a capire come mai Syndra fosse così sorpresa e curiosa. Per lui era normale essere... "Lui". Quindi non riusciva a immaginare che nella mente della sua seconda mamma si stesse formando un pensiero tanto articolato quanto vero. Aveva ragione: Endymion non apparteneva a nulla che fosse già esistito prima di allora, non era mezzosangue tra Lumen e Umbra come Nariko, né mezza Lanterna come Syndra, o contaminato in qualche modo come era successo con Lotor o Nefertiti. Endymion aveva il sangue puro di una casa nobile misto a quello oscuro e potente di una strega del caos, Gil era esatto sfortunato alla roulette genetica ma portava comunque i geni e il sangue della famiglia più potente di Londra. Ovviamente il ragazzino non aveva la minima idea di avere un simile potenziale dentro di sé. E altrettanto ovviamente Iceringer non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo con quegli sguardi sorpresi: essendo digiuno tanto di magia quanto di genetica elementare, per lui Endymion era solo un ragazzino cazzuto con un'abbronzatura da paura.
    Quella comunque non si rigenera, è una bruciatura magica.
    Commentò all'improvviso il ragazzino, indicando il braccio monco di Iceringer, cogliendolo di sorpresa.
    La rigenerazione del corpo accelerata è una conseguenza della memoria spirituale. La carne, il sangue e le ossa recuperano il corpo in base a ciò che l'anima, l'energia e lo spirito "ricordano". Se però anche queste ultime vengono mutilate, il corpo non si rigenera più allo stesso modo, è come se ti avessero tolto l'anima da quel braccio, non puoi più rigenerarlo normalmente...
    Quando Endymion concluse la spiegazione, si rese conto dell'espressione preoccupata di Iceringer e di aver utilizzato un tono fin troppo serio per quella spiegazione, quindi abbassò lo sguardo con aria imbarazzata, cercando di giustificarsi.
    M-me lo ha detto Lotor, ne stavamo parlando poco prima che entraste...
    Detto questo si ammutolì, forse aveva detto troppo. Iceringer si ritrovò con lo sguardo vagamente perso. Era difficile interpretarlo in quel momento ma non sembrava spaventato. Piuttosto dava l'idea di aver compreso qualcosa di importante: non tutto si può aggiustare. Quel braccio mancante sarebbe stato un importante memento, da quel momento in avanti.
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    La risposta di Nefertiti divertì il non morto, e in senso molto positivo dato che riuscì a distrarlo dal sapore delle sue labbra, strappandogli una risatina compiaciuta proprio mentre si stava gustando il sapore della saliva della sua allieva con tanto diletto, leccandosi avidamente la bocca con gesti lentissimi di quella lungo muscolo pallido. Le replicò come al solito col suo fare ispirato e deciso, ma stavolta non utilizzò quel tono da paternale che spesso serbava per i suoi studenti. Non le stava facendo una lezioncina, piuttosto voleva condividere con lei la sua filosofia.
    Perché, pensi che a me piaccia giocare alla sonda aliena con i tuoi cristalli curiosi? No... a me piacciono le ragazze, mi piacciono i corpi morbidi che si sciolgono sotto il mio tocco, mi piace sentire le vostre viscere intorno al mio cazzo che non riuscite più a trattenerlo neanche serrando ogni muscolo dello stomaco... mi piace vedere il volto contorto dal piacere, perso nella passione, nella lussuria... ma non è così che funziona una sfida mia cara.
    Forse Nefertiti lo aveva sempre visto come un pazzo maniaco che non disdegnava nulla, che non gli faceva schifo niente e che avrebbe assaporato ogni genere di pratica con entusiasmo perché banalmente qualcosa nel suo cervello si era rotta o non funzionava più, ma questa era una semplificazione a dir poco sconcertante e tutt'altro che la verità. Thresh non abusava degli uomini per una latente pansessualità, non apriva le pance delle persone perché aveva un fetish morboso nei confronti delle interiora e delle fasce di muscoli usate come preservativi, non ingravidava le donne per puro piacere nel vederle con il pancione saturo tutto per merito di chissà quale virilità tossica e imperativa. No, la sua mentalità non era niente di così semplice. Si trattava del suo personalissimo modo di combattere gli altri, un confronto faccia a faccia senza esclusione di colpi, dove non era la mania e la follia a guidarlo ma la curiosità e l'incoscienza. Cose molto diverse, dal suo punto di vista.
    Se fosse solo una questione di ciò che voglio io, passerei il tempo a sfregarmi il cazzo tra le dita... ma noi siamo combattenti, non ci basta il monologo. Quello che vogliamo è un passo a due, a tre, un coro intero di contrapposizioni. Ciò che ci piace non è la mano stretta intorno al collo... ma la sensazione che ci dà lo sguardo della persona che abbiamo davanti mentre preme con forza. Non è perché vuoi sentirti umiliata che ti fai strozzare da me... è perché vuoi testare i tuoi limiti, vuoi vedere nella mia faccia la scintilla possessiva di chi ci gode a tenerti in quello stato... e vuoi che la tua rivincita abbia un sapore dolcissimo, che non avrebbe senso senza quel segno delle dita intorno alla gola.
    Mentre condivideva con lei quei pensieri, non solo la sua verga pulsava e si sfregava contro quelle carni più forte, segno che anche lui si stava godendo quel contatto anche senza penetrazione, come se stessero condividendo una masturbazione nello stesso momento, senza bisogno di esagerare o spingersi oltre, godendosi l'intimità in maniera perversa. Inoltre, i suoi occhi brillavano di un bagliore tetro unico, che Nefertiti non aveva mai visto prima. Evidentemente per lui non era possibile aprirsi in quel modo con tutti, anzi sicuramente Nefertiti era una delle pochissime persone che lo aveva sentito mentre condivideva in quel modo i suoi pensieri, la sua filosofia, e non lo faceva per giustificarsi né per impartire una banalissima lezione. Era come se le stesse donando una parte di sé, e sperava che Nefertiti ne avrebbe fatto tesoro, comprendendo meglio cosa significava per Thresh essere una potente Lanterna. Per evitare che il discorso diventasse troppo serio o filosofico, però, Thresh tornò a fissarla con un ghignetto malefico sul volto, e con fare dispettoso mosse il bacino in modo che la sua cappella si incastrasse tra le natiche di Nefertiti, come se dovesse penetrarla all'improvviso e senza la giusta preparazione, ma facendola scivolare via di scatto senza darle soddisfazione. Voleva provocarla. Dopotutto dovevano passare la notte assieme, e non significava che dovevano farlo solo scopando... o almeno, non nel senso stretto del termine. Adorava giocare con lei.
    Ma secondo me sai benissimo di cosa sto parlando... ti piace trasformare i ragazzi nelle tue troiette, non è così? Scommetto che non vedi l'ora di scoparti il culo di Artù come hai fatto con me... dici che non sei una pervertita, ma sono sicuro che inizieresti a sbavare nel vedere Artù che ti danza addosso supplicandogli di dargliene ancora, con quel petto muscoloso all'infuori e i capezzoli dritti come spilli, eccitati perché la sua padrona lo sta facendo godere come un pulcino...
    Scandì le parole molto lentamente, con voce profonda, assicurandosi che ogni singola sillaba riuscisse ad evocare quelle immagini oscene nella mente di Nefertiti. C'era comunque sangue di Umbra nelle sue vene, e anche se Nefertiti non lo aveva conosciuto a fondo Thresh sapeva che se lo stuzzicava allora qualcosa di perverso poteva uscire eccome.
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    Nefertiti non gli diede l'idea di aver capito esattamente cosa Thresh le aveva concesso, ma neanche lo aveva disprezzato. Il non morto doveva rassegnarsi al fatto che aveva ancora a che fare con un'adolescente ma confidava che, col tempo, la sua diletta avrebbe imparato ad apprezzare quei gesti enigmatici che il suo maestro le donava sporadicamente. Le sorrise, complice, appena si mise in posizioni più comode per permettere ai loro sessi di incrociarsi meglio, sfregandosi mentre i corpi si avvicinavano sempre di più, togliendosi dalla testa promesse e patti per tornare a quello che volevano entrambi fin dall'inizio.
    Che richiesta irragionevole... sai quanto amo il dramma.
    Replicò dispettoso, prima di avvicinarsi alle labbra di Nefertiti per poterle baciare di nuovo. Le punte intorno al suo collo erano così lunghe e irte che sfioravano la pelle bruna della ragazza ad ogni tentativo di approccio. Molti le avrebbero considerate un disturbo ma quello non era di certo un rapporto normale. Per assecondare le voglie di Nefertiti e farle capire che non doveva fare altro se non disporre di lui, iniziò a muovere il bacino molto più forte e velocemente rispetto a prima, così che quelle escrescenze carnose arrivarono quasi a grattare sull'intimità della ragazza. Con i movimenti profondi e ampi del bacino, poi, Nefertiti avrebbe sentito anche i grossi e duri testicoli del suo maestro, quasi come se stessero già scopando in maniera selvaggia, che si abbattevano sulle sue carni impazienti, neanche fossero il crudele mazzafrusto di uno spietato cavaliere sanguinario. Se poi quei gesti fisici e diretti non le bastavano, avrebbe distillato la passione del non morto direttamente dalla sua bocca: la lingua di quel non morto era davvero impaziente, una vipera predatrice che cercava in ogni modo di strapparle quanti più mugugni possibile. Col capo si spingeva verso di lei, e con le mani ancorate ai glutei della ragazza le avrebbe impedito di farsi troppo indietro, sarebbe stato come farsi divorare ancora e ancora, mentre quelle labbra si scioglievano come se volessero diventare una cosa sola. Il contatto con le natiche di Nefertiti non fu pacato né modesto, iniziò subito con uno schiaffo vigoroso di entrambe le mani, contemporaneamente, e le dita avrebbero iniziato a stringerle le carni come se fosse la morbida massa del pane migliore del mondo. Se non fosse stata allenata a dovere, quelle grosse falangi avrebbero sicuramente fatto a pezzi quella deliziosa carne, limitandosi in questo caso a lasciarle solo qualche vistoso segno dato che avevano ancora una forma alterata dai poteri di Thresh, presentandosi artigliate. Quel bacio colmo di lussuria però non sarebbe durato in eterno, perché non aveva la minima intenzione di spegnersi ad un mero approccio fisico. Si sarebbero confrontati finché la mente della ragazza avrebbe tenuto.
    Ma devo ammettere che la tua richiesta mi ha sorpreso... sapevo che eri una piccola masochista, ma vederti sbavare in quel modo mentre ti strozzavo e ti tenevo per la gola con la cinta... sei proprio una piccola pervertita. E' questo che ti ha fatto avanzare una richiesta tanto ardita? Vuoi farti prendere di nuovo...? Magari stavolta per i capelli...
    Nefertiti fino ad ora si era confrontata unicamente con l'amante, con la guida e al massimo con la figura affettiva che quell'uomo poteva conferirle. Quindi forse non immaginava che Thresh potesse diventare anche un rivale, per certi versi, e spronarla a tirare fuori quei lati di sé stessa che ancora non aveva esplorato. Nonostante il suo tono non fosse umiliante né accusatorio, era ovvio che la voleva punzecchiare.
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    Le parole di Endymion morirono in gola appena Nariko lo toccò e si avvicinò a lui per poterlo abbracciare. Iceringer le strinse le dita per incoraggiarla, ma non la trattenne: l'avrebbe lasciata per permetterle di abbracciarsi finalmente a quel piccolo dono che il fato gli aveva concesso dopo tanta fatica e sofferenza. Endymion tremava perché non riusciva a crederci. Sollevò le mani timidamente come a voler ricambiare quell'abbraccio, e si tratteneva solo perché non gli sembrava vero, non poteva aver guadagnato qualcosa di così importante semplicemente infrangendo le regole e comportandosi in maniera egoistica. Alzò lo sguardo gonfio di lacrime verso Iceringer, e il ragazzo gli sorrise. Un sorriso dolce che voleva mandargli un messaggio chiaro: non era l'egoismo ad averlo portato fin lì, ma l'affetto che provava verso le persone. E quel senso di colpa, la volontà di scusarsi con gli altri, era la dimostrazione che non aveva agito solo per sé stesso, ma perché i sentimenti che provava erano sinceri. Realizzando quel pensiero, Endymion strinse la gola ed iniziò a provare un forte calore in petto. Sbattendo gli occhi incredulo non riuscì più a trattenere le lacrime e, con un coraggio che non pensava di trovare, si strinse a Nariko con tutte le sue forze. La strega avrebbe sentito chiaramente il cuore del giovane iniziare a battere fortissimo, l'emozione di ricongiungersi finalmente con la madre che pensava di aver perduto per sempre era più forte di qualsiasi altro potere.
    Lo prometto... lo prometto... *sniff* non scapperò mai più. Voglio... voglio restare con te.
    Si strinse più forte al suo petto nella speranza di nascondere quanto forte stava piangendo a quel punto.
    Fino a quel momento, Lotor era rimasto in disparte mantenendo uno sguardo serio. L'approvazione di Syndra venne accolta come al suo solito con fare altezzoso, con uno sguardo che sembrava dire "ovvio che è così". Non si aspettava riconoscimenti per aver fatto così poco. Sopportò in silenzio i piagnistei della ragazza, resistendo alla tentazione di darle il manico della spada sulla testa, ma ad un certo punto si arrese e con uno sbuffo le allungò direttamente un pacco di fazzoletti. Quando Madre e figlio si ricongiunsero, lui si alzò e senza aggiungere altro decise di farsi da parte. Incrociò di nuovo lo sguardo con Iceringer che lo ringraziò con un cenno, Lotor non replicò in alcun modo ma si limitò a salutare. Sapeva che a quel punto era di troppo e il suo compito si era esaurito. Sarebbe rimasto nei paraggi ma non aveva intenzione di fare il terzo incomodo. Ci sarebbe stato tempo per parlare, adesso però doveva lasciare spazio ai diretti interessati. Rakhna lo seguì senza dire nulla, senza mai staccare lo sguardo dal piccoletto che aveva in un modo enigmatico attratto molto la sua curiosità. Una fortuna che pochi potessero vederlo, altrimenti Endymion si sarebbe sentito molto osservato. Mentre si stringeva a Nariko, Endymion finì inevitabilmente sulla sua spalla, dove finì per osservare Iceringer che lo guardava commosso. Gli lanciò un sorriso sincero, dato che non aveva ancora ringraziato anche lui.

    Grazie per essere venuto... anche se è andata in questo modo... mi hai cercato lo stesso, non mi conoscevi nemmeno.
    Iceringer si lasciò sfuggire una risatina nervosa, ben conscio che per l'ennesima volta aveva agito di pancia. Ma se non altro aveva fatto qualcosa di buono seguendo il suo istinto.
    Sapere che c'era qualcuno che ha bisogno di aiuto era una scusa più che sufficiente... e avevo deciso di dare precedenza a quelli che mi stanno vicino quindi... penso che sia andata estremamente bene.
    Dal suo punto di vista avevano barattato un braccio per una persona, come potevano non considerarla una vittoria?
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    La richiesta di Nefertiti lo colse totalmente alla sprovvista: certo che si aspettava una richiesta perversa, e certo che quella avanzata da Nefertiti fosse qualcosa di estremamente... impossibile. Ma la sorpresa di Thresh non era qualcosa di negativo, anzi... lo trovò sublime. Se il suo sguardo sembrava confuso, la sua verga lo tradì completamente perché sussultò di eccitazione. Nefertiti sapeva che lui non poteva dormire, non ne era più in grado, e vagava durante la notte per continuare le sue macchinazioni, per generare nuovi oscuri piani, per studiare altre tenebrose verità. Passare la notte con lei non era banalmente una perdita di tempo, era uno strano modo di impiegare quel vuoto. Era per lui... una tortura, a tutti gli effetti. Una tortura mossa unicamente dalla voglia di Nefertiti di averlo tutto per sé. Il risultato di un amore distorto, egoista. Una richiesta semplicemente... sublime. Se non fosse stato così eccitato, Thresh sarebbe perfino riuscito a commuoversi per quello che Nefertiti gli aveva appena chiesto. Quindi quando la commozione perse, prese il sopravvento la gioia. Allargò un sorriso estremamente soddisfatto, di quelli mostruosi che scoprivano le guance aperte che non nascondeva più davanti alla sua allieva. Gli occhi del non morto si macchiarono gradualmente di una luce oscura, così spenta da somigliare ad una melma nera che si impossessava del suo sguardo, rendendolo mostruoso.
    Non ti basta più solo la mia carne... il mio potere... la mia mente... vuoi anche la mia notte, ora, Nefertiti...? Sei semplicemente insaziabile...
    Con la mano ancora sporca degli umori che si erano scambiati, le afferrò il mento e le guance, tirandola verso di sé in modo che non potesse distogliere lo sguardo da lui. Leccò le sue labbra, avidamente, partendo da quella inferiore e passando verso quella superiore. Fu una leccata lentissima, sembrava quasi che Thresh non si stesse neanche gustando semplicemente la sua carne, ma le stesse leccando via l'oscurità egoista che trasudava dalla sua anima in quel momento. Un sapore delizioso.
    Molto bene... ma come ho promesso: lo faremo a modo io.
    A quel punto la sua lanterna prese vita, accendendosi in maniera vistosa, generando ai loro piedi un cerchio di energia verde e nera, una forte oscurità che li avvolse completamente, trascinandoli via da quel cosmo oscuro e riportandoli alla realtà. Nefertiti si ritrovò sopra al suo professore, inginocchiata sul letto e seduta sul ventre di Thresh. Si trovavano in una stanza che somigliava a molte altre della scuola, ma appariva estremamente inquietante. Simile all'ufficio di Thresh dato che somigliava ad un Dungeon pieno di macchine misteriose e decorazioni grottesche in metallo nero, ma quella stanza Nefertiti non l'aveva mai vista: era più grande, spaziosa, accogliente in un certo senso, e aveva un grosso letto fuori misura che sembrava fatta per un mostro della stazza di Thresh. Il letto ovviamente, pur avendo un materasso normale, era circondato da un baldacchino dall'aspetto terrificante: somigliava ad un altare da sacrificio avvolto da una gigantesca mano artigliata circondata da tentacoli dall'aspetto mostruoso, avevano delle fattezze rigide e il loro colore le faceva somigliare a delle strutture in metallo inanimato, eppure avevano una strana pulsione che le avrebbe ricordato tantissimo le macchine della tortura del professore. Intorno a loro, altre macchine dalle forme mostruose e vagamente umanoidi se ne stavano immobili come terrificanti guardiani immersi nella penombra. La fiamma verde che di solito caratterizzava la lanterna del suo professore avvolgeva completamente il baldacchino su cui si trovavano, come se si fosse trasformata essa stessa nel loro letto. Quella era la stanza da letto del professore? A giudicare dal fatto che Nefertiti riusciva a percepire solo ed esclusivamente il potere del suo maestro, era sintomo che in quella stanza non ci aveva mai messo piede nessuno. Probabilmente nemmeno Dalamadur visto che di solito almeno quella era la traccia energetica che seguiva Thresh praticamente ovunque. Mentre Nefertiti si guardava attorno, Thresh le afferrò i polsi delle mani, tirandola a sé come se volesse darle un bacio, prima di questo però la obbligò a portare le sue dita sul possente collo del maestro e stringerlo più forte che poteva. In quel modo, proprio dove c'era la vistosa cicatrice intorno al collo di Thresh, si formò un altro di quei solchi oscuri che Nefertiti gli aveva provocato sul ventre l'altra volta, anche se in quel caso sembrava decisamente meno permanente. Il potere della ragazza avrebbe iniziato a risuonare con quello del professore, dando forma ai loro desideri. Generarono assieme una sorta di collare fatto di un materiale nero, lucido e cristallino, a metà tra una macchina della tortura e uno di quei spuntoni di Nefertiti che serviva ad assorbire potere. Il collare era borchiato, e dalle gocce di sangue nero che scivolavano dal collo del professore poteva capire che le punte si estendevano sia all'esterno che all'interno, infilzandolo in maniera dolorosa e... possessiva. Il dolore del professore rese durissimo il suo membro che tornò a picchiettare sulla schiena di Nefertiti, impaziente. Quando il collare fu pronto, una lunga catena spettrale ancorò il non morto al baldacchino intorno al letto, imprigionandolo. C'era molto spazio di manovra ma non sarebbe mai riuscito ad uscire dalla stanza con il poco gioco che concedeva la catena. Anche se Nefertiti non la stringeva fisicamente, la sentiva chiaramente legata a sé, come se potesse "tirarla" in qualsiasi momento.
    Se mi staccassi da questa catena, anche se tu dormissi, lo sentiresti chiaramente. Quindi non posso sgattaiolare via mentre dormi. Fino a domani mattina sarò solo tuo...
    Quella frase iniziò quasi romanticamente con una carezza sulla guancia della ragazza. Poi però Il pollice di Thresh si infilò prepotentemente tra le sue labbra, alla ricerca di quella morbida e insaziabile lingua, come se volesse invitarla a succhiargli e leccargli le dita.
    Tuttavia... dato che io non posso dormire... farò di tutto per strapparti ogni singola goccia di energia... andrò avanti fino a che non sarai al limite... quindi se vorrai sopravvivere dovrai assicurarti di essere tu a prosciugare me. Non deludere le mie aspettative... mia adorata Nefertiti...
    La ragazza aveva fatto una richiesta audace, ma come promesso Thresh aveva deciso di assecondarla a modo suo. Se avesse guardato bene le pareti della stanza, Nefertiti avrebbe potuto notare che non c'erano porte né finestre. Erano entrati lì partendo dal labirinto e probabilmente un passaggio del genere era l'unico modo per uscire. Era intrappolata lì dentro assieme a lui, una gabbia d'amore... e di folle passione. Dato che aveva espresso il desiderio di stare con lui per tutta la notte, Thresh le aveva garantito una lunghissima nottata, fino a che la stanchezza non si sarebbe impossessata di lei nella forma più violenta e perversa possibile. Thresh aveva legato a lei il suo collo ma nient'altro... il che significava che avrebbe potuto farle di tutto.
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    Nefertiti non aveva raggiunto semplicemente l'orgasmo, ma aveva anche fatto un passo in più per comprendere la natura del suo professore, il suo modo di pensare e come agiva per procurare a sé e alle sue amanti un piacere estremo. Non era ancora abbastanza matura per prendere il controllo e godersi una rivalsa su di lui, men che meno trovare la forza per contrastare il suo potere, ma andava bene così. Assaporarono quel bacio assieme e si fissarono negli occhi mentre i loro sessi erano ancora connessi, e quel cazzo impaziente riversava gli ultimi fiotti di piacere dentro di lei. Quella ragazza era davvero preziosa, la presa di Thresh sui suoi seni poteva apparire perfino violenta vista da fuori, ma era un sintomo di quanto in realtà fosse legato a lei, e gli risultasse impensabile allontanarsi più di così.
    Prima ti limitavi a rigenerarti e basta... ora stai diventando anche resistente... sono molto fiero di te, Nefertiti.
    Thresh espresse tutto quel sentimento di orgoglio e spirito possessivo continuando a stringerla e carezzarla, passandole le labbra prima sulla guancia e poi sul collo, baciandola, leccando quella pelle color cioccolata e mordendola perfino, mentre le mani si separavano da quelle morbide montagne di piacere per gustarsi anche il resto del corpo. Una in particolare si piazzò sul suo ventre, ancora gonfio per colpa dell'orgasmo intenso e per la presenza della sua verga che fino a quel momento non aveva fatto un solo passo indietro. Anzi, era marmorea e pulsava come se fosse impaziente di continuare. Per resistere a quella tentazione, però, e anche per non cedere troppo ai propri istinti, Thresh iniziò finalmente a lasciarla andare allontanandosi da lei gradualmente. Per farle capire però che non avevano finito, il suo maestro si assicurò di rendere anche quel gesto maledettamente erotico e stimolante: non si limitò a sfilare il suo cazzo in una volta sola, anche perché sarebbe stato semplicemente impossibile. Era allargato dall'eccitazione e quelle escrescenze carnose avrebbero reso tutto molto più difficile. Thresh scivolava lentamente da dentro la carne di Nefertiti, pulsando intensamente ad ogni passo. La cappella si soffermò dispettosamente all'entrata del suo utero, massaggiandola con movimenti lentissimi e decisi. Quando scivolò fuori, una grande quantità di Seme iniziò ad avvolgere quella carne maschile intensa, accompagnando i suoi movimenti e rendendo la stimolazione più calda. La punta di Thresh picchiettava sulle pareti sensibili di Nefertiti, e le escrescenze vibravano per darle ulteriori stimoli. Era un giocattolo erotico perfetto, col calore di un essere umano e lo stimolo di una macchina perversa, solo che invece di entrare stava uscendo, lasciandole un vuoto graduale. Man mano che questo succedeva, le dita del non morto scivolavano sulla carne della sua allieva, fino a circondare le grandi labbra, vistosamente spalancate, andando a stuzzicare le grandi labbra e la clitoride. Visto che le mani di Thresh erano ancora corrotte dal suo potere, quei tocchi non erano solo intensi e ponderati, ma anche saturi di quell'oscuro potere che il professore l'aveva costretta ad assaporare fino a renderla assuefatta. Ben presto, nonostante le dimensioni, quella grossa mazza di carne bollente si ritrovò a pulsare direttamente di fronte alle sue grandi labbra, fino a liberarla del tutto. Per non recidere l'abbraccio, Thresh si piantò contro di lei, facendo scivolare la sua verga tra le morbide natiche di Nefertiti, appoggiandosi su di essa fino a toccarle la schiena. Da quel contatto, la ragazza avrebbe potuto meravigliarsi delle dimensioni raggiunte dal suo professore che di sicuro avevano messo in difficoltà la loro differenza di stazza, ma nella maniera più piacevole possibile. Strette in una morsa oscena, le grandi labbra della ragazza sarebbero state da una parte stuzzicate dalle dita del professore, e dall'altra dai durissimi testicoli oramai chiusi in una sacca di carne così turgida da poter fare invidia anche al più vigoroso dei membri maschili. Continuò a respirarle addosso per tutto il tempo, senza nascondere il desiderio che mai si era affievolito nei suoi confronti. Se la ragazza faceva progressi significava che non doveva lasciarla andare così facilmente.
    Voglio premiare la tua dedizione... puoi farmi qualsiasi richiesta, ma scegli bene le parole che userai... perché stavolta utilizzerò i miei poteri. Quindi soddisferò qualsiasi tuo desiderio... ma a modo mio...
    Poteva quasi suonare una minaccia dal suo tono di voce, ma era così sensuale, basso e seducente che era evidente stesse stuzzicando la complicità di Nefertiti. Voleva spingerla a fare una richiesta di cui si sarebbe pentita, senza anticiparle nulla. Voleva scoprire quanto audace e folle la sua allieva fosse, così che scoprisse quanto oscuro poteva diventare il suo maestro se stuzzicato nel giusto modo.
  8. .
    Assurdo. Non era passato neanche un giorno a tutti gli effetti, ma Nariko aveva già trovato un magico babysitter per Endymion! Iceringer sgranò gli occhi osservando quello scenario, strabuzzando lo sguardo mentre cercava di capire come e quando. Insomma, quella scena era difficile da fraintendere! Il tipo con le orecchie a punta e la pelle strana non poteva essere umano, doveva tipo somigliare a Midna magari, un costrutto di sicuro! Oppure una sorta di demone con la quale avevano stretto un patto che adesso era costretto a cambiare pannolini per le streghe di Umbra. In effetti non ce le vedeva proprio delle potenti fattucchiere a portare passeggini a spasso mentre cercavano nuovi modi per invocare le forze infernali. Era ovviamente una buona notizia, visto quanto era peculiare il caso di Endymion, ma pensa che Nariko fosse così efficiente era assurdo. Non le disse nulla, si sarebbe complimentato più avanti con lei, e sorrise con orgoglio verso Lotor. Non se la immaginava così una Mary Poppins stile strega di Umbra, ma sembrava abbastanza figo e preparato, inoltre quella katana sembrava abbastanza grossa da poter difendere tranquillamente Endymion! Mettendo da parte i suoi pensieri su magici oompa loompa, Iceringer rimase in silenzio nel notare quanto Nariko si fosse immobilizzata di fronte a quello spettacolo. Probabilmente incontrare Endymion in quelle condizioni non sarebbe stato semplice, ma a pensarci bene quale occasione poteva essere migliore? Dopo che Syndra si fece avanti, Iceringer si avvicinò a Nariko, senza spronarla o spingerla, limitandosi a sfiorarle le dita per stringerle la mano e farle capire che era con lei. Le avrebbe lasciato lo spazio di cui aveva bisogno, restandole al fianco e supportandola in un momento dove sentiva che dovevano restare tutti uniti. Lotor aveva capito immediatamente che quello scenario non era normale e richiedeva le giuste attenzioni, già da prima che entrassero tutti nel Labirinto. Aveva raccolto informazioni silenziosamente, osservando tutto nella maniera più meticolosa passibile e si era fatto un quadro generale che no richiedeva conferme, al momento. Sapeva solo che quel ragazzino era importante per Nariko, quindi doveva tenerlo d'occhio. Aveva percepito subito il potere di Umbra e, dato che quel posto era una fortezza sconosciuta, doveva impedire che scienziati abili come Traesto indagassero. Lotor aveva preso sul serio il dover mantenere i segreti di Umbra, dopotutto lui stesso sapeva bene quanto era importante mantenere il silenzio su quelle cose. Fortunatamente da quelle parti sembravano tutti alleati privi di secondi fini, quindi non era stato necessario combattere, ma non per questo si sarebbe adagiato sugli allori o avrebbe abbassato la guardia. Inoltre quella era l'occasione perfetta per sondare le capacità del giovane, realizzando che doveva sicuramente aver avuto un addestramento di altissimo livello, degno del suo. Dava quasi l'idea di essere stato allenato proprio da Nariko ma... questo era impossibile. I suoi tratti, la sua energia e le emozioni che suscitava nella sua maestra però, lasciavano molto poco spazio all'immaginazione, ed essendo Lotor avvezzo alle cose strane non poteva che raggiungere la conclusione più ovvia e... perché quel pesce lesso senza un braccio lo stava fissando con aria inebetita? Sembrava quasi che avesse visto un folletto dei boschi uscito da qualche libro delle favole per bambini. Lo sguardo di Lotor lo fulminò mentre le sue orecchie a punta si agitavano con aria stizzita.
    Per quanto riguarda Endymion, invece, appena le due streghe entrarono nella stanza si ritrovò immediatamente sorpreso e con lo sguardo rivolto verso il basso. Sentì un profondo senso di mortificazione che fino a quel momento Lotor era riuscito a scacciare con la sua compagnia, ma che ora lo aggrediva in maniera crudele senza lasciargli respiro. Era stato egoista, come altri certo, ma questo non giustificava le sue azioni. Aveva tante spiegazioni da dare ma si sentiva come se qualsiasi riposta potesse dare a quelle persone fosse a prescindere sbagliata. Vega, dopotutto, glielo aveva detto più volte: un viaggio come quello che avevano fatto loro non era un bene, né una bella azione. Dopotutto Nariko in quel mondo era libera da responsabilità genitoriali, lui che diritto aveva di entrare nella sua vita ?Specialmente considerando il modo in cui era stato concepito... un profondo senso di terrore e dolore si fece strada nel suo cuore, ma prima che la sua energia potesse alterarsi troppo in risposta a quelle emozioni, Syndra si fece avanti, raggiungendolo per parlargli con tono dolce e affabile. Attirò subito lo sguardo di Endymion verso di sé, facendo arrossire quella pelle bruna scurita dall'influenza magica, come succedeva spesso tra le streghe più sensibili alla magia. Le parole di Syndra fecero subito breccia nel suo cuore e trovò il coraggio di alzare lo sguardo verso Nariko. Endymion prese un profondo respiro e, sforzandosi di non sembrare esitante, si tirò su mentre stringeva con le dita il lettino. Nonostante il suo dissimulare sicurezza, le dita tremavano e sudavano, annegando nell'emozione. Sì, quel sentimento che traspariva dalla sua espressione non era tanto paura o vergogna, ma emozione. Certo si sentiva ancora mortificato e aveva una paura folle di essere rigettato, ma più di ogni altra cosa era emozionato all'idea di poterla rivedere ancora. Si fermò davanti a Nariko, con le mani strette e la testa leggermente piegata verso il basso. Endymion nonostante la sua giovane età non era minuto né basso, era slanciato come sua madre e portava sul corpo l'addestramento magico che perfezione il fisico dei guerrieri di Umbra. Emanava un'energia forte ma ordinata, indice che sapeva controllarsi, e l'unico disturbo derivava proprio dalle sue emozioni. Era ancora un'adolescente ma cercava di comportarsi come un uomo, era evidente che anche Vega lo avesse addestrato con perizia per il combattimento. Con le labbra strettissime, Endymion alzò lo sguardo verso Nariko.

    Madr... La gola gli si strinse, gli occhi si abbassarono per un momento, ma riprese fiato per non sembrare debole. ...maestra...
    Ogni singola fibra del suo corpo avrebbe voluto chiamarla in un altro modo, ma sentiva di non averne il diritto, non ancora. In questo quei due si somigliavano pure troppo, in caso avessero avuto bisogno di ulteriori prove. Era così difficile parlare a cuore aperto. Mentre Endymion si sforzava di fissarla negli occhi a mantenere la postura, Nariko avrebbe visto quelle sfere sincere farsi lucide, trattenendo con immenso sforzo le lacrime. Si portò una mano sul petto con fare solenne.
    Vereor Nox, Maestra... mi rendo conto di aver provocato un sacco di guai e... sono mortificato. Ho pensato che se non avessi interferito forse... forse avrei potuto prendermi un'altra occasione. Per te... per voi... non avrà senso ma... ho sentito il bisogno di avere un posto in cui stare. Io prometto che... sarò molto più cauto ma... ma se decideste che non è questo il mio posto allora... lo accetterei...
    Sembrava in procinto di vomitare altre giustificazioni, fiumi di parole, di scuse, di spiegazioni che molto probabilmente avrebbero avuto poca, pochissima importanza. Iceringer aveva il cuore in gola, sentiva il bisogno di abbracciare quel piccoletto, dirgli che sarebbe andato tutto bene e che non doveva preoccuparsi, ma soprattutto di non stringerlo troppo perché sembrava abbastanza forte da spezzare una persona in due porca vacca...
  9. .
    La parte più umana di Thresh sapeva che la stava spingendo in un territorio arido, che in fondo quella ragazza aveva ancora dei traumi e non sapeva gestire benissimo il dolore. Ma mentre la vedeva corrompersi così meravigliosamente col suo potere, tanto che sembrava truccarsi di pura oscurità, Thresh sentiva quella parte di sé morire soffocata crudelmente come se quelle catene fossero strette intorno alla gola del suo buonsenso, più che su Nefertiti. Era bellissima in quello stato, e più si arrabbiava, disperava, soffriva e godeva, più il professore ammirava la perfezione che raggiungeva in attimi preziosi come quello. Si stava impegnando con tutta sé stessa per non cedere di un passo rispetto al suo professore, e lo dimostrava quanto forte si fosse fatta la presa sui testicoli di Thresh, e quanto vigorose fossero le spinte di quei cristalli dentro il suo adorato maestro. Voleva davvero impalarlo da parte a parte? Forse avrebbe capito cosa provava lui ogni volta che resisteva alla tentazione di azzannarle quelle morbide cosce con tutta la forza che aveva in gola. Impossibile, però, formulare pensieri così coerenti, non in quel momento: Thresh sentiva che non c'era solo vigore e voglia di rivalsa in quei gesti, ma anche quel potere oscuro che solo Nefertiti era capace di esercitare. La sua anima di Strega corrotta dal Labirinto era unica, rara e splendida come ogni altro fenomeno che un uomo può vedere una sola volta nella sua vita, e Thresh si sentiva un privilegiato nel poterne godere in maniera così intima. Si lasciò completamente andare a quel potere, permettendo a Nefertiti di attingere alla sua forza. Anche se fosse rimasta per ore in apnea, non sarebbe mai soffocata con quel non morto a farle da batteria di carne, e per quanto quelle catene potessero stringerla non l'avrebbero mai strangolata davvero. Le spinte del non morto si fecero tremolanti e irregolari, colpa di quella presa e della penetrazione di Nefertiti che gli stavano togliendo il controllo e la forza di volontà. Non si era mai sentito così invaso da qualcuno, anche quando lo avevano scopato selvaggiamente non era stata la stessa cosa, perché nessuno aveva le capacità di Nefertiti per poter divorare la sua forza misteriosa. La piccoletta neanche si rendeva conto di quale potere avesse su di lui, e di quanto in realtà sarebbe stato semplice per lei ribaltare la situazione e prendere il controllo. ma questo non stava a lui insegnarglielo, non così facilmente almeno: Se non altro però, Nefertiti poteva dire di aver controbilanciato la situazione: se il professore la teneva per quelle perverse catene per poter scandire il ritmo, lei aveva fatto lo stesso con il suo scroto, trasformandolo in una perversa briglia con la quale decideva lei il ritmo osceno della loro unione. Si ritrovarono ben presto entrambi ad ansimare con i corpi oramai persi nella lussuria, trattenersi oltre non aveva più nessun senso e appena Nefertiti raggiunse quel nuovo, forte orgasmo, Thresh si unì a lei, piegando la testa in avanti e lasciando che quelle lunghe trecce bianche ricadessero sul suo petto e la schiena di Nefertiti, come se dei perversi artigli metallici la stessero carezzando avidamente durante quel meraviglioso climax. La verga del non morto iniziò a gonfiarsi ritmicamente come se non fosse in grado di far passare tutto il suo seme, Nefertiti si sarebbe sentita invadere così rapidamente che per poco la sua carne non esplose. Le grandi labbra traboccarono di puro piacere trasformandosi in una cascata di umori e seme. La mascolinità del professore era densissima e calda da morire, e funzionò come un catalizzatore per darle altro intenso potere. Se anche fosse stata distratta o ridotta all'impotenza, quel succo perverso le avrebbe permesso di recuperare tutte le forze di cui aveva bisogno nella maniera più piacevole possibile. Ogni fiotto veniva accompagnato da un affondo deciso, e un grugnito mostruoso da quella gola immane che pareva a tutti gli effetti intenta a darle una lezione. Le callosità carnose si sfregavano contro di lei aggiungendo strati di stimoli ad ogni pulsazione di piacere, promettendole un orgasmo lungo e senza precedenti. Thresh voleva assicurarsi che Nefertiti non si concedesse neanche un istante di respiro, quindi mentre venivano assieme iniziò a tirare così forte la catena avvicinandola a sé che per pochi istanti la ragazza ebbe la sensazione che il suo collo potesse spezzarsi.
    Ancora... non è finita... ancora!
    Nefertiti vide chiaramente i muscoli del professore gonfiarsi e serrarsi oltre il riflesso dello specchio davanti a lei, a rompersi però non fu il suo collo ma la catena, che finì in mille pezzi liberandola finalmente. Thresh allungò le mani sul suo seno, stringendolo con vigore, deformandolo tra le sue possenti dita per aggiungere stimoli a quei già tormentati capezzoli, mentre con il capo si fiondava sulla bocca della sua diletta oramai libera e coperta del suo stesso sangue. Si unirono le labbra e furono in un perverso bacio ancora, stavolta mentre entrambi venivano e col preciso scopo di allungare quell'orgasmo. La lingua del professore si allungò e gonfiò di nuovo, avvolgendo quella di Nefertiti e infilandosi nella sua gola, non per serrarla stavolta ma per stimolarla, così che potesse concedergli quel respiro che tanto al ungo le aveva trattenuto. Il bacio si rivelò maledettamente passionale, Thresh sembrava intenzionato a far danzare le loro labbra, strette in maniera quasi violenta, succhiava e leccava saliva e sangue senza nessun ritegno, e ogni movimento di quel bacio corrispondeva ad una pulsazione più intensa. L'orgasmo di Thresh, che fino a un momento primo sembrava destinato ad affievolirsi, riprese in pompa magna, vigoroso quanto prima, duro come non mai mentre si abbatteva nel ventre bollente di Nefertiti, riempiendolo e svuotandolo fiotto dopo fiotto trasformando quella femminilità nel suo rifugio perfetto. Un orgasmo sublime, osceno, perverso, solo per loro.
  10. .
    Nefertiti avrebbe visto quel ghigno malefico e compiaciuto restare immutato per tutto il tempo necessario, la sfida stava funzionando quindi Thresh non sentì il bisogno di cambiare le carte in tavola. Non aveva previsto niente, ma sapeva come stuzzicarla a modo suo, e sapeva altrettanto bene che Nefertiti non sarebbe rimasta lì a subire. Era quella la nuova Nefertiti dopotutto, no? La sua tempesta, quella che non subisce più e basta, quella che non si crede debole... quella che non si crede seconda a nessuno, men che meno alle sciacquette che ronzavano intorno a Thresh, men che meno inferiore al suo professore. Bastò poco per incrinare quel ghigno malefico riflesso nello specchio nero, perché anche solo la presa vigorosa di Nefertiti sui suoi testicoli era bastata per fargli salire quel brivido osceno sulla schiena. La verga del professore iniziò a pulsare più forte, rallentando nelle spinte ma intensificando quelle contrazioni vigorose, come se quella verga fosse un cuore pulsante, impazzito e bisognoso di sangue. Cercò di dissimulare però, per non dargliela vinta, non subito. Non poteva di certo arrendersi con così poco: Nefertiti aveva accettato la sua sfida, non la sua resa. Il ritmo frenò ulteriormente quando i cristalli di Nefertiti iniziarono ad invadere il suo corpo, infilandosi anche nel culo del suo maestro senza troppi complimenti, deformando la già scossa espressione della ragazza in un sorrisetto compiaciuto che poco aveva da invidiare a quello del suo maestro. Thresh dovette mordersi il labbro inferiore per trattenersi, ma anche in quel modo un gutturale e mostruoso verso di piacere gli sfuggì da quella possente gola, mentre ai lati aperti della bocca con le guance squarciate fuoriusciva altro densissimo fumo verde che scivolava ai lati del suo capo tingendo di nuovo una silhouette diabolica e acuminata. Da come aveva rallentato il ritmo poteva sembrare che fosse in difficoltà, ma in realtà era l'esatto opposto: Nefertiti poteva sentire la cappella del professore ancorata come una fiocina dentro il suo ventre che pulsava così forte da sembrare quasi in preda ad un orgasmo, e gocce di presperma le macchiavano il ventre dandole un assaggio dell'orgasmo che il professore le stava promettendo. No, la verità era che... Thresh doveva trattenersi, perché sarebbe stata una terribile vergogna cedere ad un orgasmo tanto impaziente, arrendendosi ad una risposta così misera da parte di Nefertiti. No, voleva tirare fuori il peggio da lei, per questo non si sarebbe accontentato.
    Vuoi strapparmi un sussulto... piccoletta? Dovrai fare molto, molto... molto più di così...
    quel punto le catene sui suoi capezzoli iniziarono a tirare più forte, mettendo in tensione i suoi massicci seni come mai prima, non abbastanza però da impedirle di vedere la sua stessa espressione, e quella del professore. Da quella posizione poteva vedere chiaramente quella cicatrice nera sul ventre del non morto che convergeva verso la sua verga, agitarsi come se fosse una serpe pulsante che man mano si risvegliava, impaziente di cacciare. I movimenti dell'amplesso ripresero a crescere in velocità ed intensità, ma ogni pulsazione a quel punto caricava la verga del professore: carne, sangue, oscuro potere della lanterna, un mix perfetto e diabolico che rese quella carne mostruosa. Sembrava come se dei grossi chiodi sottopelle stessero cercando di uscire, ma senza mai lacerare la carne, rendendo semplicemente la penetrazione più difficile. Come se non bastasse, anche le dimensioni di quell'affare già esagerato crebbero, lasciando poco spazio alla resistenza di Nefertiti. La sensazione ad ogni affondo sarebbe stata quella della carne pronta a strapparsi in due da un momento all'altro, ulteriore dolore da aggiungere al piacere. Infine la presa sulla cinta si fece forte, e le mani di Thresh si ricoprirono di quella sua spettrale armatura scheletrica, così da utilizzare i suoi poteri. La cintura si trasformò così in una catena nera dall'aura spettrale verde, estremamente massiccia e pesante, così che perfino i denti di Nefertiti non sarebbero riusciti a strapparla. La chiusa sul collo divenne fortissima, respirare si sarebbe rivelato impossibile e Thresh smise completamente di darle spazio per riprendere fiato. La stava strozzando davvero, come se l'orgasmo dovesse coincidere con l'ultimo respiro della ragazza. Voleva obbligarla ad usare di più i suoi poteri, a sfruttarli per strappare potere al suo maestro, come se dovesse rubargli l'aria direttamente dai polmoni. Lei aveva quel potere unico, forse l'unica vera forza capace di stancare un non morto come Thresh, e quel pazzo pretendeva di vederla all'opera.
  11. .
    Per un membro dei Custodi, vedere all'opera arti magiche e poteri unici com'era successo davanti ad Aluber era molto più che uno spettacolo unico nel suo genere, ma ovviamente Sho non avrebbe mai insistito su quel punto: poteva solo immaginare quanto fosse stato traumatico e pericoloso quel viaggio, quindi avrebbe trattenuto il suo entusiasmo. Non ci fu bisogno di spendere ulteriori parole, potevano stare lì a ringraziarsi a vicenda per ora e complimentarsi dei successi, ma certe volte è molto meglio lasciare al silenzio e ai gesti il compito di esprimere l'importanza di un momento. Syndra però interpretò fin troppo letteralmente quel concetto, cogliendo tutti di sorpresa mentre saltava letteralmente addosso a Sho. In un primo momento fu difficile interpretare le sue intenzioni: Traesto e Iceringer si scambiarono uno sguardo perplessi, l'inventore sembrava interrogare il giovane su cosa doveva aspettarsi ma il ragazzo fece spallucce, incapace di interpretare i gesti della strega. Poi quando Syndra saltò addosso a Sho, Traesto fece un passo indietro, particolarmente sorpreso, mentre Iceringer si portò una mano sulla faccia, alzandola verso l'alto per nascondere l'imbarazzo. Non era gelosia quella sul suo volto, o meglio forse un pizzico, ma più che altro si preoccupava di cosa avrebbe potuto pensare quel poveraccio di Sho in una simile situazione. A volte Syndra era davvero troppo impulsiva, e quando il rumore dei suoi baci divenne più rumoroso, il rossore sulla faccia di Iceringer si allargò ulteriormente. L' in mezzo, quello più sconcertato era ovviamente Sho: non aveva capito minimamente cosa lo aspettava e quando si vide togliere il prezioso strumento medico di Traesto per un attimo pensò di aver offeso la strega in qualche modo, legata forse a delle tradizioni proibitive riguardo alla tecnologia magica. Ma quando si ritrovò quelle labbra morbidissime sulla bocca venne completamente colto alla sprovvista. Il primo impulso fu quello di afferrarla e allontanarla, ma gli tornò subito in mente che Traesto aveva raccomandato delle attenzioni particolare per quelle streghe, poiché avevano un passato particolare. Poi prese il sopravvento la sua parte maschile che avrebbe voluto afferrarla e abbracciarla, ma in quel momento la sua vita era abbastanza complicata a livello sentimentale e ovviamente non aveva nessuna intenzione di fare scenate davanti a tutti. Quindi rimase completamente paralizzato, rosso come un peperone, bloccato come un verginello che cercava inutilmente di seguire il ritmo della lingua di Syndra. Aveva sempre avuto un discreto successo con le donne ma in quel momento si sentiva proprio come quando aveva a che fare con Baiken oppure con Jadis al massimo della loro potenza, e non sapeva come rispondere. Come se non bastasse, l'oscuro potere di Umbra era travolgente: Syndra era molto più potente di qualsiasi altra donna l'avesse mai baciato in vita sua, quindi si sentì al contempo carico di energia ma anche drogato di essa, assuefatto e travolto tanto da togliergli tutte le forze, almeno a livello fisico. I suoi mugugni di sorpresa durarono pochissimo, fino a che non si abbandonò completamente al bacio di Syndra, restando alla sua mercé. Quando il bacio si esaurì, lui rimase pressoché disciolto tra le sue mani, intendo a mugugnare qualcosa che suonava come un "non c'è di che". Rimase in piedi per miracolo e se non cadde subito dopo fu solo grazie alla presa tempestiva di Traesto. Quell'affare per ricaricare la sua energia non serviva più. Seguì un breve momento di imbarazzato silenzio dove Iceringer sentì il bisogno di giustificare quell'evento inatteso. Senza ovviamente trovare le parole giuste.
    Ecco... si credo che Syndra ti sia riconoscente... ma non è che possiamo vedere anche gli altri? Non vorrei che consumasse tutta la sua gratitudine su uno solo...
    Traesto, timoroso di ricevere un ringraziamento così tanto (troppo) diretto, si portò un braccio all'altezza della faccia, indicando la direzione del corridoio ai suoi amici.
    Ehm... ecco... gli altri stanno riposando... Kain è già andato via, sembrava molto di fretta... ma se volete vedere il bambino...
    Indicò una delle stanze più distanti, dalla quale proveniva una forte influenza di Umbra. Di sicuro Nariko sarebbe stata capace di riconoscere il potere di Endymion e quello di Lotor anche senza indicazioni. Iceringer ringraziò con un cenno del capo l'inventore e con un ultimo saluto verso il rosso stordito, si fece avanti accompagnando le streghe dentro la prossima stanza.
    C'è differenza tra i simboli che indicano il nome e un'azione, nonostante siano scritti come in un normale lessico si scriverebbero dei nomi propri con la maiuscola...
    Hey, salame... guarda che lo so benissimo! Per chi mi hai preso?!
    Ah si? E come si legge questo passaggio allora?
    Uhm... ecco... Telokplapl?
    Tsk... quanta inettitudine, sei un mago di terz'ordine con un ego da mago di quart'ordine.
    Ripetilo se hai il coraggio, copyright-free Legolas!
    Quando il trio entrò nella stanza, si ritrovarono davanti uno spettacolo inusuale: il lettino per riposare era stato trasformato in una sorta di banco di studio, dove il tomo di magia di Lotor e altri quaderni per gli appunti giacevano spalancati pieni di nozioni e documenti. L'apprendista stregone se ne stava con le gambe incrociate sospeso a mezz'aria e la schiena appoggiata contro la parete di fianco al lettino, tenendo le braccia incrociate e usando la lunga katana stretta tra le braccia come una sorta di bastone per mantenere l'equilibrio. Il corpo era in parte fasciato ma si vedeva che stava bene. Endymion invece, a sua volta fasciato ma pressoché indenne, se ne stava seduto sopra a duna pila di libri tenuti assieme da Rakhna che li avvolgeva con le sue spire come se avesse paura che potessero cadere. Endymion stringeva tra le mani una penna che, quando puntò verso il naso di Lotor per minacciarlo, si allungò vistosamente come la zampa di un grosso animale che pizzicò il naso dello stregone. Lotor cercava di non mostrarsi infastidito e apparire impassibile ma la vena gonfia sulla sua fronte era chiaramente pronta ad esplodere. Sembravano allievo e maestro intenti a punzecchiarsi come se si conoscessero da anni.
  12. .
    La paura e la curiosità che irrigidivano Nefertiti era linfa vitale per Thresh, soddisfatto all'idea di avere ancora una certa presa su di lei. Se quella ragazza si fosse abbandonata alle sue attenzioni ne sarebbe rimasto deluso: il timore, quelle occhiatacce, il corpo che reagiva pronto a difendersi, erano tutti sintomi che voleva tenergli testa a qualsiasi costo, senza però rinunciare al piacere che potevano condividere assieme. Mosso da quella perversa rivalità, Thresh assaporò quelle carni incredibili senza mai rallentare, abbandonandosi a versi privi di vergogna, osceni e lussuriosi, bestiali complimenti per la sua amante che probabilmente non sarebbe stato capace di ripetere in nessun'altra occasione. In quel momento Nefertiti era tanto perfetta che avrebbe voluto morderla e strozzarla e scoparla in una volta sola, ma sentiva di non avere abbastanza mani, occhi o sensi per poterla gustare a pieno. La cervice che si contorceva intorno a lui nella speranza di tenerlo sotto controllo era una goduria per il non morto che si beò dei suoi odori, del sapore di quella carne e dei versi strozzati di Nefertiti. La strangolava il giusto per toglierle il fiato e nulla più, costringendola a usare i suoi poteri per recuperare aria ed energie, così che non rimanesse mai rilassata, Abbandonarsi al piacere e basta era qualcosa che poteva fare con Artù, ma il suo maestro voleva portare il loro piacere ad un livello assai superiore rispetto a quello che potevano raggiungere due ragazzini inesperti. Per questo la scopava sempre più forte, spalancando quelle carni senza nessuna pietà, facendo schizzare i succhi di quell'orgasmo ad ogni maledetto applauso generato dai loro corpi che si scontravano. Il ventre muscoloso di Thresh era così teso che sembrava si stesse abbattendo un muro di ferro contro le morbide natiche di Nefertiti, eppure era caldo e impaziente come solo il suo adorato professore sapeva essere. I ganci metallici attaccati ai suoi capelli danzavano eseguendo una sinistra melodia per accompagnare i loro corpi verso il piacere, e poteva sentire chiaramente quanto quella verga pulsasse impaziente dentro di lei, come se non vedesse l'ora di poter riempire anche quella deliziosa femminilità con tutta la sua essenza. Mentre con una mano teneva ancora saldamente quelle briglie, l'altra si fiondò sotto il mento di Nefertiti, costringendola a piegarsi verso di lui, così che non solo i loro ventri fossero a stretto contatto, ma anche il resto del corpo. Una parete di muscoli e potere oscuro si schiacciò contro la schiena di Nefertiti mentre il suo volto costretto verso l'alto incrociava lo sguardo col suo malefico professore.
    Vieni... vieni ancora! mostrami la tua espressione mentre raggiungi l'apice del piacere! Fammi vedere quanto perversa sei mentre ti mostro tutto il mio amore... fammi vedere come quell'espressione iraconda impazzisce!
    Quando la presa sul mento si allentò, Nefertiti tornò inevitabilmente piegata in avanti, non solo per come Thresh la stava scopando forte, ma anche perché alla festa si aggiunsero altre macchine del professore: i suoi piercing iniziarono a mutare, connettendosi al baldacchino sotto di lei con un paio di sottili catene, trasformandosi in dei ganci appesi al suo morbido seno. La ragazza avrebbe sentito le sensibili mammelle tirare verso il basso, aggiungendo stilettate di dolore direttamente ai capezzoli ad ogni furiosa penetrazione che Thresh le infliggeva. Da una parte i ganci la tiravano verso il basso, dall'altra Thresh la tirava verso di sé con le briglie, tenendola in quel doloroso e bestiale limbo mentre il piacere trasformava tutto in qualcosa di così perverso ed erotico che era difficile descriverlo. Ma Nefertiti non avrebbe avuto bisogno di materializzare nessun pensiero, perché oltre a quei perversi strumenti Thresh le fece un altro dono: davanti a lei comparve una sorta di nera piastra di ferro, così lucida da sembrare uno specchio. In quel modo, Nefertiti poteva vedere chiaramente la sua espressione oscena deformata dalla cinta del professore, poteva vedere i suoi seni tirati al limite verso il basso, poteva vedere il suo corpo piegato dal piacere e il ventre che si gonfiava agli affondi del professore, smuovendo tutto il seme che le era rimasto nello stomaco. Ma soprattutto poteva vedere lui, quel mostro di pura perversione che di solito faceva di tutto per mantenere la calma, un sorriso pacato e un'espressione enigmatica. In quel momento però, non c'era nessun mistero: le stava mostrando i suoi veri colori, un sorriso mostruosamente ampio e perverso, un'espressione folle di amore e di passione, un corpo pericoloso e letale che l'avrebbe portata all'orgasmo nella maniera più piacevole e perversa possibile. Nefertiti aveva il privilegio di vederlo in quello stato, unico nel suo genere, si mostrava per chi era davvero con lei, senza nascondersi, senza risposte enigmatiche. Quella era la sua perversa lettera d'amore, e sembrava impaziente di siglarla con un potente orgasmo da condividere unicamente tra di loro.
  13. .
    Si trascinarono vicendevolmente nella lussuria più totale, a caccia di quell'estasi che tanto desideravano eppure tentavano in ogni modo di rimandare. Come se per i loro corpi fosse abbastanza, come se ci fosse davvero il rischio che potessero fermarsi... che assurdità. L'idea di frenarsi era lontana da ogni possibile concezione, avrebbero fatto di più e di peggio, senza chiedersi se fosse la cosa giusta o meno, tutto ciò che importava era godere e ne diedero prova mentre si stringevano l'un l'altro come delle serpi avvinghiate. La gola di Nefertiti lo divorò per intero, succhiandolo così forte che quella ragazza dava l'idea di poterlo inghiottire per intero e Thresh adorava percepire la sensazione di essere divorato in quel modo, nella carne e nello spirito, segno di quanto Nefertiti lo bramasse. Lui non fu da meno, assecondando ogni risucchio, ogni spasmo, ogni stretta di quelle gambe che lo trascinarono verso l'unica conclusione possibile. Si strinsero così forte che perfino i gemiti divennero difficili da riconoscere, poi quelle vene gonfie si fecero così turgide che quasi graffiarono la gola di Nefertiti, e rapidamente venne invasa d aun calore così forte che a stento sarebbe riuscita ad affiancarlo a del banale seme. L'orgasmo di Thresh le si riversò prima nello stomaco e poi in gola, iniziando a riempire profondamente ogni spazio che trovava, impedendole di lasciarsi sfuggire anche solo una goccia per colpa di quelle estreme pulsioni. Nefertiti si sarebbe sentita presto piena del suo professore, riempita fino all'orlo dal seme che iniziava a premere sullo stomaco, gonfiandolo in maniera chiarissima e vistosa. Questo no frenò l'orgasmo del non morto, che anzi prese a pulsare e spingere dentro di lei più forte mentre si beava dell'orgasmo della ragazza. annegando nei suoi umori e nelle danze oscene che la sua carne femminile compiva intorno alla sua lingua. Fu difficile mantenere la concentrazione e man mano che l'orgasmo proseguiva, la lingua di Thresh tornava a duna forma più "umana", pur mantenendo una lunghezza estrema e una dimensione che ricordava quella di un giocattolo erotico composto di tante perverse sfere. Divorò i succhi di Nefertiti e non si vergognò nel lasciarli scivolare sul suo volto, la gola e il petto, imbrattandosi la giacca e ogni angolo del corpo come se quel nettare fosse un bagno di latte prezioso per la sua salute.
    Perfino la mente salda di un mostro come Thresh riuscì a vacillare in quel momento, tanto che perse la presa su quel morbido e irresistibile corpo, non lasciandola cadere senza grazia ma accompagnandola finalmente verso la libertà, dove Nefertiti avrebbe potuto crollare in ginocchio a fare i conti con l'istinto di liberarsi di tutto quel seme che ancora premeva sulla sua gola e sulla sua pancia. Come se non fosse già denso e abbondante, quell'estremo succo maschile era così saturo di energia che quasi ribolliva dentro di lei, facendo tremare i piercing sui capezzoli e riscaldandole il corpo come se volesse cuocerla dall'interno. Thresh però non aveva nessuna intenzione di darle il tempo di riprendersi, voleva letteralmente aggredirla e annegarla nel piacere, quindi passò subito al secondo attacco.

    Oooh... landa fertile... ventre rigoglioso... carne divina... accogli la mia supplica... dammi la volontà di trattenere la mia fame...
    Pregava per lei? O per sé? Sembrava quasi impazzito mentre mugugnava quelle parole, con voce profonda e solenne, passandosi una mano sul volto e sul mento lentamente, raccogliendo quanto più succo possibile e avvicinandosi a lei. Sembrava imperlato di sudore per quanto Nefertiti era venuta addosso a lui, rendendo il suo corpo lucido e ancora più affascinante. A dimostrazione che non aveva bisogno delle sue macchine per essere creativo, Thresh afferrò la cintura intorno alla sua giacca, sfilandola e trasformandola in una perversa coda. Aggredì letteralmente Nefertiti alle spalle, avvolgendole quella cinta prima intorno alla gola, stringendola, e poi facendole fare qualche altro giro intorno alla bocca e alla fronte. Non le nascose gli occhi né i capelli, non le bloccò il naso ma incastrò la cinta di duro cuoio nero tra i denti, costringendola a tenere la bocca aperta come un'improvvisata gagball, mentre il restante materiale le toglieva il fiato, stringendole la gola non tanto da strozzarla ma abbastanza da spezzarle il fiato. Altre volte Thresh aveva messo alla prova il corpo di Nefertiti con pericolose ferite, ma le sue pratiche non consistevano di certo solo in aghi infilati a caso nella carne. Quella perversa maschera sulla faccia di Nefertiti l'avrebbe costretta a dosare il fiato, le avrebbe impedito di rigettare tutto il seme in una volta ma soprattutto sarebbe stata una perversa briglia per il professore. Indispensabile, visto che aveva tutta l'intenzione di condurre lui il gioco, a quel punto.
    Prendi la mia carne... fino all'ultima goccia di sangue...
    Nefertiti avrebbe avuto solo il tempo di sentire il pavimento sotto di lei che si sollevava leggermente diventando una sorta di piccola scalinata, in modo che il gigantesco zombie dietro di lei fosse alla misura giusta del suo ventre. Con una mano tirò quelle briglie improvvisate per costringerla ad inarcare la schiena il più possibile, facendole guizzare il seno verso l'alto, mentre l'altra le afferrava una natica così forte da deformarla sotto le proprie dita, spalancando quel frutto proibito grondante di umori. Non attese neanche un verso né una perversa richiesta, la cappella di Thresh ancora sporca di umori, saliva e seme si fece strada dentro di lei strappando quell'imene tanto deliziosamente conservato fino a quel momento e così l'entrata del suo utero come se volesse concedersi un secondo i tregua. Ma visto che c'era ancora troppa carne fuori e la sua volontà era quella di stringerla a sé il più possibile, la strinse più forte e sfondò anche quell'ennesima barriera, usando il sangue della ragazza come lubrificante per far cozzare finalmente i loro bacini. Nefertiti avrebbe finalmente sentito i testicoli turgidi del suo amato professore premere e pulsare contro la sua vulva e il clitoride, il bacino possente di Thresh che si piegava e inturgidiva contro le natiche mentre il respiro bollente quasi draconiano di quel mostro non morto scivolava sulla pelle cioccolata della sua schiena in un tributo alla perversione. Quel momento per Thresh era perfetto e si sentì come se fosse ad uno scalino più alto del paradiso. Un paradiso estremo, fatto di piacere e sofferenza in egual misura.
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    Nariko e Syndra sapevano come sfiancarlo, anche quando risvegliava nuovi poteri. Era spontaneo controllarli, ma quando avevi come avversari due streghe di quel calibro diventava davvero difficile mantenere il controllo. Al termine di quell'estasi condivisa, Iceringer era di nuovo esausto tanto che il braccio energetico scomparve, frantumandosi come se fosse fatto di vetro per poi far scomparire anche i frammenti che lo avevano generato. Non fu doloroso, né strano, ma fissarsi quel moncherino all'apparenza bruciacchiato fu decisamente curioso. Lo stesso successe anche alla sua verga che tornò a fattezze normali e umane, pur mantenendo il colorito alterato, nero con striature rosse. Anche in quel caso, curioso ma non molto strano, Iceringer era certo che ci avrebbe fatto l'abitudine. Al taglio di capelli invece... un pò meno. Prese un lungo respiro e si rilassò in compagnia delle streghe senza pensare a nient'altro per ora, accogliendo il suggerimento di Nariko assai tentato all'idea di rimettersi a dormire. Syndra però aveva capito che dovevano quantomeno ringraziare tutti quanti, e con un ampio sorriso sul volto Iceringer decise di assecondarla.
    Sono d'accordo, gli amici che ci siamo fatti durante il percorso si sono rivelati importantissimi. Si meritano almeno un ringraziamento.
    Dato che il grosso del suo corpo era già coperto dalle fasce, Iceringer non dovette fare altro che mettersi un paio di pantaloni per non dare troppo a vedere cosa avesse fatto fino a quel momento. L'unica cosa strana fu doverseli mettere usando una mano sola, cosa che non venne per niente spontanea, anzi più di qualche volta i pantaloni scivolarono verso il basso sotto lo sguardo confuso del ragazzo, ma rifiutò qualsiasi aiuto e anche la possibilità di usare i nuovi poteri: quelle ferite erano parte del viaggio e avrebbe imparato a conviverci. Quando furono pronti per andare, Iceringer aprì la porta e il trio si ritrovò davanti la prima occasione per ringraziare qualcuno: Traesto e Sho stavano passando proprio lì davanti in quel momento, erano di passaggio quindi probabilmente non avevano sentito niente, e si stavano dirigendo in un'altra stanza. Traesto aveva offerto sostegno al ragazzo dai capelli rossi che pur stando in piedi e non risultando ferito, aveva una sorta di sostegno intorno al collo che somigliava ad un salvagente, collegato ad una mascherina che il rosso portava sul volto. Aveva l'aria stanca, e con un minimo di percezione magica anche le streghe avrebbero potuto intuire che quella mascherina serviva per fargli recuperare energia in maniera rapida. Evidentemente il giovane si era spinto molto oltre per permettere a tutti di tornare sani e salvi, con dolorosi risultati.
    Hey, giovani! Che bello vedervi in piedi!
    Traesto li accolse con un ampio sorriso, e perfino Sho si sforzò di sorridere in maniera sincera. Vedendo la preoccupazione negli occhi di Iceringer, il rosso scosse il capo, togliendosi la mascherina da davanti la faccia.
    Io sto bene, voi ve la siete vista sicuramente più brutta. Sono davvero felice che siate tornati tutti sani e salvi. Non sono riuscito a vedere la battaglia ma... l'ho sentita. Deve essere stata uno spettacolo. E' un onore per me, in quanto Custode, essere testimone di un simile evento.
    Cercò di essere solenne, oltre che amichevole. Ci teneva a fare una bella figura anche e soprattutto tenendo in considerazione il suo ruolo e, visto che aveva capito che quelle streghe fossero diffidenti con tutti, preferì mantenere le distanze in modo che non si sentissero troppo a disagio.
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    Nefertiti aveva preso molto coraggio, molta confidenza, agiva non più seguendo l'istinto ma le sue voglie. Era maturata molto e se una persona più equilibrata si sarebbe preoccupata della sua gelosia, Thresh invece non poteva fare altro che vederla come la più pura forma di apprezzamento rivolta a lui. Quante altre volte quella ragazza aveva provato un sentimento simile? probabilmente mai, e anche se fosse stato per i suoi compagni, per gli amici o le vittime che avevano condiviso il suo destino, non era forte come quello che rivolgeva a Thresh. Finalmente, forse, poteva capire cosa provava il non morto verso tutto ciò che aveva costruito intorno a sé, e non era disposto a lasciarlo andare per nessuna ragione al mondo. Al massimo osservarlo, ma privarsene... era impossibile, un'idea stupida e folle, inconcepibile. E il fatto che Nefertiti avesse deciso di dimostrare quei sentimenti in maniera tanto perversa era una doppia vittoria. Quella gola impaziente accompagnava ogni verso osceno della ragazza, un losco rituale oscuro che consisteva nel prendere i genitali del suo professore e farlo impazzire, con i testicoli tra le dita che sembravano sciogliersi davanti a lei, avido di averne ancora, donandosi completamente alle sue attenzioni. Perfino la sua carne sembrava pronta a chiederne di più, sciogliendosi tra le attenzioni di quella lingua e quelle fauci affamate, come un agnello sacrificale che accetta il suo destino. Nefertiti non esprimeva fretta, ma voglia, impaziente di provarne ancora, di abbandonarsi al desiderio più osceno possibile col suo professore. Sentendosi sfregarsi contro la sua clitoride dura, Thresh ebbe la sensazione di poterla far godere semplicemente respirando, tale era la voglia di Nefertiti. Non poteva deluderla, e se la ragazza voleva un primo inebriante orgasmo, allora lui l'avrebbe accontentata. Ma farlo solo con la lingua e la bocca non sarebbe stato affatto appagante. Prese l'iniziativa, ricambiando le attenzioni di Nefertiti, iniziando a muovere il bacino con vigore. Non si stava più accontentando di sentire la bocca della ragazza che lo coccolava, la stava usando come se fosse una fica dentata, un canale dove spremere ogni goccia della sua passione e riversarlo dentro di lei. Mentre quella verga le fotteva la bocca, la gola e le labbra, Nefertiti avrebbe sentito i testicoli farsi sempre più turgidi e vigorosi, le vene che circondavamo quella mazza pulsavano e si gonfiavano ritmicamente come se fossero già in preda ad un orgasmo, e quando la voglia di ossigeno si impadroniva di lei ecco la cappella gonfiarsi e affondare più in profondità spezzandole completamente il respiro e ogni linea di pensiero. Thresh aveva trasformato la gola della sua diletta in una fica da scopare, e se Nefertiti avesse avuto anche solo un'altra mano da portarsi alla gola avrebbe sentito chiaramente quella mostruosità che la infilzava come se volesse impalarla da parte a parte. Mentre si consumava quell'amplesso osceno, Thresh iniziò a respirare più profondamente, sia dal naso che dalla bocca, aggiungendo quel bollente fumo verde alle già intense stimolazioni che si stavano scambiando. Resistette con tutte le sue forze alla tentazioni di ingrossare ulteriormente la lingua così da strapparle quell'imene e godere del suo sangue vergine mentre la portava all'orgasmo, era ancora convinto che quello dovesse essere il loro piatto forte, quindi si ingegnò in maniera diversa. Utilizzò la macchina che aveva installato nella sua bocca per cambiare la forma della lingua, non in spessore ma in fattezze. Assunse l'aspetto di una sere di grosse sfere perfettamente rotonde, capaci di pulsare, e le più piccole sull'estremità riuscirono a penetrare facilmente l'utero di Nefertiti, infilandosi dentro di lei e aprendosi come se fossero le radici di un perverso albero organico, andando a toccare come dispettose punte le parti più sensibili della sua intimità, come se dovessero scavare fino in fondo alle tube di falloppio a caccia di chissà cosa. Nefertiti si sarebbe sentita completamente invasa mentre le sfere turgide dentro di lei pulsavano come tante cappelle ferme in più punti della sua carne, stimolando ogni angolo di quelle fica bollente e morbidissima. Il tutto mentre il bacio inesauribile e instancabile di Thresh trasformava in burro quelle carni femminili, riducendole ad un brodo di umori e saliva che grondava dai loro corpi e scivolava a terra come delle perverse, densissime cascate. Il bacino di Thresh non si fermò mai, continuò a scoparla con forza mentre la sua lingua la faceva impazzire e le dita affondate nel suo morbidissimo culo si torcevano in un colpo di grazia assieme a tutto il resto, spingendola a quell'orgasmo tanto desiderato, condannandola ad un perverso limbo perché non avrebbe smesso fino a che non avrebbe strappato quell'estasi fuori dalla sua diletta a forza.
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