Posts written by White Raven

  1. .
    Il breve momento di Gin, dove egli chiudeva gli occhi, fece riportare gli occhi di Gabriel verso la spada. Il pollice si andò a muovere lungo l’elsa, come a ricordare le varie volte in cui semplicemente la toccava- invece che usarla lei stessa. Erano passati mesi, eppure le sembrava quasi il giorno precedente. Sentendo il rumore di passi, e la presenza di Gin avvicinarsi, fece per alzare lo sguardo- prima che in modo automatico le sue mani si stringessero attorno alla propria spada- così da impedirle che le venisse portata via. L’unico modo- o motivo, per cui le era stata tolta dopotutto è quando le hanno reso inutilizzabili le braccia. Altrimenti non l’avrebbe mai lasciata. Infatti tutti i suoi muscoli, già doloranti, si irrigidirono ancora di più. Un gesto per lo più involontario- e che durò poco. Infatti Gin si guadagnò il suo sguardo confuso- che poco alla volta si spalancò. Aveva sempre- e solo- pensato a quel che non aveva- a come sarebbe stato quando lo avrebbe riavuto. Eppure non era da sola. Aveva il suo padre adottivo, un luogo dove poteva far ritorno in caso volesse nascondersi- e molte altre persone che bene o male le volevano bene. E adesso- stava in un luogo nuovo- con un professore scorbutico che però… non le dispiaceva così tanto. Il suo sguardo si punto sulla spada, mentre un sorriso andò a spuntarle sulle labbra. Se voleva qualcosa, doveva prenderselo. Com’era giusto che sia. Tenendo la spada nella mano sinistra, e lasciando che il braccio cadesse al lato del proprio corpo, avrebbe trasformato quel sorriso in un ghigno malizioso.
    Sai, ci sono metodi e metodi per mostrare affetto e cura. Ma non mi lamento. Grazie, Gin.
    Non usò il suffisso- non tanto per disrispetto- ma come per sottolineare una vaga intimità in più rispetto a poco prima. E quasi senza esitare- avrebbe mosso il suo corpo per abbracciare velocemente il professore- un gesto veloce e privo di vera malizia- prima che si dirigesse verso la porta.
    Allora… Io vado. A più tardi, Gin-san!
  2. .
    Guai Seri (1 tiro)

    Lancio dado: 26
    • 1d100
      26
    • Inviato il
      30/11/2023, 21:40
      White Raven
  3. .
    Stringendo la spada di legno tra le proprie dita, Gabriel cominciò a percepire una certa sicurezza aumentare. L’allenamento di Gin era tosto- eppure per qualche attimo le pareva quasi una sorta di danza. E se per certi versi poteva percepire il distacco del professore- dall’altro… il proprio vacillare. Il suo cuore aumentava i battiti, i suoi occhi seguivano con più attenzione come il suo professore si muoveva, e- quando alle prime luci dell’alba- il suo corpo stanco ed esausto- si rese conto di una cosa. Non provava più quella sensazione di astio. Anzi, sentiva una certa connessione con Gin. Il proprio respiro accelerato, il sudore attaccato alle tempie- il dolore generale all’interno del suo corpo… valeva la pena, decisamente. Gli occhi chiari della ragazzina si sarebbero posati su di Gin, nel mentre che con il dorso della mano andava ad asciugarsi la guancia e il mento.
    Credo… di aver capito quasi tutto, Gin-san. Però…
    Le spade scomparvero dalle loro mani- e in quel momento si ricordò della propria. Lasciata indietro, abbandonata dallo shock e messa quasi in secondo piano. Lasciò che l’energia fluisse all’interno delle sue mani, così da evocare la propria arma fidata e sentirsi più sicura. Sentiva il dolore dai muscoli contratti- scaldati e stanchi- ma per certi versi era una sensazione piacevole. Soddisfacente. Il suo sguardo si sarebbe puntato verso il di fuori, l’alba che si innalzava. La sensazione di debolezza che provava durante la notte che andava poco alla volta a svanire mentre la sua solita forza iniziava a presentarsi.
    Mi sembra di essere incompleta. Non so se è per la forza che mi manca… o altro. Cosa mi serve? Non riesco a capire…
    Era insoddisfacente non sapere tutto. Non sapeva se era l’assenza del gemello, o se semplicemente era lei che non si sentiva adeguata. Aveva bisogno di qualcuno che glielo dicesse. Aveva bisogno di qualcuno… che dopo aver passato tempo con lei, capisse quale fosse la sua mancanza. Le mancava un frammento di lei? O era solo una sua sensazione? Il suo sguardo si sarebbe ripuntato verso di Gin, lo sguardo indubbiamente ansioso e che cercava risposte.
  4. .
    Guai seri(1 tiro)
    Lancio dado: 50
    • 1d100
      50
    • Inviato il
      11/10/2023, 22:08
      White Raven
  5. .
    Il suo sguardo si fece più deciso, più serio. Anche il suo respiro- da impanicato com’era- fragile e debole, si fece più stabile. Era debole, era consapevole di ciò, ma non l’avrebbe fermata. Non si sarebbe fermata. Vedendo come Gin andò a consegnarle l’ennesima tuta- stranamente non si sarebbe lamentata, indossandola senza protestare. Anche perché non le piaceva molto l’idea di stare nuda in quel modo- non dopo la richiesta che aveva fatto. Che diamine le era venuto in mente?! Ah, dannazione!
    Non chiedevo di meglio…
    Forse si, poteva chiedere una copertina, essere stretta in un abbraccio paterno e essere consolata. Ma non sarebbe diventata più forte così. E doveva diventarlo, non solo per lei stessa. Ma anche per gli altri. La tuta si sarebbe stretta attorno al suo corpo come una seconda pelle, ma abbastanza per coprire le sue grazie. Il necessario per permetterle di muoversi senza problemi. Non le importava- beh, forse un po’- di essere senza intimo. Si sarebbe anche alzata dal letto, stando in piedi- seppur trabballanti. L’energia che fluiva dentro di lei che andava a riportarla poco alla volta in forze, così da almeno permetterle di stare in piedi e muoversi.
    Non sarò una codarda, non fuggirò. Per favore, Gin-san. Si il più crudele possibile, e fammi diventare più forte.
    Lo avrebbe chiesto con serietà, con fiducia. L’espressione giovanile- la voce giovanile, seria e bassa. Voleva essere come una fenice, una che quando moriva- andava a rialzarsi dalle sue ceneri. Non sarebbe morta- non sarebbe stata sconfitta- non senza che poi andasse a rialzarsi. Doveva farlo, e lo avrebbe fatto!
  6. .
    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 27
    • 1d100
      27
    • Inviato il
      15/9/2023, 17:59
      White Raven
  7. .
    L’applicare delle medicazioni su delle ferite del genere la fece sussultare, prima che come il professore desiderasse- un verso acuto - un gridolino soffocato andasse a sfuggirle. Aveva già la sua attenzione, dunque quella era solo violenza gratuita! Strinse la spada con ancora più insistenza, mentre ascoltava. Avrebbe lasciato solo dopo qualche attimo la presa sull’arma di legno, poggiandola di fianco a lei, così che le sue dita si potessero avvicinare al panno umido. Usandolo con velocità per togliersi quello sporco che le era rimasto sul volto e il petto. In un gesto veloce, dove voleva togliersi tutta quel.. sudiciume da lei.
    ”Come faccio a smettere di essere debole?! Io… non voglio esserlo. Se lo sono- come diavolo farò a… ad aiutare le persone come me? Come posso aiutare altri, se non riesco nemmeno ad aiutare me stessa?!”
    Come poteva salvare le persone che le erano care, se si lasciava sopraffare con così tanta facilità? Era questo il dubbio dentro la ragazza. Che a quel punto aveva le labbra strette in una linea dritta. Il ragazzo era stato fortunato, così come lei era stata sfortunata. Come al dannato solito.
    “Inizio a sospettare… di essere davvero maledetta, e avere una sfortuna perenne. Non mi fermerò Gin… Non voglio. Però non voglio nemmeno che le cose più care a me… mi vengano strappate.”
    Avrebbe detto, con la voce che prendeva più vitalità. Le sue spalle che si erano strette e irrigidite andarono a distendersi, così come avrebbe terminato di passarsi il panno sul petto e metterlo al lato- lontano dalla giacca del professore che era ancora intorno a lei- seppur arrotolata attorno ai suoi fianchi. Era egoista- e una idea le comparve in mente. Sentì il suo cuore batterle con forza nella testa- il razioncino che aveva lanciato nel cestino. Cosa teneva di più- in quel momento? Cosa avrebbe smesso di renderla debole? Se si sbarazzava di quello.. non avrebbe più avuto limiti. Però… con chi lo avrebbe potuto condividere?
    “... Puoi prenderla tu? Non voglio… che sia frutto di uno stupro. Voglio darla in modo volontario a qualcuno e- dannazione. Mi sto fissando su una cosa stupida.”
    Avrebbe mormorato inizialmente, sentendo la propria sanità tremolare- prima di riprendersi giusto in tempo. Si portò entrambe le mani alla testa, stringendo leggermente i capelli, prima di tirarseli indietro mentre faceva un sospiro profondo. Sentiva l’energia riprendere a scorrerle dentro- no. Non doveva fissarsi su una cosa stupida come quella. Sarebbe diventata più forte, e avrebbe impedito a chiunque di rubarsela fino a quando non sarebbe stata lei a darla a qualcuno.
    “Scusa- non avrei dovuto. Non mi fermerò. Mi allenerò, diventerò più forte. Abbastanza per proteggere me e quelli a cui tengo- no… di più. Anche oltre.”
    Sentì una certa decisione iniziare ad annidarsi nel petto- una cosa che si sarebbe palesata anche nei suoi occhi. Ancora arrossati- ma che non sembravano più sul punto di lacrimare. Il panico- la paura, erano stati rinchiusi. Lasciati da parte.

    “Per favore… Allenarmi.”
  8. .
    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 34
    • 1d100
      34
    • Inviato il
      14/9/2023, 17:49
      White Raven
  9. .
    Nel momento in cui il cappotto le venne poggiato sulle spalle, mentre andava a sedersi, Gabriel si strinse al suo interno così da usarlo per coprirsi. Unito poi allo stringere la spada che egli le diede andarono a iniziare quel lento processo per farla calmare. Lasciò che fossero i capelli a coprirle lo sguardo, mentre singhiozzi le scuotevano il petto. La spada faceva il suo dannato lavoro, la feceva sentire più sicura. Abbastanza che il suo panico iniziò poco alla volta a diminuire, lasciandola solo con il fiato accelerato e le guance umide. Anche da una volta seduta, rimaneva in silenzio, stringendo la spada come se fosse estremamente importante. Una ancora di salvezza. Non si accorse subito che erano all’interno della infermeria, almeno fino a quando non si ritrovò il volto di Gin di fronte- così come i suoi sguardi. Gabriel muoveva leggermente la testa, seguendo i suoi movimenti. Mentre le proprie dita avrebbero allentato la presa sulla spada. Queste tremavano leggermente, con una colorazione biancastra per via della forza impressa nello stringerle. Rilassò la mascella, che nemmeno si era accorta di star stringendo, lasciando che con un respiro profondo dell’aria fresca andasse a “rinfrescarla”. Il suo respiro a quel punto era tornato normale, seppur le guancie fossero umide e gli occhi arrossati. Avrebbe annuito, prendendosi qualche minuto in più prima di scoprirsi, lasciando che il cappotto cadesse attorno al suo corpo; scoprendolo nuovamente. Solo che al contrario di prima non provò nemmeno a nasconderlo.
    Sono debole.
    Avrebbe poi detto, con voce flebile. Non per fare da vittima- ma solo ammettendo quella che secondo lei era un dato di fatto; la verità. Nemmeno pochi giorni dentro l’accademia, ed aveva assaggiato una cruda realtà. Lo sapeva che lo era, ma tra il saperlo e… farselo dimostrare, era una differenza enorme. L’avere il suo delicato petto coperto di seme, saliva e un po’ di sangue era solo una delle tante altre prove presenti sul suo corpo. Le ferita sulla schiena erano un altro. Le sue mani sarebbero tornate a stringere la spada, una sicurezza in più per il suo cuore tormentato.
    Avrebbe… rubato la mia prima volta. E non potevo fare nulla.
    Però non l’ha fatto, e solo grazie a Gin. Ella avrebbe alzato lo sguardo, così da guardare con i propri occhi cristallini il professore. Lacrime intrappolate tra le ciglia lunghe e delicate. Non si aspettava di venir consolata, non sapeva nemmeno cosa voleva dire o chiedere! Non voleva deludere nessuno- eppure aveva deluso se stessa. Che dannata vergogna…
  10. .
    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 14
    • 1d100
      14
    • Inviato il
      13/9/2023, 15:34
      White Raven
  11. .
    Mentre tentavano di bloccarla- di strapparle i vestiti, la biondina si lasciava andare a lievi strilli impauriti tentando debolmente di fermarli. Non voleva crederci- non voleva pensare che stava subendo una cosa simile- il panico le faceva ansimare- il respiro che andava a fermarsi e riprendere in modo erratico. Senza un vero e proprio pattern preciso. Come poteva esistere un corpo che non seguiva la sua volontà- ma la tradiva in modi così umilianti? Neppure quando si ritrovò con la schiena a terra, con tra le gambe il cacciatore, riuscì a calmarsi. Il panico che aveva preso pieno passo dentro di lei, con lacrime che continuavano a scendere senza nessuna intenzione di fermarsi.
    Nonono- non è così- no..
    Forse era stata fin troppo protetta- il fratello si era messo come muro tra lei e quel mondo di violenza, lasciandola però da sola una volta scomparso. E adesso stava subendo tutto- senza possibilità o chance di potersi rialzare. Che i deboli… fossero davvero destinati a rimanere vittime dei “più forti”? Che lei fosse davvero destinata a rimanere come… carne da macello per chiunque? Nonostante le sue proteste- la sua fu le uniche parole che uscivano. Il cacciatore e mastino occupati a riempire gli altri suoni con i loro; lascivi e perversi. Gabriel si portò le braccia al volto, così da farsi scudo. Non tanto al suo corpo- scoperto e messo così in vista- ma al suo volto. Un braccio a tentare di coprire la parte inferiore di esso, mentre l’altro gli occhi. Tenendosi dunque anche i capelli dove riusciva con le dita. Non era pronta, non voleva- Si aspettava che il suo corpo venisse violato- quasi lo percepiva- ma qualcosa li fermò. Una voce? Il panico non riusciva a farla ragionare- indebolita com’era, non poteva nemmeno correre! Non riuscì nemmeno più a parlare, ma come andò a mordersi le labbra nel tentare di bloccare ogni verso. Vagamente capì che qualcuno era arrivato, un professore. E che… stava mettendo paura al ragazzo? Gabriel si mise sul fianco, chiudendo le gambe ma mantenendo la testa coperta dalle braccia. Stare sdraiata sulla schiena provocava solo dolore, mentre il sangue andava a colare sul suo corpo- colorandolo di vermiglio e uscendo dalle ferite. Sentì la paura del cacciatore- che dopo esser stato sicuro per tutto quel tempo, sembrò impaurirsi del professore. E fuggire. Quando egli si avvicinò a lei, riuscì a riconoscerlo. Gin… era venuto ad aiutarla! Ed era… nuda, di fronte a lui. I vestiti strappati che erano intorno a lei, il petto coperto di seme e liquidi del mastino stesso- che l’avevano privato delle sue forze, rendendola incapace di combattere. Non aveva nemmeno le forze di rannicchiarsi- da quanto accaduto! Annuì con la testa, prima di debolmente scoprirla e mostrare il proprio volto; una di una persona che ha già più volte provato impotenza e che ora era stata costretta nuovamente. Il panico di Gabriel era alto, ma non appena il cacciatore se n’era andato… iniziò a scendere. Seppur ella continuasse a piangere, sfogando tutta la sua impotenza attraverso quelle lacrime. Gli occhi umidi di sarebbero dunque spostati sul professore, mentre tentava debolmente di coprire con un braccio il suo seno e stringeva le gambe- così da avere un minimo di decenza.
    I-io- Ho male alle b-braccia e non r-riesco a mu-muovermi come voglio… Anche.. anche la schiena..
    Avrebbe mugolato, la voce spezzata dal pianto. I tagli della bestia erano stati chirurgici, ma il dolore era comunque presente. Non voleva pensare a cosa poteva pensare il professore- nel vedere tale scena. Una così crudele- eppure dove a lei piaceva! Chiaramente se lo stava godendo, ovviamente. Quelle lacrime erano finte e- perdendosi in pensieri negativi, su come il proprio corpo rispondeva ai stimoli esterni, Gabriel non riuscì a guardare più nella direzione del professore ma piuttosto verso un muro o a terra- qualsiasi cosa che non fosse lui. Era una delusione, e non voleva guardare l'espressione scontenta del suo salvatore…
  12. .
    Guai seri (1 tiro)

    Lancio dado: 55
    • 1d100
      55
    • Inviato il
      12/9/2023, 18:08
      White Raven
  13. .
    Gabriel non poteva far altro che soddisfare il ragazzo, offrendo la propria bocca e gola. Il disgusto- l’umiliazione erano così enormi che non riusciva a trattenere le lacrime che continuavano senza sosta a cadere. Come potevano esistere persone del genere? Come potevano… costringere altre in quel genere di atti? Sentiva una certa disperazione risalirle in corpo- una dovuta alla sua impotenza e una dovuta al suo corpo. Che maledetto, piacevano quelle sensazioni. Quando egli finalmente andò a raggiungere l’orgasmo, Gabriel dovette per forza ingoiare- e lei non voleva farlo! Con il seme che colava lungo il suo volto, e rabbia, tristezza, disperazione- sperava che fosse tutto finito. Non appena allontanò il suo sesso dal suo volto- si mise a tossire per la fatica a cui la sua povera gola era stata sottoposta. Aveva male da per tutto…
    “Chi ha det-detto che.. eh..?”
    Nel sentire però quelle parole, il mondo sembrò come crollarle addosso. Non… non era ancora finito? Quella tortura… sarebbe continuata?! E per di più, voleva prendere qualcosa che… non gli apparteneva.
    “A-a-avevi detto- avevi detto che ve ne sareste andati!”
    Forse ingenua- pensava che tutto sarebbe terminato con quel servizio- ma fu come un secchiello d’acqua gelida le venisse versato in testa. Non era finito- e lei era ancora li, da sola. Non ci stava proprio niente che poteva fare? Non… non era giusto! No.. Corrugando la fronte in un’espressione tra il disperato e quasi il rassegnato, Gabriel cercò con lo sguardo qualsiasi cosa potesse darle una mano. Le sue mani che tentavano in modo debole di coprire la parte frontale del suo corpo. Non si era mai sentita così… come una ragazza- vera e propria. E abusata, per di più…
    “Non… non voglio- non voglio nessuno di voi due…”
    Avrebbe mugolato, debolmente, il panico che aumentava sempre più… Non ci stava davvero nulla che potesse fare?
  14. .
    Guai seri (1 tiro)
    Lancio dado: 11
    • 1d100
      11
    • Inviato il
      4/9/2023, 11:27
      White Raven
  15. .
    Gabriel odiava quella sensazione di impotenza che stava provando, bloccata a fare quel che quel bastardo voleva. Il suo sguardo si sarebbe fatto ancor più spaventato e terrorizzato nel sentire e vedere quella belva avvicinarsi, così come nel vedere quel coso disumano che aveva come pene. La scelta era difficile- tenuta a bada da un orgoglio che non voleva farla cedere. Ma allo stesso tempo il terrore che si annidava nel suo stomaco che faceva capolino ad ogni respiro. Non ci sarebbe stato nessun principe azzurro a salvarla, e come al solito- era in pasto alle bestie. Solo che questa volta, era contro una bestia che non poteva affrontare.
    No… Non vo-voglio-
    La sua voce uscì a singhiozzi, distogliendo lo sguardo da quel mastino infernale per ripuntarlo all’altra bestia- che in quel momento andò a punzecchiarle il volto con il suo affare. Sapeva che non aveva la sicurezza che non l’avrebbe violata. Sapeva che era una… azzardata. Però non poteva far altro che assecondare il volere di quel bastardo. Ella dunque chiuse gli occhi, cercando di bloccare i propri sensi- ma era difficile. E senza parlare, diede le prime timide e timorose leccate. Non avendo forza nella propria mascella non sarebbe stata in grado di mordere- e anche se ci riusciva… L’odore era dannatamente disgustoso, pungente e le andava direttamente al cervello. E allora non capiva- perché quella situazione stava rendendo il suo corpo pure fiamme? Non le piaceva, non lo voleva! Se gli svuotava le palle, se ne sarebbe andato no? Tanto valeva farlo in fretta. Dunque invece che delle semplice leccate, andò ad spalancare la bocca mentre tentava di far affondare l’affare del ragazzo e usare la lingua per stimolarlo al meglio che poteva. Lacrime che scendevano ormai incontrollate lungo il suo volto. E nel mentre si ripeteva… prima finiva, meglio era. Prima veniva, meglio era. Prima gli faceva raggiungere l’orgasmo… prima quella giornata sarebbe terminata.
2317 replies since 6/3/2015
.
Top