L'incubo del grano rosso

x Doom

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    Quando Sae riaccese il telefono e vide tutti quei messaggi, sospirò già esausta. Si prospettava una lunghissima giornata, ed i suoi impegni sembravano accavallarsi uno sopra l'altro. Da quando era iniziata tutta quella storia con il cubo, gli spiriti tormentati avevano iniziato a farsi da parte, cercando meno il suo aiuto. Forse temevano qualcosa che proveniva da lei? Era l'energia di Thresh che aveva addosso a farla sembrare meno indicata come medium? Eppure lei si sentiva molto più potente a livello di medianità. Magari era una cosa positiva poiché avrebbe potuto concentrarsi sulla sua missione e sul suo dovere. Dopo aver accompagnato Aurora all'asilo, si prese un attimo per rispondere a tutti i messaggi.

    1XJ8RNq
    Lancillotto
    Non abbiamo ancora finto, io e te.
    Stavolta non voglio interruzioni, non temporeggiare.




    j2LNnfS
    Sae Klein
    Mi dispiace, ma devi avere pazienza, non mi sono dimenticata di te. Piuttosto sfrutta questi momenti di attesa per allenarti e affinare le tue doti, non posso "babysittarti" anche su questo. Se non trovi uno scopo per cui vuoi diventare più forte, non crescerai, non è solo questione di muscoli ma anche di testa. Non preoccuparti ti farò sapere presto quando possiamo vederci senza interruzioni. Fammi organizzare le cose. Sai benissimo che serve parecchia privacy, no? Non sono una ragazzina senza impegni e pensieri, cerca di metterti nei miei panni. La pazienza è la virtù dei forti ;) Prendilo come un allenamento.




    Tg1RZox
    Lyman Banner
    Mike mi ha chiesto delle cose sulla squadra NERA.
    Ho accettato di aiutarlo ma vorrei parlarne con te, credo possa farsi strane idee.
    Vediamoci appena puoi.




    j2LNnfS
    Sae Klein
    Grazie per il pensiero, ho saputo anche io di questa idea che gli passava per la testa. Passerò nel tuo ufficio appena posso.


    oo8GoZj
    Tarabas
    Non chiedermi come lo so, ma...
    Anche tu hai sognato dei predatori?
    Non rispondere, parliamone.





    j2LNnfS
    Sae Klein
    Dammi ora e posto Sherlock! Oggi va bene?




    nLjYuhb
    Marcus
    (nel messaggio non c'è nulla, solo un allegato con dentro la foto di un occhio rosso disegnato, che ricorda moltissimo gli sguardi inquietanti di Alagadda)



    j2LNnfS
    Sae Klein
    Quel disegno mi dice tante cose e ne vorrei parlare. Devo vedermi con tuo pare, ci sarai anche tu? O preferisci parlarne con me da soli?



    T9yO0YP
    Carnovash
    Spero tu abbia gradito la mia protezione.
    In caso ti servisse energia extra, usalo pure.




    j2LNnfS
    Sae Klein
    Come fai a sapere che l'ho percepito? E' successo qualcosa per cui hai mandato la "protezione"? Devo preoccuparmi?
    A parte ciò, quando ho sbrigato qualche faccenda personale, devo parlarti di Mike. Credo di aver avuto una intuizione.



    Usalo pure?<i> Mormorò interrogativa, fissando il messaggio di Thresh. Intendeva dire di "usare" Dalamadur come aveva fatto con lui? Le sembrò un idea fuori dal mondo. Quell'essere sembrava in grado di spezzarla come un grissino, forse era meno inquietante di Thresh ai suoi occhi, ma non meno spaventoso. La inquietava sapere che Dalamadur era così TANTO obbediente a Thresh da darle un sostegno "energetico" per conto suo. Anche se Dalamdur si era rivelato gentile con lei, non riusciva a fidarsi, lo vedeva come una sorta di scagnozzo di Thresh. E non era poi così lontana dalla verità. Il messaggio che l'aveva irritata di più quel giorno era stato quello di Tarabas. il modo di fare di quell'uomo la iniziava ad innervosire. L'aveva ignorata quando lo aveva cercato, e non si era manco degnato di chiamare per sapere se stesse bene. Sapeva quindi che non era mai stata in pericolo? Oppure l'aveva lasciata andare apposta fra le braccia di Thresh per guadagnare informazioni? Non voleva pensarci, ma la preoccupava molto che lui sapesse cosa aveva sognato. Come faceva a saperlo? Perché l'aveva sognato anche lui? E perché anche suo figlio l'aveva contattata? Il primo che voleva incontrare era senz'altro Tarabas, il sogno premonitore a quel punto era diventato un messaggio diretto, e centrava anche Tarabas in qualche modo. Quello spaventapasseri nel sogno le ricordava troppo Mike ed aveva bisogno di sapere se era in pericolo. Quel giorno era diventato prioritario pensare alla sicurezza di Mike e dei suoi studenti.
     
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    Una volta arrivata a scuola, Sae avrebbe immediatamente iniziato a sentirsi osservata. In quel caso però, non era una sensazione nuova: il suo sesto senso le suggeriva che molto probabilmente Lancillotto si era messo a pedinarla, o qualcosa del genere. Probabilmente non gli era piaciuta la sua risposta, si sentiva preso in giro e stava facendo di testa sua, dopotutto non aveva scritto altro. E proprio come lui, neanche Thresh si era né sentito, né visto per i corridoi effettivamente. Tarabas invece aveva accolto subito il suo invito, dandole appuntamento in uno degli archivi dove aveva allestito il suo ufficio momentaneamente. Un luogo molto ordinato, in totale discordanza con tutto ciò che le aveva mostrato Thresh fino a quel momento. Sembrava un luogo pensato per mettere le persone a proprio agio, silenzioso, pulito, accogliente e con un leggero sottofondo musicale. Sae non poteva riconoscere quella canzone, ma era certa di averla già sentita altre volte, tuttavia senza concentrarsi su di essa era impossibile fare mente locale. Avendo Tarabas davanti, sarebbe stata concentrata su tutt'altro.
    Ti ringrazio per essere venuta subito, penso sia urgente.
    Nonostante l'aria seria, Tarabas cercò di mantenere un tono molto tranquillo e amichevole, alzandosi da dietro la scrivania appena la vide arrivare, togliendosi gli occhiali e indicandole la poltrona davanti a lui per permetterle di accomodarsi. Sopra alla scrivania, l'uomo aveva diverse foto e documenti, in particolare sembrava impegnato con qualche indagine sull'occulto. Sulla scrivania infatti, coperta dai vari documenti, c'era una tavoletta in un materiale che sembrava a metà tra il legno e il marmo. Appariva lucida e pesante, ma sembrava incisa come una tavola di legno. La forma rettangolare la facevano somigliare ad una di quelle tragicomiche tavolette ouija, ma invece di parole e lettere c'erano piuttosto numerosi simboli concentrici. Dall'alto della sua esperienza con l'occulto, Sae riuscì chiaramente a riconoscere una simbologia divina, angelica. Non era uno strumento per mettersi in contatto con gli spiriti o per evocarli, sembrava piuttosto qualcosa di collegato ad alte sfere di percezione, legati alla cabala ebraica o qualcosa del genere. Tra le dita pendeva una sorta di pendolino di cristallo, bianco come il latte, avvolto intorno alla mano dell'uomo con una catena di un metallo brillante, all'apparenza oro ma dava l'idea di essere "sporco", annerito e macchiato in alcuni punti.
    Permettimi di scusarmi se ci siamo sentiti poco di recente, avevo promesso di fiancheggiarti ma ho finito con lo sfruttarti. Ma ho intenzione di spiegarti tutto, non temere, è il motivo per cui abbiamo fatto un sogno condiviso, e perché ho temporeggiato così tanto.
    Si fermò di colpo, prima stringendo i pugni e poi scuotendo il capo, lasciandosi sfuggire una risatina frustrata. Tirò su le maniche dell'elegante camicia azzurra che portava, cercando di rimettersi gli occhiali per sembrare più professionale.
    Perdonami... sto iniziando decisamente col piede sbagliato. Sae, come stai?
    Sincero, per quanto preoccupato. La fretta e l'impazienza di quell'uomo erano dettati dall'apprensione nei confronti di Sae e di tutta quella situazione, ma sembrava davvero, sinceramente, preoccuparsi per lei. L'aveva presa a cuore, in un certa misura, e la rispettava molto.
     
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    Quando Sae capì che Lancillotto la stava pedinando sospirò frustrata.
    Ma certo fidati di quel pervertito gigantesco metallaro con una fedina penale preoccupante! Mica puoi fidarti di una dolce e ingenua insegnante che si fa in quattro per aiutare tutti! Borbottava irritata mentre si recava all'appuntamento con Tarabas, e non nascose affatto il suo borbottio, magari il ragazzo l'avrebbe sentito ed avrebbe capito che Sae era davvero molto indaffarata e non stava cercando scuse. Quasi quasi iniziava a pensare di sfruttare anche lui, le sue abilità di stalking per pedinare Tarabas e scoprire se le stesse nascondendo qualcosa. Se la pedinava, magari poteva anche fargli da inconsapevole protettore semmai qualcuno si fosse fatto avanti per farle del male. Decise di lasciarlo perdere al momento. Si recò all'appuntamento con Tarabas, si guardò attorno incuriosita dall'ufficio che si era preparato. Il suo istinto le diceva che oltre ai mobili aveva anche pensato a isolare quel posto da orecchie indiscrete. Sae si accomodò alla poltrona che le offrì Tarabas, ma lo guardò tutto il tempo negli occhi con la tipica aria di chi si stava tenendo dentro un rimprovero. Notò cosa aveva sulla scrivania, e per un attimo si chiese se non fosse anche Tarabas alla ricerca degli "angeli" esattamente come il figlio. Il suo sguardo doveva aver colpito dritto al punto dato che l'uomo si scusò con lei per essere venuto meno alla sua promessa di fiancheggiarla, mentre lui si scusava, lei incrociò le braccia al petto. Sembrava proprio avere l'intenzione di chiudersi in se stessa dall'atteggiamento, quasi infantile, ma lo fece unicamente per farlo sentire in colpa.
    Davvero ti interessa? Non sto bene, e ti avevo cercato per un aiuto che ovviamente non è mai arrivato. Cosa ti ha trattenuto così tanto da non potermi rispondere? Come facciamo a lavorare di squadra se nel momento più critico tu non sei di aiuto? Sae non aveva intenzione di mantenere i formalismi, visto che dovevano combattere contro uno zombie immortale che a quanto pare era quasi impossibile da battere. Sollevò un dito per zittirlo sul nascere e con la mimica del corpo gli fece capire che ci sarebbero tornati dopo a quel discorso.
    Perché diamine abbiamo fatto lo stesso incubo? Ma soprattutto cosa hai sognato di preciso? Cosa hai visto nel tuo sogno? Doveva prima di tutto fare un confronto e capire se il messaggio era lo stesso o se era molto più soggettivo.
     
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    Tarabas fu pronto ad offrirle ben più che le sue scuse, ma prima ancora che potesse risponderle Sae lo zittì, facendogli capire che non avrebbe accettato chiacchiere o giri di parole. L'uomo abbassò il capo mortificato, annuendo per farle capire che non era sua intenzione né metterla in pericolo né tenerla allo scuro di quello che stava facendo. Allargò i palmi delle mani all'altezza della tavola, mostrandogliela mentre allargava i fogli che ne coprivano il grosso delle incisioni.
    Sei una donna forte Sae, non volermene per averti considerata tale. Ho deciso che se eri così determinata ad andare fino in fondo a questa storia, allora non avresti avuto timore di esporti. Per questo ho pensato che avrei potuto sapere di più standoti di fianco in maniera meno "diretta".
    Tarabas aveva scelto un approccio all'opposto estremo di Banner: non solo l'aveva coinvolta in quella caccia pericolosa, ma aveva anche preferito metterla in prima linea piuttosto che tenerla al sicuro in un ripostiglio a ignorare cosa le succedeva intorno. Ovviamente un uomo saggio avrebbe dovuto spiegarle il piano per evitare disguidi o anche solo banalmente essere più chiari, ma se non altro lo scrittore non l'aveva messa da parte.
    Anche se non sembra, quel dannato zombie è molto cauto, soprattutto se ci sono io in giro. Non ho fatto nulla di deplorevole, non ti ho spiata, ho solo stabilito un legame con il tuo spirito per cercare di capire cosa stava succedendo...
    Per Sae poteva essere tanto comica quanto imbarazzante quella situazione. Quanto si era connesso a lei Tarabas? Aveva sentito tutte le sue sensazioni? Quando Thresh l'aveva torturata, era stato torturato anche lui? Magari durante una lezione gli erano arrivati quegli stimoli e lui si era dovuto sforzare di dissimularli? Per quanto divertente o stimolante potesse sembrare quel pensiero, probabilmente era affrettato: il tipo di legame spirituale che Tarabas stava descrivendo non era come leggere il pensiero o installare una telecamera nel cervello di qualcuno. Serviva solo a percepire presenze spirituali forti e maligne, ma proprio come Sae non era stata capace di vedere nulla con Thresh, lo stesso valeva per Tarabas. Ad eccezione del sogno, ovviamente.
    ...ad essere sincero credevo di aver fatto un totale buco nell'acqua, ma poi c'è stato quel sogno. Siamo riusciti a condividerlo perché eravamo connessi.
    Quella risposta, se avesse attivato l'istinto di Sae, le avrebbe permesso di aggredire più che letteralmente lo spirito di Tarabas, ad un livello che l'uomo non riusciva neanche a percepire probabilmente. Per Sae fu come potersi fiondare nei suoi pensieri, ammirare lo stesso spettacolo a cui aveva assistito lei, col grano di sangue e perfidi mastini, ma al posto dello spaventapasseri dai capelli arruffati c'era una pira, una catasta di braci e carbone sulla quale troneggiava un palo smorto e rinsecchito intorno alla quale erano legati dei capelli bruciati. Un grido intenso e acuto riportò Sae alla realtà.
    Credo che questo sogno sia un monito, qualcosa che sei riuscita a percepire grazie alla tua immensa sensibilità spiritica, Sae. Cosa ti dice questa visione? Se hai qualche indizio dobbiamo essere pronti.
    Tarabas era determinato, e sebbene si fosse posto con umiltà nei suoi confronti, non era pentito per ciò che aveva fatto: per battere Thresh era disposto a ricorrere ad ogni mezzo, e quella ne era una chiara dimostrazione.
     
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    Sae continuava a fissarlo diffidente, ma prestò molta attenzione alle scelte delle sue parole e a cosa le stava mostrando. Cercò di rimanere calma quando le chiese di non avercela con lui se la reputava "forte". Avrebbe voluto in realtà alzarsi strillargli addosso che è un pazzo se pensa che fosse forte quando le metteva le mani addosso Thresh. Riuscì però a dissimulare molto bene, tenendosi tutta la sua agitazione dentro e mandandola giù. La rabbia risalì quando le confessò che aveva fatto un legame spirituale, facendole gonfiare una vena sulla fronte. Le braccia incrociate si strinsero con più forza, ma riuscì a resistere all'impulso di gridargli contro. Falla sbottare a quanto pare era un dono di Thresh. Divenne tutto poi molto veloce, le bastò guardare negli occhi l'uomo in modo diverso per sentire la connessione e rivivere il ricordo del sogno con la visuale di Tarabas. Lo stesso campo di grano, e poi con orrore vide il carbone ai piedi di quel palo su cui prima vi era lo spaventapasseri. Non c'era alcun dubbio che avessero visto la stessa cosa, ma probabilmente a Tarabas mancava qualche piccolo tassello. Un grido acuto la riportò al presente, facendole scuotere la testa, portandosi le mani sulle orecchie come a voler zittire quel grido che le sembrava di sentire ancora lontano e ovattato. La preoccupazione per Mike e l'agitazione nel rivivere quell'incubo la resero molto nervosa.
    Wow e non ti è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di dirmelo? Sapendo che sono un esperta nel campo? Non ti è venuto in mente che magari avrei potuto pensare erroneamente che era un entità del labirinto che mi sta alle calcagna e ti avrei impedito di "sentire"? Prese un profondo respiro, e per aiutarsi a calmarsi pensò al sorriso dolcissimo di Mike.
    Io ho percepito delle cose, ma non voglio dare per scontato che sia così. Lo spaventapasseri bruciato mi ricorda qualcuno, il grano aveva molte voci di giovani innocenti. Ho pensato che rappresentano i ragazzi della scuola, e quei lupi... ho visto un occhio inquietante in loro, simile ad uno specchio. Somiglia molto ad un avvertimento ad una specie di profezia: se non sto attenta i ragazzi potrebbero diventare delle vittime. Non riesco ancora a capire chi siano la minaccia però. In realtà un collegamento lo aveva fatto, ma temeva di essere influenzata dalle ultime informazioni che aveva reperito. Quei lupi potevano essere benissimo la rappresentazione di Vidoq, che si sarebbe lanciato su Mike che è una persona che ama per farle del male. Come le aveva detto Thresh. Mike stava proteggendo qualcosa, e l'istinto le diceva che probabilmente proteggeva lei, e non si sarebbe mosso nemmeno quando il nemico gli sarebbe finito addosso. In effetti nel suo sogno lo spaventapasseri era stato dilaniato dalle zanne.
    Nel mio sogno però non c'era il fuoco. Tornò a guardare negli occhi Tarabas, e questa volta cercò di sfruttare il loro legame spirituale per assicurarsi che non le mentisse. Mise in allerta tutti i suoi sensi.
    Non hai sentito proprio niente in questi giorni? Quando ho provato a chiamarti era per un problema molto specifico. Non hai avvertito proprio niente? Glielo chiese con tono calmo e amichevole, nella speranza che capisse che era importante quella domanda.
     
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    Nonostante la rabbia di Sae fosse evidente, Tarabas non perse mai né la calma né la sua fermezza, non c'erano sensi di colpa da esprimere in quel momento, le scuse erano state un rispettoso riguardo, ma la rabbia di quella donna non avrebbe certamente ostacolato il suo obbiettivo. Come già detto, era al lato opposto dello spettro di Banner, da quel punto di vista, che al contrario sembrava molto preoccupare di come e quanto venivano coinvolte le persone in quella storia. Fu chiaro che Sae aveva percepito qualcosa, ma ancora una volta Tarabas non si scompose, né cercò di ostacolarla: si lasciò leggere dentro mentre portava le braccia in una posizione conserte che, involontariamente, mettevano in evidenza il suo fisico statuario dato che le maniche alzate stringevano moltissimo il resto della camicia.
    Ti chiedo scusa, ma se devo essere onesto non è stata un'idea mia... ma di Marcus. Se n'è uscito con questa proposta e l'ho messa in pratica prima ancora di pensarci. Sa essere molto convincente con poche parole, te lo assicuro... e poi, cerca di darmi un pò di credito: non sono un'invasore da una dimensione aliena, so cosa faccio. E' il mio lavoro, e se è vero che sei un'esperta sapresti anche tu quanto essere coscienti di un simile legame può anche influenzarlo. Lo dimostra il fatto che ora puoi leggermi dentro come niente, anche se ho interrotto il legame dopo l'incubo, per farti capire quanto è potente l'influenza. Sarebbe stato un errore.
    Scosse il capo, ancora una volta se si scusava era solo per garbo e per rispetto nei suoi confronti, ma sapeva che non aveva fatto niente di male e molto probabilmente, anche Sae poteva capirlo da un certo punto di vista. Non aveva forse appena pensato di usare uno dei suoi studenti per spiare qualcuno? Non era troppo diversa da lui, se si trattava di proteggere la sua famiglia. Probabilmente per Tarabas era lo stesso. Definito ciò, la lasciò continuare riprendendo il discorso sul sogno. Sae gli raccontò cosa aveva visto ma soprattutto cosa aveva provato, l'uomo percepì timore in lei, ma anche il coraggio risoluto che fino a quel momento l'aveva tenuta a galla in quella folle palude in cui si era ritrovata. Quando gli parlò delle braci, però, Tarabas si fece più serio, e Sae percepì chiaramente uno sforzo da parte sua, come se stesse cercando di ostruire il più possibile quel poco di legame che era rimasto tra di loro per non lasciarsi leggere dentro. Era come se si stesse sforzando di mantenere il respiro, una cosa che di solito le persone non fanno, ma anche a costo di sembrare diffidente e restio nei suoi confronti, Tarabas stava cercando di non farsi leggere dentro, non in profondità almeno.
    Come vedi anche tu sai che le informazioni è più facile prenderle che chiederle. Ma non temere, ho intenzione di giocare a carte scoperte con te perché c'è un motivo valido se non ti ho contattata subito, e per cui ritengo che stabilire un legame spirituale sia stata una buona mossa. Ho percepito qualcosa, sì... ho sentito indecisione.
    Fu Tarabas ad assumere uno sguardo particolarmente serio a quel punto. Ammorbidì la schiena sulla poltrona mantenendo le braccia conserte, voleva farle capire che non aveva intenzioni violente, né accusatorie, ma chiaramente stava dubitando di lei.
    Non sono una spia, non so cosa hai detto e con chi hai parlato, ma se ricordi bene io stretto un patto con qualcuno che credevo risoluto e determinato a dare la caccia a Carnovash come faccio io. Legandomi a te invece... ho sentito che una parte di te non ha intenzione di andare fino in fondo. Temi di non poter vincere e in parte ti sta bene quello che hai ottenuto fino ad ora. Forse vedi il cubo come un alleato, magari pensi di poter sconfiggere lo zombie al suo stesso gioco, tagliandogli i viveri, i "sudditi" e portandoli dalla tua parte. Magari credi che come lui puoi controllare le forze che ti ronzano attorno. Sono sicuro che hai un dono, Sae, ma ciò che lo sta accrescendo è una maledizione, un patto diabolico con cui presto dovrai fare i conti, e dovrai pagarne il prezzo. Non è questa la via d'uscita che ti ho offerto. Ti ho consegnato la chiave immediatamente come pegno della mia fiducia, ma non posso affidarti una parte così importante del mio piano se non sono certo della mia alleata. Forse sbaglio, e Dio solo sa quanto prego che sia così, ma per ora ho bisogno di sapere da che parte stai.
    Tarabas non le stava chiedendo semplicemente se Sae stava contro Thresh, ma anche e soprattutto se stava dalla sua parte. Evidentemente aveva capito che Sae o non si fidava, oppure voleva sfruttarlo e basta per i suoi obbiettivi, o peggio ancora entrambe le cose, questo spiegava come mai era rimasto in disparte e aveva preso le distanze. Tarabas stava giocando una partita estremamente rischiosa e voleva vincerla a tutti i costi.
     
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    Sae iniziava a capire perché Thresh sorrideva a quel modo quando gli aveva parlato di Tarabas. Lui pensava di essere nel giusto, in realtà Sae continuava a pensare che aveva fatto qualcosa di assolutamente scortese e invadente, non era molto differente da quello che aveva fatto Lancillotto. Solo che Greg era un suo alunno, da guidare e proteggere e poteva perdonarlo, Tarabas invece le risultava molto più difficile da perdonare. Come se non bastasse scaricava pure la colpa sul figlio? Che razza di padre era? Voleva forse indorarle la pillola, forse aveva capito che non riusciva a portare rancore ai giovani studenti?
    Sì infatti sei un invasore di questa dimensione, mannaggia a te. Le scappò, non poteva continuare a fingere che poteva passarci su come se niente fosse. Un conto era fare un pensierino sul mandare Lancillotto a spiarlo, un altro peso aveva farlo nel modo più rischioso possibile. Non avrebbe mai pensato di mettere a rischio Lancillotto per un suo tornaconto. Lo lasciò parlare e quando lo vide farsi diffidente ed accusarla di doppio gioco, del fatto che fosse stata indecisa, iniziò a ridere nervosamente, scuotendo la testa, come se lui stesse dicendo una marea di cavolate.
    Da quello che mi hai detto è chiarissimo che sei un dilettante come medium. Non hai capito proprio un bel niente di ciò che hai sentito. E se mi avessi risposto se mi avessi ascoltata quando ti ho cercato avresti capito molte più cose e avresti capito di che natura era la mia indecisione. Afferrò la propria borsa vicina e ci frugò dentro per cercare la chiave che gli aveva assegnato l'uomo. I gesti con cui lo faceva divennero sempre più nervosi e irritati, così come lo sarebbe diventata la sua voce mentre parlava.
    Su una cosa hai però capito bene: io non credo proprio di farcela a battere Carnovash. Sono distante anni luce anche solo per torcergli un capello. Io da sola non posso fare niente, sono debole, sono impotente, a lui basta schioccare le dita e sono morta. Se non mi ha ancora reso una specie di bambolina lobotomizzata raccogli sperma è solo perché crede che io vedo cose e posso fare cose che interessano a lui e di cui non ci ho capito niente. Ciò che hai sentito è la mia paura perché mi sono sentita da sola contro tutti quanti. Io sto dalla MIA parte perché non riesco più a capire di chi posso fidarmi. Io sto cercando di proteggere le persone che amo, sto cercando di salvare l'anima di mio marito. E tutti voi! Cazzo tutti voi mi scaricate addosso le vostre frustrazioni, i vostri problemi, mi credete una specie di femme fatal che non vede l'ora di ficcare un pugnale alle spalle del prossimo per chissà quali ricchezze. Il suo viso era colorato di rosa per la rabbia, i suoi occhi erano umidi, stava tirando fuori ciò che si era tenuta dentro fino a quel momento, poiché sentiva che Tarabas non le sarebbe stato di nessun aiuto in tutta quella storia. Si stava rivelando un ostacolo e non poteva permettergli di interferire e mettere in pericolo tutti quanti con i suoi scherzi spirituali. Quel briciolo di speranza che aveva visto in lui si stava sgretolando del tutto, e con esso anche la resistenza delle lacrime che iniziarono a scorrere lungo le guance.
    Mi è capitato quel fottuto cubo fra le mani senza manco capire che diavolo fosse, e spunti tu a dirmi che ormai è troppo tardi e se voglio salvarmi devo arrivare fino in fondo. E mentre tutti mi guardate come se fossi una specie di fenomeno da baraccone intanto vengo invasa da visioni, viaggi astrali che mi portano davanti a entità mostruose che mi condannano. Che vogliono farmi uccidere una mia studentessa, e nessuno di voi ha capito che preferisco morire mordendomi la lingua piuttosto che fare del male ai miei ragazzi. Tirò fuori la chiave dalla borsa e la piazzò sul tavolo con rabbia.
    La verità è che a te non frega proprio un cazzo di me, tu mi stai usando per arrivare ai tuoi scopi! Mi hai promesso aiuto e protezione ed invece mi si è scagliata addosso una nuova maledizione che mi fa stuprare dall'uomo che odio di più al mondo! Quello non l'hai sentito vero? Non hai sentito lo schifo, la frustrazione, la fottuta paura! Voi bastardi con i poteri non lo capite come si ci sente ad essere impotenti! Hai sentito solo ciò che volevi tu. Adesso osi anche chiedermi da che parte sto? Che razza di cavaliere sei? Non ho bisogno di questa merda! Ho problemi molto più seri di cui occuparmi! Non lo stava facendo con malizia, fu totalmente sincera a dirgli che non stava dalla parte di nessuno se non dalla propria parte. Odiava sentire parlare Tarabas come se lei fosse una complottista che sta facendo le sue mosse per vincere. Lei stava cercando di sopravvivere in tutto quel caos. A quel punto quello che aveva bisogno di Sae era Tarabas. Se aveva letto il suo spirito se aveva ascoltato le sue parole, avrebbe dovuto capire che Sae era andata davvero avanti, che si era immersa molto di più in quel viaggio assurdo e folle come avevano pattuito. Lei aveva mantenuto la sua parte, Tarabas no. Starsene lì a cercare di convincerlo che poteva fidarsi era totalmente inutile, doveva mostrargli che non aveva bisogno di lui se non voleva aiutarla seriamente. Ecco perché gli aveva ridato la chiave di chissà cosa che gli aveva dato lui. Si alzò in piedi e se Tarabas non avesse fatto niente per fermarla se ne sarebbe andata via, sbattendo la porta alle sue spalle. Sae non era una calcolatrice, era davvero una donna semplice che era finita in un casino colossale.
     
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    La frustrazione della donna crebbe fino ad esplodere, e purtroppo Tarabas ebbe conferma dei suoi timori: era troppo emotiva, troppo facile da influenzare nei sentimenti. Non aveva compreso il suo potenziale né il suo ruolo all'interno di quella storia, e preferiva scappare piuttosto che giocare al meglio le sue carte. Nonostante la faccia inflessibile, Tarabas non poteva biasimarla: era ovvio cercare una via d'uscita in qualcosa di così terrificante e incomprensibile, ma visto che Sae gli aveva vomitato tutto addosso senza farsi domande non sarebbe riuscita a cogliere quali parti del suo discorso avevano interessato l'uomo davanti a lei. Non le disse nulla, in fondo aveva ragione: tra le persone "comuni" e i combattenti c'era un abisso, forse grande tanto quanto la differenza tra umani e abitanti del Labirinto. Una cosa era certa, ovviamente: non poteva contare su di lei se era così debole e fragile. Tarabas allungò la mano verso la chiave e la prese di nuovo con sé senza dare spiegazioni. Il suo obbiettivo non era cambiato, ma non avrebbe più considerato Sae come una potenziale alleata.
    Pregherò per te.
    Sapeva che non poteva riconsolarla, ma dato che non sarebbe uscito fuori dai binari, poteva stare certa che avrebbe cercato di salvarla come tutti gli altri. Aggiungere altro sarebbe stato a dir poco superfluo. La giornata non era ancora iniziata e Sae era già stata presa da una furia incredibile, una grande frustrazione e un'inevitabile delusione. Quante ne sarebbero venute di seguito? La giornata sembrava maledettamente lunga, e a giudicare da chi la aspettava fuori dalla porta, non avrebbe accennato ad accorciarsi. Lancillotto la stava fissando da qualche metro di distanza, al primo sguardo sembrava che stesse per incalzarla ma, nel vederla rossa in volto con gli occhi gonfi e i nervi a fior di pelle, esitò vistosamente: provò empatia per lei? Forse un sentimento genuino, una volta tanto, Sae lo stava vedendo così spesso in situazioni strane che stava scoprendo lati di lui che il ragazzo nascondeva sempre con tutte le sue forze. Sospirò silenziosamente e dopo qualche istante a frugare tra le sue tasche, allungò un pacco di fazzoletti alla donna. Erano di quelli profumati con stampe carine che di solito usano i bambini piccoli. Compiuto quel gesto, il ragazzo le diede le spalle e si diresse verso la sua aula, probabilmente aveva capito che non era il momento giusto, e non voleva mettersi in mezzo ai problemi di Sae.
     
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    Quel "pregherò per te" le suonò molto falso da parte di Tarabas, non gli rispose nemmeno alzò i tacchi e se ne andò. Era stata impulsiva, ma non poteva fare altrimenti. Stava portando pesi molto grossi sulle spalle, e Tarabas si stava aggiungendo ad essi giocando con lei. Non riusciva a considerarlo malvagio, ma non riusciva proprio a vedere in lui un amico, un alleato, Tarabas era troppo concentrato sui suoi obbiettivi e le nascondeva troppe cose. Con quel legame spirituale probabilmente l'aveva messo in pericolo e la cosa peggiore era che aveva capito che lei poteva diventare un "sacrificio necessario" per sconfiggere Thresh. Quest'ultimo invece a discapito dei suoi metodi era l'unico che sembrava metterle davanti alcune verità, come se in effetti non temesse affatto Sae e ciò che poteva fare. Aveva perso un alleato, ma lo era stato davvero fino a quel momento? Non si era mai fidato di lei, e adesso probabilmente doveva anche stare attenta a quel tipo di "legami" con strani incantesimi. A proposito di suoi problemi personali, quando vide Lancillotto si preparò alla sua lagna, ai suoi ricatti, invece con grande sorpresa vide che le porse dei fazzoletti prima di andare via.
    Grazie... Mormorò stupita fissando la schiena del ragazzo che si allontanava. Doveva avere una faccia tremenda in quel momento, prese uno di quei fazzoletti per asciugarsi gli occhi e soffiarsi il naso e notò che avevano un che di tenero nelle stampe. Faceva il duro, ma in realtà sapeva anche essere un bravo ragazzo. Pensò a lui, a Mike, a Nefertiti e le tornarono alla mente quei lupi neri. Strinse quel pacchetto di fazzoletti, inspirando aria avidamente per calmare l'agitazione: li avrebbe protetti, non avrebbe permesso a quei lupi neri di banchettare con i suoi alunni. Passò in bagno per lavarsi la faccia e darsi una sistemata, davanti allo specchio provò qualche espressione del viso serena e naturale. Decise di passare da Banner, sia per vedere una faccia amica che per indagare riguardo alla squadra nera e cosa Mike era andato a chiedere all'uomo. Da quando aveva fatto quel sogno, non riusciva a non pensarci. Bussò alla porta di Banner ed aspettò che le desse il permesso di entrare.
     
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    Appena la porta di Banner fu sotto le dita di Sae, dallo spiraglio quasi aperto dell'entrata si vide la testa del professore fare capolino frettolosamente. Dal modo impaziente con cui le fece cenno di entrare, era ovvio che la stesse aspettando. Se la professoressa avesse scelto di chiudere la porta, avrebbe sentito chiaramente il suono di una chiave che da la prima mandata alla porta, seguita da un'influenza magica tutt'altro che nascosta che avrebbe isolato la stanza dal resto dell'edificio, permettendo loro di parlare più tranquillamente. Fu terapeutico per Sae, un pò come se le influenze di ciò che l'aveva circondata e oppressa fino a quel momento fosse sparito per qualche istante, dandole modo di riprendere respiro. A differenza di Tarabas, Banner non la fece accomodare, bensì girò intorno alla sua di scrivania, appoggiandosi su di essa con il fondoschiena in una maniera decisamente poco comoda, mentre la fissava con aria seria. Si tolse gli occhiali, tirandosi i capelli all'indietro, abbandonando quell'aria da professore maldestro e con i fondi di bottiglia sugli occhi, rivelando quell'aspetto da Alchimista vissuto che pochi come Sae avevano visto davvero. Perfino il suo tono di voce iniziò serio, trasformandosi però ben presto in una sorta di frecciatina ironica.
    Te lo devo proprio dire... stai uno schifo.
    La risatina che gli sfuggì non sapeva né di scherno né di discorso frivolo, cercava piuttosto di sdrammatizzare dato che aveva compreso da un solo sguardo quanto le cose fossero strane. Non finse di non starla esaminando con lo sguardo per cercare di capire di più, ma a differenza di Tarabas sembrava perfettamente intenzionato ad ascoltarla fino alla fine, e cercare di aiutarla come poteva.
    Ho capito l'antifona: basta scappare. Hai dimostrato di essere abbastanza testarda da andare contro tutto ciò che c'è di saggio a questo mondo, e forse se avessi avuto un pò di più di quel coraggio magari sarei riuscito ad aiutare molte più persone di quanto non sia stato capace fino ad ora. Oramai l'ho capito: non vuoi solo proteggere te stessa ma anche i tuoi ragazzi, e visto che sono anche i MIEI ragazzi, ho intenzione di fare lo stesso. Quindi niente più segreti da parte mia, e se tu vorrai tenerne ti capirò e non giudicherò. Adesso voglio solo che uniamo le forze non come cacciatori di occulto ma come insegnanti. Ci stai?
    Banner le diede l'idea di aver cambiato completamente punto di vista, forse ispirato proprio da quella forza che Sae aveva messo in discussione, affiancandola alla disperazione che stava provando. Magari era stato proprio quello sguardo disperato a fargli capire che, nonostante tutte le avversità, Sae non si sarebbe mai fatta indietro. Quello sfogo contro Tarabas avrebbe avuto le sue importanti conseguenze, ma evidentemente togliersi un peso così grosso dallo stomaco l'aveva resa più seria agli occhi di Banner che a quel punto non voleva più farsi indietro. Stando davanti a lui non avrebbe avuto la sensazione di una bambolina tenuta in una teca di cristallo, protetta fino al momento in cui non sarebbe stata utile. Banner aveva tutta l'intenzione di aiutarla sul serio, fino in fondo, senza fingere che nono ci siano segreti e trascorsi. Attese una sua risposta, speranzoso che Sae potesse perdonare quel suo modo di fare evasivo e accettare finalmente un aiuto concreto. L'alchimista, a differenza di Tarabas, non aveva intenzione di sfruttarla in nessun modo.
     
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    Sae dopo essere entrata chiuse la porta con garbo, ma sussultò sorpresa quando sentì il chiavistello che si chiudeva. Avendo ancora la mano poggiata sul manico riuscì a capire con la sua sensibilità che non era una chiusura normale, c'era qualcosa di diverso, ma la fece sentire leggera. Al punto che tirò un sospiro di sollievo. Si voltò poi verso Banner allontanandosi dalla porta e quando lo vide tirarsi su i capelli, esitò, poiché sapeva benissimo che quando lo faceva era per essere diretto e molto serio. Sae ridacchiò nervosamente, anche se Banner cercò di sdrammatizzare con un tono ironico.
    E' così evidente? Chiese sconsolata, parlando come se stesse chiacchierando con una cara amica.
    Se posso spezzare una lancia in mia difesa, io ci ho provato a stare lontana dai guai. Confessò grattandosi la nuca in imbarazzo. Riusciva a sentire a pelle che Banner aveva solo buone intenzioni. Non lo biasimava se aveva cercato di tenerla lontana da tutte quelle faccende pericolose, lei infondo aveva fatto la stessa cosa con lui.
    Va bene, come insegnanti, uniamo le forze. Affermò avvicinandosi ad una sedia, per prendere posto. Capì che avevano un mucchio di cose di cui parlare, quindi tanto valeva mettersi comodi.
    Ti hanno mai detto che stai molto meglio quando tiri su i capelli? Cercò di alleggerire un pochino i toni, sia per poter tirare un sospiro di sollievo, sia per far capire a Banner che non aveva intenzione di scappare di nuovo. Sembrava aver capito che Sae era testarda e che ormai era andata troppo avanti per potersi tirare indietro da tutta quella faccenda.
    Ho avuto delle visioni che mi preoccupano moltissimo. Dopo aver chiacchierato con Mike, ho visto un quaderno con degli appunti sulla squadra nera. Gli ho chiesto cosa fossero e mi diceva che Thresh gli aveva parlato dell'esistenza di quella squadra di elite. Quella stessa notte ho fatto un terribile incubo, come una sorta di presagio e non riesco a non pensarci. Cosa ti ha chiesto Mike sulla squadra nera? Andò dritta al punto, così da iniziare la conversazione con ciò che le premeva di più. Le sembrava un buon punto di partenza, che mostrava anche le priorità di Sae: ovvero i suoi ragazzi.
     
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    Banner decise di stare al gioco, allargando un sorriso ironico mentre si prendeva i complimenti di Sae e ci ironizzava su, allargando le mani senza prenderla troppo sul serio a proposito dei capelli tirati all'indietro.
    Hey hey hey... abbiamo appena iniziato e ci provi già con me? Devo preoccuparmi...
    Forse non avevano iniziato col piede giustissimo, ma tra di loro c'era affinità poco ma sicuro. Entrambi sapevano cosa volevano, e si sarebbero fiondati volentieri in mezzo alle fiamme pur di far valere la propria posizione e proteggere gli altri, su questo non c'era alcun dubbio. Per questo forse la squadra che Sae aveva sempre cercato era con quell'uomo, e non con qualsiasi altro bell'imbusto fosse pronto a farsi avanti per lei o per chissà quale accecante senso di giustizia. Il tono della chiacchierata prese subito una svolta più seria e tolta di mezzo l'ironia, Banner si dimostrò immediatamente pronto a condividere con lei non solo ogni informazione, ma anche i suoi pensieri.
    Prima di tutto, voglio che sia chiara una cosa: i membri della squadra NERA, per quanto timore ispirino, sono a tutti gli effetti degli eroi per l'Impero Romano. Loro stanno agli 007 come Caius sta alla Regina della vecchia Inghilterra. L'impero deve molto ai loro sforzi e non mi dilungherò molto ma possiamo dire oltre ogni ragionevole dubbio che tolti metodi brutali e operazioni poco cristalline, senza dubbio Roma e i suoi alleati non dormirebbero sonni tranquilli.
    A quel punto portò gli occhiali sulla fronte, usandoli come una sorta di cerchietto per tenere i capelli in ordine. Dopodiché afferrò un libro che era stato preso in prestito dalla biblioteca scolastica: l'argomento riguardava le forze speciali dell'Impero e la loro storia, di sicuro era il libro che Mike aveva preso e con la quale aveva chiesto aiuto a Banner.
    Ma come ogni cosa che riguarda Roma, ci sono luci e ombre. Mike mi ha chiesto quanto è difficile entrare in un gruppo di élite così esclusivo e io non gli ho mentito: tanto. Tantissimo.
    Sfogliò rapidamente il libro sul capitolo riguardante l'argomento, ma oltre alle scintillanti armature nere, estremamente edgy e sofisticate, non erano messi in evidenza nessuno dei fattori negativi della squadra NERA, ma anzi ne venivano esaltati quelli positivi. Propaganda, ovviamente, ma tralasciare gli aspetti negativi di una questione così importante poteva essere pericoloso per Mike.
    I membri della squadra NERA vengono reclutati fin da giovani per essere sottoposti non solo ad addestramenti fisici e spirituali intensi, ma anche ad un allenamento psicologico estremamente severo. Non parlo di indottrinamento, né di condizionamento... i combattenti hanno una mente razionale predisposta al conflitto, io lo so molto bene, ma quelli della squadra NERA vengono addestrati a pensare in maniera diretta e schematica, hanno un protocollo da seguire e l'Impero viene prima di ogni altra cosa.
    Sollevò il mento a quel punto, portandosi un paio di dita al collo per indicare una vena gonfia sulla sua gola.
    Anche ai più giovani installano un collare Tetranite Armagus che li tiene costantemente svegli e carichi, lo chiamato Protocollo Berserk, serve per massimizzare l'efficienza del loro addestramento, ma li rende anche molto più instabili. Vengono seguiti direttamente da un istruttore di solito e dato che il livello di riservatezza dei membri effettivi è molto alto, questi istruttori vanno in giro in maschera... manca solo la marcia imperiale di Star Wars in sottofondo, te lo assicuro è uno spettacolo inquietante.
    Ritrovò una punta di ironia mentre si lasciava sfuggire una risatina vagamente nervosa. Ne parlava per esperienza personale, era evidente.
     
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    Sae sorrideva a Banner, arrossendo leggermente poiché in effetti fra di loro c'erano stati dei trascorsi. Apprezzò però il suo modo per rompere il ghiaccio dandole corda, facendola ridacchiare divertita. Sapeva che poteva fidarsi di lui, ma continuava a pensare che non le avrebbe permesso di andare fino in fondo nella sua missione per salvare suo marito. Non se fosse stata lei stessa in pericolo. Era di certo qualcosa di positivo visto dall'esterno, faceva capire che infondo dopo ciò che era successo fra di loro, Banner le voleva bene.
    Sae si fece parecchio attenta alle parole di Banner, le spiegò in modo molto esaustivo cosa fosse la squadra nera. Il tipo di addestramento che le spiegò le mise ansia, immaginarsi un ragazzo dolce e sensibile come Mike che soffriva per quel tipo di allenamento le faceva torcere le budella. Non poteva farci niente, lo amava e non poteva sopportare di vederlo soffrire. Anche solo immaginarselo in quei frangenti attivava il suo senso materno protettivo. Quindi il suo sogno voleva dirle questo? Che i lupi neri, ovvero la squadra nera avrebbe divorato la dolcezza di Mike? No, c'era qualcosa di diverso che non riusciva ancora a comprendere del tutto. Quando Banner si toccò il collo mostrando una vena gonfia, non riuscì a non collegare il fatto che anche lui facesse parte di quella squadra. Da come ne parlava sembrava saperne molto di più. Sae infatti allargò gli occhi stupita. Sapeva che era bravo nel suo lavoro, ma non immaginava che potesse essere un membro di una squadra d'elite. Immaginarlo come tale la fece sentire un pizzichino più rassicurata. Se fosse diventato Banner l'addestratore diretto di Mike poteva dormire fra due guanciali, ma quel sogno continuava a mandarle segnali di allarme. E non era detto che Banner fosse davvero in squadra e che poteva diventare lui il suo istruttore.

    La maschera viene portata perché nessuno deve conoscere l'identità dei membri che ne fanno parte dico bene? Quindi se Mike si mettesse in testa di provarci e ci riuscirebbe pure, non lo farebbe capire a nessuno. Gli addestratori da chi vengono scelti? Dal monarca in persona? Oppure uno dei veterani potrebbe prendere sotto la propria ala protettiva un nuovo membro? Quelle domande con lo sguardo diretto, velavano il fatto che Sae stesse sospettando che Banner fosse uno di loro.
    Da come ne parli non sembra una cosa così brutta, certo è comunque un lavoro molto pericoloso, ma quel sogno... deve pur significare qualcosa. Guardò un punto vuoto sul pavimento, mentre le immagini le si ripresentavano nitide alla memoria.
    Ho visto un campo di grano rosso, con foglie nere. Al centro di questo campo c'era uno spaventapasseri che mi ha ricordato tantissimo Mike, aveva la divisa scolastica, i suoi capelli ricci. Sono arrivati poi dei lupi neri, hanno assalito lo spaventapasseri lo hanno distrutto e poi hanno iniziato a divorare il grano da cui ho iniziato a sentire grida raccapriccianti che mi hanno svegliata. Fece una piccola pausa tornando a guardare negli occhi Banner.
    Inizialmente pensavo fosse un sogno dettato dalle mie preoccupazioni, ma poi sono stata contattata da Tarabas che ha fatto lo stesso identico sogno con una differenza però, lui lo spaventapasseri lo ha visto bruciato. Fece una pausa per sentire le opinioni dell'uomo. Immaginando già che aveva delle domande a sua volta.
     
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    Osservando meglio, Sae avrebbe dovuto notare che sulla gola di Banner non c'erano segni o cicatrici che lasciavano intendere una prolungata esposizione a qualche tipo di congegno che serviva a potenziare il fisico, aveva fatto quel gesto più che spiegarsi che non altro, e aveva puntato ad una vena più grande per farle capire che quel genere di operazioni non erano roba da poco, e che penetravano in profondità nella fisionomia di qualcuno.
    Non fraintendermi: ne so molto ma non ne faccio parte. Li conosco bene perché... mh, per metterla in maniera simpatica, direi che sono stato nel loro mirino per parecchio tempo. Ma come tutti gli insegnanti "speciali" qui dentro, se capisci cosa intendo. Come pensi che siano finiti dietro le sbarre certi soggetti? L'impero non è andato a supplicarli per integrarli nel programma di insegnamento e recupero...
    Il discorso di Banner si riferiva a ciò che si erano detti nel loro primo periodo: la scuola era piena di criminali e personaggi pericolosi alla quale era stata affidata una nuova missione oltre che data una seconda possibilità. Ma nessuno aveva mai detto, in effetti, che la cosa era stata pacifica o indolore. Probabilmente alcuni avevano accettato quel compromesso trovando una vocazione nei suoi studenti, come Renekton magari, mentre altri invece erano stati costretti dopo che la squadra NERA gli aveva dato la caccia. Magari Smoke, per esempio? Visto che andava in giro bloccato in quel modo, forse era un tipo pericoloso. Ma questo doveva significare anche un'altra cosa, però, qualcosa che forse Sae non aveva mai preso in considerazione fino a quel momento, ma che alla luce di queste rivelazioni aveva perfettamente senso: probabilmente qualcuno aveva sconfitto Thresh, per costringerlo a prendere parte all'operazione, o dandogliela come alternativa ad una distruzione totale. Ma chi poteva essere stato? L'unico uomo che sembrava capace di mettere tutti in riga da quelle parti, e che più volte aveva stuzzicato il timore di Thresh... era il monarca Zaborg. Lui era l'unico che nessuno si permetteva di contraddire o di discutere, perfino Thresh quando si erano diretti al Colosseo se ne era tenuto alla larga il più possibile. Forse il non morto non era così invincibile come appariva. A quel punto Banner lasciò che Sae continuasse il suo discorso, raccontandogli quel sogno mentre il professore chiudeva il libro e portava le braccia in posizione conserte, così da dedicarle la massima attenzione. Gli raccontò di quel sogno e nemmeno per un istante Banner considerò l'idea che fosse solo un caso o mera speculazione, dopo aver conosciuto bene quella donna e gli affari che riguardavano la sapienza, anche Banner ne era certo: niente succede per caso. Alzò lo sguardo pensieroso, almeno fino a che Sae non gli rivelò che anche Tarabas aveva fatto lo stesso sogno, a quel punto strabuzzò gli occhi e scosse il capo, stranito.
    Come sarebbe a dire che Tarabas ha fatto lo stesso sogno? Non ne stai parlando come se fosse un caso incredibile... ma l'unica spiegazione in quel caso è che tra di voi ci sia un legame o che... oh...
    Dallo sguardo deluso e un pochino impietosito dalla donna, Banner sembrava aver intuito cos'era accaduto, e con degli occhi che sembravano volerle dire "mi dispiace", si maledisse ancora una volta per non averla sostenuta fin da subito. Adesso anche Tarabas l'aveva messa in mezzo, usandola come una pedina e non come una persona da proteggere e da salvare. Questo spiegava il suo malumore in caduta libera verso il basso.
    Ufff... beh, vediamo il lato positivo: un legame del genere non è mai a senso unico, quindi è ovvio che nel suo di sogno qualcosa è cambiato perché c'entrava il suo subconscio. Se nel tuo caso era la paura di perdere Mike, nel suo magari c'era il timore di perdere qualcun altro, o peggio ancora... di averlo già perso. Potremmo ragionarci su, magari se scopri qualcosa grazie a ciò ti sentirai un pò meglio per averlo fregato.
    Non aveva la verità in tasca, ma poteva incoraggiarla. A quel punto però, lo sguardo di Banner si fece molto più attento. Sae vide quella scintilla analitica tipica del suo collega, altre volte le aveva mostrato quello sguardo "alchemico", ma stavolta non fece finta di nasconderlo, sempre secondo la promessa di non nascondere o tacere più nulla.
    Scusami, sto solo cercando di capire se c'è qualcosa di strano nel tuo flusso energetico ma il legame con Tarabas sembra non aver lasciato nessuna traccia dopo che l'ha interrotto... tuttavia, non posso fare a meno di notare che sembri... "influenzata", proprio come è capitato ai studenti di Carnovash...
    Alzò di nuovo lo sguardo verso di lei, non c'era giudizio né cattiveria in quegli occhi, ma sembrava seriamente preoccupato.
    Lo so che quello zombie non ti va a genio e che non lo asseconderesti mai se non fosse assolutamente necessario... ma vorrei sapere cosa ti ha costretta a fare, e cosa ti ha chiesto. In particolare... vorrei sapere se hai fatto dei "viaggi" strani. Forse chiederti se sei stata nel "Labirinto" potrebbe essere strano...?
    Banner stava cercando di scavare quanto più a fondo possibile. Se Sae voleva confidare a qualcuno del suo incontro con Scorn, con Fortinbras e soprattutto so come il cubo si stava comportando con lei, quello era il momento giusto.
     
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    Banner confessò che conosceva i loro metodi perché ci aveva avuto a che fare però come obbiettivo della squadra, facendole capire che era finito lì ad insegnare per via della famosa seconda possibilità che l'impero concedeva a chi poteva fruttare qualcosa di buono. Banner sembrava averla presa molto a cuore. Cosa che si poteva dire anche di Thresh. Curioso che chi veniva portato lì alla fine si votava come insegnante con tutta l'anima. Sapere tuttavia che Banner non era di certo uno di loro, le tolse quella piccola speranza che se Mike avesse fatto di testa sua, poteva contare su un amico fidato.
    Beh, anche se lo fossi davvero immagino che non dovrei saperlo. Affermò con tono amichevole, tipico di chi non aveva preso un granchio. Zaborg aveva un gran bel da fare se doveva tenere in riga esseri potenti come Thresh, e forse anche Banner? Per finire sotto il mirino della squadra nera, di sicuro non era quel gran bel tontolone che recitava a scuola. Per Sae non era quindi una novità pensare che Zaborg fosse l'unico a poter tenere testa a Thresh, era comunque una cittadina dell'impero e sapeva quanto i monarchi fossero potenti. Semplicemente non credeva che andare a chiedere aiuto a Zaborg senza prove potesse giovarle. Anzi probabilmente si sarebbe messa in cattiva luce e magari avrebbero chiesto di controllare se Sae fosse davvero idonea ad insegnare all'istituto. Inoltre con le nuove informazioni che aveva in suo possesso, iniziò a pensare che quello da temere davvero non fosse Thresh, ma Vidoq. Era ancora tutto molto confuso, inquietante e le servivano altre prove per poter dare totale ragione a Tarabas. A proposito di lui, Banner si accorse subito che c'era stato un legame fra loro due. Evidentemente Banner conosceva bene gli obbiettivi dell'uomo e del suo modus operandi. Banner la analizzò con i suoi talenti, scoprendo che aveva addosso qualcosa e più precisamente legato a Thresh. Sae si lasciò sfuggire una piccola risata amara, ed abbandonò la nuca contro lo schienale della sedia.
    Quindi è così che si sentono quelli che riesco a leggere quando ci entro in contatto? Scosse la testa e si rimise composta sulla sedia, afferrò la propria borsa portandosela sul grembo e guardò un punto vuoto davanti a lei.
    Credo di doverti raccontare un paio di cosucce... Le uscì un tono colpevole, consapevole che avrebbe irritato il suo amico, dato che l'aveva avvisata più volte di tirarsi indietro.
    Tarabas ha fatto un legame spirituale a mia insaputa con me, perché voleva controllarmi. Ha capito però che con le mie doti avrei potuto vedere ogni cosa di lui e quindi lo ha interrotto. Ma andando con ordine: un poco di tempo fa l'ho scoperto mentre frugava nella mia borsa, trovando il cubo. Ci sono andata a parlare e mi ha svelato che sapeva benissimo cosa fosse, mi ha detto cosa è un cubo, le sue nefaste conseguenza e mi ha rivelato che il suo obbiettivo è sconfiggere Thresh. Ha capito che ormai ero con l'acqua alla gola e mi ha proposto di continuare ciò che stavo facendo, così da mettere sotto scacco il professore, usando proprio il cubo che si è legato a me. In cambio lui avrebbe dovuto aiutarmi, ma quando ho avuto problemi e l'ho chiamato non si è fatto vedere. Insomma ci ho litigato pesantemente e l'ho mollato. Non ho intenzione di farmi usare come una pedina da lui. Inoltre, inizio ad avere dei seri dubbi su Carnovash... Fece una pausa, pensando a come l'aveva aiutata effettivamente. Ad esempio quando salvarono Mike, quando era stata trascinata nel labirinto in un viaggio astrale. Con il rosario che l'aveva protetta dal banchetto di mostri. Aveva dei metodi davvero molto riprovevoli, ma si era salvata le chiappe grazie a lui. Eppure nonostante tutto, c'era quel qualcosa di balsfemo, di preoccupante in lui.
    Credimi ho provato a mollarlo il cubo, ma tornava di nuovo nelle mie mani in qualche modo assurdo. Tarabas mi ha spiegato che ormai ho acceso "la bomba" e prima o poi sarei finita con il perdere tutto, facendomi ingannare da false promesse per una falsa felicità. Insomma in poche parole sono nella merda. Ho già fatto viaggi astrali, e mi sono capitati spesso mentre dormo. Ho conosciuto un certo Scorn, un gentiluomo del labirinto, ed una volta sono finita al cospetto di un mostro gigantesco che chiamavano "Fortinbras". Insomma se non fosse stato per Thresh probabilmente sarei ancora lì ed il mio corpo in coma. Il problema è che non ne ho il controllo, ma Thresh mi ha aiutato con questo. Sollevò il polso mostrandogli il rosario che gli aveva donato Thresh per difendersi dal labirinto.
    Non fraintendermi, lo odio, non ha fatto altro che umiliarmi e credo proprio che ci abbia messo lo zampino su una schifosa dipendenza che sento. Qualcosa che riesco a tenere a bada solo con l'energia di quel bruto, stronzo! Cercò di riprendere contegno tossendo come a volersi schiarire la voce, e tornando di nuovo composta.
    Se non ti ho mai detto niente è perché avevo paura di coinvolgerti di nuovo, come è già successo la prima volta. Si fece piccolina sulla sedia, guardando Banner con aria colpevole. C'era molto altro da dire ma voleva lasciare modo all'uomo di destreggiarsi in quelle informazioni e magari porle le domande che voleva su quella faccenda.
     
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