L'incubo del grano rosso

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    Nefertiti non avrebbe sentito solo il loro vigore, ma anche la gelosia di Thresh, forte perfino nei confronti di sé stesso. Infatti, appena la ragazza iniziò a toccare gli altri, il dragonico mostro in piedi davanti a lei allungò una mano scagliosa verso le ciocche di capelli sulla sua tempia, infilandoci dentro gli artigli per carezzarla in maniera quasi aggressiva, sembrava quasi volesse afferrarla con violenza ma tratteneva quel pensiero e quel desiderio, accompagnandola sulla sua verga. Si notava subito che non era un "vero"drago, ma piuttosto qualcosa di artificiale, creato con la magia. Le sue scaglie infatti non seguivano movimenti naturali, non si aprivano solo durante i movimenti più complessi ma sembravano quasi pulsare, attraversati da energia densa verde e luminescente nascosta sotto di esse. Sembrava quasi una sorta di armatura fatta di scaglie di drago che non una vera mutazione, fusa alla carne del non morto al punto da corromperla. L'esempio più lampante era proprio la sua verga, che in quell'istante si crogiolava sulla lingua e tra le labbra di Nefertiti, reagendo alla sua vogliosa dichiarazione perversa come se volesse ricambiare. La saliva della giovane apprendista si mescolò ben presto ai fluidi maschili che fuoriuscivano da quella carne, che trasudava magia non solo dall'uretra ma anche dalle scaglie più morbide che circondavano la cappella. La lingua e le labbra di Nefertiti divennero verdi come se avesse mangiato una di quelle caramelle dal gusto forte, abbastanza da macchiare anche la carne di chi le assapora, e si sarebbe lasciata inebriare da quel sapore intenso che sapeva di magia. Thresh non poteva godere del potere magico di Umbra, né sapeva come imbrigliarlo, non ne era capace, ma quando Cia aveva trasformato il suo corpo per goderne assieme quella forza era stata sua per un breve momento, e anche se non poteva controllarla Nefertiti ne poteva godere ampiamente. Forse non avrebbe mai trovato un cazzo più gustoso da assaporare con la bocca di quello. Salvo trovare un vero drago, ovviamente... quel tipo di magia neanche il labirinto può imitarla. Per quanto fosse piacevole quella situazione, il dragonico Thresh non cedette mai alla tentazione di spingersi più del necessario e violarle la gola in un solo colpo: con quelle dimensioni sarebbe stato doloroso e complesso, ma la voglia era facile da leggere nei suoi occhi affilati e mostruosi. Avrebbe lasciato che fosse Nefertiti a farsi avanti, senza fretta, conscio che anche a lei ben presto non sarebbe più bastato. Dopotutto, come poteva? La verga del suo maestro era vigorosa e possente, spingeva dentro di lei con grande entusiasmo ad ogni stretta che Nefertiti le concedeva, ma quando c'erano gli sguardi di così tanti Thresh vogliosi su di lei, uno solo bastava davvero?
    Anche il Thresh "vivo" aveva qualcosa di insolito, dopotutto l'avevano "risvegliato" proprio le streghe più anziane ed esperte con cui aveva giaciuto il non morto, ma in quel caso la magia di Umbra non lo aveva contaminato come quando era successo con Cia, bensì lo aveva riportato ad uno stato precedente alla non morte, seppur per poco tempo. Un evento che lo aveva senz'altro riempito di potere magico, ma che non aveva superato il suo. Infatti, Nefertiti poteva sentire un calore diverso provenire da quelle mani, era un pò come se il potere della lanterna di Thresh fosse più forte in quel corpo, vigoroso e tonico, a differenza di quello "normale" da zombie. Thresh era possente anche nel suo stato "deperito", vero, ma evidentemente il suo reale fisico poteva essere ancora più vigoroso, e quella copia ne era la dimostrazione. Quindi Thresh era ancora più potente da vivo? La non morte era un limite per lui? Assurdo da pensarci. Di sicuro però era un bene che quella versione del professore avesse deciso di dedicarsi proprio al suo seno, perché altrimenti non avrebbe potuto godersi il suo "respiro". Già, forse normalmente Nefertiti non ci aveva mai fatto caso, ma il suo professore non le sospirava addosso perché gli fiato gli era stato mozzato. Quello che sentiva era una sorta di "flusso magico" che Thresh scaricava naturalmente per l'eccitazione. Caldo, inebriante, assuefacente, ma comunque artificiale per certi versi. Quello che carezzava adesso la sua pelle bruna e i suoi capezzoli tesi, reso ancora più intenso dalla saliva lasciata a suon di avide lappate, era un respiro vero, vivo, caldo, impaziente. Esprimeva davvero passione, molto più di quanto le dita stessero stringendo le sue carni. Con estrema perizia, il corpo vivo di Thresh sciolse la stretta dei piercing in modo da liberare i capezzoli di Nefertiti, ma dando prova di essere estremamente potente in quel momento, gli indici di quell'amante si infilarono dentro i capezzoli stessi di Nefertiti, penetrandoli come se fossero altri caldi pertugi con cui stimolarla. Venne naturale proprio come se quei buchi ci fossero sempre stati, e forse era colpa della magia perversa del professore, uno dei tanti motivi per cui le aveva fatto un simile dono. Un pervertito inguaribile. La stimolazione divenne più intensa e intima, di sicuro Nefertiti non era pronta a provarla ma sarebbe stato esattamente come avere altre due fiche bollenti e impazienti che venivano stuzzicate e stimolate come mai prima di allora.

    Non sono io a controllarli... e non sei neanche tu. Rispondono al tuo desiderio... e più cresce, più ne vogliono. Sei davvero ingorda Nefertiti... mi rendi estremamente orgoglioso...
    Thresh articolò quella frase negli spasmi più totali, era preso dal piacere a sua volta come se stesse provando quello che assaporavano i suoi corpi assieme a loro. La voce spezzata del professore risuonò anche attraverso il suo corpo spirituale, che lampeggiava come se stesse mandando lo stesso messaggio direttamente all'anima di Nefertiti. Se le orecchie della ragazza fossero state troppo distratte per cogliere quel messaggio, quel corpo lo avrebbe spedito direttamente dentro di lei, proprio come stava facendo con le sue attenzioni. Nefertiti poteva sentire le mani di quella creatura, così come le sue labbra e la sua lingua, non limitarsi semplicemente a stuzzicarla e palparla, ma penetravano dentro di lei come e fosse un liquido ectoplasmatico che si spalmava sulla sue membra e le toccava sempre più in profondità. Sembrava quasi che stesse cercando l'anima di Nefertiti per tirarla fuori, e nel tentativo la toccava sempre più intimamente, avvolgendo al verga del professore e rendendola più calda, più forte, più impaziente.
    Desideralo ancora... esprimi i tuoi desideri... dì che ne vuoi di più...
    Quella squadra di mostri perversi continuò a stuzzicarla a lungo prima di impartire quel nuovo suggerimento, il cui scopo era semplicemente dargliene ancora, farle desiderare ancora di più e sfogare assieme tutta quella perversione che avevano generato in un unica, singola stanza, fuori dal mondo, che esiste solo per loro due.
     
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