L'incubo del grano rosso

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  1. Hina-Poppezinga
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    Nefertiti non era ancora in grado, o forse era meglio dire che non aveva ancora la totale consapevolezza di poter usare il potere delle lanterne in modo diverso da quello dei cristalli. Dopotutto era passata da essere totalmente inerme, con l'unica facoltà di guarire velocemente in modo impressionante, a quello di poter combattere, di poter usare quei strani cristalli per difendere se e proteggere i suoi amici. Non ne era ancora poi così esperta nell'uso, lo stava imparando ad usare pian piano. Non immaginava minimamente che in quella stanza le cose potevano prendere vita, a partire dai suoi sentimenti. Era totalmente presa dal voler sentire Thresh su di sé, gli infilava la lingua in bocca passionale, poi succhiava quella sua avidamente, gli strizzava le mani contro il suo seno. Spingeva i fianchi contro di lui, spalmando le natiche contro i suoi fianchi, premendo le spalle contro i suoi pettorali. Non si rese nemmeno conto che le fiamme delle lanterne avevano avvolto il letto e li avevano circondati. Nefertiti era certa che riusciva a sentirsi in quel modo solo con lui, quando si univano nella carne crogiolandosi nei loro sentimenti. Ed era tutto così maledettamente irresistibile, delizioso, l'energia del non morto la inebriava, accendeva i suo circuiti energetici e magici, si sentiva potente, imbattibile. Si lasciò trascinare da quelle sensazioni, come se fosse stata catturata dalla corrente di un fiume potente, ma che la cullava la faceva stare così maledettamente bene. I suoi sensi tornarono più vigili quando si sentì afferrare da una mano esterna. Ad un primo impatto quasi sospirò poiché aveva voluto altre mani di Thresh su di lei, ma la ragione la portò a pensare che Thresh ne aveva solo due, e che entrambe erano su di lei. Così si staccò dal bacio di Thresh, con un espressione ubriaca di piacere e potere. Confusa guardò le mani che la afferravano, e non capì subito cosa stava succedendo, si allarmò per un momento quando sentì anche Thresh irrigidirsi e mettersi in guardia. Poco dopo però iniziò a capire, e lo capì anche Thresh che sorridendo le ricordò che avrebbe dovuto stare attenta a ciò che desiderava. Nefertiti battè le palpebre incredula, e anche un poco confusa dal fatto che era consapevole che i desideri non erano controllabili, o meglio potevi evitare di realizzarli, ma non potevi impedirti di sentirli.
    Che succede? Esclamò confusa, con la voce ansante per via del fatto che era ancora unita nella carne al suo professore. C'erano altri uomini, e scrutandoli meglio Nefertiti si accorse che erano identici a Thresh, o meglio sembravano altre versioni di lui, come se si fossero materializzati davanti a lei alcuni dei professori di mondi paralleli: uno in cui era una sorta di dragonico, uno spettrale ed uno che sembrava vivo. Li fissò per un momento incredula, aggrottando la fronte perplessa nello scoprire che da vivo, Thresh aveva avuto i capelli rosso ramati, e la pelle scura, più simile alla sua. Per un momento pensò che stesse avendo le allucinazioni, ma sentiva distintamente le loro mani su di sé. Riconobbe in loro lo stesso sguardo e lo stesso sorriso del suo amato professore, non c'era alcun dubbio quelli erano tutti Thresh, ed erano in 4 adesso su di lei. Sudò freddo: trovava complicato e difficile gestire il piacere che provava con uno solo, che sarebbe successo con tre versioni diverse in più? Lui sembrava entusiasta, lei invece iniziava a preoccuparsi. Le morirono le parole in gola, non sapeva che dire, da come aveva parlato Thresh sembrava quasi che fosse stata colpa sua, ed in parte si rendeva conto che non era una cosa detta così tanto per. Ricordava distintamente il desiderio di avere più Thresh per lei. Non pensava però che si sarebbe realizzato seriamente. Bloccata in quel limbo di pensieri confusi, Thresh la tirò su esponendola agli altri, facendola arrossire vistosamente.
    Aa..aah aspetta... Balbettò timorosa, ma le furono addosso in pochissimi secondi. La versione spettrale si dedicò subito alle parti più sensibili del suo corpo, massaggiandola e facendola tremare già da subito, le sembrava assurdo che uno spettro riuscisse a rendere il suo tocco più profondo e misterioso di un normalissimo tocco fisico. Che cos'era? La versione viva invece si accanì sui seni, facendola rabbrividire di altro piacere. Thresh poteva sentire distintamente le carni di Nefertiti stringersi in spasmi continui. Era sicura che non era un sogno, anche se per un momento aveva pensato che fosse svenuta durante il sesso e stesse sognando quella assurdità. No, riusciva a sentirli distintamente su di lei, e la cosa più strana era che percepiva che non erano estranei, tutti loro emanavano la stessa energia, la stessa presenza di Thresh. Ed erano lì tutti per lei. Lo capì dal fatto che la terza versione, quella dragonica le piazzò davanti alle labbra la sua enorme verga, senza forzarla, tentandola invece come se quello fosse un delizioso frutto esotico che doveva solo decidere di cogliere. A quel punto Nefertiti era troppo ubriaca di sensazioni per poter ragionare lucidamente. Si lasciò andare, tirò fuori la lingua e saggiò quella verga enorme, piazzò una mano sul pettorale della versione rossa, stringendolo quasi avesse voluto sincerarsi che fosse tutto vero. L'altra mano invece la portò sulla nuca del Thresh "originale" incoraggiandolo ad andare avanti. Mugugnava di piacere, e si lasciò andare immergendosi totalmente nell'estasi di quei corpi. Ad un certo punto non capì più chi stava toccando, o cosa stava leccando e baciando, se lo stava godendo, come la più laida delle pervertite. Non poteva farne a meno, tutto quel ben di dio era lì per lei, ed era un sacrilegio ignorarli.
     
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