L'incubo del grano rosso

x Doom

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  1. BOLSHAK VS DOOM
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    Dato che le loro forze erano completamente distratte, i poteri che alimentavano quelle oscure lanterne non potevano fare altro che osservare in silenzio quello sfogo di passione irrefrenabile e crescente, mentre i due amanti si consumavano inarrestabili e colmi di voglia, decisi ad andare avanti finché i loro corpi avrebbero resistito... e quei corpi potevano resistere per sempre. Nefertiti accolse il bacio di Thresh e per quanto fosse frustrante non esercitare ogni goccia del suo potere per farla godere, il non morto si beò di quanto intenso fosse quel momento nella usa semplicità, rendendosi conto che lei lo stava assecondando, invitandolo a scoparla più forte, a prenderla, a farla sua. Non avevano abbastanza corpi per potersi soddisfare in quella maniera, tanto erano potenti i loro sentimenti. Ma se da una parte si stavano godendo quell'istante senza interruzioni, dall'altra i loro poteri non potevano restarsene con le "mani in mano", o in questo caso con le lanterne in mano. Quegli oscuri strumenti avevano iniziato a volteggiare intorno a loro oramai da un pò, come se stessero dando inizio ad un perverso rituale in attesa di un comando da seguire. Thresh non aveva sentito il bisogno di usare uno dei suoi trucchi, ne aveva già messi a disposizione abbastanza, ma Nefertiti non era di certo esperta quanto lui a controllare un simile potere, quindi le lanterne seguirono l'istinto della ragazza, avvolgendo con le loro fiamme il letto per intero, circondando i due amanti e ascoltando l'unica preghiera che Nefertiti aveva espresso distintamente da quando aveva perso il controllo. L'influenza delle lanterne accese i poteri di entrambi, senza controllo: le mani avvolte intorno ai seni di Nefertiti si accesero di una densissima fiamma verde e le labbra di Thresh si fecero incandescenti, come se si stesse per trasformare. I brividi di piacere sul corpo di Nefertiti si cristallizzarono come un'onda di oscurità che convergeva verso il suo amante, prima semplicemente carezzandolo, poi unendosi a lui come se le fiamme verdi del non morto potessero sciogliere i cristalli della sua diletta per fonderli in una cosa soltanto. Fu un momento intenso per loro, anche se i loro corpi non giunsero all'estasi fu come se le loro energie avessero raggiunto l'orgasmo all'unisono in maniera esplosiva, stordendoli entrambi ma senza impedire loro di continuare cosa stavano facendo. Quando i sensi tornarono a funzionare in maniera chiara, Nefertiti si sentì afferrare da qualcosa che non la stava possedendo: una mano bollente, artigliata, che la prese per la spalla. Un'altra massiccia, vigorosa, ammantata da una forza spirituale diversa da quella di Thresh, "viva" e potente, la prese per la mano. Infine un tocco a dir poco spettrale, come se una fiamma verde densa avesse preso forma e corpo, consistente per quanto eterea, la prese per il mento costringendola ad alzare lo sguardo. E mentre quelle mani afferravano lei... al tempo stesso, quelle del professore afferravano loro, fissando con diffidenza lo spettacolo che si era manifestato.
    Oh, mia adorata... te lo avevo detto che dovevi stare attenta a cosa desideravi...
    Vicini e seduti sul letto, prossimi a chiudere le distanze con Nefertiti, c'erano altri tre Thresh che per aspetto e fattezze differivano molto dal professore, eppure risultavano così maledettamente riconoscibili che era impossibile confonderli. Uno non somigliava affatto ad un non morto, anzi era mostruoso: aveva il corpo coperto di scaglie nere, marchiate da simboli runici che sembravano quasi delle catene verde spento dipinte direttamente sul suo corpo. Nonostante il muso allungato, le fauci e le corna simili a dei lunghi capelli rivolti verso l'alto, lo sguardo era quello di Thresh e le punte di un paio di quelle corna somigliavano a dei ganci. Un altro di loro era identico in tutto e per tutto a Thresh, ma aveva un colorito del corpo naturale, una pelle leggermente abbronzata e i capelli più lunghi e vaporosi, di un rosso ramato e completamente liberi, privi di trecce o legacci. Sembrava una versione "viva" di Thresh, più tonica e con più pelo sul corpo a differenza del fisico glabro del non morto. L'ultimo corpo era totalmente spirituale, sembrava fatto di pura fiamma verde: i suoi tratti e le dimensioni del suo corpo erano distinte, ma portava addosso dei segni rossicci dal colore spento, come se delle mani avessero provato a tirarlo via, facendogli del male. Quando Thresh li "riconobbe," mise di tenerli. Istintivamente si era preoccupato di difendere Nefertiti, ma adesso che li riconosceva poteva capire perfettamente cos'era successo. Thresh era sempre stato estremamente sensibili alla magia, e la sua lanterna gli aveva permesso di lasciarsi influenzare da essa in molti modi. In particolare con le sue amanti, quel genere di influenza era capitato fin troppo spesso: rivedeva in quei corpi creati il potere di Cia, di Midna, di Desdemona, perfino di Sae e altre ancora. Evidentemente Nefertiti aveva poteri al di fuori della comprensione di Thresh ed era riuscita a dare forma ai suoi stessi desideri... un pò come se fosse gelosa di ciò che le altre avevano fatto con lui, e adesso (come promesso) erano solo sue, almeno per quella notte. Quei corpi non erano spenti né vuoti, anzi dal loro sguardo sembravano confusi e curiosi proprio come "l'originale", ma a giudicare dal sorriso malefico che si scambiarono tutti e tre assieme era evidente che nessuno sarebbe finito nel panico. A parte Nefertiti, probabilmente.
    Forse tutta la notte non ti basterà...
    Thresh la afferrò con forza, tirandola verso di sé, per poi sedersi con le gambe quasi conserte sul letto, mentre teneva le gambe di Nefertiti per l'articolazione delle ginocchia. Si trasformò nelal sua perversa poltrona di carne, senza permettere ad un singolo centimetro della sua verga di uscire da dentro di lei. Si assicurò, però, di tenere le gambe della ragazza quanto più spalancate possibile, in modo che tutti gli altri corpi potessero ammirare lo spettacolo che avevano creato. Da quella posizione, il gonfiore provocato dall'estrema penetrazione del sesso di Thresh dentro di lei era particolarmente visibile e pulsava sulla pelle bruna della ragazza. Non servirono inviti, perché i corpi dei nuovi Thresh si fiondarono immediatamente verso di lei. Lo spettro si mise alla sinistra della ragazza, carponi verso di lei, portando una di quelle mani spettrali all'altezza del suo sesso, e la bocca poco più su. Con le dita circondava la grossa amzza che la penetrava e le grandi labbra di lei, massaggiandole con impaziente perizia mentre torturava la clitoride, il tutto mentre teneva la bocca spalancata in prossimità del monte di venere, baciandola e leccandola, risalendo quel gonfiore dentro la sua carne fino a dedicarsi al suo ombelico, leccandolo come se stesse violando un nuovo pertugio. Il redivivo dai capelli rossi invece, si piantò all'altezza del suo petto, baciandole e tastandole il seno, tirandosi addosso a lei dal lato opposto a quello dello spirito come se volesse offrirle il suo corpo, massiccio e vigoroso come mai era stato quello di Thresh prima di allora. Massaggiava energicamente i suoi seni concentrando le dita sui capezzoli per torturarli, sembrava quasi che stesse cercando un modo per staccarle i piercing, ma non lo faceva per rendere tutto più interessante. Baciava e leccava la sua pelle, passando dai seni alla gola, facendole sentire tutta la sua impaziente passione, voglioso di averne di più. Il drago invece fu quello più spavaldo e impavido di tutti: non si chiese cosa poteva dare alla ragazza, ma cosa poteva prendersi. Nefertiti se lo ritrovò in piedi, di fianco a lei, con quella grossa mazza stesa in orizzontale davanti agli occhi, perfino più mostruosa di quanto la ricordasse. Nera, priva di quella delicata carne pallida che aveva imparato a conoscere. Sembrava un'arma a giudicare dalle scaglie nere che portava, ma quando pulsava intravedeva al suo interno dei flussi di energia verde, sembrava quasi un vulcano spettrale. Era una verga rovente che le sfiorava le labbra, impaziente di darle un assaggio. La invitava e la tentava a prenderlo in bocca, ma non la manipolò in nessun modo se non carezzandole la testa con quella mano scagliosa, coccolandola e sfregandola su di sé in maniera erotica e oscena. Dopotutto... quello era il suo desiderio. TUtti quei maestri erano lì solo per lei.
     
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