L'incubo del grano rosso

x Doom

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  1. BOLSHAK VS DOOM
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    Difficile capire cosa fosse meglio in quel momento, se i suoni osceni provocati dai loro sessi, se il piacere scatenato dal loro comune orgasmo, se i versi strozzati di Nefertiti tra le labbra del suo professore. In realtà non c'era una risposta giusta, anche solo parlare di quei perversi sentimenti che li animavano non aveva senso perché faceva tutto parte di quella blasfema ricetta a base di egoismo, perversione e provocazioni che avevano realizzato gettandosi in un mare di pura lussuria. Solo loro due, proprio come voleva lei. E Thresh sentì il dovere di assecondarla i questo, anche più di quanto normalmente non le desse corda. vennero assieme, mentre si baciavano, lo fecero semplicemente masturbandosi e di sicuro per Nefertiti quella sarebbe stata una grande vittoria, una conquista unica tanto quanto la richiesta di passare la notte con lui, vista la fama e la resistenza che Thresh aveva maturato col tempo, diventando un amante insaziabile. Non che questo lo avesse appagato, ovviamente, ma comunque un risultato notevole. Assaporò il momento assieme a lei, baciandola avidamente mentre assecondando quei movimenti la carezzava sulle cosce e suoi fianchi. Le mani tremavano come se fossero impazienti di afferrarla e possederla violentemente, un desiderio trattenuto appena. Quando finalmente l'orgasmo si esaurì, le loro bocche si separarono e una lunga riga di saliva densissima vibrò nel vento scossa dai loro gemiti eccitati. Thresh, nonostante fosse venuto solo un momento prima e così abbondantemente, non diede neanche un cenno di essere stanco o sazio, tanto che la sua verga riprese a pulsare sulla carne della sua diletta. Non le rispose stavolta, non sentì il bisogno di provocarla ancora, era più che soddisfatto da quella risposta e voleva farglielo capire. Così senza darle il tempo di far circolare ossigeno al cervello, prese l'iniziativa. La tirò a sé in modo da poterla manipolare, il corpo possente del non morto stava esercitando tutta la sua forza, non si controllava minimamente e Nefertiti poté sentirsi fragile e minuta sotto la spinta di quelle mani. Si ritrovò sdraiata sul letto, pancia in sotto, con la schiena rivolta verso il petto di Thresh che aveva sostanzialmente ribaltato la situazione. Il non morto piantò la sua verga tra le morbide natiche di Nefertiti, riprendendo l'oscena danza di poco prima facendo in modo che stavolta fossero i suoi grossi e turgidissimi testicoli ad abbattersi sull'intimità della ragazza, non più semplicemente la sua asta di carne. Mentre se ne stava sopra di lei, non cercò distanze: lo spazio tra i loro corpi restò infimo mentre con un abile movimento della mano usava la catena attaccata al suo collare per legare la gola di Nefertiti, stavolta nessuna stretta da perverso gioco di soffocamento, solo un modo per costringere entrambi a stare quanto più vicini possibile. Da quella posizione sembrava pronto a scoparla da dietro in qualsiasi momento, ed aveva tutta l'intenzione di farlo, non prima però di aver giocato ancora un pò alle provocazioni, mentre con entusiasmo usava una di quelle grosse mani per raccogliere tutta al carne del seno sinistro di Nefertiti, massaggiandola e torturandole il capezzolo con forza, torcendo il piercing così che qualche stilla di sangue le scivolasse sulla pelle bruna.
    Allora ti tratterò come se fossi solo tuo... ti darò ogni cosa che mi chiederai... e ti sfiderò ogni volta che vorrò, consapevole che saprai superare ogni mia aspettativa...
    L'altra mano, nel mentre, afferrò la base del suo turgido affare, talmente grosso e duro in quel momento che sembrava quasi stesse torturando Nefertiti con una vera e propria arma sulla sua pelle, che scivolava dalla base della schiena al centro delle natiche, per poi infrangersi tra le grandi labbra e il buchino posteriore oramai completamente inzuppati di seme e umori. Le labbra perverse e vogliose del non morto si avvicinarono di nuovo alle orecchie di Nefertiti, tornando a pronunciare quelle parole con un tono profondo e malefico.
    Vuoi sentirtelo dire? Vuoi che pronunci quelle parole per te? Vuoi fremere come una delle poche... no anzi, come la prima dopo tanto tempo che mi fa pronunciare qualcosa di così vero per me...?
    La provocava, domandandole se volesse sentirsi dire "ti amo" in maniera vera e sincera, mentre quel cazzo impaziente grondava di umori maschili, reduce da un orgasmo abbondante e ancora carico di seme, dedito ad una lussuriosa conta per decidere quale pertugio conquistare per primo, magari aspettandosi proprio che fosse lei a prendersi quello che aveva tanto disperatamente chiesto al suo maestro.
     
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