L'incubo del grano rosso

x Doom

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    Se non fosse stato per la sua ingenuità e l'inesperienza, Nefertiti sarebbe stata capace di rispondere colpo su colpo, stoccata dopo stoccata a tutte le affilate nefandezze e parole di Thresh, dandogli esattamente quel perverso confronto che Thresh cercava con i suoi studenti, ma risultava fin troppo facile metterla all'angolo non solo con il corpo ma anche con la mente. La sua dolce Nefertiti aveva ancora molto da imparare ma adorava vederla crescere in quel senso. D'altro canto però, quei momenti di imbarazzo che uscivano fuori quando la corazza di malizia e prepotenza veniva incrinata, erano preziosi quanto il più dolce degli orgasmi di Nefertiti, e altrettanto piacevoli. Sentì il suo corpo contorcersi mentre le carni femminili si indurivano, pulsando, forse impazienti di provare piacere, forse vogliosi di zittirlo una volta per tutte. In un certo senso ci riuscì, perché la risatina del non morto si ammorbidì in un gemito di piacere decisamente profondo e incontrollato mentre sentiva la clitoride della sua diletta pungerlo con tanto insistentemente. Gli disse di mettere fine a quel discorso, ma con che coraggio poteva rinunciare a quell'espressione arrossita? Dopotutto, sulla sua pelle d'ebano, quel rossore era ancora più bello.
    Oh, e perché mai? Ti senti in colpa? Non dovresti... non è una gara mia cara, non sto di certo cercando di portarti via da lui... o forse senti di averlo tradito? Unirci nella carne è normale quanto banchettare insieme per noi lanterne, non sarai mica ancora legata a concetti così vetusti? No... ovvio che no...
    Usò un tono di voce molto basso, e parlò lentamente, scandendo ogni singola sillaba in modo che l'attenzione di Nefertiti fosse tutta per lui. Adorava giocare in quel modo e anche se non stavano scopando direttamente, quella stimolazione era meravigliosa. Voleva continuare a masturbarsi con lei, condividere quel momento senza spingersi oltre, magari anche venire assieme, non tanto perché i loro corpi si erano uniti, ma perché stavano scambiando tra di loro qualcosa di molto più profondo, intimo e osceno. Nefertiti poteva sentire quella verga pulsare distintamente ogni volta che si sfregavano più forte, come quando il professore si avvicinava ad un orgasmo. Glielo stava praticamente chiedendo, per questo se fosse stato necessario aumentare il ritmo per raggiungere quell'obbiettivo, Thresh l'avrebbe assecondata immediatamente, aggiungendo ai movimenti anche lunghi sospiri di eccitata passione.
    Ti senti in colpa per quello che mi hai chiesto... perché hai deciso di passare la notte con me, e non con lui. Non è così? Fino ad ora erano state solo sveltine, sentimenti confusi per il tuo maestro, magari una valvola di sfogo con l'uomo che ti ha aiutata... ma questo. Questo non è niente del genere. Questa è stata una richiesta egoista, puramente tua, solo per te... e hai deciso di avermi solo per te, per una notte intera. Qualcosa che non hai mai chiesto a nessuno... e che non avresti chiesto a nessuno che non fossi io. E te ne rendi conto solo ora... sei deliziosa.
    Mentre si masturbava assieme a lei, Nefertiti lo vide chiaramente leccarsi le labbra, ma non lo fece in maniera rapida e vistosa come quando cercava di inquietare e spaventare gli altri. Fu un gesto quasi spontaneo, naturale, probabilmente lui stesso neanche se ne rese conto. Era abbagliato dal desiderio possessivo di Nefertiti e se ne sentì avido da morire. Nei suoi occhi si poteva leggere distintamente la voglia di sentirne ancora, di evocare altri desideri e pensieri egoisti dentro di lei, ma doveva trattenersi perché... anche lui aveva dei limiti, da un certo punto di vista. Si avvicinò rapidamente, ma non di scatto, al suo volto. Sembrava volesse darle un bacio ma in realtà si avvicinò al suo orecchio, parlando così piano che somigliò più ad un fischio che ad una frase. No... forse non era un fischio. Forse è il suono che il metallo affilato fa quando lacera la carne. Un suono terrificante e doloroso, ma maledettamente eccitante. Nessuno poteva sentirli in quel posto, ma Thresh lo sussurrò comunque perché doveva appartenere unicamente a loro. Neanche le pareti dovevano sentirlo.
    Non avere paura... sarà il nostro segreto.
    A quel punto aprì la bocca, lentamente, allungando la lingua verso di lei. Voleva un bacio, e che fosse il più osceno e passionale possibile, perché doveva portarli entrambi al loro segreto e oscuro orgasmo. Thresh non avrebbe eseguito moine o trucchi mostruosi, niente di speciale, si sarebbe semplicemente sfregato con lei fino alla fine, fino a che non avrebbero raggiunto assieme l'apice, schizzando quel densissimo seme bollente sul ventre della sua diletta, come la saliva che resta tra le labbra di due amanti al termine di un bacio goloso. Un orgasmo tiepido, tutt'altro che esagerato, ma puro, possente, accompagnato ad ogni spinta da un respiro più intenso dell'altro.
     
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