L'incubo del grano rosso

x Doom

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    La risposta di Nefertiti divertì il non morto, e in senso molto positivo dato che riuscì a distrarlo dal sapore delle sue labbra, strappandogli una risatina compiaciuta proprio mentre si stava gustando il sapore della saliva della sua allieva con tanto diletto, leccandosi avidamente la bocca con gesti lentissimi di quella lungo muscolo pallido. Le replicò come al solito col suo fare ispirato e deciso, ma stavolta non utilizzò quel tono da paternale che spesso serbava per i suoi studenti. Non le stava facendo una lezioncina, piuttosto voleva condividere con lei la sua filosofia.
    Perché, pensi che a me piaccia giocare alla sonda aliena con i tuoi cristalli curiosi? No... a me piacciono le ragazze, mi piacciono i corpi morbidi che si sciolgono sotto il mio tocco, mi piace sentire le vostre viscere intorno al mio cazzo che non riuscite più a trattenerlo neanche serrando ogni muscolo dello stomaco... mi piace vedere il volto contorto dal piacere, perso nella passione, nella lussuria... ma non è così che funziona una sfida mia cara.
    Forse Nefertiti lo aveva sempre visto come un pazzo maniaco che non disdegnava nulla, che non gli faceva schifo niente e che avrebbe assaporato ogni genere di pratica con entusiasmo perché banalmente qualcosa nel suo cervello si era rotta o non funzionava più, ma questa era una semplificazione a dir poco sconcertante e tutt'altro che la verità. Thresh non abusava degli uomini per una latente pansessualità, non apriva le pance delle persone perché aveva un fetish morboso nei confronti delle interiora e delle fasce di muscoli usate come preservativi, non ingravidava le donne per puro piacere nel vederle con il pancione saturo tutto per merito di chissà quale virilità tossica e imperativa. No, la sua mentalità non era niente di così semplice. Si trattava del suo personalissimo modo di combattere gli altri, un confronto faccia a faccia senza esclusione di colpi, dove non era la mania e la follia a guidarlo ma la curiosità e l'incoscienza. Cose molto diverse, dal suo punto di vista.
    Se fosse solo una questione di ciò che voglio io, passerei il tempo a sfregarmi il cazzo tra le dita... ma noi siamo combattenti, non ci basta il monologo. Quello che vogliamo è un passo a due, a tre, un coro intero di contrapposizioni. Ciò che ci piace non è la mano stretta intorno al collo... ma la sensazione che ci dà lo sguardo della persona che abbiamo davanti mentre preme con forza. Non è perché vuoi sentirti umiliata che ti fai strozzare da me... è perché vuoi testare i tuoi limiti, vuoi vedere nella mia faccia la scintilla possessiva di chi ci gode a tenerti in quello stato... e vuoi che la tua rivincita abbia un sapore dolcissimo, che non avrebbe senso senza quel segno delle dita intorno alla gola.
    Mentre condivideva con lei quei pensieri, non solo la sua verga pulsava e si sfregava contro quelle carni più forte, segno che anche lui si stava godendo quel contatto anche senza penetrazione, come se stessero condividendo una masturbazione nello stesso momento, senza bisogno di esagerare o spingersi oltre, godendosi l'intimità in maniera perversa. Inoltre, i suoi occhi brillavano di un bagliore tetro unico, che Nefertiti non aveva mai visto prima. Evidentemente per lui non era possibile aprirsi in quel modo con tutti, anzi sicuramente Nefertiti era una delle pochissime persone che lo aveva sentito mentre condivideva in quel modo i suoi pensieri, la sua filosofia, e non lo faceva per giustificarsi né per impartire una banalissima lezione. Era come se le stesse donando una parte di sé, e sperava che Nefertiti ne avrebbe fatto tesoro, comprendendo meglio cosa significava per Thresh essere una potente Lanterna. Per evitare che il discorso diventasse troppo serio o filosofico, però, Thresh tornò a fissarla con un ghignetto malefico sul volto, e con fare dispettoso mosse il bacino in modo che la sua cappella si incastrasse tra le natiche di Nefertiti, come se dovesse penetrarla all'improvviso e senza la giusta preparazione, ma facendola scivolare via di scatto senza darle soddisfazione. Voleva provocarla. Dopotutto dovevano passare la notte assieme, e non significava che dovevano farlo solo scopando... o almeno, non nel senso stretto del termine. Adorava giocare con lei.
    Ma secondo me sai benissimo di cosa sto parlando... ti piace trasformare i ragazzi nelle tue troiette, non è così? Scommetto che non vedi l'ora di scoparti il culo di Artù come hai fatto con me... dici che non sei una pervertita, ma sono sicuro che inizieresti a sbavare nel vedere Artù che ti danza addosso supplicandogli di dargliene ancora, con quel petto muscoloso all'infuori e i capezzoli dritti come spilli, eccitati perché la sua padrona lo sta facendo godere come un pulcino...
    Scandì le parole molto lentamente, con voce profonda, assicurandosi che ogni singola sillaba riuscisse ad evocare quelle immagini oscene nella mente di Nefertiti. C'era comunque sangue di Umbra nelle sue vene, e anche se Nefertiti non lo aveva conosciuto a fondo Thresh sapeva che se lo stuzzicava allora qualcosa di perverso poteva uscire eccome.
     
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