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La giornata non era iniziata nei migliori dei modi, non per Gabriel almeno. Aveva già appurato di avere qualche sorta di maledizione addosso, che andava a provocare qualche brutta situazione. Spesso però lo chiamava semplicemente “sfiga colossale”. Ovviamente tale sfortuna è cominciata con una colazione non soddisfacente- siccome era arrivata in ritardo alla bancarella che dava le sue crepes preferite- e come se non bastasse- ebbe la grandissima sfiga di dover comprimere in 40 minuti l’allenamento che aveva quasi saltato con Gin. Non ne era esausta- fortunatamente ci erano andati leggeri visto che era mattina- ma sapeva che la lezione seguente- nei giorni seguenti- sarebbe stata massacrante. Per questo arrivò in ritardo alla spiegazione della lezione, e per questo adesso era estremamente confusa- anche perché dal dietro non riusciva esattamente a vedere che diamine succedeva nella classe, vista la sua misera altezza. Cercando di apparire il più calma possibile- e come se non fosse arrivata giusto nel momento in cui la professoressa parlava, chiedendo cosa fosse successo- Gabriel si sarebbe asciugata la guancia velocemente- ascoltando il leggero vociare. “Piccoletta con le braccia incrociate” era il nomignolo che stava venendo detto in giro- solo che, come di consueto, non si era minimamente informata su chi potesse essere. Tentò di allungare il collo per vedere oltre le spalle dei suoi compagni- ma come riusciva la professoressa ad avere un collo così lungo? Aveva qualche affiliazione ai rettiloidi? Oppure era solo il suo corpo così- si stava distraendo! Forse anche in modo involontario- Gabriel andava a spiccare tra la massa. I colori autunnali, i capelli brillanti di un colore biondo- la facevano spiccare come una lampadina in mezzo a una stanza buia. Indossava dei pantaloni lunghi- tipici di una tuta d’allenamento molto stretta- ma sopra d’essa erano stati messi dei pantaloni di lino dal colore rosso scuro- Mentre attorno torso, una maglia abbastanza larga che nascondeva le sue forme dal colore nerastro- e sopra di esso un haori dal colore grigiastro che sfumava verso l'arancione verso le maniche, indossato però per metà- con la manica e il lato sinistro che cadeva in modo casuale lungo la sua figura. Una fascia intorno ai fianchi sempre dal colore rossastro scuro. Intorno agli occhi- un trucco leggero dal colore rossastro- mentre attorno le orecchie erano presenti diversi piercing di diverso tipo, così come la sua spada era ben fissa intorno la vita. Probabilmente a un primo sguardo sarebbe pure potuta passare per uomo- visto come la maglia e l’haori non andavano minimamente a dare giustizia al suo corpo- ma non era mai stata così tanto famosa per la sua capacità del vestire. Anzi- si stava facendo una certa nomea per via dei suoi allenamenti con Gin, le sue uscite con Rengoku - con cui era amica, per giunta! Che cosa assurda- e per non parlare di tutte le cazzate che faceva e che la portavano in infermeria. Fatto sta che quando fece per infilarsi meglio nel gruppo- si infilò quasi come un ratto- o un serpente? per come sinuosamente si muoveva tra i vari corpi- fino ad arrivare quasi in prima fila- e osservare. I suoi occhi andavano quasi a penetrare ogni singolo punto della stanza- per poi concentrarsi su di Kaguya. “Beh- se mi permette di dire- non ha torto. Alla fine non è che siano messi così gravemente- alla fine se la sono cercati loro nel fare una cosa simile- ma piuttosto- uuuh… Professoressa, sono arrivata in ritardo e ho mancato completamente la sua spiegazione iniziale- però se dobbiamo fare una lezione di gruppo come possiamo farla quando ci sta una disparità numerica così grande tra due classi?” Forse non avrebbe dovuto parlare- far finta di essere sorpresa o rimanere con la bocca aperta come tutti- ma in verità non le interessava granché- anzi, se la lezione saltava era ancora meglio! Alla fine era capitato anche a lei di essere molestata- e quindi poteva comprendere le azioni di Kaguya. Anzi, forse ci era andata anche un po’ troppo leggera. Se la lezione saltava, magari poteva parlarle? Fatto sta- che come suo solito- non riusciva a tenere la bocca chiusa e una volta aperta finiva per parlare come una macchinetta del caffé. In ogni caso, con la mano sinistra alzata come ad aspettare di venir scelta per parlare- e parlando nel mentre- forse dava un po’ troppo nell’occhio. Eppure nonostante ciò il suo sguardo in verità era più attirato dalla figura di Kaguya- che sopra le carcasse di coloro che hanno tentato di rubare un tesoro sono finiti per perire miseramente- sembrava aspettarli. Perché la cosa andava a provocarle un certo entusiasmo? Forse, in verità, solo la presenza di Gabriel poteva portare caos all'interno di una lezione. E al momento, nella scuola, solo un professore era riuscito a contenerla abbastanza a lungo per permettere delle lezioni normali. Almeno, in quelle di pratica.
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