Cicatrici

x Hina & Amy

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  1. Amaterasu Sakuya
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Aveva sempre pensato che portare in gloria la sua squadra, con passo trionfante, lasciandosi alle spalle un campo di battaglia vinto, sarebbe stato epico e appagante. Mentre si stringeva a Nariko tra le lenzuola di quel letto però, Syndra non sentiva proprio nulla di gratificante. Era stato... traumatico: tutto ciò che avevano visto, sentito, provato, si era aggrappato alla sua pelle, alla sua mente, invadendola come un virus, come una malattia. Non stava male fisicamente, non stava peggio psicologicamente, ma sapeva di aver lasciato qualcosa dentro il Labirinto. Una parte di lei. Nariko e Syndra avevano combattuto bene, si erano fatte valere, avevano salvato tutti e avevano sconfitto quel dannato Aluber impartendogli una lezione severa. Allora perché quella sensazione addosso? Non capì, era troppo stanca per farlo, decise di riposare e rimandare tutto ad un altro momento. Forse si sarebbe ripresentato in un futuro lontano. Quanto si sbagliava. Appena la porta iniziò ad aprirsi, si rese conto che Nariko era sveglia. Non si mosse però, perché sentì l'odore di Iceringer. La sua energia era tenue ma non si era spenta, e con essa anche il cuore della sua maestra aveva ripreso a battere. Syndra sapeva di non essere estranea, non era la terza incomoda, loro tre si amavano ma Nariko e Iceringer avevano un rapporto diverso, particolare. Complicato. Non le interessava di capire, non le serviva farlo, sapeva per certo che doveva lasciare che si parlassero... perché anche loro avevano perso qualcosa. Finse di dormire dunque, aguzzando però i sensi e le orecchie così da capire cosa stava per succedere. Iceringer era... diverso. Dannatamente diverso. Non fisicamente, ma piuttosto nella morale. Sembrava avesse perso ogni cosa e, anche se non aveva smarrito la voglia di combattere, di sicuro non poteva più farlo allo stesso modo. Forse si sentiva colpevole perché le aveva attaccate mentre era fuori di sé, forse sentiva il peso del fallimento per non essere stato in grado di salvare Endymion, oppure il fardello più gravoso era la consapevolezza di aver quasi perso le persone a cui teneva per una missione semplicemente impossibile. Quel ragazzo era un vero idiota certe volte... un amabile e irresistibile idiota. Syndra capiva perfettamente come avesse fatto Nariko ad innamorarsi di lui, e in quel momento sapeva che la sua maestra non vedeva l'ora di riconciliarsi a lui. Eppure esitava. Cosa? Perché stava esitando?! Perché anche lei, ferma davanti alla persona che amava, non riusciva a dire niente? Sensi di colpa, paura, dolore... tutte quelle sensazioni. Aluber non era riuscito neanche a scalfirla con tutte le sue risorse, eppure la figura immobile di Ice davanti a lei la stava ferendo come nient'altro al mondo. Com'è fragile il cuore di una strega quando si apre finalmente a qualcuno... Syndra non la biasimava, anzi riusciva a capirla benissimo. Ciò che non riusciva a concepire era quanto quei due fossero bloccati!
    Oh e andiamo! E' tutto qui??? Sul serio???
    Sbottò, guizzando come una fontana appena accesa, saltando fuori dalle coperte quasi lanciandole in aria, alzandosi con il busto mentre le gambe rimanevano in una posizione conserte. A differenza della sua maestra, Syndra indossava una sorta di strano pigiama nero, lungo fino ai fianchi lasciati leggermente scoperti e mettendo in evidenza il suo intimo di pizzo nero, in netto contrasto con l'innocente cappuccio che simulava le fattezze di un drago nero con tanto di corna in peluche. Con le guance gonfie come se fosse pronta a fare i capricci, Syndra puntò l'indice destro verso i due, rimproverandoli stando però ben attenta a non scegliere le parole sbagliate.
    Abbiamo fatto delle cazzate, ok? Abbiamo sofferto... e tanto. Forse più di quanto qualcuno si meriterebbe in una vita sola. Ma siamo ancora qui! Siamo partiti con un ragazzino viziato con manie di grandezza e adesso abbiamo attraversato l'inferno andata e ritorno, e lo abbiamo fatto per stare assieme. Siamo tanto... tanto diversi. Crediamo in cose diverse... vogliamo cose diverse! Eppure siamo qui. Qualcosa dovrà significare, no?
    Man mano che il discorso si affievoliva, faceva lo stesso la voce di Syndra, che da furiosa e sprezzate diventava più mogia e triste, come se stesse per piangere. Tirò su col naso, passandosi una manica di drago morbidosa sugli occhi, per poi fare un ultima, egoistica richiesta.
    Quindi... dai, vi prego, ditevi tutto quello che dovete dirvi. Che può succedere di peggio di quello che abbiamo affrontato?
    Una spassionata richiesta, ma al tempo stesso anche una disperata richiesta di amore. Syndra era pazza di quei due e di ciò che rappresentavano non solo per lei, ma per loro stessi. Finché non si chiarivano, finché non trasformavano quella sofferenza in amore, non si sarebbero mai liberati. E con loro, neanche lei.
     
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