Cicatrici

x Hina & Amy

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    Dicono che i sogni siano un modo per il cervello di mettere ordine a tutte le informazioni della giornata e prepararsi a quella che viene. Altri dicono che sono un modo per mettersi in contatto con qualcuno, o qualcosa, cercare di vedere oltre la propria percezione e ottenere domande, o quantomeno risposte. Quando Iceringer aprì gli occhi, però, si rese conto che quelle che sentiva non erano voci provenienti dai suoi sogni, bensì grida che rimbombavano nella sua testa da prima, che dormisse, e da prima che si risvegliasse. Voci che non lo avevano mai abbandonato, e che echeggiavano nella sua testa anche adesso che era sveglio. Non si svegliò di scatto, aprì gli occhi gradualmente e sempre lentamente sollevò il busto, non senza difficoltà adesso che aveva un braccio solo. Una volta piegato su sé stesso si portò la mano buona sulla faccia, passandosela prima sugli occhi e poi sui capelli stropicciati, che puzzavano ancora di cenere quando li agitava troppo. L'odore di cenere di Aestus Estus era difficile da dimenticare, e risultava strano a quel punto non averla più con sé. Da un certo punto di vista si sentiva quasi sollevato all'idea di non avere più un potere con cui farsi carico del perso del mondo, ma dall'altra... si sentiva così inutile. Scese dal letto e andò subito verso la piccola cucina che costeggiava le stanze dell'infermeria. Quella non era di certo la prima volta che Traesto lo soccorreva, conosceva benissimo quel posto. Fu il primo a svegliarsi e per fingere di avere qualcosa da fare, riempì una tazza di latte infilandola nel forno e scaldarla, mentre sceglieva con cura i biscotti da usare. Le gocciole lo tentavano tantissimo ma quelle erano una colazione per vincenti, e lui di certo non lo sembrava. Ma punirsi con i galletti era decisamente crudele anche per un perdente come lui, quindi optò per quello di cui aveva bisogno: abbracci, metà vaniglia e metà cioccolato. Quando si sedette sul tavolino per fare colazione, Traesto era seduto davanti a lui con le mani unite e un sorriso entusiasta sul volto, un'espressione comprensiva che non voleva di certo fingere che fosse andato tutto secondo i piani. Iceringer non fu sorpreso ma non nascose a sua volta un sorriso di beatitudine che lo portò a sospirare, anche in quel caso sentì di essersi tolto un pesante fardello dallo stomaco.
    Dormono ancora tutti?
    Sì, ma stanno bene. Direi che stavolta i cattivi hanno deciso molto male il contro chi mettersi. Non vedevo una missione così disperata riuscire così bene da un bel pezzo.
    Iceringer si ritrovò ad annuire soddisfatto mentre inzuppava i biscotti nel latte, quella non era la prima volta che delle entità pericolose si mettevano contro Nariko e Syndra e le prendevano di santa ragione. Lui era stato senza dubbio benedetto da qualche dea della fortuna per essere riuscito a farle innamorare di sé.
    Non sentiremo parlare di Aluber per un bel pò, ne sono certo. Puoi stare tranquillo.
    Non so se posso permettermi di stare tranquillo... direi che sto peggiorando. Avrei dovuto salvare Endymion e invece sono stato io quello da salvare. Ho anche subito danni permanenti e ho perso Aestus Estus. Avevo capito che fare il supereroe non era come nei fumetti ma... cavolo non credevo di essere una frana su tutta la linea.
    Il sorriso di Traesto si fece amareggiato, e mentre quel biscotto inzuppato un pò più del necessario ricadeva nella tazza schizzando latte ovunque, non poté fare a meno che provare apprensione verso quel ragazzo che sospirava disperato. Iceringer aveva rinunciato quasi a tutto per inseguire il suo obbiettivo, per aiutare il prossimo, e anche dopo che aveva scoperto l'amore per poco non aveva perso tutto per non tradire le sue stesse aspettative. Era un ragazzo molto più complicato di quanto si potesse immaginare, e forse per una volta era davvero lui quello che aveva bisogno di aiuto.
    Perché non vai a svegliare tu Nariko e Syndra? Sono sicuro che nulla le farebbe stare meglio.
    Il ragazzo non scosse il capo, né fece sussulti per far capire che non voleva. Anzi, era disperato all'idea di potersi gettare di nuovo tra le loro braccia e dimenticare ogni problema, ma quel fardello che si illudeva di poter scaricare a forza di sbuffi e biscotti inzuppati al latte non lo abbandonava facilmente.
    E con che coraggio? Avevo promesso di salvare Endymion e invece sono finito per diventare io quello da salvare. Se non fossi stato così impulsivo e testardo non le avrei costrette a finire tra le grinfie di Aluber, e forse non ci sarei finito nemmeno io. Bella storia, eh? Per poco non le ho perse perché dovevo fare a tutti i costi il supereroe, e invece non sono neanche capace a farlo come si deve. Non ho più neanche un potere... come faccio a tenere loro testa a letto ora? Guarda che sono esigenti quelle due...
    Lo disse per ironizzare e si sforzò di ridacchiare, ma quella risatina isterica sapeva di amarezza e il lucido nei suoi occhi rischiava seriamente di tradirlo. Traesto alzò il capo, lasciandosi accecare dal riflesso delle luci che stavano sopra di loro, meditando fin troppo a lungo su quello che doveva dire. Iceringer portava delle cicatrici che andavano ben oltre il braccio o il potere perduto. Era ferito nell'orgoglio, e peggio ancora aveva subito un danno irrimediabile su ciò che considerava giusto, ciò che considerava la sua missione. Traesto sapeva che nulla di ciò che avrebbe detto sarebbe servito a qualcosa, ma doveva se non altro convincerlo a non restare da solo. Gli amici, e le persone che amava, sarebbero state la cura migliore.
    Le senti ancora, vero? Le voci.
    Iceringer si ammutolì, passandosi una mano sulla faccia per asciugare le lacrime e impedire che uscissero prima del tempo, annuendo col capo mentre gli occhi si arrossavano rivolti verso Traesto. L'inventore sospirò rumorosamente, per poi separare le mani ed iniziare a parlare con un tono più calmo.
    Ragazzo mio... ti sei convinto di avere il potere di salvare il mondo intero ma... nessuno ha a disposizione un simile dono. Questo perché il mondo intero non ha bisogno di essere salvato. Le persone sì. La tua missione non è mai stata risolvere ogni problema di questo tribolato universo... la tua missione era aiutare gli altri. Ma non perché ne avessero bisogno... perché capissero quanto è importante aiutare il prossimo. Questa è la vera essenza della tua regola: non uccidere, mai, nessuno, per nessuna ragione. Perché un cadavere non risolve il problema, lo sposta solo da un'altra parte, nel tempo e nello spazio, ma una persona che è stata salvata, una persona che ha visto il cambiamento... può diventare parte del cambiamento.
    Iceringer alzò lo sguardo verso di lui. Non illuminato, né risvegliato, ma abbattuto. Perché quelle non erano parole di Traesto, erano parole sue. Solo che col tempo le aveva dimenticate. Di fronte a quel volto, Traesto allargò un sorriso paterno, per fargli capire che non doveva essere duro con sé stesso, non è mica facile maturare e salvare il mondo al tempo stesso, ma non doveva più perdere di vista il suo vero obbiettivo.
    Anche un vecchiaccio come me può salvare un palazzo che sta per crollare... ma non tutti possono convincere un entità del Labirinto a diventare qualcuno che combatte per gli altri. Non è da tutti far innamorare una potente strega di sé e convincerla che non deve stare isolata a meditare su come distruggere tutto, ma a come poter tenere al sicuro la sua gente. Tua sorella poteva rimanere schiava dell'alcol, ma seguendo il tuo esempio ha deciso che c'era qualcosa per cui valeva la pena combattere, in un certo senso hai perfino convinto te stesso che una seconda possibilità andava colta senza pensarci. Le persone che salvi tu non tornano alla loro vita normale, prendono esempio e raccolgono il coraggio per fare la cosa giusta. E' successo anche con Sheba, e non è di certo la prima... né sarà l'ultima. E se ci pensi succede anche quando non ti impegni... con persone che non conosci. Hai idea di cosa significava mettere assieme una squadra del genere? Uno dei figli di satana che si scomoda per salvare il mondo... non è da poco ragazzo mio.
    Gli portò una mano sulla spalla, quella che doleva, ma non per dispetto. Voleva ricordargli che il suo potere non era l'anima di ciò che stava diventando, ma solo il motore che lo aveva ispirato. Doveva solo trovare la forza per reagire.
    Le voci che senti... sono un ringraziamento. L'eco di ciò che sei riuscito a fare. Aiuta gli altri, che aiuteranno gli altri. Non puoi salvare il mondo, ma puoi fargli vedere come si fa. E se devi dare il buon esempio, non puoi di certo rinunciare ai piccoli piaceri, no?
    Gli fece l'occhiolino, segno che Traesto capiva benissimo i timori di Iceringer. Ma forse le streghe lo avrebbero aiutato a trovare una risposta. A quel punto il ragazzo si alzò, annuendo col capo e asciugandosi il latte sulla bocca. Decise di seguire quel prezioso consiglio, e di non tirarsi indietro. Sentiva ancora di dovere delle scuse ai suoi amici, ma non avrebbe avuto paura di andare avanti. Non poteva fermarsi, non era da lui. Arrivò davanti alla porta di Nariko e Syndra e per un istante pensò di bussare. Si sentì stupido in quel momento. Diede una sistemata alla canotta bianca senza maniche che copriva il suo corpo quasi completamente fasciato, e anche in quel caso fu molto stupido perché quella seta bianca e i pantaloni larghissimi da ospedale non erano di certo dei pezzi da collezione che andavano sistemati per fare una bella impressione. Si concesse solo un lungo sospiro, poi aprì la porta con calma per non fare rumore e si fece avanti, chiudendosela alle spalle nella speranza di non svegliarle in maniera troppo brusca.
     
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