Invito

x Thrasir

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    La lettera arrivò in maniera piuttosto inusuale: era scritta a mano, posata lì sulla scrivania come se qualcuno l'avesse portata lì dentro di persona. Niente francobolli, niente firme, una vera dimostrazione di abilità dato che niente e nessuno aveva visto quella lettera arrivare. Il fatto che fosse scritta a mano poi, era anche più interessante, come se qualcuno volesse mettere alla prova la capacità di Aura di valutare qualcuno in base semplicemente a pochi indizi. La calligrafia era ordinata, elegante, ma sembrava strutturata in maniera artificiosa, non perché creata ad hoc da qualche intelligenza artificiale, ma piuttosto per celare un messaggio nascosto. Sebbene infatti il messaggio fosse molto conciso e diretto, notando piccoli indizi su disposizioni delle lettere, delle frasi e dei punti, si potevano leggere anche altri indizi: coordinate, orari e richieste. Nella lettera c'era scritto semplicemente:

    "I nostri scopi coincidono. Vestiti di bianco assieme a me, e cambieremo il mondo in meglio."

    Analizzando il contenuto cifrato invece, Aura avrebbe trovato un indirizzo di Neo Venezia molto vicino al cuore della città, in prossimità del Vaticano. L'orario scelto era molto preciso: mezzogiorno in punto, dove quella zona popolosa in prossimità di molti ristoranti e bar sarebbe stata al culmine dell'affluenza, e due persone che si incontravano sarebbero passate inosservate. Neo Venezia era una città meravigliosa, che univa modernità a tradizione, senza palazzi immensi ma immense strade, monumenti e canali per attraversare ogni luogo in gondola o in barca. Pulita, placida e serena, rendeva sicuramente onore all'istituzione che aveva il privilegio di ospitare un simile simbolo di ordine e carità. Se quell'enigmatico invito era bastato a convincere Aura a cambiare completamente nazione e destinazione, allora forse poteva diventare per lei un nuovo inizio.
     
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    Il semplice fatto che qualcuno o qualcosa fosse stato in grado di varcare la soglia del suo laboratorio senza che nessun allarme fosse scattato metteva Aura in estrema agitazione. Quella lettera, trovata per puro caso al suo rientro, sembrava decisamente sospetta. Prima di aprirla la cyborg la avrebbe sottoposta a studi approfonditi con tutti i mezzi a prorpia disposizione onde evitare che vi potessero essere virus o veleni al suo interno. Accertato il fatto che si trattasse di una semplice missiva, Aura sarebbe andata ad aprirla, analizzando il contenuto con i suoi occhi smeraldini. Poche parole, coincise, scritte a mano e con una calligrafia distintiva, ma che palesemente nascondeva dell'altro. Era chiaro che la lettera fosse indirizzata a lei, dato che il coinquilino alieno di certo non poteva vestirsi di bianco. Inoltre era abbastanza certa che nessuno avrebbe inviato a Vel Koz un foglio di carta dentro una busta, dato che molto probabilmente non sarebbe nemmeno stato in grado di aprirla vista la mancanza di dita. Qualcuno aveva quindi sentito parlare di lei, qualcuno che, peggio ancora, lei non conoscenva. Aveva sempre fatto di tutto per mantenere un basso profilo, anche se era evidente che in molti casi non le fosse stato del tutto semplice. Dopo una lunga analisi dei dati criptati riportati sul foglio, Aura avrebbe individuato le coordinate di quello che a tutti gli effetti era ora stato identificato come un invito.
    Neo Venezia, l'ultimo probabile baluardo di quella che in molti chiamano fede ed altri definiscono mera superstizione. Un miscuglio di credenze varie e stravaganti che professavano la pace e la fraternità tra i popoli. La cyborg non aveva mai esplorato nel dettaglio quel mondo, ritenendolo poco utile ai suoi scopi e, per certi versi, ormai superato. Credere in un messia o in una divinità suonava ridicolo, ma negli ultimi tempi, dopo l'incontro avuto con Eloy a Roma, le cose erano cambiate. Aura aveva studiato a fondo i temi religiosi che circondavano la figura di Satana, nello specifico, senza però trovare molte tracce in merito alla sua reale origine o a come, eventualmente, poterlo fermare. Per quanto pericolo o sospetto, l'invito dello sconosciuto sarebbe stato accolto dalla cyborg, la quale si sarebbe presentata al punto d'incontro indossando solamente abiti bianchi: un maglione a collo alto che le lasciava interamente scoperta la schiena ed un paio di pantaloni attillati in lattice, il tutto coperto da un cappotto lungo, anch'esso del medesimo colore. Di rado si vestiva in modo così appariscente e sensuale, ma in quel caso voleva poter sfruttare ogni possibile carta a suo vantaggio, visto che non sapeva nulla suo suo contatto e non sopportava di avere meno informazioni di altri. Avrebbe quindi mosso i passi lungo le strade della città del Vaticano, intenta a raggiungere la via indicata dalle coordinate, senza preoccuparsi troppo di essere seguita o meno.
     
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    Giunta al luogo dell'incontro, si ritrovò dentro uno di quei bar raffinati con tavoli all'esterno dove era possibile accomodarsi in attesa che qualche cameriere venisse a prendere l'ordinazione. Le sarebbe bastato avvicinarsi per scorgere immediatamente una figura che spiccava rispetto alle altre: un uomo distinto con il completo bianco e accessori in pelle di serpente dello stesso colore: sia gli scarponi, che la cinta, che la cintura intorno al cappello bianco erano in pelle di serpente bianco. Intorno al collo portava una cravatta in stile Bolo e assieme alla barba grigia ben tenuta sembrava chiaramente un ricco texano o qualcosa del genere. La sua pelle era scura, gli occhi di ghiaccio e nel labbro inferiore portava due piercing appuntiti molto appariscenti. Né giovane né vecchio, dava quasi l'idea di essere un vampiro o qualcosa del genere. Non accolse Aura in nessun modo, semplicemente lasciò che si accomodasse mentre lui sorseggiava una tazza di caffè con grande gusto. Aveva la faccia seria, e il tono di voce particolarmente grave.
    Saper gustare un buon caffè in tempi di crisi richiede due presupposti: il primo, è sapere per cosa stai combattendo. Il secondo è assicurarti che ci sia qualcuno capace di preparartelo. Capisci cosa intendo?
    Decise di presentarsi così, con una sorta di domanda retorica che alludeva al fatto che come c'erano combattenti forti e pronti a tutto per vincere una battaglia difficile, dovevano anche esserci persone nelle retrovie, quelli che anche se potevano considerare "deboli" avevano comunque un ruolo all'interno della battaglia, come accogliere i feriti o i vincitori in modo che quella battaglia avesse un senso.
     
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    Non sarebbe stato difficile individuare la persona che Aura stava cercando, nonostante il luogo fosse frequentato e decisamente non isolato. Fortuna voleva, però, che il suo interlocutore non avesse optato per un abbigliamento sommesso e quotidiano, ma anzi. Era decisamente appariscente, soprattutto per un luogo come Neo Venezia. La cyborg si sarebbe avvicinata andando a sedersi, accavallando le gambe mentre lo osservava e studiava, ascoltando il suo dire. Una filosofia ed un punto di vista più che condivisibile, visto che anche il più potete degli esseri ha bisogno di un supporto o un esercito, il più delle volte, per portare a compimento il proprio destino. Non avrebbe però commentato, decidendo invece di passare subito alle cose serie, visto che aveva alcune cose da mettere in chiaro.
    Chi sei? Come hai fatto a trovarmi? E cosa ne sai dei miei scopi e di chi sono?
    Nonostante fosse stata programmata per uno scopo preciso e che interessava la razza umana, era chiaro che Aura avesse alcune lacune nell'interagire con altre persone, cosa che più di qualche volta le aveva causato problemi. Ed anche se aveva cercato di fare qualche passo avanti per migliorare questo aspetto di sè, la frequentazione con Vel Koz non le aveva permesso di arrivare a risultati concreti. Lo avrebbe fissato, studiando ogni minimo dettaglio e fotografando l'immagine di quel volto nella sua memoria, così da non dimenticarlo mai più. In una circostanza diversa avrebbe già cercato di eliminarlo, ma Aura non sapeva se era l'unico a sapere di lei, quindi non poteva perdere l'unica traccia che aveva a disposizione. Avrebbe quindi atteso una risposta dallo sconosciuto, ed il fatto che avesse un aspetto quasi non umano le puzzava un po' visto che se conosceva i suoi scopi doveva ben capire che lei lavorava per la razza umana e per nessun'altro.
     
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    Per nulla turbato dall'approccio di Aura, l'uomo rimase in silenzio fino all'arrivo del suo caffè, che portò alle labbra per poterlo annusare prima di iniziare a sorseggiarlo senza fare rumore. Doveva aver sicuramente appreso molto su di lei se se ne stava così tranquillo anche di fronte a un interrogatorio, forse dal suo punto di vista Aura non aveva nessun motivo per attaccarlo o andarsene prematuramente, quindi la lasciò da sola con le sue domande per un pò.
    Gli esseri umani considerano le intelligenze artificiali perfette, e questo le rende molto umane, perché supporre che un risultato umano sia esente da errori lo allontana dal divino che si cerca di ottenere. Con questo non voglio dire che tu sia programmata male, solo che la presunzione di essere distante dall'errore umano solo perché in te non scorre sangue... è un errore grave.
    Una volta finito il caffè, lo riposizionò in maniera ordinata sul piattino e sollevò leggermente il cappello. Finalmente iniziò a guardarla negli occhi assumendo un'aria molto seria.
    Puoi chiamarmi Julius, trovarti non è stato difficile visto quanto ti sei impegnata per raggiungere il tuo obbiettivo. Non è difficile seguire le molliche che si lasciano dietro persone che hanno avuto a che fare con i Monarchi...
    Quell'uomo sapeva davvero molte cose, ma non stava facendo nulla per nasconderlo, era evidente che stava cercando di trovare un punto d'incontro.
    La razza umana non ha dominato questo pianeta per diritto o per numero, lo ha fatto per una questione di equilibrio, ed è mio interesse mantenerlo. Se l'equilibrio permane, il progresso avanza, se si destabilizza invece scoppiano guerre e conflitti. I conflitti portano le malattie, le malattie portano al degrado. Il degrado rallenta o addirittura arresta il progresso, e questo non fa bene a nessuno. Il mio scopo è mantenere questo equilibrio e portare la razza umana, e di conseguenza il resto del mondo,verso il progresso. Ti sembra abbastanza allineato con te, Aura?
    Concluse a quel punto, portando le mani sul tavolo e intrecciando le dita. Tra i numerosi anelli sulle sue dita, c'erano anche diversi bracciali che si allungavano dal polso e sparivano nella manica, appartenenti a molte culture che somigliavano a rosari o altri elementi religiosi.
     
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4 replies since 5/5/2023, 13:41   58 views
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