Segreti inconfessabili

per Amy

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  1. Kira dietro lo specchio.
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Quel dannato dispetto, simile alla famigerata farfalla generatrice di tornado, aveva messo in moto una tale quantità di eventi che, a parte averlo quasi portato alla decapitazione, lo stavano spingendo su una strada che non aveva alcuna intenzione di percorrere. Certo, qualcuno di assennato avrebbe potuto ricordargli che non era stato quella singola marachella ad averlo condotto lì, ma la lunga sequela che aveva seminato nella settimana precedente, così come avrebbe potuto svelargli che certi gesti, anche se non ne hanno la forma, sono delle autentiche richieste d'aiuto, pure se riguardano un paio di mutandine da darkettona... purtroppo per il demonietto, lui non era affatto assennato e si ritrovò a masticare tra i denti la sua frustrazione per quella giornata assurda: se non fosse stato uno sciocco, in quel momento sarebbe stato in compagnia di Raiko, sul suo letto e senza trovarsi nel pericolo di dover svelare il suo segreto!
    Così, con la bocca piena di quel sentimento, poté soltanto stringersi sulle spalle e metter su un'espressione indifferente, come se quanto Adam gli diceva non aveva alcuna importanza per lui e stesse, semplicemente, esagerando una situazione a dir poco normalissima. Dopo aver ruminato abbastanza la sua irritazione fu pronto a parlare, peccato che un gesto di Domino lo colse di sorpresa e lo disarmò del consueto commento tagliente: rimise quell'enorme, inquietante spadone sulle spalle e, benché si mostrasse un po' scocciata, era evidente che fosse disposta ad aiutarlo. Un gesto gentile, a suo modo premuroso, che accese l'attenzione del demonietto e che avrebbe portato quel bel visetto ad accendersi di una luce sorpresa, certo, ma non solo: la spadaccina confermò l'intenzione di tutti i presenti di volerlo aiutare e, a dimostrazione del legame che li univa tutti, scoprì il braccio col marchio dei Portatori di Luce. Gli occhioni di Bowen si sgranavano e, oltre alla sorpresa che li colmava, brillò un sentimento più delicato e fragile, un sentimento al limitare tra l'affetto e la commozione. - Siamo qui per te, amico mio. - confermò Adam con un'espressione preoccupata sul volto e che, però, si sciolse in un sorriso gentile, mentre anche lui scopriva il braccio percorso dalla luce del patto.
    Bowen non era un tipo sentimentale, non che fosse particolarmente ruvido o misantropo, semplicemente non credeva che certe manifestazioni di affetto potessero colpirlo chissà quanto... ebbene, in quel momento, vacillò e nel suo visetto si disegnò il trasporto, la gioia che il supporto dei suoi amici, dei suoi compagni gli stavano donando. Anche così, però, poteva resistere, poteva opporre a quelle persone care, animate come lui da uno stesso ideale, la vergogna per quanto era accaduto, il timore di deluderli o di mostrare la sua miseria: la stessa che Evelynn, tanto abilmente, aveva saputo far emergere per condurlo proprio dove voleva lei. Come poteva raccontare quella notte a Raiko o alla Papessa... o a Domino?! Non poteva, semplicemente non poteva: non era semplicemente ammettere una sconfitta o un cedimento, era aprirsi uno squarcio nel cuore e mostrare loro quanto fosse corrotto. Una cosa simile non poteva farla, non poteva rischiare di perdere anche la loro fiducia!
    Eppure, mentre pensava a queste cose, i segni del patto cominciarono a rilucere sulla pelle di Veronica e, per un attimo, fu abbagliato dal sorriso dolce, quasi materno che gli rivolse: un sorriso che gli ricordò di un'altra Papessa e di un altro momento in cui mostrò il suo cuore a qualcun altro, senza timore o paura, semplicemente per mettersi dinnanzi alle sue responsabilità e stringere tra le mani, ancora macchiate di sangue, la speranza di una redenzione. Perse un battito a ricordare quel prezioso, luminoso momento in cui era rinato e un velo di lacrime gli coprì gli occhi, che si scostarono dalla figura di Veronica come se fosse troppo luminosa per sostarvi troppo, prima che un lieve sorriso si disegnasse sulle sue labbra morbide. - Le sdolcinatezze non attaccano con me, lo sapete... - era una semplice battuta, che accentuò un po' di più il suo sorriso prima che la gravità della situazione lo cancellasse. Guardò per qualche istante le ragazze, Adam e fermò il suo sguardo su Veronica: anche se aveva preso una decisione, era difficile trovare il coraggio per seguirla fino in fondo e la sua determinazione vacillò. Per questo guardò la sua mano destra, dove rilucevano i segni dei Portatori e se la portò alle labbra, le stesse che Evelynn si era rifiutate di baciare come voleva lui, le stesse da cui gli aveva rubato il suo potere... le stesse che aveva insozzate con quell'ultima, terribile umiliazione.
    Ho incontrato Evelynn. - disse quasi di colpo, con volto e voce grave, guardando prima Veronica e poi Domino. - E' accaduto poco tempo fa, non l'ho cercata io, mi ha trovato lei. - spiegò quasi in maniera impersonale, mentre inevitabilmente andava con la memoria a quell'incontro inaspettato e così gravido di conseguenze. - So che avrei dovuto dare l'allarme, avvertirvi... ma è Evelynn! Era la mia compagna, la mia amica, la mia... come potevo farlo senza avere risposte? Senza chiederle perché ci avesse traditi, perché ci avesse abbandonati? - le sue parole si fecero più concitate, mentre apriva il suo animo e mostrava i suoi sentimenti, sebbene ancora celasse quello più importante: l'amore che provava nei confronti di quella ladra e assassina. - Non... non ho avuto alcuna risposta da quella stronza. Si è presa gioco di me e mi ha soltanto... umiliato. - il demonietto voleva davvero aprirsi, essere totalmente sincero ma, semplicemente, l'enormità di quella notte glielo impediva: raccontare che Evelynn era riuscita a fargli ammettere qualunque cosa pur di arrivare a sfiorare il suo cuore, di appagare il suo bisogno di amore e... di scoparla ovviamente, era qualcosa che non poteva dire, non davanti a Veronica, non davanti a nessun altro. Così come non poteva ammettere la colpa che gli trafiggeva il cuore, quella con Evelynn aveva sapientemente giocato e che, tutt'ora, lo tormentava senza requie. Tante cose, nella confessione di Bowen, ne celavano altre e che fosse reticente, forse, lo avrebbero notato anche le ragazze... e non solo per via della spiegazione laconica che aveva dato, ma anche per il modo in cui gli occhi del demonietto erano bassi e le sue dita tormentavano la stoffa della maglietta, stropicciandola.
    Adam, intanto, avrebbe voluto intervenire, abbracciare il suo amico ma quanto aveva detto, sia pure molto sintetico, lo aveva allarmato non poco: gli era stato spiegato chi fosse Evelynn, la sua pericolosità e, soprattutto, quale fosse il suo legame coi Cavalieri e Domino. E proprio su questa andò lo sguardo allarmato della tiranide, cercando di scoprire le sue emozioni e come avrebbe reagito a quella confessione.
     
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