Segreti inconfessabili

per Amy

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  1. Kira dietro lo specchio.
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Bowen voleva rubare un bacio a quelle dolci labbra solo che, come per la volpe e l'uva della celeberrima favola, queste ultime erano decisamente troppo, troppo in alto per poter essere raggiunte. Ma perché tutte le donne che gli piacevano erano così assurdamente alte?? Sebbene si fosse alzato sulle punte dei piedi, annaspava troppo in basso e, senza l'aiuto di Raiko, non sarebbe mai riuscito nel suo scopo. Fortunatamente, a differenza della volpe già succitata, il demonietto non aveva alcuna intenzione di mollare e raccontarsi delle frottole: lui quel bacio lo voleva e se lo sarebbe preso a costo di "issarsi" su di lei, abbracciandola come un demoniaco (e libidinoso) koala! Non riuscì a mettere in atto il suo piano perché Raiko gli spiegò il motivo della sua poca partecipazione... non prima di essersi esibita in una manifestazione di imbarazzo a dir poco deliziosa. Bowen non ci poteva fare nulla, in tal senso era un demone fatto e finito, quando percepiva dell'imbarazzo, della vergogna dettata dal candore, gli veniva l'acquolina in bocca e una voglia matta di tormentare il suo interlocutore; gli occhioni già fissi sulla guerriera si colmarono di una luce birbante, mentre nella sua boccuccia s'aprì un sorrisetto che snudò lievemente quelle zannette candide ma appuntite. Sì, decisamente l'idea di andare a recuperare le mutandine stava passando in secondo piano.
    Ah-ah! Ma non mi dire... Raiko, ho una sfidante, quindi? O stai cercando di ingelosirmi? - la punzecchiò, beandosi di quel bel viso tutto arrossato dalla vergogna... e dal piacere che certi ricordi, evidentemente, le suscitavano. - Ma Raiko, dolcezza, io non sono affatto geloso. Anzi, per me possiamo anche chiamarla e restituirle tutto di persona... - quel sorrisetto divenne un autentico ghigno e quel faccino, innegabilmente grazioso, divenne proprio quello di un predatore, mentre si stringeva a lei in maniera fin troppo calda e affettuosa. Forse Raiko era troppo distratta da altro per accorgersi del corpicino di Bowen, ma questo era sempre innaturalmente morbido e caldo come sempre, indubbiamente molto minuto ma comunque capacissimo di dare abbracci molto intensi e piacevoli... proprio come quello che le stava donando. Le manine del demonietto presero a carezzare leggere la schiena della donna e sembrava proprio che la malizia avesse messo le tende in quel visetto, visto che la sua espressione continuava a diventare più birbante a ogni istante trascorso, almeno finché un dubbio terribile non lo fulminò lasciandolo con gli occhi sgranati e impietrito per qualche attimo: - ...non stiamo parlando di Domino, vero? - certo che stavano parlando di quella macchina di morte ambulate! La consapevolezza lo assalì come un malintenzionato dietro a un vicolo buio: aveva rubato le mutandine di Domino! Dio, anche a nascondersi sotto il letto di Veronica, quella pazza lo avrebbe scovato e polverizzato a colpi di spadone! Era difficile vedere Bowen preoccupato, soprattutto di un suo scherzo, ma quella volta il pericolo di quella vicenda travolse anche la sua proverbiale sconsideratezza: doveva trovare Adam, prendere quelle dannate mutandine e darle a Raiko prima di subito. Se il Cielo fosse stato misericordioso, forse tutto si sarebbe risolto prima che la spadaccina scoprisse il misfatto.
    Un piano ineccepibile, soltanto che Raiko era una compagnia dannatamente piacevole e il piccoletto, anche in quel momento di panico, non si era minimamente staccato da lei, anzi si era fatto ancora più stretto a quelle forme meravigliose, fin troppo invitanti. Lo sguardo del demonietto divenne per qualche attimo distante, come se stesse soppesando e valutando tutte le azioni possibili e le loro conseguenze. Non che, a stringere un po', fossero poi molte: o rimaneva lì e cedeva alla tentazione rappresentata da Raiko o risolveva il guaio con Domino. E, insomma, per quanto il buonsenso fosse abbastanza chiaro nel delineare le priorità, Raiko era davvero... tanto, molto, troppo piacevole. Le graziose orecchie da cerbiatto di Bowen fremettero e lui si morse il labbro inferiore, pieno e morbido come sempre, mentre immaginava di trovare in giro la testa di Adam e il suo corpo poco più distante: - Dannato Insetto Stecco, questa me la paghi! - pensò in maniera decisamente illogica (e ingiusta), mentre si staccava suo malgrado dalla splendida, procace guerriera. - Raiko, potrei averti detto una piccola inesattezza: le mutande di Domino ce le ha Adam, è una storia lunga, cerchiamolo prima che lo trovi lei! - decise e, se la guerriera fosse stata d'accordo, lo avrebbero cercato insieme oppure si sarebbero divisi per risultare più efficienti nella ricerca: l'importante era trovarlo e trovarlo prima di Domino!

    ****


    Intanto, l'Insetto Stecco per cui si addensavano tante nubi all'orizzonte stava procedendo ignaro di tutto verso il suo destino: aveva rifiutato gentilmente la proposta di Evan, spiegandogli che non se la sentiva di cedere quell'indumento a qualcun altro e che riteneva fosse suo deciso dovere restituirlo personalmente alla sua proprietaria. Il Cavaliere, degno di tale titolo, non aveva insistito oltre e dopo qualche altra chiacchiera, Adam lo aveva salutato per ottemperare al suo compito. D'altronde cosa poteva succedere di male? Sarebbe stato un po' imbarazzante, è vero, ma Raiko era un tenero fiorellino di dolcezza e comprensione, era certo che sarebbe graziosamente arrossita per poi ringraziarlo dolcemente, mentre lo invitava a continuare la conversazione in camera sua... qui, gli altrimenti irreprensibili pensieri della tiranide, sbandarono e finirono in un terreno molto, molto accidentato. Un terreno che, probabilmente, Hilda non avrebbe gradito, perciò si riscosse scuotendo il capo e assumendo un'espressione un po' severa, come se bastasse questo per evitare di pensare alla dolcezza di Raiko e alla... bontà delle sue grazie.
    Ad ogni modo, la tiranide aveva già raggiunto la stanza della guerriera e vi bussò educatamente. - Raiko? Ho bisogno di parlarti, c'è una cosa che ti devo dare! - disse, tirando fuori dalla tasca interna della giacca il maltolto: era sicuro che avrebbe riscosso reazioni dolcissime e lodi, tanto che sebbene avesse bandito pensieri impropri, il bel viso della sua forma umana assunse un aspetto sorridente, quasi sognante, decisamente buffo... e mal interpretabile da qualcuno un po' su di giri, dato che poteva essere scambiato per un'espressione lasciva o comunque ambigua.
    La tiranide aveva bussato al suo Fato: questi come avrebbe risposto?
     
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