Segreti inconfessabili

per Amy

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  1. Kira dietro lo specchio.
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Bowen era di malumore, teso e dormiva davvero male: tutti fattori che, oltre ad autoalimentarsi, lo rendevano vulnerabile ai brutti scherzi giocati dalla sua mente affaticata. Non poteva dire di essersi abituato al riflesso di Evelynn che lo guardava maligno o a quelle provocazioni che sembravano pronunciate da labbra fantasma, ma almeno aveva stabilito che erano dovute alla fatica e non a qualcosa di peggio. La verità era che aveva bisogno di sfogarsi un po', di tirare fuori tutta la frustrazione che gli contraeva i muscoli e gli irritava i nervi: avrebbe dovuto allenarsi, combattere un po' ma non ne aveva voglia. O meglio, non ne aveva voglia perché ne aveva paura: da quando Evelynn gli aveva rubato il potere, per poi restituirglielo incontrollabile (ma era il suo potere a esserlo o lui?), non aveva osato attivarlo nel timore di poter percepire qualcosa che non andava; lo stesso Artiglio era riposto in un cassetto della sua scrivania neppure fosse una pistola da tenere nella cassetta di sicurezza, troppo a disagio persino all'idea di tenerlo in tasca. Sapeva che non poteva continuare a tergiversare a lungo e ciò lo irritava profondamente con se stesso, poiché non si era mai ritenuto un codardo e quel suo scappare dall'ombra (letteralmente!) di Evelynn gli diceva tutt'altro.
    Fu anche per questo che la sua frustrazione eruppe e gli fece lanciare quella pallina con tanta foga, soltanto che la porta si spalancò all'improvviso e quella che venne colpita, sia dal suo lancio che da quell'insulto urlato, fu una dolce e bellissima Raiko. - No, oddio! Non volevo colpirti! Ti ho fatto male? - il demonietto era molte cose (irritante, indisponente, birbante, ecc) ma non era un bruto insensibile: non avrebbe mai voluto lanciare alcunché alla povera donna e saltò immediatamente dal letto per correre a soccorrerla. - Scusami, non ti ho sentita bussare, ero sovrappensiero... stai bene? - si assicurò mostrando, per una volta, un delizioso visetto pieno di costernazione e premura. All'impiedi, vestito con quella magliettina nera e quei pantaloncini del medesimo colore, coi graziosi piedini nudi, Bowen dimostrava anchemeno anni del solito: appariva davvero come un bel ragazzino che, tornato da scuola, si stava rilassando in camera sua. Forse Raiko avrebbe potuto trovare interessante (ri)osservare quelle cosce quasi completamente nude dall'aspetto morbido e sodo insieme, dalla pelle tanto particolare e screziata tra il rosso, il nero e una più generale tinta arancione ma, in ogni caso, in un attimo il suo sguardo sarebbe stato riempito da quel faccino sinceramente preoccupato per lei. Naturalmente parte di quella sollecitudine era dovuta al suo stato di agitazione emotiva, oltre che ai sensi di colpa ma, in ogni caso, si sarebbe preoccupato per la guerriera e quel piccolo incidente.
    Fortunatamente Raiko sembrò stare bene e gli spiegò il motivo della sua visita: malgrado il comportamento del demonietto, voleva nuovamente offrirgli il suo aiuto... e, allo stesso tempo, voleva recuperare le sue mutandine. Era stato scoperto all'istante e, per un breve attimo, Raiko poté godersi uno spettacolo davvero, davvero raro: cioè il volto di Bowen diventare rosso e assumere un'espressione lievemente ma indiscutibilmente imbarazzata. Era assurdo, quel piccoletto aveva una faccia di bronzo unica ma, a parte il fatto che non pensava di essere beccato così facilmente, la dolcezza di Raiko fu tale da soverchiare persino la sua sfrontatezza e farlo vergognare per aver giocato un simile scherzetto a una persona simile. Purtroppo per la guerriera spettacoli tanto rari sono anche molto brevi, dato che un attimo dopo il demonietto si riprese e tornò a mostrare la consueta espressione birbante. - Tesoro, tu non mi disturbi mai! E, se rubarti le mutandine ti porta nella mia stanza, mi sa che potrei prendere una gran brutta abitudine... - constatò, con un luccichio da vero monello negli occhioni assurdamente colorati, mentre scopriva in un sorrisetto malizioso le sue piccole zanne appuntite. Purtroppo per lui, malgrado la presenza di Raiko fosse di per sé un magnifico stimolante per la sua monelleria (e la sua malizia), non era davvero in vena di fare il birbante e non calcò la mano come avrebbe fatto in situazioni più normali. - Però ti sbagli, non ho bisogno di aiuto... perché sto benissimo! Quelle mutandine erano soltanto uno scherzetto innocente. Beh, più o meno. - aggiunse con una risatina davvero birbante e, sebbene il piccoletto fosse un bravo attore, a una persona sensibile come Raiko non sarebbe sfuggita l'ombra scura che offuscò i suoi occhi quando le disse che andava tutto bene. - E comunque non le ho qui, le messe in un luogo... molto sicuro. - in realtà si maledisse per averle lasciate a quel pasticcione di Adam: a quell'ora probabilmente la stava cercando per restituirgliele tutto rosso o, più probabilmente, era nel panico e non sapeva cosa fare. L'immagine dell'Insetto Stecco e dalla sua goffaggine lo riempì di sincero divertimento, ma gli dispiaceva davvero non poter esaudire immediatamente la sua richiesta. - Te le vado a prendere subito, ci vorrà un attimo, non preoccuparti! - assicurò e si diresse verso la porta, prima di cambiare idea e voltarsi con l'aria furbetta di chi ha ideato una nuova marachella. - ...solo che così rimarrò senza un ricordo di te. - la vocina si era fatta un po' più bassa e dolce, colmando la distanza che li separava prima di sollevarsi sulle punte dei piedi per avvicinarsi al suo viso. - Ti andrebbe di lasciarmi un tuo nuovo ricordo, Raiko? - le soffiò sensuale, con quella vocina fin troppo calda direttamente sulle labbra, prima di cingerle in fianchi con le manine e precipitare lentamente verso la sua bocca. Non voleva altro che rubarle un piccolo bacio a stampo, nient'altro, poi le avrebbe fatto un complimento per cui sarebbe arrossita e sarebbe corso a rintracciare Adam per restituire quelle mutandine alla loro legittima proprietaria. Se Raiko avesse voluto sottrarsi avrebbe potuto farlo in qualunque momento, poiché le cingeva i fianchi con molta delicatezza: anche se avevano condiviso ben altro, il demonietto non voleva pretendere nulla né farla sentire costretta. Semplicemente, dopo tanti tristi pensieri aveva proprio bisogno di un po' di zucchero... ed era certo che la guerriera glielo avrebbe donato con gioia. Forse il non più candido degli atteggiamenti... ma rispetto al solito, le intenzioni del demonietto erano praticamente angeliche.
     
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