Segreti inconfessabili

per Amy

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  1. Kira dietro lo specchio.
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Il Vaticano è da sempre impegnato in iniziative importanti e meritorie, che spaziano dagli aiuti umanitari per le popolazioni in difficoltà alle missioni diplomatiche per appianare le controversie tra i governanti, senza dimenticare le imprese di promozione e tutela artistica, passando inevitabilmente per le discussioni teologiche che interessano la religiosità di milioni di persone nel mondo; eppure, anche in luogo simile vige la vecchia regola di tutte le istituzioni: scartoffie, scartoffie e ancora scartoffie! Sono molti gli uffici che riempiono il Vaticano e, fortunatamente, l'illuminata guida della Papessa ha raggiunto anche chi vi lavora, poiché vi sono un gran numero di sale relax accoglienti, piene di tutto quello che un lavoratore affaticato può desiderare per ristorarsi prima di riprendere le fatiche del giorno. Quella mattina, in una di queste piacevoli salette, si stava svolgendo una conversazione alquanto particolare. - Quel criminale! Quel birbante! Ma come si permette quell'ingrato? Ma con quale coraggio mi chiedo? - Evan e Adam, entrambi con un bicchierino di caffè fumante in mano, guardavano con aria assorta e irritata la macchinetta che lo aveva appena erogato, senza apparentemente curarsi della presenza dell'altro, trattando i suoi commenti come se fossero la prosecuzione dei loro pensieri ad alta voce in merito alla faccenda (e alla persona) che tanto li aveva fatti infuriare.
    Poiché, però, non era loro intenzione ignorarsi, dopo qualche attimo spalancarono gli occhi e si voltarono a guardarsi tutti sorpresi: Ma parli di Bowen, Evan? Altroché se parlo di quel perfido nanerottolo! Guarda un po' come mi ha conciato! - disse colmo di indignazione alla tiranide, indicandosi col l'indice il volto e aspettandosi di scorgere nel suo interlocutore lo stesso sentimento. Non lo trovò ma, fortunatamente, Adam fu molto abile a trattenere la risata che rischiava di coglierlo a un primo acchito: il leader dei Cavalieri, infatti, aveva il viso tutto disegnato! Nello specifico, il demonietto si era divertito a disegnargli dei grossi baffi a manubrio, un pizzetto decisamente antiquato e, ciliegina sulla torta, un monocolo all'occhio sinistro. - Oh... cielo. E' terribile! - riuscì a commentare la tiranide, cercando di reprimere la risatina che minacciava di prorompere da un momento all'altro. - Puoi ben dirlo! Ieri, dopo pranzo, sono andato a schiacciare un pisolino... ma non eri di turno, ieri? - qui il cavaliere si schiarì la gola come se avesse pronunciato male una parola e, con un certo invidiabile contegno, continuò il suo racconto. - Dicevo, ieri ho riposato gli occhi per qualche istante qui in sala relax e quel dannato ha pensato di fare il grande artista! Beh, devo ammettere che le linee sono piuttosto dritte e senza incertezze, inoltre... Non è questo il punto, Adam!!! - già, non lo era affatto e la tiranide, dispiaciuta di aver fatto un commento inopportuno, decise di mostrare la sua solidarietà all'uomo raccontandogli il dispetto che Bowen gli aveva fatto. - Guarda che ti capisco benissimo, quel discolo ha fatto impazzire anche a me! Sai che cos'ho trovato stamani, sulla mia scrivania? Delle mutandine! Delle mutandine femminili, per giunta! - specificò, come se quel dettaglio rendesse ancora più disdicevole lo scherzo del demonietto. - E cosa c'era sopra le mutandine? Un biglietto in cui mi dileggiava e mi informava che erano di... R-raiko! - Adam era stato bravo a non scendere nei dettagli, in realtà il testo del biglietto diceva questo "Visto che l'ultima volta ti è andata male con Raiko, ho pensato di darti un premio di consolazione, Insetto Stecco! Ps. Hai tre occhi ma se ci dai troppo dentro diventi lo stesso cieco, occhio!" con tanto di faccina stilizzata che gli strizzava l'occhio complice. - Cioè, capisci? Come si può essere così spudorati e sconsiderati? Io sono pure imp... Un attimo, fammi capire, ti ha dato le mutandine di Raiko? - l'espressione di Evan si era fatta improvvisamente concentrata e molto, molto seria. E, visto il modo in cui era conciato, risultava oltremodo buffo! - Beh, s-sì, io volevo riportargliele... però, insomma, non vorrei che si sapesse, sai la mia ra... Ma non puoi darle a me? - Adam era già rosso nell'ammettere di avere dell'intimo femminile in tasca, quella richiesta semplicemente lo fece diventare paonazzo e strabuzzare gli occhi. - Ma non pensare male, eh! Semplicemente io e Raiko abbiamo una certa confidenza - il Cavaliere sottolineò l'ultima parola con un sorriso tale, da farlo davvero assomigliare a un bellimbusto sciupafemmine di qualche secolo prima. - ...e quindi gliele potrei riportare senza imbarazzarla troppo. - concluse, con un'espressione assai più sobria e quasi grave, com'era richiesto dal mentore dei Cavalieri: di sicuro non poteva certo pensare di usare quella scusa per sedurre nuovamente Raiko, no? - Sono di pizzo, vero? Raiko è tipa da pizzo, ne sono certo... - beh, forse proprio perché era stato lui il mentore dei Cavalieri, Bowen aveva certi comportamenti!

    ****


    Quale sia stato il destino delle mutandine in questione (e di quei due), l'autore di quello scherzo si trovava in camera sua e, stranamente, il suo atteggiamento non mostrava il compiacimento del diavoletto che attende l'esito delle sue trame: Bowen, infatti, se ne stava sdraiato a letto, col viso fin troppo serio e giochicchiava con una pallina di gomma colorata, che lanciava contro il soffitto e riprendeva al volo, al primo rimbalzo, senza mostrare grande coinvolgimento. Eppure avrebbe avuto di che sghignazzare: ieri aveva dato espressione alle sue velleità artistiche su Evan (tra l'altro col pennarello indelebile) e quella mattina aveva "consolato" a modo suo il povero Insetto Stecco, tanto che soltanto a immaginare quanto avrebbe tartagliato davanti a Raiko avrebbe dovuto farlo sbellicare dalle risate da lì a una settimana buona.
    Invece, il volto del demonietto rimaneva serio e, per certi versi, grave come se una preoccupazione di fondo occupasse i suoi pensieri... e apparentemente così non era, perché stava proprio pensando alla bella Raiko. Le sue mutandine, però, non c'entravano proprio un bel nulla: ripensava alla conversazione che avevano avuto qualche giorno prima, quando lo aveva guardato con quegli splendidi occhi viola colmi di apprensione e gli avesse chiesto come andasse. Purtroppo rispondere col consueto sorriso sbruffone non era servito a niente, la donna era fin troppo intuitiva e dolce, tanto che il demonietto non era più riuscito a sopportare quello sguardo pieno d'affetto ed era corso via come un ragazzino offeso. Era per via di quel piccolo evento che aveva deciso di fare quello scherzo ad Adam e di rubare proprio le sue mutandine, neanche la stessa punendo per essersi preoccupata per lui.
    In effetti era da qualche tempo che il demonietto si comportava in maniera bizzarra: apparentemente continuava a essere il solito birbante caustico, in realtà stava molto per conto suo e non era difficile incontrarlo col volto rabbuiato. All'inizio Evan e Adam avevano provato a chiedergli come stesse ma, dopo averli rassicurati, aveva preso a riempirli di innocui ma fastidiosi dispetti, distraendoli dal fatto che gli avesse raccontato un'evidente bugia: non stava affatto bene. E di questo Raiko se n'era accorta, per questo aveva tentato con molta delicatezza e tatto di scoprire cos'avesse e dargli il suo sostegno. Sostegno che il demonietto aveva rifiutato... non senza molte incertezze: la verità era che aveva bisogno di parlare, di affrontare insieme a qualcuno i pensieri che tanto lo ferivano e lo intristivano. Ma con chi poteva parlare? Dio, aveva incontrato Evelynn e non aveva detto niente a nessuno! L'aveva pure scopata! No, non l'aveva scopata, era stato scopato come la peggiore delle puttanelle e trattato come un oggetto senza valore. La sua dignità, i suoi sentimenti erano stati calpestati e il suo corpo abusato senza ritegno... eppure l'amava ancora! Eppure ne voleva ancora. Voleva stringerla di nuovo, voleva scoparla ancora come una bestia senza controllo, voleva baciarla ancora e ancora finché non gli avrebbe dato il bacio romantico che tanto bramava. Si odiava per essere così debole, odiava questo lato di sé così libidinoso e i sentimenti che lo portavano a struggersi per lei quando il desiderio di vendetta e la voglia di fotterla a sangue veniva meno.
    Forse avrebbe potuto dirlo a Krolia, alla sua amata, adorata... cos'era per lui? Un'amica, forse? L'aveva sempre vista così, quasi una sorella, ma l'incontro con Evelynn aveva distrutto anche questa certezza: lei aveva battuto e ribattuto sul fatto che lui avrebbe dovuto amarla e che, malgrado questo, amava lo stesso lei. Ma perché gli aveva detto così? Era soltanto un altro modo per prendersi gioco di lui o c'era qualcosa di vero? Krolia era una presenza di cui aveva bisogno, che forse aveva dato per scontata perché era sempre stata vicina a lui... ma dalla faccenda del Nilo Dorato, la sua adorata amica era stata molto meno in Vaticano ed era uscita da sola molto spesso. Apparentemente era molto più sicura di sé e lui ne era felice, era persino fiero dei suoi successi... ma la distanza che sembrava essersi aperta tra di loro lo riempiva di un'autentica disperazione. Inoltre, anche se in maniera ovattata, aveva percepito che Krolia avesse avuto un incontro molto intimo e piacevole e tale consapevolezza lo aveva riempito di disagio: avrebbe dovuto esserne felice, dato il trauma che lui le aveva aiutato a superare... o avrebbe dovuto esserne geloso? Inoltre, lei che cosa aveva percepito del suo incontro con Evelynn? Cosa aveva capito? Anche per questo motivo aveva evitato la sua compagna e ciò aveva contribuito a peggiorare ulteriormente il suo umore.
    Lanciava la pallina sempre più forte verso il soffitto, sempre più travolto da quelle emozioni tanto sgradevoli: era stato abusato e strangolato fin quasi a morire! Lei lo aveva umiliato in ogni modo possibile, il suo cazzo era tornato al suo solito aspetto soltanto ore dopo... ed gli era rimasta un'erezione per giorni! E che dire del suo collo? Aveva dovuto usare maglioncini a collo alto per settimane, perché c'era il segno livido delle sue maledette code! Era stata un'autentica stronza, un maledettissimo mostro proprio come gli avevano detto... però continuava ad amarla! Continuava a sentirsi in colpa per quella dannata notte, quando lei era ancora la sua Evelynn... e adesso si sentiva in colpa coi suoi compagni: perché non gli raccontava tutto? Magari avrebbe dato degli elementi utili per catturarla o, semplicemente, li avrebbe messi in guardia, dopotutto come aveva avvicinato lui poteva farlo con Evan o con Krolia. L'idea lo gettò nel più totale sconforto e gli fece scorrere un brivido lungo la schiena: doveva parlare, doveva dire tutto e supplicarli per il loro perdono, per la sua debolezza!
    Poteva essere una risoluzione seria, dopotutto un conto erano le sue emozioni, un conto l'incolumità di chi amava... ma di nuovo, gli ritornò in mente il volto della sua Evelynn, quando ancora non era stata corrotta, quando ancora era con loro... e lui non l'aveva privata della sua virtù. - STRONZA!! - urlò, digrignando i denti e tirando quell'innocente pallina verso la porta, infuriato in primis con se stesso e poi con lei e quella situazione assurda. Il volto del demonietto, tra il dolore e la rabbia, risultava ancora più infantile e carino di quanto già non fosse... e quegli occhioni apparivano davvero tanto, troppo lucidi. Ma, per fortuna, nessuno poteva vederlo in quel momento di vulnerabilità. O forse no?
     
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