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    Usava la lingua di Amerika non solo come fonte per la sua eccitazione, ma anche per capire se stava agendo bene, perché ogni volta che la ragazza lo guidava nel desiderio, sapeva che stava facendo la cosa giusta. Si abbandonò quindi a lei, con meno remore, senza pensieri, preoccupandosi solo di godere assieme a lei. Era chiaro che non le stava facendo male, quindi l'esitazione e i sensi di colpa svanirono molto velocemente. La forza e la stretta sui suoi seni sortirono un effetto insperato, che contorse il corpo nudo e pallido della ragazza rendendo ancora più piacevoli gli affondi. Il mix di quello spettacolo ipnotico e quella sensazione asfissiante e meravigliosa strapparono a Rengoku un gemito così forte da fargli spezzare quel bacio mentre aveva ancora la bocca spalancata e piena di saliva, aveva un'espressione oscena in quel momento e mista al suo aspetto lo rendeva decisamente un mostro perverso, come se quella verga impazzita e pulsante come non mai non fosse già abbastanza mostruosa. Amerika lo guidò verso i suoi capezzoli, invitandolo a torcerli per stuzzicare altro dolore, pronto a trasformarsi in piacere. Il ragazzo esitò ma solo per un secondo, la sua espressione ubriaca di piacere lo spingeva a desiderarne di più, quindi al tempo stesso strinse i capezzoli della ragazza, li torse con vigore e col bacino prese a muoversi più forte, più veloce, lasciando che gemiti osceni e implacabili uscissero dalla sua gola senza vergogna.
    Sì... si insegnami...
    Rispose quasi boccheggiando, automaticamente, d'istinto, con la voce spezzata dalla goduria. Prima ancora che potesse comprendere, Amerika fece in modo di usare il suo bacino in maniera del tutto diversa, girandolo improvvisamente e contorcendo quella povera verga più e più volte, strappando gemiti di piacere dalla bocca di Rengoku come mai nessuno aveva fatto prima. Era una sensazione bellissima e se non fosse stato per la sua pelle spessa probabilmente sarebbe già venuto vergognosamente senza darle ulteriore piacere. Poi la rotazione completa portò al cambio di posizione, e Rengoku non si preoccupò minimamente della spada perché i suoi pensieri erano ben altri: dov'erano i suoi seni? Dov'era quell'espressione perversa che lo aveva ammaliato? Dov'era quella fica irresistibile che si contorceva ogni volta che lui spingeva? No, non gli bastava, e senza neanche aspettare suggerimenti si spinse in avanti, sollevandosi e abbracciandola da dietro, spingendola così forte da costringerla ad inginocchiarsi a terra e assumere una posizione quasi animalesca. Lui le afferrò di nuovo i seni con entrambe le mani, ma dopo averli girati un paio di volte riprendendo il movimento del bacino si fece più avido. La mano destra scivolò verso il basso e carezzò la sua carne fino a sfiorarle l'intimità, separandola delicatamente per poi rendersi conto che era così lubrificata da poterla penetrare. Subito medio e anulare si fecero strada dentro di lei mentre le altre dita circondavano le grandi labbra, la tirò a sé come se quella fosse una tasca in cui agganciare la sua presa, e i movimenti del bacino si fecero più intensi, più profondi. America poteva sentire il caldissimo scroto del ragazzo spingersi verso di lei, spalmandosi contro le sue carni ogni volta che affondava. Non si muoveva più come un semplice martello, ma quando entrava completamente in lei muoveva il bacino per stuzzicare la parte più profonda di quello stretto anfratto con la cappella, facendole sentire ogni vena, ogni centimetro e tutto il calore del suo sesso, per poi rincominciare. Nel frattempo le labbra di Rengoku avrebbero cercato di nuovo le sue, insinuandosi trai capelli della ragazza per baciarle il collo, e quando si rendeva conto di non poter più arrivare alle sue labbra la leccava e scivolava sulle spalle per morderle per la frustrazione. La strinse a sé mentre la possedeva sempre più forte, non voleva fermarsi.
     
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    Rengoku era un allievo decisamente dotato o lei un ottima insegnante, quale delle due non importava, ciò che contava realmente erano i risultati, ed Amerika se li stava godendo appieno. Il cambio di prospettiva sembrò disorientarlo solo per qualche istante, ma come previsto, stava imparando che la tentazione non era un lusso solo per gli occhi ma soprattutto per il tatto, le sue forme erano sempre lì, anche se non poteva vederle direttamente gli bastava allungare le mani, frugarle il corpo sino a ritrovarne la voluttà e non lasciarla più andare.
    Sii...siiiiiiiiiii...bravo Senpai, quelli sono i punti giusti.
    La voce di Amerika si era fatta più ansante, sottile, quasi sussurata, era come un arma seduttiva decine di volte più pericolosa della sua spada, così morbida e dolce quanto il suo corpo, eppure pronta a pronunciare le peggiori oscenità con leggiadria, facendo ribollire il sangue. Pareva quasi arrendersi al vigore del ragazzo, le sue braccia sarebbero scivolate in avanti, Alastor compreso, che stridendo contro il pavimento avrebbe emesso un rumore simile ad un artiglio demoniaco che prova ad aggrapparsi alla nuda roccia di un precipizio, vanamente, sino a finire sempre più giù. Sembrava quasi che Amerika stesse cercando di sfuggirgli, evitare il suo contatto, ma in realtà con quel movimento avrebbe fatto sì che Rengoku le si sdraiasse completamente addosso stringendola tra le braccia, e contemporaneamente avrebbe protratto il sedere all' insù, in modo da sentire ancora meglio la spinta del suo cazzo che le sfondava il culo senza alcuna pietà e l' improvvisa penetrazione delle dita nella sua intimità.
    Mmmmmhhhh♥
    Un altro gemito, ancora una volta la sua voce lo guidava alle giuste azioni, ed a conferma ci sarebbe stata la reazione della sua fica completamente fradicia, bollente, i suoni osceni che emetteva simili ad un risucchio che pareva volergli divorare la mano. Il piccolo bottoncino della sua clitoride sarebbe diventato decisamente più consistente sotto quel tocco, impossibile da non avvertire, ed ogni volta che Rengoku lo sfiorava, le dava una sensazione violenta come una scarica elettrica attraverso il corpo, facendole contorcere ogni muscolo sino alle dita dei piedi. Baciarla da quella posizione, era forse pretendere troppo dal corpo sin troppo flessibile di Amerika, ma la ragazza avvertiva chiaramente la lingua ed i morsi del ragazzo sul suo collo, e lui poteva godersi l' espressione totalmente presa ed oscena del suo viso schiacciato contro il pavimento, una ciocca di capelli argentei stretta tra le labbra carnose, la pupilla dell' occhio che sobbalzava ad ogni affondo mostrando il bianco sempre più spesso, così lontana dall' espressione neutra che aveva in precedenza e così vicina al climax dei sensi.
    Tre!...tre dita...anf...mettici tre dita...
     
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    Si stava rendendo conto che più del suo piacere, ciò che lo eccitava e lo alimentava era quello di Amerika: sfondarle il culo era una sensazione meravigliosa ma nulla in confronto ai gemiti di piacere che riusciva a strapparle con tutta la sua foga. E più questi salivano, più l'esitazione di Rengoku diminuiva: era ovvio che le piacesse indipendentemente da quanto violento il ragazzo diventasse, nessun freno inibitorio la rallentava e anzi, sembrava chiederne di più ad ogni spinta, ad ogni penetrazione, ogni tocco perverso che Rengoku le concedeva. Ebbe la sensazione che la sua carne si dilatasse tra le dita del ragazzo per permettergli di entrare più a fondo, che i seni si sciogliessero per farsi deformare meglio, e che quel culo lo stesse supplicando di andare più forte con quei movimenti all'insù che risvegliavano animalesche parti del cervello di Rengoku che non credeva nemmeno di avere. Si sentiva totalmente trascinato da quell'amplesso e non gli importava niente, voleva solo sdraiarsi su di lei, farle sentire la presa possessiva e vigorosa, la muscolatura calda e serrata per lei, il respiro corto che testimoniava quanto effettivamente si stesse sforzando senza però cercare di impressionarla. Non era per lei, era per entrambi. Voleva godere assieme a lei, non limitarsi a sfogare il suo istinto primordiale. I denti di Rengoku affondarono più forte nella sua carne morbida mentre lo supplicava di dargliene ancora, e mentre la verga del ragazzo scivolava turgida dentro di lei, anche l'indice si fece spazio tra le carni di Amerika stimolandola sempre più forte, con quella perla di carne che si gonfiava e cercava attenzioni tra le sue dita, e le trovava perché neanche un centimetro di quell'anfratto perverso trovò tregua sotto il tocco violento di Rengoku. A tratti, le dita del ragazzo si riempivano di quella fiamma oscura che le aveva strappato con tanta facilità i vestiti, rendendo il tocco più intenso e violento, che le indeboliva la carne e la rendeva più sensibile, ma sembrava esitante come se stesse cercando di trattenerlo, per evitare di ferirla sul serio. Nel tentativo di compensare, però, si ritrovò a spingere così forte da schiacciarla completamente a terra, e spingere con il bacino dentro quel culo perverso come se ne dipendesse la sua vita. Mugugnava così forte che neanche le labbra strette sulla pelle di Amerika riuscivano a contenerlo, era in estasi e non poteva nasconderlo.
    Mi piacciono... i tuoi gemiti... ne voglio ancora...
    Confessò, mentre le sue spinte diventavano quasi disperate. Si stava impegnando tanto per metterci ogni fibra del suo corpo quando gli sarebbe bastato usare il suo potere per superare i limiti e trascinarla in qualcosa che nessun altro demone poteva concederle, ma chiedere una cosa del genere ad un ragazzo inesperto era impossibile: non sarebbe mai nata da lui, era troppo inesperto e timoroso per farlo, e quindi colpiva le sue natiche col bacino generando un osceno applauso tra le loro carni umide, impossibile da ignorare per chiunque fosse sventuratamente passato lì davanti.
     
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    C' era un "qualcosa" nella pelle di Rengoku che le dava un piacere immenso, non si trattava semplicemente della sua consistenza o spessore, non si trattava delle sue graffette, era come se quello strato resistente fosse stato concepito con lo scopo di contere quel che di maligno si celava al di sotto, e di tanto in tanto pareva che piccoli sbuffi ne sfuggissero alla presa, trasmettendo alla carne di Amerika la sensazione di una fiamma fredda, quasi diabolica. Forte.
    Quando quella sensazione si faceva più decisa, la ragazza reagiva con brividi e gemiti sempre più intensi ed osceni, era quasi incredibile che quella boccuccia elegante potesse emettere versi del genere rimanendo al contempo dolce, anche senza usare altre parole, il suo corpo e la sua voce sembravano voler invitare il ragazzo a dargliene ancora, farle assaggiare quello che custodiva sempre meno gelosemente dentro di lui. Non sembrava temerla, anzi, voleva sentirsene soverchiata, schiacciata, riempita sino all' orlo di quella fredda furia sopita.Il solo pensiero di quel che le sarebbe potuto succedere, sommato al vigore di Rengoku che la scopava senza ritegno, sarebbe stato sufficiente a farla venire vergognosamente.

    Aaaaaahhhh ah aaaaahhh!♥
    Quel gemito di piacere sarebbe stato più acuto degli altri, nel mentre il ragazzo avrebbe chiaramente sentito il corpo di Amerika contorcersi in spasmi intensi sotto il suo tocco, trasmettendo a Rengoku una sensazione incredibile, come di star incoccando una freccia in un arco teso allo spasimo.
    Dammelo...dammelo tutto...♥
    Le dita del ragazzo avrebbero provato in prima persona le contrazioni fortissime della sua vagina, l' orgasmo la faceva venire in maniera vergognosa, infradiciandoli completamente la mano di fluidi talmente intensi e copiosi che avrebbero formato una piccola pozza sul pavimento, saturando ben presto la piccola stanza e persino i suoi dintorni, di quell' aroma intenso di sesso.
     
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    Fu intenso, devastante, Rengoku si rese conto che pur essendo lui a scandire il ritmo e dominare completamente la situazione, era in balia di quella ragazza, dei suoi gemiti e dei sussulti che il corpo compiva in risposta alle sue vigorose spinte e a ogni stimolo che il ragazzo riusciva a raggiungere. Ma non gli importava: se era caduto in trappola andava benissimo, perché non aveva mai goduto di una cosa del genere in tutta la sua vita e sapeva di volerne ancora. Sapeva di volergliene dare ancora. Continuò a spingere sempre più forte fino a che i fluidi dei loro corpi non iniziarono a schizzare a terra, poi sentì la sua fica stringersi e contorcersi come se volesse divorarlo, mentre quello stretto anfratto così violentemente posseduto si faceva ancora più caldo, impaziente. Le mani di Rengoku iniziarono a tremare, si strinsero su di lei e gli occhi del ragazzo si ribaltarono mentre la bocca si spalancava lasciando grossi rigoli di saliva tra lui e la pelle della ragazza, abbandonandosi ad un verso poco elegante, lungo e bollente, capace di descrivere a pieno cosa stesse provando e al tempo stesso, non capendo. la sua verga si gonfiò e con un ultimo affondo deciso, accompagnato poi da altre nette spinte del bacino, Rengoku si abbandonò ad un fortissimo e perverso orgasmo. Amerika assaporò il primo climax di Rengoku e fu facile per lei sentirsi riempire da quel seme caldissimo, perché fu qualcosa di abbondante e smodato, ben oltre le aspettative del giovane. Continuò a venirle dentro senza mai lasciarla, senza mai smettere di spingere col bacino e col polso in modo da stuzzicare come aveva già fatto entrambi i suoi pertugi, fino a che quel bianco seme non prese a grondare da un orifizio all'altro e poi a terra, mentre lui riprendeva rumorosamente fiato perdendo le labbra tra i capelli di America, completamente distrutto da qualcosa che non aveva mai provato in vita sua. Anche quando il fiato fu corto e il ritmo meno serrato, non riuscì a smettere di muovere il bacino verso di lei, assuefatto da quella sensazione inebriante.
     
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    Il corpo di Amerika, era di quanto più accogliente potesse sperare Rengoku per la sua prima volta. Sentiva il suo seme caldo, abbondante, riempirla di piacevolezza, il suo corpo sembrava abbeverarsene come in una fonte, trattenendone ogni goccia dentro e sopra di sè, come se non ne volesse perdere alcuna stilla. Mentre veniva, continuava a pomparla, prolungando il suo orgasmo, facendoglielo godere ancora più a lungo. Ad ogni spasmo il suo corpo produceva rumori disgustosi, ma per lei erano come il migliore dei canti, una canzone a cui si univa volentieri con i gemiti sottili della sua voce, complice, tentatrice. Anche il suo volto era contorto in un espressione oscena, peccaminosa ed ingorda, le labbra più gonfie che sembravano mordere l' aria in cerca di qualcosa. Vi avrebbe avvicinato l' elsa della spada, iniziando a succhiarla avidamente come se fosse la verga di Rengoku, ricolma di un desiderio che sembrava impossibile da saziare.
    MMMmmmmmmhhh♥! Sei ancora con me Rengoku ? Guarda che disastro che hai fatto ♥!
    Il suo tono sarebbe stato stuzzicante persino per un asceta, figurarsi il suo corpo. Il suo alveo era completamente fradicio dei suoi succhi e dello sperma del ragazzo, la lingerie e le calze totalmente infradiciate da quel che colava dai suoi buchini. Il fiore della sua intimità era completamente aperto, sembrava emettere delle piccole contrazioni, il clitoride campeggiava orgogliosamente gonfio ed arrossato.
    Io ti sento ancora duro, la tua fiamma non mi sembra per niente spenta. Non vuoi assaggiare anche quest' altra mia bocca ?
    Sembrava più una richiesta che una domanda, perché tra una parola e l' altra continuava ad avvolgere e leccare con la lingua l' elsa di Alastor, stuzzicando le più sordide fantasie del ragazzo.
     
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    Mentre assaporava il primo orgasmo che condivideva con una ragazza della sua vita, Rengoku si ritrovò ad annaspare confuso, con la faccia di chi si era pentito fino all'ultimo secondo, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato. Se i suoi occhi sembravano incerti, però, lo stesso non poteva dirsi del suo corpo: ancora saldamente ancorato a quello di Amerika come se non volesse farla scappare, la verga durissima incastrata alla perfezione nel suo delizioso e stretto buco, oramai traboccante di umori di ogni genere. L'istinto gli disse di separarsi da lai ma appena ci provò di nuovo quella carne bollente lo avvolse facendogli provare qualcosa di innaturale e perverso: il suo cazzo era sensibile da morire dopo l'orgasmo e neanche la spessa pelle che lo ricopriva sembrava aiutare in quel caso. I respiri si fecero più profondi e anche se aveva provato ad articolare un pensiero che lo spingesse a separarsi da lei, Amerika riuscì ad ipnotizzarlo di nuovo facendogli invidiare la spada che era finita tra le sue fauci. Sentiva l'odore della sua fica vogliosa invocarlo, sapeva che non voleva fermarsi e che voleva scoparla fino a riempirle il ventre. Ma non voleva privarsi di niente a quel punto, e anzi sembrava quasi mosso dall'istinto di togliere ogni cosa a quella spada e prendere il suo posto.
    Sì... si ancora... ne voglio ancora... voglio scoparti ancora...
    La voce del ragazzo era davvero immersa in un mare di lussuria dentro la quale stava annegando, e se trovò la forza di uscire da quell'anfratto perverso fu solo perché così avrebbe potuto assaporare anche gli altri buchi di Amerika. Ma sapeva molto bene in quale ordine li desiderava, così appena fu fuori e si ritrovò ad ammirare lo spettacolo che aveva generato, parlò in maniera più lucida.
    Prima però... la tua bocca... usami come la tua spada...
    Parlava, gemeva e respirava allo stesso tempo, mentre quella verga enorme, più grossa di prima, se ne stava imponente sopra alle natiche di Amerika, con tutto il seme che le aveva riversato dentro sopra, e l'odore femminile che quella ragazza gli aveva messo addosso come se fosse un marchio. Prima una ripulita e poi... avrebbero assaporato assieme il piatto principale.
     
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    Oramai Rengoku danzava sul palmo della sua mano, tra loro c' era una certa affinità nata dalla connessione delle loro carni. Non poteva percepire i suoi pensieri, ma le pareva di intuirli, sentiva il suo desiderio in ogni tremore, sentiva il suo calore sotto quegli spessi strati di pelle ed il suo respiro andava al ritmo del canto della perversione. La sua verga possente che usciva dal suo buchino, le fece emettere un altro piccolo gemito eccitato, le dispiaque rinunciare a quella sensazione, ma sapeva che non l' avrebbe abbandonato troppo a lungo, il suo corpo, il suo volere non l' avrebbe consentito così facilmente.
    E' stata la tua prima volta ? Non devi pentirti. Non devi vergognarti. C'è chi aspetta per tutta la vita, chi prova a riservarsi per la donna che ama, chi crede che nell' attesa si nasconda il piacere. Quanto si sbagliano, quanti muoiono soli. L' occasione giusta è la prima che hai il coraggio di cogliere.
    La sua espressione ansante ed arrossata la faceva impazzire, era troppo carino mentre il suo cervello gli gridava che aveva fatto la cosa sbagliata, mentre il suo corpo gli dava segnali totalmente opposti, ed Amerika sapeva perfettamente chi disponeva di argomenti più convincenti.
    Vuoi la mia bocca ? Vuoi che faccia una cosa tanto sporca ?
    La voce della ragazza suonava persino più provocante di prima, i rumori di quelle leccate sempre più forti e consistenti, come un piccolo tormento che per fortuna del ragazzo sarebbe stato di breve durata. Amerika lo avrebbe invitato ad alzarsi in piedi con un gesto, mentre lei sarebbe rimasta inginocchiata davanti a lui, gli occhi grandi totalmente pieni dello spettacolo di quella meravigliosa verga. Dapprima l' avrebbe solo assaggiata, sfiorandola con la punta della lingua, cogliendo parte di quel liquido caldo ed assaporandolo tra le labbra. Poi avrebbe iniziato a protendersi verso la punta, offrendo una piccola resistenza con le labbra per dargli l' impressione che stesse sfondando un altra porta, varcando una nuova soglia di piacere. Con la mano ne avrebbe accarezzato la lunghezza, sino ad arrivare alle palle, iniziando a massaggiarle in maniera sempre più consistente, quasi a controllare che le avesse spremute del tutto dei loro succhi. Inutile dire che sperava di no. Prima ancora che potesse rendersene conto, le labbra sottili di Amerika erano intorno al suo cazzo, muovendosi avanti ed indietro seguendo ipiccoli movimenti della testa, emettendo dei gemiti soffocati man mano che la sua consistenza le riempiva la bocca. Non lo prendeva completamente dritto, a volte lasciava che la punta le gonfiasse la guancia dall' interno, altre sembrava volerla lasciare ma all' ultimo si fermava e faceva scorrere la lingua lungo l' anello della cappella. Man mano la sua gola sembrava dilatarsi, Rengoku poteva sentire chiaramente le pareti calde, il solletichio dell' ugola, ben presto quasi tutta la sua verga sarebbe stata risucchiata da quelle labbra, che continuavano ad avanzare ed avanzare, quasi lo stessero divorando. Chissà quando il ragazzo avrebbe capito che poteva sfondare e scoparsi la sua bocca nella stessa maniera in cui aveva trattato il suo culo. Lo sguardo di Amerika ed i movimenti invitanti della sua mano lo avrebbero incoraggiato sempre di più e francamente, non ne vedeva l' ora.
     
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    Purtroppo per Amerika, Rengoku era un adolescente che per la prima volta aveva messo il cazzo nel culo di una ragazza, il che significava che il suo trattato di filosofia sulla prima volta non venne ignorato, ma semplicemente attraversò il cervello del giovane come una freccia attraversa una cascata. Se c'era un pensiero rivolto a lei, quello riguardava unicamente la voglia di tornare nel suo corpo e godersi l'ennesimo orifizio che lo avrebbe portato ancora una volta alla follia. Si ritrovò ad annuire distrattamente, senza dire nulla, quando Amerika gli chiese se doveva fare qualcosa di così sporco, neanche si rese conto di come stava muovendo il capo visto che, dopotutto, la maggior parte del suo sangue non si trovava lì nella testa. E in fondo non era neanche colpa sua: Amerika lo stava facendo apposta con quei movimenti sensuali, quello spirito perverso e quella voce seducente, lo aveva completamente stregato e asservito al proprio volere... o almeno questo gli avrebbe suggerito una coscienza sporca e colpevole. Non esitò neanche un pò: proprio come un cobra ammaestrato da un incantatore di serpenti e il suo flauto, balzò in piedi senza allontanarsi da Amerika, lasciando che lo dominasse con quella verga dura e insaziabile tra le labbra, fissandola senza mai distogliere lo sguardo da lei così da potersi godere non solo le sensazioni che gli provocava, ma anche il modo in cui se lo gustava. Non avrebbe mai pensato di vedere qualcuno tanto impegnato col suo membro, era davvero uno spettacolo osceno e Amerika sembrava sapere cosa faceva: il modo in cui le labbra lo assaporavano, con cui le dita lo accarezzavano in ogni punto, era come un delicato invito a farsi avanti, a chiederne id più. La sua bocca era irresistibile e man mano che la ragazza faceva urtare la cappella contro le sue guance Rengoku pensava sempre più chiaramente di dover assecondare quei movimenti. Le afferrò la testa, incerto, senza fare nulla inizialmente forse perché non sapeva esattamente cosa fare, non immaginava che quella gola si stesse scaldando solo per lui, impaziente di ricevere lo stesso trattamento che aveva subito quel morbido e irresistibile culo. Non distaccò mai lo sguardo, anche quando divenne imbarazzante vederla così presa da lui, l'unica cosa che riusciva a fare era respirare profondamente mentre quella verga picchiava sempre più forte, pulsando e diventando più dura mentre altre gocce di sperma risalenti all'orgasmo di prima iniziavano a farsi strada dentro di lei. Non volle privarsene, e lasciando da parte l'indulgenza iniziò a muovere il bacino verso di lei, assicurandosi che non si allontanasse troppo tenendole la testa per il capo e la nuca con entrambe le mani. Nonostante fosse venuto da poco era di nuovo vigoroso, e Amerika poteva sentirlo farsi timidamente strada dentro la sua gola, ad ogni affondo sempre più forte, sempre più giù, con la voce che cresceva, i gemiti che aumentavano e il desiderio negli occhi che bruciava come quella fiamma nera che l'aveva denudata poco prima.
     
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    Non ci volle molto perché gli istinti di Rengoku tornassero a prendere il sopravvento, i suoi movimenti stavano tornando a farsi sicuri ed irruenti, come piaceva a lei. La sua verga stava ridiventando gonfia, possente, era sempre più difficile da contenere, ma Amerika non si dava per vinta facilmente e voleva dimostrare a Rengoku che ogni centimetro della pelle di una donna, ogni piega o pertugio, poteva essere abusato e sfruttato per donare dei piaceri inaspettati.
    Mmmmhhhhh♥
    I gemiti di Amerika dimostravano tutto il suo impegno nel far godere Rengoku, e quanto si sentisse appagata di riflesso. La sua bocca era caldissima ed accogliente quanto le sue intimità, la lingua avvolgente e sinuosa, leccava ogni goccia di succo senza farsene sfuggire nemmeno una, senza bisogno di neanche una pausa per riprendere fiato, un esperta come lei aveva imparato ad usare il naso per respirare, e non avrebbe concesso neanche un istante di tregua al suo partner. Sentì le mani del ragazzo posarsi sulla sua testa ed iniziare ad accompagnarla nei movimenti, accellerando man mano il ritmo ed il vigore delle sue spinte, non doveva temere che la ragazza si sottraesse a tutto questo, non intendeva andare da nessun altra parte. Strinse la bocca e contrasse la gola, voleva far sentire un minimo di resistenza a quella verga che le finiva sempre più giù, oltre l' ugola, ma non bastava, non era abbastanza stretta per lui, doveva ricorrere ad un piccolo aiuto. Il ragazzo avrebbe avvertito una nuova sensazione sulla pelle, un intenso calore e morbidezza avvolgergli la base dell' asta in una maniera che le semplici mani di Amerika non avrebbero mai potuto fare, inoltre avrebbe anche sentito qualcosa di turgido sfregarvi sopra ad ogni affondo, come se due bottoncini di carne più consistente fossero anch' essi stimolati, diventando sempre più grandi e vagamente appuntiti. Se avesse avuto il coraggio di abbassare lo sguardo, il ragazzo avrebbe notato che Amerika aveva sollevato entrambi i suoi seni, stringendoli ai lati della sua verga nel più morbido e caloroso degli abbracci, come a voler meglio incanalare il suo cazzo dentro la sua bocca, accarezzandolo meglio di qualsiasi dito. Ogni volta che spingeva, poteva vedere quelle tette reagire, fremere ed ingrossarsi, bagnarsi lucide di saliva ed altri fluidi, la pelle candida farsi sempre più arrossata come se stesse violando e corrompendo qualcosa di bello e perfetto. Ancora meglio di un semplice massaggio alle palle, ed in ogni caso Amerika doveva utilizzare entrambe le mani per tenere su il suo balcone, entrambe le...dov' era finita la Spada ?
    Clang ! Clang!
    Alastor non era mai troppo lontano dalla stretta di Amerika, aveva solamente...cambiato posizione. Aprofittando della distrazione spiritata di Rengoku e del suo buchino ben dilatato dagli sforzi del ragazzo, Amerika si era letteralmente infilata l' elsa di quella spada demoniaca nel culo, ed ora quella lama le spuntava dalle chiappe come la piu oscena delle code, agitandosi e sbatacchiando a terra ad ogni spinta del ragazzo, vibrando dentro la sua sposa, trasmettendole un fremito incontrollabile che risaliva la spina dorsale e sembrava unirsi al piacere proveniente dalla sua bocca. Quando Rengoku l' avesse notato, avrebbe incrociato lo sguardo con Amerika, che in cambio le avrebbe rivolto quel che sembrava un sorriso, anche se aveva la bocca piena, e l' occhiata più perversa che il ragazzo avesse mai visto in vita sua.
     
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    Amerika riuscì nel suo intento di assorbire completamente il cervello del ragazzo: Rengoku non riusciva a pensare più a nulla che non fosse lei e ciò che gli stava facendo, e più andava avanti più quel corpo perverso lo divorava. Addirittura il seno di Amerika arrivò in suo soccorso, avvolgendo ciò che restava della verga del ragazzo mentre la punta e la parte iniziale svanivano tra le attenzioni della bocca della sua amante. Rengoku lasciò crescere quei gemiti di piacere senza più nessuna riserva, e anche quando provò ad abbassare lo sguardo verso di lei, la testa gli crollò rapidamente all'indietro, incapace di sostenere un simile spettacolo. La cappella pulsò tirandosi verso l'alto, spinta anche dal bacino del ragazzo che ora assecondava i movimenti di Amerika per cercare di affondare di più, più forte, quanto più possibile per godere delle sue labbra. Il suo sguardo, il suo seno, la sua bocca, erano un paradiso osceno, e più il ragazzo si muoveva più i rumori che producevano somigliavano ad una sinfonia perversa che avrebbe fatto rabbrividire chiunque li avesse incrociati a quel punto. ma non loro due. Loro due avevano solo la perversione a quel punto, e non serviva altro. Rengoku si preparò ad avvertirla che non mancava molto, ma quando alzò di nuovo il capo verso di lei, si rese conto di quella spada che scodinzolava da dietro di lei come se fosse un gigantesco vibratore. Avrebbe dovuto stranirsi ma in realtà... non era nulla di inatteso. Perché Amerika avrebbe dovuto mentirgli riguardo la sua spada? Decise di non pensare a niente a quel punto, di limitarsi unicamente a godere, e con rinnovato vigore le afferrò la testa e i capelli con la mano destra, spingendola verso di sé mentre il bacino pompava sempre più forte. La verga non smise mai di pulsare, e lo fece sempre più forte man mano che scavava dentro di lei e tra quelle tette meravigliose. Il sapore del seme del ragazzo invase la bocca di America, e lo fece in maniera irruenta mentre lui continuava a gemere rumorosamente. Non fu un orgasmo inferiore all'altro, anzi se possibile risultò ancora più abbondante, e mai la lasciò andare costringendola a berlo tutto. Era davvero una quantità di seme consistente, e ogni violento fiotto veniva accompagnato da un sospiro bollente, sensuale e che Rengoku non pensava di poter eseguire, ma che al suo corpo veniva naturale come respirare. Neanche si rendeva conto di quanto fosse portato per quel genere di esperienze, e la sua verga che continuò a venire dentro di lei fino all'ultimo senza mai perdere un grammo di turgore ne era la chiara testimonianza.
     
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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Appena quell'esplosione di piacere perverso si concluse, Amerika avrebbe sentito chiaramente qualcosa nel suo didietro tendersi fino a quasi strapparsi: qualcuno aveva appena piantato un piede sopra ad Alastor, infilandolo nel terreno e costringendo la ragazza in una posizione assolutamente innaturale.
    Hey dannati fenomeni da baraccone, avete intenzione di sporcare la mia scuola ancora per molto?
    Una voce sibillina, quasi artificiale e meccanica, tanto inquietante quanto stridente, si innalzò alle spalle di Amerika, proprio davanti a Rengoku. La voce che li aveva apostrofati e il piede che teneva la spada e la ragazza in quella posizione a dir poco dolorosa, appartenevano alla stessa persona: una figura nascosta da una kamen completa, con grossi artigli sulle dita, una corazza dall'aspetto vagamente inquietante e un respiro leggero, ma molto, molto evidente che traspirava dalla maschera. Emanava una pressione energetica intensa e stava chiaramente esercitando il suo potere: Alastor e le gambe dei ragazzi risultavano completamente incollati a terra, come se il pavimento si fosse sciolto e trasformato in una sostanza collosa che dire appiccicosa non avrebbe reso l'idea. Non era solo appiccicosa, ma anche effettivamente dura come il pavimento, danneggiarla risultava praticamente impossibile e da quella posizione, il ragazzo mascherato poteva fare quello che voleva, anche e soprattutto spingere la spada in avanti per costringere Amerika a fare lo stesso e continuare a infilarsi il cazzo di Rengoku in gola fino a soffocare. La testa del ragazzo mascherato si rivolse verso Rengoku con uno scatto innaturale, che agitò ala testa prima in una direzione e poi un'altra, mentre una risatina sibilante usciva dalla sua bocca.
    Finalmente ci incontriamo di persona, mostriciattolo... uno brutto come te non dovrebbe nascondere quella pelle di merda, eh Rengoku?
    Se il ragazzo aveva anche solo un briciolo di intuito, avrebbe capito che aveva davanti agli occhi il famoso Sovereign, che da giorni oramai lo tormentava senza mai farsi vedere in prima persona.
     
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    Amerika si stava godendo appieno tutto il vigore di Rengoku, la forza con cui le scopava la bocca e le tette, la sua gola che veniva irrorata dal suo seme bollente, così abbondante da farla quasi soffocare. Eppure Amerika cercò di non perdersene neppure una goccia, mandandone giù il più possibile, continuando a leccare la strana pelle di Rengoku per raccoglierne sempre di più, anche con il viso schiacciato contro di lui, ogni spasmo del suo bacino le si trasmetteva lungo tutto il corpo, come se fossero per un attimo un unica cosa. Si il ragazzo era decisamente dotato, avrebbe voluto continuare ad invitarlo anche in futuro nei suoi giochi. Anche lei sembrava piuttosto presa, quasi incantata come Rengoku, per cui non si sarebbe minimamente accorta di quella presenza in costume alle sue spalle, sinché non sarebbe stato troppo tardi ed avrebbe piantato un piede sulla sua spada.
    Mmmrhghh!
    Amerika avrebbe avuto ancora la bocca troppo piena della verga di Rengoku per emettere un vero e proprio grido di dolore, ma come quell' intruso spinse sentì chiaramente l' elsa penetrarle ancora più a fondo nel culo, con violenza, torcendole le budella. Il primo istinto sarebbe stato di sfuggire a quel dolore, sottrarsi a quella pressione, ma l' unica cosa che avrebbe ottenuto sarebbe stata di ficcarsi ancora più a fondo in gola la verga pulsante di Rengoku, sin quasi al punto di soffocare. Intrappolata davanti, intrappolata dietro, non aveva alcuna via di fuga in quella situazione. Forte.
    Il nuovo arrivato sembrava avere qualcosa da dire a Rengoku, sentiva la sua voce attutita ed ovattata come se indossasse una maschera, non riusciva nemmeno a capire se si trattasse di un uomo o una donna. Era un amico di Rengoku ? Un suo nemico ? E soprattutto, gliene importava qualcosa ?

    Mhhrrghhmmmm...spit...roasted♥!
    Amerika non sarebbe rimasta comunque inerte, con le mani avrebbe cinto la vita di Rengoku, cercando di guadagnare un appoggio in quella posizione precaria ed innaturale, ed avrebbe iniziato a...spingere. Avanti e indietro, avanti ed indietro, alternando la penetrazione della gola a quella del posteriore. La sua schiena, il suo intero corpo erano sottoposti ad una tensione innaturale, il suo buchino sensibilissimo costretto ad una dilatazione così dolorosa che era quasi sul punto di strapparsi e lacerarsi, tante piccole gocce di sangue arrossavano i fluidi che colavano lungo l' elsa, eppure...Amerika sembrava godersela. I suoi gemiti di dolore stavano diventando indistinguibili da quelli di piacere, il suo corpo pareva muoversi in maniera quasi automatica, non un lamento, non una richiesta di pietà, anzi la ragazza sembrava aver decisamente gradito quell' improvviso cambio di registro e non aveva alcuna intenzione di smettere, nessuna remora per gli amichetti di Rengoku ed i loro incontri importanti. Forse non avevano capito che era una ninfomane di prima categoria e più alzavano l' asticella, più Amerika si sarebbe trovata a proprio agio.
     
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    L'estasi dell'orgamo aveva completamente ovattato i suoi sensi, rendendolo simile ad un bambolotto che ne chiedeva ancora e ancora, l'unica cosa che riusciva a immaginare era di infilarsi tra le gambe di Amerika, leccarla fino a che non avrebbe gridato soddisfatta del favore ricambiato, per poi possederla come un'animale come aveva già fatto con il suo culo. Era un buon piano, ma quando si rese conto che la ragazza non si stava allontanando e anzi, veniva forzatamente spinta verso di lui, sobbalzò come se volesse aggrapparsi a qualcosa per rimettersi in piedi, fallendo miseramente visto che il terreno lo stava risucchiando. Poi, finalmente riuscì a mettere a fuoco la voce che si stava sollevando su di loro, e quando capì di cosa si trattava, un guizzo di adrenalina lo fece rinsavire. Provò ancora una volta a strappare le mani da terra serrando i denti rabbiosamente, ma la spinta di Amerika gli strappò l'ennesimo gemito di piacere, togliendogli le forze e facendolo crollare contro il primo ostacolo dietro di lui, costringendolo a guardare inerme lo spettacolo. Finalmente ce lo aveva davanti.
    Quindi sei tu... tu sei Sovereign...!
    Avrebbe voluto, e dovuto, dirgliene quattro, oltre che suonargliele di santa ragione visti i trascorsi e la situazione, ma anche se stava martoriando e torturando la povera Amerika, al tempo stesso stava anche spingendo la gola di quella ragazza intorno all'asta di Rengoku, ben lungi dall'essere sazia o vicina alla stanchezza, ma essendo giunta da poco a due orgasmi di fila risultava sensibile da morire. Inutile sottolineare quanto fosse difficile articolare un pensiero coerente in quella situazione, e per quanto la rabbia fosse grande e l'immagine di Amerika torturata gli faceva desiderare giustizia, dall'altra doveva rendersi conto che oltre ad essere dannatamente bloccato a terra, non riusciva neanche ad opporsi a quelle sensazioni che provava. Era sbagliato: Amerika stava venendo torturata brutalmente e soffocata, ma quei versi di dolore, piacere, e quella gola bollente ancora sporca del suo seme lo stavano facendo impazzire.
    Lasciala in pace... è una cosa tra noi due...
    Non riuscì a dire altro, e lo fece a denti stretti mentre la verga pulsava sempre più forte dentro di lei, come se fosse pronta a raggiungere un altro orgasmo in qualsiasi momento, e i suoi fianchi si muovevano quasi autonomamente assecondando le spinte generate da Sovereign. Aveva una gran voglia di pestarlo sul serio, ma in quella situazione era sotto scacco.
     
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    La malefica risata di Sovereign, ovattata dal suo casco e da quei sinistri movimenti del suo collo, non si fermò neanche per un istante e anzi, vedere Rengoku così in difficoltà mentre invece la sua amichetta si godeva il momento ignorando completamente il dolore rese tutto ancora più esilarante, tanto che lo spietato studente mascherato iniziò a muovere il piede con molta più decisione, spingendo la ragazza verso Rengoku più forte, e di conseguenza aumentando l'intensità con cui la spada le martoriava le interiora.
    Ohi ohi ma che succede? Guarda che ti stai sbagliando amico, qui l'unico che non si sta divertendo sei tu...
    Ignorò bellamente i guaiti e le minacce di Rengoku, mentre prendeva una chiara posizione su cosa dovesse fare a quel punto per godersi il momento al meglio: mentre spingeva più forte con la gamba, slacciò la parte alta dei suoi pantaloni per far uscire anche la sua di verga, per poi sfilare Alastor dal buco di Alice in un colpo solo, sbattendo la spada a terra e bloccandola sul pavimento come aveva fatto anche con gli altri due.
    E adesso mi unisco alla festa...
    Amerika avrebbe sentito chiaramente quello strano membro infilarsi dentro il suo culetto con una facilità disarmante, non solo perché già dilatato dal lavoro di Rengoku e di Alastor, ma anche perché completamente sporco di sangue. Appena quella verga fu dentro di lei, questa si ingrossò gradualmente al ritmo delle risate di Sovereign, andando a toccare le sue parti più profonde e ferite, producendo tanto piacere quanto dolore nel suo povero orifizio. La cosa accese immediatamente l'entusiasmo dell'aggressore che afferrandole con forza le natiche iniziò a sculacciarla prima con una mano e poi con l'altra, fottendole quel buchino con vigore crescente, facendo sparire l'asta rosea e quasi artificiale dentro di lei mentre si godeva i suoi mugugni.
    Ahahahah! Wow! Ma questa tizia non ce l'ha più un culo! Potrei infilarci un braccio qui dentro! Che c'è, Rengoku? Sei così brutto che devi cercarti donne così navigate? E tu che cazzo di problema hai? Alla tua età hai già il culo di una scrofa esperta? Credo proprio che mi divertirò con voi due!
    Se Alice sperava di abituarsi, avrebbe preso realizzato che quella verga non tendeva affatto a raggiungere un limite, ma anzi si gonfiava e si allungava sempre di più, come se potesse raggiungerle la bocca impalandola viva. E più si allargava, più le sue natiche si arrossavano perché i colpi di quelle manate non erano affatto delicati o deboli: quel ragazzo mascherato aveva una forza considerevole, sicuramente superiore a quella di Amerika e Rengoku messi assieme, non avevano possibilità di liberarsi dal suo gioco perverso e umiliante.
     
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