Effetti Collaterali

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    Elise non rifiutò il suo gesto, anzi lo ricambiò, dimostrandogli che anche lei, potendo scegliere, avrebbe fatto di tutto per rimanere assieme a lui. Era strano il legame che si era creato tra di lor, ma faceva bene ad entrambi. Ad Elise conferiva forza, sicurezza, ma soprattutto un amico prezioso e leale. Berith invece riusciva a combattere quell'indecisione e quell'inerzia che da sempre avevano caratterizzato la sua vita, illudendosi di essere destinato a rimanere solo, perché unico. Ma forse era proprio questo il punto: ogni essere vivente è unico a modo suo, anche gli esseri umani che si somigliano tra di loro, ma esistono quelli capaci di rendersi speciali. Elise non era come tutti gli altri, forse era più simile a lui rispetto a tutti gli altri membri della sua razza. Quindi che male c'era a scegliere di restare con lei? Di fronte a quella realizzazione, proprio mentre le loro bocche erano così vicine, Berith venne colto da un'epifania: forse quello che voleva davvero era farla sua, assicurandosi una volta per tutte che non vedesse più in lui soltanto lo strumento della sua vendetta o un ideale alleato, ma un vero e proprio compagno. Forse, in realtà, lei lo vedeva già così, e semplicemente Berith ci aveva messo troppo a capirlo. Ma la differenza di comunicazione era un baluardo assai difficile da ignorare. Le carapaci sul suo corpo si sollevarono, sembrò ingrossarsi come se stesse prendendo un profondo respiro, era pronto a ricambiare a modo suo quel "bacio" ma si rese conto che avevano già ceduto alla carne in quel modo. Il sentimento che stava muovendo Berith in quel momento era molto, molto diverso. Non poteva limitarsi a saltarle addosso. Cercò di darsi un contegno, respirando normalmente mentre la sua lunga e massiccia lingua avvolgeva quella di Elise, baciandola in maniera più pacata, per quanto a un mostro del genere gli fosse concesso. Cercò di non esagerare offrendole il sapore del suo corpo, acceso da una bioluminescenza tanto tenue quanto decisa, tipica di quando provava emozioni forti. Poi però la lasciò andare, tirandosi indietro sulla vasca, prima senza opprimerla col suo peso, poi uscendo fuori oramai pulito a dovere. Sembrava quasi che la stesse rifiutando ma, in realtà, adesso che aveva messo le distanze tra di loro, Berith aveva assunto una posizione quasi solenne, sembrava quasi una mitologica bestia che si prepara a fare la dovuta presentazione al campione che l'ha finalmente trovata. A causa del suo metabolismo in funzione, Berith fece perdere alle pillole che lo tenevano minuto una punta della loro efficienza: non tornò alle sue dimensioni naturali ma crebbe di qualche stazza, diventando più grosso del normale. Le propaggini che prima avevano abbracciato Elise gli scivolarono ai lati assumendo un movimento simile a delle piccole onde, come se il vento le stesse trascinando via, mentre lo sguardo diventava brillante come la bioluminescenza che si accendeva dalle corazze intorno al collo. Dava davvero l'idea di voler fare un discorso solenne.
    Stanotte stipuliamo un nuovo contratto, Elise. Non voterò più solo la mia forza e la mia mente alla tua missione, ma anche la mia carne. Se tu farai lo stesso con me. Ti desidero... come femmina.
    Mentre pronunciava quelle parole, la bocca si muoveva a stento, sembrava più un sussurro che una vera dichiarazione. La luminescenza di Berith si fece più intensa, stava cercando di attirare l'attenzione, e alzava il suo calore così come la sua pressione energetica. Ma non come si fa contro un nemico: non la schiacciava né le toglieva il fiato, condivideva piuttosto la sua forza e il suo calore, invitandola non solo con la vista ma anche con tutti gli altri sensi. Quello era... un rito di corteggiamento?
     
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    Eccola di nuovo lì a scambiarsi effusioni intime con un kaiju. Una creatura totalmente diversa da lei, e per cui provava un attrazione diversa, non era quella tipica che si prova per un uomo umano che piace. Era profondamente diversa e forse anche più forte. Non riusciva nemmeno a spiegarselo, quindi si limitava a viverlo. Mentre le loro lingue si incrociavano in un bacio bestiale, il cervello di Elise continuava a chiederle cosa diamine stesse facendo, la logica la portava a pensare che avrebbe dovuto allontanarlo, renderlo simile ad un collega. Il suo cuore però chiedeva l'esatto opposto, voleva rendere più profondo il legame con lui, anche se sapeva che poteva soffrirne dopo. Quando le loro labbra si separarono, e lo sentì allontanarsi, pensò che forse anche Berith stava pensando le stesse cose, e probabilmente lui essendo più saggio faceva bene a mettere un freno a quella stranissima situazione. Elise rimase ferma dentro la vasca, totalmente nuda, bagnata, con i suoi lunghi capelli di corallo sciolti, che le ricadevano morbidi sul corpo. Sollevò le mani per poggiarle sulle braccia, come se avesse voluto abbracciarsi da sola. Si diceva che era meglio così, che dovevano tenere le distanze. Visto che lei non ce l'aveva fatta, era un bene che lo stesse facendo lui. Così si diceva mentre cercava in tutti i modi di non far salire la tristezza, stringendo le dita forte attorno alle braccia. Berith sembrava voler dire qualcosa di importante, ed Elise credeva che fosse il suo modo di dirle le cose seriamente e con garbo. Annuì quando lui le disse che avrebbe stipulato un nuovo contratto, aspettandosi però che il discorso sarebbe andato a parare da tutt'altra direzione. Elise strabuzzò gli occhi, ed aprì la bocca stupita. Cosa stava dicendo? Si sentiva strana, avrebbe dovuto avere freddo visto che era bagnata, invece aveva caldo. Ed in più sentiva la presenza del Kaiju tutta intorno a sé come se almeno con lo spirito stesse tenendo le dimensioni naturali. Avevano già ceduto alla carne, forse non era quello che stava dicendo. Le stava dicendo che la voleva come femmina, e sembravano parole scelte con cura. Elise capì che non stava parlando di mero sesso. Sentirglielo dire suonava assurdo alle sue orecchie, ma allora perché il cuore batteva così forte? Uscì dall'acqua, credendo che fosse essa a darle quella sensazione di caldo, quando in realtà erano le mille emozioni che le vorticavano dentro.
    Ma che stai dicendo? Era incredula, confusa, quello che aveva appena detto non era niente di convenzionale.
    Sono minuscola, debole e ... piena di casini... sono io un casino... Si passò le mani sul volto, non sapeva cosa fare, per la prima volta in vita sua non aveva idea di cosa fosse la cosa giusta.
    Come si fa?... Io... Non sapeva cosa aggiungere, non voleva iniziare a blaterare del fatto che non si è mai visto niente di simile. Quindi in effetti non aveva idea se fosse una cosa così folle o meno.
     
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    La dichiarazione di Berith sembrava aver messo in difficoltà Elise, una reazione abbastanza inaspettata da parte del Kaiju che fino a quel momento l'aveva vista agire come una vera e propria leonessa, capace tanto di gestire i suoi guai e i suoi problemi, quanto dedicarsi alla sua famiglia e alle cose importanti. In via del tutto curiosa e che non riusciva ancora a comprendere bene, il Kaiju si sentiva in un certo senso soddisfatto nell'essere riuscito a farla cedere, un pò come se solo lui conoscesse quel "punto debole" di Elise, qualcosa che avrebbe custodito e che di certo non avrebbe usato mai contro di lei. Almeno, così si ripromise, ben conscio che in quel momento non poteva più permettersi di tirarsi indietro o usare mezzi termini. Quelli come lui non si rimangiavano di certo le parole. Mantenne un tono serio e non smise mai di fissarla, anzi le placche intorno al suo collo si aprirono ancora di più, brillando più forte ed emettendo un calore sempre più intenso, sembrava quasi che volesse attirarla a sé con quel suo modo di fare tanto mostruoso quanto affascinante. Nonostante all'occhio poteva sembrare una centrale nucleare pronta ad esplodere, l'istinto e gli altri sensi lo facevano sembrare estremamente calmo, privo di aggressività. Non c'era nessun pericolo in quella stanza con lei, solo un mostro passionale che arrossiva in modo molto diverso da lei.
    Non riesco ancora a capire del tutto cosa sia un "casino" per voi esseri umani... ma credo che per una donna "incasinata" come te non serva un compagno normale. Tra tutti quelli che hai, lascia che io diventi il "tuo" casino, e affrontiamo gli altri assieme.
    Berith era sempre riuscito a comunicare con lei, nel bene e nel male, ma per la prima volta non si stava limitando a parlare "la sua lingua", sembrava proprio che stesse cercando di parlare come lei, come un essere umano, comunicando come farebbe un suo simile. Stava cercando di avvicinarsi. Impacciato da parte di un Kaiju, ma non se ne vergognò minimamente, quelle parole venivano dal suo cuore quindi sapeva che non aveva davvero importanza se avevano senso o meno. L'importante era che le arrivassero i suoi sentimenti.
    Non posso più tornare sui miei passi, quindi se le parole non bastano, lascia che te lo mostri.
    Un modo per dirle che in quella situazione non sentiva il bisogno di spiegare. Iniziò ad abbassare gradualmente la sua temperatura, senza mai farla sparire del tutto, così come la sua bioluminescenza. Poi prese a camminare lentamente fuori dal bagno, dirigendosi verso la camera di Elise. Teneva lo sguardo in avanti, mentre le propaggini ai lati del suo corpo oscillavano e vibravano all'indietro verso la donna, come se stessero formando un percorso luminoso da farle percorrere. Chiunque, ogni singolo essere umano sulla faccia della terra, a vedere quello spettacolo avrebbe potuto capire una cosa sola: un mostro terrificante l'aveva ingannata o la stava ipnotizzando per trascinarla verso la sua tana per poterla divorare... o peggio. Ma Elise non avrebbe percepito da lui né malvagità, né istinto omicida. L'unica cosa di cui avrebbe dovuto avere paura a quel punto era di non essere in grado di tornare indietro dopo qualcosa del genere... ma questo spettava a lei decidere se lo voleva. Berith, completamente asciutto per via del suo calore, salì sul letto di Elise trasformando la sua stanza in un incubo di luci che rimbalzavano sulle pareti, sembrava un sogno febbrile al buio, anche più di quanto non lo era stato in bagno, forse era in quel modo che i Kaiju della sua specie seducevano le femmine: usando i colori sulle pareti per attirare l'attenzione che poi venivano riflessi sulla sua carapace nera, cambiando del tutto il suo aspetto e facendolo apparire più variopinto che mai. Il mostro assunse una posizione simile a quella di una sfinge, ma invece di starsene dritto davanti a lei, era piuttosto acciambellato sulla parte superiore del letto, offrendole il fianco ed invitandola a raggiungerlo.
     
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    Più ci pensava, più capiva che il discorso di Berith era impossibile da fraintendere. Voleva che Elise diventasse la sua "femmina", mille pensieri strani le passarono per il cervello. Era evidente che non era solo questione di sesso, dato che lo avevano giù fatto. Ed ancora Elise si chiedeva come diavolo aveva fatto a sentirsi eccitata da una creatura così diversa da lei. Che significava diventare la sua femmina? Voleva fare delle "uova" con lei? Voleva solo starle vicina anche dopo che la loro missione sarebbe finita? Ma certo doveva essere quello il motivo principale. Cercò di calmarsi di darsi risposte sensate, ma quella che aveva più senso fu quella di Berith. Ad una "incasinata" come lei allora non serviva un compagno normale. Quel ragionamento era del tutto logico e non riuscì a trovare argomenti per ribattere. Rimase quindi lì a boccheggiare, a fare piccoli versi di confusione. Il Kaiju alla fine le disse che se non riusciva a dirglielo a parole voleva mostrarglielo. Elise si ammutolì del tutto e attese di vedere di cosa stesse parlando. Notò che aveva abbassato la temperatura poi lo vide allontanarsi, somigliando più ad una misteriosa creatura marina che nuotava placida, ipnotizzandola con giochi di luci per farsi seguire. Elise non capì cosa stesse facendo, così si affrettò a seguirlo, afferrando un asciugamano per darsi una rapidissima asciugata, e metterselo sulle spalle. Quando entrò nella sua camera, Elise fu colpita da come il corpo del Kaiju si accendeva di luci che si riflettevano su ogni superficie della stanza. Per un solo attimo temette che stava per esplodere di energia, ma quando notò che quelle luci erano anche su di lei, ma non arrecavano nessun tipo di disturbo, capì che forse era il suo modo di "mettersi a nudo" a sua volta. Capì che la stava aspettando. Elise timorosa si avvicinò a lui. Si sentì meno agitata di prima, ma non meno nervosa. Si sedette vicino a Berith e timidamente portò la mano sulla zampa della creatura, carezzandogliela, mentre con i suoi occhi vagava sul corpo di lui, affascinata da quel gioco di luci.
    Non ti ho mai visto così, stai bene? Chiese ingenuamente, lei infondo non conosceva il linguaggio del corpo dei Kaiju, e l'unica volta che lo aveva visto illuminarsi tanto fu quando aveva sparato un laser dalla bocca che aveva ucciso i suoi nemici. Cos'era quello che stava vedendo? Non trasmetteva nessun tipo di pericolo, ma aveva paura che magari fossero dovuti ad emozioni forti, o chissà.
     
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    Ben conscio che quel comportamento avrebbe potuto spaventare o quantomeno sorprendere Elise, Berith rimase in silenzio, fermo sul letto, intento ad osservarla mentre si avvicinava al suo ritmo, senza forzarla o metterle fretta. Lo sguardo del Kaiju però non era rivolto a nulla che non fosse lei, donandole la sua massima attenzione. Anche il resto del corpo era fermo, calmo: stando con lui forse Elise aveva notato come spesso le sue propaggini, al sua coda o altri organi fossero sempre all'erta dedicandosi ai più svariati elementi che li circondavano al fine di mantenere uno stato di allerta, ma in quel momento tutti i suoi sensi erano unicamente dedicati a lei.
    Non mi sento così bene da molto, molto tempo.
    Rispose con un tono profondo, ma basso e pacato, sembrava voler mantenere la voce non troppo alta così da non disturbare la bambina e soprattutto non intimorire lei. Quando si sentì toccare, le propaggini di Berith si allungarono verso Elise per cingerle i fianchi, avvicinandola a sé come se volesse abbracciarla. Il muso del Kaiju si rivolse verso quello della donna, respirandole addosso. Il suo fiato era bollente, ma non così tanto da darle fastidio. Somigliava a duna di quelle tiepide stufe alla quale era impossibile stare troppo lontani per via del piacevole tepore che portano sulla pelle.
    Non è la prima volta che stiamo così vicini, anzi... siamo stati anche più intimi. Forse in quelle occasioni ti ho messa a disagio, magari sarai anche spaventata dopo che mi hai rivisto nelle mie dimensioni reali. Ma sappi che non ho intenzione di farti del male, anzi... vorrei l'esatto opposto. Più che una semplice valvola di sfogo... vorrei mostrarti come posso darti piacere. Se me lo permetterai.
    Perfino per un mostro come lui, allo spettro opposto dell'umanità e della coscienza, il consenso era qualcosa di fondamentale, alla base del rispetto anche tra specie, quindi inalienabile di fronte a qualcuno che si considera il proprio partner. Forse quello era un modo molto strano e romantico per dirle che voleva farla godere sul serio, ma Berith stava procedendo a tentoni, cercando di aprirsi a lei nella maniera più spontanea quanto più rispettosa possibile. Non c'erano più dubbi sulle sue intenzioni, ma sembrava aspettare una risposta, come se il modo di fare di Elise fino a quel momento non avesse fatto altro che assecondarlo per tenerlo buono. Non poteva bastare per un essere come lui, se davvero doveva farlo allora lo avrebbero fatto assieme.
     
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    Erano già stati in intimità, ma in quel momento Elise si sentiva nervosa, e non riusciva nemmeno a capire il perché. In realtà lo era perché capiva perfettamente che era un momento importante, che ciò che stava facendo Berith con il suo corpo aveva un significato. Arrossì nel sentirsi dire che lui non si sentiva così bene da molto tempo. Intuiva che aveva un fondo di romanticismo e le sembrava ancora assurdo, eppure lui continuava a fissarla più serio che mai. A lui non sembrava poi così assurdo ciò che le aveva chiesto, a sentirlo parlare sembrava tutto così facile, così naturale. Elise aveva quasi la sensazione che fosse lei quella aliena, quella che non capiva una cosa così semplice. Non oppose resistenza quando lui la strinse nel suo abbraccio, il calore che emetteva la aiutò a rilassarsi. L'asciugamano che aveva sulle spalle scivolò verso il basso placidamente.
    Io so che non vuoi farmi del male, e non temere, non mi hai mai messo a disagio. Diciamo che quelle volte ero sempre molto sorpresa. Sorpresa di se stessa, perché le era piaciuto, al punto che lo avevano fatto altre volte. Andando contro ogni pensiero logico. Perché adesso le stava chiedendo il permesso? Perché si era mostrata titubante? O perché si era mostrata spaventata? Non era di certo la fisicità del loro rapporto che la spaventava, ma come poteva spiegarlo al Kaiju senza ferire i suoi sentimenti? Lui sembrava davvero intenzionato a dimostrarle qualcosa, ma non voleva sopraffarla come era successo le altre volte. Elise arrossì fino alle orecchie e tirò fuori a parole ciò che stava pensando.
    M-mi stai chiedendo di fare l'amore non è così? Forse era il suo modo per esprimere i suoi sentimenti? Voleva farlo "fisicamente"? In effetti quando veniva difficile parlare o trovare le parole adatte, forse entrare in intimità poteva comunicare molte più cose, senza l'uso delle parole. Elise posò la sua fronte contro il capo di Berith, prese un profondo respiro, chiuse gli occhi ed iniziò a carezzare la mascella del Kaiju, adagiandosi contro di lui gradualmente in un abbraccio.
    Sarebbe la prima volta che faccio l'amore dopo che sono rimasta sola. Elise alludeva al fatto che fare l'amore con lui significava aprirgli il cuore, e se lo faceva non poteva più tornare indietro.
    Avevi detto che volevi mostrarmi ciò che con le parole mi sembra assurdo. Sono qui, mostramelo...
     
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    Elise, oltre che ad averlo accettato, sembrava impaziente di scoprire cosa Berith avesse in serbo per lei. Non che ci fosse un segreto da svelare o una sorpresa da compiere, ma era ovvio che in quel momento stavano per condividere qualcosa di unico. Fino a quel momento, Berith aveva ceduto con lei nella carne, tanto per sfogo quanto una forte attrazione nei suoi confronti, ma se fino a quel momento avevano sperimentato, adesso il Kaiju aveva intenzione di fare un passo avanti, e non trattenersi più. Aveva girato attorno a quel punto non per timore, ma per rispetto nei suoi confronti, una sorta di cerimonia di accoppiamento meno selvaggia, soprattutto considerando la differenza tra le loro specie. Non sapeva nemmeno se Elise sarebbe stata in grado di assaporare tutto di lui, ma Berith aveva già deciso di concedersi a lei completamente, e non solo come amante. Dopo quell'ultima delicata effusione, Berith iniziò a spingersi verso di lei, muovendo il muso sulla faccia di Elise come se stesse cercando di baciarla o di coccolarsi con lei. Le piastre di carapace si spalancarono di colpo, mentre un denso fumo simile a vapore si allargava dal suo corpo. Sembrava quasi che avesse sudato tutto in una volta ogni goccia di acqua che aveva in corpo, ma a giudicare dall'odore quelle non erano secrezioni, quanto più energia allo stato puro. Di colpo tutta la luce che si rifrangeva nella stanza era scomparsa e si era accumulata dentro di lui, sembrava quasi che la bioluminescenza del suo corpo stesse plasmandosi all'interno di una fornace vivente, prima allargata a tutto il corpo, poi concentrata sulla gola, sul petto e infine sul suo ventre. Qualcosa era cambiato ma Elise, non essendo una combattente, non poteva percepirlo chiaramente. Tuttavia, ne avrebbe presto avuto un assaggio. Abbracciata dalle propaggini di Berith, la donna sarebbe stata spinta sul letto da quella creatura, non era un abbraccio umano ma si sarebbe sentita come se un focoso amante l'avesse finalmente spinta sul letto, schiacciandola schiena contro il materasso per poi coprirla con tutta la sua mole. Berith era pesante e massiccio, abbastanza da farla sentire impotente, tuttavia tutto quel calore aveva ammorbidito l'altrimenti durissima carapace, rendendolo più simile ad un cuoio bollente che a duna fredda pietra. Lui era stato anche abbastanza attento da non piantarsi di peso su di lei, distribuendo piuttosto l'equilibrio del suo corpo per evitare di farle del male. In quella posizione poteva sentirsi completamente catturata da quella belva che, sopra di lei, troneggiava impaziente facendole sentire sul ventre la sua impazienza. La verga di Berith non aveva assolutamente niente di umano, era massiccia come quella di una grossa bestia e grondava di un liquido tanto denso quanto fluido che serviva a lubrificare le sue amanti. Già in passato ne aveva avuto un assaggio ma in quel momento non era solo più caldo e turgido del solito, era anche illuminato da una bioluminescenza insolita, visto che quel sesso non aveva organuli brillanti. Sembrava più che altro sotto l'influenza di qualcosa al suo interno, un'energia intensa che Berith aveva accumulato dentro di sé e che finalmente si apprestava a condividere con lei. Le propaggini che la circondavano completarono più di un giro intorno al suo petto fino a che le punte non raggiunsero i capezzoli di Elise, allargandosi come piccole bocche per poi circondare quelle punte di carne irresistibili. Elise avrebbe sentito come se delle ventose, o delle piccole bocche, avessero iniziato a stuzzicare quelle parti sensibili del suo corpo, mentre Berith da sopra al suo ventre iniziava a muovere il bacino sfregandosi contro la sua caldissima intimità. Stava condividendo non solo quel liquido caldo per poterla lubrificare, ma anche la sua pazienza, dandole il tempo di assaporare il momento, come una docile preparazione. Si sentiva impacciato, forse Elise si aspettava che le saltasse addosso e basta, mordendole il collo da dietro mentre la scopava selvaggiamente fino al mattino seguente. Ma Berith non stava cercando di lasciarle un marchio, né di riempirle il ventre di uova come una bestia qualsiasi. Voleva amarla, come aveva detto lei, voleva un legame che non fosse solo sesso ma che li facesse diventare ciò che volevano entrambi: amanti.
    Stanotte non ci sarà solo la mia carne dentro di te... condividerò tutta la mia essenza... sentirai un calore mai provato prima, ma non avere paura, non brucerai. Sentirai cosa sento io quando carico forza vitale dentro di me... per stasera, esploderemo insieme.

    Edited by Hyperion Arcade - 7/2/2024, 07:42
     
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    Elise continuava a non capire cosa esattamente Berith trovasse di attraente in lei. Era una normalissima donna umana, debole e con un problema ossessivo di vendetta. A dire la verità, inizialmente Elise aveva sospettato che lui volesse aiutarla solo per poter incontrare un suo simile, dopotutto oltre a Poppezinga non si sapeva di altri Kaiju nelle vicinanze. Non avrebbe mai immaginato che le cose si sarebbero sviluppate in quel modo. E sebbene il cervello cercava di trovare una spiegazione logica senza riuscire a trovarla, il suo cuore conosceva già la risposta. Elise lo lasciò fare, e ricambiò la "coccola" sfregando il suo viso contro il muso del Kaiju, irrigidendosi un momento quando spalancò la carapace. Al primo impatto pensò di aver fatto qualcosa di sbagliato, poi però notò che il suo corpo aveva iniziato ad emettere del fumo, facendola preoccupare. Non aveva idea di cosa potesse significare, e a dirla tutta temeva che stesse succedendo qualcosa di strano a lui. Lo guardò negli occhi per sincerarsi che stava bene, e capì che non doveva preoccuparsi inutilmente. Sentiva l'energia di Berith circondarla e allargarsi nella stanza. Ebbe la sensazione che le girasse la testa. Si ritrovò a fissare la figura del Kaiju che inglobava quell'energia dentro di lui illuminandosi in modo diverso. Le sembrava di ritrovarsi in un sogno, e sembrava pienamente intenzionata a viverlo. Timidamente Elise allungò la mano per toccare la gola del Kaiju, lì dove vedeva un riverbero di luce. Per Berith fu come spostare una bambolina di pezza, leggerissima e quindi anche fragile. Elise non ebbe paura quando la sormontò con il suo peso, non si sentiva schiacciare, ma si sentiva coperta ed al sicuro. Lo carezzò sulle spalle, sulla testa e poco dopo sentì che qualcosa di caldo e duro si poggiava contro il suo ventre nudo. Lo aveva già sentito altre volte, ma in quel momento lo percepiva leggermente diverso, c'era molta cura in come si stava muovendo su di lei, di come le sue propaggini le circondarono il busto, massaggiandole la pelle, per poi fiondarsi sui capezzoli. Elise sospirò di piacere, i suoi capezzoli si inturgidirono presto, ma lei continuò a guardare negli occhi Berith. Aveva uno sguardo diverso dal solito e non riusciva a non perdersi nelle sue iridi iridescenti. Quando lui iniziò a sfregarsi contro di lei, per spargere il suo nettare, Elise lo aiutò sollevando il bacino, per angolarlo e sentire la verga del mostro che si sfregava direttamente contro le sue labbra vaginali. Il volto di Elise si arrossò per l'eccitazione. Quella meravigliosa sensazione non avrebbe mai potuta provarla con un altro essere umano. Elise non sapeva come toccarlo esattamente, dove fossero le sue zone erogene. Lo carezzava sulle spalle, sul collo. E mentre esplorava il suo corpo con le dita, Berith le sussurrò ancora altre parole. Inizialmente la allarmò: "esplodere insieme" poteva sembrare pericoloso, ma poi sorrise pensando che volesse risultare sicuramente seducente. L'aveva già fatta godere tantissimo in passato, e non sapeva cosa aspettarsi, ma sapeva che non le avrebbe mai fatto del male.
    Mi fido di te. Gli sussurrò con la voce ansante ed eccitata. Fu allora che ricordò l'esperienza avuta dentro la sua bocca, e pensò che forse una zona erogena era proprio la bocca. Sollevò la testa e leccò le fauci di Berith, aspettando che lui socchiudesse la bocca a sua volta per allungare la lingua e baciarla come avevano fatto altre volte. Questa volta però Elise non si limitò a succhiare la punta della lingua di Berith, insinuò le dita nella sua bocca, esplorando la cavità con dolcezza, carezzandone la lingua.
     
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    Non si era spinto oltre per lasciare ad Elise la possibilità di assaporare il momento a modo suo, di esplorarlo proprio come il Kaiju stava facendo con lei, e questo diede i suoi frutti. Dopo essersi abituata alla sua vicinanza, la donna cercò la bocca del Kaiju, baciandolo e invogliandolo ad aprirla così che potesse avere un assaggio della sua lingua. Appena aprì le fauci, Berith si lasciò sfuggire del densissimo fumo dall'aroma esotico, difficile da decifrare col semplice gusto umano, ma aveva un che di intenso e piacevole, oltre ad essere bollente. Anche la lingua era caldissima, ma anche estremamente sensibile: Elise poteva sentirla tremare sotto le sue attenzioni, e divenne ancora più vistoso quando portò le dita dentro le fauci del Kaiju, strappandogli dei versi molto bassi e mostruosi, che somigliavano a gemiti. Quella era chiaramente una zona erogena, cosa che spiegava come mai Berith avesse dei gusti così raffinati in quanto a cibo, dove non solo il sapore ma anche la consistenza era importante per lui. Mentre leccava la lingua del Kaiju, la succhiava e stuzzicava l'interno della bocca con le dita, Elise avrebbe sentito la verga del suo amante farsi più turgida, più calda e impaziente, perfino i movimenti del bacino si fecero più intensi e veloci, non era più un semplice sfregamento ma una vera e propria stimolazione. Il vibratore migliore sul mercato non sarebbe stato capace di fare un lavoro così piacevole, e più ansimava, più Berith sentiva che quello che stavano facendo era giusto e bello. Nessuno l'aveva mai stimolato in quel modo, neanche si era reso conto di quanto sensibile fosse la sua bocca, e iniziò a domandarsi se per gli umani fosse normale usare le dita per potersi dare piacere in quel modo. Non ci volle molto prima che la bocca di Berith iniziasse a perdere saliva, ma non era troppo densa né in quantità esagerate, era un caldo bagno di lussuria con la quale stava secernendo tutti i liquidi del suo corpo, pieni di feromoni, pronto per eccitare Elise con ogni mezzo. Per ricambiarla, Berith decise di imitarla, allungando una di quelle propaggini verso le labbra della donna lasciando in pace uno dei suoi seni. Elise aveva già assaporato la lingua di Berith altre volte, ma le sue propaggini no: oltre ad avere una consistenza molto simile, avevano anche un impatto strano sulle labbra. Sembravano quasi la lingua di uno di quei seducenti uomini gatto, ruvida ma morbida allo stesso tempo, capace di solleticarle le labbra e le stesse papille gustative, il tutto mentre si faceva strada verso le profondità della sua bocca. Era molto strano da vedere, due creature così diverse che si preparavano a scopare mentre si stuzzicavano usando la bocca, ma stavano trovando la loro personalissima ed unica dimensione. Del giudizio altrui in quel momento non doveva importare a nessuno dei due. Berith spalancò del tutto la bocca, allungando la lingua verso di lei come se si stesse offrendo del tutto alla sua amante.
     
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    Elise fu felice di scoprire che la sua intuizione era stata esatta. Sentire la sua lingua che tremava al tocco delle sue dita la incoraggiò ad esplorare il corpo del kaiju, incuriosita da come rispondeva. Per Elise era una iniezione di autostima scoprire che poteva eccitare un kaiju, ma soprattutto quel kaiju a cui si era affezionata tantissimo. Giocherellò quindi con le dita sulla lingua, strusciandoceli o stringendo di tanto in tanto per una stimolazione più decisa ma comunque delicata. Sentì chiaramente la verga che si sfregava contro di lei farsi più dura e calda. I movimenti che aumentarono di intensità, non furono più una coccola piccante, ma una vera e propria stimolazione che portò Elise già a goderne. Le ricordava vagamente quando si masturbava sfregandosi contro i cuscini quando era più giovane, con la differenza che la sensazione del suo membro era parecchio più piacevole. Ansava già di piacere, ed assecondava i suoi movimenti, tenendo sollevato il bacino per sentirlo al meglio, producendo già suoni osceni e umidicci delle loro carni che si sfregavano. La donna iniziò già a sentire il bisogno di sentirlo dentro di lei, di ubriacarsi totalmente di lui, ma non ebbe fretta, voleva godersi ogni momento poiché quello che stavano facendo era importante, non era il solito sfogo che li aveva colti le altre volte. Elise tirò fuori la sua lingua come a voler cambiare il tipo di "bacio" che si stavano scambiando, e fu in quel momento che notò che Berith aveva avvicinato una delle sue propaggini alla sua bocca, quasi avesse voluto esplorarla anche con quella parte del suo corpo. Elise non si tirò indietro, lo leccò sorprendendosi nello scoprire che erano leggermente diversi dalla lingua, non c'era tutta quella saliva, ma avevano anche una superficie leggermente ruvida, sicuramente per permettergli di avere una presa salda quando li usava. La sensazione fu molto diversa, sentiva la lingua solleticare, le regalava curiosi brividi piacevoli che si dipanavano dalla bocca in tutto il corpo. Lo succhiò manco fosse stato il suo membro. Elise a quel punto era eccitata da morire, portò una mano sulla verga del Kaiju, per premerla contro le sue carni con più forza e sentire le labbra vaginali premersi contro di lui, la clitoride pulsare di voglia incontenibile. L'altra mano invece si dedicò alla lingua che lui le aveva offerto, carezzandola con le dita aperte. Avrebbe voluto dirgli di prenderla che non ce la faceva più, ma la bocca era occupata, così mugugnava di voglia incontenibile. Assecondava i movimenti di bacino del suo amante, totalmente ubriaca di voglia.
     
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    Quei deliziosi e mostruosi preliminari che si stavano scambiando alla ricerca dei punti sensibili delle rispettive specie era tanto curioso quanto eccitante. Berith era sempre più impaziente di fronte alle carne fradicia di Elise. Poteva sentire il suo richiamo femminile, e anche se non fossero stati sufficienti gli spasmi e i modi osceni con cui lo guardava, il Kaiju riusciva a sentire chiaramente l'odore di femmina in amore che desidera l'accoppiamento semplicemente dai suoi fluidi. Sapeva di poter essere paziente, di non dover spingere sul suo lato più bestiale in quella situazione, godendosi il momento in modo da farlo assaporare ad entrambi. Appena Elise lo avvicinò alle sue carni, però, qualcosa nella creatura scattò: un istinto animale che si impossessò letteralmente di lui, tanto che le pupille si fecero più strette e la coda saettò repentina su una delle gambe di Elise. Quella piccola bocca mostruosa la azzannò per una caviglia, senza affondare nella carne ma forgiando una presa decisa che la costrinse a sollevare il bacino più del dovuto. Nello stesso istante, come se un predatore l'avesse finalmente assalita, Berith affondò dentro di lei con un solo, rapidissimo e vigoroso movimento. La carne di quella belva invase completamente l'intimità di Elise, in un primo momento fu come se una lancia l'avesse impalata, ma appena la punta toccò l'entrata del suo utero subito la virilità del Kaiju si allargò di colpo, gonfiandosi e occupando tutto lo spazio possibile, cercando di dilatare quelle carni già piuttosto minute per un mostro come lui. Il verso che fuoriuscì dalle sue fauci non aveva assolutamente niente di umano: era gutturale, cavernoso, una sorta di ruggito annegato nella lussuria che fece vibrare la lingua del Kaiju e annebbiò la vista di Elise con un fiato incandescente, come se una fornace avesse appena sfogato tutto il suo calore. La verga del mostro era incandescente, ribolliva dentro di lei quasi a farle del male, ma non era abbastanza calda da ustionarla in nessun modo, solo a far uscire un leggerissimo fumo dal punto in cui entravano in contatto. Da quella posizione, qualsiasi movimento di Berith era sufficiente a mescolare le viscere di Elise, e la creatura stava iniziando a prendere confidenza spingendo dentro di lei come se volesse farsi strada anche nella parte più profonda della sua intimità. Sentì il bisogno di scusarsi perché era stato troppo impaziente, ma non riuscì a parlare. La sua anima bestiale si era impossessata completamente di lui, e piuttosto che rinnegarla per fermarsi, al accolse per donare ad Elise un'esperienza che non avrebbe dimenticato. La presa della coda sulla sua caviglia si fece più decisa, tirò quella gamba il più possibile verso il capo della donna in modo che la sua carne fosse quasi del tutto rivolta verso l'alto, poi il Kaiju spinse più a fondo e la sua punta scivolò dentro l'utero di Elise, invadendone l'entrata ed iniziando a dilatarlo come stava facendo con la sua intimità. Non c'era più spazio tra i loro corpi, poteva sentire la massa di quella belva mostruosa completamente su di lei, ma quel cazzo enorme tremava come se potesse andare oltre e probabilmente non avrebbe esitato a farlo. Mentre le concedeva giusto il tempo di abituarsi a quell'estrema penetrazione, Berith mosse la propaggine sulla lingua di Elise dentro la sua bocca, impaziente di riservarle lo stesso trattamento che stava usando su di lui, forse in maniera troppo irruenta, ma non era abbastanza lucido per pensare che solleticarle la lingua fosse più che sufficiente, quindi si spinse oltre, cercando di spingere quella carne nella sua gola. Bollente, umida, impaziente, era come avere qualcosa a metà tra un dito o una verga tra le labbra, ed Elise non poteva fare niente per opporsi.
     
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    Elise era ubriaca di eccitazione, aveva agito di istinto per darsi piacere sfregandosi con maggiore enfasi contro il membro della belva. Per farlo aveva poggiato i piedi sul materasso per fare perno, ma per Berith fu semplice afferrarla con la coda e sollevarle la gamba. In un primissimo momento Elise mugugnò quasi frustrata, poiché in quel modo non poteva più sfregarsi contro di lui come prima. Protesta che durò molto poco dato che Berith decise di prenderla subito, mettendo fine a quella disperata eccitazione, per sciogliersi nel piacere più puro. Elise gemette rumorosamente con la bocca piena, sentendo il corpo indebolirsi improvvisamente per quella scarica di piacere nel sentirlo affondare dentro di lei. Poi lo sentì ingrossarsi improvvisamente, facendole premere con forza la nuca contro il materasso spalancando gli occhi per la sensazione intensa che la colse. Era caldissimo, non si era mai sentita così piena in vita sua. Quella sensazione non aveva niente a che fare con le sue precedenti esperienze sessuali. Percepì la passione del kaiju, non lo aveva visto così le altre volte. Era stato sempre contenuto, probabilmente si era sfogato in passato dandosi una sorta di contentino. In quel momento invece sentiva che Berith si stava lasciando andare. Avrebbe dovuto averne paura, ma non c'era spazio per quel tipo di sentimento. Il piacere sovrastava qualsiasi altro tipo di istinto. Si sciolse totalmente in quel abbraccio mostruoso, lasciando che lui la manipolasse e la facesse impazzire. Con il cambio di posizione Elise si aggrappò con entrambe le mani alle lenzuola stringendole con forza, mentre la propaggine nella sua bocca affondò fino in gola soffocandola. Ci volle un attimo prima che le carni di Elise si adattassero al membro mostruoso del kaiju, ma quando si sentì pronta, il piacere avrebbe eclissato qualsiasi altra cosa. Era una fortuna che la propaggine le occupava la gola, così non avrebbe gridato, non si sarebbero sentiti i suoi versi che avrebbero potuto spaventare la piccola che dormiva nella sua stanza. Elise non sarebbe riuscita a controllare il volume della voce. Era troppo intenso per farlo, quel cazzo era enorme e la faceva sentire inerme ma allo stesso tempo in paradiso.
     
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    I suoni prodotti dalla voce e dal corpo di Elise davano assuefazione, e lasciavano capire al Kaiju che nonostante la sua irruenza, ciò che stava facendo le piaceva e tanto anche. Un sentimento ricambiato, perché il modo in cui il corpo di quel mostro tremava e si spingeva gradualmente verso di lei lasciava intendere chiaramente anche anche lui stava perdendo ogni freno inibitorio, dimenticandosi di problemi, preconcetti e inutili paure. I loro corpi non erano adatti per combinarsi ma sarebbero andati comunque fino in fondo, come lo era stato per quella assurda collaborazione che avevano stabilito. Per Berith era assurdo ritrovarsi in un contesto del genere, proprio come lo era anche per Elise, ma lo sguardo che la donna gli donava mentre quella grossa virilità le spalancava il ventre era irresistibile, e stimolava la voglia del Kaiju ad affondare di più con tutte le sue estremità, compresa la propaggine in gola ad Elise. Quando sentiva la gola di Elise esitare però, per non spingerla troppo oltre, esitava e tornava indietro, dando vita ad una stimolazione speculare a quella che aveva subito lui sulla sua lingua, cercava di capire se anche per le fosse piacevole e per assicurarsi di non lasciare indietro nulla, continuò a muovere il bacino con maggiore decisione. Sentirlo allargarsi dentro di sé era una cosa, ma iniziare a percepirne i movimenti suonava in maniera decisamente diversa: la carne di Elise si stringeva rispetto alle sue dimensioni quasi seguendolo nei movimenti anche quando usciva, la donna avrebbe sentito le interiora rimescolarsi violentemente intorno a quell'asta bollente, più simile ad un muscolo pulsante che non ad un vero e proprio organo sessuale. Inoltre era così caldo da ovattare del tutto ogni traccia di dolore, "condannandola" ad un limbo di piacere intenso. Quando i suoi umori sarebbero stati abbastanza abbondanti, la penetrazione divenne molto più semplice e intensa, perché Berith si fece più frettoloso e impaziente. La stringeva in quella posizione più forte che poteva, come se spostare anche solo un muscolo potesse spezzare una magia altrimenti perfetta. La sinfonia dei loro corpi era incredibile a quel punto, e la fame di Berith lo portò a respirare affannosamente mentre al fissava. Dalle fauci del mostro iniziarono a grondare grumi di saliva densissima e bollente che avrebbe ben presto coperto tutto il corpo di Elise. Si erano appena lavati, ma non gli importava, voleva farla sua. Quella saliva era tanto bollente quanto inebriante, un bagno tiepido nella lussuria e nei feromoni di quella bestia, migliore di qualsiasi afrodisiaco e perfetto per lubrificare un corpo in confronto a lui troppo minuto. Scivolando tra i suoi seni, quella sostanza avrebbe fatto rabbrividire i capezzoli che danzavano al ritmo delle spinte di quella verga, fino a che Berith non la lasciò finalmente andare con la propaggine nella bocca, così che Elise potesse prendere respiro. Le propaggini si allungarono verso i suoi seni, circondandoli e concentrando le punte ruvide sui suoi capezzoli, capendo che avevano bisogno di attenzioni. La parte bestiale lasciò spazio a quella più lucida, permettendogli di capire che non poteva continuare in quel modo se rischiava di farle del male.
    Non riesco a trattenermi... sto per aumentare il ritmo...
    Anche mentre lo diceva, Elise sentì chiaramente quella verga immane pulsare più forte dentro di lei mentre i movimenti di quella creatura diventavano sempre più rapidi e intensi. La loro differenza di forza era indiscutibile e in una situazione diversa sarebbe sembrato chiaramente che quel mostro stesse abusando di lei, quell'atto però non era altro che l'estrema dimostrazione del loro legame, per questo Berith le stava dicendo una cosa del genere, per sentirsi dire se doveva trattenersi... o se poteva lasciarsi andare.
     
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    Elise si sentiva totalmente sopraffatta schiacciata contro il materasso, imprigionata dal corpo possente del Kaiju. In quella posizione non poteva fare molto, era costretta a godere di ogni attenzione che le stava dando Beirth e non le dispiaceva affatto. Le dita erano ancorata alle lenzuola, ma quando lui iniziò a muoversi dentro di lei, inarcò il collo e tirò le lenzuola, stringendo con molta più forza. Sentiva le viscere rimescolarsi ad ogni suo movimento, ed ancora una volta avrebbe dovuto averne paura, pensare che poteva "romperla". Tuttavia era così ben lubrificata, che non sentiva nessun tipo di dolore. Era un piacere molto intenso, così intenso che Elise raggiunse un primo orgasmo già con i primi movimenti dentro di lei. In quel modo riuscì a lubrificarsi ancora di più, rendendo l'amplesso più semplice, e quindi anche molto più piacevole. Quando lui decise di liberare finalmente la sua gola, prese un profondo respiro che divenne subito dopo un vagito di piacere. Era totalmente ubriaca di lussuria, le sensazioni sovrastavano ogni pensiero. I capezzoli erano turgidissimi, la saliva che la cospargeva la faceva sentire bollente. Quelle propaggini che si dedicarono ai suoi seni le mandavano altre stille di piacere che la ubriacavano totalmente. La superficie leggermente ruvida delle propaggini, rendevano i brividi di piacere quasi elettrici. Ci fu solo un briciolo di lucidità quando le scappò un gemito più rumoroso. Un piccolo allarme nel fondo del suo istinto le diceva che non doveva fare troppo rumore. Così con la mano che ancora toccava la sua lingua, la guidò nella sua bocca, per poterla succhiare e soffocare i gemiti che divennero via via sempre più rumorosi. Non era come affondare il viso in un cuscino, ma poteva ovattare i suoni e non rischiare di svegliare la figlia. La sua cervice si contorceva attorno al membro di Berith, permettendole di sentire ogni pulsazione. Lui la avvisò che avrebbe aumentato il ritmo, sorprendendo la donna che pensava che già così era molto intenso. Tuttavia non osò rispondergli a voce. Aveva paura di gridare, così accolse dentro la sua bocca molta più lingua, mentre le mani le portò a poggiarsi contro la testiera del letto, così che non sarebbero scivolati troppo in alto per via delle spinte continue. Annuì con la testa, voleva che anche lui godesse allo stesso modo, che impazzisse di piacere, e se doveva sopportare un amplesso così estremo lo avrebbe fatto. Le aveva promesso che non le avrebbe fatto del male, e già sapeva che sarebbe impazzita, che il piacere avrebbe raggiunto confini che non aveva mai nemmeno immaginato.
     
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    Berith si rese conto che riusciva chiaramente a capire quando Elise raggiungeva un orgasmo grazie ai suoi stimoli, non solo perché la sua carne reagiva di conseguenza, ma sentiva l'odore dei suoi ormoni raggiungere il picco come se la fragranza di un mazzo di fiori fosse all'apice della sua meraviglia, un vero e proprio orgasmo per i sensi che Berith adorava percepire. Inevitabilmente, questo si traduceva in un desiderio di sentirne ancora e ancora, doveva farla venire tutte le volte che poteva, anzi più di quanto lei potesse aspettarsi, solo così poteva dirsi realmente soddisfatto. La sua unica preoccupazione era che per Elise potesse diventare troppo, svenendo o perdendo i sensi in qualche modo proprio mentre si divertivano, ma quando la vide afferrargli la lingua per potersi scambiare un altro "Perverso bacio" così da soffocare i suoi stessi gemiti capì che quella donna era più lucida che mai in quel momento. Non lo assecondava per curiosità o perché non ci stava capendo più niente, lo stava facendo con cognizione di causa, con voglia... con desiderio. Quel pensiero eccitò ancora di più Berith che rispose con un "bacio" degno di questo nome, leccandole avidamente la lingua e la bocca con la punta per poi affondare nella sua gola, quasi coprendole il volto con le fauci, mentre passava alla base della sua lingua, più grossa e calda, il compito di stimolare le labbra e la bocca di Elise. A quel punto non aveva più nessuna ragione di trattenersi ed aumentò il ritmo come aveva promesso: iniziò a scoparla così forte che il letto prese a cigolare, la sua carne traboccò di umori, appartenuti a entrambi, facendoli schizzare in giro. Ogni affondo spingeva quella verga un pò più in là, fino a che l'entrata del suo utero non fu completamente spalancata e Berith riuscì ad affondare ancora. Elise sentì chiaramente la carne di quel mostro uscire dal ventre in cui era contenuta per farsi spazio dentro di lei, sembrava quasi un congegno perverso creato appositamente per farla godere. Abbassando lo sguardo solo di un pò avrebbe notato quanto il suo ventre si fosse deformato per permettere a quell'affare di accoglierlo, ma non arrivava mai a stirarle troppo la carne, mantenendosi nelle giuste dimensioni. Forse Berith si stava controllando, o forse erano semplicemente fatti l'uno per l'altro, difficile dirlo. Una domanda che non aveva bisogno di risposte, in ogni caso, perché ogni volta che quella verga si muoveva, le carni di Elise la seguivano come se potesse uscire assieme a lui, avvolgendola in un abbraccio osceno ed estremo, facendo vibrare di piacere tutti gli organi del Kaiju. Elise poteva vedere la sua bioluminescenza sfarfallare, come se stesse ribollendo dall'interno, segno evidente che anche per lui quella stimolazione era incredibilmente piacevole, e non riusciva a farne a meno. Era incredibile come il semplice corpo di una donna potesse appagarlo così tanto, ma era merito dalla voglia di Elise, desiderosa di farlo godere assieme a lei, che lo stava ricambiando in quel modo. Non aveva bisogno d'altro. Elise sentì chiaramente che mentre il ritmo aumentava e quella verga usciva sempre più abbondante da dentro di lei, le pulsazioni che la caratterizzavano diventavano sempre più intense e vigorose. La allargavano ancora di più, ritmicamente, segno che ben presto le avrebbe donato non solo la sua carne, ma anche il suo bollente seme.
     
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165 replies since 30/3/2023, 10:52   1436 views
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