Cosa provo per te

x Neko

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  1. MidoriNoBakeneko
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    Se c'era una cosa in grado di farla impazzire sempre e comunque, era vedere i propri interlocutori rimanere ipnotizzati da lei. Guardarla come se potessero impazzire senza averla subito, addirittura morire senza un suo tocco. Quella sensazione le piaceva sempre, senza eccezioni, non importava chi avesse davanti... Eppure niente era paragonabile a come la fece sentire vedere quello stesso effetto su Shouta in persona. Era come moltiplicare la bontà del proprio piatto preferito con una nota squisita mai provata fino ad allora, e probabilmente per questo guardava quella giovane testa rossa come se avesse voluto divorarne il proprietario per intero. Era speciale, semplicemente, ed era liberatorio ammetterlo almeno con se stessa, per una volta. Non per questo lo avrebbe trattato con riguardo però, soprattutto quando era lui stesso a non volerne. Non c'era dunque da sorprendersi per il ghigno malefico che le si stampò in viso mentre gli occhi di Shouta rimanevano incastrati nelle sue movenze. Il suo sguardo fisso la faceva sentire potente, invincibile, ma anche terribilmente... calda, bagnata dove contava e fremente per il desiderio che il "tocco" di quegli occhi si trasformasse piuttosto in mani che la afferravano e la veneravano come meritava. Prima però intendeva cancellare ogni traccia di Fumiko dalla testa di Shouta, e per farlo non poteva concentrarsi sul proprio piacere... non solo, perlomeno. Si leccò prontamente le labbra nel vederlo mentre si metteva in quella posizione vulnerabile da solo, stringendo la presa sulle proprie braccia virtualmente "legate" e mettendosi in mostra per lei. Improvvisamente sentì la gola secca e al tempo stesso l'acquolina, indecisa se avventarsi subito sul piatto principale o giocare un po'. Conoscendola, la risposta era scontata no? Specie quando il suo Kuma non ne volle proprio sapere di essere ubbidiente fino alla fine, anzi, si mise a stuzzicarla, sfidandola persino... Il ghigno di Jadis si allargò in risposta, più malizioso che mai. Fortunatamente aveva aspettato prima di rispondergli, come se si aspettasse che ci fosse appunto molto più di quella domanda retorica, e infatti aveva avuto ragione. Nonostante la provocazione, non perse la posizione, anzi, quando riprese a parlare lo fece tenendo volutamente il viso vicino all'erezione di Sho, ormai liberata, in modo che ogni suo soffio o sospiro stuzzicasse la pelle esposta mentre parlava. Non smise un solo istante di guardarlo negli occhi mentre distrattamente gettava i suoi boxer lontano da loro, liberandolo da ogni altra costrizione che non fosse quell'unico ordine di restare fermo così. Sarebbe riuscito a tenervi fede?
    Non posso negare che sia esattamente questo il mio piano... La cosa ti spaventa?
    Mentre parlava, posò finalmente le sue mani su di lei, sempre accovacciata ai suoi piedi, sempre stando ben attenta a guardarlo in viso così da non perdersi un solo cambiamento nelle sue espressioni. Quel sorriso nervoso la lusingava, e al contempo la spazientiva... Perché era l'ultimo ostacolo tra lei e la completa resa del ragazzo che desiderava. Se aveva tempo di essere nervoso, non era abbastanza perso per lei. Un tempo si sarebbe sentita gelosissima a usare quello stratagemma con lui. Fargli pensare volutamente a Fumiko era davvero un azzardo... Ma in quel momento aveva bisogno di risposte ed era decisamente fin troppo sicura di sé per non mettere in pratica il suo malefico piano. Peccato che Kuma non avesse ancora esattamente capito cosa intendesse fare per "fargliela pagare". Succhiargli l'anima era solamente la ciliegina sulla torta... e gliela avrebbe fatta penare.
    Mi stai davvero sfidando in questo momento, Kuma? Quando ho appena dichiarato di volerti punire? Bene. Allora ti sfido anche io: Voglio che pensi a lei... se ci riesci. Immaginala proprio qui, al mio posto. In ginocchio davanti a te, che ti sussurra parole d'amore e ti bacia. Magari... Senza preavviso, tirò fuori la lingua e assestò una profonda, lenta leccata sul suo glande, prima di concludere la frase. ... Così.
    Nel frattempo prese ad accarezzarlo: dapprima sulle cosce tese, quasi graffiandolo come una gattina, risalendo a palmo aperto sulle gonadi gonfie, che prese a massaggiare mentre parlava. Un'altra avrebbe sentito il peso della competizione, ma non lei. Se prima aveva voluto sapere con certezza se lui stesse pensando alla sua rivale, scoprendo di aver vinto almeno su quel punto, ora voleva che ci pensasse... o che almeno ci provasse, mentre lei avrebbe fatto tutto il possibile per non lasciarglielo fare. Era un gioco perverso che non metteva alla prova solo la parte fisica ma anche i sentimenti. Un test, forse, ma anche una tortura...
    Guardami... riesci a visualizzarla? Forse ti accarezzerebbe, come sto facendo io... O magari prima ti avrebbe concesso il bacio che ti ho negato? Sì, decisamente lei lo avrebbe fatto...
    Tornò all'attacco, stavolta imitando effettivamente un bacio, solo che ancora una volta si concentrò su quella parte di lui che rimaneva tesa di fronte alla sua faccia durante ogni parola: schiuse le labbra gonfie e umide per tutte le volte che se l'era leccate, guardandolo con le palpebre pesanti mentre lo accoglieva in bocca, non fino in fondo, solo un assaggio, concentrandosi sulla punta come se fosse un gelato irresistibile. Vi scivolò una sola volta, risucchiando e abbandonandolo come dopo, esattamente come se avesse voluto baciarlo. Il gesto produsse un rumore osceno e bagnato mentre risucchiava, ma lei sembrò non rimanere affatto scossa dalla cosa.
    Probabilmente si prenderebbe cura anche di questa parte qui... Così allenata. Durante il bacio le carezze si erano spostate, risalendo lungo il suo bacino, sugli addominali scolpiti, passando per ogni singola cicatrice, che trovava meravigliosa e che carezzò con piacere, giungendo infine ai pettorali fantastici che si ritrovava e a quei capezzoli che, dannazione a lui, accendevano in lei il forte istinto di pizzicarli. Se avesse potuto leggerle nel pensiero avrebbe visto dei piercing su quelle piccole punte sensibili, e magari anche sotto al glande che lei aveva appena gustato. Jadis adorava gli ornamenti di quel genere, non solo perché l'idea di lasciare marchi tangibili sul corpo di uno schiavo l'aveva sempre fatta impazzire, appunto, ma anche per una questione funzionale: un giorno aveva visto per errore cosa suo padre si fosse fatto al membro come "dono" alla madre e, per quanto perverso e incestuoso, il ricordo non l'aveva mai abbandonata. Mentre parlava si aggrappò al petto del giovane come se stesse per cadere, strusciando la guancia sul suo cazzo in modo perverso quanto affettuoso, quasi venerante. Poteva sembrare che volesse coccolarlo e tranquillizzarlo per ciò che si apprestava a fargli, ma era facile intuire che in realtà stesse ancora usando i suoi trucchetti ipnotici: gli aveva ordinato di pensare a Fumiko, se ci fosse riuscito, ma non aveva alcuna intenzione di lasciargli il tempo di essere ubbidiente. Non per quell'ordine in particolare. Salì con il busto quanto bastava per portare una mano a stringergli l'erezione e premere la cappella su un proprio seno, iniziando a masturbarla lentamente e stimolandosi al contempo per la frizione. Shouta avrebbe potuto vederla arrossire e fremere, mentre il capezzolo pulsava sotto quella lenta masturbazione. Al contempo sollevò il mento per leccargli un capezzolo, con la stessa lentezza ipnotica che aveva usato per il suo cazzo. Se vedeva una cicatrice la baciava pigramente, quasi non si rendesse conto di farlo. Di certo non penserebbe mai, a quanto vorrebbe morderli fino a lasciarvi il segno... E se facesse ciò che sto facendo io, proprio in questo momento, il tuo cazzo sparirebbe in pochi istanti- nnh. È per questo che la trovi così attraente, forse?
    Più continuava a toccarlo e strusciarlo contro il suo seno, più le palpebre le si facevano pesanti tanto che fu costretta a mordersi il labbro per trattenere un piccolo gemito. Era così eccitata che probabilmente sarebbe potuta venire solo attraverso il suo seno, piccolo certo, ma non per questo meno sensibile, anzi, forse molto più di tanti altri ben più grossi. Solo che, ancora una volta... non era il suo turno di godere. Gli leccò l'altro capezzolo, fissandolo, mentre d'un tratto tornava accovacciata, tenendo una mano proprio su quel petto che aveva così ampiamente stuzzicato.
    Ma la sua lingua sarebbe così calda? Così affamata? La vedresti bagnata per te mentre ti succhia via anche l'anima? Pensa a lei, Kuma... avanti.
    Gli sorrise con espressione malefica e furbesca, leccandolo sulle gonadi che poco prima aveva massaggiato... poi a tradimento strinse forte il capezzolo che teneva tra le dita, pizzicandolo abbastanza da procurargli una fitta di dolore mentre, dopo aver finito la frase ed essere risalita con la lingua lungo l'intera asta, lo accoglieva in gola tutto d'un tratto, affondando fin da subito fin dove quell'abnormità poteva arrivare al primo colpo. Impossibile prenderla tutta, ma c'era quasi. Ammesso che... te ne dia il tempo. Quella frase la finì solamente nella sua testa, mentre iniziava a fare una delle sue magie. Cercando di non roteare gli occhi per il piacere, incapace tuttavia di trattenere mugolii soddisfatti, ben presto iniziò a muovere la testa e usare l'intera bocca e la gola stessa per togliere il fiato al suo Kuma. Sì, perché anche se era lei quella che cercava di soffocarsi con un cazzo decisamente troppo grosso per lei, doveva essere lui a subirne gli effetti. Jadis era una maestra nel dare piacere. Ogni suzione, ogni pulsazione o movimento, erano studiati per infliggere il maggior piacere possibile e il tutto era condito dalla passione che la muoveva, in quel momento più forte che mai proprio perché si trattava di Lui. Non si sarebbe dimenticata del resto del suo corpo: con una mano gli massaggiò i testicoli che non aveva alcuna intenzione di ignorare e con l'altra gli strinse la coscia per trascinarlo sempre più in fondo ogni volta che tirava indietro la testa e affondava di nuovo. Aveva intenzione di ripetere il processo finché non fosse riuscita ad accoglierlo tutto quanto, finanche a leccare con la lingua la zona che stava massaggiando. In tutto questo lo guardava alla prima occasione, ignorando le lacrime o i conati, come se non fossero poi così importanti di fronte al suo piacere. Ovviamente in tutto ciò non avrebbe dimenticato il suo piano. Sho conosceva le regole: non doveva muoversi, non doveva venire senza il suo permesso... ma cosa doveva fare con i pensieri su Fumiko? Ascoltare il suo ordine e dunque pensare a lei o... non farlo e venire punito? Per quanto quella richiesta sembrasse contorta e avrebbe potuto mandarlo in confusione, la stessa Jadis lo avrebbe "aiutato" a restare concentrato. Ogni volta che lui avesse anche solo accennato a pensare ad altro che non fosse la sua Padrona, ogni singola volta che avesse perso il suo sguardo o anche solo tenuto gli occhi chiusi per il piacere, lei avrebbe stretto un pochino la presa sull'asta marmorea facendogli sentire i denti. Il tanto che bastava per sfiorarlo, quasi una carezza perentoria e al tempo stesso sensuale, senza mai arrivare a fargli male o rovinare la sua eccitazione. Il suo scopo era piuttosto nutrirla, farla crescere ed esplodere. Se il suo Kuma si sentiva andare a fuoco, lei non sarebbe mai stata l'acqua pronta a spegnerlo e calmarlo, ma benzina a infiammarlo di più. Era questa la differenza tra lei e Fumiko, probabilmente, ed era per questo che Jadis era convinta di poter vincere contro i suoi ricordi: Baiken sarebbe sempre stata amorevole con lui, accogliente... Lei no. Lei mai. E non era forse terribilmente più divertente essere "folli" insieme?
     
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