Guai seri

x Raven

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    Imbarazzare Rengoku portava una certa soddisfazione all’interno della ragazza, che quando se ne sarebbe tornata nella sua stanza avrebbe avuto un sorriso soddisfatto sulle labbra. Solo che poi questo si trasformò in uno pregno d’ansia- non sapendo esattamente come doveva presentarsi. Il suo vestiario andava bene? Gli orecchini? Si doveva truccare? Rimase bloccata in stanza per un paio di minuti- prima di decidere di farsi una doccia velocemente- mettendosi poi dei vestiti leggeri e facili da togliere- Una maglia e dei semplici pantaloni. Magari doveva mettersi una gonna?! Il panico sul volto di Gabriel sarebbe stato palese, prima che semplicemente scegliesse i pantaloni. Si lasciò anche alcuni piercing, tenendoli però in dei semplici anelli. Forse per via dell’ansia- non ci mise molto nel preparsi e nell’andare- e con il codice datole da Rengoku riuscì ad entrare all’interno. Si era portata dietro anche una borsa con dei ricambi- non sapeva se magari ne avrebbe avuto bisogno! Li lasciò al lato della porta- prima di osservare la stanza. Questo ovviamente attivò una parte nel suo cervellino che le diceva di toccare e esplorare tutto- e lo fece. Trovò diversi oggetti- un bagno apposito- e pure degli asciugamani e degli accappatoi! Andò a distrarsi completamente, tirando fuori durante il suo curiosare, quelli che sembravano dei preservativi e del lubrificante- solo che nel guardare i preservativi le venne il dubbio della grandezza siccome diceva “M”. Non le sembrava che Rengoku entrasse nella media, ma non sapeva se poteva giudicare o meno.
    Forse dovrei… sai no, per permettere un più facile accesso si!
    Parlò con se stessa, nel mentre che si toglieva i vestiti e si metteva l’accappatoio- rendendosi subito conto di come questo era stato pensato probabilmente per una donna formosa. Questo le cadeva oltre i fianchi e sotto le natiche. Su una donna formosa probabilmente sarebbe arrivato attorno ai fianchi- ma vista la chiara differenza, Gabriel rimase non poco delusa. Avrebbe pure fatto un broncio offesa- guardando le coperte del letto di un colore biancastro- andando a stendersi sopra di queste nel mentre che prendeva il proprio telefono. Forse poteva investigare un po’ e curiosare su di internet- non si era mai poi così tanto interessata a quel genere di cose e avere una base l’avrebbe aiutata- solo che proprio mentre stava per procedere- il bussare alla porta attirò la sua attenzione- facendola saltare su.
    Ah- arrivo!
    Avrebbe mormorato- prima di bloccarsi di fronte alla porta- le dita di fronte la maniglia. Il dubbio che iniziava ad attanagliare il cuore. E se non era Rengoku? E se era qualcun’altro? Deglutendo, con il volto rossastro e con una certa ansia- Gabriel andò a poggiare la mano sulla maniglia. Se non era Rengoku come avrebbe fatto? E se- ah, stava diventando inutilmente paranoica! Sbuffando, e con una certa decisione- avrebbe aperto la porta-
    Rengoku?
     
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    Forse stava commettendo un errore. Forse si stava semplicemente lasciando trascinare dagli ormoni e dalla novità. Dopotutto da quando era uscito dalla detenzione scolastica aveva visto un sacco di persone strane, tutte con un modo a dir poco pittoresco di avvicinarsi al suo aspetto mostruoso, non aveva idea se fosse la nuova ondata di studenti ad essere strana anche lui o se il mondo si stava semplicemente abituando a creature come lui, ma non cancellava quello che aveva passato negli anni. Anche se Kurayami era popolata da ogni genere di creatura, di razze e fattezze uniche, non tutte sono il risultato di un rituale mostruoso a base di sacrifici di esseri viventi trapiantati direttamente sulla pelle. Mentre si guardava allo specchio dopo aver scelto gli abiti meno lacerati e consunti che aveva, Rengoku non poteva fare a meno di pensare che probabilmente, in cuor suo, sapeva che si stava semplicemente approfittando dell'ingenuità e della bontà d'animo di quella ragazza. Forse aveva semplicemente fatto tombola e chiunque al posto suo si sarebbe chiuso in quella camera di albero da solo con lei fino al mattino del giorno seguente, senza farsi troppe domande, ma lui no. Lui sapeva cosa significava fidarsi di qualcuno e venirne tradito, e non voleva che Gabriel subisse lo stesso destino. Dopotutto, in un certo senso, era già finita male per colpa sua. Si passò sulla faccia le mani piene di acqua fredda, più volte, ed iniziò a stringersi i connotati mentre si fissava nello specchio attraverso le dita, non senza disprezzo. Si sentì stupido: sapeva essere spietato contro i criminali, ma il suo cuore diventava fin troppo tenero quando aveva a che fare con gli innocenti. Era ancora maledettamente immaturo e per questo si disprezzava. Chiuse gli occhi e sospirò, sapeva che stava facendo un errore, quindi iniziò subito a sbottonarsi la camicia, deciso ad abbandonare. Forse si sarebbe scusato, o magari Gabriel l'avrebbe odiato e basta, così si sarebbe allontanata da lui una volta per tutte e sarebbero stati capaci di metterci una pietra sopra.
    Ah...
    Ebbe un sussulto quando la porta si aprì e se la ritrovò davanti. Aveva immaginato ogni possibile scenario: vestita con la divisa, con la tuta da combattimento, il più normale possibile, ma quando la vide con addosso solo l'accappatoio come se lo stesse aspettando fu... strano. Il cuore di Rengoku iniziò a battere forte, il suo sguardo sorpreso era impossibile da non notare. Alla fine quella camicia scura l'aveva tenuta, e oltre a quella solo un paio di pantaloni e le sue scarpe meno rovinate, nient'altro. Avrebbe dovuto entrare per non farsi notare ma era fermo sulla porta, immobile, tento a fissarla. Si maledì di nuovo perché non avrebbe dovuto guardarla in quel modo, e soprattutto non avrebbe dovuto soffermarsi né sul suo petto né suoi suoi fianchi, ma era davvero una novità per lui e non riusciva in nessun modo a controllarsi. Quando finalmente il sangue riprese a fluire nel corpo. chiuse gli occhi e si fece avanti, richiudendosi la porta alle spalle e riprendendo a respirare normalmente.
    Scusa, io... ti ho fatta spettare...
    Avrebbe voluto dirle altre mille cose, confessarle tutte le sue incertezze e i suoi dubbi ma seppe per certo che non avevano alcun senso in quel momento, visto che l'unica cosa che riusciva a vedere era quella ragazza, immersa nel silenzio e nel vuoto, sola lì per lui e nessun altro. Stavano davvero per farlo.
    Sei... molto bella.
    Non riuscì a dirlo in maniera più matura di così, ma adesso che glielo aveva detto si sentiva molto, molto meno stupido. Sollevò le mani come se volesse afferrarla immediatamente e tirarla verso di sé, ma adesso che era nuda con quell'accappatoio molto più grande della sua misura sembrava una ragazzina innocente, non era come quando si erano saltati addosso dentro la palestra. Per questo esitò, ma il suo desiderio era difficile da trattenere, e il gonfiore nei suoi pantaloni evidente come non mai ne sarebbe stato la testimonianza. No, dei preservativi M non sarebbero mai bastati.
     
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    Se tutti i dubbi che aveva, che le inondavano il cervello- parole e voci continue che le dicevano si stare attenta- quelle smisero di parlare nel momento in cui di fronte a lei ci sarebbe stato Rengoku. Ora che al posto delle scarpe aveva delle semplici pantofole- le sembrava quasi ancora più grande e grosso. E in generale, si sentiva quasi più esposta ed imbarazzo. Non se ne accorse nemmeno come il rossore andò sulle sue guance, nel mentre che faceva alcuni passi indietro per permettere al ragazzo di entrare. Le braccia si sarebbero messe dietro di lei, con le mani strette tra di loro e lo sguardo che sembrava aver trovato qualcosa di interessante per terra. Se fosse possibile- sembrava quasi che brillasse di luce propria in quella stanza- come se fosse un tassello in un puzzle totalmente differente. L’accappatoio mostrava il giusto, lasciando intendere le forme e creando un innocente ma allo stesso tempo perverso vedo-non-vedo.
    Uhm- no- fa nulla!
    Avrebbe rincuorato, dopo un iniziale timidezza. Si stava facendo prendere dalla vergogna adesso? Ma che le prendeva! Doveva tirare fuori il suo coraggio- e mostrare che anche se nuda era comunque lei! Deglutendo, avrebbe alzato lo sguardo al complimento di Rengoku- notando come si stava muovendo e- dannazione, erano entrambi impacciati a schifo visto che non erano presi dagli ormoni? Forse doveva spaccare un po’ il ghiaccio? Avrebbe messo le mani sui propri fianchi, andando forse in modo involonario a far aprire un poco di più l’accappatoio sul petto- lasciando intravedere la forma del seno.
    Ne sono consapevole, grazie! Su, non stare li impalato, mi sembra che ti stia mancando il coraggio o sbaglio? Mi hai già toccata, non è che sia una così incredibile novità!
    Forse, forse no, Gabriel sentiva il calore sulle guance aumentare mentre avrebbe afferrato senza alcuna esitazione una mano di Rengoku fino a trascinarlo verso il letto- già in parte disfatto visto che Gabriel non era tipa da stare molto ferma quando si annoiava. Solo nel momento in cui le gambe d’ella avrebbero incontraro il materasso, si sarebbe seduta e avrebbe lasciato al ragazzo il tempo di prepararsi- mentalmente? Così come di osservare quel che lei aveva tirato fuori- solo che il dubbio si sarebbe presentato sul suo di volto nel guardare il cavallo di Rengoku.
    Non credo che i preservativi in stanza ti potrebbero stare… però non me ne intendo molto- Ah, se vuoi cominciare da qualche parte puoi cominciare con il venerarmi visto che mi trovi così bella! Scherzi a parte- uhm- come pensi... ecco...
    Avrebbe mormorato, prima sovrappensiero, prima di ritornare a guardare direttamente Rengoku negli occhi, alzando di poco la gamba sinistra e mostrando la pelle rosata e dall’aspetto liscio e dannatamente morbido. Ovviamente lo avrebbe detto in modo scherzoso e provocatorio, con un ghigno giocoso, prima di bloccarsi senza sapere esattamente come cominciare. Si era portato dietro lui dei preservativi? Come si iniziava un rapporto normalmente? Con un bacio? Si parla? Si spogliano? Però lei è già nuda se non per l'accappatoio.
     
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    Ogni movimento di Gabriel metteva inevitabilmente in evidenza ogni curva del suo corpo, dai fianchi fino al seno, per questo Rengoku si muoveva lento e incerto, aveva sicuramente paura di perdersi qualcosa. Non era mancanza di rispetto per lei, anzi forse tutto l'opposto, ma era la prima volta che si ritrovava davanti a una ragazza che si era messa in accappatoio solo per lui e stava aspettando il momento giusto per toglierselo. Senza contare che Gabriel aveva senz'altro qualcosa di diverso rispetto alle altre ragazze. Era davvero di una bellezza incredibile, forse per via della sua natura ma in quel momento Rengoku stava pensando a tutto meno che a razze e poteri. Sentendosi rimproverato da lei, Rengoku rialzò lo sguardo verso gli occhi della sua partner, assumendo un'aria più seria mentre si schiariva la voce e cercava di ricomporre quel poco che restava della sua lucidità.
    Non... mi manca il coraggio. Volevo solo dirti cosa stavo stavo pensando...
    Occupava la bocca nella speranza di sbloccare la testa, credeva che farlo con premeditazione e la giusta dose di attenzione sarebbe stato diverso dal semplice saltarsi addosso a scuola col rischio che tutti li avrebbero visti, ma la cosa non aveva fatto altro che complicarsi. Anche solo a parlare in quel modo senza dire nulla si sentiva maledettamente stupido, e non voleva che la loro prima volta andasse così. Non che si aspettasse qualcosa di magico o incantato ma... insomma, perché doveva rovinare tutto proprio adesso? Si lasciò trascinare verso il letto da Gabriel ma non si fiondò su di esso con lei, restandole in piedi, davanti agli occhi, intento a guardarsi attorno. La ragazza aveva già esplorato il luogo, trovando tutto quello che aveva potuto, addirittura tirando fuori i preservativi che molto probabilmente non sarebbero stati molto utili. Rengoku aveva problemi anche solo a tenersi strette le mutande quando le emozioni diventavano forti, figurarsi i preservativi. Non per cose lascive e assurde, dannazione! Semplicemente il suo potere era dannatamente bravo a fare a brandelli qualsiasi cosa si trovasse intorno a lui. Ma adesso non poteva pensarci, o rischiava davvero di mandare tutto a monte. Si passò una mano sulla bocca, fingendo di pensare ma soltanto per nascondere la sua indecisione.
    Ecco, direi... forse dovrei iniziare semplicemente spogliandomi anche io...?
    Si, forse era la scelta migliore, quella più semplice, dopotutto quella era l'unica cosa con cui era veramente a suo agio: aveva passato tutta la sua breve vita a convivere con gli sguardi di coloro che disprezzavano quel corpo mostruoso, oramai non ci faceva più caso e per questo si sarebbe spogliato senza problemi. Tolse prima la camicia, restando a petto nudo, scoprendo il fisico estremamente allenato, tanto da sembrare più maturo rispetto alla sua giovane età. Nonostante quei muscoli fossero scanditi da una pelle mostruosa e maledetta, risultavano definiti e tonici, sembrava quasi un'armatura di carne. Lanciò via le scarpe con un movimento delle gambe mentre si abbassava i pantaloni e si rese conto solo a quel punto di non aver messo l'intimo ma quella non era una novità per lui e, come già pensato, non rappresentava motivo di vergogna. Anche la parte inferiore del suo corpo era allenata, sembrava uno di quei manichini anatomici anneriti e maledetti, con quella virilità che finalmente poteva svettare verso l'alto, metà turgida e metà no, che si piazzava davanti allo sguardo di Gabriel con aria minacciosa. Il sesso di Rengoku non era strano solo nell'aspetto, ma anche nella consistenza: la pelle risultava spessa, le dimensioni gonfie, solo la punta era leggermente bagnata mentre il resto sembrava quasi un manicotto di gomma, ma senza le fattezze inquietanti di uno strumento da lavoro bensì con l'aspetto armonioso di un organo umano. Anche da nudo, non si nascose né prese ad agitarsi come se fosse imbarazzato, esitava solo perché si aspettava un commento da parte di Gabriel.
    Mi fai vedere...? Voglio vederti anche io. Senza veli.
    Stava prendendo sicurezza, la sua voce era più profonda, senza troppe esitazioni, si stava preparando a fare il prossimo passo e non voleva più tornare indietro.
     
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    Forse la situazione spaventava un po? Alla fine erano degli adolescenti- che stavano per fare forse un passo fin troppo lungo per le loro gambe. Eppure Gabriel era una testarda, non si sarebbe lasciata scoraggiare dalla esitazione o dal timore di Rengoku. Alla fine non le sembrava altro che un grosso bambinone- ben messo però. Infatti gli occhi di Gabriel seguirono le mani del ragazzo, di come egli si toglieva i vestiti esponendo il suo corpo- ma se da una parte trovava interessante vederlo- dall’altro… lo sguardo di Rengoku era comunque la cosa che aveva attirato di più l’attenzione di Gabriel, che avrebbe alzato la testa così da guardarlo. In quel modo, davvero. Si sentiva una bambina per certi versi. Avrebbe fatto un vago sorriso, sentendo un certo dubbio salirle nella mente. Era giusto farlo? Mostrarsi in quel modo? Per quanto potesse dire che sapeva di essere bella- non si sentiva così. Non in quel momento. Cercava di non pensarci, ma in quel momento quel pensiero arrivò con la pura potenza di una cannonata. Cercò di fare una vaga risata, lasciando che i capelli biondi cadessero di fronte agli occhi, nel mentre che portava le proprie mani alle estremità di quell’accappatoio. Lo fece scivolare lentamente lungo le spalle, esponendo la pelle in modo più chiaro. Non servì poi così tanto a lasciarlo cadere sul letto, facendo vedere nella sua gloriosa-ed innocente- bellezza a Rengoku. L’aveva già vista- ma adesso era più che palese. Il seno acerbo che sfidava quasi la gravità, con le aureole dal colore rosato e i capezzoli che poco alla volta si inturgidivano per il freddo della stanza. Si poteva notare subito lo stato atletico del suo corpo; il ventre, le braccia, le gambe… in generale, nonostante non abbia muscoli super sviluppati, si poteva capire la forza che aveva. Altro particolare, era l’assenza di peli su l'integrità del suo corpo- così come un vago rossore presente sulle spalle, le ginocchia e la zona del ventre-bassoventre. E se la volta prima si poteva capire come il sesso di Rengoku fosse grosso… beh, adesso che era senza veli era ancora più palese quanto probabilmente la loro differenza di grandezza fosse… grande.
    Stare all’estremità del letto non è un po’ triste, non sarebbe meglio se ti unisci a me? Visto che vogliamo fare le cose con più calma, possiamo cominciare con qualcosa di più calmo no?
    Avrebbe domandato, forse in parte per l’imbarazzo, mentre andava a girare il proprio corpo per gattonare un poco verso i cuscini- senza però fare caso al fatto che esponeva così interamente anche il resto a Rengoku. Ed era tutto- così innocente. Sia il buchetto dietro, che le labbra - di un colore rosato e dalla forma di chi non le aveva mai toccate. Ma così avrebbe avuto visione anche dei tagli sulla schiena- quelli più recenti di un colore rosso quasi aggressivo ma in via di rigenerazione. Che quelli biancastri, vecchi. Tipici di una cintura, che di un vero e proprio coltello. E in generale, l'integrità del corpo di Gabriel non sembrava presentare cicatrici- se non per l’appunto quelle più recenti.
    Non so, serve un po’ di musica? Oppure un qualche metodo per rendere le luci soffuse? Non so come funziona esattamente una stanza come questa…”
     
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    Rimase completamente imbambolato a fissarla mentre si spogliava, Rengoku si ripeteva che stava solo cercando di lasciarle spazio, di non saltarle addosso, di non essere frettoloso, ma la verità era che non poteva distogliere lo sguardo, rendendosi conto di quanto fosse perfetto quel corpo davanti a lui. Gabriel era davvero una bellissima ragazza, l'opposto di lui per certi versi dato che sembravano uno il negativo dell'altra in ogni aspetto. Prese un profondo respiro, non voleva fare la statua di sale e sapeva che rimanendo lì immobile quegli spasmi che gli arrivavano dal bassoventre si sarebbero presto trasformati in una volgare erezione che avrebbe sbattuto letteralmente in faccia a Gabriel, e questo non era molto galante.
    Ad essere sincero... non lo so neanche io. Mi sento un pò stupido...
    Commentò con una punta di autoironia, lasciandosi sfuggire una risatina nervosa, mentre decideva finalmente di lasciarsi andare, sdraiandosi di fianco a lei sul letto tenendosi girato verso Gabriel, si ritrovarono quindi faccia a faccia, stesi su un fianco, nudi sul letto mentre cercavano di capire cosa fare. Gabriel gli chiese di andare con calma e lui sentì di non avere nessuna fretta in quel momento, eccezione fatta per una cosa: allungò le mani verso di lei, afferrandola per i fianchi, tirandosi verso il corpo di Gabriel ma senza esagerare, non la strinse a sé, semplicemente fece in modo che i loro corpi fossero vicinissimi, così come i loro volti.
    Forse non dobbiamo fare niente... magari dobbiamo riprendere esattamente da dove ci siamo fermati, come dici tu. Ma stavolta... senza fretta e senza ansia, ok?
    mentre parlava, le mani di Rengoku le risalirono il corpo, scivolandole dietro le spalle per poterle carezzare la nuca e i capelli. Le sue dita erano forti, si stringevano su di lei in maniera possessiva e impaziente, ma senza violenza. La fissava dritta negli occhi deciso a non perdere più il coraggio e, gradualmente, si fece avanti con la bocca, aprendola leggermente per avvicinarsi a lei. Voleva baciarla, con la stessa passione con cui l'aveva presa per i corridoi della scuola, ma senza la foga di uno che ha paura di essere colto alla sprovvista. Da lì, avrebbe assecondato ogni suo gesto, senza tirarsi indietro. Era il loro momento quello.
     
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    Qualsiasi idea di mettere un po’ di musica romantica andò a scomparire dalla mente della ragazza, non appena si sdraiarono l’uno di fronte all’altro. Come un quadro, dove si poteva vedere da una parte la bellezza di un sole e una giornata luminosa- dall’altro la grottesca paura che potrebbe portare la notte. L’unica cosa differente, è che lei non era tanto interessata al corpo in sé, quanto più allo sguardo. Rapita da quei occhi che la tiravano dentro. Non sussultò quando Rengoku le toccò i fianchi, ma piuttosto ebbe un lieve brivido. Con pochissimi centimetri di distanza, quasi poteva percepire il calore del ragazzo. Potevano rilassarsi, andare con più calma, senza la paura che qualcuno o qualcosa potesse interromperli. Avrebbe annuito dunque leggermente con la testa, prima di socchiudere gli occhi nel percepire la mano di Rengoku salire lungo la sua nuca e i capelli- con un sospiro non troppo velato. Si avvicinò fino a poggiare i loro corpi insieme- far sentire il calore della pelle di uno contro l’altro. La pelle morbida contro quella più ruvida. E anzi, quasi senza vergogna premere il proprio petto contro quello del ragazzo, nel mentre che la mano destra risaliva lungo la mascella e la sinistra si poggiava sul suo collo- come se fosse lei a venerarlo. Piegando la testa leggermente di lato- e lasciandosi andare in un bacio sentito- passionale ma meno frettoloso. Muovendo le proprie labbra seguendo il suo istinto, usando la lingua dolcemente- Gabriel avrebbe chiuso completamente gli occhi e si sarebbe lasciata andare alla sensazione. La mano dalla mascella di Rengoku si sarebbe spostata vicino l’orecchio- fino a salire sui capelli così da poterli percepire anche lei stessa. Una sensazione che le fece scaldare il ventre.
    Hm… così è molto meglio. Toccami di più, Rengoku.
    Avrebbe mormorato, di fronte alle labbra del ragazzo, come se gli stesse dando il permesso di passare le sue mani lungo il suo corpo. Una libertà che avrebbe preso lei stessa, facendo scendere la mano sinistra lungo il suo torso- esplorando con il tatto i suoi muscoli e la sensazione che le dava. Allo stesso tempo, avrebbe continuato il bacio dopo quel permesso, facendo scendere la mano destra lungo il lato del torso, e verso la schiena del ragazzo- in una sorta di mezzo abbraccio. Vista che sarebbero stati altezza testa, i loro bacini sarebbero stati più meno allo stesso livello. Con il pube della ragazza che era poco sotto quello di Rengoku. Il ragazzo poteva percepire come gradualmente il calore del corpo di Gabriel aumentava, così come l’odore dolciastro poco alla volta si sarebbe fatto più presente.
     
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    Quel delicato bacio fu una sorta di consenso per entrambi, e così come le loro labbra anche i corpi si scioglievano, entrando sempre più in contatto. Rengoku strinse il capo di Gabriel per tenerla vicino a sé, continuando a baciarla senza vergogna, per poi tornare a scendere sul suo corpo. Le carezzò la pelle morbida, le spalle, il ventre, era una novità completa per lui che mai aveva avuto modo di gustarsi con tanta tranquillità il corpo di una ragazza. Gli altri incontri erano stati fortuiti e fin troppo frettolosi, ora finalmente aveva il tempo per assaporare una femminilità. Non solo i suoi versi, i suoi baci, la tenerezza della sua carne, ma anche degli odori dolci e piacevoli che si facevano sempre più forti man mano che la ragazza si lasciava andare. Quando gli chiese di toccarla, Rengoku passò subito la mano sul suo petto, risalendole il ventre delicatamente per poterle sfiorare i seni, massaggiandoli eccitato all'idea di poter toccare con mano una parte così intima della ragazza. Ma sapeva anche che Gabriel non gli stava solo chiedendo di esplorare il suo corpo, voleva sentirsi sua, voleva farsi toccare in maniera intima, quindi il ragazzo pensò bene di tirare fuori un pò di iniziativa. Dopo aver assaporato la morbidezza del su osceno, la mano di Rengoku scese verso le gambe della ragazza, senza fretta, cercò con le dita lo spazio sul suo ventre e dopo aver attraversato quel pube totalmente glabro e privo di peluria, finalmente raggiunse l'intimità della ragazza. Un lungo sospirò scivolò dalle labbra di Rengoku mentre le dita sprofondavano verso di lei come se fossero state risucchiate da una calda marea. Era un movimento spontaneo perché la dolcezza di quel sesso lo attirava più di ogni altra cosa, e dopo averla massaggiata un pochino i suoi umori lo guidarono dentro. Rengoku si lasciò sfuggire un gemito di piacere mentre la sua verga diventava più dura che mai, iniziando a punzecchiare il ventre di Gabriel all'altezza dell'ombelico.
    Mi dispiace, ma... ah... sei così morbida...
    Irresistibile, accettò quel richiamo e spinse il medio dentro di lei mentre col corpo si faceva più avanti. La cappella bollente di Rengoku iniziò a premere su di lei, bisognosa di attenzioni, mentre quell'affondo curioso si trasformava gradualmente in un massaggio lento e meticoloso. Anche le dita di Rengoku erano spesse e ruvide, ma soprattutto in quel momento erano bollenti. Gabriel poteva sentirle che si piegavano e scivolavano su di lei come se stessero cercando un modo per stimolare ogni angolo di quell'intimità: il medio scivolava dentro e fuori, usando i polpastrelli per arrivare fino alla clitoride con i suoi movimenti, mentre indice e anulare circondavano le sue grandi labbra, massaggiandole, schiacciandole come se fossero un succoso frutto da spremere. Sentì di volerne di più, e per sedare quel desiderio cercò ancora le labbra di Gabriel, baciandola di nuovo ma stavolta con più foga, più desiderio, proprio come quando si erano baciati davanti a quegli armadietti.
     
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    Sospiri eccitati e che a stento trattenevano il piacere che ella provava lasciavano le labbra vermiglie di Gabriel, che dopo il bacio sembrò assumere un’espressione quasi più sognatrice. Il suo seno sembrava bruciare ad ogni tocco- ogni zona del suo corpo lo sembrava- era una sensazione particolare e ne desiderava di più. Ancora di più! E quando finalmente glielo diede- un sospiro di sollievo andò a lasciare le labbra della ragazza- che rabbrividì. Allargando le gambe- e spostando il proprio corpo così che fosse semi distesa sulla schiena ma con la gamba più esterna con il ginocchio sollevato- così da dare più accesso alla propria intimità ed essere più comoda.
    Ah- è strano, però è bello allo stesso tempo..
    Avrebbe mormorato- prima di gemere in modo soffice contro le labbra del ragazzo. Umori dati dall’eccitazione che discendevano lungo le dita del ragazzo- andando a renderle più umide. E anche senza una reale esperienza- Gabriel- No, Seraphine. Si sentiva sempre più aperta e vulnerabile. Ed era piacevole- ma con quel sottotono di timore che scoppiettava nel petto. La ragazza andò ad ricambiare il bacio, con forse più necessità rispetto a quella di Rengoku. Per rincuorare, per dimenticarsi della paura- per sentirsi bene. Lo voleva, il desiderio era dannatamente enorme- e si trasmetteva attraverso la sua intimità. Pregna, con il clitoride che sembrava richiedere ancora più attenzioni e le labbra ingrossate dell'afflusso di sangue.
    Sai- ah, usare bene quelle dita… eh?
    Avrebbe mormorato di fronte alle sue labbra, con una risata trattenuta, prima che anche le dita di ella si muovessero per afferrare il sesso del ragazzo- forse con più consapevolezza ora. La mano destra a sostenerlo, con il pollice premuto contro la punta e a massaggiare l’intorno e le dita che strofinano il collo. E allo stesso tempo- la sinsitra che si dedicava all’asta e alla parte inferiore, passandoci le dita tra le gonadi e sfiorandole in modo provocatorio- ma andando poi a stringere con decisione il sesso di Rengoku e fare dei veloci movimenti- senza esagerare vista l’assenza di liquidi o simili che potessero inumidirli. Lo sguardo della fanciulla si sarebbe fatto più sottile- seppur era notabile il suo timore. Ma che man mano che si baciavano si faceva meno presente.
     
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    Non era lui a spingere, ma era Gabriel che aprendo gradualmente le gambe sempre di più gli permetteva di affondare, affamandolo di quella carne giovane e inviolata, dall'aroma così intenso, dal calore ineguagliabile e soprattutto dalla purezza incredibile. Rengoku divenne rapidamente assuefatto da quella sensazione e si rese conto che ne voleva di più: più carne, più umori, più gemiti. Avrebbe voluto dirle che anche per lui era bellissimo, che non doveva trattenersi, di aprire di più quelle gambe e lasciarlo entrare, ma ogni pensiero logico era ottenebrato dalle labbra della ragazza, e la voglia di penetrarla veniva espressa solo ed esclusivamente dalle dita, che ben presto divennero due così da assaporare meglio la sua femminilità. Mentre si rendeva conto di quanto fosse stretta, inviolata, Rengoku mugugnava sempre più eccitato, rendendo marmore ala sua verga iniziando a temere di poterle far del male vista la loro differenza di stazza, in più di un senso. Doveva davvero avere riguardo per lei, eppure ogni fibra del suo corpo gli diceva di possederla senza alcuna pietà, farla gridare e sbavare come stava facendo ora con la sua carne. Quel dissidio trovò molto facilmente un vincitore, perché le paure di Rengoku si frantumarono tra le labbra vogliose di Gabriel, e le sue parole lo incoraggiarono. Non aveva mai usato "quelle dita così bene", ma evidentemente aveva talento, o qualcosa del genere, e tanto gli bastava per sapere cosa voleva davvero. Dal respiro della ragazza, e dal modo in cui lo masturbava, Rengoku capì che anche il desiderio di Gabriel stava perdendo gradualmente il controllo, e molto presto nessuno dei due avrebbe preso decisioni lucide. Ma in fondo aveva davvero senso preoccuparsi di questo? Si erano baciati, si erano abbracciati, si erano guardati negli occhi mentre decidevano di chiudersi in un posto del genere e scambiarsi la loro prima volta, non per amore o per pulsione, ma perché qualcosa tra di loro era scattato. Amicizia, passione, rivalità, non importava. Ciò che Rengoku voleva non era una risposta... ciò che voleva era Gabriel. Lasciò improvvisamente la sua carne impedendole di raggiungere un orgasmo prematuro, poi si fiondò su quelle labbra irresistibili per darle un bacio travolgente, abbastanza intenso da schiacciarla contro il cuscino, mentre lui prendeva il controllo della situazione e si piazzava sopra di lei, circondandola con le braccia e le gambe, fino a che quella grossa verga durissima non finì con la punta contro il suo ventre, poco sotto l'ombelico, e lui si staccava da quel bacio ansimante, come se gli fosse mancata l'aria per diversi minuti, mentre se ne stava sopra di lei pronto a prendere l'iniziativa.
    Non resisto più... ti voglio...
    La fissò dritta negli occhi mentre le lanciava quel monito eccitato e sentito. Abbassò il bacino così tanto che finalmente i loro sessi si incontrarono: Gabriel sentì chiaramente i testicoli turgidi del ragazzo premersi contro le grandi labbra umide, la base della sua verga schiacciò quella clitoride gonfia e vogliosa, per poi stuzzicarla assieme alle grandi labbra con lenti movimenti del bacino. Lenti, ma impazienti, perché da come quella verga pulsava era evidente che fosse pronta a darle esattamente ciò che volevano entrambi, la punta gonfia e massiccia svettava da quel monte di carne come se volesse aggredire direttamente Gabriel, aveva già assaporato il suo vigore nella bocca e sul seno, ma adesso Rengoku si stava preparando a ben altro. Aspettava un invito, perché desiderava che fosse qualcosa di entrambi, che avrebbero condiviso, non solo uno scopo per sé.
     
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    Eppure man mano che il tempo passava, la pressione aumentava. Il respiro iniziava a mancare, e sentiva il piacere divenire sempre più intenso. Ma- venne interrotto! Un verso sofferente, scontento- lasciò le labbra della ragazza che quasi singhiozzò per il mancato orgasmo: Corrugando la fronte in scontentezza- ma non riuscendo poi a non fare null’altro che semplicemente ricambiare il bacio del ragazzo, disperazione e famelicità che iniziavano a premere sul suo petto. Mugolando poi insoddisfatta- quando percepiva i movimenti di Rengoku così perfetti nelle zone giuste- ma non abbastanza. Il desiderio poi aveva raggiunto un limite che non poteva più resistere.
    Nemmeno io… riesco più a resistere…
    Avrebbe mormorato, gli occhi lucidi e brillanti nel loro colore. Andando poi ad abbassare lo sguardo, avrebbe piegato il bacino- cercando di sistemarsi al meglio.Portando però entrambe le mani vicino alla sua stessa intimità, usando le dita per allargare le labbra ed esporre il suo interno a Rengoku. Ed in seguito… tentando di guidare il sesso di Rengoku verso il basso. Il tutto, mentre aveva un’espressione concentrata- e con le braccia che stringevano il petto quasi mettendo in evidenza il seno. I capelli d’orati sembravano quasi attaccarsi al suo volto, leggermente umidi, mentre le stesse guance erano di un colore rosso intenso.
    Credo vada bene così..?
    Avrebbe mugolato- più a se stessa che ad altro, cercando nella sua inesperienza e nella sua fantasia a un quesito simile- decidendo poi di cambiare interamente approccio. Avrebbe infatti tentato di semplicemente allargare le gambe totalmente- così da poter poggiare le ginocchia al lato del torso di Rengoku- In tal modo aveva il bacino giusto inclinato. Anche se provava un po’ di fastidio alla schiena. Lo sguardo della ragazza era deciso- nel mentre che i talloni si sarebbero premuti sul dietro della schiena di Rengoku. L’intimità stretta- pronta ad aprirsi per la prima volta a qualcosa di più grosso a delle semplice dita. Che la riempiva di più. L’invito era più che chiaro- con le gambe di Gabriel ben spalancate e che premevano sulla sua schiena. Ma forse mancava qualcosa… di cui lei stessa si era preoccupata fino a quel momento, ma di cui si era completamente dimenticata.
     
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    Si stava facendo troppo impaziente, ogni singola mossa di Gabriel lo eccitava sempre di più, bramava quella carne spalancata, voleva sentire ancora quei gemiti di piacere, più forti che mai, voleva stringerla a sé mentre spingeva la sua verga in lei così da fargli invocare il suo nome, più volte, più forte, fino a raggiungere l'orgasmo assieme. Le gambe della ragazza lo stavano supplicando e lui, con poche remore, si stava per fare avanti.
    Sì... va bene così...
    Mugugnò frettoloso mentre si piegava in avanti e con una mano abbassava la base del suo membro, cercando di allinearsi con Gabriel. La cappella scivolò tra le grandi labbra, si riempì del suo succo femminile e cercò subito l'entrata, ma mentre si perdeva nello sguardo eccitato della ragazza, Rengoku vide una preoccupazione inattesa. Aveva paura di sentire dolore? O che stessero facendo la cosa sbagliata? I dubbi assalirono Rengoku ma prima che potesse farsi un viaggio troppo articolato, realizzò che lo stavano facendo nella maniera peggiore possibile.
    ...merda...
    Sospirò mentre la testa crollava in avanti per la vergogna. Per raggiungere col braccio il mobile di fianco al letto, Rengoku finì completamente addosso a Gabriel, senza penetrarla ma facendole sentire tutto il suo corpo completamente in tiro per l'eccitazione e l'emozione, e inevitabilmente si sfregarono ancora mentre lui rovistava nei cassetti del mobile alla ricerca di qualcosa di utile. Quando si tirò su, i loro sessi si erano sfregati così tanto da ribollire. Rengoku alternava lo sguardo tra lei e la sua stessa verga, facendole capire che non si era distratto, ma che non potevano essere affrettati. Armeggiava frettoloso con quel preservativo tra le dita, prima in difficoltà anche solo con l'apertura per colpa delle dita lubrificata, poi anche per capire il verso in cui andava indossato, dopotutto non lo aveva mai fatto. Purtroppo le dimensioni erano quelle che erano, e si ritrovò a tirarlo sulla propria verga in maniera maldestra e decisamente poco eccitante. Serrò i denti per la frustrazione, sentendo di essere oramai a un passo dal rovinare tutto, ma da quella posizione e con la sua inesperienza non riusciva a fare meglio di così. Non riusciva a metterlo come si deve, e la cosa lo stava facendo infuriare.
     
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