Afferra il tuo destino... a due mani.

Per Doom

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  1. MidoriNoBakeneko
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    Se c'era un motivo per il quale Hazel indossava una cintura di castità e cercava in OGNI MODO di nascondere il più possibile quella sua patetica debolezza, non era certo perché disprezzasse il piacere. No. Quella era la parte bella, la parte che avrebbe forse potuto accettare... Ma il fatto che si trasformasse in una creatura insaziabile vogliosa solo di essere maltratta di più; abusata di più... Rotta, di più... Quello non lo avrebbe mai accettato. Il fatto che si comportasse come una cagnetta ubbidiente davanti allo stronzo che voleva schiavizzare la figlia e avere tutti ai propri piedi la faceva impazzire, eppure non poteva farci assolutamente niente. Peggio: quando disse che la mamma della "sua ragazza" iniziava a piacerle, dalla gola di Hazel uscì un mugolio entusiasta neanche la stesse accarezzando sulla testa dicendole "brava cagnolina". In un luogo recondito della sua mente si vide con la sua tenuta da strega a legarlo e bullizzarlo LEI stessa, a parti invertite, e in risposta la sua mandibola ebbe uno spasmo, pronta a mordere il cazzo che stava così golosamente spremendo. Forse Thresh avrebbe potuto notare un lampo di quell'odio che aveva tanto decantato sfrecciare in quegli occhi dorati colmi di piacere, ma durò ben poco, presto sostituito dalla delusione. Mentre immaginava di legarlo le piante si erano infatti strette a lui, una ad una, similmente a tante serpi che volessero stritolargli il corpo fino a soffocarlo... un sogno destinato a non avverarsi mai, visto che Hazel le sentì distintamente staccarsi dal suo corpo e, di rimando, percepì il suo potere perdere presa su esse, ma rimanere attivo il tanto che bastava a farle sentire la sua presenza, come se lo stesse ancora toccando. Lo sguardo si fece ancora più deluso e irritato, almeno finché non venne letteralmente afferrata per la gola e sentì distintamente il mostriciattolo allontanarsi da lei, rendendo la sua espressione solamente delusa. Quel contatto meramente energetico equivaleva a toccare l'oggetto del proprio desiderio senza poterlo avere davvero, proprio come il potere che aveva avuto per pochi istanti tra le mani e si era invece rivelato un'ennesima occasione sfumata. Se solo fosse stata un pochino meno persa avrebbe anche potuto riprendersi durante quella breve tregua concessa al suo povero culo... invece percepì pienamente il vuoto lasciato da quello stupido mostro. E il freddo glaciale avvolgerle le membra spalancate, mentre ancora pulsavano di desiderio.
    Assistere alla trasformazione di Thresh fu la cosa meno sconvolgente di tutte. Il suo reale aspetto gli si addiceva molto più della bellezza di una forma umana: era grottesco e inquietante, proprio come ci si aspettava da un bastardo senz'anima come lui.
    La tua, di faccia... ti si addice.
    Doveva essere un insulto, ma la voce roca e il volto languido mentre si posizionava a quattro zampe trascinata da un collare di catene, non aiutarono di certo a renderlo vero. Sembrò più una constatazione sospirata al vento. Nonché una vile bugia, dal momento che una demone come lei aveva ampia conoscenza dei mostri più disparati, Infernali e non, e alcuni li venerava persino. Nonostante questo ci fu un momento, un singolo momento di pochi secondi, in cui provò a liberarsi: tentò di far forza con i palmi sul terreno, i muscoli delle braccia toniche stesi, mentre tentava (invano) di tirarsi su e sottrarsi alla presa. Il risultato fu ovviamente ridicolo: non fece altro che mettere in mostra il corpo già oscenamente scoperto, tendendo i muscoli, piegando la schiena, mostrando il culo in una specie di perverso stretching e spingendolo ancor più verso la visuale dello zombie, quando questi si fece alle sue spalle. Solo a quel potente schiaffo sussultò, bloccandosi sul posto subito dopo. La natica color caramello ballonzolò per diversi istanti prima di tornare perfettamente immobile, con la grossa manata stampata sopra, più simile a un perverso marchio a fuoco che via via si fece sempre più rosso. Il bruciore non si quietò affatto, ma il suo cazzo sussultò in risposta, tradendo qualsiasi tentativo di mordersi il labbro inferiore per non gridare o mostrare quanto in verità fosse entusiasta del dolore ricevuto. Strinse le gambe, quasi volesse trattenere il piacere e nascondere, ancora una volta, la propria vergogna. E lì, con la faccia costretta a fissare l'occhio di quel mostriciattolo odioso, il culo esposto e le lacrime agli occhi per il dolore appena subito, si chiese se non fosse un buon momento per mordersi la lingua a sangue fino a morire, piuttosto che cedere a quell'oscena richiesta e umiliarsi ancor più di quanto non avesse già fatto finora. Quanto in basso poteva spingersi? Una stilla di umori che scivolò tra le sue labbra rispose per lei, portandola a gemere e sospirare. In fondo, non si era già arresa poco prima? Guardando di sbieco Thresh e leccandosi le labbra già secche, si voltò con le palpebre pesanti, afferrandosi non le natiche, ma quello stesso anfratto ancora leggermente spalancato e fradicio che il mostro davanti a lei aveva abusato fino a poco prima, lasciandolo aperto e bisognoso; tutt'altro che soddisfatto. Ebbene, lo aprì con i medi, schiudendolo appena.
    Nh-non c'è bisogno di fare questi stupidi giochetti, ᑢ ᖶᘿ᙭ᖶ! Se Thresh avesse capito il demoniaco, avrebbe riconosciuto distintamente un epiteto impronunciabile. Rendendosi conto che così non avrebbe mai ottenuto ciò che voleva e anzi, lo avrebbe solo fatto arrabbiare di nuovo, subito dopo quel piccolo sfogo sentito quanto incontrollato, Hazel spalancò di più il suo povero culo, già pulsante e umido di sangue e bava di mostro, sforzandosi di addolcire sia lo sguardo che il tono della voce. Scopami... Scopami il culo. Digrignò i denti, temendo che non sarebbe bastato. Ti... supplico. È tuo.
    Quell'ultima frase le richiese decisamente tutto la volontà che le rimaneva... E ciò la rese talmente patetica ai suoi stessi occhi, che temeva che sarebbe morta per la vergogna, se solo lo zombie non l'avesse scopata subito, così da farle dimenticare nuovamente ogni cosa, compreso come si chiamasse. Aggiunse quell'assurdità come se volesse offrirgli tutto, compresa se stessa... una mera menzogna per mascherare il fatto che, quando non aveva qualcosa infilato nel culo per farla comportare come una tossica in cerca della prossima dose, l'odio riaffiorava più forte di prima, rendendola pronta a sputargli in faccia alla prima occasione.
    Il dilemma a quel punto era solo uno: Cosa conta di più per un torturatore? Obbedienza o... Sincerità?
     
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17 replies since 28/12/2022, 19:58   364 views
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