Il detenuto

x Hadler e Hyperion

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  1. Il Capitolo Hadler
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    La Legge

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    Kaguya sapeva molto bene come prendere base da una affermazione per sintetizzare il tiro sulla essenzialità, e c'era piacere nel vedere come non si facesse problemi a giudicare l'operato degli altri non solo dal proprio punto di vista, ma anche da un più adeguatamente super partes concetto di appetibilità di una certa visione. La Vampira in questione non era una bestia che vedeva nella forza l'unico mezzo di vita e controllo, ma di sicuro non poteva apprezzare chi aveva come unica soluzione ai confronti il negarli alla radice, dopotutto gli estremi non servono davvero a nulla. Sabik se sciolse come uno spaghetto nel sentirsi nominato dalla sua compagna portandosi le mani al volto e socchiudendo gli occhi stampandosi un sorrisetto morbido di approvazione, per poi concentrarsi sulla risposta di Rengoku con attenzione. Era interessante come avrebbe inquadrato l'operato dell'Akira originale, del Palazzo usando il corretto nickname che gli era stato dato al tempo, sottolineando come probabilmente una vena di totalitarismo poteva essere nei desideri di forma di comando, ma il Nephilim non poteva essere d'accordo con quella visione siccome Onibi aveva sicuramente fatto intendere come l'Akira che lei conosceva aveva una profondità e visione ben più ampia e, azzardando qualcosa solo sulla base delle reazioni della professoressa e su quel poco che poteva caratterizzarla, una sorta di solitudine esistenziale che aveva gettato l'ombra su un trono non dissimile da una condanna. Ammessa e non concessa questa deduzione così romantica, di fatto Sabik era stato direttamente interpellato sulla sua visione, con l'interessantissima scelta bicefala tra la visione di Sagara e quella di Kaguya, cosa che probabilmente avrebbe interessato Hachi lì presente che a conti fatti si stava godendo i propri studenti in una delle più tipiche attività della Gakuen, ovvero mettersi a confronto.
    Uhm.. Kaguya ha già sentito la mia risposta al riguardo, e se volessi essere sintetico ho innegabilmente accettato il suggerimento di rifiutare Sagara, ma la povera forma della tua domanda mi permette di risponderti in maniera esaustiva trasmettendo qualcosa del mio carattere e delle mie motivazioni per stare in questa scuola: sono "forte" per chiunque sia più debole di me, e "inarrivabile" per chiunque non possa comprendermi, ma la mia volontà è assoluta e definisce la realtà che mi circonda.
    L'atmosfera che circondava Sabik non potè che cambiare, provocando come un senso di presa verso di lui, come se il senso orizzontale del pavimento si fosse piegato con il Nephilim al centro e più in basso; una naturale esposizione della qualità della sua energia scatenata dall'argomento interessante e dalla stimolante compagnia.
    Volontà resa manifesta, questo è ciò in cui credo. Non c'è motivo di considerare il tempo, lo spazio o le persone, se non in funzione di solo ciò che crea un effetto sul mondo e che fa muovere il resto in sua considerazione.
    Sorridendo gentilmente e con trasparente disponibilità avrebbe atteso eventuali reazioni o simili, caso non ce ne fossero state l'atmosfera che lo circondava si sarebbe rarefatta subito mentre avrebbe proseguito il proprio incidere godendosi il secondo viaggio sul trenino della scuola.
     
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88 replies since 19/8/2022, 09:18   1118 views
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