Secondo appuntamento

x Licya25

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    Ricalibrare tutte quelle armi era davvero una grande noia, ma Alexander doveva rispettare la sua parte degli accordi, e tutto voleva meno che ritrovarsi qualche mastino alle calcagna, soprattutto se sapeva fare il suo mestiere. Non che ci fosse fretta, dopotutto, ma anche con tutto il tempo del mondo rimaneva un lavoro piuttosto noioso. Aveva bisogno di cambiare aria, di svagarsi e per quanto i suoi pensieri girovagassero incessantemente verso New Vegas e il suo obbiettivo finale, rimaneva comunque un chiodo fisso nella sua testa che tornava come un pensiero incessante: la biondina che aveva osato tenergli testa. Non aveva poteri, né particolari abilità, solo una fottuta faccia tosta e un coraggio da vendere. Poche altre volte si era ritrovato davanti ad una volontà simile e assai di rado avevano fatto colpo su di lui. E mai avrebbe detto che questo era il caso. Tuttavia la costanza con cui certi pensieri gli tornavano in mente era davvero insolita. Forse ciò che voleva davvero era spezzarla, non tanto conquistarla. Magari era il suo istinto diabolico a parlare. L'istinto a tornare quanto più malvagio possibile. Doveva togliersi il dubbio, non poteva di certo restare lì a rimuginarci sopra. Lui dopotutto era un guerrieri, non un poeta né un filosofo. Si diede una sistemata e dopo una rapida pulita scelse un vestiario classico con jeans neri e giacca di pelle dello stesso colore, una canotta bianca quasi trasparente per il petto e una cintura metallizzata che si abbinasse con le sue scarpe. Intorno al collo e alle braccia c'erano bracciali e collane, così come anelli intorno alle sue dita. L'ora era già tarda ma sapeva esattamente dove trovarla. Prima di farle visita però, si assicurò di portare con sé una busta di carta piuttosto elegante, di colore rosso e senza marca. Il suo contenuto era sigillato da un laccetto e pertanto impossibile da scoprire senza sbirciarci dentro. Come al suo solito, Alexander non si sarebbe preoccupato di bussare una volta davanti alla palestra, facendosi strada al suo interno e lasciando che le scarpe metalliche facessero rumore per lui, come un cowboy che entra nel saloon che cerca di attirare l'attenzione con i suoi speroni. Si domandava se l'avrebbe trovata intenta a picchiare un saccone o se l'avrebbe vista scendere le scale del suo appartamento come l'ultima volta. O chissà, sarebbe rimasto del tutto spiazzato dalla sua entrata in scena?
     
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    Raky stava pulendo il pavimento con uno spazzolone e uno straccio che ogni tanto immergeva in un secchio di acqua marrone. I danni riportati dalla palestra durante la visita del demone le erano costati turni di lavoro extra che adesso, a distanza di tempo, stava ancora smaltendo.
    Ogni volta che si trovava a svolgere quegli incarichi indesiderati si ritrovava inevitabilmente a pensare a quella notte. Il suoi ricordi erano confusi ma una sensazione le era rimasta impressa: quella che aveva provato sentendo la creatura viva dentro di sé, il figlio che il demone le aveva depositato nel ventre. Non aveva mai desiderato la maternità e ora il solo pensiero di concepire un ibrido col demone le dava i brividi. Però c'era dell'altro. Quella creatura nel suo ventre aveva avuto un significato per lei, un significato che non riusciva a capire, ma la sua assenza ora le risultava dolorosa.
    Si asciugò la fronte dal sudore e iniziò a mettere via gli strumenti del suo lavoro.
    Indossava ancora la sua tenuta sportiva: calzoncini larghi e reggiseno elasticizzato quando sentì la porta della palestra aprirsi e un suono metallico di passi.
    Prima di vederlo aveva già capito, si girò sicura di trovare Alexander, e così fu.
    Un brivido le corse lungo la schiena, anzi, i brividi furono due: uno freddo, di paura, che le partì dal cervello, uno caldo, di desiderio, che le partì da in mezzo alle gambe.
    Lasciò cadere lo spazzolone che colpì il secchio rovesciandolo e spargendo l'acqua fetida.
    Tu!
     
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    La sorpresa non fu inaspettata, ma l'acqua fetida che gli scoprì le scarpe preziose non fu un dono benvoluto. Non per questo Alexander fece gesti strani o movimenti di scatto, non si mosse neanche di una molecola e rimase a fissare con sufficienza l'acqua sporca che gli finiva ai piedi. Arricciò il naso con disprezzo, detestava quando gli sporcavano i suoi vestiti, specialmente se erano pezzi unici e preziosi.
    Non è esattamente questo che mi aspettavo di veder cadere ai miei piedi al mio ritorno...
    Commentò ironico con una punta di disprezzo, alzando poi lo sguardo verso Raky mentre si concedeva finalmente un leggero sorriso malefico. Se non altro poteva dirsi soddisfatto dalla reazione della ragazza: evidentemente non lo aveva dimenticato, anzi non ci aveva neanche provato. Quel diabolico essere aveva lasciato il segno in lei, in più di un senso, e quella sera si trovava lì per raccogliere i frutti della sua semina.
    Ti vedo in forma Raky, quando abbiamo finito non riuscivi nemmeno a parlare, sembra tu ti sia ripresa bene. Sei una tipa tosta...
    Quelle più che dei complimenti sembravano vere e proprie provocazioni, tipiche di chi si trova sul ring per un secondo round, ma stavolta Alexander non aveva la minima intenzione di perpetrarlo tra quattro corde. Desideroso di non perdere tempo in convenevoli e di dimostrarle ancora una volta di essere uno capace di andare al punto, si avvicinò di qualche passo chiudendo le distanze con lei, lasciando che la loro differenza di stazza la mettesse in soggezione il giusto.
    Sei impegnata stasera? Sembra un lavoro noioso questo, avrei un'altra idea da proporti.
     
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    La ragazza non si curò dell'acqua che invadeva il pavimento fino ai piedi di Alexander. Lui sorrideva, come sempre, e non perse tempo in convenevoli. Tornò subito al momento finale del loro rapporto, quando Raky giaceva distrutta, gonfia di sperma e immersa in una pozza di liquidi. Come dove rispondergli? Insultandolo? Dicendogli che lo odiava? O urlando che non vedeva l'ora di avere di nuovo il suo cazzo dentro di lei?
    Se era tornato però evidentemente anche a lui la serata era piaciuta. E cosa voleva ora? Che cosa voleva proporle?

    Sapevo che saresti tornato... evidentemente hai gradito il primo giro...

    Raccolse il secchio e lo spazzolone

    Le tue prodezze della vostra scorsa mi sono costate parecchi guai, hai lasciato un bel disastro qui...e nel mio appartamento...

    Raky si riferiva ovviamente alla macchia di sperma e umori che faceva ancora bella mostra di sé sul pavimento della sua stanza. Aveva provato ogni tipo di detersivo ma nulla era servito.

    comunque sì, sto piuttosto bene e sì, mi sto rompendo decisamente le palle qui stasera...cosa proponi?

    Lo disse senza pensarci troppo, ma sapeva che in ogni caso non poteva dimostrarsi debole o spaventata con lui. Il suo unico scudo era la forza.

    ...vediamo se hai in mente qualcosa di interessante
     
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    Piuttosto che respingerlo lo affrontò a viso aperto. c'era da aspettarselo: quella piccoletta sapeva come dimostrarsi forte. Non lo temeva, non lo aveva mai temuto dal loro primo incontro e non avrebbe iniziato ora, rinfacciandogli addirittura i guai che aveva provocato con quel rapporto privo di freni. Alexander si concesse un sorriso più ampio rispetto a prima, soddisfatto dall'idea che i suoi segni non fossero rimasti evidenti solo dentro di lei, ma anche in ciò che la circondava. Un demone che riesce ad infestare una casa per intero non può che dirsi soddisfatto.
    Non sembri così turbata dai ricordi che ti ho lasciato...
    Una mera frecciatina che poco aggiungeva alla loro conversazione se non il banale istinto di provocarla prima ancora di avanzare quella proposta. Ma Alexander non aveva intenzione di perdere tempo né di diventare un nuovo vessillo per la noia di entrambi, quindi sollevò la mano che stringeva la busta di carta decorata, mettendola in evidenza così che Raky potesse capire che il nocciolo della questione si trovava lì.
    Ti ho portato un vestito e qualche... utensile che potrebbe tornarmi utile. sei troppo a tuo agio in una palestra, non posso sconfiggerti in un luogo come questo. Ma se ti porto da un'altra parte magari stavolta riuscì a vederti in difficoltà e chissà, magari passerai una bella serata. Forse vuoi solo bere, in quel caso offrirò io tutto, e se anche stasera riuscirai a tenermi testa pagherò per tutti i danni che ho fatto ricomprando per nuovi mobilio, pavimento e tutta la strumentazione che potrebbe essere rimasta sporca. Questa catapecchia sembra averne bisogno.
    Commentò, mentre si guardava attorno con un certo disappunto. Sembrava una bella proposta, tuttavia appena l'ebbe espressa il suo sguardo si fece più affilato e fisso su di lei, come se avesse nuovamente agganciato la sua preda. Gli occhi vermigli si accesero come sangue luminoso che si agitava per lei, come se stesse già pregustando la sua vittoria pronto a rivendicare la sua di ricompensa.
     
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    Lui disse che non la trova turbata per quanto era successo. A queste parole un'ombra passo sul volto di Raky. Fu solo un istante, poi scomparve.
    Lei era turbata eccome.
    Turbata per tutte le emozioni contrastanti che provava ripensando a quella notte e al demone...e pensando al fatto che lui adesso era di nuovo davanti a lei.

    La busta rossa attirò il suo sguardo. Un vestito nuovo? Degli oggetti? Che cosa aveva in mente Alexander? Poteva provare a immaginarlo ma sicuramente la sua fantasia non sarebbe bastata.
    La proposta di finanziare una bella risistemazione della palestra non lasciò indifferente la ragazza. Sapeva che il demone non mentiva e per lei quella poteva essere la svolta della sua vita.

    Una proposta interessante...e vedo che ti sei reso conto che qui non puoi battermi...bene, non posso di certo rifiutare una sfida come questa, anzi, voglio alzare la posta...

    Lo guardò dritto negli occhi, quegli occhi rossi che ancora infestavano i suoi incubi. Resse lo sguardo però, senza paura.

    Tu stabilisci i termini della sfida, io i premi: se vinco io tu andrai dal padrone della palestra e comprerai questa catapecchia, la rimettersi a nuovo e la cederai a me come nuova proprietaria. Se vinci tu invece farai la stessa cosa, comprerai la palestra ma la terrai per te, e io lavorerò qui alle tue dipendenze...che ne dici?

    La sfida le sembrava bel formulata per stuzzicare i desideri del demone... chissà invece che sfida lui gli avrebbe proposto.
    Raky non aveva paura, ora l'eccitazione superava il timore.
    Quella notte voleva scatenarsi.
     
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    La risposta di Raky partì come Alexander aveva previsto, ma accelerò di colpo in una maniera completamente inattesa. Sul suo volto non comparve sgomento ma di sicuro quell'espressione risoluta e vincente s'incrinò per un istante. Quella biondina sapeva essere davvero sfrontata... dopo tutto quello che aveva passato aveva anche il coraggio di alzare la posta, e in che termini per di più! Aveva già deciso che alla fine di quella serata sarebbe stata o la padrona di sé stessa oppure una schiavetta alle dipendenze di un demone perverso. Sapeva decisamente cosa voleva e visto che il momento era propizio non perse tempo per provare ad ottenerla. Alexander si ritrovò a distogliere lo sguardo, deformando le sue labbra in un'espressione che pareva quasi volersi complimentare con lei per quella mossa azzardata. Era sinceramente spiazzato ma dal su punto di vista non vedeva l'ora di iniziare.
    Capisco... sei davvero pronta a giocare sul serio, eh? D'accordo, non mi tirerò indietro dopo essermi presentato qui, non sei l'unica ad avere una bella faccia tosta.
    Chiuse ulteriormente le distanze, allungando la busta rossa verso di lei, aspettando che la prendesse. Appena Raky provò ad afferrarla però, lui strinse la presa, impedendogli di portargliela via prematuramente, tirandola anche leggermente a sé per assicurarsi di avere la sua massima attenzione.
    Indossa il contenuto della busta, intendo tutto. I termini della sfida sono semplici: se alla fine di questa sera indosserai ancora le mutandine che troverai qui dentro, allora avrai vinto. Per il resto stavolta niente violenza o scontri diretti, ci limiteremo a toccarci reciprocamente finché non mi dirai di smetterla: io non potrò toccarti direttamente in nessun modo se mi chiederai di evitarlo, almeno con le mie mani. Tutto chiaro?
    Detto ciò, le avrebbe lasciato la busta, allontanandosi di qualche passo per poi mettersi a braccia conserte, aspettando che fosse pronta. Non gli importava se si fosse cambiata davanti a lui o in camera, dopotutto erano già stati più che nudi uno davanti all'altro, quindi di sicuro non provava il minimo pudore. Non avrebbe aggiunto altro fino alla fine dei preparativi per la loro uscita, solo a loro si sarebbe deciso a fare strada. Quella sera Raky avrebbe vinto la sua indipendenza... o sarebbe impazzita assecondando uno spirito oscuro.
    Dentro la busta, Raky avrebbe trovato alcune scatole sigillate che non avrebbe avuto modo di aprire, più un vestito decisamente succinto che comunque si adattava molto bene alle sue forme. Niente reggiseno o qualsiasi forma di intimo, eccetto per le famose mutandine indicate da Alexander che tuttavia avrebbero rivelato una natura decisamente inaspettata: si trattava di una cintura con sopra attaccato un dildo, un vibratore interno che per indossare correttamente Raky doveva infilare dentro la sua intimità. Per via della conformazione le sarebbe stato impossibile sia metterlo al contrario che rigirarlo come un calzino, non c'erano altri modi per indossarlo e la parte interna non comprendeva solo il dildo in sé, ma anche altri piccoli elementi che servivano probabilmente a stimolare di tutto e in diversi modi. Purtroppo o per fortuna, il dildo non era di dimensioni estreme, decisamente non all'altezza di ciò che Alexander le aveva già fatto conoscere al loro primo incontro. Quel perverso strumento era ciò che la separava dalla vittoria contro Alexander.
     
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    I termini della sfida stupirono Raky, sembrava tutto troppo facile...ma era sicura si trattasse di un'impressione sbagliata, il demone nascondeva qualcosa di perverso.
    Finalmente le mostrò il contenuto della scatola: un vestito talmente succinto da essere fatto con una quantità di stoffa inferiore a quella usata per i soli pantaloni che lei indossava e una sorta di slip dotati di cazzo rivolto all'interno.
    Se lui pensava di stupirla con un oggetto simile si sbagliava:nelle sue esperienze da lesbica aveva usato ogni tipo di oggetto per penetrare se stessa e le sue partner. Certo, non era mai uscita di casa con uno di quei cosi ancora dentro, ma era sicura di riuscire a reggere la cosa. Afferrò il cazzo di gomma e lo tirò su per avvicinarselo agli occhi, come per studiarlo

    Dopo quello che mi hai fatto la volta scorsa pensi che questo cazzettino di plastica possa spaventarmi? Va bene, accetto la sfida! Ma prima di indossare tutta questa bella roba mi devo fare una doccia, sono tutta sudata...aspetta qui e non fare casino.

    Detto questo Raky lascio cadere a terra lo strumento erotico e senza batter ciglio si girò per imboccare le scale e sparire al piano superiore.
    Effettivamente voleva togliersi di dosso il sudore e darsi una sistemata prima di indossare quella roba.
    Sotto la doccia si accarezzò delicatamente tra le gambe per capire se fosse pronta a ricevere il dildo...cazzo, era già molto più bagnata del normale..quello non era un buon segno.
    Finita la rapida doccia si avvolse in un asciugamano e scese di sotto con i capelli ancora bagnati e i piedi nudi. Si fermò davanti alla scatola rossa e lasciò cadere l'asciugamano restando completamente nuda. Prese gli slip e con dei movimenti rapidi e sicuri, anche se magari non troppo sensuali, se li tirò su. Piegò le ginocchia allargando le gambe e si infilò dentro il dildo senza lasciarsi scappare nemmeno un gemito.
    Dopo la notte con Alexander il suo corpo ci aveva impiegato un po' a riprendersi ma in ogni caso era stata sfondata così duramente che quel cazzo finto non rappresentava di certo un problema per lei ora.
    Poi fu la volta del vestito. Sicuramente era stato tagliato per donne dalle forme più prosperose, ma comunque le cadeva addosso bene lasciando in bella mostra le sue cosce muscolose e parte dei suoi addominali non troppo femminili. Il seno piccolo era completamente coperto dalle due fasce che salivano mentre il sedere, un po' piatto ma alto, era a stento coperto da quella mini gonna davvero audace.

    hai dimenticato le scarpe e di certo io non ne ho nessun paio che si adatti a questo abito... vabbè verrò a piedi nudi, non è un problema

    Detto questo fece qualche passo verso Alexander

    come sto?

    Fece una giravolta e sorrise maliziosa, poi prese il braccio del demone come fosse il suo cavaliere al ballo delle debuttanti

    allora andiamo? Sono curiosa di vedere dove mi porterai...
     
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    Non sembrava per nulla impressionata da quel peculiare paio di mutandine, e Alexander non si aspettava niente di meno da una tipa come lei. Tuttavia quel peccato di ingenuità le sarebbe costato molto caro e per il demone il suo atteggiamento risoluto non poteva che essere un piacevole risvolto: sarebbe stato ancora più divertente vederla stupita dagli usi che poteva farne e che di sicuro Raky non si aspettava. La ragazza volle farsi una doccia prima di uscire, e il demone non mosse nessuna obiezione: annuì col capo e lasciò che si preparasse come meglio preferiva. Lui rimase fermo dove era rimasto, dando prova di essere estremamente paziente e calmo. Tuttavia mentre la aspettava non poteva fare a meno di soffermarsi sull'odore che Raky aveva lasciato dietro di sé, come una scia perversa che gli era impossibile ignorare: l'odore dell'altra volta, quegli umori vogliosi che evidentemente non potevano resistergli. Faceva la dura, ma aveva adorato come Alexander l'aveva sfondata l'ultima volta, e ne voleva ancora. Il demone era lì proprio per soddisfare questo suo desiderio, per questo sorrideva, dissimulando calma mentre in realtà era già piuttosto eccitato, e senza la cinta metallica i suoi pantaloni sarebbero esplosi dalla voglia. La vide tornare e pazientemente la osservò mentre si preparava. L'assenza di qualsiasi tipo di reazione per quel dildo lo impressionò non poco: sapeva davvero controllarsi bene, mentre lui invece si gustava la scena con un certo trasporto. Chissà quanto ancora sarebbe riuscita a mantenere la compostezza? Raky gli fece notare che non gli aveva portato un paio di scarpe e che quindi sarebbe dovuta andare avanti scalza, non che fosse un grave problema visto che non dovevano fare molta strada, ma il demone aveva già la risposta pronta.
    Devi sapere che con un vestito del genere non puoi portare scarpe che non siano tacchi... tuttavia ho ceduto ad una parte del tuo fascino che forse sottovaluti... non avevo la minima intenzione di renderti più alta del normale. Ma non preoccuparti, ho la soluzione anche a questo problema.
    Allargò il braccio per farle spazio, non si rifiutò al ruolo di cavaliere visto che era stato lui ad invitarla dopotutto, ma appena i loro corpi entrarono in contatto Raky avrebbe iniziato a percepire qualcosa intorno a sé, come un'ombra di energia oscura che la avvolgeva. Il passo di Alexander fece uno scalpiccio netto mentre passava sull'acqua sporca a terra, ma i piedi di Raky no. C'era come una patina di energia sotto di lei, l'ombra di Alexander, una parte dell'essenza di un demone che lo accompagna da sempre e per sempre nella sua vita. Era una specie di tappeto rosso per così dire, solo per lei, che non le avrebbe permesso di sporcarsi né di ferirsi mentre avanzavano verso la loro destinazione. La differenza di stazza era notevole quindi Alexander avanzava spedito ma a passi contenuti, senza rischiare di lasciarla indietro e procedendo con la dovuta calma. Nella mano opposta a quella di Raky aveva recuperato il resto della busta, che conteneva ancora misteriosi strumenti da usare quella sera.
    Una mia conoscente mi ha fatto conoscere dei posti interessanti qui a Londra, avevo giusto voglia di tornarci il prima possibile, farà al caso nostro.
    Usò appositamente il femminile, non restando sul vago, nella speranza magari di generare una reazione in Raky, magari... gelosia? La strada non fu particolarmente lunga e arrivarono a quel locale dalle luci soffuse con un'entrata piuttosto nascosta, dove nessuno li intercettò ma molti li tenevano d'occhio: uomini mascherati che si assicuravano che nessun disturbatore creasse problemi nella serata. Appena furono dentro Raky sentì l'ombra sotto i suoi piedi svanire in favore di una moquette rossa morbidissima che sembrava sparire nelle luci molto basse del locale. La stanza somigliava quasi ad una chiesa, con tre navate scandite da un colonnato elegante e poco invadente, che volgevano verso un piccolo palco costituito da delle scalinate che lo rialzavano, tre pali da pole dance distribuiti su di esso e un microfono al centro dove una cantante succinta e mascherata intratteneva il pubblico. La navata centrale era composta da tavoli e posti a sedere liberi, mentre le navate laterali erano dei spazi chiusi, confinati da dei separé e tavoli più intimi che eventualmente potevano anche essere chiusi per evitare sguardi indiscreti. Molti dei presenti erano mascherati, forse per non farsi vedere in un luogo del genere e proteggere la loro identità, i loro sguardi si incrociavano con Alexander e Raky, confusi dalla presenza di ospiti così inusuali. Alexander la accompagnò verso uno dei tavoli con separé, lasciando che fosse il più vicina possibile al muro, mentre lui si posizionava di fianco a lei togliendole vie di fuga. Appena seduti, Alexander portò una mano sul tavolo, indicando con l'indice un piccolo foro sul tavolo che somigliava alla superficie di un microfono.
    Non serve che attendi un cameriere, ti basta chiedere qui l'ordinazione, e specificare se vuoi che a servirti sia un uomo, una donna o... anche altro.
    Quel posto era davvero unico e particolare, Raky poteva certamente divertirsi quella sera, ma ad iniziare a rendere le cose un tantino complicate ci sarebbe stato il momento della seduta: il dildo dentro di lei avrebbe scavato più a fondo, iniziando a compiere dei brevissimi e quasi impercettibili movimenti dentro di lei, un massaggio delicato che somigliava alla mano esperta di chi sapeva carezzare l'interno di una ragazza, ma pacato al punto giusto da non turbarla più di tanto.
     
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    Lui la prese sotto braccio e vece comparire una sorta di tappeto ai suoi piedi che le impediva di sporcarsi o sentire dolore. Era una sensazione piacevo e dolce, forse la prima di questo tipo che lui le dava. Raky lo apprezzò e lo considerò quasi come un piccolo primo punto a suo favore...ma tutto faceva parte della tattica di Alexander, ne era certa.
    Infatti lui precisò che non le aveva dato dei tacchi per non farla sentire e sembrare più altra, mantenendo così la sua superiorità fisica. Raky ne era grata, odiava i tacchi e in fin dei conti apprezzava la posizione in cui si trovava ora, col demone che torreggiava sopra di lei.
    Prima di lasciare la palestra lui le spiegò che il luogo dove stavano andando glielo aveva fatto conosce una "Lei". Il suo intento di solleticarla su questo punto era chiaro e Raky incassò il colpo sentendo una fitta allo stomaco. Era assurdo, certo, ma non poteva dimenticare il momento in cui la volta scorsa avrebbe dato tutto, anche la sua stessa vita, pur di sentirsi dire dal demone che lei era la sua donna, invece lui l'aveva rifiutata. Questo colpo aveva fatto più male delle altre tante torture fisiche subite quella notte.
    Raky si ripromise di indagare su questa "lei", ma non ora, non voleva dagli l'impressione di aver messo a segno un punto, anche se era evidentemente così.

    Lui la portò in un locale che Raky non aveva mai nemmeno notato, un misto tra una club per ricchi pervertiti e una cattedrale. Durante il tragitto sentì il dildo sfregare dentro di lei, camminare non era di certo la cosa più facile con quel coso tra le gambe, ma di certo era riuscita a dominarsi al meglio.
    Quando si sedette invece le cose iniziarono a farsi più difficili, quel cazzo di gomma sembrava muoversi dentro di lei e avanzare, un gemito le sfuggì dalle labbra.

    auhmmmgghhh

    Alzò lo sguardo e recuperò subito la sua compostezza, ma non fu facile.

    Bene, allora direi che possiamo iniziare la serata ordinando qualcosa di forte...che ne dici?

    Detto questo Raky si protese verso il punto indicatole da Alexander

    Vorremmo una bottiglia del liquore più forte che avete a disposizione...e che sia servito da una donna alta, coi capelli neri, seno abbondante e fianchi formosi...nuda naturalmente...

    Mentre pronunciava quelle ultime parole guardò gli occhi rossi di Alexander. Era chiaro che aveva appena descritto una donna che era l'esatto opposto di lei. Voleva vedere la reazione del demone alla sua presenza.

    Mentre aspettiamo...perché non mi parli un po' di questa persona che ti ha fatto scoprire un locale così interessante?

    Raky si pentì subito di quella uscita, era troppo presto, ma le parole le erano uscite senza che riuscisse a fermarle. Così avrebbe fatto capire ad Alexander che non aveva dimenticato quello che lui aveva detto la volta scorsa e che lei ancora rimuginava sul fatto di essere stata rifiutata.
    Vabbè, ormai il danno era fatto, almeno avrebbe saziato la sua curiosità
    Quello che importava davvero era che quella sera c'era lei seduta li di fronte a lui.
     
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    Alexander non si lasciò sfuggire i piccoli versi di Raky, per quanto impercettibili. Era pur sempre una minuta umana, la sua resistenza aveva un limite ed Alexander aveva tutta l'intenzione di metterla alla prova quella sera. Dissimulava bene, non c'era dubbio, e in fondo l'aveva vista incassare anche di peggio. Ma c'era una bella differenza tra un colpo improvviso e un tormento continuo, quell'uscita serviva per capire davvero quanto Raky fosse resiliente. Non si lasciò sfuggire la novità e dimostrando una grande capacità di adattarsi fu Raky stessa ad ordinare, lasciando intendere subito i termini di quella serata accompagnando oltre al forte liquore anche una compagnia intrigante: una cameriera seducente che doveva essere l'esatto opposto di lei. Alexander si lasciò sfuggire una risatina divertita dall'ardire di quella proposta, quella ragazza riusciva sempre a sorprenderlo.
    Con molto ghiaccio a parte, se possibile.
    Concluse lui l'ordinazione. Un buon liquore si può gustare bene anche senza il ghiaccio, ma quel freddo condimento non serviva a quello scopo. Ogni cosa a suo tempo. Mentre aspettavano l'ordinazione, il demone le prestò la massima attenzione quando Raky gli avanzò quella domanda quasi frettolosa. Aveva capito che Raky stava cercando in ogni modo di nascondere la sua gelosia, ma come aveva previsto il demone non le sarebbe stato facile. Alexander si rilassò sulla poltrona, iniziando a parlare senza troppi sofismi o mezzi termini, chiacchierava sciolto come se fosse al tavolo con una vecchia amica, dimostrando di averla accolta comunque come sua pari, o poco meno. Valeva la pena considerarla una vittoria.
    Se vuoi saperlo, me lo ha fatto conoscere con lo scopo di tendermi una trappola. Questa persona mi dava la caccia, una delle tante che ha provato ad uccidermi in realtà, niente di così speciale. Ma visto che mi ha trovato particolarmente propenso a lasciare il mio stile di vita dannoso per gli altri ha deciso che non valeva la pena sforzarsi troppo per uccidermi.
    A quel punto si voltò verso Raky cercando il suo sguardo, allargando quel leggero sorrisetto malefico per assicurarsi di non perdesi la sua reazione alla prossima frase.
    Forse le dispiaceva uccidere qualcuno così bravo a scopare.
    Senza peli sulla lingua e senza ambiguità.
     
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    Lui sembrò colpito dall'ordinazione che Raky aveva fatto, e soprattutto delle modalità di consegna... sicuramente aveva capito che anche lei intendeva giocare, non avrebbe pensato solo a difendersi.
    Poi ordinò del ghiaccio, sicuramente un altro ingrediente per le sue perversioni, ma un brivido freddo non faceva paura alla ragazza.
    Finalmente rispose alla domanda ma non era la risposta che Raky temeva. Solo in quell'istante si rese conto che temeva di sentirsi dire che quella donna era qualcosa di importante per Alexander, qualcosa di unico e insostituibile, se invece era solo una delle tante che si era scopato allora per lei non rappresentava un problema.

    Ah, quindi sei stato portato qui da un tipa che voleva ucciderti...e che invece poi è finita per farsi..."infilzare" da te...che storia banale, speravo in qualcosa di meglio...

    Proprio in quel momento arrivò la cameriera con due calici di cristallo, il secchio del ghiaccio e una bottiglia contenere un liquido nero, senza marchi o etichette. Senza pronunciare una parolo mise tutto suo tavolo e fece per andarsene.
    Raky la osservò, era proprio come l'aveva chiesta: l'esatto opposto di lei.

    fermati! Il mio amico qui vuole vederti meglio...non è vero Alexander? La trovi bella? Dimmi su..non essere timido. È più bella di me? Vorresti scopartela qui e ora?

    Mentre pronunciava quelle parole sentì una fitta al ventre. Il dildo stava iniziando a solleticare dei punti sempre più sibili...
     
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    Forse Raky si aspettava qualcosa di diverso, o magari non aveva una chiara idea delle numerose amanti che il demone aveva tessuto tra le sue lenzuola nel corso del tempo. Se si aspettava da ognuna di esse una storia incredibile di sicuro sarebbe rimasta delusa, ma per sua fortuna il demone aveva un ego davvero molto difficile da buttare giù.
    Non è colpa mia se gli esseri umani e i loro metodi sono banali, infatti non tutti si ritrovano qui per un secondo appuntamento.
    Nella sua tutt'altro che forzata difesa c'era anche un velato complimento per Raky, abbastanza indiretto e neanche troppo ricamato, ma innegabilmente presente. La conversazione non si spinse oltre per colpa dell'arrivo della cameriera che nella sua avvenenza servì l'ordinazione e fece per andarsene, salvo venire interrotta da Raky. Alexander osservò con attenzione la scena, afferrando però preventivamente la ciotola con dentro il ghiaccio per avvicinarla a sé, come se fosse impaziente di metterla in pratica. Tuttavia la biondina decise di prendere l'iniziativa, provocandolo con la scusa della cameriera. Il demone le lanciò un sorriso ampio e divertito, non aveva la minima intenzione di far condurre il gioco a lei quindi rispose a tono, senza troppi giri di parole.
    Certo che è bella, e non vedo l'ora di scoparmela davanti a te quando ti avrò sfiancato, Raky.
    Lo disse con un tono di voce più alto, senza degnare di uno sguardo la cameriera ma assicurandosi che anche lei lo sentisse. Per mettere a tacere la biondina e impedirle di rispondere a tono, Alexander fece scivolare nella scollatura del suo vestito un grosso pezzo di ghiaccio che sgusciò tra i suoi seni incastrandosi nel vestito, se non l'avesse rimosso manualmente sarebbe rimasto lì. Il demone si voltò quindi verso la cameriera, facendole un cenno col capo.
    Non andartene, resta a nostra disposizione.
    Il brivido gelato sulla pelle di Raky avrebbe reso i suoi sensi più attenti, e si sarebbe resa subito conto che il dildo dentro di lei iniziava ad agitarsi con maggiore vigore: i movimenti erano molto meno timidi ed estremamente percettibili, seppur ancora distanti da un serio amplesso. Alexander le portò poi una mano sul petto, così da impedirle di togliere il ghiacciolo dal suo vestito, condannandola al gelo di quel contatto col preciso scopo di rendere turgidi i suoi capezzoli.
    Hai intenzione di liquidarmi? Non è molto carino visto che ti ho portata fuori stasera. Piuttosto... perché non versi da bere per entrambi?
    Il come avrebbe eseguito quel consiglio stava unicamente a lei.
     
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    Il cubetto di ghiaccio tra i suoi piccoli seni stava avendo uno strano effetto. Sentiva freddo, ma allo stesso tempo sentiva anche caldo. Il caldo partiva dal suo basso ventre, dove il dildo iniziava a mandarle pulsioni che era sempre più difficile ignorare. Il cubetto di ghiaccio invece iniziava piano piano a sciogliersi facendo scendere gocce fredde sul suo corpo fino all'ombelico.
    Alexander le chiese di servire da bere.
    Raky prese la bottiglia e i due bicchieri, appoggio un bicchiere al suo ombelico scoperto e iniziò a versarsi piccoli rivoli di liquore nella conca del collo, sotto io mento.

    questo liquore va raffreddato un po'...

    Il liquido le scendeva sul petto incanalandosi tra i seni e fermandosi a contatto col cubetto di ghiaccio. Man mano che ne arrivava altro iniziò a traboccare e a scendere ancora lungo il corpo di Raky, che intanto si era inclinata all'indietro per rallentarne la corsa. Il liquido finiva per arrivare al bicchiere dopo aver attraversato anche il suo ombelico.
    La ragazzina ripetè l'operazione due volte per riempire entrambi i calici poi si risollevò asciugandosi la pelle con un tovagliolo.

    ecco a te...

    Disse porgendoad Alexander uno dei calici.

    spero sia freddo abbastanza...

    Poi portò il suo bicchiere alle labbra e bevve una piccola sorsata. Era davvero forte e subito le girò la testa. Riprese il controllo e si girò verso la cameriera che aveva guardato tutto in modo impassibile. Ora avrebbe lasciato ad Alexander l'iniziativa, era convinta di averlo provocato abbastanza e non voleva esagerare...la serata era appena iniziata.
     
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    Concentrata com'era, Raky non ci pensò due volte ad eseguire l'ordine di Alexander, forse in maniera un pò troppo automatica ma sicuramente provocante. Il demone si aspettava più resistenza da lei, ma era evidente che Raky stava cercando di giocare secondo regole unicamente sue. Il corpo era minuto ma sensuale e scolpito, per questo vederei l liquore che le scorreva addosso era così piacevole da ammirare. Il demone non la interruppe mai, né con le movenze né con le parole, lasciando che gli servisse quel bicchiere finalmente colmo. Alexander lo afferrò e dopo un breve cenno come a voler brindare silenziosamente lo svuotò rapidamente, sollevando il più possibile la testa per permetterle di osservarlo mentre il suo collo muscoloso e scolpito trangugiava tutto ciò che aveva da bere da quel calice. Non fu frettoloso, volle mettersi in mostra a sua volta dato che se Raky provava a giocare secondo nuove regole, lui non doveva essere da meno.
    Sembri a tuo agio a fare l'esibizionista... forse perché sei davanti ad una bella ragazza? Scommetto che la cosa cambierebbe non poco se non ci fosse questo separé, e dovessi farlo davanti a tutti quegli uomini in sala.
    Una minaccia? O una sfida? Alexander volle assicurarsi una risposta meno sfacciata stavolta, quindi appena i suoi occhi vermigli e provocatori si accesero di nuovo di quel bagliore perverso, il vibratore che Raky portava dentro di sé si attivò in maniera più chiara, stavolta senza mezzi termini: non si trattava più di una carezza o di un abile tocco, era a tutti gli effetti pulsante dentro di sé, e non sembrava affatto gomma. Dava proprio l'idea di un cazzo turgido che aveva finalmente aperto la strada per la sua femminilità e si stava ora gustando la prima parte del loro amplesso. Non c'erano movimenti netti, ma vibrava e pulsava diventando sempre più caldo, voleva darle lo stimolo giusto per iniziare a perdere umori, cosa che con quel vestitino succinto sarebbe diventata immediatamente evidente.
     
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