Sulla traccia di una colpa

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    Le notti a Roma sono difficili da descrivere siccome ogni zona della capitale la percepisce e la vive a modo suo. Nelle zone periferiche le luci non sono così forti da far perdere di vista le stelle o il colore oscuro della volta celeste, mentre in città il tono giallastro e a tratti rossastro definito dall'illuminazione cittadine crea una sorta di bolla di realtà ovattata, semplice, quasi affabile e dolce. In macchina si potrebbero vivere le spaziose strade vedendo ogni ombra alternarsi alla luce dei lampioni in una serie di fotogrammi sbiaditi ma comunque piacevoli. Le zone più movimentate dai locali o dalla presenza di eventi non mancano, ma da parecchi mesi a questa parte la lucentezza che potrebbero produrre è macchiata da una lunga linea nera, una zona definita da un incidente accaduto mesi prima ma che per la sua pesante e sconosciuta manifestazione ha reso molto lente le operazione di rioccupazione della case e del ripristino delle linee della metro, dell'elettricità, dell'acqua o di tutti i servizi più primari. Il numero delle vittime è stato davvero alto, una letterale razzia di vite che ha portato a uno scontro concitato tra un enorme mostro oscuro e tre figure alqaunto eterogenee tra di loro che alla meglio del peggio erano riuscite a contenere i danni. Superficialmente il mostro era finito per essere assorbito da una dimensione esterna, ma le persone che lo avevano combattuto sapevano la verità, ovvero che qualcosa di ancora più abissale e pericoloso aveva ottenuto un potere inimmaginabile grazie a quella strage. Ira, uno dei tre combattenti, ne era uscito gravemente ferito. In tutte quelle settimane i medici lo avevano riattoppato come potevano, con grossa difficoltà a causa della natura delle ferite sconosciuta, e la sua vita era stata assicurata solo dalla non letalità dello strappo arrecatogli. Il braccio sinistro era ancora fasciato e imbragato al corpo, bende che abbracciavano il torace spesse e con piccoli accenni di sangue dove i punti delle suture avevano più difficoltà a tenere tutto chiuso. Antidolorifici, qualche antidepressivo e tanta pazienza avevano permesso all'uomo di Chiesa di rimettersi in piedi e uscire dall'ospedale, di sfuggita lontano da telecamere o investigatori. Sopratuttto questi ultimi in maniera ufficiale avevano poco da cavarne fuori, se non vaghi riferimenti al potere nascosto dal Krampus e l'implicazione di una sorta di setta che aveva corrotto qualcosa di ancestrale e prezioso. Ira però non poteva lasciare andare quella storia come una sconfitta e una brutta esperienza da tenersi alle spalle, doveva e voleva ficcarci il muso per scoprire in che cosa era stato coinvolto. Ma la sua indole doveva però scontrarsi con i traumi mentali e fisici subiti... Il Labirinto lo aveva segnato mentalmente fino a dei recessi che nemmeno lui conosceva, e lo avevano avviluppato in una sensazione di panico e pesantezza mentale che lo aveva obbligato ad affidarsi di più ai farmaci per tenersi fermo nel suo incedere. Così su quella via nera e ancora piena di danni, Ira si presentava quasi come un vagabondo, uno sciacallo, con un grosso cappotto grigio sulle spalle e indossato solo nella manica del braccio sano, con la schiena leggermente ricurva e un'andatura incerta, a tratti debole e lenta, ritmata dagli scarponi che indossava e che strusciava sul terreno quando la coscenza veniva meno. Pantaloni grigi con tasconi e il torso coperto solo da una maglietta nera per avere un minimo di vestiario oltre le medicaizoni. Passo dopo passo, mentre si appoggiava a qualche muro per riprendere fiato, con i capelli scompigliati e il sudore che imperlava la fronte, gli occhi spalancati come un segugio in caccia, ma a momenti alterni persi nei flashback di quella esperienza man mano che i luoghi tornavano a essere familiari e si avvicinava ai posti dove vi erano stati gli scambi più intensi.
    ... Quel Watchman... Aveva parlato di una zona sotterranea... La metro... Devo tornare lì alla metro...
    Ira si ripeteva queste parole alternandole con lunghi e profondi respiri affannati, passi pesanti e colpi di tosse dati dalle fitte al costato. Data la situazione era chiaro che non stesse vagliando la possibilità di essere solo, o che ci fossero ancora dei pericoli, ma se qualcun'altro stesse indangando sull'evento era chiaro che Ira era una delle persone da ricercare, e la sua decisione di tornare sul luogo dell'incidente non faceva altro che attirare ulteriore attenzioni su di sè.
     
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    A volte il lavoro di un cacciatore non è così semplice, soprattutto quando molti eventi succedono tutti in rapida successione in posti distanti del mondo. E la loro compagnia non era così folta e affidabile da poter delegare un gran numero di casi critici a chicchessia. Spesso il lavoro importante devi farlo di persona e Karla non era di certo una che rifiutava il suo stesso mestiere, ma quando si parte con molto meno di zero le cose si fanno meno interessanti. Dopo la singolarità del Krampus a natale, Karla aveva raccolto informazioni come poteva da lontano, poi per diverse settimane era stata a Roma per raccogliere informazioni sulla situazione. Per qualche ragione non fu affatto sorpresa che la tragedia si fosse consumata a partire dalla metropolitana di Roma, un luogo che lei stessa aveva visitato trovandoci dentro la peggiore oscurità vista da molto, molto tempo, e che proprio per quel motivo sarebbe diventata in ogni caso il punto di partenza delle sue indagini. Le persone non sapevano dire molto di ciò che avevano visto: sembrava quasi cercassero di ricordare un incubo più che un evento reale, e come dare loro torto. Qualsiasi tentativo di raccogliere informazioni sui Watchmen che erano intervenuti durante l'evento si rivelò completamente inutile, ma Karla aveva raccolto una testimonianza più particolare ed interessante: molte persone erano state salvate da qualcuno che non era in maschera. Chi fossero e quanti fossero intervenuti contro il Krampus era difficile da immaginare, ma se quelle persone erano sopravvissute allora forse erano quelle giuste da interrogare. Come scoprire chi fossero? Karla non era una cacciatrice che giocava d'azzardo, andava a colpo sicuro, quindi l'unica certezza che aveva erano le metropolitane di Roma e il loro strano ascendente per essere portatrici di sventura. Decise di mimetizzarsi come poteva mascherandosi da civile con una maglia viola leggermente più corta del suo effettivo busto, un paio di pantaloni rossi confinanti con dei scarponcini neri e una giacca di pelle dello stesso colore. Portava a tracolla una borsa simile a quella utilizzata dai fotografi professionisti per trasportare la loro attrezzatura, ma celava al suo interno la Presenza Lunare in tutta la sua quiete. Si aspettava di trovare potenziali posti di blocco nei punti più caldi della metropolitana, dove di sicuro le indagini della polizia e quelle interne al diretto comando dell'Imperatore stavano già facendo il loro corso, ma Karla non era lì per questo: lei era lì per trovare informazioni sui misteriosi eroi che si erano ritrovati davanti il Krampus di persona, e con sua immensa fortuna l'odore del sangue invase il suo naso subito dopo aver attraversato le prime zone della metropolitana. Un Cacciatore il sangue lo sente molto bene, anche se raffermo, ma quello che percepiva non era vecchio. Affatto. Poteva sentire l'odore pestilenziale che si era riversato in quel luogo per colpa dell'essere che lo aveva invaso anche a distanza di molto tempo, ma quell'odore di sangue fresco era così distinto da risultare assolutamente insolito. Che fosse il suo giorno fortunato?
    Sono tornati sul luogo del misfatto... dedizione o colpevolezza?
    Non riesco ad immaginare qualcuno di così stupido da ostentare la sua colpevolezza quando in giro ci sono tanti leccapiedi di Caius... ça va, proviamo ad essere ottimisti.
    Decise quindi di mettersi sulle tracce di quella scia di sangue, tenendosi a debita distanza per cercare di osservare da lontano e comprendere con chi o cosa avesse a che fare. Non si impegnò molto per nascondersi in quel caso: voleva capire se la persona che cercava aveva un buon fiuto come il suo e se avrebbe fatto qualcosa per nascondersi, seminarla, o assecondarla. Aveva aspettato così tanto poteva ancora essere paziente.
     
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    La dedizione di Karla e i suoi istinti da Cacciatrice non erano di certo chiacchere e titoli oscuri che vivono di lore fumosa. E' proprio la virtù di un Cacciatore saper essere pazienti, che il caso lo richieda o meno è una gentilezza della fortuna. Ma Ira in questa occaisone era ben oltre l'essere attento e circospetto. Di base le ferite fisiche potevano essere anche sopportate, ma quelle mentali erano profonde. Il delirio di morte che lo aveva abbracciato durante l'attacco era secondo solo alla crepe aperte nell'incoscio dalla fattezza stessa del Labirinto. O almeno di quella piccola frazione temporale e spaziale che aveva percepito prima della necessaria fuga. Scappare da un evento del genere è distruttivo per la mente, è come voltare le spalle al buio del corridoio quando siamo piccoli, solo che diventa incomprensibile mentre si annida in recessi oscuri del cervello. Fatto sta che Ira stava incedendo in maniera molto irregolare, struscinado con la spalla buona addosso ai muri per potersi sorreggere, fermandosi a riprendere fiato quando poteva, e infine a ristringere i denti per addentrarsi sempre di più nelle zone devastate. Volendo Karla poteva anche rilassarsi un pò sul fatto che le condizioni della figura che stava osservando erano pessime e decisamente poco pericolose, ma Ira si sarebbe bloccato a un certo punto intirezzondosi sul posto. Di fronte a lui vi erano diverse statue danneggiate severamente e poco più avanti l'asfaltodivelto in una sorta di striscia arata che poi arrivava alla sua nascita da un grosso buco estroverso, inteso che i vari detriti della strada erano aperti come se qualcosa fosse uscito da quella parte, portandosi via buona parte della strada mentre avanzava più in alto.
    ... Quando.. Q-quando pensavamo di averlo fermato... *gurgle*
    Ira si sarebbe portato velocemente la mano alla bocca prima di avere alcuni conati di vomito, senza nessun vero e proprio riversamento ma tipici di chi ha grosse contrazioni date da una forte tensione mista a alterazione respiratoria. Se qualcuno avesse potuto condividere ciò che Ira allucinava per colpa delle memorie delgi eventi, avrebbe probabilmente avuto le stesse reazioni. In quel punto il Krampus aveva avuto la sua ultima trasformazione in "mongolfiera", e la realtà che ci rcondava la zona aveva raggiunto il livello di distorsione massimo fino a poco prima dell'apertura del Labirinto. Ira e Seichi erano stati incastrati nell'agglomerato fisico del Krampus, e intorno a loro la gente continuava a essere raziata. Avevano risolto quella fase in una maniera decisamente poco ortodossa e molto gore, letteralmente sviscerando il nemico inpiccandolo al contrario sfruttando come appigli le statue. Ira avrebbe quasi ripreso fiato, ma fare un passo di troppo avanti lo avrebbe fatto incappare in una zona dell'asflato che ormai aveva perso ogni resistenza strutturale, che sarebbe ceduta sotto di lui facendolo scivolare sottoterra di qualche metro, dentro un tunnel secondario di sicurezza totalmente buio se non per delle luci rosse di emergenza, che avendo sistemi a luce chimica naturale non si erano scaricate col passaggio del tempo, almeno fin tanto che qualcuno non avesse lavorato a risistemare la zona. Ira era caduto rovinosamente, ma senza farsi male più di quanto non fosse già malmesso. Semplicemente adesso era impolverato, confuso, dolorante e con le costole sbatacchiate in giro che gli provocava una tosse abbastanza rumorosa mentre cercava di riprendere fiato e mettersi almeno seduto come poteva.
     
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    Mentre ira riprendeva fiato cercando di buttare via dai polmoni la polvere che aveva inspirato cadendo, una mano delicata e affusolata coperta da un sottile quanto di pelle nero si sarebbe allungata verso di lui, offrendogli aiuto.
    Non sembri molto in forma garçon... deve esserci un buon motivo se sei qui nonostante le tue condizioni.
    Il forte accento francese della sua voce era accompagnato da un tono tenue e amichevole, e oltre quella mano delicata ma decisa c'era un sorriso privo di sotterfugi che lo invitava solamente ad accettare il suo aiuto. Karla aveva deciso di rivelarsi dopo aver soppesato la situazione neanche troppo bene ad essere onesti. Di norma avrebbe preferito continuare ad osservare il tutto da lontano, anche dopo aver realizzato che quella persona poteva in qualche modo essere coinvolta. Ma c'era anche molto di più... il suo istinto le aveva concesso qualche indizio su cui metabolizzare le informazioni: i conati e l'incedere di quel ragazzo potevano essere associati solamente ad un forte trauma, e lei ne aveva visti molti di quelli legati ad incubi e creature lontane dall'umana concezione del mondo. Non era coinvolto: era una vittima e ammesso che potesse strappargli qualche informazioni era pur sempre compito di un cacciatore prestare soccorso a chi per sfortuna incrocia la strada di qualcosa più grossa e pericolosa da lui. Per questo quella mano tesa senza esitazione: un gesto importante e amichevole che avrebbe sancito il primo passo verso una visione più chiara di quello che era successo. Il perché una donna misteriosa si trovava lì sotto sarebbe stato probabilmente il prossimo passo, e che Ira avesse accettato o meno il suo favore Karla si sarebbe comunque presentata.
    Non avresti dovuto vedermi ad essere onesti... c'est bon. Mi chiamo Karla, sto indagando per conto mio su cosa è successo da queste parti. I tuoi occhi ma soprattutto il tuo stomaco sembrano avere molto da dire.
    Non si sarebbe sbilanciata oltre sulla sua identità, non era ancora del tutto certa di potersi fidare dato che in casi del genere le vittime sono i primi nemici che un essere mostruoso può possedere per eliminare eventuali cacciatori, ma aveva la sensazione che quel giovane fosse troppo debole anche solo per pensare, figurarsi diventare un problema.
     
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    Ira ebbe alcuni attimi di stordimento, che colllegati alla visibilità limitata e ai dolori fisici lo obbligarono a spendere qualche momento a respirare profondamente prima di potersi concetrare su quella mano porta in sua direzione, collegata a una siluhette slanciata ma dal comportamento attento e marziale.
    ..Io... Grazie...
    Avrebbe proferito con quel poco di fiato che aveva ripreso a fatica, un filo di voce comunque udibile e sincero. La mano di Ira si sarebbe allungata verso quella di Karla senza troppe remore, siccome aveva davvero bisogno di aiuto anche per rialzarsi, e cingerla gli permise di prendere meglio concetrazione su chi aveva davanti. Era una mano liscia e "piccola" inconfronto al manone dell'uomo più ruvido e calloso, ma di sicuro la forza non le mancava, e il corpo slanciato della donna culminava in un viso ferreo e severo, ma non rabbioso o contrariato. Aveva una apparenza solida, quasi come Clerice al Vaticano, ma più col portamento e l'attenzione di Domino. Tirandosi su, Ira avrebbe barcollato momentaneamente, ma forse anche grazie alla presenza di Karla avrebbe dato più concetrazione a prendere un lungo respiro profondo, per stare dritto e darsi il meglio del contegno che poteva in quella circostanza e condizione.
    ...Io sono Ira Gervasoni, un Portatore di Luce del Vaticano. Non sono qui nelle "vesti" da pastore purtroppo... Io...
    Ira avrebbe cercato di mettere meglio a fuoco la figura di Karla, e le luci rosse del luogo la facevano apparire come un contrasto intenso di viola dato dalla pelle e di vermiglio dell'illuminazione. Intimidatoria? No, c'era qualcosa di diverso in lei come persona a priori. Sembrava fosse ovattata, che stesse trattenendo la sua presenza. Ira non si fece domande in quel senso siccome lei stessa aveva ammesso che non si sarebbe dovuto accorgere di lei, ma aveva il chiaro sentore di essere davanti a una diga il cui potere veniva attentamente tenuto sopito.
    Ah-ehm! Io sono qui perchè... Perchè sto cercando qualcosa. Mi duole dire che non so precisamente cosa, ma qui è avvenuto un grosso incidente e sono stato investito nel suo centro. Non possono starmene con le mani in mano e non andare affondo alla questione... Vittime, pericoli... C'è stato davvero troppo qui per non agire e dare un senso! Urgh...
    Ira aveva leggermente alzato la voce nell'ultima frase, cosa che gli fece sentire il dolore delle costole e un picco di mal di testa dovuto ad alcuni ricordi che riafforavano a tratti. Si sarebbe tenuto la fronte con la mano libera, cercando di mantenere il contatto visivo con Karla e fargli capire che avrebbe contuato a proseguire con una espressione ferrea.
    Non so se la mia ricerca combacia col perchè tu sia qui, ma se vogliamo proseguire, l'unico briciolo di indizio che ho è il "sotto" della metropolitana... Ci sono luoghi qui che la superficie ha ignorato e sono finiti per esplodere in questa ondata di Morte...
    Ira era sincero, diretto, preciso sul punto e davvero non sembrava avere altre preoccupazioni se non avanzare. Karla poteva sentire da lui molta decisione e volontà di agire, ma parlando di controllo e potere, era forze qualcosa di superiore alla media, ma con la sua attuale condizione fisica era praticamente una persona normale con una tragic backstory troppo colorita per una spanna di tempo troppo concentrata. Si, era una vittima degli eventi, ma non un cuore debole che per questo voleva che le cose scivolassero via come un brutto sogno. Ira a quel punto avrebbe fatto dei passi per sfilare di lato a Karla e mettersi in marcia nel cunicolo di fronte a loro.
     
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    Anche se non riportava i segni di un pestaggio, Ira dava l'idea di uno che era stato malmenato così tanto da venire spalmato su un angolo della strada in attesa di qualcuno che lo tirasse su, con una mano o con una paletta eventualmente. Le sue erano ferite difficili da identificare ad un occhio inesperto e per essere precisi Karla si preoccupava più per i danni che aveva subito la sua mente, piuttosto che quelli subiti dal suo fisico. Si presentò come un portatore di luce del vaticano, un termine inusuale visto che Karla era abituata a sentire semplicemente la parola "esorcisti", ma da un pò di tempo questi ultimi non sfoggiavano più cartellini riservati e facce lugubri probabilmente grazie alla nuova gestione. La piccola Papessa Lucia II aveva portato con sé cambiamenti incredibili oltre che rivelazioni sulla sua identità strane da credere, ma adesso che aveva davanti agli occhi uno di loro per Karla non era difficile crederci.Capì subito che anche Ira la stava studiando, non poteva pretendere diversamente dopotutto e non si oppose. Certo anche non lo aiutò: i cacciatori sono molto bravi ad occultare la loro presenza e soprattutto la loro pressione energetica, specialmente se chi la esercitava poteva essere nascosto in una borsetta. Senza unirsi alla Presenza Lunare Karla avrebbe spaventato con difficoltà chiunque e questo per lei era solo un vantaggio. Più che la sua presentazione però, ciò che rimase impresso nella mente della cacciatrice in quel momento fu ben altro: il discorso a proposito della sua presenza lì... vago ma sentito. Diede subito a Karla l'idea che non si trovasse di nuovo in quella metropolitana per scoprire altro quanto più per dovere, come se sentisse il peso di un fallimento sulle spalle e gli risultasse difficile convivere con esso. Ecco quelle facce lugubri alla quale Karla era abituata... avevano cambiato nome ma le vecchie abitudini di chi si schiera troppo fermamente verso il bene sono difficili a morire. Non se la sentì di giudicarlo male però... nonostante la stazza era davvero molto giovane e il suo coraggio pareva spontaneo, forse era semplicemente ingenuo e non di certo maligno verso sé stesso. Non attese risposte, voleva proseguire per la sua strada, capì subito di non poter allontanare Karla e si preoccupò solamente di dichiarare le sue intenzioni. La cacciatrice si limitò a fissarlo per un primo momento, per poi seguirlo lasciando che fosse lui a fare strada, sicuramente una guida ottimale per iniziare un'esplorazione davvero difficile da portare a termine.
    Per essere alla stregua di un morto vivente sembri ricordare bene questo luogo... ricordi anche cos'è successo, monsieur Ira?
    Ben consapevole che nonostante la benevolenza era assai lontana dall'avere la fiducia di quel ragazzo, Karla decise di sbottonarsi un pò, per il momento solo metaforicamente.
    Non te lo chiedo perché sono curiosa ma perché è importante saperlo anche per me. Puoi non credermi ma non è la prima volta che metto piede nella metropolitana di Roma e per motivi tutt'altro che diversi dai tuoi...
    Quella volta non poteva contare sull'aiuto preziosi di Edmond ma era certa di potersela cavare anche d asola, almeno finché non sarebbe apparso di nuovo un Traesto con una missione inverosimile dal nulla.
     
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    La domanda di Karla fece irrigidire Ira, come se un brivido freddo gli stesse percorrendo come un fulmine la schiena, ma prima che il sudore potesse aumentare Ira avrebbe fatto un profondo respiro, torcendo il volto per rendersi ferreo a quella reazione che proveniva dal profondo della sua mente. C'era qualcuno con lui in quel momento, c'era una conversazione su cui poteva focalizzarsi e tenere a freno la paura e i traumi, ma doveva essere proattiva nel disciplinare il suo conscio, come quando doveva resistere al dolore dei rovi del suo potere quando ancora non lo controllava. None ra cambiato nulla dal passato, solo la forma che aveva preso il presente.
    Questa... E' stata la fine. Quando ho potuto deambularmi fuori dall'ospedale volevo subito buttarmi a percorrere ogni attimo di quella giornata, dell'incidente col Krampus, il mostro che ha mietuto un innumerevole massa di persone... Ma ogni ricerca dovrebbe richiedere un inizio, e io mi sono reso conto che nella concitazione degli eventi ero ignaro del "perchè" è successo e per colpa di "chi"...
    Ira avrebbe scosso la testa rendendosi conto che non aveva propriamente risposto alla domanda postole da Karla, ma per lui era una reminescenza che rimbalzava tra senso di colpa e trauma, e forse nella sua indole più pure voleva coinvolgere la donna nel suo stato attuale mentale, nonostante probabilmente non sarebbe servito a nessuno e nemmeno desiderato. Ma come giustificarlo? Era così debole e ferito che la Cacciatrice aveva azzeccato a descriverlo come un cadavere rianimato.
    Ma credo che sia importante risponde al "cosa" e "come"... Un mostro gigante dalle fattezze da cervo umanoide ha... Ha fatto si che attraverso il sacrificio di tutte quelle persone che ha inglobato nel suo sacco un rituale potesse avere luogo. Io e un'altra persone siamo stati trascinati al centro della mattanza, marchiati con un simbolo sconosciuto e destinati a essere parte del sacrificio...
    Ira cominciò a fare passi leggermente più sicuri. Tra le macerie, scivolando nell'oscurità tra una luce rossa e l'altra che rendevano la sua sagoma molto più solida e univoca, il portatore di luce sembrava prendere sempre più confidenza sul dove andare e come arrivarci, probabilmente sorprendendo Karla quando dopo appena una quindicina di metri percorsi si sarebbe fermato per osservare meglio il muro alla sua sinistra, tastarlo leggermente prima di spolverare una maniglia di una porta metallica di accesso diretto alla metro, che avrebbe scricchiolato non poco siccome era piegata come se avesse subito un paio di impatti di troppo.
    Anche il Krampus lo era... Ma non eravamo troppo ignoranti per poterlo comprendere in tempo. E' successo qualcosa che ha strappato il velo della nostra dimensione, e ci ha affacciato su qualcosa di... Disturbante. Abbietto. Un corruzione... Imperscrutabile e assoluta.
    Ira avrebbe sfilato via nella metro mentre affermava quell'ultima frase con una voce cupo e decisamente incrinata verso l'insicurezza.
     
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    Nel miasma di terrore e insicurezza Ira proseguiva, forse indeciso ed esitante, ma non lo vide mai fare un passo indietro. Rallentò e sospirò, ma non fu mai una scusa per fermarsi a riposare. Forse quell'esplorazione a lui serviva più come un modo per esorcizzare la sua paura e il suo senso di colpa, probabilmente servivano più risposte a sé stesso che non al caso in sé. Elementi sufficienti a lasciare stupita Karla che non si aspettava tanta fermezza da un giovane così provato. Forse peccava in esperienza ma aveva visto così tanta determinazione unicamente in cacciatori esperti e questo era lodevole, pertanto Karla gli prestò la massima attenzione e il completo silenzio in modo da non disturbare l'ordine che cercava di imporre sulla sua mente. Nel frattempo avanzavano nella metropolitana ed è giusto dire che la cacciatrice non abbassò mai la guardia per nessuna ragione. Un luogo del genere era presagio di sventura a prescindere, sarebbero stati stupidi anche solo ad essere ottimisti a tal proposito. Ma più che il percorso, le importava la storia. Sapeva che presto avrebbe scoperto qualcosa che non era uscito fuori nei giornali e che solo un testimone diretto poteva aver visto. La parte iniziale fu qualcosa di facile da immaginare o intuire dato l'andazzo degli eventi, ma quando Ira iniziò a a descrivere il velo della realtà che era stato strappato a Karla sembrò decisamente di intravedere un mondo oscuro che li aveva inghiottiti e gettati nel caos. Una cosa fu più preoccupante delle altre però... Ira disse che anche il Krampus era un sacrificio, e questo bastò a far scattare qualcosa dentro di lei. Un timore primordiale, reverenziale, alla quale un essere umano deve opporsi con tutte le forze per non impazzire. Lo stato psicologico di Ira era molto più che comprensibile a quel punto.
    Sembra tu stia descrivendo qualcosa di alieno e lontano da ciò che conosciamo, sento la paura nella tua voce e se è vero che anche il Krampus faceva parte del banchetto... significa che ciò che c'era dall'altra parte era perfino più terrificante di un mietitore d'anime. Per la nostra mente è molto difficile immaginare qualcosa di più terrificante della morte, ma tu l'hai visto.
    Quelle informazioni erano estremamente preziose, terrificanti quanto preziose ovviamente. Si trattava senza ombra di dubbio di una minaccia che forse era stata rimandata ma di sicuro non eliminata per sempre. Il discorso poco incoraggiante di Karla però, culminò con un gesto amichevole e un tono del tutto opposto a quello che c'era stato fino a quel momento. Gli portò una mano sulla spalla per attirare di nuovo l'attenzione su di sé e mostrargli un sorrisetto appena accennato, quasi enigmatico ma evidente.
    Tuttavia... se è vero che facevate parte del rito e sei ancora qui vuol dire che non tutto è andato secondo i piani e che il vostro intervento ha cambiato il corso del rituale. Forse non sarete riusciti a salvare tutti ma nella conta delle vittime bisogna avere bene a mente anche sé stessi. Il fatto che tu sia riuscito a salvare la tua di vita non è un risultato da poco, soprattutto considerando che potevate essere la parte principale di un rituale che non sembra andato completamente a buon fine. C'è speranza, e contro un mondo alieno, crudele e inspiegabile, è una risorsa non da poco, Je t'assure.
    Nulla nutre il nemico come la disperazione e l'arrendevolezza, facilmente alimentati dalla paura e dall'incapacità di comprendere la minaccia. Un buon inizio è sempre quello di dare il giusto incoraggiamento a qualcuno per permettergli di andare avanti.
    Come finisce la storia? Cosa avete visto dall'altra parte e come siete tornati?
     
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    Ira si sentì confortato dalle parole di Karla. Non solo la donna che lo aveva approcciato sembrava aver polso di faccende del genere, ma a suo modo riusciva ad empatizzare infondendo stabilità sia al canale di comunicazione, sia alla personalità dell'uomo che traballava ancora parecchio, come il corpo dopotutto. E le domande della Cacciatrice sui dettagli importanti aiutavano il prete a concentrarsi meglio, mettere a fuoco cosa dire di importante e non lasciare spago all'oscurità ai bordi della sua mente. Prima di rispondere però, Ira fece cenno a Karla di farsi più di lato seguirlo lungo il muro della grande galleria della metropolitana in cui erano riusciti a immettersi. Erano più o meno sotto la grande voragine di quando il Krampus aveva preso la forma di mongolfiera, a terra tra i binari vi erano un solco profondissimo creato probabilmente da una violenta forza magica, e grosse quantità di sangue rappreso marcio e residui essicati di budella vuote e quasi più simili a pelle di muta annerita. C'erano segni di impatto sui muri, graffi e anche una lunga striscia nera che macchiava il terreno, come una scia che l'uomo sembro riconoscere e prendere come indicatore di direzione.
    C'è stato un elemento di disturbo... Qualcuno che facendo ricerche ha agito prontamente. Un Watchman...
    Ira aveva gli occhi spalancati cercando di collegare bene i dettagli del combattimento con le fasi con cui si era svolto, cercando di rimanere in tema con le osservazioni di Karla al meglio delle proprie possibilità.
    Il rituale non è mai stato completo... Il Watchman ha tirato via me e l'altro uomo prima di venir inghiottiti dal Krampus. E questo lo ha messo in moto, lo ha fatto disperare, lo ha spinto ad accumulare morte per soddisfare i criteri per aprire il varco. E' chiaro! E' per questo che ha cominciato ad assorbire le persone nel suo sacco... Sangue per il potere del germoglio... Per aprire la porta su...
    Ira si sarebbe tenuto la testa, era matido di sudore anche se istintivamente continuava a muoversi in avanti sempre più sicuro di dove stesse andando, quasi come se il suo corpo stesse riacquistando un vigore dato dall'effetto di un rush adrenalinico. Fasullo alla realtà della sua situazione fisica, ma perfetto per sopire i sensi del dolore e della fatica.
    Quando la porta si è aperta me, il Krampus e l'altro uomo siamo stati portati di fronte alla creatura che aveva bisogno del sacrificio... Noi eravamo Marchiati, e lei doveva recuperare il Marchio dai nostri corpi... Doveva strapparci qualcosa... E non poteva farlo da sola perchè stava... Lei stava... Era una "guardiana"?... Urgh!
    Ira finì per perdere l'equilibrio e finire sul ginocchio destro mentre lo stomaco avrebbe dato il meglio di sè nel fargli vomitare saliva, acqua, qualche succo gastrico e tante, tante ma davvero tante imprecazioni. Continuava a tossire mentre con la mano buona colpiva il muro a cui si stava appoggiando per darsi forse almeno a respirare profondamente e non soccombere a quei tumulti. Karla aveva finalmente sentito qualcosa di prezioso: la Guardiana.
     
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    Karla non gli mise fretta mai e anche quando il ragazzo dava importanza più a dove andavano che cosa si dicevano, lei lo seguiva pazientemente senza smettere di guardarsi attorno per cogliere dettagli che riusciva già ad immaginare nella sua testa. Paradossalmente stava capendo di più chiacchierando con lui che non indagando per conto suo, ma anche quello fa parte dell'istinto di un cacciatore. Comprendeva di più attraverso le sensazioni che non gli indizi, e Ira gliene stava donando molte. Sul luogo c'erano i segni di quella che non sembrava affatto una battaglia, ma un vero e proprio massacro. Difficile capire di preciso cosa fosse andato storto, ma quando Ira le parlò di Watchmen capì subito che quella notte la fortuna era stata dalla parte del bene se così tante forze erano intervenute prontamente contro una minaccia incredibile. Mentre si perdeva in quei pensieri, Karla sentì il ragazzo di fianco a lei giungere a duna conclusione chiara nella sua mente, come se fino a quel momento non fosse stato capace di arrivarci lucidamente. Non lo biasimava, portava nello sguardo e sulle spalle il peso di un'esperienza terrificante. La mente del giovane ripercorse frettolosamente il tutto, vomitando (letteralmente) ciò che era riaffiorato nella sua mente, crollando esausto e frustrato, iracondo verso quel caos o forse più verso sé stesso, difficile dirlo in un contesto simile. Karla non si scompose più di tanto, ma si avvicinò a lui chinandosi a sua volta per potergli portare una mano sulla schiena con fare amichevole e protettivo. Sperava di aiutarlo a calmarsi anche se non poteva di certo eliminare la sua rabbia di fronte a qualcosa che a stento riusciva a metabolizzare.
    Una guardiana che attende un rituale sembra qualcosa di spaventoso, ma se deve fare la guardia a qualcosa significa che non può muoversi liberamente, e togliendole un pasto prezioso forse se ne starà buona, almeno per il momento. Dopotutto non ci sono state altre tracce del Krampus, no?
    Lo disse anche per tranquillizzare sé stessa, in parte. Se non c'erano altre tracce del Karampus forse potevano stare tranquilli almeno per un pò. Carezzò la schiena di Ira per un pochino, aiutandolo a tranquillizzarsi, mentre con la sinistra cercò di offrirgli un appoggio per potersi rialzare e abbandonare quella posizione genuflessa che non sembrava stargli bene.
    Tu e l'altro eravate vittime sacrificali e avete combattuto per non soccombere, il Krampus ha aperto la porta dico bene? Quindi immagino sia venuto con voi. Cos'è successo oltre la porta Ira? La guardiana, il Krampus, voi due... come siete tornati indietro? Cosa avete visto prima di fuggire?
    Sentiva di essere al culmine, che stava chiedendo molto sia al fisico che alla mente del ragazzo, ma non era mai stata così vicina ad un quadro completo e non avrebbe perso quell'occasione. Si ripromise che se Ira fosse riuscito ad aiutarla avrebbe ricambiato molto volentieri il favore. Quel ragazzo era molto più forte e determinato di quanto la sua situazione attuale non lasciasse intendere, Karla sentiva di potersi affidare a lui per quell'indagine.
     
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    Karla dimostrava incredibile acume. Erano due estranei, quindi se avesse voluto fare semplicemente la crocerossina della situazione non avrebbe cavato molto dal buco, invece spronava Ira a focalizzarsi sul contesto di quella faccenda. Era vivo, e di base già questo ammontava a qualcosa, e il mondo anche era ancora lì sotto i suoi piedi, quindi qualunque fosse lo scopo di quel rituale era comunque meno di una sconfitta vera e propria. Quelle osservazioni della donna che era con lui erano tanto semplici quanto vere e pratiche. E tutto combaciava: il Krampus era stato guidato, condizionato proprio per poter aprire una porta altrimenti irraggiungibile. Le vittime non andavano contate solo nelle morti prodotte dal mostro, c'era di più, molto di più. L'incalzare delle domande della Cacciatrice fecero pressione al Portatore di Luce, che si ritrovo spiazzato ma effettivamente di nuovo in controllo di se stesso e delle sue reazioni. Un metodo fermo quello di lei che però stava avendo il suo effetto. Non era importante capire l'interezza dell'incubo, ma percepirne l'essenzialità e le chiavi che gli avevano dato forma.
    Ma certo... Era questo il punto... La Guardiana non poteva fare tutto da sola! Andava... Nutrita? No... E' satto più una sorta di completamento... Di pezzi che andavano messi insieme per formare un lucchetto... Una chiusura stagna...
    Ira si sarebbe alzato, non redivivo o con facilità, ma fermo e convinto di poter proseguire, ma prima di fare qualsiasi passo avrebbe risposto alle domande di Karla offrendole uno sguardo certo, quasi fiammeggiante di rinnovata coerenza e solidità.
    Nella fenditura che ci ha inghiottito, La Guardiana aveva una forma molto incompleta e caotica... Era a malapena adatta a fare da tappo a ciò che c'era "sotto" di lei. Nel pavimento c'era una forza che trasudava con vigore, e fin tanto che abbiamo temporeggiato nel riprendere il controllo per poter tentare di difenderci l'obbiettivo di lei era... Strapparci qualcosa che le serviva per assumere una forma più adatta al suo compito.
    Ira a quel punto avrebbe guardato verso il fondo del tunnel, già sapendo cosa avrebbe trovato, ma percependo in quel cammino una più sicura linea di pensiero, tanto che le domande di Karla avrebbero trovato una risposta facile da articolare.
    La Guardiana, il Krampus, l'altro ragazzo ed io siamo stati "condizionati" verso la forma dell'orrore. Oltre che quello della dimensione in cui siamo finiti, il dolore creato da quella situazione mi ha distratto e deformato interiormente... Abbiamo assaltato la Guardiana non capendo più cosa davvero dovessimo fare, e lei si è presa ciò che trasportavamo, il frutto di quel cammino di corruzione... Il Watchman con i suoi poteri dimensionali ci ha pescato via solo perchè non dovevamo necesarriamente essere uccisi o feriti più del dovuto... Eravamo solo il trasportino per il sigillo di corruzione che avrebbe completato la Guardiana stessa. La ho vista. Ho visto la sua trasformazione finale...
    Ira avrebbe tirato un pungo al muro vicino schioccando la lingua stizzito e digrignando i denti.
    Raggiunte le condizioni, ha sincronizzato il suo essere con l'energia che stava sigillando sotto il pavimento di quella dimensione, facendola propria e assurgendo a una potenza praticamente divina... Non ha bisongo di muoversi da lì... Chiunque sia in possesso del controllo di quel luogo, ha tirato dentro quella dimensione l'energia a cui si era ancorato... Il nostro fallimento forse non è mortale, ma... Penso che la vera sconfitta sia il fatto che abbiamo mosso i pesi della bilancia della fine lontano verso qualcosa a nostro sfavore...
    La realizzazione che fece l'omone in quel momento lo porto a soppesare quale fosse la sua vera responsabilità a quel punto, se l'averci creduto troppo o troppo poco, se aver vissuto troppo visceralmente quell'incubo o forse aver dato troppo poco. Era dura togliere tutte le illusioni che il tessitore di quella trama subdola aveva ingegnosamente partorito. Non solo l'ignoranza, ma anche il cieco volere di aiutare le vittime non accorgendosi di essere vittime che si devono salvare andava a sommarsi al peso di Ira, che a questo punto comprendeva quale fosse la sua vera colpa: il peccato della tracotanza di Orgoglio.
    ... Mi sono nascosto dietro una Giustizia superficiale, perdendo di vista come la Bonta' sia anche misura di come si debba aiutare. E' una virtù che deriva dall'Umiltà di conoscere il proprio posto e le proprie capacità... Ho fallito...
    Ira avrebbe socchiuso gli occhi portandosi il pugno chiuso della mano buona alla fronte, come a volersi avvicinare a qualcosa di sacro che teneva in mano con tutto il proprio credo e per cui aveva necessità di chinare il capo in segno di dispiacere sentito e ricerca di redenzione. Avrebbe indugiato in un lungo minuto di silenzio a meno che Karla non avesse osservazioni o proposte.
     
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    Karla ascoltò con mola attenzione le parole di Ira quando capì di averlo incoraggiato a dovere, non che fosse un merito per lei ma dargli una buona ragione per esaminare a mente fredda ciò che aveva passato poteva essere positivo per entrambi. Da un certo punto di vista si disse meravigliata da ciò che Ira aveva affrontato, non solo perché ne era uscito vivo ma perché una cosa del genere era sfuggita completamente ai loro radar. Molto inusuale, e preoccupante. Pretendere di tenere sotto controllo ogni cosa era impensabile ma qualcosa di così grosso che passa inosservato era una falla non indifferente. Ne avrebbe parlato con Edmond il prima possibile, ma per ora la priorità era il racconto di quell'intrepido ragazzo. Un cacciatore meno esperto avrebbe trovato frustrante la crudeltà con la quale Ira si accaniva sulla sua storia, come se quel grosso fallimento dovesse significare qualcosa o il banale piangersi addosso fosse sintomo di debolezza. Karla invece non sobbalzò né sospirò, limitandosi a sorridere e nascondersi le labbra con una mano, sperando di non tradirsi ma fallendo miseramente quando si ritrovò a ridacchiare alle sue spalle. Forse per Ira era insolito vedere una persona ridacchiare in una situazione del genere, ma d'altro canto Karla non lo stava né prendendo in giro né si stava godendo una risata maniacale e priva di senso. Era semplicemente e genuinamente divertita da come il pensiero di Ira si era piegato così tanto in una direzione senza guardare lo scenario nel suo complesso.
    Il tuo posto era lì, in quel momento, con quelle capacità, mon ami... Qualsiasi altra combinazione di casualità avrebbe portato ad un risultato completamente diverso, e per quanto ne sai il tuo scopo non era quello di fermare la guardiana, quanto più guidare me verso di lei. Magari lo scopo di qualcuno in grado di piegare le dimensioni per salvarvi non era quello di sconfiggere il nemico ma di assicurarsi che chi aveva visto ogni cosa sopravvivesse. I buoni vincono solo quando c'è una bella storia da raccontare, è così che nascono le leggende. E cos'è una spada magica senza una roccia che la tiene ancorata a terra? Il tuo fallimento è parte del tuo successo.
    A quel punto portò non una ma entrambe le mani sulle spalle del ragazzo, se non lo avesse fatto di sua iniziativa sarebbe stata lei ad obbligarlo a voltarsi, in modo da costringerlo a distogliere lo sguardo da quel buco che fin troppo meravigliosamente incarnava l'oscurità del fallimento e il ricordo di quegli eventi, portandolo piuttosto a concentrarsi sul suo sorriso quasi materno e la testa della cacciatrice piegata leggermente di lato, come a volerlo squadrare meglio.
    Abbiamo ripercorso abbastanza questa brutta storia, ne pensez-vous pas? Lasciamoci la metropolitana alle spalle per oggi, ma se ancora hai voglia di parlarmi potresti raccontarmi qualcosa su di te, piuttosto che sui tuoi incubi. Magari davanti ad un buon gelato?
    Un invito ad accogliere la giusta leggerezza e ricordarsi cosa non si è perso durante un cammino tanto tortuoso.
     
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    Ira rimase leggermente bloccato di fronte al filo logico del discorso di Karla. La risata lo aveva messo in imbarazzo e lo aveva spaesato, ma poi quella pratica concettualità di non pensare che le cose fossero finite là ma che avrebbero proseguito in una direzione e verso un futuro che avrebbe davvero sancito se quello fosse stato un fallimento. Imbarazzato poi da quel contatatto diretto faccia a faccia, non potè far a meno di essere investito dalla ragionevolezza e sicurezza che voleva esprimere la donna e trasmettere con il suo argomentare. L'omone si sentì spaesato, mentalmente confuso, ma il suo corpo fui il primo a reagire ritrovando rinnovata resistenza e quasi forza per mettersi ben eretto con la schiena e istintivamente far capire alla donna che le sue parole non erano volate nel vento.
    Io... Io penso di aver capito cosa intendi...
    Ira si sarebbe schiarito la voce socchiudendo gli occhi, per poi inspirare profondamente. Avrebbe usato la mano libera per mettersi apposto i capelli, tirandosi meglio la manica con i denti mettendola più verso la mano, così da sfruttare il polsino per potersi asciugare il sudore e darsi un contegno e cura personale. Si sarebbe scrollato di dosso la polvere che ancora non si era tolto per girarsi verso la via del tunnel di fronte a loro. Dall'oscurità si percepiva silenzio, un leggero vento fresco che ora vagava libero senza il condizionamento dei sistemi di aereazione o la potenza meccanica dei vagoni. Non c'era altro. Non solo oggettivamente, ma non c'era più nulla nemmeno per Ira. Era tutto finito, almeno quel preciso capitolo che lo aveva visto protagonista di una atrocità. Non si sarebbe nemmeno chiesto se avesse rischiato di incapparci in futuro, siccome la risposta apparve subito scontata. Quello che davvero era da tenere a bada era l'insicurezza: sarebbe stato pronto? Sarebbe stato adatto? Sarebbe stato differente? Domande pericolose di un abisso composto da indulgenza, passività e negligenza. La valutazione non era ciò che doveva scandire la sua vita, ma il diretto e concreto impegno ad agire ed essere aderente al presente. E al momento era in un tunnel buio di Roma, coperto di ferite e accompagnato da una donna che lo stava accudendo.
    ... Di me, eh? Davanti a un gelato... Potrei anche cedere.
    Ira si sarebbe girato mostrando il proprio sorriso a Karla, con un volto sereno, provato ma sicuramente non finto o di circostanza. Le sue parole avevano raggiunto il giusto nodo e lo avevano sciolto dal cuore di quell'uomo. Ci sarebbe voluto tempo epr rimettersi pienamente su ambo i piedi con sicurezza, ma l'atmosfera intorno a Ira già stava cambiando, perdendo quel colore cupo e pesante, per diventare qualcosa di più simile a un vento caldo e lento, a qualcosa di sereno e avvolgente. Ira quindi avrebbe dato le spalle al resto del tunnel, guardandosi intorno per trovare un'apertura adatta per uscire da quel luogo, a meno che Karla non avesse già una idea di come uscire più velocemente.
    Il quartiere è ancora demolito e spento... Se vogliamo trovare un luogo di ristoro ci conviene dirigerci un pò più verso il fuori città, nei quartieri meno politici e commerciali. Tra i vari abitati ci sono punti di qualità... Sono abbastanza goloso e questi posti me li tengo sempre a mente quando ho tempo libero per andarci!
    Ira si sarebbe fatto sfuggire una risata leggera e contenuta, mentre proseguiva ad avanzare fuori.
     
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    Era grande e grosso, e nel migliore dei sensi, ma Ira aveva l'espressione di un ragazzo giovane che aveva bisogno di incoraggiamento. Forse gli occhi di chi aveva già sofferto abbastanza, ma non l'anima di chi è deciso a lasciarsi chiunque alle spalle. Dopotutto neanche gli "adulti" come Karla trovavano spesso la forza di restare da soli. Per questo gli sorrideva e non lo giudicava severamente, anche perché se erano faccia a faccia per poter parlare di fronte ad un nuovo giorno allora forse le cose non erano poi così malandate. Il modo in cui le rispose, non tanto a parole quanto più con quei gesti che sembravano voler suggerire che aveva ritrovato il decoro, bastarono per Karla e assicurarle che fosse finalmente pronto ad andare avanti. Accettare l'invito era la cosa più fare non solo per istinto ma anche logicamente. Chi, dopo aver ritrovato la voglia di fare, rifiuterebbe la compagnia di una donna così bella? Decisa a non prendere con troppa fermezza il controllo della situazione Karla lasciò che ira facesse strada verso l'uscita, dato che pareva sapere perfettamente dove portarla.
    Non ricordi? Sei tu la guida grand garçon, io sono solo una visitatrice.
    Concluse ridacchiando, lasciandosi quel mare di ricordi dolorosi alle spalle decisa a gustarsi a sua volta quel famigerato gelato. E visto che Ira si era definito goloso lei stessa non avrebbe esitato a raccogliere la sfida più abbondante e calorica che il locale prescelto aveva da offrirle, mostrandosi sorpresa solo se la coppa che le avrebbero messo davanti si fosse rivelata più simile a duna tinozza per le verdure che non un vero e proprio dessert. Visto il caldo avrebbe preferito un posto a sedere fuori dal locale, coperto dagli ombrelloni capaci di emettere aria fredda grazie alle tecnologie sofisticate della capitale di un impero. Sicuramente un habitat migliore di qualsiasi metropolitana. E armata di un cucchiaio troppo piccolo per la sua sfida, Karla sarebbe stata la prima a prendere il discorso mentre capiva come consumare il suo insperato dolce.
    D'accordo... vediamo se riesco ad indovinare: hai messo su muscoli perché da bambino tutti ti maltrattavano, mentre per la tua inclinazione per la chiesa... mmm... famiglia cattolica magari?
     
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    Le parole di Karla erano state di aiuto, o molto più probabilmente l'orecchio che aveva porto con pazienza per stare dietro ai tumulti della mente di Ira, ma di sicuro le aveva fatto vincere una lotta basilare su come far riprendere fermezza a qualcuno che ha davvero bisogno di una spinta. Ira non era magicamente rinato o guarito, stava in piedi, sulle sue gambe, con le forze e il corpo che fino a quel momento era stato ferito ma non lo aveva abbandonato. E in questo forse avrebbe tradito altre cose di lui, che per l'occhio attento di una cacciatrice erano segni facile da cogliere: il ragazone usava una postura controllata, attenta, disciplinata, segno che non era un giuggiolone che era andato avanti a spallate perchè grosso di principio e fermo a quel vantaggio, ma anzi probabilmente ci era diventato così a furia di spingere un masso dietro l'altro. Una qualità che poteva essere apprezzata o meno, ma da come si stavano mettendo le cose di sicuro il gelato che si apprestavano a consumare avrebbe avuto un piacevole sapore a dispetto della polvere e degli odori putridi e secchi della metro che si lasciavano alle spalle. Ira sembrava avere un buonissimo orientamento andando per le strade di Roma, o forse un incredibile sistema GPS celebrale per i luoghi dove reperire dolci, ma questo sarebbe stato compito di altri per giudicarlo, sta di fatto che si sarebbe mosso tra i vicoli e le strade principali senza mai perdersi o far sembrare che qualche traversa poteva essere tagliata. Si sarebbero ritrovati nei dintorni di una piazza ovale, con una grande fontana centrale rappresentante alcune delle mitologie figurative su Poseidone. Lungo il perimetro si diramavano diversi vicoli, ma erano solo delle interruzioni ritmate tra diversi locali simil Pub, pasticcerie, ristorantini da 20-25 coperti e ovviamente un paio di gelaterie molto promettenti che vennero subito scannerizzate dall'occhio di Ira che individuò il luogo preciso a cui mirava. Facendo un cenno con la mano, l'omone avrebbe quindi indirizzato i passi verso una Gelaterie dall'aspetto molto curato ed elegante, che aveva uno scarso numero di clienti ma tutti intenti ad avere conversazioni molto tranquille, quasi a bassa voce, mentre sui tavoli coppe di vetro alte o anche di ceramica ampie ospitavano diverse composizioni di gelato, dalle più corpose e grasse a quelle incredibilmente invitanti per i gusti più tipici ma decisamente ricchi in termini di quantità. Ira sarebbe stato approcciato da un cameriere che avrebbe indirizzato di seguito i due a un posto vicino all'entrata principale, ma leggermente defilato, che volendo Karla poteva trovare piacevolmente comodo per mettere le spalle al muro coperte e avere visuale su tutto quello che aveva intorno. Il Pastore non conosceva nulla della sua improvvisata compagna di caccia alle leccornie locali, ma poteva essere qualcosa che la donna avrebbe involontariamente apprezzato per se stessa. L'omone sembrò molto veloce nel parlottare col cameriere mentre si prendeva il suo momento calmo per sedersi e non sfasciare tutti i bendaggi o mettersi a zampillare sangue.
    Qui vengo alcune volte a settimana, almeno cerco di avere dei posti dove prendere un pò di abitudine a fare capolino per poi guardarmi la città con calma. Sono "nuovo" di Roma da quando mi sono trasferito al Vaticano, precedentemente ho viaggiato parecchio in altri paesi...
    L'ordinazione sarebbe arrivata con una certa velocità, e si sarebbe trattata di ben due coppe di gelato a tre gusti, che in termini di quantità poteva tranquillamente sfamare 4 persone e non solo 2. La paritcolarità era che tutte le sfere di gelato erano apparantemente bianche, come se fossero un gusto unico, un errore? Invece dopo pochi secondi che la temepratura prendeva a salire la parte bianca si sarebbe leggermente frammentata perdendosi verso l'alto come una nebbia mentre il gelato prendeva il suo colore. In termini di gusti vi era una bella scelta di pistacchio di Bronte con miele d'acero, zabaione molto giallo e che rilasciava un piacevole odore di Marsala, concludendo con una sfera di gelato al mascarpone abbondantemente impralinato da granella di meringa. Un mix non proprio leggero o fresco, ma sicuramente corposo e soddisfacente. Ira avrebbe aspettato di rispondere alla affermazione di Karla prima di fiondarsi sul gelato, anche se le stelline nei suoi occhi tradivano quanto si stesse trattenendo dal ficcarci la faccia a costo di congelarsi il cervello e morire lì.
    Potrei dirti di sì, siccome alcuni dettagli effettivamente potrebbero essere riassunti a quella maniera, ma la mia "famiglia cattolica" è effettivamente l'orfanotrofio in cui sono cresciuto. Sinceramente non mi hanno instradato a nulla, anzi, appena ho potuto ho volontariamente fatto i bagagli per conoscere il mondo fin dove le gambe potevano portarmi... Dopo tanto tempo ho reincontrato chi mi aveva cresciuto e... Qualcosa è scattato in quel momento. Qualcosa di semplice ma chiaro... E sono andato in direzione del Vaticano.
    A quel punto la cucchiaiata sarebbe stata calma, precisa, ordinata e corposa. Nessuna pietà per le tre palle che sarebbero state accalappiate nel mezzo per assaggiare subito una parte di tutte. Lasciando per un attimo il boccone sciogliersi, Ira avrebbe quindi ricambiato le affermazioni a Karla.
    Una donna di classe con una grossa valigetta, una forza fisica rispettabile, e una sensazione di calma e controllo che quasi mi mette la stessa pressione di Domino... Di base punterei ad una di quelle associazioni private finanziate come non mai da un privato estremamente filantropo, o che almeno non ha proprio tutta questa voglia di vedersi il mondo bruciare intorno. Ma capire il passato delle persone per me è impossibile, siccome manco dell'empatia necessaria in tal senso. Contestualizzo troppo il presente.
     
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24 replies since 4/6/2021, 14:47   277 views
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