Sulla traccia di una colpa

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  1. Il Capitolo Hadler
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    La Legge

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    Ira ebbe alcuni attimi di stordimento, che colllegati alla visibilità limitata e ai dolori fisici lo obbligarono a spendere qualche momento a respirare profondamente prima di potersi concetrare su quella mano porta in sua direzione, collegata a una siluhette slanciata ma dal comportamento attento e marziale.
    ..Io... Grazie...
    Avrebbe proferito con quel poco di fiato che aveva ripreso a fatica, un filo di voce comunque udibile e sincero. La mano di Ira si sarebbe allungata verso quella di Karla senza troppe remore, siccome aveva davvero bisogno di aiuto anche per rialzarsi, e cingerla gli permise di prendere meglio concetrazione su chi aveva davanti. Era una mano liscia e "piccola" inconfronto al manone dell'uomo più ruvido e calloso, ma di sicuro la forza non le mancava, e il corpo slanciato della donna culminava in un viso ferreo e severo, ma non rabbioso o contrariato. Aveva una apparenza solida, quasi come Clerice al Vaticano, ma più col portamento e l'attenzione di Domino. Tirandosi su, Ira avrebbe barcollato momentaneamente, ma forse anche grazie alla presenza di Karla avrebbe dato più concetrazione a prendere un lungo respiro profondo, per stare dritto e darsi il meglio del contegno che poteva in quella circostanza e condizione.
    ...Io sono Ira Gervasoni, un Portatore di Luce del Vaticano. Non sono qui nelle "vesti" da pastore purtroppo... Io...
    Ira avrebbe cercato di mettere meglio a fuoco la figura di Karla, e le luci rosse del luogo la facevano apparire come un contrasto intenso di viola dato dalla pelle e di vermiglio dell'illuminazione. Intimidatoria? No, c'era qualcosa di diverso in lei come persona a priori. Sembrava fosse ovattata, che stesse trattenendo la sua presenza. Ira non si fece domande in quel senso siccome lei stessa aveva ammesso che non si sarebbe dovuto accorgere di lei, ma aveva il chiaro sentore di essere davanti a una diga il cui potere veniva attentamente tenuto sopito.
    Ah-ehm! Io sono qui perchè... Perchè sto cercando qualcosa. Mi duole dire che non so precisamente cosa, ma qui è avvenuto un grosso incidente e sono stato investito nel suo centro. Non possono starmene con le mani in mano e non andare affondo alla questione... Vittime, pericoli... C'è stato davvero troppo qui per non agire e dare un senso! Urgh...
    Ira aveva leggermente alzato la voce nell'ultima frase, cosa che gli fece sentire il dolore delle costole e un picco di mal di testa dovuto ad alcuni ricordi che riafforavano a tratti. Si sarebbe tenuto la fronte con la mano libera, cercando di mantenere il contatto visivo con Karla e fargli capire che avrebbe contuato a proseguire con una espressione ferrea.
    Non so se la mia ricerca combacia col perchè tu sia qui, ma se vogliamo proseguire, l'unico briciolo di indizio che ho è il "sotto" della metropolitana... Ci sono luoghi qui che la superficie ha ignorato e sono finiti per esplodere in questa ondata di Morte...
    Ira era sincero, diretto, preciso sul punto e davvero non sembrava avere altre preoccupazioni se non avanzare. Karla poteva sentire da lui molta decisione e volontà di agire, ma parlando di controllo e potere, era forze qualcosa di superiore alla media, ma con la sua attuale condizione fisica era praticamente una persona normale con una tragic backstory troppo colorita per una spanna di tempo troppo concentrata. Si, era una vittima degli eventi, ma non un cuore debole che per questo voleva che le cose scivolassero via come un brutto sogno. Ira a quel punto avrebbe fatto dei passi per sfilare di lato a Karla e mettersi in marcia nel cunicolo di fronte a loro.
     
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