Uno contro uno

x Kira

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  1. Kira dietro lo specchio.
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Da quando si era risvegliato, Bowen aveva dovuto affrontare terribili e spaventose sfide, quali l'assassinio della Papessa, il tradimento di Evelynn, il coma di Abramo e, dulcis in fundo, la durissima sconfitta che era stata inferta a tutti Cavalieri dell'Apocalisse molto recentemente. Eventi che avrebbero fiaccato l'animo di chiunque e che, magari, avrebbero portato i più a ritirarsi, a trovare per sé una strada forse meno gloriosa e giusta, ma indubbiamente più sicura; non Bowen: con coraggio, grazie al supporto dei suoi compagni, alla saldezza dei suoi ideali e alla speranza incarnata dalla figura della dolce Veronica, era riuscito ad affrontare a testa alta queste tragedie e a non abbattersi.
    Eppure, quella mattina, qualcosa lo aveva convinto ad scappare a gambe levate da Neo Venezia, neanche lo stesse braccando un branco di lupi: la causa di questa precipitosa e momentanea fuga, però, non era un assalto improvviso di Evelynn o l'obbligo di presenziare a qualche funzione religiosa interminabile, con tanto di canti gregoriani e letture dai Vangeli, bensì il suo compagno e mentore Evan. Quest'ultimo, infatti, aveva preso la cattivissima abitudine di svegliarlo ogni giorno all'alba (Si sa che gli anziani sono mattinieri!) e coinvolgerlo in qualche benemerita ma noiosissima attività, che spaziavano dallo sgobbare in qualche mensa per i poveri all'aiutare torme di bambini ad attraversare le strisce per andare a scuola, passando per sfacchinate in cui si ripulivano strade, boschi e spiagge dall'immondizia accumulata per via dell'inciviltà della gente. Insomma, come detto, tutte attività meritorie ma anche terribilmente faticose, che il suo compagno gli sottoponeva senza sosta adducendo, come motivazione, la necessità di dover ripulire il buon nome dei Cavalieri e del Vaticano dall'onta della sconfitta subita. Affermazione a cui il demonietto non si sentiva in alcun modo in grado di replicare ma, col passare del tempo, notò un fatto quantomeno curioso: mentre lui faticava a più non posso, quella cariatide del suo mentore se ne rimaneva in pantofole a ciondolare senza scopo tra i corridoi del Vaticano, bofonchiando di non poterlo aiutare poiché aveva da sbrigare improrogabili impegni amministrativi. Insomma, Evan faceva lo sfaticato, facendo leva sui suoi sensi di colpa per utilizzarlo come galoppino! Stanco di una simile situazione, dunque, quella mattina sparì e raggiunse con un treno Roma, per rilassarsi e magari fare qualche bell'incontro... o, comunque, divertirsi un po' a modo suo.
    Stava bighellonando per uno degli infiniti centri commerciali della Città Eterna, con le mani in tasca e un lollipop alla coca-cola in bocca: in realtà era un po' annoiato, non c'era granché da fare e l'idea di entrare in qualche negozio per vedere le merce esposta e far finta di essere interessato all'acquisto gli sembrava meno che insulsa. Fortunatamente per lui, il suo spirito d'osservazione gli permise di notare qualcosa di davvero interessante, cioè due gran belle tette sode e deliziosamente esposte a pochi metri di distanza da lui; le fissò per qualche istante, decisamente deliziato, prima di alzare lo sguardo per "incontrare" anche il resto della loro proprietaria, una bella biondina angustiata, a giudicare dalla faccia che aveva e da come si scolava quello che sembrava un super alcolico. Ghignò ancora e, invaso dallo spirito del buon samaritano, si avvicinò allo sgabello a fianco alla donna, proprio quando questa dava voce ai suoi tristi pensieri.
    Non sono affari miei, ma ti svelo un segreto che non ti raccontano nelle fiabe: il principe azzurro è un finocchio colossale. - esordì, sedendosi vicino a lei e poggiando un braccio sul bancone. Era rivolto verso di lei e la guardava con un sorriso da vero birbante stampato in volto e gli occhi brillanti di divertimento. - I cattivi ragazzi, invece, sanno apprezzare decisamente di più la compagnia di una donna. Se vuoi te lo dimostro... offrendoti un drink e una chiacchierata. - continuò, definendosi implicitamente un "cattivo ragazzo" e allargando ancora di più il suo sorriso in cui, tra la birbanteria, c'era qualche sprazzo qua e là di gentilezza. Dopotutto, come poteva sopportare che la proprietaria di un così bel paio di tette se ne stesse mogia mogia a ubriacarsi? L'avrebbe dato ben volentieri una mano (E non solo quella!) per ritrovare il sorriso e divertirsi un po'.
     
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