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.La stanza dell'ospedale dove era finito Tony non era forse delle migliori, ma se non altro era una di quelle vip, private, dove nessun stramboide avrebbe tormentato il suo riposo con canti di dolore o meteorismo dovuto agli effetti collaterali delle medicine. Qualcosa a disturbare i suoi sogni però c'era, e non era la luce che usciva timidamente fuori dalle veneziane sulle finestre, né il leggero ronzio dell'aria condizionata, o l'odore dei fiori lasciati lì da Jack il Bello accompagnati dal messaggio "rimettiti presto". A disturbarlo era la voce del giovanotto che lo aveva trascinato fin lì, salvandolo dall'esecuzione degli Sciacalli e dandogli una nuova possibilità prima di tirare le cuoia. Lo disturbava perché aveva l'abitudine di parlare un pò troppo forte al telefono, e ridacchiava entusiasta ogni volta che doveva scandire quello che diceva.
Ma no, tutto bene non preoccuparti, solo un piccolo incidente di percorso. Non starò via ancora a lungo, solo il tempo di prendere la spada e torno. Vedrai... ti piacerà ehehehehe c'è una dedica sopra solo per te. No, non ti anticipo niente! Ah e dimenticavo, dopo averla ritirata dovrà passare a sistemare un piccolo affare, da poco lo giuro! E' che per tutta questa storia della spada il professore ha chiesto dei favori e ovviamente devo saldarli io, mi sto assumendo le mie responsabilità, no? Ahahahaha... devo essere un buon esempio per la mia piccola. Ok, credo si stia svegliando, ti richiamo dopo!
Messo giù il telefono, Gil si avvicinò agli occhietti poco vispi del tigrotto, cercando di capire se era sveglio oppure no.
Hey raggio di sole, ci sei? Se non ti svegli rischi di perderti l'arrivo del capo, sembrava ci tenesse molto a vederti una volta sveglio, cerca di non deluderlo.. -
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Non era la prima volta che Tony veniva ricoverato in ospedale, ma di sicuro la batosta che aveva preso era la prima del suo genere, e mentre lentamente recuperava la coscienza dopo essere svenuto durante il tragitto, le immagini dello scontro scorrevano nella sua mente come una pellicola, accompagnati il frastuono dei colpi e le parole dei suoi aggressori. Una pellicola che però si sarebbe fermata esattamente al momento in cui gli venne rivelato che forse l'amico che cercava non c'era più. Parole che gli vennero bruciate nel cervello come un marchio indelebile, che avrebbero causato una tristezza nel suo animo seconda solamente al rafforzamento della sua determinazione. Era stato lui ad insegnargli di guardare sempre avanti, e non avrebbe permesso a delle incertezze di tagliare le gambe al suo progresso, anzi. Poco a poco prese a percepire di nuovo il suo corpo mentre il buio che ammantava tutto eccetto le immagini di quel film mentale veniva illuminato dalla luce, e la prima cosa che avrebbe fatto non appena sarebbe stato in grado di muovere le dita fu proprio quella di stringere le mani a pugno, come se si aspettasse che l'ascia fosse ancora nelle sue mani pronta ad essere imbracciata.
Ciò che sentì fra le proprie dita però non fu il ferro della sua arma, ma soffici lenzuola. Una voce, giovane e chiassosa, la stessa che aveva sentito poco prima di perdere i sensi. Come aveva detto che si chiamava? Bill Bolterchrist? No... ah sì, Gil Poltergeist. Sì, suonava decisamente più giusto. Non aveva idea di cosa o con chi stesse parlando Gil, d'altronde non aveva ancora riaperto gli occhi. Qualcosa riguardo una spada, un professore... aspetta, aveva detto la sua piccola?! Non sapeva se ci aveva sentito bene, ma quello fu un campanello d'allarme per la capacità di giudizio del tigro, un campanello che lo avrebbe obbligato a risvegliarsi più rapidamente, i suoi occhi ritornando forzatamente alla loro lucidità sebbene poco a poco.
Ci... sono... ci... !... Sono!...
Fu un poco come risvegliarsi da un lungo letargo con un getto d'acqua ghiacciato: devastante a livello sia fisico che psicologico, perché sentiva il torpore ancora sia nel cervello che nel corpo, ma se c'era una cosa che Tony sapeva fare benissimo era riscaldarsi, esaltare e ancora fomentare, non importava come né per quale motivo. Appena cosciente già voleva darsi da fare, e digrignando avrebbe preso a muoversi quanto bastava per quanto meno alzare il busto e poggiarlo contro il cuscino, parete o qualunque cosa ci fosse a fargli da appoggio. Non senza dolore ovviamente, ma alla fine anche quello non era null'altro che un modo per il suo corpo di segnalargli di non fare cazzate, e lui tutte quelle che doveva fare almeno per ora le aveva già fatte. A quel punto avrebbe osservato Gil per inquadrarlo, ora che poteva.
Grazie... sei Gil, giusto?
Subito estese la mano verso di lui, chiaramente offrendogliela in una stretta, i cuscinetti rosa sul palmo e parte delle dita contrastando con gli artigli che, seppur rimasti nei loro alloggiamenti, rimanevano chiaramente visibili perlomeno attraverso le punte.
Se non fosse stato per te avrei perso una delle mie sette vite... oserei dire due, visto come mi hanno gonfiato.
Mosse più volte i baffi e il muso mentre controllava che fosse ancora tutto attaccato, gli occhioni blu quasi incrociandosi mentre tentava di mettere a fuoco il naso, risultando sicuramente quantomeno goffo ad un occhio esterno.
Il capo di cui parli... è Jack? Lavori anche tu per lui?
Effettivamente ricordava vagamente un "collega" provenire dalle labbra del ragazzo quando ancora si trovavano fra gli Sciacalli. La sua voce, subito dopo aver visto la banda venire completamente sterminata. Una visione che avrebbe dovuto portargli felicità forse visto che qualcuno era arrivato a salvarlo, ma ogni volta che la ricordava provava solo pietà e rammarico. In un certo senso, era stato il suo fallimento ad ucciderli.
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Gil annuì in risposta alla sua veloce presentazione, confermando il nome e ricambiando il saluto con una stretta di mano amichevole. Cercò di rimanere serio, ma quando si rese conto della morbidezza dei cuscinetti iniziò a toccarli ridacchiando, tastandone la consistenza senza distogliere lo sguardo da lui.
Ah, scusa, è stato più forte di me.
Lasciò la presa subito dopo per non rendere la cosa troppo strana. Chiuse le mani battendole rumorosamente all'altezza del petto, iniziando a ciondolare facendo qualche passo all'indietro rispetto al lettino.
Beeh... diciamo di si, più che il capo direi che è uno che mi fa fare dei lavoretti quando serve, voleva diventassi un Gladiatore ma non faceva per me, poi ha scoperto che ho un certo talento... diciamo fisico e mi ha chiesto se volevo lavorare a qualche produzione cinematografica. Sai visto che ho intenzione di mettere su famiglia mi sembrava una bella idea per mettere da parte dei soldi, la mia sorellona ne sarà contenta.
A quel punto la porta della stanza si spalancò di colpo, e frettoloso come una carpa che deve rientrare rapidamente in acqua perché è rimasta troppo tempo fuori, Jack si avvicinò al lettino di Tony con l'aria apprensiva di chi era convinto fosse oramai fottuto.
Oh! Oh porca di quella troia! Sei vivo! Meno male, meno male! Sei sistemato vero? Niente di danneggiato permanentemente? Bella stanza questa! Mettila sul mio conto, non è un problema. Belli quei fiori! Chi te li ha mandati? Oh, io, assistenti premurosi... sanno sempre quello che voglio! Ah!
Toccò un pochino in giro Tony per essere sicuro che non fosse morto, mettendo a soqquadro la stanza toccando nervosamente di tutto. Poi so voltò verso Gil, indicandolo come se stesse presentando il suo nuovo prodotto con tanto di "i" in copertina e maglioncino nero a collo alto.
Hai conosciuto Gil! Questo tipo è un fenomeno! Mi dispiace di non averti potuto aiutare ma quando ho capito che gli sciaccali erano troppo anche per te gli ho chiesto di venire a darti una mano, sapevo che poteva sventare la tragedia, quei dannati rischiavano di farmi saltare tutto il film.
Tranquillo grande J, ho tutto sotto controllo. Il nostro amico striato qui merita una possibilità onesta per entrare nella tua elité di guerrieri, l'assalto dei sciacalli non era una battaglia onesta, questo lo sapranno tutti i cittadini di New Vegas e soprattutto i suoi futuri fan.
Jack si ritrovò a puntare col dito Gil con l'aria di un presentatore che sta per conferirgli il premio dopo una risposta esatta, nel mentre osservava Tony con soddisfazione.
Visto? E' lungimirante, lui sta già pensando all'immagine. Mi piace. Abbiamo un film da mettere in piedi che lancerà la tua carriera amico mio, quindi vedi di sistemarti il prima possibile!. -
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Il tigrone non si trattenne dal ridere a sua volta non appena Gil si scusò per essersi perso qualche istante nello sperimentare la morbidezza delle sue zampe rosa, non impedendogli di continuare ma anzi permettendogli di dedicarci tutto il tempo che voleva.
Ma no, tranquillo! Fanno tutti così quelli che mi stringono la zampa, ci sono abituato.
Ormai per lui era più raro incontrare qualcuno che riuscisse a rimanervi indifferente. Non appena il ragazzo si allontanò, l'ibrido avrebbe portato l'indice al volto per grattarsi distrattamente mentre lo ascoltava parlare, facendo fuoriuscire l'artiglio quel poco che bastava. Non appena lo sentì menzionare di nuovo una famiglia e una certa sorellona ripensò a ciò che aveva sentito prima. Ora che lo vedeva meglio, non sembrava esattamente un ragazzino. Certo, in confronto a lui forse era un po' basso e meno piazzato, ma quale umano non lo era? Tirò un sospiro di sollievo: doveva essersi fatto ingannare dalla voce. Prima che potesse fare altre domande di cortesia la portò si spalancò, e chi altri voleva essere se non proprio Jack? Avrebbe mentito se avesse detto che la sua entrata non gli portò quantomeno un sorriso. Gli stava decisamente più simpatico quando non maltrattava nessuno. Si lasciò toccare senza problemi, incordando scherzosamente anzi quanto più dolorosamente poteva le zone interessate, facendolo poi scaricare sulla stanza. Annuì alla sua presentazione di Gil, continuando a sorridere, ma non appena sentì il suo salvatore annunciare cosa doveva accadere e il fato degli sciacalli, nella sua mente si stabilì un senso di irrequietezza. C'era qualcosa di sbagliato in quelle parole. Sapeva che tecnicamente avevano ragione, quello che era accaduto decisamente non era stato una battaglia onesta, eppure... eppure gli sembrarono strane. Si sentiva come se stesse venendo privilegiato e la cosa lo infastidiva, anche più del suo fallimento, ma non poteva di certo dare la colpa a chi aveva davanti.
Tranquillo Jack, non è la prima volta che finisco all'ospedale e siamo sinceri, probabilmente non sarà l'ultima. Mi rimetterò in pochissimo e gireremo subito il film, vedrai! Comunque, non preoccuparti per la faccenda degli sciacalli. Non hai colpe, me la sono cercata io.
No, ovviamente non si era dimenticato del fatto che sotto il bersaglio di quel gruppo malfamato ci era finito difendendolo da Gustavo, ma effettivamente la scelta era stata sua.
Ah! Parlando del film. Gil mi aveva accennato qualcosa riguardo un certo talento. Scostò lo sguardo verso il diretto interessato. Giusto? Di che si tratta?
Il ragazzo stesso era stato piuttosto vago a riguardo, forse perché si vergognava o magari perché non gli piaceva parlarne, ma questo non avrebbe impedito a Tony di almeno provare a chiedere. Ricordava ancora nitidamente la velocità e forza con i quali si era abbattuto sugli sciacalli: quel ragazzo decisamente non era normale, e a testimoniare ciò vi era anche il fatto che Jack lo avesse invitato nei gladiatori.
Coraggio Gil, parlami un po' di te, senza timore! Di Jack ormai ne parlano praticamente anche i muri, e sono abbastanza sicuro che leggendo le riviste giuste riusciresti persino a sapere l'ora esatta in cui va in bagno. Di te invece non so niente. Tessimi un po' le tue lodi, eroe! Dopotutto, più ti rendi prezioso tu, più automaticamente ci guadagna anche la sua figura, visto che ti ha trovato. Sbaglio?
L'ultima sarebbe stata una domanda rivolta direttamente a Jack stesso, che il tigrone gli avrebbe posto mettendo le mani avanti e ai propri lati, ponendole poi con i palmi rivolti verso l'alto, nella tipica posa di chi gesticolava cercando consenso quando non ve n'era bisogno, palesemente nel corretto. Tony non era esattamente un grande conoscitore delle figure internazionali. Non si era mai interessato troppo alla politica, ma effettivamente il cognome Poltergeist gli sembrava famigliare, anche se ancora non riusciva proprio a ricordarsi dove l'avesse sentito.
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La risposta di Jack fu piuttosto ovvia, come se il talento di Gil fosse chiarissimo davanti a tutti e non ci provò nemmeno a nasconderlo.
Questo ragazzo è un talento nato come attore, te lo assicuro, mai viste interpretazioni tanto convincenti, vedrai.
E tornando di nuovo al ragazzo, lui stesso fu abbastanza modesto ed evasivo per quanto riguardava il suo passato.
Non c'è molto da dire su di me, ho fatto qualche cazzata in passato ma ora ho una ragazza che mi ha rimesso la testa a posto e voglio costruirmi un futuro con lei.
Ah, fa il modesto, lascialo perdere. Possibile che on hai mai sentito il suo cognome? Tony, quello che hai davanti è nientemeno che uno dei figli diletti della casata Poltergeist. A Londra sono praticamente delle celebrità, la sua sorellona è il capo della polizia e ha la fama di aver distrutto un Tartarus! Una famiglia di fenomeni, e noi ne abbiamo beccato uno! Ma ti pare? AH!
Mentre Jack tesseva le lodi di Gil, questo scuoteva il capo con il finto fare imbarazzato di chi non vuole sentire tutte quelle moine su di lui, cercando di restarsene modesto al suo posto.
Però voglio staccarmi dalla tetta della mia famiglia, non so se capisci che intendo, è la mia vita e la mia possibilità, sto cercando di tirarmi su da solo.
Nonostante avessero parlato un sacco, Tony sapeva effettivamente poco di quel tipo, anche se a quel punto era ovvio che avrebbero collaborato per il film.. -
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Gil era decisamente alquanto evasivo: si presentava con un'incredibile modestia nonostante Tony stesso avesse testimoniato quanto fossero incredibili le sue abilità combattive. Fortunatamente ci fu Jack a ricordare a Tony a chi appartenesse il suo cognome.
Aaaaaaaaaah, I Poltergeist! Ecco chi erano! Accidenti, si vede che hai occhio, Jack!
Portò una mano alla fronte dandosi uno schiaffetto inclinandola poi lievemente verso Jack. Ma certo, QUEI Poltergeist! I Poltergeist di Londra, Londra e i suoi Poltergeist!... La verità è che ricordava vagamente solo Stige, proprio perché come aveva detto Jack aveva avuto a che fare con i tartarus vista la sua posizione. Il tigrone nonostante la curiosità nei confronti della donna non disse nulla perché si mise nei panni del ragazzo. Nonostante avesse visto con i suoi occhi cos'era in grado di fare non lo conosceva, non come la sorella, e la cosa poteva immaginare che gli desse fastidio. Pensiero che Gil stesso confermò con la sua reazione e parole.
Ma certo che capisco cosa intendi, campione! Non so di certo in che rapporti sei con tua sorella o i tuoi, ma con un cognome così non posso neanche immaginare quanta pressione tu debba avere addosso. Un cognome non dovrebbe di certo decidere chi sei, e non riesco nemmeno a pensare a quanto coraggio tu debba aver fatto appello per decidere di andare per la tua strada. Bravo!
Tentò di sfoggiare un doppio pollice in su', dovendo però arrivare con le dita della sinistra a alzare manualmente il pollice destro rimasto piegato per via della poca responsività causata dalle medicine.
Ma bando alle ciance, non voglio né farvi sprecare tempo né tartassare il mio salvatore con domande invadenti, quindi... si parlava del film, giusto? Che avevate in mente esattamente? Perché se deve essere un filmone ma anche il mio trampolino di lancio, mi verrebbe da pensare che dovrò fare i miei stessi stunt. C'entra qualcosa Gil? Sono totalmente fuori strada?
Anche se la sua mente martellava costantemente riguardo i Tartarus e le informazioni che aveva estrapolato dall'incontro con gli sciacalli, Tony rimaneva pur sempre nel suo cuore un cinefilo incorreggibile, e il mistero che ancora avvolgeva quel film era semplicemente troppo per lui da sopportare, specialmente visto che a detta dello stesso interessato, Gil era coinvolto in qualche modo.
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Nonostante le preoccupazioni di Tony, Jack insistette molto sul suo punto, portandosi con le mani sulle spalle del ragazzone dandogli qualche pacca di incoraggiamento.
Tu ora non preoccuparti, rimettiti e poi penseremo al film, che è importante e urgente ma ci sarà tutto il tempo del mondo non preoccuparti. Tu e Gil siete perfetti perché usciranno scene incredibili con le vostre doti, mi aspetto molto! Ma ci serve anche molta pubblicità ed è per questo che devi rimetterti in sesto al più presto.
Fece una piccola pausa, allontanandosi da Tony per poi riprendere il discorso in maniera più seria, puntandogli il dito contro come se stesse sfoggiando una pistola.
Ho intenzione di organizzarti un altro incontro sul ring dei Gladiatori, se la superstar del nostro film è anche un figo d'acciaio avremo gli investitori alle stelle e il film farà il giro del mondo, poco ma sicuro. Sei pronto per fiondarti di nuovo sulla scena?
Jack non era uno che perdeva tempo, la cosa era evidente, per lui gli Sciacalli erano già il passato e tutto ciò di cui aveva bisogno Tony era un'altra possibilità per farsi la giusta pubblicità. Gil era rimasto in silenzio invece, ben conscio che quel discorso era più importante visto il ruolo di Tony in tutta quella storia.. -
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A Tony fece piacere sentire e vedere Jack tagliare corto. Neppure a lui piaceva perdere tempo, anzi se non fosse stato per le sue pacche o la presenza dei due nella sua stanza molto probabilmente avrebbe cercato di rialzarsi già da subito. Non aveva ancora recuperato appieno, ma già il fatto che riusciva a muoversi nonostante il dolore per il tigrone era già abbastanza.
Ero pronto il secondo che ho riaperto gli occhi. Sarò fuori di qui l'istante che i dottori me lo permetterano: vorrei evitare di dover evadere dall'ospedale come una sorta di prigioniero.
Voglia di fare e buone intenzioni a parte, la prospettiva di dover affrontare un altro gladiatore non lo impauriva ma anzi, era proprio ciò che ci voleva per distrarlo almeno momentaneamente dalla curiosità che aveva nei confronti del suo misterioso salvatore. Se non poteva chiedere a Gil informazioni su di lui per non risultare un inopportuno ficcanaso, poteva quantomeno informarsi sul suo prossimo avversario.
Con chi me la dovrò vedere questa volta? Qualcuno di grosso? Basso? Pelato con i capelli? Dai Jack, non tenermi sulle spine! Lo sai benissimo che anche se mi mettessi contro un megazord gigante sarei disposto a combatterci e-
Gesticolava vivacemente mentre cercava di convincere il magnate a vuotare il sacco, le orecchie facendosi sempre più ritte con ogni domanda. Quando però disse quell'ultima frase così senza pensarci, si zittì un attimo sgranando gli occhi, socchiudere gli occhi e fissarlo, un po' come se si aspettasse di averci preso con quella proposta assurda, ma poi si rilassò tornando a sorridere e scuotendo la testa. La verità era che non sapeva davvero cosa aspettarsi: di gladiatori ce n'erano a bizzeffe e dei tipi più vari, e il fatto che non ci fossero regole a limitarli significava che non poteva escludere nessuna possibilità. Non riuscì a nascondere un certo luccichio negli occhi mentre aspettava la risposta: non poteva farci niente, era curioso per natura, letteralmente, e praticamente tutta l'attenzione che prima era su di Gil ora era rivolta all'inventore.
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L'entusiasmo di Tony venne accolto da una risata furbesca da Jack che si ritrovò a scuotere il capo mostrandosi come al solito molto più interessato alla scena che non al guadagno in sé.
Anche se lo sapessi non te lo direi, c'è molto da preparare ancora e poi al pubblico piacciono le sorprese. Mi assicurerò che sarà un vero e proprio main event, non preoccuparti.
Questo tipo ti ha chiesto un megazord grande J, mi raccomando non deluderlo, anche io voglio che sia uno spettacolo da ricordare.
Era anche negli interessi di Gil che Tony facesse una bella figura, quello era il modo migliore per fare pubblicità al film e più guadagnavano in pubblicità, più sarebbe stato grande l'astro nascente che avrebbe accompagnato Tony sul palco. Gil ci teneva a diventare famoso in qualche modo, era chiaro che ci tenesse particolarmente a costruirsi un futuro con la sua famiglia. Dopo un rapido battito di mani, Jack si guardò attorno e decise di prendere l'iniziativa.
Visto che abbiamo tutti fretta, mi metterò subito al lavoro. Mi raccomando ragazzone rimettiti presto perché io non perderò tempo.
Senza troppi saluti educati, Jack uscì di scena limitandosi ad incoraggiare le sue nuove superstar, già pronto a fare la prossima mossa per quel film. Una volta rimasti soli, Gil si voltò verso Tony, usando un tono pacato ma un pochino frettoloso.
Se non ti serve altro credo che andrò anche io, la mia signora mi sta aspettando già da un pò e non mi piace che resti troppo tempo sola mentre è in dolce attesa.... -
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L'ibrido abbassò la coda così come le orecchie deluso mentre gli occhi perdevano un poco del loro colorito vivace, udita la risposta dell'organizzatore. Beh, non poteva farci molto: se ancora era tutto da programmare, si sarebbe rassegnato a scoprire chi era il suo avversario il giorno stesso dell'incontro. Spalancò di nuovo gli occhi però sentendo Gil rinforzargli l'idea del megazord, con un'espressione che visibilmente non sapeva se voler essere entusiasta o terrorizzata. Una parte del gattone voleva disperatamente il megazord, ma l'altra parte sapeva che con esso come nemico veniva automaticamente incluso anche il free DLC dei turboschiaffoni del megazord, e se quelli di Gustavo già gli avevano quasi bruciato il pelo, una lastra gigante di metallo sicuramente non poteva essere meglio. Sudò un attimo freddo perdendosi nei vividi ricordi, ma non appena Jack avvertì che stava per allontanarsi tornò alla realtà.
Eh- ah- ma certo! Buon lavoro Jack, non sforzarti troppo.
Alzò una mano per salutare osservandolo uscire di scena, rivolgendosi infine a Gil che era l'unico rimasto lì dentro. Anche lui pareva avere fretta di andarsene, d'altronde non appena il giovane menzionò la ragazza per giunta incinta, capì anche il perché. Scosse una mano davanti a sé tenendola a palmo aperto rivolto verso d'egli in senso di negazione.
No, no... Avrebbe cominciato con l'intento di farlo andare, ma poi l'immagine della donna mascherata gli comparve come un lampo improvviso nella mente.
... però, un'ultima domanda ce l'avrei. Quando sei arrivato da me fra gli Sciacalli c'era una donna mascherata, la loro capa. Aveva un teschio, ma al tuo arrivo non l'ho più vista. Come se fosse sparita. Ne sai niente? Chi fosse magari?
Si sistemò meglio sul letto muovendo un po' le gambe per scoprirsele un poco, pian piano arrivando a mettersi sempre più retto e appoggiato alla parete. Avrebbe anche voluto menzionargli del discorso che ella gli aveva fatto riguardo i Tartarus e sul motivo per cui era lì, ma trattenne almeno per il momento quell'informazione. Gil sembrava un ragazzo per bene, sicuramente misterioso ma che non gli aveva dato l'impressione sbagliata. Ciò nonostante, Tony in primis aveva sperimentato che le apparenze spesso ingannano, e sapeva che doveva scegliere bene cosa dire a chi. Non aveva ancora chiaro l'intero quadro della situazione.
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Lo sguardo di Gil si affilò quando sentì quella domanda, la sua espressione ebbe un'inflessione innaturale, come se il volto sotto quella maschera di sorrisi fosse emerso per un istante. Anche il suo tono cambiò, come se volesse apparire più serio e forse anche un tantino minaccioso. Chiuse gli occhi e prese un bel respiro, per poi tornare a parlare in maniera normale anche se il suo tono era oramai alterato.
Non so niente né di lei né di cosa sia quel teschio, ma non era la prima volta che ne vedevo uno e ti assicuro che non succedono cose belle quando quella roba è coinvolta. Fossi in te dimenticherei tutto e ci metterei una pietra sopra, alcune cose è meglio non saperle e con certi affari è meglio non immischiarsi.
Fu molto evasivo, ma mantenne il contatto visivo come a volergli suggerire una certa gravità della situazione. Gil si avvicinò un tantino verso di lui, abbassando il tono di voce per essere più solenne... o forse minaccioso?
Ti conviene non chiedere in giro, né parlarne a cuore leggero. Se sei fortunato non daranno la colpa a te, ma se diventerai interessante... rischi di attirare l'attenzione. Dai retta a me... dimenticati degli sciacalli, del teschio e non chiedere a nessuno di Jenna, è meglio così...
Gil non si rese conto che gli aveva detto un nome che fino a quel momento non era mai saltato fuori. Che fare? Fargli notare quella piccola gaffe, oppure starsene per conto suo e lasciare che quel misterioso ragazzo se ne andasse per la sua strada? In caso Tony avesse accolto il suo consiglio, Gil si sarebbe congedato con un saluto amichevole, sebbene lentissimo.... -
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Neppure a farlo apposta, Tony non fece in tempo a pensare che le apparenze ingannano che Gil gli lasciò perfettamente intendere che si era profondamente sbagliato su di lui. Lo aveva visto come un ragazzo per bene, quelli del tipo che te li immagini andare in chiesa e aiutare le vecchiette ad attraversare la strada... e invece quando dovette rispondere alla sua domanda adottò un tono molto più cupo e serio, che inizialmente il tigrone volle credere fosse solamente un modo per fargli capire la gravità della situazione, ma l'attimo che si lasciò sfuggire quel nome, a Dwayne fu tutto chiaro. Sorrise, portando una mano alla spalla del ragazzo per guardarlo dritto negli occhi. In essi non c'era neppure una traccia di timore, paura o esitazione: qualunque cosa avesse cercato di fare Gil, minacciarlo chiaramente non era servito.
Gentilissimo da parte tua preoccuparti per me, ragazzo... ma io commetto continuamente gravi errori. Se fossi stato un gatto furbo di certo ora non mi troverei qui. Ciò che voglio io non è quello che conviene a me, ma quello che conviene a chi mi è caro, e per ottenere ciò credo proprio che dovrò ignorare il tuo caloroso consiglio e trovare questa Jenna che mi hai detto.
Scandì per bene il nome dell'interessata in modo che non potessero esserci equivoci riguardo se l'avesse sentito o meno. Aveva capito già da prima che probabilmente quel ragazzo era più che coinvolto con quella faccenda, ma purtroppo Tony non era per niente il tipo di individuo da tenersi le cose per sé. In gioco c'era molto più della sua vita, e con nulla da perdere ma tutto da guadagnare, tentare di metterlo in guardia e spaventarlo era un po' come puntare un altro fucile ad un animale che era già messo all'angolo.
Apprezzerei se tu volessi dirmi altro... ma non voglio trattenerti se la tua ragazza ti sta aspettando.
Avrebbe fatto per ritrarre il braccio, senza però mai distogliere lo sguardo da Gil. Come avrebbe preso quelle parole? Se ne sarebbe andato? Avrebbe tentato di ragionare con lui? O forse avrebbe optato per qualcosa di più drastico?
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La mano di Tony sulla spalla lo mise in allerta, e quando gli rispose in quel modo scandendo con estrema attenzione il nome che per sbaglio era sfuggito a Gil, il ragazzo allargò gli occhi e per un istante la lanterna nella sua orbita destra luccicò, come se fosse pronta a combattere. Realizzò di aver commesso un errore e nei suoi occhi poteva leggersi la rabbia tipica di chi vuole risolvere un problema nella maniera più violenta possibile, ma capì che a quel punto rischiava di fare più danni di quanti non fossero i vantaggi di quella chiacchierata. Sfoggiò un sorriso all'apparenza sincero ma che celava in realtà un terribile istinto omicida, poi si fece indietro per togliersi dalla presa dell'ibrido davanti a lui.
Non è una buona idea... ma non sarò io ad impedirti di farlo. Solo... guardati le spalle, ok? Ho un bimbo in arrivo, non potrò farti da balia ancora...
Detto questo fece per andarsene, alzando una mano in segno di saluto verso Tony. La tentazione di farlo fuori era tremenda a quel punto ma non poteva proprio permetterselo... gli serviva vivo, almeno per ora. Se ficcava il naso rischiava di complicare il tutto, forse doveva sistemare le cose con Jenna una volta per tutte per non correre rischi inutili. Ma questa è un'altra storia.... -
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Qualunque fosse il motivo per cui Gil aveva bisogno di lui, esso era evidentemente abbastanza importante: nonostante lo sguardo impossibile da non notare che gridava di volerlo massacrare, il ragazzo non fece alcuna mossa per tentare di concretizzare i suoi desideri. Tony non poté far altro che ricambiare il suo sorriso velatamente minaccioso con uno dei propri che invece non aveva niente da nascondere.
Lo farò. Stammi bene, Gil.
Mentre faceva anche lui un cenno di saluto con la propria mano e il ragazzo usciva, riflesse sullo sguardo assassino che aveva testimoniato poc'anzi. Quel luccichio sinistro che aveva visto nell'occhio del ragazzo gli aveva ricordato il bagliore che proveniva dal teschio della fantomatica Jenna. Che le due cose fossero collegate? Sospirò profondamente, scuotendo la testa mentre fissava il pavimento. Era successo tantissimo in poco tempo e sapeva che doveva riposarsi, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che stesse sprecando tempo. Poteva davvero permettersi di oziare e recuperare, ora che aveva reso noto a quel ragazzo il suo errore? E se avesse tentato di rimediare, facendo sparire ogni pista? Non poteva assolutamente permetterlo. La prossima mossa era ovvia: se Gil era in qualsiasi modo coinvolto, l'unico appiglio a cui Dwayne poteva sperare di fare affidamento era la stessa persona che con i Tartarus ci aveva avuto a che fare, e che sicuramente non avrebbe potuto ignorare la possibilità che suo fratello avesse a che fare in qualche modo con essi. Forse non aveva ancora recuperato tutte le sue forze, ma doveva mettersi in contatto con lei, in qualche modo. Sforzandosi di rimettere le zampe a terra, prese a staccare tutti i cavi, dispositivi e medicazioni varie che aveva addosso, dolorsamente prendendosi il proprio tempo per rimettersi in piedi, sentendo la testa leggerissima. Aveva detto che non voleva causare alcun problema allo staff dell'ospedale, ma le cose erano cambiate. Prima di partire, occupato a riprendersi dopo semplicemente essersi alzato e reggendosi il capo con una mano, richiamò nell'altra mano libera il cellulare attraverso l'arte del Ninjutsu per almeno prima cercare se ci fosse un modo di contattare Stige, sebbene non ci sperasse troppo. Londra aveva un pagine gialle? Dubitava fortemente che chiamando la polizia avrebbe risposto lei. Facendo una rapida ricerca però non ritrovò nulla per contattare la casata tanto famosa, forse per la fretta o perché si convinse che era anche ovvio visto che altrimenti sicuramente si sarebbero ritrovati con chissà quante noie. L'unica opzione a quel punto sarebbe stata quella di dirigersi direttamente a Londra, una scelta poco sensata dato che anche se ci fosse arrivato non aveva esattamente idea di come o dove cercare, ma il suo cervello non era ancora al pieno delle proprie capacità in quel momento e non lo era neppure il suo corpo: per muoversi infatti doveva tenersi appoggiato alle pareti. Inutile dire che non ci sarebbe voluto molto prima che lo staff del MIB si accorgesse del tentativo di "fuga" del paziente, e ancor meno ci avrebbero impiegato a riportarlo al suo letto. Tony non poteva perdere tempo, ma quando a stento riesci a muoverti, recuperare le forze non è da considerarsi tempo sprecato, specialmente sapendo ciò che c'era ad aspettarlo. Stige avrebbe dovuto attendere.
Edited by Demi - 30/5/2020, 11:40.
