Un trasloco movimentato

Per Doom

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    Riempire il culo di Jadis mentre i culo di Baiken ti sfreccia davanti ed esce lentamente fuori dalla vasca... mai Sho avrebbe pensato di provare un'esperienza simile, la migliore della sua vita, almeno fino ad ora. Doveva ammettere però che anche l'espressione di goduria assoluta di Jadis non era male, e forse a livello di soddisfazione era anche più appagante del complesso. Forse Sho aveva dimenticato perché si stava nascondendo, ma ne era valsa la pena. Il bacio che seguì subito dopo lo lasciò stupito, dato che non se lo aspettava minimamente. Una sorpresa benvoluta in ogni caso, dato che Sho si crogiolò in quell'unione per tutto il tempo del loro intenso orgasmo. Continuarono a baciarsi finché Jadis non dovette riprendere fiato, Sho rimase in silenzio perché doveva ancora riprendere l'abitudine nel respirare ossigeno normale e soprattutto gli fischiavano ancora un pochino le orecchie. La sua spietata padrona sembrava indispettita, ma lo sguardo soddisfatto del ragazzo era inossidabile a quel momento.
    Oh andiamo, lo so che non era quello che volevi dire...
    La provocò un pochino, ben conscio che in realtà Jadis aveva gradito molto l'esperienza. Certo forse era stato un tantino rischioso ma il cervello del rosso aveva letteralmente perso ossigeno col passare del tempo quindi forse era anche giustificabile. Il sorrisetto compiaciuto si spezzò solo quando la ragazza riuscì a scivolare via da lui, liberandosi da quell'unione che sembrava oramai infinita e che lasciò Sho piuttosto insoddisfatto dato che quello sembrava un momento per entrare più in intimità e magari condividere anche degli istanti più sereni, ma evidentemente Jadis aveva fretta di farsi da parte. Non fece in tempo neanche a lamentarsi che in un istante Jadis fu fuori, ripulita e pronta a delegargli tutta la restante fatica mentre usciva di scena senza troppi complimenti. Anche se la bocca del rosso si mosse, non uscì nessun suono e l'unico rumore percettibile fu lo scalpiccio nervoso delle mani che sbattevano sullo specchio d'acqua per sfogare un pò di frustrazione. Inutile lamentarsi, si limitò a sbuffare e usando l'adrenalina ancora in corpo, accompagnata da un'eccitazione impossibile da sfogare, Sho decise di dedicarsi sul serio alla pulizia del luogo, non solo perché glielo aveva ordinato Jadis o perché aveva bisogno di distrarsi, ma soprattutto perché voleva evitare che ci fosse anche la minima traccia che Baiken potesse riconoscere. La pulizia fu il colpo di grazia alla sua stanchezza che lo portò a passare il resto del giorno ad oziare ed andare al letto relativamente presto, appena fece buio. Non ebbe nemmeno la forza di masturbarsi per colpa dello stress subito, quindi la sua verga rimase in tiro anche dopo essersi infilato sotto le coperte. Scelte dunque saggiamente di dormire nudo con solo una canottiera scura addosso, così da evitare di sporcarsi le mutande in caso di eiaculazioni notturne. A causa della sua stanchezza, non ebbe modo né di sistemare la stanza né tanto meno di accorgersi che Syornha lo stava seguendo e aspettava probabilmente il momento propizio per colpire. Lo stesso non poteva dirsi della Chikage, che aveva invece fiutato la predatrice e la aspettava impazientemente...
     
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    Uno dei grandi patti che Jadis e Syornha erano state costrette a fare per andare d'accordo, era sempre stato insindacabile: il famiglio doveva tenersi lontano dalle ""prede"" di Jadis. Se la piccola umana sceglieva uno schiavo, ad esempio, al famiglio era concesso interagire con esso solamente sotto suo consenso (e in sua presenza), pena l'allontanamento dalla sua persona e il relegarla tramite apposito incantesimo alla sua dimensione. Un percorso che la tiranide demoniaca era sempre stata più che decisa a evitare, dal momento che dinanzi alla libertà del mondo terrestre, tornare negli Inferi le sembrava la più tremenda delle regressioni. Una vita di nascondigli e continui sotterfugi per restare lontana dai conflitti, non era certo ciò che più si addiceva alla sua natura pacifica. Sì, definire un mostro come lei pacifico suonava decisamente stonato, fuori luogo, eppure difficilmente gli obiettivi del demone implicavano un fine bellico o combattivo; non solo perché non era stata dotata per natura di grandi attitudini in tal senso, e dunque lo spirito di conservazione la spingeva a ottenere ciò che desiderava attraverso mezzi più subdoli, che violenti, ma anche e soprattutto perché semplicemente non trovava divertente la guerra. Ciò che apprezzava era piuttosto soddisfare i propri bisogni, che spaziava dalla fame, alle più svariate voglie... arrivando soprattutto a una delle sue principali caratteristiche: la curiosità. "Giocare" con chi le stava davanti era uno dei metodi che preferiva per studiare le reazioni altrui, e difficilmente si stancava di un giocattolo prima di aver stillato fuori da lui la più piccola goccia di conoscenza. Il giovane umano che era appena diventato ufficialmente lo schiavo di Jadis, non faceva distinzione, anzi... era forse uno dei banchetti a cui attualmente ambiva di più, visto che -tra le altre cose- aveva un conto in sospeso con lui. Per tal motivo aveva deciso di venir meno al suo patto con la sua giovane "padrona", come del resto aveva fatto subdolamente miriadi di altre volte, di cui la poverina era sempre rimasta ignara. Ebbene, perché sarebbe dovuto essere diverso stavolta? L'unica precauzione che intendeva prendere, ma della qual riuscita non era certa, era la collaborazione dell'umano, o perlomeno il suo silenzio, unica cosa che realmente le serviva... poiché invero non avrebbe desiderato altro che sentirlo dimenarsi tra le sue zampe. Decise dunque di studiarlo e seguirlo proprio come se fosse uno dei piccoli animaletti a cui era solita dare la caccia quando pativa la fame; sebbene la fame che risvegliasse l'umano in lei, non era affatto correlata al suo stomaco. Lo osservò da lontano, sempre nascosta, ignorando completamente i richiami di Jadis che, a un certo punto, aveva rinunciato mettendosi a dormire. E fu proprio col calare della sera, che Syornha intravide le possibilità migliori che aveva per intrufolarsi furtivamente nella camera del rosso. Non solo il giovane umano appariva stanco, sfiaccato dalle attività della giornata, ma aveva ingenuamente lasciato la finestra aperta, probabilmente per godersi l'aria fresca della sera, e mentre lei se ne stava serena a osservarlo e attendere, persino Baiken -la più pericolosa per lei in quel momento- a propria volta si era messa a dormire, e ora giaceva addormentata nel proprio letto. Attese che anche l'umano entrasse nel mondo dei sogni per introdursi nella sua camera attraverso la persiana spalancata, muovendosi sulla parete proprio come la sua natura voleva, non solo grazie alle mani umanoidi ma anche e soprattutto alle sue innumerevoli zampe, che la facevano apparire velocissima e letale proprio come il gigantesco aracnide da cui discendeva. Scelse di passare dall'alto per sfruttare al meglio l'effetto sorpresa, il suo corpo sinuoso si mosse dal bordo superiore della finestra, piegandosi all'inverosimile per entrare, arrampicandosi agilmente sulla parete interna per poi fermarsi sul soffitto, proprio sopra il letto del poverino, in modo che se si fosse lasciata andare le sarebbe finita addosso con precisione quasi millimetrica. Dall'alto, si concesse giusto un istante per studiare la stanza, spostando le innumerevoli pupille per guardarsi intorno, cercando di capire da dove provenisse la strana energia di cui era impregnata l'aria, riconoscendo un qualcosa di lontanamente affine a lei, ma difficile da decifrare. Rammentando tuttavia il precedente incontro con l'umano, dove grazie a quella stessa energia era riuscito addirittura a farla gridare di piacere, non poté che spalancare il suo candido ghigno ferino, e piuttosto che tirarsi indietro decise a maggior ragione di proseguire. Si lasciò dunque cadere con l'agilità e la leggerezza che la contraddistinguevano, la sua figura era talmente sottile e lieve che si sarebbe posata sul letto con la leggiadria di una piuma, tuttavia anche se il giovane fosse stato addormentato, ella fece in modo che avesse un invidiabile quanto inquietante risveglio: non gli finì addosso a cavalcioni, infatti, bensì tra le gambe aperte, afferrando senza complimenti l'erezione esposta all'aria della notte con due paia delle sue zampe da insetto, mentre le mani più "umane" si premurarono di posarsi sull'interno delle sue cosce così da poterle tenere spalancate. Agilmente, poi, la coda si mosse sul suo viso minacciandolo con il grosso pungilione, mentre un ghigno perverso e contraddistinto da tanti piccoli denti aguzzi si aprì sui lineamenti della creatura. Persino le chele ai lati delle sue fauci fremettero.
    Sveglia, raggio di sole...
    La sua voce sibilante, dal forte accento demoniaco e il tono strascicante, fendette l'aria come il colpo di un artiglio. Non sapeva neppure come le fosse venuta in mente un nomignolo simile o tanto meno da dove, più probabile, avesse preso ispirazione. Forse uno di quei film che di tanto in tanto Jadis le aveva fatto visionare per imparare il linguaggio comune. In attesa, ognuno dei suoi sei occhi si fissò sul volto del giovane per non perdere al più insignificante sfumatura della sua espressione. Un guerriero come lui poteva davvero essere preso alla sprovvista? Syornha sperava di sì, ma invero aveva scelto quella posa per poter tenere sotto tiro la sua carne, speranzosa che si impressionasse a vederla minacciata. Inutile dire che se Sho avesse provato a gridare, Syornha avrebbe fatto il possibile far saettare il suo pungiglione dentro la sua bocca, un evento che era meglio evitare dal momento che l'appendice conteneva un stillato venefico di feromoni paragonabili a una dose di viagra per kaiju. Sostanza che di certo non occorreva alla verga turgida che i suoi artigli stavano stringendo...
     
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    Sho era sicuramente troppo stanco e saturo di emozioni in quella giornata per rendersi conto di avere un simile predatore sotto la sua ombra. Men che meno cogliere i segnali di Ebrietas, già di solito molto criptici e facilmente ignorati dal rosso, in una situazione del genere dove aveva anche l'uccello completamente appagato, e forse anche più del necessario, era assolutamente impossibile che prestasse attenzione ai giusti segnali. Forse anche lui dava per scontato che ci fosse una sorta di "tregua" tra la padrona e quel mostro, altrimenti non si spiegava come mai una simile creatura fosse libera di brulicare in una villa del genere. Non gli passò nemmeno per l'anticamera del cervello l'idea che Jadis fosse più che altro una guardiana che non una vera e propria "ammaestratrice". Ma chi ci capiva più un cazzo di quella storia... forse era meglio dormirci su e basta, anche se meglio ancora sarebbe stato chiudere la persiana invece di lasciarla spalancata. Ma dopo che fotti il culo di una ragazza per mezza giornata e vai ancora in giro con un'erezione del genere, inizi a sentire caldo. Dormiva profondamente, molto profondamente, tant'è che quando Syornha si calò su di lui non si svegliò di soprassalto, ma scosse il capo flosciamente con le palpebre che si aprivano e chiudevano asincrone, gli occhi che giravano senza una direzione precisa in un totale stato di confusione. I muscoli erano flosci e non ci provò nemmeno a sottrarsi al tocco della creatura. Sollevò il capo e rinsavì vagamente solo quando Syornha gli afferrò il cazzo, costringendolo a mugugnare sorpreso, confuso, spaventato e... ovviamente, eccitato.
    Syohnha...haaaa?!
    La riconobbe subito, e riconobbe subito anche il suo grosso pungiglione che li fece irrigidire di colpo, gli fece sgranare gli occhi e soprattutto gli tolse tutto il sonno facendolo tornare pimpante più che mai. In quel preciso istante gli tornò in mente quello che era capitato e cosa era capitato a lei nello specifico, ricordandosi che non era stato proprio carino, o meglio, non si era scusato per il metodo che aveva adottato con lei. Sapeva bene quanto i famigli fossero restii a subire certi trattamenti, vuoi per orgoglio o per semplice istinto. L'idea migliore che gli venne a quel punto fu il non emettere un singolo suono sopra ad una cera soglia, dato che era chiaro che Syornha volesse un incontro intimo tra di loro. Non che promettesse bene, ma che scelta aveva? Era troppo stanco per fronteggiare una creatura della quale non conosceva la pericolosità, quindi era meglio assecondarla. Accennò un paio di sorrisetti finti, ma lasciò subito perdere l'idea di fare il simpatico, mostrandole invece un volto serio e anche un tantino allarmato.
    Calma... calma Syornha, ti prego. Sto facendo di tutto per andare d'accordo con Jadis, e in questo sei compresa anche tu. Quindi ti prego, dammi la possibilità di scusarmi e ti prometto che non ti tratterò più come una bestia pericolosa...
    Forse non era una scelta di parole estremamente ponderata, ma il pungiglione puntato alla bocca e le mani inquietanti di Syornha che minacciavano le sue virtù non aiutavano minimamente a concentrarsi.
     
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    In un primo momento, Syornha pensò che avrebbe potuto approfittare dell'umano mentre ancora dormiva, tuttavia l'idea di giocare con una preda non recalcitrante non le regalava troppe emozioni. Per questo fu ben felice di vedere i suoi occhi aprirsi incerti, e il suo ghigno costellato di denti tritatutto si allargò se possibile maggiormente. Tutti i suoi occhi seguirono quelli del giovane e i movimenti del suo viso, proprio come quelli di un predatore attento. Sarebbe stato molto più semplice se avesse sbattuto le palpebre anche solo un istante, dandosi almeno una parvenza d'umanità grazie alle ciglia del paio "umano", ma invece era così concentrata sul rosso da non pensarci neppure. Pur non apprezzando granché la carne umana (era solita nutrirsi di insetti e piccoli animali, al massimo piccole tiranidi come la sua ultima amante mezza ragno), ci teneva particolarmente a mascherare la sua dieta "innocua" al prossimo, specie perché era delizioso vedere le innumerevoli espressioni che il terrore o il disagio potevano regalare a un volto umano. A giudicare dal modo in cui la guardava il rosso, poi, non c'era niente che le avrebbe fatto più piacere di addentare la carne del suo fallo eretto, solo per il gusto di sapere, non solo che sapore avesse, ma soprattutto quale splendida espressione le avrebbe regalato. Proprio con quel pensiero, come per dargli materialmente il "ben svegliato", nell'istante in cui la guardò poco prima che parlasse, stava già spalancando le fauci fin troppo teatralmente, mostrando quanto inumanamente potessero aprirsi fino a separarle il viso a metà, tirando fuori la lingua e facendo per afferrare l'asta attraverso quell'appendice lunghissima, così da portarsela alla bocca. Venne colta sul fatto ma, piuttosto che fermarsi, la sua pelle fredda era ormai sui gioielli del ragazzo quando le sue parole la raggiunsero, facendola bloccare a un passo dall'azzannarlo, limitandosi dunque a una leenta leccata. Si ritrasse lentamente ma a scatti, in quel suo strano modo di muoversi, ritirando la lingua ma non le mani, e riprendendo a sorridere. Tentava di compiacerla, uhm? Non era affatto un umano stupido, a quanto pareva. Inarcò la schiena sottile, capace di piegarsi praticamente su se stessa, per avvicinarci a lui con il viso, tutto senza lasciare la sua erezione con le zampe inferiori. Mentre parlava muoveva lentamente la testa d'un lato, e dall'altro, come per osservarlo da più angolazioni. Nel sollevarsi, il suo petto, unica parte davvero morbida della sua fisicità, sfiorò il glande del giovane più e più volte.
    Bestia feroce, dici? Non paragonarmi a un vile animale... Mi offendi. La furia non è un sentimento che mi appartiene, per tua fortuna.
    Nel constatare che non avrebbe urlato, Syornha si mostrò compiaciuta e soddisfatta, motivo per il quale la sua sottile coda si posizionò piuttosto intorno al suo collo leggera, un po' come una sciarpa, non certo un boa costrittore deciso a strangolarlo... sebbene lentamente sembra volersi intrufolare sotto la sua nuca per imprigionarlo del tutto. Si limitò ad accarezzarlo, per fortuna, utilizzando alla fine il pungiglione come se fosse semplicemente un'estremità pensile del suo corpo, ponendogliela sotto il mento per spingerlo ad avvicinarsi maggiormente.
    Tuttavia c'è comunque un'emozione, che hai risvegliato in me senza poi saziarla... ed è proprio questo che ad avermi reso così scontenta da venirti a trovare.
    Con uno di quei suoi allungamenti improvvisi il famiglio passò velocemente dall'essere piegata verso l'alto con i seni vicini alla sua verga e la base di essa in mano, ad essergli davanti al viso, fin troppo vicino con quei suoi denti infiniti e letali, gli occhi sgranati che ancora non si erano chiusi neppure una volta, e le innumerevoli zampe posizionate sopra il suo corpo: le principali, quelle umane, sulle sue spalle come una comune amante, anzi, come la stessa Jadis aveva fatto quella stessa mattina, le altre invece un po' ovunque; un paio erano sopra al viso e sembrano decise a tenergli la faccia immobile, costretta a fissarla da così vicino; un altro paio lungo le costole, quasi sui pettorali già ricoperti di cicatrici, alcune delle quali ancora fresche poiché graffi procuratigli dalla "loro" padroncina; per finire le ultime, abbastanza lunghe e in basso nel suo corpo da trattenere ancora il membro sul quale, con le cosce spalancate e le zampe ben affondate sul materasso, torreggiava senza pietà la sua intimità mostruosa, con i segmenti morbidi ma pungenti delle piccole labbra che si muovevano come artigli sopra il suo glande, massaggiandolo certo, ma anche minacciando di afferrarlo da un momento all'altro. E fu proprio posizionata in quell'assurda posa, che finalmente concluse la frase.
    Fame.
    Non che fosse passato molto tra un concetto e l'altro, anzi, per quanto non potesse competere con una guerriera, Syornha possedeva un'agilità degna dell'insetto che era, apparendo sempre scattante e veloce, molto più simile all'insetto che alla sua parte antropomorfa. Per cui sì... Scusati pure. Non è una richiesta.
    Facendo il verso a Jadis stessa, Syornha passò la lingua sulle labbra del giovane, ma più che sembrare un bacio, il suo parve appunto un tentativo di assaggiare un piatto, pregustandone la croccantezza. Per fortuna del custode, la sua vulva schiusa e fremente intenta ad agganciargli il glande, non sembrava intendere la fame che avrebbe portato le sue fauci a chiudersi intorno alla sua faccia e strapparne i lembi... Sebbene non potesse mai dirsi.
    Ovviamente mi aspettei che questo incontro rimanga un nostro segreto. Sai bene come la prenderebbe la tua padrona...
    Il suo ghigno ambiguo non lasciava trasparire troppe emozioni, a differenza degli umori densi e filamentosi che iniziavano a unire le sue labbra al suo membro; tuttavia una cosa di quella frase suonò abbastanza chiara: in quel momento non era lei la schiava di Jadis. Un ricatto morale e non solo, che chiariva quanto convenisse anche a lui stare zitto. Non che avrebbe atteso una risposta per prendersi ciò che voleva... anzi, nell'istante in cui finì la frase il famiglio fece subito per scendere lentamente su di lui, accogliendolo e graffiandolo lungo tutto il tragitto.
    Dovrai anche mostrarmi altri di quei tuoi trucchi da umano, a ben pensarci.
    Quell'ultima frase la pronunciò sospirando, con le chele del viso che quasi vibravano, e l'accento demoniaco ancora più marcato.
    Sarebbe stata decisamente una lunga notte per il poverino... E ancor più una lunghissima permanenza in quella villa degli "orrori".
     
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    Sho non era assolutamente un tipo facilmente impressionabile, ma Syornha con quel fare mostruoso, le file di denti interminabili e il fatto che non sbatteva le palpebre nemmeno volendo lo lasciava decisamente di sasso, molto più di qualsiasi minacciosa estremità del suo corpo. Un combattente esperto sa che l'arma più temibile di un nemico è l'assenza di esitazione e di paura, e in quel momento Syornha era ben armata di entrambe le cose... e non solo quelle. Accettato il timore, il rosso non riuscì a fare a meno di soffermarsi invece su ciò che di buono c'era in quella situazione: per quanto inquietanti fossero le sue forme aveva un corpo molto femminile e sensuale, impossibile non notare l'abbondanza del suo seno e dei suoi fianchi, né l'odore femminile che usciva dalle mostruose estremità del suo corpo. A riportarlo all'attenzione sulle cose importanti ci pensò quella leccata piena di sottintesi cannibalistici che lo irrigidì, eccitò e turbò allo stesso tempo, non dava mai per scontato che scoparsi un terrore mostruoso fosse una bella idea, ma che non lo fosse... beh, questo era oltre gli istinti sessuali del ragazzo. Il suo modo di muoversi a scatti che la portava piegarsi molto meglio di qualsiasi contorsionista, faceva partire delle scosse di dolore simulato dalla schiena del ragazzo, lui seguiva quei movimenti con i lati delle labbra e gli angoli degli occhi, temendo che potesse davvero rompersi da un momento all'altro e lasciandosi inquietare da una creatura fin troppo vicina a sé per i suoi gusti. Come se non bastasse, continuava a stringerlo intorno alla verga e nel muoversi la sfiorava anche col suo corpo, rendendo il rosso anche più muto del necessario dandole tutto lo spazio per mostrare la sua arringa nella speranza che prevedesse un minimo di pietà. Quella di Sho non era fifa, semplicemente era davvero un bravo ragazzo e voleva a tutti i costi mantenere la pace in quella casa, e temeva che indispettire il cane da guardia più sexy e pericoloso che la sua mente potesse elaborare non fosse l'ideale. La notizia buona era che stava smettendo di minacciarlo col pungiglione, la cattiva era che quell'affare ora se ne stava intorno al suo collo, pacificamente sì, ma non era un grosso miglioramento visto che Sho se ne stava ancora intrappolato tra le sue grinfie.
    M-mi rendo conto... e sarò ben felice di aiutarti...
    Il fatto che stesse parlando e fosse lì per rivendicare ciò che Sho aveva lasciato insoluto era un buon inizio, ma non riuscì a completare la sua umile frase che Syornha gli si fiondò davanti agli occhi come un giocattolo a molla, come se volesse lambirlo davvero e divorarlo in un solo boccone. Se Sho fosse stato abbastanza lucido da notare che Ebrietas non si agitava più. segno che non c'era una vera e tangibile minaccia alle porte, il giovane avrebbe anche potuto evitare di sudare freddo, ma gli occhi privi di battiti di quella creatura lo costringevano ad irrigidirsi, e rendere di conseguenza la sua verga più marmorea e bollente di quanto non fosse già. Si sentì afferrare in ogni parte del corpo, perse il conto di quante mani ed estremità Syornha avesse a sua disposizione visto che le uniche che contavano erano intorno ai suoi "poveri" gioielli, che per quanto Sho fosse preoccupato si stavano godendo delle attenzioni tanto estreme quanto piacevoli. Nel concludere la frase con la parola "fame", Syornha riuscì a costringere il rosso a deglutire rumorosamente, preoccupato che intendesse uno spuntino a base di genitali umani forte magari dell'idea che fosse facile rigenerarli ignorando del tutto il dolore e l'umiliazione che questo comportava. Provò a seguirei l suo consiglio e scusarsi ma la creatura gli leccò la bocce e di conseguenza la faccia mettendolo a tacere mentre mugugnava a metà tra lo spaventato e l'eccitato, se fosse stato un pochino più sveglio forse avrebbe provato a tirarsela via di dosso ma il mix di sonnolenza ed eccitazione non lo aiutavano minimamente, forse perché una piccola e inconscia parte di sé aveva capito che in quel momento assecondarla aveva sulla tabella molti più pro che contro. Ne ebbe la conferma quando Syornha sciolse quasi del tutto la sua aura minacciosa, lasciandolo entrare in quelle labbra che lo avevano minacciato fino ad un istante prima, graffiandolo e strappandogli uno spasmo di piacere mentre l'idea di mantenere l'ennesimo segreto rimbombava nella sua mente. Dunque era questa la vita che lo aspettava nella villetta di Baiken? Segreti e giochi perversi? Chiunque al suo posto sarebbe stato invidioso se non intento a ringraziare divinità in cui no credeva, ma per Sho quella storia stava prendendo una piega strana, quindi doveva riprendere in mano la situazione. Allungò la mano destra, afferrandole una natica con forza, assaporandone inevitabilmente la morbidezza, cosa che lo fece esitare nonostante la sua espressione avesse raggiunto un'aria più risoluta. Poi l'altra mano si avvicinò alla bocca di Syornha, afferrandola per il mento ed infilando il pollice nelle sue fauci, una mossa azzardata ma che serviva per farle capire che si, la temeva, ma che non aveva paura di affrontarla e provocarla se necessario, quindi avrebbe sfruttato quella presa per avvicinarla a sé anche se questo significava rischiare un doloroso morso.
    D'accordo, io starò zitto... e mi sdebiterò con te, non preoccuparti... ma se vuoi farlo non sarai tu a scopare me, ne ho le palle piene di fare il kuma fedele quindi se devo cedere ai ricatti di un famiglio allora voglio assicurarmi che ne valga la pena. Per entrambi, ovviamente.
    E per farle capire che non avrebbe accettato una risposta negativa, la spinse verso di sé con entrambe le mani, così che la sua grossa virilità scivolasse dentro di lei con forza, facendole sentire quanto fosse dotato e quanto estremamente poteva soddisfarla se si impegnava, al contempo la spinse anche col volto sulle proprie labbra in modo da cercare un bacio passionale e possessivo. Syornha voleva un pasto, Sho voleva una sfida, quindi potevano incontrarsi a metà e quella bestiaccia dalle mille mani avrebbe conosciuto qualcosa capace veramente di farle provare un sentimento simile alla pancia troppo piena intenta a scoppiare... letteralmente!
     
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    Quando Syornha lo accolse dentro di sé non emise un gemito, come sempre, mantenendo quel suo ghigno ambiguo e malefico e soprattutto continuando a fissarlo senza mai sbattere le palpebre. Ci fu solo un momento in cui il suo corpo sussultò leggermente, o perlomeno lo fecero le sue interiora: fu l'istante in cui il glande del ragazzo cozzò con la parte più profonda del suo sesso. L'intimità di Syornha non era mostruosa semplicemente all'esterno; Shouta l'avrebbe trovata fradicia, morbida, ma anche ruvida nella consistenza, un po' come se fosse ricoperta di piccole e numerose escrescenze che donavano una sensazione extra alla penetrazione. Una volta accolto tutto, i segmenti che componevano le sue piccole labbra ripresero a pulsare e muoversi come le zampe di un ragno, afferrando non solo la sua base ma i testicoli, pronte a massaggiarli ogni qualvolta gli affondi glielo avessero permesso. All'inizio rimase ferma, tuttavia, ben attesa alle mosse dell'umano. Si "rilassò" solamente quando sentì il sesso dentro di lei sussultare, capendo che a quel punto non c'era pericolo di ribellione da parte della "preda"... o almeno così pensava, peccato che il rosso fosse ricco di sorprese e una punta di ribellione ci fu, ma piacevole. Il ghigno malefico del famiglio si allargò se possibile di più sentendo le sue dita stringerle con forza i glutei, tanto che quando l'altra mano del giovane si avvicinò alla sua bocca, ci fu un istante, un solo istante, in cui lentamente i suoi occhi più "umani" si chiusero, ben due volte di fila, mentre la testa si inclinò seguendo l'inclinazione del pollice. Gli occhi disposti sul capo rimasero tuttavia spalancati, a fissarlo, anche mentre si concedeva di socchiudere i principali in una vaga esternazione di piacere, difficile dire se per le sensazioni fisiche o per ciò che aveva detto lui. Così, con la testa inclinata e l'espressione mostruosa meno crudele, la posa di Syornha sarebbe potuta tranquillamente apparire come una cosa "dolce", quasi, un cucciolo mansueto che protrae la testa verso le coccole, se solo il suo aspetto non fosse stato quello di un dannato mostro insettoide e la letalità dei suoi denti non si sentisse anche semplicemente sulla pelle, sfiorandoli appena. Inutile dire che fece per serrare la bocca, ma invece che affondare i denti strinse semplicemente il pollice tra essi, pungendolo appena, mentre la lingua lo avvolse per leccarlo. Visto che non usava la lingua stessa per parlare, ma la sua voce proveniva più dal profondo, cavernosa e demoniaca com'era, le fu facile rispondere comunque alla provocazione.
    Come dite, voi umani? "Mi inviti a nozze". Tuttavia la mia specie non è famosa per avere femmine mansuete... spero che capirai se non riuscirò a stare ferma.
    Dire che fu semplicemente Shouta a tirarla a sé sarebbe terribilmente limitante, fu lei a fiondarsi verso di lui mentre egli tirava, con uno dei suoi ennesimi movimenti scattanti. Il pollice venne presto dimenticato in favore della bocca e della gola del giovane, che venne esplorata affondo. Syornha non era una gran baciatrice, come prevedibile, il suo modo di baciare era più un "assaggio" approfondito del sapore di qualcuno: la bocca rimaneva spalancata a causa di tutti quei denti, lambendo il viso del partner, non solo le labbra ma buona parte di mascella e guance; le chele restavano serrate intorno ai lati del viso, vicino alle orecchie quasi, mentre era la lingua a infilarsi nella cavità per esplorarla al meglio. Era comunque facile trarne il maggior piacere possibile visto che l'organo era molto versatile, ma il sibilo di compiacimento che emise la sua gola quando si concesse un sospiro rilassato, non aiutò a rendere la scena meno inquietante. Poi avvenne l'impensabile, come se il suo corpo ricordasse il piacere provato in precedenza, molto simile a un godimento che di solito non le interessava, la sua intimità sussultò quando il fallo dell'umano fu completamente dentro di lei, spingendola a serrare le cosce intorno ai suoi fianchi, spingere al limite il bacino verso il basso così da godersi pienamente quell'unione, ed emettere una sorta di lamento cavernoso quasi simile a un gemito. Il fatto che il suo fisico longilineo e il suo vitino strettissimo apparissero già provati dalle dimensioni considerevoli del giovane faceva apparire quella reazione come troppo "tranquilla", visto che una qualsiasi umana già solo di base avrebbe sgranato gli occhi e perso il respiro per un membro così grosso da disegnare la propria forma sulla pelle di uno stomaco, ma qui si parlava di Syornha. Shouta doveva impegnarsi una seconda volta, se voleva farla godere.
    Mmmh, inizio non male...
    Tirando i fianchi verso l'alto e inarcando la schiena si concesse un affondo da parte a parte, dalla punta fino alla base, minacciando solo per un istante di farlo uscire da sé, prima di riprenderlo tutto, tanto da sbattere violentemente contro il suo bacino. Nel frattempo le "zampe" con quelle dita ossute e inumane accompagnavano le sue azioni muovendosi sul corpo del giovane: intorno al collo, sostituendo il pungiglione che rimase sospeso sopra le loro testa, graffiando i trapezi con gli artigli, sul petto dove le mani più umane tastarono la consistenza della muscolatura, soffermandosi molto sulle cicatrici, un po' come se desiderasse affondarci le unghie per riaprile una ad una, infine le altre che iniziarono a masturbare la sua carne, stringendo, tastando e massaggiando le sue gonadi un po' come se volessero spremerle fin da subito. Sembrava più uno studio anatomico che gesti di reale passione, ma come inizio era comunque superiore alle sue solite esperienze, e questo era decisamente sopra le aspettative. Bisognava vedere se e quanto potessero migliorare...
    Però c'era più di così, se ben rammento...
    E di certo Syornha non aveva paura di provocarlo per poterlo scoprire.
     
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    Syornha aveva ben poco da spartire con le donne che Sho aveva scopato in vita sua, un'esperienza tanto mostruosa era nuova e inusuale perfino per lui che andava in giro con un mostro dentro la sua spada. Certo avevano già giaciuto assieme ma quella volta potevano considerarla una sorta di "incidente", ora invece lo stava facendo più che cosciente di quello che aveva addosso, o meglio letteralmente intorno al suo cazzo. La carne di Syornha era particolare, riusciva a stimolare la grande virilità del giovane che di solito giungeva a lidi tanto massicci solo quando era veramente eccitato, chiaramente le novità anche se mostruose e pericolose lo attiravano ed eccitavano, il che spiegava come mai andasse così "d'accordo" con Jadis. Una parte di sé, la più ingenua probabilmente, sperava sinceramente che quella fosse l'occasione buona per togliersi di mezzo ogni dissapore con le persone che vivevano in quella casa, magari addirittura stringere amicizia con quella mostruosità tanto perversa quanto pericolosa, ma chi può dire cosa succede nel cervello di Syornha quando a stento riesci a capire cosa succede tra le sue gambe? Iniziava a considerarla una persona però, netto miglioramento. Il bacio che si scambiarono no si rivelò meno inquietante del contesto in cui si trovavano: Sho sperava di sorprenderla ma era davvero difficile cogliere impreparata una creatura che, a fauci spianate, ti ficca la lingua in gola come se stesse cercando di rubarti via il pranzo appena consumato. Dapprima fu colto di sorpresa, lasciandosi sfuggire un gemito caldo provocato dalla piacevole sensazione di quella lingua morbida che lo invadeva, unita al sapore strano ma delizioso della saliva di quella creatura. Poi, approfittando del momento di distrazione in cui Syornha percepì la sua virilità crescere, riuscì a riprendere il coraggio a due mani e deciso a non farsi mettere i piedi le chele in testa lasciò la presa da quel morbido gluteo e portò anche l'altra mano sul suo volto, per poi iniziare a spingere i pollici dentro la sua gola senza ostacolare l'avanzata della lingua. Una presa decisamente ferma, quasi brutale, se l'avesse fatto ad una donna forte l'avrebbe considerato addirittura umiliante, ma in quel modo poteva costringerla ad avvicinarsi e continuare quel bacio finché lo voleva lui, allungando la propria lingua a quella di Syornha anche se risultava molto più piccola, facendosi valere. Un bacio insolitamente selvaggio, ma che il rosso poteva considerare una vittoria! Incassò una breve sconfitta quando la creatura decise di riprendere il movimento, facendolo guaire come un cagnolino affamato quando sembrò che stesse per farlo uscire del tutto, costringendolo a tranquillizzarsi dopo un affondo più intenso a piacevole degli altri, e mentre le sue zampe iniziavano a massaggiargli lo scroto già turgido e marmoreo come se fosse pronto ad ingravidare una mandria intera di donne eccitate. Quel giorno la verga di Sho era stata messa a dura prova ma le stava superando tutte e con essa anche la volontà del ragazzo, che disperatamente rimase ancorato alle fauci di Syornha come se interrompere quel bacio mostruoso fosse una vera e propria ammissione di sconfitta. La creatura ovviamente ne voleva di più, rivendicava il talento che il giovane aveva solo accennato nel loro ultimo incontro e che Sho no nera sicuro di poter tirare fuori vista la stanchezza che aveva in corpo, ma se giocava bene le sue carte forse poteva portare la situazione a proprio vantaggio. Si staccò dal bacio di Syornha, lasciando la presa con una mano e usando l'altra per allontanarla da sé, sempre tenendo il pollice il più a fondo che poteva come se quello fosse l'unico guinzaglio che aveva per poterla tenere a bada.
    Non posso dare il meglio di me se sono steso sul letto... sei qui per farti scopare come si deve o per rimboccarmi le coperte? Lasciamo un pò di spazio così posso usare al meglio le mie capacità...
    Stava riuscendo a tirare fuori sempre più palle, in tutti i sensi, stava cercando in ogni modo di prendere il controllo della situazione, trasformandosi dal cucciolo impaurito al mastino vigoroso che avrebbe imposto le regole. La cosa più traumatica poteva essere il separarsi momentaneamente da quella calda intimità, ma stando sotto di lei era in netto svantaggio, inoltre sentiva di aver bisogno di Ebrietas in quella specifica situazione e se doveva barattare un pò della sua sanità mentale per mettere a cuccia quel famiglio avrebbe sfruttato ogni sua risorsa per riuscirci, anche lasciare un minimo di libertà a quell'inquietante protettore che lo chiamava durante il combattimento.
     
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    I pollici sulle guance, a tenerle le fauci forzatamente spalancate, non servirono affatto a farla indietreggiare o irrigidire, anzi, sorrise del tentativo poiché aveva visto qualche scena simile in video visionati da Jadis in momento particolari e non aveva mai capito cosa ci trovassero gli umani di umiliante in simili contesti. Tuttavia in qualche modo quella presa toccò anche qualcuna delle sue corde interiori, non tanto per l'umiliazione, concetto ben distante dalla sua psiche e il suo modo di ragionare, quanto più per un senso di sfida... nonché per stuzzicare la sua fame. Il sangue aveva comunque un sapore interessante, corposo, dolce addirittura in confronto a quello degli animali e degli insetti (tiranidi comprese) a cui era abituata. Per questo premette la dentatura affilata sulle falangi del ragazzo (e di conseguenza sul suo viso), il tanto che bastava per stillarne qualche goccia di liquido denso e scarlatto che poté poi raccogliere con la lingua, abbastanza lunga da muoversi davvero ovunque dentro e fuori la bocca minuta del giovane. Vedere una "donna" con un viso tanto umano quanto mostruoso infilare la lingua tra i suoi pollici mentre ancora sostava nella tua gola, e avvolgerli come se fosse un serpente con la propria preda, con tutti quegli occhi che ti fissano anche mentre la "baci", non avrebbe dovuto essere uno spettacolo molto rassicurante per un giovane uomo... eppure Syornha rimase piacevolmente colpita nel sentire la carne di Shouta, non solo non perdere assolutamente vigore, ma anzi pulsarle dentro con la stessa smania, se non aumentata, di accoppiamento. I suoi lamenti la eccitarono tanto quanto la paura di una preda durante la caccia, tanto che dalla profondità della sua gola fuoriuscì un verso di soddisfazione fastidioso ma che di rado le veniva sottratto, una specie di sibilo più simile a un acuto fischio continuo che le fece fremere la "giugulare", o qualsiasi cosa fosse quel nervo che le attraversava il collo da cui potevano distinguersi le ossa. Quando infine il giovane la staccò da sé, lei non oppose resistenza alcuna, restando tuttavia con la sua lingua dentro la gola di lui finché letteralmente non la attraverso tutta, e lei lo studiò rapita mentre ogni centimetro dell'organo mobile e infinito gli attraversava la gola un po' come un verme parassita demoniaco, di quelli decisamente orrendi che solo lei, poteva conoscere. Quanto le mancava il loro sapore...
    Quando fu fuori, e lui tenne ancora la sua guancia deformata, non poté che sorridere nel modo leggermente distorto che le concedeva quella presa salda. Ciò che alla fine disse lui, la fece ridacchiare, una risata più simile al frantumarsi di qualcosa, che partì ancora una volta dalla profondità della sua gola piuttosto che dalle mere corde vocali. Ritirò la lingua dentro la bocca, ma solo per parlare. Poi si avvicinò col viso al suo, così che potesse sentire il suo respiro freddo sul viso. Diversi filamenti di saliva le legavano il palato alla lingua, creando dei disegni piuttosto artistici dentro quella bocca mostruosa.
    Mi stai chiedendo di spostarmi, piccolo umano? Se fossimo nel mio mondo, il tuo gesto sarebbe considerato come sintomo di debolezza. Un predatore non esiterebbe a divorarti in un sol boccone... Figurarsi "spostarsi" gentilmente perché TU, lo richiedi.
    Il suo tono strascicato sapeva essere decisamente inquietante, ma era la sua faccia a peggiorare tutto. Il suo sorriso era così ampio da spaccarle le guance, ma le labbra "umane" situate sotto il suo naso sembravano quasi serene, solo leggermente incurvate nonostante l'angolo che lui "tirava", come se con quei suoi innumerevoli occhi che lo fissavano senza batter ciglio, volesse compatirlo... o comprenderlo? Difficile dirlo, quando a malapena traspariva la vita da quei pozzi rossi senza fondo. Fatto stava che inizialmente si fece ancora più vicina, fino a premere i suoi seni contro il petto del ragazzo, stringendo con gli artigli ogni singola porzione di carne che potesse tastare con le dita, dai suoi pettorali provati, alle gonadi piene, concedendosi una nuova spinta col bacino che garantì un affondo ancora più consistente e totale degli altri. Poi su, giù, per un altro ancora. Più che affondi sembravano diretti a farlo guarì di nuovo, anche data la sua espressione curiosa. Tuttavia, proprio quando gli affondi erano diventati tre, poi quattro, tutti così lenti nella risalita ma decisi nella discesa, Syornha fece una cosa degna di un film erotico "umano", ma in una versione del gesto decisamente rivisitata: piuttosto che mordere o scacciare il pollice di lui, spalancò le fauci così tanto da accogliere in bocca non solo quel piccolo dito, ma la mano intera, fino alle nocche, chiudendo le labbra su essa come se volesse serrare i denti di scatto. Era un test di forza, in verità: Shouta poteva sicuramente sottrarsi grazie ai riflessi sviluppati che possedeva, e a tutta l'energia che Syornha stessa sentiva scorrergli nelle vene, ma se lo avesse fatto lei si sarebbe probabilmente limitata a restare lì dov'era, consumare un amplesso come un altro e infine andarsene subito dopo, mollando la presa e perdendo interesse. Restando dov'era invece, avrebbe assistito alla sua bocca mostruosa che si chiudeva, si di scatto sulle sue nocche, ma senza che un solo dente lo ferisse consistentemente, se non in superfice, assistendo alle guance deformate dalla sua mano, gli occhi leggermente socchiusi, tutti stavolta, e un lento ritrarsi mentre le sue labbra, stranamente morbide chiuse a quel modo, scivolavano tutta la mano fino alla fine del percorso, ritirandosi lentamente insieme alla sua testa che si fece indietro, lasciando una scia di sangue lieve che ripulì lungo tutto il percorso. Aveva effettivamente voluto "imitare" una di quelle scene, per l'appunto tratte da video di "umiliazione" dove l'umanx di turno infila dentro la bocca di qualcuno più dita possibile per farlo sbavare e modificarne l'espressione, ma in una versione che era sicura lui non avesse mai visto, a meno che non avesse avuto molte "compagne" come lei.
    Se davvero vuoi "scoparmi" come affermi... Non dovresti vedermi come un'umana obbediente... ma prenderti ciò che ti spetta per natura.
    Pronunciò la parola "scoparmi" in modo incerto e un po' disgustato; Shouta non poteva saperlo ma ella disprezzava le volgarità, poiché le associava allo stereotipo del demone rozzo e poco intelligente, e si considerava ben lontana e "più in alto" di quell'immagine. Con quella dichiarazione ambigua, difficile dire se pronunciata per sfida o come semplice verità constatata, a dispetto di ciò che sembrava Syornha comunque spostò tutte le zampe d'un lato, posizionando quelle in più in basso e le umane sul letto, per potersi sollevare da lui e abbandonare lentamente il suo sesso turgido e pulsante, non senza stritolarlo con ogni singolo muscolo e ogni singolo segmento delle sue labbra durante il tragitto, talmente intensamente da graffiarlo persino. Fatto ciò si posizionò di schiena sul letto, stiracchiandosi in un modo decisamente inconsueto che fece scrocchiare ogni singolo misterioso antro del suo esoscheletro: inarcando la schiena in un modo assolutamente poco umano, tirando ogni singola zampa verso l'altro e "gambe" e coda dalla porte opposta, fino ad allungarsi così tanto sul letto da sembrare per un momento incredibilmente più lunga dell'intera struttura. Fatto ciò tornò a scatti, veri e propri, a stendersi, schiudendo le cosce per mostrare l'intimità leggermente schiusa, le labbra i cui segmenti si muovevano smaniosi come se volessero divorare qualcosa, e le zampe rivolte verso il giovane mentre la testa, dopo aver scattato producendo un rumore di ossa rotte sia a sinistra che a destra, si rivolgeva finalmente a Sho, riprendendo solo allora il suo sorriso. Per quanto sembrasse complicato, la scena duro pochi secondi, ma abbastanza per rimanere affascinati dalla natura terribilmente flessibile di quel corpo particolare.
    Fatti avanti, "Shouta"... Un'amante ideale sarebbe così accondiscendente, giusto?
    Protese le zampe verso di lui imitando non troppo fedelmente una donna affamata che attende solamente che il partner si stenda su di lei per possederla, ma nel suo sorriso ambiguo c'era un ché di beffardo... neppure troppo nascosto. Difficile dire se chiamandolo per nome, pronunciato per altro in modo decisamente strano per via del suo accento mostruoso, volesse mostrargli una parvenza di rispetto o imitare la perfida ragazzina che lo avevano tormentato tutto il giorno, facendo addirittura una specie di ironia distorta sul loro rapporto, dove era stato sicuramente lui, a essere accondiscendente. Ma la vera domanda era: Syornha sapeva cosa fosse l'ironia?
     
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    Doveva immaginarselo che una richiesta ragionevole e pronunciata con gentilezza non avrebbe sortito grandi effetti su Syornha, ma ciò che non si aspettava veramente era l'intensità della situazione che si ritrovò davanti, non calcolò assolutamente la carica erotica che gli concessero le sue espressioni, i suoi movimenti, i suoi sibili, e il modo perverso con cui quella lingua e la sua saliva lo tormentavano come se volesse instillare in lui incubi perversi. Superato il timore iniziale però e ritrovato il suo istinto combattivo, Sho non aveva più modo di farsi indietro e anzi, ogni gesto di quella creatura lo stuzzicava rendendolo impaziente di scoprire quali fossero i limiti del corpo di un simile essere, anche se la sua bestialità non era qualcosa con cui risultava facile negoziare. Forse non aveva tutti i torti, ma Sho non era uno di quelli che pensava di poter diventare un mostro solo perché la situazione lo richiedeva. Non poteva perdere il controllo della situazione, dopotutto sapeva di essere più forte di lei semplicemente non voleva che quella situazione si trasformasse nell'ennesima battaglia. Non c'era davvero possibilità di farsi una scopata in santa pace? Era pronto a risponderle a tono, ma Syornha agì più velocemente iniziando prima a muoversi su di lui, zittendolo completamente e strappandogli altri gemiti vigorosi e profondi, poi spalancando la bocca approfittando di quel momento di debolezza. Le interiora di quella creatura erano in netto contrasto con la spigolosa forma osservabile da fuori, non poteva negare che si trattava senza ombra di dubbio di uno degli amplessi migliori della sua vita, ma stava perdendo di vista il fattore sfida e forse Syornha aveva bisogno di essere rimessa al suo posto. Se voleva che Sho imponesse la sua volontà con la forza, allora il rosso l'avrebbe ripagata con la stessa moneta. Quando lei si fece avanti, lui non si ritirò e cercò anzi di scurire il suo sguardo il più possibile, come se volesse rimproverarla, allungando la mano dentro la sua bocca ma per assicurarsi che non mordesse troppo forte le afferrò la lingua alla parte più grossa e calda, afferrandola saldamente quasi a farle del male. Non voleva evitare il morso perché sapeva che non lo avrebbe fatto, voleva evitare danni perché le aveva dimostrato di potersi imporre su di lei. Sapeva che quel gesto non le avrebbe impedito di parlare, ma doveva essere l'inizio della sua rivalsa quindi gli andava più che bene. Il gesto si rivelò piuttosto efficace, Syornha decise di assecondare la sua richiesta e anche se si stiracchiò in maniera inquietante come un mostruoso gatto, volle dare a Sho la possibilità di farsi valere, anche se non sembrava del tutto entusiasta di assecondare quella richiesta. Alzandosi dal letto, il ragazzo la fissò con una certa diffidenza, massaggiandosi la mano ancora ricoperta di saliva della creatura mentre pensava che si stava lasciando nuovamente prendere in giro da una femmina arrapata come non mai. Sembrava davvero la storia della sua vita, ma proprio mentre stava decidendo come agire, lo sguardo tornò sulla propria mano, sporca dei suoi umori incredibilmente lubrificanti per via della natura di quell'essere. Syornha lo stava sottovalutando, trattandolo come un topastro stretto tra gli artigli di un gatto dispettoso, ma avrebbe presto scoperto che tra i talenti del giovane non c'erano solo ottime dimensioni e arti occulte, ma anche un'arte difficile da padroneggiare di cui lui era invece maestro: la pazienza.
    Vedi Syornha, cedere ai tuoi ricatti morali non sarebbe affatto diverso dall'ubbidirti. Forse le regole del tuo mondo animalesco e primitivo possono eccitarti, ma io sono un essere umano e seguo solo le mie di regole. Se ti aspetti che diventerò una bestia affamata di carne solo perché mi hai provocato ti sbagli di grosso. Noi umani facciamo dell'astuzia la nostra forza, e ti dimostrerò che c'è una bella differenza tra il cedere ai propri istinti e il dare una bella lezione ad un mostro che sta cercando guai come te...
    Mentre pronunciava quelle parole, la mano ancora pulita afferrò la sua preziosa Ebrietas che subito reagì con la sua determinazione. La grossa cicatrice sul suo volto e gli occhi del ragazzo si accesero di un blu fiammeggiante, quasi bruciante, che iniziò a risuonare con la sua energia. Non perse tempo e tenendo lo sguardo fisso su di lei, il rosso salì sul letto fissandola dritta negli occhi mentre con la mano che stringeva Ebrietas usava il pollice per poterla liberare di qualche centimetro dalla sua guardia. Subito dei filamenti di sangue grumoso, denso come se fossero vene, iniziarono ad allungarsi ricoprendo completamente l'arma ed iniziando ad avvinghiarsi sul braccio del ragazzo. Il suo corpo iniziò a scaldarsi, e una volta creato quel legame non ebbe più bisogno di tenere la spada in mano, visto che rimase a volteggiare al suo fianco mentre la mano ora libera la afferrava per quella sua morbida e affusolata cosca, spalancandole le gambe come poteva in modo da avere una visuale perfetta della sua mostruosa intimità. Non aveva paura, né esitava, anzi oramai aveva abbattuto ogni genere di barriera, sia quella del timore sia quella del buonsenso e non riusciva a vedere altro se non una fica impaziente di essere soddisfatta, e lui aveva tutta l'intenzione di sfogare su di lei tutta la frustrazione accumulata fino a quel punto.
    Quindi adesso farei come ti dico, e il primo ordine è usare quel buco dentato che hai al posto della bocca per dirmi quanto ti piace sentire questo dentro di te...
    Nel completare quella sentenza, Sho abbassò il braccio sporco di saliva di Syornha verso le sue carni, dapprima tenendo il palmo aperto rivolto verso l'alto, passando le nocche sulla sua carne per raccogliere altri preziosi umori. Poi portò le dita verso l'entrata, ma esitò. Chiuse il pollice sul palmo e lo avvolse con le altre dita per rendere il pugno il più compatto possibile, dopodiché iniziò a sprofondare dentro di lei. Il braccio di Sho era molto muscoloso, anche solo il polso e l'avambraccio avevano una muscolatura sviluppate, le sue mani non erano delicate ma forti e virili, pertanto sapeva che quella penetrazione non l'avrebbe lasciata affatto indifferente. E anche se fosse stato, non si trattava solo di quello: Sho non si sarebbe limitato ad infilarle un grosso pugno rigido e bollente dentro la sua calda intimità, ma iniziò a far fluire l'energia sanguigna di Ebrietas da tutto il suo corpo a quella parte nello specifico, arrossandola, scaldandola, irradiandola di energia e rendendo le vene evidenti, pulsanti. Il risultato non sarebbe stato diverso dal sentire un grosso cazzo pulsante, vigoroso e duro come poche cose al mondo, arrivarle fino in fono alla ricerca del suo utero. Senza preavviso, a tradimento per dire, Sho avrebbe spalancato le dita tutte in una volta per poter scoprire quanto forte doveva colpire per strapparle una reazione che riuscisse a soddisfarlo.
     
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    La furbizia e l'intelletto erano qualcosa che nel mondo umano, come in quello animale, pagavano sempre. La preda che riesce a nascondersi o fuggire nei modi più efficienti per ingannare il predatore, vince, così come viceversa il predatore più veloce o furbo attende nell'ombra... e vince a propria volta. Il concetto di furbizia era dunque qualcosa che anche una creatura particolare e difficile da definire come Syornha, apprezzava molto; per questo sentire le dita del giovane umano, tenerle ferma la lingua alla base, così da impedirle materialmente di morderlo anche se avesse voluto, la eccitò particolarmente. Nel suo caso non c'entrava la perversione di un gesto simile, l'umiliazione o la vista deliziosa che ne seguivano per chi applicava una simile presa, quanto più il semplice sapere che in quel caso, la "preda", era sveglia e valeva lo sforzo. Quindi Syornha fu ancora più sorridente e "felina" nell'ingoiare quella mano, giocarci con la lingua e poi abbandonarla completamente fradicia della sua saliva, osservando con gli innumerevoli occhi della sua fronte, il risultato del proprio gesto: un'intricata rete di filamenti che brillarono alla fioca luce della luna, che filtrava timida dalla finestra.
    Lungi da me criticare il vostro modo di fare. Ho sempre trovato gli umani semplicemente... deliziosi. Mi spiace solo che tu abbia una così bassa opinione di me. Non trovi ingiusto giudicarmi come se fossi un animale senza sentimenti?
    Piegò la testa d'un lato, studiandolo e assumendo un'espressione che nel suo caso poteva definirsi quanto di più vicino a un broncio. Era impossibile dire se fosse sincera o lo stesse solo prendendo in giro, in fondo non era forse vero che l'unica cosa di male fatta da lei fino a quel momento era stata approcciarlo per potersi accoppiare con lui? Certo, magari anche aver tradito la sua padroncina e averla maltratta poteva essere un punto a suo sfavore, ma non era forse stato lui stesso, suo complice? Il sorriso che venne dopo era così ambiguo da non lasciar trasparire nulla se non il più sincero divertimento, ma le parole che sibilò dopo furono abbastanza chiare.
    Ti propongo invece un patto: mostrami il tuo modo, e io ti farò vedere il mio. Alla fine mi dirai se le "regole del mio mondo animalesco" sono poi così spiacevoli...
    Syornha non disse altro in merito, né si dilungò in grandi spiegazioni. La sua espressione rimase tutto il tempo soave e sorridente, con quel ghigno mostruoso e ambiguo che non lasciava trasparire la minima emozione se non la più totale accondiscendenza. Il patto era semplice: lei sarebbe stata alle sue regole e contava sul fatto che lui, più tardi, sarebbe stato disposto a seguire le sue. Infine si sarebbero incontrati al traguardo, per decidere quale via fosse la "migliore". Personalmente, alla creatura non importava di vincere o perdere, ma solo di soddisfare la propria curiosità; senza contare che in una sfida del genere... difficilmente si poteva parlare di vittoria o sconfitta. L'atteggiamento del famiglio fu dunque accondiscendente e docile: sussultò e si morse vagamente le labbra (per quanto il gesto potesse distinguersi da un ringhio, con i denti che si ritrovava) quando Shouta la costrinse a spalancare le cosce e fu lei stessa a tenderle per permettergli di guardare meglio cosa nascondessero, sollevando leggermente il bacino dal materasso aiutandosi con la base dalla coda, il cui pungiglione di tanto in tanto carezzava le spalle di lui come un memento inquietante. L'espressione della tiranide si fece poi curiosa mentre fissava i gesti del ragazzo, come se non fosse assolutamente abituata a ricevere attenzioni da parti del corpo che non fossero genitali, e in effetti il suo modo di fare sesso era sempre piuttosto monotono rispetto alla padrona: la osservava divertirsi con i suoi "schiavi", ma non aveva mai realmente compreso la maggior parte delle pratiche da lei o da loro utilizzate. In quel caso, non fu diverso, con la differenza che si apprestava ella stessa a provare una di quelle abilità così "umane", a detta del giovane. Umane sì... ma fino a un certo punto, per sua fortuna. La creatura rimase ipnotizzata dalla meraviglia di tutta quell'energia magica, un'energia che stava via via imparando sempre più a riconoscere con i semplice sensi e che nutriva ancor più la sua curiosità. Quando il giovane sfruttò la mano che ella stessa aveva lubrificato per penetrare la sua intimità, le labbra si spalancarono per accoglierlo, "abbracciando" poi le sue nocche quando la demone iniziò a provare piacere. Finché si trattò solamente delle dita, Syornha si mostrò curiosa ma rimase immobile, sempre sorridente, tranquilla, a fissare la scena quasi come se fosse una semplice spettatrice. Le cose cambiarono quando l'energia iniziò a fluire e il rosso spinse a tradimento, senza preavviso poiché la creatura non si immaginava un attacco del genere: aveva pensato al massimo si trattasse di uno di quegli uniti preliminari da umani, non certo di ricevere qualcosa di così grosso dentro di sé. Si inarcò di scatto, piegando la schiena all'indietro sul materasso come se fosse impossessata da un demone, non ella stessa una creatura infernale, e iniziò a muoversi a scatti mentre le labbra del suo sesso si spalancavano, perdendo presa su quella carne morbida, graffiandola a malapena mentre si faceva strada dentro di lei. All'inizio dopo la sorpresa iniziale e i suoi occhi (tutti) sgranati, la reazione fu ancora contenuta, ella infatti si ricompose quasi subito, piegandosi a piccoli scatti per poter tornare quantomeno "dritta" e guardare il ragazzo dalla sua posizione distesa, riprendendo persino il suo ghigno tranquillo; giusto un po' stentato magari.
    Nrrrh-non capisco... l'utilità... di questa... pratica.
    Disse così, ma a giudicare dai continui lamenti che provenivano dalle profondità della sua gola, simili al richiamo d'amore di una bestia che non al verso di una donna intenta a godere, quella mancanza di comprensione non significava affatto che disprezzasse o che la "pratica" la stesse lasciando indifferente, anzi. Le pareti della sua intimità mostruosa si strinsero e pulsarono intorno al braccio e alle dita del giovane, avrebbe potuto sentirle stringere e avvilupparlo in abbraccio che su un'altra parte del suo corpo sarebbe stato ben più letale. I suoi che uscivano dalla bocca di Syornha non erano neanche vagamente umani, difficile persino descriverle come le fusa di una gatto poiché suonavano come una dichiarazione della fame più pura. La pelle pallida del famiglio non arrossiva, non si accaldava, non sudava, eppure i capezzoli turgidi e gli scatti leggeri di ogni antro della sua strana muscolatura, erano più che evidenti e suonavano come un sintomo molto chiaro del suo piacere, qualcosa di così naturale da poter essere compreso anche senza conoscere la natura di quel complesso insieme che era il suo corpo. L'energia del potere di lui sembrava quasi in grado di nutrire la sua carne, tanto che l'unico cambiamento nel suo corpo di famiglio fu appunto il lieve bagliore che delineò tutta la sagoma del suo braccio, profondamente infilato dentro di lei. Si perse a osservare quello strano fenomeno, sentendosi decisamente rimepita... Poi Shouta spalancò le dita e gli occhi le si sgranarono di nuovo, a quel punto l'espressione si fece molto meno controllata e il sorriso si incrinò più consistentemente... Strinse i denti, sibilando in un modo tanto ambiguo che non si capiva se volesse essere lasciata o assecondare quelle spinte; se provasse dolore o stesse godendo come mai in vita propria. Poi le sue zampe più piccole, rimaste fino a quel momento sul materasso, andarono ad afferrare il braccio del ragazzo, tutte insieme, tirandolo e trattenendolo a sé fino a graffiarlo. Assecondando la sua richiesta, cercò comunque di rispondere, la voce distorta dai continui versi che provenivano da un punto misterioso della sua gola.
    Cerrrhtamente... è piacevole.
    Rimanendo stesa di schiena, con le cosce spalancate, le gambe piegate e le zampe inferiori ben artigliate ai fianchi del giovane, piegò il fianco d'un lato per portare invece una delle zampe più "umane", dunque più lunghe, ad afferrargli l'erezione, stringendola con fin troppa forza e leccandosi le labbra, dando anche mostra dell'estrema flessibilità del suo corpo: i segmenti della sua carapace erano in grado di piegarsi su se stessi in modi che un corpo umano semplice poteva solo sognare, non importava verso quale direzione. Senza troppi complimenti, a meno che non si ribellasse con forza, lei iniziò a masturbare quella carne facendogli sentire sì gli artigli, ma anche una presa salda e una tecnica se non perfetta, decisamente affamata e passionale.
    Mha... non dovresti usare... questo?
    Syornha si rese conto di aver sottovalutato il mondo degli umani, ma per quanto il suo sorriso potesse incrinarsi, la voce spezzarsi e il petto sussultare, aveva solo voglia di scoprire fin dove potevano spingersi le conoscenze di un cucciolo umano così dotato... In più di un senso.
     
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    Ogni tanto Syornha riusciva a fare leva sui sensi di colpa del buon Sho, un ragazzo di buon cuore e a tratti ingenuo che difficilmente vuole offendere qualcuno, specie se stanno condividendo una cosa piacevole come quella, ma quella creatura sapeva senz'altro quali tasti premere e per un istante ebbe la tentazione di dirle che no, non la considerava una bestia selvaggia, semplicemente si lasciava trascinare dalla situazione, Ma prima di poter cedere al suo lato fin troppo buono, si ricordò che quella dannata avrebbe fatto di tutto pur di manipolarlo e fargli venire dei sensi di colpa che in quel momento non poteva permettersi, quindi accettò la cosa a muso duro e preferì ignorarla del tutto e fece bene, dato che giunsero ad un tacito accodo sul mostrare i rispettivi metodi nel giusto ordine. Quella notte non sarebbe finita mai e a quel punto Sho si rassegnò all'idea che non lo aspettava neanche mezz'ora di meritato riposo, ma oramai era in ballo quindi tanto valeva giocare fino alla fine. Ne valeva la pena, visto che dopo il primo affondo a tradimento del suo pugno, Syornha si decise a regalargli una reazione incontrollata che strappò un sorrisetto sadico e soddisfatto sul volto del rosso. Non era nelle sue corde bearsi di una simile vittoria ma avendo a che fare con una creatura difficile da sorprendere era del tutto inevitabile. Come se non bastasse la soddisfazione personale poi, ci pensò la carne unica di Syornha che si divincolò sulla propria mano facendogli sentire quanto calda e piacevole fosse. Certo non era come metterci dentro il proprio membro ma Sho era molto sensibile alla magia, fu comunque eccitante e piacevole, ma soprattutto gli diede una vaga sensazione di controllo che quell'essere pallido fino a quel momento gli aveva negato. L'aveva colta di sorpresa su tutti i fronti, tant'è che Syornha non riusciva neanche a capire l'utilità di una simile mossa, almeno finché Sho non pensò che aveva bisogno di una dimostrazione molto più chiara. Aprire la mano si rivelò la giusta mossa perché trasformò quelli che sembravano versi che cercavano di sedurlo in vere e proprie grida di piacere. I versi bestiali di Syornha lui non li aveva mai sentiti ma riusciva chiaramente ad interpretarli, anche grazie ai movimenti di scatto che faceva il corpo di quella curiosa amante. Quando le sue zampette tentarono di afferrare il braccio di Sho per averne di più, il rosso si strinse il bicipite con la mano libera in modo da fare forza contraria, restando fermo sul posto così da imporre il suo di ritmo, impedendo a Syornha di prendere il sopravvento. Lei però non si arrese e si piegò con quel suo fare strano con lo scopo di afferrargli la verga, in quel caso Sho non glielo impedì perché a causa di tutti quegli stimoli visivi il suo sesso si era trasformarlo in una colonna di marmo impossibile da trattenere, e bastò il tocco della creatura per fargli venire voglia di togliere da lì le mani ed iniziare a scoparla come si deve. Ma aveva promesso di mostrare l'ingegno umano, non poteva cedere in quel modo, sebbene il richiamo della natura fosse fortissimo. Che fare? Non poteva continuare ad usare il braccio senza sfogarsi, rischiava di impazzire e deconcentrarsi... possibile che quella creatura non avesse un punto debole? La fissò, piegata i quel modo assurdo solo per poterlo tentare. Poi capì. Ma certo... la sua flessibilità poteva ritorcersi anche contro di lei.
    Credevo avessimo un patto... e ora è il mio turno Syornha... quindi ho intenzione di tapparti la bocca una volta per tutte così non dovrò sentire le tue lamentele finché non sarò soddisfatto!
    A quel punto si mosse velocissimo, usando il braccio infilato saldamente nelle sue interiora per farsi strada dentro di lei come se volesse letteralmente impugnarla. Con la forza che stava mettendo in quel gesto lo stimolo per Syornha sarebbe stato immenso e la presa decisa, quindi rischiava di diventare una mostruosa bambolina tra le sue mani. Sho cercò di sollevarla da lì, cercando di costringerla ad inarcarsi il più possibile, e quando il ventre fu alto e la testa ancorata al materasso, il rosso allungò una mano verso la sua testa per afferrarle i capelli e tirarla verso di sé, sempre tenendo il bacino saldamente con il suo braccio. la tirò con forza in modo da metterla in una posizione assurda per un essere umano, ma per lei che era una contorsionista sicuramente non sarebbe stata un problema. Il suo petto risultava schiacciato contro il materasso, mentre la testa ribaltata all'indietro, rivolta verso il bacino di Sho. Il rosso, in ginocchio davanti a lei, aveva la schiena di Syornha davanti e teneva il suo bacino rivolto verso l'alto, il corpo della creatura formava una sorta di "C" e la piega del corpo era concentrata perlopiù sul suo ventre, il petto e i fianchi. In quella posizione, Sho poteva facilmente spingere il pugno verso il basso per violarla con maggiore forza, ma soprattutto aveva la testa di Syornha rivolta verso il suo bacino, e una volta tirata a dovere con il capo verso di lui, il ragazzo la zittì una volta per tutte infilandole quel grosso cazzo dritto in gola, preoccupandosi ben poco di quanto fosse pronta a riceverlo, spingendo in avanti con tutta la forza che aveva in corpo, spalmandole sulle fauci mostruose i suoi testicoli turgidi e facendo sparire ogni centimetro di quella carne intrisa del potere del sangue dentro di lei. Le vene che la ricoprivano pulsavano ad ogni passo nella sua gola, e nel godersi quel momento il rosso non riuscì a fare a meno di spingere il suo pugno più a fondo, domandandosi fin dove poteva arrivare con il braccio. Qualsiasi fosse stato l'ennesimo ostacolo, avrebbe spalancato di nuovo al mano di colpo rilasciando una quantità esagerata di energia sanguigna direttamente nel ventre di Syornha.
     
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    Il fatto che Shouta non avesse ceduto al suo blando ricatto morale non fu una sorpresa per Syornha, che accettò la "sconfitta" con il solito sorriso tranquillo... solo vagamente distorto dal braccio del giovane che rincarava la dose sulle sue interiora già affamate. Dopodiché la situazione precipitò considerevolmente, tutta insieme, ma ancora una volta il famiglio non poteva che esserne più entusiasta. Aveva tutta l'intenzione di tenerlo sveglio e costringerlo a darsi da fare anche tutta la notte, se necessario, finché entrambi non fossero caduti sul letto completamente zuppi di fluidi corporei ed esausti, magari persino un po' ammaccati, ma non si aspettava di essere messa minimamente in crisi dall'impresa. Contava che la mattina seguente avrebbe potuto sfoggiare un bel pancione pieno dei suoi adorabili scorpioni, unica progenie che fino a quel momento l'era stata concessa, così tante volte che ella non vi dava il minimo valore nel singolo, bensì nell'insieme, e contava sul fatto che un seme particolare come quello di Shouta le avrebbe concesso una progenie ancora più divertente del solito. Per averla però doveva convincere il giovane a possederla come si conveniva alla natura, e invece si ritrovava quell'enorme e muscoloso braccio infilato su per l'utero. La cervice era già stata sfondata da tempo, eppure si ostinava a porre una consistente resistenza sul polso del rosso, un po' come se volesse fargli rimpiangere di non avere lì il suo fallo, a strozzarsi con quelle carni pulsanti. La novità la sconvolse, ma decise che tutto sommato quell'iniezione di pura energia non avrebbe fatto altro che rendere la sua carne più fertile e accogliente per ciò che sarebbe venuto... e intendeva far sì che la situazione andasse via via migliorando, non avrebbe di certo rinunciato all'amplesso che agognava. Per il momento però, si ritrovò ancora una volta colta alla sprovvista: la presa del giovane non incontrò resistenza, all'inizio, tentò addirittura un sorriso, ma in breve i suoi occhi rossi tremolarono tutti insieme, iniziando a ribaltarsi lentamente verso l'alto, seguendo un po' ciò che accadde al suo corpo flessibile. Piegarsi in quel modo innaturale, fino a spezzarsi la schiena se solo avesse avuto delle ossa comuni, non era fortunatamente un problema per lei, né minimamente doloroso, tuttavia la pressione del braccio intriso di energia, quella sì che fu una sorpresa. Le zampe che avevano tentato di trascinare il braccio dentro di lei ancor di più persero presto presa, scivolando alla fine prive di forza quando il corpo iniziò a tremare e la sua testa finì, irrimediabilmente, tra le cosce del giovane. Shouta comunque assecondò la sua volontà di riceverne ancora... sebbene Syornha non fu sicura di poterla considerare una fortuna. Ciò che provò fu così intenso da rasentare il dolore, qualcosa di difficilmente comprensibile o spiegabile a parole. Basti pensare che lei, LEI, un demone abituato agli Inferi, a Dite, alla costrizione di un legame da famiglio, gridò. Un grido soffocato ben presto dalla verga del giovane che, spessa e venosa, percorse senza complimenti il suo esofago, gonfiandole le guance, spalancandole la mascella a livelli inimaginabili, che forse un comune umano non avrebbe sopportato, e soprattutto spingendo alla fine i suoi organi contro la sua stessa mano, quasi potessero incontrarsi a quel punto, piegandosi per seguire la curva che il suo corpo aveva fatto. Alla fine la sua espressione divenne molto più "docile", mentre le fauci si serravano intorno alla base e ai testicoli del giovane e lei, dall'interno, iniziava a lavorare di lingua, facendola vorticare languidamente intorno all'asta intera. Davanti al viso di Shouta c'era invece la sua intimità spalancata, i segmenti delle piccole labbra che fremevano impazziti, molli, quasi avessero perso ogni forza di reagire. A quel punto bastava un affondo per farla godere davvero, ciò si evinse dai perversi schizzi di umori che accompagnarono uno spasmo che coinvolse il bacino così come le cosce e l'intimità. Sembrava un po' la scena di un combattimento di wrestling che non un porno multietnico, ma la soddisfazione dell'espressione di Syornha il demone l'aveva rivolta a pochi altri. Quanto al fatto di farla tacere... beh, quello era un altro discorso, contando che il suo sistema di comunicazione non presentava solo corde vocali ma una seconda "voce", molto più mostruosa e interna del normale, ma che fece vibrare ogni antro del suo corpo in maniera innegabile.
    Nhrr... Nmhrh...gh! Chi avrebbe pensato... che potessi nascondere... così tante sorprese.
    Le gambe a quel punto, visto il cambio di posizione, erano in alto e non più sui fianchi di Shouta, la piega del ginocchio andrò sulle sue spalle, i polpacci piegati dietro di lui e la demone usò i piedi artigliati per stringergli la schiena ma dall'alto, avvolgendolo in un abbraccio decisamente particolare, graffiandolo ad altezza reni come se fossero semplicemente le unghie di una qualsiasi amante. La figura di Syornha non era immensa, tuttavia era più lunga e flessibile di qualsiasi altra, e sembrava in grado di avvolgerlo e farlo sentire intrappolato anche nel pieno del godimento. L'unica cosa che distaccava la sua figura da quella parvenza di controllo, era guardarla negli occhi: occhi rossi e vuoti come pozzi senza fondo di sangue, magari, ma piegati in quel momento tutti verso il basso, con le palpebre calanti e le ciglia voluminose che rendevano il suo sguardo ancora più intenso, sembravano solamente chiedere a gran voce di darle il colpo di grazie. E anche i continui spasmi e schizzi di umori che da quella posizione potevano facilmente raggiungere il ragazzo, non erano da meno. Syornha provò a muovere il capo così da ricambiare e sconvolgere almeno un po' l'espressione del giovane a propria volta, ma non riuscendo finì col ricorrere alla seconda "bocca" presente nelle sue interiora, una specie di muscolo aggiuntivo con tanto di fauci che poteva chiudersi su eventuale carne per masticare meglio, e che in quel momento iniziò a succhiare ritmicamente il membro di Shouta dall'interno, sempre più velocemente, facendo letteralmente vibrare la gola della tiranide. L'immensa coda iniziò presto a scivolare intorno a lui come un serpente, ma piuttosto che sembrare costrittiva era il chiaro abbraccio di un'amante soddisfatta, infatti il pungiglione lo graffiava al suo passaggio, leggermente, donandogli stille di afrodisiaco e feromoni che avrebbero potuto regalargli vere e proprie scariche di piacere se si fosse lasciato andare. Il percorso della coda, essendo sottile, fu molto articolato, passando per la coscia (da dietro), fino al sedere del giovane, "arrampicandosi" lungo il busto/la schiena e avvolgendolo fino a creare una sorta di maldestra legatura, con ovvie similitudini con quelle di Jadis; le braccia vennero avvolte ma lasciate libere, anche se la coda tentava di spingerle a esagerare. Dopo aver fatto ben tre giri intorno al collo, il pungiglione scivolò verso il basso e si fermò lungo i pettorali del ragazzo, pungendo e stimolando i capezzoli. Gli umani forse non ci facevano caso, ma Syornha oltre a sapere quali fossero le zone erogene di un corpo umano, percepiva a contatto con la pelle dove fossero i punti giusti da stimolare e non esitò a mostrare a Shouta, qualora non lo sapesse, che una stretta sui muscoli giusti e una puntura sulle zone più sensibili, poteva essere estremamente soddisfacente indipendentemente dal corpo di chi le riceveva. Lei stessa, stava per sperimentarlo in prima persona...
    Ffhfammi godere, Shouta rrh... Vieni sulla mia lingua mrrrh.
    Beh, almeno non erano lamentele, questo bisognava dirlo.
     
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    Il suo attacco aveva sortito l'effetto sperato, Syornha non era solo stata presa alla sprovvista ma quel colpo basso aveva fatto a pezzi del tutto le sue difese, rendendola una bambolina perversa nelle mani del custode. Il giovane non riuscì a trattenere un ghigno di soddisfazione che, ahimè, durò decisamente poco. Perché? Perché dovette lasciare spazio ad un'espressione molto più perversa e persa nella goduria. La bocca di Syornha non stava avendo grosse difficoltà a prenderlo completamente nonostante le sue dimensioni. Forse era più giusto dire che data la sua natura mostruosa anche se Sho la metteva in difficoltà questo non le impediva di goderne come non mai, ma si trattava senz'altro di un risultato inaspettatamente piacevole. Le labbra del ragazzo vennero rigate dalla saliva incontenibile spremuta dai suoi gemiti di piacere, non riusciva a staccare lo sguardo dagli occhi di quella creatura che, seppur riempita fino allo stomaco o quasi riusciva comunque a parlare e godere, ma soprattutto dare piacere al suo amante in una maniera che il rosso a stento credeva possibile. Doveva ammetterlo, quell'esperienza si stava rivelando molto più piacevole del previsto e non vedeva l'ora di scoprire quante cose poteva fare con un corpo tanto diabolico e snodabile tra le mani, Syornha era senza ombra di dubbio la partner sessuale perfetta per sfogare le pulsazioni più basse, e se Sho non aveva deciso di andarci giù pesante era solo perché quel dannato rosso aveva davvero un buon cuore e nonostante tutto si stava preoccupando di far godere anche lei, altrimenti non si sarebbe mai preoccupato di far fluire la propria energia dentro quella calda e infinita intimità. Anche quando credeva di tenerla (letteralmente) in pugno, il rosso dovette lasciarsi attraversare di nuovo da quei brividi di terrore nel sentire i suoi piedi graffiargli la schiena all'altezza dei reni, piegata in quella maniera assurda faceva davvero impressione ma nonostante ciò Sho non riusciva proprio a non sentirsi attratto da quello spettacolo, e in tutta risposta le gonfiò la gola con delle calde ed eccitate pulsazioni incontrollate. Immediatamente, quell'ennesimo stimolo venne ricambiato da Syornha che usando la sua gola serrò ulteriormente la verga del ragazzo come se volesse masticarla, ma in una maniera assolutamente perversa e piacevole che lo portò a tremare e muoversi ritmicamente, lasciandosi pungere facilmente dal suo pungiglione che grazie a quella distrazione aveva sostanzialmente carta bianca su di lui. Difficile dire se fosse una buona idea imbottirlo di afrodisiaci in quel momento, ma ad essere sinceri neanche a Sho importava più di tanto a quel punto: gli schizzi dell'intimità di Syornha erano uno stimolo più che sufficiente a farlo impazzire. Il ragazzo aveva ripreso a muoversi a quel punto, cedendo alle sue provocazioni e dando poca importanza alla sua coda, vedendolo più come un abbraccio perverso che non un modo per poterlo corrompere ancora di più. Lui si sentiva forte: spingeva ritmicamente con il bacino per scoparle la gola proprio come se fosse una fica, mentre il pugno chiuso spingeva con meno costanza ma più decisione rispetto alla sua verga, uscendo quel poco che bastava per farle sentire il pugno chiuso verso la prima parte della sua vulva per poi affondare di nuovo e spalancarle l'utero come poteva. Quando lo faceva, il pugno si torceva rapidamente come se avesse voluto farla godere più del necessario. Le punture sotto pelle passarono inosservate almeno finché il rosso non iniziò a sentirne gli effetti direttamente sul corpo.
    Cazzo... cazzo... devi smetterla di provocarmi così... oppure io... nnggh hio...
    Non riusciva neanche ad articolare una frase, povero Sho: combattuto tra l'istinto di dare una bella lezione a quel mostro e la volontà di bravo ragazzo di farsela amica e divertirsi insieme. Purtroppo per lui, le tossine perverse di Syornha lo spinsero rapidamente a sbilanciarsi in favore del piacere, e quando il suo pugno smise di uscire ma solo spingere verso l'interno come alla ricerca di un tesoro mentre il suo bacino pompava come un martello pneumatico, non riuscì più a resistere alla tentazione di darle esattamente quello che voleva. Senza fermarsi, il ragazzo iniziò a venirle in gola, spruzzando caldissimi fiotti di intenso piacere dentro di lei, la sua verga si gonfiava vistosamente e affondava completamente ogni volta che schizzava dentro di lei, e i suoi testicoli si spremevano sulle labbra di Syornha al ritmo delle pulsazioni energetiche provenienti dal suo pugno, meno intense di prima ma più frequenti. Il ragazzo non riuscì a fermarsi fino alla fine di quell'orgasmo, lo spinse tutto in lei e se fosse avanzato sicuramente lo avrebbe fatto schizzare dalle sue labbra fino a traboccarla. Solo una volta esaurito anche quell'assurdo accoppiamento la lasciò andare, staccandosi da lei e liberandola dal suo pugno, permettendole di liberarsi mentre lui rimaneva in ginocchio sul letto. Ansimava, con le spalle leggermente spinte all'indietro: la sua mazza invece di perdere vigore grondava delle ultime gocce di sperma e si ergeva verso l'alto titanica, sembrava quasi una versione in miniatura di un grosso spadone, era mostruoso pensare che quella cosa fino ad un attimo fa fosse dentro la gola di Syornha, anche per un mostro come lei. Le cicatrici del ragazzo, in particolare quella sulla faccia, erano attraversate da un'energia bluastra che lasciava intendere che il iato che stava riprendendo non era perché risultasse stanco, ma perché si stava lentamente lasciando sopraffare dai veleni di Syornha.
    Era un buon antipasto... Syornha? Non abbiamo neanche iniziato...
     
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    Shouta si dimostrò accondiscendente e impeccabile, a suo modo. Era molto buffo per Syornha vedere quanto si impegnasse in ciò che faceva, un po' come se avesse preso come sfida personale dare tutto se stesso nel distruggerla e ridurla a un cumulo di esoscheletro e carne pulsante e colma di piacere... Che in fondo era esattamente ciò che aveva intenzione di fare lei con lui. Ora però era il momento del ragazzo, e lei incredibilmente lo rispettò. Non contava poi molto che pur volendo non avrebbe potuto muoversi a sottrarsi al piacere immenso che la invase, perché semplicemente scelse di non combattere. Si lasciò andare, e mentre lo faceva il giovane rincarò la dose procurandole uno dei più intensi culmini avesse mai raggiunto, qualcosa di così soddisfacente che anche con la gola completamente piena e gonfia del suo fallo, ella riuscì a gridare attraverso i particolari organi di comunicazione nascosti nella profondità del suo esofago. Non era il tipo da trattenersi, anzi, non vedeva alcuna utilità nel farlo né umiliazione nel lasciarsi completamente travolgere. E sebbene per lei era una novità subire certe pratiche, si godette fino all'ultimo istante, il suo bacino prese a muoversi a ritmo del braccio di Shouta, senza contare che la forza del giovane la trascinava letteralmente con sé ad ogni spinta, così come tirava forzatamente fuori lembi di carne dalle sue interiora, che poi rificcava dentro ad ogni affondo. Più pompava dentro la sua gola più i suoi occhi si ribaltarono, tanto che quell'enormità riuscì persino a mozzarle il respiro, a lei, una tiranide, com'era possibile? Piuttosto che sorprendersi mugolò, in un modo molto particolare, più simile ai versi terrificanti che uscivano dalle profondità del suo essere, quasi fossero direttamente i lamenti della sua anima. Quando alla fine Shouta la assecondò riversando dentro di lei litri di seme umano, ella non poté che lasciarsi andare alla commozione, tanto che tutti gli occhi, insieme, abbassati e ribaltati, iniziarono a riempirsi di lacrime ben visibili dalle palpebre socchiuse. Contemporaneamente, tutto di lei iniziò a pulsare, ricoprendosi di spasmi incontrollati, mentre i copiosi schizzi di umori che continuavano a fuoriuscire con estrema pressione, provocando un rumore semplicemente osceno dalla sua intimità, aumentarono infradiciando non solo il braccio di Shouta, ma anche il suo viso e il petto stimolato dalla coda, esattamente come dall'altra parte la faccia mostruosa del famiglio iniziò a riempirsi di seme, seme che schizzò fuori dalle narici che fremettero al suo passaggio, così come dagli angoli della bocca, in rivoli che colarono dal collo ai suoi seni, irrimediabilmente schiacciati contro il materasso e stimolati a propria volta dalla frizione del medesimo, così come alcune gocce sfuggite al controllo della gravità le finirono sugli zigomi e le guance gonfie, una persino sull'occhio umano sinistro, che fu costretta a chiudere. Alla fine del tutto si staccò quasi con dispiacere dalla sua erezione, nonostante una bella boccata d'aria le serviva eccome. Purtroppo la parte umana del suo organismo richiedeva l'ossigeno per funzionare e per questo anche se non era arrossita di una sola sfumatura sul viso, ansimò pesantemente per riprendere fiato, tossendo leggermente per rilasciare un po' di seme in eccesso... peccato che si rifiutò di assecondare l'istinto e serrò invece la bocca, trattenendo tutto quanto e ripescando con la lingua quel poco che uscì fuori. Alla fine rimase per un po' stesa sul letto, storta e piegata come se fosse un cadavere, stesa di pancia poiché le sue gambe caddero pesantemente sul letto grazie alla spinta del braccio di Shouta. In quella posa, la sua testa era affondata sul materasso, ma i suoi occhi osservavano Shouta seguendolo nei movimenti, mentre le sue gambe, piegate e spalancate in modi che le facevano sembrare fratturate, lasciavano intravedere la sua intimità completamente spalancata, ancora pulsante, ma soprattutto le interiora le cui simil-papille gustative avevano perso qualsivoglia forza e giacevano smorte come tante lingue stremate. Le occorsero esattamente 17 secondi, numero funesto in alcuni frangenti, e probabilmente soprattutto in quello, poi si sollevò a scatti, con quei suoi movimenti per nulla umani che la facevano apparire innaturale e ferina. Si arrampicò letteralmente su di lui: dapprima gli afferrò le cosce per "issarsi" su di lui, poi scon unico movimenti si piegò fino a far aderire i suoi seni, lubrificati dal suo sperma, dalla sua erezione al suo petto. Gli cinse il collo con le braccia come avrebbe fatto qualsiasi amante appassionata, ma i suoi occhi rossi erano leggermente sgranati e la luce che emanavano non era per niente rassicurante. Sembrava quasi che invece che sfiancarla, l'energia che le aveva riversato dentro insieme al suo braccio, l'avesse nutrita.
    Sai ragazzino... comincio a capire perché Jadis è così presa da te... ma con lei non puoi sfogarti come vorresti, vero?
    Si premette più contro di lui, senza paura alcuna, fissandolo mentre la sua pancia coperta dall'esoscheletro e piattissima premeva la sua verga marmorea contro i suoi stessi addominali. Aveva capito che stava perdendo il controllo, ma per sfortuna o fortuna di entrambi, semplicemente non le importava. Anzi...
    Io posso sentirlo... l'istinto che ti divora. Perché non me lo mostri, piccolo? Fallo uscire, avanti. Sono un demone ultracentenario... non puoi rompermi.
    Dammi, ogni, cosa.

    La sua voce era ancora accompagnata dai quei lancinanti versi, ma stavolta sembravano realmente un richiamo, più che veri e propri lamenti. Era come se Syornha percepisse anche Ebrietas e quanto smaniasse per uscire, come se cercasse non tanto il giovane che stringeva tra le zampe, quanto più l'amante ben più affine che gli stava al fianco. Ebbene: quel richiamo era per lui. Shouta era più potente di lei, lo sapeva benissimo, ma vivere per tanto tempo, a certe condizioni, ti rende semplicemente poco impressionabile di fronte alla potenza di un umano dal cuore buono. Non c'era niente che potesse farle realmente male, per questo Syornha offrì a Shouta ciò che sicuramente di rado gli altri gli avevano offerto: uno sfogo totale. Assoluto. Uno sfogo per lui, per il suo potere, per la furia che a malapena controllava e per tutta la brama che cercava continuamente di trattenere, di nascondere. Ebbene, con lei non doveva farlo. Lei la voleva. Forse era un azzardo, la demone lo sapeva, ma non c'era niente che le avrebbe dato più soddisfazione che vedere quel giovane umano sfogarsi completamente, finanche a ucciderla forse, purché la furia consumasse anche lui nel frattempo, regalandole l'esperienza più completa che neppure gli svariati secoli di vita erano riusciti a darle. Che fosse pazza? Di certo non era umanamente comprensibile, ma Shouta poteva resistere alla sua follia... o farsi consumare completamente da essa.
     
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    Doveva ammetterlo che la situazione dava parecchie soddisfazioni. Di solito un custode si occupa anche di gestire demoni sfuggiti al controllo e sigillarli da qualche parte dove non potevano fare danni, il procedimento era rapido e asettico, creava una bella distanza tra vincitore e sconfitto ma vedere Syornha ridotta in quello stato, grondante del suo seme e con quell'intimità dilatata neanche stesse supplicando pietà era un tipo di vittoria completamente diversa. Chissà se era soddisfacente anche con altre creature femminili? Quel pensiero fu più che sufficiente a distrarlo per quei lunghi 17 secondi, lasciando a Syornha la possibilità di contrattaccare cogliendolo pressoché disarmato. Fortunatamente non si rivelò un attacco a sorpresa, ma da quei movimenti netti Sho riuscì a capire chiaramente che Syornha non era stanca, anzi dopo quel pieno di sperma e di energia forse era perfino più in forma di prima. L'abbraccio però non fu sgradito e Sho si prestò a lei senza farsi indietro, fissandola dritta negli occhi e lasciando che la sua erezione pulsasse sul ventre della creatura così da farle capire che non era la sola a vedere la sconfitta da molto lontano. La maledetta Syornha sembrava essere letteralmente in grado di leggergli il pensiero: in quel momento Jadis attraversava i suoi pensieri, immaginava di proiettare su di lei tutto ciò che non aveva potuto fare alla piccoletta perché per quanto sadica e abituata al sesso non avrebbe retto la prestanza sessuale di un mostro come lui, soprattutto se le prendeva un pertugio fino a quel momento pressoché inviolato. Il richiamo della verginità di Jadis era incredibile e fortissimo, non valeva lo stesso per una creatura che sembrava invincibile da quel punto di vista e distante dai problemi e le fissazioni degli esseri umani, ma il rosso poteva accettarla ben volentieri come un ottimo sfogo. Anche perché quella creatura sembrava davvero decisa a farlo uscire di testa, non solo con i suoi movimenti perversi ma anche con quello sguardo seducente che lo leggeva dentro e stimolava ogni traccia dei suoi istinti più brutali e perversi. Poteva davvero lasciarsi andare, solo per una notte, solo con lei? Forse ne aveva davvero bisogno... poteva farlo per sfogarsi, per essere più lucido, per Baiken, per Jadis... per sé stesso.
    Tu non sei vecchia... tu sei pazza...
    Sembrava decisamente una sentenza ingiusta visto il modo con cui le pulsava sul ventre mentre se ne stavano abbracciati, ma il tono cambiò di molto quando le mani del ragazzo si ancorarono alle sue natiche, stringendole come se fossero stati dei frutti da spremere con tutta la forza che aveva in corpo, e la sua espressione diventava un ghigno perverso o qualcosa di molto simile.
    Facciamolo allora.
    quel punto la sua energie emise un tonfo, difficile descriverlo per paragonarlo ad un suono, somigliava ad una goccia che cade nello specchio placido di un lago, ma accompagnata da un rumore metallico come se una lama avesse strappato qualcosa. Gli occhi di Sho divennero di un blu acceso, mentre il legame con Ebrietas si fortificò. La sua pelle divenne più rossiccia, mentre ogni singolo solco sul suo corpo che formava una cicatrice i riempì con un grumo di sangue purpureo come se fosse stato un canale riempito, trasformandosi immediatamente ad un capillare. L'equilibrio era tale da formare una corporatura perfetta ma quasi mostruosa, come se fosse gonfio e... caldissimo. Ma non il calore intenso di un falò oppure di una fiamma troppo vicina, un calore più basso che parte dal ventre e risale fino al cervello, febbricitante, panico, intenso e folle. Quando aprì lentamente la bocca per baciarla gli sfuggì un gemito di piacere caldissimo che scivolò dalla sua bocca come un fumo caldissimo e denso, una fiamma quasi, che circondò il suo aspetto rendendolo quasi demoniaco. Se non fosse stata così vicina, Syornha avrebbe potuto immaginare che qualche ciocca sui capelli stava prendendo la forma di piccole corna rosse circondate da fiamme blu. Sembrava pronto a perdere il controllo ma a testimonianza della sua lucidità, sul pavimento comparve un sigillo magico basilare che serviva ad attenuare la sua stessa pressione energetica. Jadis non l'avrebbe percepita se non faceva rumore, ma Baiken che era una vera esperta di sicuro lo avrebbe scoperto e lui quel rischio non voleva correrlo. Syornha si ritrovò quindi la bocca del ragazzo sulle sue mostruose labbra, non gi importava che qualche estremità o punta gli sfuggisse, la sua lingua risultava così gonfia e calda da poter avvolgere qualsiasi mostruosità tra le fauci della creatura davanti a lui, contorcerla e rimescolarla mentre lentamente la spingeva ancora una volta sul letto, stavolta in una posizione più naturale. Lentamente le mani si spostarono sulle cosce che vennero spalancate con forza, in modo da tendere il più possibile le sue carni femminili, dava l'idea di volerle strappare le gambe con la mera forza delle braccia ma il suo tocco era troppo attento, il tocco di un'amante che sa come superare i suoi limiti. La verga del ragazzo aveva raggiunto un risultato simile a quello del suo fisico: somigliava ad una fascia di muscoli ed era molto più largo rispetto a prima, senza ombra di dubbio una sfida anche per la fica mostruosa e profonda di Syornha, ma non era ancora venuto il momento di darglielo, non subito. Prima voleva sentirla ancora, capire fin dove voleva spingersi quella creatura e l'idea che fosse lei stessa a dirgli quali limiti poteva superare... lo eccitava.
    Quindi se ora io usassi tutto il mio potere... e ogni mia conoscenza dell'arte occulta, noncurante di quanto potrei spingerti oltre... non mi fermeresti?
    Mentre parlava, la sua verga scivolava perversa sulla sua intimità, non in modo che sentisse solamente la verga ma anche schiacciandole contro i suoi testicoli, divenuti quasi enormi dopo quella rapida mutazione. La pelle di SHo emanava una forza incredibile, la sua energia sanguigna pulsava più di qualsiasi grossa vena che potesse attraversare quel corpo spugnoso, sembrava piuttosto un altro arto ma molto più temibile rispetto ad un normale pugno. La cappella scivolava sulle sue grandi labbra impedendole di penetrarsi da sola ma facendole sentire quanto l'uretra del giovane potesse dilatarsi per gli spasmi, sintomo di una capacità orgasmica esagerata. Era davvero pronta per una cosa del genere? Anche dopo cento anni?
     
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