Un profumo dal passato

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    Aveva atteso il momento giusto per chiamare il suo fidato Erno quel giorno. Il momento giusto era all'imbrunire quando oramai gli studenti stavano per rincasare o sistemarsi nei loro alloggi, abbandonando anche le ultime attività pomeridiane e lasciando tranquillo il giardino intorno alla Event Horizon. Ed era proprio lì che Arashi aveva dato appuntamento al custode della scuola, in netto contrasto dai loro precedenti incontri. Erno di solito sapeva bene che quando Arashi lo convocava era per motivi... molto piacevoli. E sceglievano sempre luoghi appartati così da non dare fastidio a nessuno, o non permettere a nessuno di dar loro fastidio che dir si voglia. Il fatto che la convocazione prevedesse un luogo del genere poteva essere anche un tantino preoccupante... che la strega avesse deciso di darsi all'esibizionismo? Il passo era breve dopotutto, con quel suo solito vestito bianco, scollatissimo, che metteva in evidenza il prosperoso seno, bianco e morbido come il latte più puro. Ultimamente poi, lo spacco ai lati della gonna aveva reso ancora più evidenti e prosperosi i suoi fianchi morbidi e femminili, infine con la bella stagione aveva rinunciato alla pelliccia che di solito nascondeva la schiena, mostrando invece la perfetta armonia di quel corpo a clessidra oltre alla brillante bellezza dei suoi capelli variopinti. Per una donna che non perde mai il sorriso con quelle sue labbra morbide, diventare appariscente era fin troppo semplice. Ma quel giorno, per quanto fosse bella in quella mise argentata, Arashi non sembrava decisa a sedurre la fragile fermezza di Erno, se ne stava davanti alla serra scolastica con fare pensieroso, a braccia conserte, restando sorridente ma assopita. La serra di solito veniva usati dai studenti per coltivare piante e negli ultimi tempi gli esperimenti con quelle pericolose erano finiti da un pezzo, quindi era un bel posto dove incontrarsi e passare del tempo, per sentire nuovi profumi e rilassarsi. Anche una donna sempre sorridente e impavida come Arashi evidentemente aveva bisogno dei suoi momenti di relax, oppure non si trovava lì per un motivo del genere? Chissà, i suoi inviti non erano mai chiari e visto quello che comportavano non era nemmeno importante che lo fossero, tuttavia Erno poteva percepire distintamente il potere di Gyossait dalla distanza che si esprimeva, un pò come se Arashi si stesse allenando, sebbene l'avrebbe trovata immobile, rilassata e silenziosa. La pressione energetica di Gyossait era particolare, più intensa del normale, sarebbe stato molto chiaro per Carnage che ne avrebbe fiutato l'odore insolito, sanguigno, ma non quell'odore preoccupante che precede una battaglia brutale, bensì quel piacevole odore succoso che anticipa un banchetto succulento, da far venire l'acquolina in bocca. E trattandosi di Arashi, non poteva che essere un banchetto regale.
     
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    Pugni sui fianchi, petto in fuori, pancia in dentro, chiappe strette e sorriso smagliante. Erno si ergeva statuario di fronte alla sua immagine riflessa, nuda, al grande specchio nella sua stanza e più si rimirava più sentiva crescere un sentimento di amor proprio che Carnage era solito assassinare ad ogni buona occasione. Un sorriso smagliante lo mise sullo stesso piano del più narcisista dei Gastòn tanto da arrivare a concedersi una posa da vero body builder. Da quando il legame fra lui e il simbionte era cresciuto in potenza aveva iniziato a notare una modifica sostanziale anche nel suo aspetto e soprattutto nella sua muscolatura: dove prima giaceva il corpo ben formato di un ragazzo allenato ora si manifestava in tutta la sua brillantezza un vero e proprio pezzo di marmo color pelle scolpito finemente in ogni minimo dettaglio, decorato poi da una peluria fitta nei "punti giusti".
    Ho un cazzo veramente gigan- Cercò di esclamare il ragazzo in uno slancio di pura auto-celebrazione prima di venir interrotto da un grosso arto simbiotico alla cui estremità invece di essere presente una mano, appariva corrugata la faccia di Carnage. Il tozzo tentacolo che lo sorreggeva spuntava frontalmente dal tanga cremisi che copriva a malapena il suo didietro mentre offriva una vista insaccata dei suoi genitali.
    Non vuole scopare. Ti ha chiamato nel giardino, alla serra e voi due non mi sembrate esattamente la coppietta innamorata che si da appuntamento tra i fuori per dirsi cose dolci. Il suo tono appariva sempre molto sarcastico ma Erno aveva iniziato a capire quando dietro quella recita si celava una nota di verità. Verità che ovviamente il ragazzo si rifiutava di accettare ad ogni costo, limitandosi ad assumere una posa diversa così da poter tendere ancora di più i suoi nuovi muscoli.
    Ma secondo te... quanto forte bisogna colpire un ragazzo per non ucciderlo ma fargli dimenticare di aver visto per sbaglio la preside e il bidello darci giù come mandrilli arrapati?
    A quel punto se Carnage avesse avuto delle mani le avrebbe usate per schiaffarle contro il suo stesso viso ma in assenza di tali strumenti si limitò ad emettere un lungo, rassegnato sospiro voltandosi ondeggiando verso l'antiquato orologio a lancette appeso al muro, pericolosamente vicino all'orario dell'appuntamento.
    Stasera vai sul classico. Non puoi metterti il tuo stupido profumo al pino silvestre in mezzo a una serra, non lo sentirà mai.
    Così mi piaci, spalla. Rispose entusiasta il ragazzo per poi dirigersi rapidamente al suo armadio mentre il simbionte iniziava a realizzare il modo in cui era stato apostrofato. E non ne fu felice.

    ***Poco dopo.***

    Erno si toccò dolorante sul cavallo, tirando i pantaloni verso il basso in un vano tentativo di alleviare le fitte. Aveva appena imparato che Carnage, in forma di tanga, era capace di strizzare all'inverosimile i suoi gioielli di famiglia fino a fargli rimangiare, a detta sua, "i suoi stupidi nomignoli del cazzo".
    Non c'era bisogno di prendersela tanto, tsé. Borbottò il giovane alla sua giacca di pelle rossa fiammante decorata dal faccione sorridente del simbionte dietro la schiena che rimase in silenzio, un silenzio più rumoroso di un uragano. Fortunatamente non aveva avuto nulla da ridire sulla pacchiana scelta di una attillatissima maglia nera molto più simile ad una seconda pelle che non lasciava praticamente nulla alla fantasia mettendo in mostra il torace nudo di Erno senza che esso fosse effettivamente nudo. Ogni linea marcata trapelava attraverso il tessuto scendendo fino alla vita dove una cinta di pelle nera sorreggeva un paio di blue jeans. Un paio di converse nere allacciate pigramente completavano il quadretto di un ragazzo dai capelli perfettamente sistemati e pettinati emanante un intenso e classico profumo da uomo che anche una donna priva di naso avrebbe percepito senza il minimo problema.
    Ormai non attirava più la stessa attenzione di un tempo nella scuola e gli studenti avevano smesso di chiedersi chi fosse e quale fosse realmente il suo ruolo ma non era difficile pensare che girasse qualche voce sulla sua relazione con la loro preside. Carnage aveva sollevato questo argomento una volta ed Erno aveva semplicemente risposto di lasciarli parlare, dopotutto alla loro età era normale invidiare qualcuno che si faceva un obiettivo per loro inarrivabile.
    Imboccò la strada per la serra e immediatamente la figura di Arashi si palesò, anche a lunga distanza, brillante come quella di una galassia. Com'era possibile che quella donna emanasse tanta luce anche immersa nella penombra della sera? Inarcò un sopracciglio perplesso a quel pensiero ma immediatamente il simbionte lo riportò con i piedi a terra.
    Sento l'energia del suo vestito... ma è... strana. Borbottò a bassa voce.
    Credi abbia combinato qualcosa con quella divisa? Rispose quasi ingenuamente il ragazzo.
    No, sembra che Gyossait abbia fame. Sussurrò Carnage in un tono quasi preoccupato prima che Erno sospirasse irritato e rassegnato.
    Ho capito, non ci ha chiamato per scopare.
    Proseguì il cammino e quando mancarono pochi metri per raggiungerla si limitò a sollevare il braccio in un saluto coprendo nel frattempo gli ultimi passi così che potesse sentirlo.
    Cosa ci fa una così bella signorina in una... ehm, serra così malfamata? Si dice girino brutti ceffi qui intorno.
    Col passare del tempo in quel luogo e con il crescere della confidenza tra loro due, Erno aveva iniziato a farsi molto più audace quindi non fu così strano che, dopo quel commento quasi buffo, si avvicinasse a lei col preciso scopo di cingerle la vita stretta con un braccio così da poterla avvicinare a lui con la forza di qualcuno che non avrebbe mai accettato di percepire neanche la minima resistenza e che non avrebbe mai accettato di non sentire il suo corpo morbido contro il suo duro come la roccia. E si, voleva anche far sentire i "progressi muscolari" del suo corpo nella maniera più diretta possibile.
    So che non siamo qui per fottere ma spero che questo abbraccio e la crescita esponenziale dei miei muscoli possa farti cambiare idea, puoi toccare se vuoi, ho messo la maglia attillata proprio per questo motivo.
    Per quanto fosse una frase estremamente stramba gli uscì con un tono incredibilmente sensuale. Forse prima di parlare del motivo del loro incontro Arashi poteva allungare un po' le mani, no?
     
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    Arashi lo lasciò avvicinarsi senza dire nulla, l'aveva percepito già da un pezzo ma sapeva che assecondare Erno era sempre una buona idea, quindi si limitò a sorridere aspettando che fosse vicino, per poi abbandonarsi alla sua stretta lasciandosi cadere sul suo petto, di schiena, come una ragazza priva di forze che trova nell'impavido eroe un rifugio sicuro dai malintenzionati.
    Oh no, spero che se qualche malvivente si faccia vedere intorno a questa malfamatissima serra, ci sarà qualche impavido giovane disposto ad aiutare una vecchietta indifesa come me!
    Commentò col tono chiaramente sarcastico, sfoggiando un sorriso malizioso e alzando lo sguardo verso di lui, strusciandosi con le spalle e la schiena contro quel petto duro come il marmo assecondando l'invito di Erno senza farselo chiedere due volte. Era diventato molto più forte dal loro primo incontro, oramai Arashi aveva perso del tutto il suo tocco minaccioso, mentre Erno era invece divenuto una bestia senza eguali. Non si pentì mai di averlo costretto a prendersi l'opportunità che Arashi gli aveva gentilmente concesso e ora che lo vedeva possente e bello come non mai, sapeva che aveva fatto la scelta giusta, e quella sera l'avrebbe fatta ancora. Si voltò del tutto in modo da schiacciare il suo prosperoso seno contro quei muscoli durissimi, lasciando che un brivido le percorresse la schiena mentre lo faceva. Dovette mordersi un labbro per impedire ai suoi capezzoli di diventare marmorei come quella muscolatura, si limitò quindi ad osservarlo dal basso verso l'alto, risalendo con gli occhi e con le dita quella maglia attillatissima mostrandogli uno sguardo si voglioso, ma anche molto più serio.
    Sei qui perché sei l'unico di cui mi fido al cento per cento... e sai cosa succede quando sono soddisfatta di te, no?
    Ridacchiò, lasciandogli intendere che forse quello non era il luogo migliore, ma se la ascoltava di sicuro avrebbe avuto l'occasione di guadagnarsi un premio. Mentre Arashi si preparava a parlare con lui, assaporando con calma il suo fisico irresistibile, la presenza di Gyossait si faceva sempre più intensa. Non era impetuosa, ma somigliava molto ad una macchina dentro l'officina che veniva testata e messa alla prova, accelerando sul posto per scoprire quanto potente fosse il suo motore.
    Come Carnage ti avrà sicuramente già fatto notare, Gyossait è strana... questo perché non la indosso più io. Il vestito che vedi ora è un prototipo non senziente che risponde solo a me, usare Gyossait per confinare i miei poteri oramai non ha più senso visto che ho trovato il modo di tenerli a bada per sempre, ma di questo parleremo un'altra volta. Ora quello che devi sapere è che Gyossait è lì dentro... ed è in compagnia.
    Fece una piccola pausa, girando lo sguardo verso la serra dove, per quanto l'energia al suo interno fosse caotica, la situazione sembrava piuttosto calma.
    Scusami se non te ne ho parlato subito, l'ho tenuta un segreto fin da quando l'ho trovata, non sapevo cosa aspettarmi ma adesso che è stabile vorrei fartela conoscere. E' una persona che ha bisogno di aiuto e senza Gyossait non posso di certo darle una grande mano... quindi ho pensato che magari conoscendola potresti aiutarla tu. Ma non voglio decidere per te.
    Detto questo, sollevò una mano verso la serra in modo da invitarlo a farsi avanti. L'aria di Arashi era tranquilla, sembrava volergli suggerire che non aveva nulla da temere. Forse.
     
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    Aveva sopravvalutato il suo auto-controllo da presunto maschio alfa e quando Arashi accettò il suo abbraccio improvviso gettandosi sul suo torace come una donzella in pericolo si rese conto di quanto potesse essere pericolosamente sexy vista da dietro. In quella posizione incurvata su di lui ebbe una vista senza troppi filtri della sua scollatura dall'alto e dovette trattenersi dal deglutire rumorosamente per non fare una figuraccia... ma Arashi era così maledettamente appetitosa anche quando non tentava di esserlo che iniziava a pensare di essere preda di un qualche suo incantesimo da strega.
    Il risultato di quell'assalto da vero seduttore fu una risata quasi patetica in risposta alla recita di Arashi, una risata che sostituiva la sua assenza di commenti davanti ad una donna simile e alla profonda convinzione che nel fare la parte di quello coi pantaloni era finito a mordere più di quanto poteva masticare. Ironico che ancora non si rendesse conto quanto fosse diventato davvero forte se paragonato alla strega ma evidente in situazioni come quelle entravano in gioco pregi in cui Arashi era ancora immensamente superiore a lui tanto da farlo sentire ancora un misero newbie di livello uno.
    Il tutto peggiorò quando lei si voltò ed Erno non la trattenne, allentando l'abbraccio quanto bastava per permetterle quel movimento e, quindi, permetterle di schiacciare le sue voluttuose grazie contro il suo petto scolpito ma fu proprio in quel momento che lo sguardo del ragazzo, miracolosamente libero per un breve attimo dal fissare la mercanzia, captò la stessa difficoltà nel limitarsi negli occhi di Arashi e in quei piccoli gesti che non sfuggirono alla sua attenzione: il suo sguardo, il mordersi il labbro nervosamente, la curiosa precisione con cui quelle dita affusolate seguivano le scanalature della sua muscolatura forse deluse anche dalla presenza di una copertura seppur così fine e attillata. Quell'atteggiamento lo fece rilassare e lo fece sentire, per volere di Arashi o meno, veramente desiderato da lei allo stesso livello della passione che muoveva lui.
    La mano che le aveva arpionato la natica strinse ulteriormente e con ben poca grazia e il ragazzo fu ad un passo dallo spingerla contro il vetro della serra se una qualche forza divina non avesse trattenuto i suoi arti e la sua anima per poter dare alla strega la possibilità di parlare.
    Potrei aver bisogno di un ripassino più tardi... Finse maliziosa ignoranza ma era ovvio che conoscesse molto bene la risposta a quella domanda e fu proprio quella conoscenza, stranamente, a mantenerlo calmo. Carnage invece non riusciva a staccarsi di dosso la sensazione che in quella serra stesse succedendo qualcosa di strano ma preferì rimanere in silenzio, sapendo che Arashi prima o poi sarebbe giunta a quel punto della questione e non dovette attendere poi molto.
    Mentre entrambi lottavano contro il bisogno, il desiderio, la necessità di saltarsi addosso come ricci sotto effetto di potenti afrodisiaci, la donna di fronte a lui introdusse l'argomento del loro incontro lasciando uno sguardo stupito sul suo viso. Preferì non interromperla, però, seguendo la sua indicazione verso la serra con lo sguardo cercando di carpire qualche dettaglio dall'esterno, inutilmente. Arashi aveva ceduto il suo vestito a qualcuno? Una mossa indubbiamente azzardata e quel qualcuno doveva essere una persona davvero fidata altrimenti da lì a pochi secondi avrebbe dovuto combattere contro un'accoppiata composta da un vestito pazzoide e un ospite della stessa linea di pensiero. Non se la sentì di rimproverarla, non conosceva il suo passato, le sue ragioni, non conosceva neanche la persona dentro quella serra così bene da poterle dire che era stata un'idea rischiosa quindi si limitò ad allentare l'abbraccio, così da poterla lasciare libera.
    Donne... sarebbe bastata anche una maglietta nuova come sorpresa ma, a questo punto, vediamo cosa contiene questo pacchetto per me.
    Stai attento, non sappiamo come Gyossait potrebbe aver reagito all'ospite o viceversa. Tieniti pronto a uccidere se necessario. Sussurrò Carnage nella sua stessa ed Erno riuscì distintamente a percepire la giacca vibrare di energia come pronta ad esplodere da un momento all'altro. L'unico compito rimasto al ragazzo era quello di avvicinarsi all'entrata, mettere la mano sulla maniglia della porta e aprirla lentamente, nervi a fior di pelle. Sarebbe bastata anche una semplice uscita a cena romantica come regalo.
     
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    Forse Arashi non era più la guerriera di un tempo ma aveva imparato a conoscere Carnage, i suoi movimenti, i suoi desideri, la sua fame e il suo timore. Capì perfettamente che era pronto ad uccidere, ma oltre al fatto che sapeva benissimo che la sua Gyossait si sarebbe difesa bene, era anche consapevole che la curiosità in quel caso specifico avrebbe preso il sopravvento sull'istinto di sopravvivenza. In fondo quel test non era pensato solamente per la persona dentro la serra, ma anche per Erno. Arashi era una donna irrimediabilmente curiosa che amava intrecciare i fili del destino in ogni maniera possibile e quella sera, numerosi destini sarebbero entrati in contatto... ne era certa! Si separò da Erno suo malincuore, percepiva i suoi desideri e lei era la prima a volerli assecondare, ma ogni cosa a suo tempo. Non disse nulla e lo lasciò avanzare, la porta della serra era aperta ma il suo scricchiolare passava inosservato di fronte ai numerosi suoni e odori provenienti da quel luogo. Le piante generate dalla magia di Arashi erano davvero uniche, alcune cantavano, altre semplicemente si limitavano ad emettere un suono anche più calmo del silenzio stesso. Alcune imitavano animali tropicali per tenere alla larga gli erbivori, sembrava una vera e propria giungla e visto che molte piante si illuminavano biologicamente, la luce soffusa sui soffitti diventava del tutto ininfluente. In mezzo a tutta quella selva miracolosa, la figura dentro Gyossait non passava assolutamente inosservata: emanava un potere immenso, come se fosse incapace di trattenerlo in qualsiasi modo eppure dava l'idea di essere in uno stato di profonda calma. Quando finalmente Erno fu abbastanza vicino da poterla vedere, capì immediatamente che era una ragazza: seppure di spalle, la sua forma sinuosa e armoniosa coperta solo da una lunga camicia da notte nera era impossibile da confondere. Fianchi scolpiti, spalle delicate, petto sinuoso e ventre in perfetta armonia. Una lunga chioma dorata scendeva le sue spalle intrecciandosi intorno alla soffice pelliccia che aveva intorno al collo, la camicia da notte era leggermente trasparente e Erno poteva vedere il sottile filo che scivolava tra le natiche perfette di quella donna, un tanga di pizzo a stento visibile, senz'altro un dono di Arashi sebbene la strega indossasse di rado il nero. Dalla camicia da notte sbucavano delle lunghissime e prosperose gambe del tutto coperte da delle calze nere, non sembravano affatto normali e anzi davano l'idea di essere lucide, quasi artificiali, da esse proveniva il potere intenso di Gyossait. La donna era leggermente piegata in avanti, con le mani raccolte sul petto e qualche dita che le spostava le ciocche di capelli dal volto per non disturbare con essi la pianta che stava annusando delicatamente. Gyossait restava in silenzio, come dormiente, sebbene Carnage sentiva chiaramente addosso la sensazione che qualcuno lo stesse tenendo d'occhio.
    Questi odori... sono davvero unici... mi aiutano a ricordare, e so per certo di non averne mai sentiti così. Questo posto è straordinario... vero Ghiossait? Lo pronuncio ancora male, vero?
    Lo pronunci male, si. Mi chiamo Gyossait... la I è muta. E si, questo posto è pensato per suscitare in esseri umani come te il sentimento che ti porta a definirlo come "straordinario".
    La voce di quella donna era cristallina, entusiasta, sembrava quella di una bambina troppo cresciuta, ma era incrinata da una nota dolente e drammatica, come se ci fosse un dolore di fondo che non voleva ascoltare troppo, o dargli troppo peso. Come se più che tentare di ricordare... si stesse sforzando di dimenticare.
     
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    Odiava ammetterlo ma non aveva nessun controllo su Arashi e non aveva la minima capacità di leggere i suoi messaggi subliminali ammesso ne avesse lanciato uno. Tradotto: Erno non aveva la benché minima idea di cosa aspettarsi da quella serra. Nulla, nada, zero, vuoto totale. Quando la mano si posò sulla maniglia della porta già aperta il suo cervello provò a figurarsi varie opzioni ma per quanto la sua immaginazione producesse quadri bizzarri e tal volta violenti, nessuno si allineava alla personalità di Arashi. La serra era piena di piante folli corrotte da Gyossait? Gyossait era diventata senziente e non aveva bisogno più di nessun corpo ospite trasformandosi in un terminator con un carattere difficile? Gyossait si era trasformata in un paio di pantaloni, se la sarebbe messa finendo non solo con una maglia parlante ma anche con dei bermuda che l'avrebbero giudicato notte e giorno. Quello fu il futuro più oscuro ma per quanto Arashi possedesse un lato sadico non avrebbe mai permesso che lui... insomma, con due simbionti? Arashi non era così cattiva...
    Più ci pensava più l'idea dei Gyossait-Bermuda iniziò a scalare la vetta come idea più affine a quella strega ma se fosse stata quella la verità allora Erno si sarebbe battuto con tutte le sue forze insieme a Carnage per impedire di essere infettato da un altro capo d'abbigliamento senziente. Avrebbe combattuto fieramente con quel paio di pantaloncini sotto al ginocchio fino alla morte. Possibilmente non la sua di morte.
    La smetti di pensare a Gyossait come ad un paio di bermuda floreali? È imbarazzante stare nella tua testa.
    Schioccò le labbra stizzito dall'intrusione mentale di Carnage ma allo stesso fu utile a riprendere il controllo della situazione e darsi la forza necessaria ad esercitare pressione sulla porta d'ingresso e vederla aprirsi lentamente, scricchiolando di fronte a lui. Accompagnò quel movimento entrando nell'edificio, alzando immediatamente lo sguardo alla moltitudine di strane piante che la strega coltivava in quel posto. Enormi, serpentine, brillanti e provviste di caratteristiche inusuali come quella di urlare versi di animali o addirittura cantare. Era sicuro che alcuni di quei versi non se ne sarebbero mai più andati dalla sua testa.
    Concentrati, Gyossait è davanti a noi.
    Davanti a loro? Lo sguardo di Erno scese verso il basso dopo aver appurato che nessun simbionte folle fosse legato alle piante o appiccicato al soffitto della serra e la sua attenzione venne rapita da un'affascinante pianta a forma di culo, un culo enorme, un culo appetitoso e coperto da un tanga inesistente e una camicia da notte trasparente, che poi era solo un altro modo di dire inesistente. Tese la mano in avanti curioso ma fu lo stesso Carnage a frenare la sua muscolatura.
    Ehi, che fai?! Bisbigliò il ragazzo.
    Tu che dici? Ti impedisco di toccare il culo dell'ospite di Gyossait. Rispose nella sua testa il simbionte. Un fulmine a ciel sereno che riaccese le sinapsi fritte del ragazzo che finalmente ammirò non solo quel fondoschiena ma anche ciò che cresceva a partire da esso. Fianchi larghi e giunonici, curve da perdere il controllo e seni così pieni da poter essere visti anche da dietro. La chioma bionda e lunga incorniciava le gambe visibilmente non umane e da cui proveniva la maggior parte di quel potere strabordante. Gyossait non appariva sotto controllo eppure, per quanto la ragazza apparisse come un vero e proprio nucleo radioattivo di un disastro nucleare, ne la simbionte, ne lei davano l'impressione di avere intenzioni ostili.
    Erno rimase qualche secondo in silenzio e, inconsapevolmente, fu proprio la biondina a rompere il ghiaccio senza però rivolgersi a lui ma alle sue nuove gambe fiammanti. Fu Carnage a farli uscire allo scoperto con una risata rauca e divertita a cui seguì la sua apparizione. Da sopra le spalle di Erno un gran numero di filamenti si sollevarono verso l'alto, aggrovigliandosi tra di loro fino a formare un busto umanoide provvisto di braccia che si appoggiò con uno di essi sulla testa del ragazzo e con l'altro sulla sua spalla.
    Gyossait ma sei davvero tu? Sei cambiata, hai tagliato i capelli per caso? Una domanda retorica che li inserì inevitabilmente nella calma tra loro due. Erno arrossì vistosamente non tanto per l'imbarazzo quanto per la consapevolezza che nella sua testa avesse voluto continuare a fissarla come un maniaco nel silenzio per almeno altri dieci minuti. Purtroppo la frittata era fatta quindi tanto valeva mangiarsela... la frittata.
    S-si, ehm, piacere, mi chiamo Erno e tu? Chiese teso il ragazzo, mettendo le braccia conserte di fronte a lui in segno di protezione. Lo sbuffo di Carnage lo fece sobbalzare e innervosire.
    Non c'è bisogno di essere così rigidi... e quindi sei tu il tesoro in mezzo a questa giungla. Molto piacere.
    Se la ragazza avesse sollevato lo sguardo verso il simbionte avrebbe visto il suo corpo composto da filamenti in continuo movimento e il suo viso dagli occhi bianchi apparentemente inespressivi fissarla con una certa intensità. Eppure non stava guardando solo lei, stava guardando attraverso di lei, dentro di lei. Stava guardando entrambe loro due, a differenza di Erno che non avrebbe mai più dimenticato quel fondoschiena in tutta la sua vita.
     
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    Appena percepì qualcosa avvicinarsi alle sue spalle, la donna reagì immediatamente, arrossendo perfino dato che i suoi istinti le suggerivano chen on stava per arrivare un attacco, ma una palpata di culo. Quindi non si limitò ad alzarsi, ma inarcò la schiena all'indietro il più possibile così da spingere i fianchi in avanti, tenendo il dorso della mano sinistra all'altezza dell'osso sacro, mentre la destra rimase sul petto con aria preoccupata. Durante il movimento però la curiosità prese il sopravvento, quindi Nanako si voltò verso i suoi interlocutori sorpresa e un tantino allarmata, mostrando tutta la sua serafica bellezza in un volto dolce e assolutamente privo di istinti omicidi. Era solo imbarazzo quello, nient'altro, messo in ombra dalla posizione che aveva assunto senza volerlo che metteva in evidenza praticamente ogni curva del suo corpo. Quandi so voltò del tutto, entrmabe le mani finirono sul petto, in una posizione simile a quella di preghiera, nascondendo il suo abbondante seno che risultava comunque evidente ai lati delle braccia. Le gambe erano serrate suggerendo grande imbarazzo, anche perché la camicia d anotte scura che lei indossava era leggermente più aperta sulla parte del basso ventre e ogni tanto i lembi svolazzavano mettendo in mostra quell'intimo estremamente provocante. Ma lì sotto la cosa che attraeva di più l'attenzione non erano le sue parti intime, ma le sue gambe: da quel lato infatti facevano capolino gli occhion ivitrei di Gyossait, posizionati come piccoli triangoli sul lembo delle sue calze. Nonostante sembrassero spenti, si muovevano come se fossero vivi ed inquadrò immediatamente il duo appena arrivato, senz amostrare il minimo entusiasmo. Nanako invece aveva le labbr aleggermente schiuse di chi non sa cosa dire ed è troppo sorpreso per respirare normalmente.
    Ehm... salve?
    Incontro estremamente imbarazzante, proprio come immaginavo...
    Nel sentire il commento di Gyossait, Nanako pensò subito che fosse colpa sua e balzò sull'attenti, rigidissima, tenendo il braccio sinistro intorno al petto per tenere chiusa la camicia d anotte e mantenere nascoste el sue gracie, mentre allungò maldestramente la mano destra verso il suo interlocutore, per presentarsi.
    P-piacere! I-io mi chiamo... Nanako!
    Un bel proposito, ma mal eseguito: Nanako infatti stava puntando la mano non verso Erno ma verso Carnage. Il suo istinto di combattente le aveva suggerito che molto probabilmente era la mostruosità sulle spalle del ragazzo ad essere il reale interlocutore, non di certo Erno. Lei non sembrava in effetti sorpresa di vedere una creatura del genere proprio lì su, a preoccuparla semmai fu la prospettiva di fare una brutta figura, e quindi sempre più rossa in volto decise di abbassare lentamente la mano e lo sguardo verso Erno, confusa. Non sapeva a chi presentarsi e si ritrovò nel dubbio a risalire di nuovo verso Carnage, per poi scendere ancora su Erno. La cosa iniziò a ripetersi a più riprese e perfino Gyossait ne sembrò sorpresa.
    Oh... mi sbagliavo, è molto più imbarazzante del previsto...
    Oramai arresa, Nanako iniziò ad abbassare il braccio come se non avesse forza, abbozzando un sorriso nervosissimo temendo di aver offeso quei due, o lui... oh non ne era proprio sicura dannazione! Fortunatamente ci pensò Gyossait a rompere il ghiaccio rispondendo subito a tono ai due.
    Ho capito la tua battuta Carnage, è legata al fatto che non sono più attaccata su Arashi e tra lei e Nanako c'è una differenza considerevole nella lunghezza dei capelli. Spassoso.
    Detto questo, gli occhioni di Gyossait passarono a gaurdar everso l'alto, rivolgendosi a Nanako che, a sua volta, iniziò a guardare verso di lei. Parlare con le proprie calze era una cosa a cui non puoi abituarti facilmente.
    Nanako, questi due sono i fidati guardiani di Arashi, Erno è il vaso e Carnage è la pianta grassa. Hanno un legame molto simile a quello che abbiamo noi ma sospetto che Carnage abbia divorato buona parte della materia cerebrale di Erno, non ho indagato a sufficienza per esserne sicura.
    In un primo momento. Nanako osservò i due con una certa sorpresa, ancora un pochino rigida. Poi iniziò a sciogliersi, abbassando il rossore sul volto e accennando un sorriso più spontaneo. Si scansò leggermente il ciuffo sopra all'occhio per guardarli meglio e farsi guardare meglio. Nanako si distingueva perché nonostante si stringesse le spalle e le gambe era comunque molto alta e dal fisico slanciato oltre che prosperoso, quindi sembrava comunque una donna altissima seppur incurvata.
    Siete amici di Arashi allora. E' un piacere conoscervi. E tu Gyossait... non è carin orivolgerti a degli amici così! Se Arashi si fida di loro hanno sicuramente qualche talento da mostrare! E' un onore conoscervi.
    Concluse il discorso facendo un ampio inchino solenne, lei ci mise tutta la serietà di cui era capace nell'eseguirlo, ma mentre quella cascata di fili d'oro le scendeva le spalle, dall'altra parte le sue natiche perfette venivano messe in evidenza da una posizione tutt'altro che poco provocante.
     
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    L'arrivo improvviso e silenzioso del dinamico duo allarmò la ragazza che diede sfoggio di particolari riflessi e consapevolezza del mondo intorno a lei. Erno, incredibilmente (ma solo perchè erano molto vicini al suo didietro), fece attenzione a quei piccoli dettagli e a quei piccoli gesti che misero in mostra il fatto che Nanako non solo aveva capito che qualcuno stava arrivando alle sue spalle ma anche che in quel qualcuno non c'era nessun istinto omicida ma più un istinto da pervertito che l'aveva portata a cercare di difendere le sue grazie finendo, inconsapevolmente, col mostrarle ancora di più assumendo una posizione che fece quasi venir voglia al sangue in circolo nel naso del ragazzo di esplodere verso l'esterno per dare un'occhiata. Dove diavolo aveva trovato una ragazza così bella quella strega? Nonostante l'assalto alle spalle la biondina non mostrò aggressività, non mostrò volontà di difendersi in maniera più diretta e quella sua reazione così ritrosa mista a quelle curve che ad ogni movenza davano l'idea di volersi mostrare ancora di più la resero la creatura più tenera e sexy che avesse mai visto. E di certo Arashi non aveva scelto il suo vestiario a caso.
    Fece schioccare silenziosamente la lingua contro i denti in un cenno di infantile stizza per essere caduto con tutte le scarpe nella piacevolissima trappola di quella donna ma ormai non c'era più modo di tirarsi indietro e neanche di nascondersi da quell'imbarazzante presentazione che aveva tirato su, come se non avesse mai parlato ad una donna. L'intervento di Carnage non lo aiutò per niente ma in un certo senso gli fece piacere notare che la ragazza di fronte a lui, dopo lo scarno tentativo di coprire il suo corpo esplosivo, dimostrò di essere imbarazzata tanto quanto lui e anche un tantino confusa su chi dei due dovesse salutare. Il cuore di Erno perse per sempre uno dei due ventricoli per il colpo che dovette incassare e il ragazzo fu certo di sentire del sangue fuoriuscire dalla sua bocca. All'inizio aveva desiderato mozzicare quelle natiche piene e ipnotiche ma quella confusione e quella tenerezza stavano traslando la sua attenzione su obiettivi diversi: voleva assolutamente abbracciarla fortissimo come un gigantesco, morbido e sexy peluche. All'indecisione di Nanako rispose quella di Erno che tentò di allungare la mano verso la sua per rispondere alla presentazione, ritraendola nell'istante in cui essa cambiava direzione verso il simbionte, tornando subito dopo ad allungarla quando Nanako si spostava di nuovo verso di lui. Carnage invece non tese mai la mano verso di lei e mai mostrò l'intenzione di farlo, gustandosi quell'innocente confusione finché essa non venne sostituita dalla voce tagliente di Gyossait che passò senza tanti convenevoli alle presentazioni.
    E-ehi!
    Erno tentò di alzare la voce per rispondere alla simbionte ma Carnage lo anticipò esplodendo in una nuova rauca e grassa risata tanto da mollare la presa sul ragazzo e inclinarsi completamente indietro, piegandosi come se il suo corpo fosse stato composto puramente in gomma, recuperando la posizione "eretta" qualche secondo dopo emulando il gesto di asciugarsi le lacrime anche se di quest'ultime non c'era nessuna traccia.
    Oddio mi ricordo quando eri un paio d'occhi capaci solo di guardare in cagnesco ogni cosa. Ora hai anche una voce per dispensare il tuo sexy sarcasmo. Che ne dici di lasciare Bonnie e Clyde da soli e andare a spassarcela dietro la serra solo io e te?
    Aprì le fauci lasciando scivolare all'esterno la grossa lingua composta dalle medesime fibre che roteò e vibrò nell'aria con l'intenzione di mandare un messaggio profondamente lascivo alla sua collega prima che Erno la colpisse con una manata costringendolo a ritirarla per poi tornare con l'attenzione su Nanako, accennando un sorriso tremolante di fronte alla ragazza che finalmente aveva recuperato la calma e perso la rigidità. Lui la rigidità stava per iniziare a guadagnarla.
    Esatto, siamo amici di Arashi e a quanto pare la nostra grandissima amica era interessata a presentarci e...
    Carnage sprofondò nuovamente nella maglia e sulla giacca si poteva notare come il tessuto si deformasse al suo passaggio indicandone il percorso. Scivolò lungo il braccio destro obbligando Erno a porgerlo in avanti così poter corrompere interamente la mano ricoprendola da un guanto rossiccio con, sul dorso di esso, un paio di grossi occhi bianchi. Un trucchetto per permettere a Nanako di stringere la mano ad entrambi senza doversi scervellare ma la sua iniziativa portò Erno a coprirsi la faccia con la mano libera facendola poi colare verso il basso.
    E, come ha detto Gyossait, lui è Carnage, il mio compagno d'appartamento.
    Indipendentemente dalla scelta di Nanako di stringere quella bizzarra mano mezza umana e mezza simbiotica, Carnage avrebbe nuovamente rivolto la parola a Gyossait ma stavolta la sua voce sarebbe partita dal guanto stesso.
    Esatto Gyossait! Se siamo amici di Arashi è perchè abbiamo sicuramente molti talenti da mostrare, se vuoi ti faccio vedere cos'ho di grass-...
    La voce squillante del simbionte si interruppe bruscamente e il guanto iniziò a dimenarsi come una brutta malattia ma ad Erno fu sufficiente muovere la mano per scacciare la massa da quella zona del corpo e farla ritrarre alla manica della giacca.
    Mi scuso per la sua esuberanza. Io e Carnage abbiamo passato diverso tempo insieme ma soltanto ultimamente ho iniziato ad avere io controllo su di lui. Come vedi lui è ancora libero di muovere parti del mio corpo ma ora, con la giusta concentrazione sono capace di escluderlo. Anche se per un tempo limitato... e a lui non piace ancora. T-tu come ti trovi con Gyossait? Da Arashi ho saputo che è sempre stata difficile da controllare e... cioè, se vuoi potrei insegnarti qualcosa. Tipo come farla stare zitta. Alcune volte la consapevolezza di non poter starsene mai soli è stressante.
    ll suo discorso era cominciato bene, sicuro di se anche se un po' traballante ma andando avanti, parola dopo parola, Erno cominciò a rendersi conto che stava iniziando a sembrare uno di quei ragazzi fissati coi videogiochi che proponevano alla ragazza più bella della scuola di insegnarle a giocare. Nei film qualche volta funzionava e nei Gdr hentai poteva addirittura portare a del sesso selvaggio... ma quella in fondo era la vita vera, no?
     
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    Gyossait non era esattamente espansiva ed amichevole come la sua creatrice e non perse nessuna occasione per rispondere per le rime alla sua controparte vermiglia, mantenendo quello sguardo di sufficienza ed indifferenza misti ad un pizzico di disprezzo che lasciava intendere quanto femminile fosse la sua personalità.
    Preferirei farmi mettere dei lacci per scarpe.
    Un rifiuto netto all'invito di Carnage che mise un tantino a disagio Nanako: non apprezzava che due persone litigassero in quel modo dandosi attenzioni scortesi, anche se in effetti non erano proprio... persone. O magari era stata lei la scortese a non considerarli tali? Preferì tacere in quel caso, sebbene dal suo volto trasparisse tutta la difficoltà che provava in quel momento. La bionda vide Carnage prendere l'iniziativa e mentre Erno rompeva il ghiaccio, ecco il simbionte presentarsi con una mano tutta sua, cosa che stupì Nanako e nella speranza di riappacificare tutti, allungò entrambe le mani verso i nuovi conoscenti, cercando di stringerle contemporaneamente. Ovviamente non poteva farlo normalmente in quella posizione, quindi dovette incrociare le braccia per dare ad entrambi una mano diversa. Il suo sorriso amichevole era secondo solamente al suo florido ed eccessivo seno, schiacciato dalla posizione delle sue braccia e messo in evidenza. Senza niente a coprirla, era evidente che sotto quella camicia da notte non indossasse nulla al di fuori del tanga e di Gyossait, tuttavia i capezzoli risultavano celati dalla leggera pelliccia nera che faceva capolino dai lembi dell'indumento.
    E' un piacere conoscervi, davvero! Immagino che dovrò imparare ad abituarmi alle cose strane qui, ma a dirla tutta trovo queste bizzarrie davvero carine, non mi fanno paura!
    Non fece in tempo a dirlo che Carnage si preparò a lanciare una delle sue peggiori uscite, fortunatamente Erno lo mise a tacere portando la biondina a ritirare le braccia sul suo petto, temendo di aver detto qualcosa di sbagliato, ma piuttosto che perdersi in vaghi sensi di colpa rimase ad osservare curiosa come Erno teneva sotto controllo il suo simbionte, domandandosi se non sarebbe stato necessario farlo anche per sé, visto che conviveva con Gyossait ora. Le due rimasero in silenzio, ascoltando piuttosto cosa aveva da dire Erno e non fu affatto un discorso senza capo né coda, anzi Nanako capì immediatamente perché Arashi voleva farli conoscere: probabilmente Erno poteva insegnarle molte cose su come controllare per bene Gyossait! La cosa la riempì subito di entusiasmo e mentre allargava un sorriso spontaneo, stringeva le mani in posizione di preghiera sul petto.
    Mi piacerebbe molto! Anche se in realtà Gyossait non mi da affatto problemi... anzi si prende cura di me, mi aiuta a restare lucida e mi da consigli su come riprendere a muovermi come si deve. E' davvero un'amica preziosa! Sono contenta di stare con lei.
    La risposta di Gyossait non fu altrettanto genuina ed entusiasta, Erno però riuscì a vedere un briciolo di umanità in lei visto che quando spostò quei vacui occhi verso di lui, l ofece con la stessa enfasi con cui un'amica togliere dalla traiettoria di un maniaco la sua amichetta d'infanzia.
    Nanako non ha bisogno del vostro aiuto perché a differenza di te che non sai tenere sotto controllo la tua infezione, io so esattamente cosa fare per tenere Nanko al sicuro e non metterla in pericolo. Da voi imparerebbe solo ad apprezzare il colore rosso e riempire le donne di grandi quantità di sperma.
    L'ultima frase arrivò fredda come una stilettata e la franchezza di Gyossait riuscì a cogliere impreparata perfino Nanako che, pur rimanendo sorridente e spontanea, sgranò gli occhi e arrossì leggermente, iniziando a ridacchiare nervosamente mentre la presa delle dita in quella posizione di preghiera diventava sempre più morbida.
    G-gyossait... non dovresti dire certe cose... Erno e Carnage hanno tutto il diritto di amare il colore rosso ed... beh... essere promiscui... sebbene farlo in maniera eccessiva in un ambiente scolastico sia un tantino fraintendibile...
    Almeno sei sveglia, dritta al punto.
    Nanako capì che Gyossait stava aprendo un discorso fin troppo imbarazzante per i loro interlocutori, non voleva metterli in difficoltà né in imbarazzo. Inoltre era dell'idea che un aiuto fosse davvero prezioso indipendentemente dall'opinione di Gyossait, quindi cercò di riprendere subito il discorso originale sebbene con ancora una punta di rossore sul volto.
    E... e poi... dai, devo imparare a sfruttarti meglio, no? L'ultima volta che ti ho indossata completamente hai fatto tutto tu... non mi sembra giusto... voglio imparare a sfruttare il dono di Arashi!
    Gyossait era già pronta a tirare fuori un'altra risposta saccente e decisa come suo solito, se Erno e Carnage volevano fa pendere dal loro lato quell'assurda bilancia (e magari farle uscire dalla testa l'immagine mentale di distributori di sperma che aveva ora Nanako) dovevano senza dubbio intervenire!
     
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    Iniziò a chiedersi se Nanako fosse consapevole della mercanzia di cui era equipaggiata e quindi lo facesse apposta a scegliere movenze che la mettessero in mostra oppure fosse una di quelle persone con la testa fra le nuvole e un po' ingenue che non hanno idea del loro potenziale finendo col mostrarlo in giro senza rendersene conto. Qualunque fosse stata la risposta esatta, Erno non smise un attimo di ringraziare mentalmente Arashi per la possibilità che gli aveva donato e soprattutto le sue pupille non ebbero pietà di nessuna parte del corpo della sua imprevedibile nuova compagnia. Come piccoli droni impazziti, i due puntini neri al centro dell'iride schizzavano in ogni direzione e ormai poteva affermare con assoluta certezza che il vestiario di Nanako non offriva più nessuna copertura alla sua fantasia che era stata capace di ricostruirla nella sua mente totalmente nuda con una percentuale di affidabilità e precisione di almeno il novantasette percento. Per la certezza assoluta avrebbe dovuto spogliarla ma quel pensiero e quel desiderio era tenuto a freno solamente dalla lucidità messa in campo dal ragazzo per evitare di trasformare quell'incontro in qualcosa di ancora più imbarazzante.
    Oh non preoccuparti, una volta abituata a Carnage, Gyossait e le sedie umane di Arashi, ci sarà ben poco altro che potrà davvero stupirti. E se trovi gomme da cancellare per i corridoi... non raccogliere. I ragazzi della scuola sono dei veri burloni!
    Cercò di sdrammatizzare la situazione imbarazzante e tesa generata dal tentativo di abbordaggio di Carnage ma la verità era ben diversa. Quei maledetti criminali erano riusciti a fregarlo una volta con quello stupido scherzo e ancora sentiva le chiappe bruciargli a causa della palettata. Quelle loro maledette ultradivise li rendevano abbastanza forti da trasformare uno scherzo così stupido in un vero e proprio incubo di pomate e nottate passate a dormire in piedi. Non osava immaginare su una ragazza cosa sarebbe potuto accadere.
    Fu entusiasta della sua reazione alla possibilità di insegnarle ma Erno non aveva tenuto da conto che di fronte a lui non c'era una sola ragazza, ce n'erano due, ammesso che Gyossait potesse essere catalogata come "ragazza" e prima che potesse fare un qualunque commento ci pensò la simbionte a interromperlo con la sua parlantina acida e iper-protettiva facendo sobbalzare la sua calma per un breve istante abbastanza da gonfiare una piccola vena sulla fronte obbligandolo ad accennare un sorriso estremamente forzato che non tradisse la voglia di accecare quegli occhietti impertinenti con una matita. Non ce l'aveva con Gyossait ma dopo tutti quegli anni insieme a Carnage aveva iniziato a sopportare sempre meno il carattere impossibile di quelle creature che indipendentemente da che atteggiamento possedessero avevano tutti in comune l'incredibile capacità di far perdere la pazienza al sottoscritto. Dunque Erno passò tutto il tempo dello scambio fra Nanako e Gyossait a stringere i denti tra loro nascosti dalle labbra socchiuse deformate in un sorriso stentato ma che poteva essere facilmente frainteso per un sorriso imbarazzato a causa della piega che stava prendendo quell'allegra chiacchierata. Gyossait aveva messo in chiaro che non c'era nessuna ragione per cui avevano bisogno di loro e in un'altra occasione avrebbe potuto anche darle ragione ma un uomo della sua levatura non avrebbe mai potuto rinunciare a delle poppe così gargantuesche da essere scambiate per un terzo e quarto simbionte, senza contare quel culo che... giurò di averlo sentito parlare, quel culo gli aveva parlato e gli aveva detto "No Erno, ti prego, non lasciarci nelle grinfie di un paio di calze affette da misandrìa, salvaci e palpaci!". E lui chi era per ignorare una tale richiesta d'aiuto? Quale codardo si sarebbe tirato indietro?
    Allora... piegò le ginocchia così da ritrovarsi faccia a faccia con gli occhietti vispi di Gyossait. Mettiamo in chiaro una cosa.
    Alzò la mano sinistra, sollevando l'indice come a voler additare la simbionte di fronte a lui.
    È vero! È vero che potrei aver avuto pensieri impuri su Nanako. Più di uno, ne sto ancora avendo... Ma! Ma questo non mi impedirà di farle da insegnante e soprattutto cosa dovresti insegnarle tu? Come si ronfa durante i combattimenti perché farai tutto tu? E il giorno che sentirai di amare tanto questo corpo te lo prenderai? Non funziona così una collaborazione signorina quindi ho deciso di mostrarti IO come funziona una vera collaborazione. Guarda bene cosa sono, anzi, cosa siamo capaci di fare noi due e ringrazia di non avere una bocca per sbavare.
    Si alzò in piedi, saltellando un paio di volte sul posto per poi scrollare braccia e gambe in un tentativo di riscaldamento. Fece poi due passi indietro, mettendo le mani avanti come a voler invitare Nanako ad allontanarsi per quanto possibile e solo a quel punto liberò Carnage dalla prigione della sua giacca che fino a quel momento non aveva smesso un attimo di gonfiarsi e vibrare ma a differenza di quello che si sarebbero aspettate Nanako o Gyossait, il simbionte non uscì furente ma estremamente eccitato.
    Avanti, facciamo quella cosa e poi Gyossait non avrà più motivo di dirmi di no! Via alla FU-SIO-NE!
    Non appena Carnage ebbe terminato la frase, la giacca si illuminò di una luce fluorescente rossa e dal corpo di Erno che fino a quel momento non aveva emesso nessun'aura poderosa, esplose una vera e propria ondata di energia che invase ogni angolo della serra in un attimo. Forse al pari o poco superiore a quella di Gyossait, non sarebbe durato molto il momento di gloria della simbionte dato che pochi secondi dopo quell'indumento che fino a poco prima aveva l'aspetto di una semplice giacca cominciò a sciogliersi e spargersi lungo tutto il corpo di Erno come una rapida e inarrestabile melma rossiccia emanando un potere via via più crescente e rovente. La coppia non si stava trattenendo minimamente e quando quella fusione fu completa, Nanako e Gyossait si sarebbe ritrovate di fronte una figura totalmente diversa capace di emanare un'energia tale da ridicolizzare il calore emanato dalla simbionte di Arashi. Erno incrociò le braccia e il profondo respiro tradì una fessura molto simile a una bocca nella parte bassa del volto. Non sembrava in grado di aprirsi ma questo non impedì all'uomo di parlare.
    Non hai di fronte Erno o Carnage. Hai di fronte il risultato di una assoluta, perfetta fusione. Non c'è l'uomo e non c'è il simbionte. Ci sono solamente io. Nanako, sei interessata a raggiungere un tale livello di affinità con Gyossait? Nello stato attuale non c'è nessuna possibilità che voi possiate essere più che semplici "amiche di chiacchierate". Non finché Gyossait agirà col semplice scopo di farti da balia.
    Le loro voci risuonavano in una melodia così perfettamente sincronizzata da far credere all'orecchio altrui di udire una singola, bizzarra voce. Ma un udito sviluppato come quello di Nanako e dei sensi superiori come quelli di Gyossait potevano facilmente percepire in quel semplice particolare quale livello di compatibilità ci fosse tra quei due capaci di fondersi al punto da cancellare le identità dell'uomo e del simbionte per crearne una totalmente nuova. L'arroganza e l'intelligenza di Carnage, la bontà e l'ingenuità di Erno. Ma soprattutto l'arrogante boria del simbionte.
    Ora hai il permesso di avere pensieri impuri su di me, signorina.
    Concluse con una flebile risata soddisfatta mentre incrociava le braccia di fronte al petto marmoreo.
     
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    Sedie umane e cancellini a terra? Difficile immaginare cosa intendesse, probabilmente erano modi divertenti per spiegare cose strane e magiche, Nanako ne era certa! Quei curiosi pensieri purtroppo non trovarono modo di venir soddisfatti visto il battibecco tra le due "ragazze" che senza volerlo stavano riuscendo in un intento abbastanza complesso: far perdere le staffe ad Erno. Quando notò la vena rabbiosa spuntata sulla fronte del ragazzo, Nanako smise di parlare ben consapevole che stava per dire qualcosa, sempre tenendo braccia e gambe molto strette sul suo corpo, inutile farle notare che quelle forme si nascondessero con estrema difficoltà al punto che sembravano dotate di un linguaggio dei segni tutto loro, linguaggio che senz'altro Erno aveva capito. Nel vederlo inginocchiarsi, Nanako sussultò un tantino imbarazzata, temendo che potesse sbirciare sotto la camicia da notte (pensando ingenuamente che servisse a coprire qualcosa di suo), ma tirò un sospiro di sollievo nel constatare che in realtà ce l'aveva con Gyossait, che in tutta risposta lo fissò con quell'aria di sufficienza tipica dei simbionti. Quelle creature non erano diverse dalle intelligenze artificiali, tutti convinti di essere superiori agli esseri umani, o al massimo che tutti gli esseri umani fossero inferiori a loro, una delle due. Il discorso del ragazzo iniziò bene: Gyossait rimase in silenzio e Nanako sfoggiò un sorriso divertito, forse un tantino imbarazzato per via della schiettezza di Erno ma se non altro aveva detto cose giuste. Non voleva diventare un involucro per Gyossait né un semplice passeggero, dovevano collaborare e sicuramente Erno e Carnage erano i maestri migliori per quello scopo. Gyossait, che non solo poteva vedere gli ingranaggi nel cervello di Erno fumare, ma anche sentire i pensieri ottimistici di Nanako, ovviamente non era altrettanto serena.
    A questo punto è chiaro che ogni NO che dirò non farà altro che peggiorare la situazione... d'accordo allora, mettetevi pure in imbarazzo.
    In realtà Gyossait conosceva molto bene il potenziale di quei due, non era così accecata dall'odio da non riconoscerne i talenti. Ciò di cui dubitava era della loro serietà, ben consapevole che tutti quei trucchi e giri di parole servissero ad un solo e unico obbiettivo, che lei avrebbe fatto di tutto per non fargli raggiungere. Nanako invece li incoraggiò col suo sorriso migliore, sperando che la performance facesse cambiare idea a Gyossait portando la pace. Non sapevano esattamente cosa aspettarsi ma quando Carnage prese a sciogliersi su di lui, realizzarono che si trattava di qualcosa paragonabile a Gyossait che ricopriva il corpo di Nanako per controllarlo. Ma era diverso, molto diverso. Non si trattava di semplice rivestire il corpo con una tuta organica, né di mescolare la propria carne con quella di un altro essere. Era una fusione di spiriti, sincronizzati e affini che avevano imparato a creare un'armonia perfetta tra di loro. Non erano più arma e ospite, ma un unico essere che emanava una potenza tale da far sgranare gli occhi perfino a Gyossait. Se ne rese conto perché per quanto fosse divenuta affine ad Arashi nel tempo, nemmeno lei aveva raggiunto in simile livello di perfezione, men che meno con Nanako. Se da una parte l'ultradivisa risultò sorpresa, la reazione di Nanako fu estremamente più inaspettata: le braccia si strinsero al petto e le gambe iniziarono a sfregarsi tra di loro, come se volessero assorbire il calore provocato da quella pressione energetica. I suoi occhi erano sgranati e il respiro si fece molto più corto. Era un misto di emozioni. Da una parte i suoi muscoli si erano irrigiditi, come pronti alla battaglia, il brivido di un combattimento contro un essere più forte la portava a stimolarsi. Dall'altro ne era attratta, ricordava il potere che aveva raggiunto in passato e con quanto piacere lo aveva sfruttato per ottenere soddisfazione sessuale. Era un turbine di emozioni e come mai prima d'ora si era sentita viva. Il brivido della battaglia e la dimostrazione di forza erano le due cose che più la stimolavano in assoluto e Erno gliene aveva date entrambe in abbondanza. Il risultato fu assolutamente imprevisto.
    Nanako? Nanako che stai facendo?
    Neanche Gyossait riuscì a rendersi conto di quanto quello spettacolo l'avesse stimolata, in effetti l'istinto guerriero di Nanako era un mistero per entrambe e anche per Arashi, non potevano immaginare che avesse un grandissimo talento ma soprattutto una capacità di adattarsi immane, pertanto proprio come se avesse accettato il guanto di sfida di Erno, il suo subconscio la riportò a quando sapeva utilizzare i suoi poteri alla perfezione. Gli occhi di Gyossait si accesero di energia, spalancandosi del tutto per poi sparire all'interno delle calze. Lo stesso successe agli occhi di Nanako che si riempirono di energia violacea, i capelli si sollevarono perdendo colorazione di colpo e diventando bianchi, mentre l'esplosione di forza la costrinse ad allargare le braccia e con esse anche la camicia da notte. Per un istante fu completamente nuda di fronte a lui, solo il tempo di ricoprirsi completamente del nero di Gyossait che prese la forma di un'armatura completa. Nonostante ora fosse completamente corazzata, Nanako mostrava ancora le forme spettacolari della sua femminilità, indice che quell'armatura aderiva completamente al suo corpo senza bloccarle i movimenti, anzi sembrava molto più tonica e sciolta di prima. Mentre osservava quella corazza prendere forma sulle sue mani, stupita, Nanako spalancò la bocca sorpresa mentre gli ultimi strati di armatura le rivestivano proprio le labbra e la parte inferiore del viso, completandosi dietro la nuca con un metallico laccio per i capelli. Ai lati di quelle che sembravano delle fauci incise, apparvero i due occhi di Gyossait, sorpresi almeno quanto quelli di Nanako. La ragazza, sorpresa, si portò le mani sulla maschera iniziando a parlare, anche se la sua voce appariva leggermente filtrata.
    Gyossait... che hai fatto? E' incredibile!
    Io non ho fatto niente.
    Quando l'ultradivisa rispose, la maschera non rimase chiusa ma si mosse come se fosse Gyossait a parlare sulle labbra di Nanako.
    Sei stata tua. Hai reagito istintivamente ad uno stimolo esterno, attingendo sia alla tua memoria muscolare che ai tuoi circuiti energetici. Arashi aveva ragione... hai perso la memoria e il controllo del tuo potere, ma ricordi ancora come si combatte.
    Sollevò lo sguardo verso Erno, stringendo i pugni con decisione, dal suo sguardo si vedeva quanto fosse entusiasta in quel momento. Anche se non era più nuda i suoi fianchi e il suo petto prosperoso erano ancora perfettamente visibili, anzi perfino valorizzati visto che la sua armatura prevedeva anche un paio di tacchi acuminati, probabilmente pensati per il combattimento ma che rendevano ancora più sinuosa e slanciata la sua figura.
    L'unica cosa che non capisco è perché questo ti ecciti...
    L'ultimo commento perplesso di Gyossait fece tornare il volto di Nanako paonazzo come non mai, quindi se prima era in una posa vittoriosa ed entusiasta, ora tornava invece con le spalle strette, le gambe serrate e il capo chino, timorosa di dare una brutta impressione di sé. Una ragazza così alta dentro un'armatura tanto minacciosa che si comportava in quel modo imbarazzato e timido era sicuramente uno spettacolo raro.
     
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    È vero, alla fine del suo sfoggio di potere le aveva dato il permesso di viaggiare con la fantasia mentre lo guardava ma improvvisamente, quell'idea nata da un momento di puro arrogante narcisismo da seduttore sgangherato, si rivoltò contro di lui non appena Nanako, effettivamente, acconsentì, forse inconsciamente, a quelle parole mettendo in mostra una serie di segni del corpo impossibili da fraintendere. In un primo momento temette di starle facendo del male con quell'elevata pressione energetica ma quel dubbio venne prontamente scacciato quando quei grossi occhioni gialli la esaminarono con più attenzione: lo stava fissando con gli occhi sgranati di un devoto di fronte alla sua divinità e finché fosse stata solo devozione Erno avrebbe potuto mantenere il controllo ma quelle braccia così stretto al suo petto da metterlo ancora più in mostra e le cosce sfreganti tra di loro erano un chiaro segno che Nanako stava cercando di contenere un certo prurito probabilmente provocato proprio da lui. Era bastato accendere la sua forma perfetta? Era davvero giusto sfruttare quella situazione per finire ad ammucchiarsi con quella biondina pochi istanti dopo averla conosciuta? Dimenticò come la loro fusione aveva creato un mix perfetto delle loro menti e purtroppo non fu un'idea geniale attingere da quella fonte per cercare una risposta. Tale fonte che era il cervello fuso alla materia del simbionte rimandò indietro diverse immagini che lo vedevano sodomizzare Nanako mentre le teneva la faccia schiacciata nella terra di uno dei tanti vasi in quella serra. Un pensiero piuttosto scomodo che portò quella faccia apparentemente inespressiva a sporcarsi lievemente di un infantile rossore che cercò di nascondere rimanendo totalmente impassibile e mantenendo la posizione delle braccia conserte.
    Fu quello che accadde dopo a dargli il colpo di grazia e a farlo risvegliare subito dopo. Quel rossore, quell'imbarazzo vennero allontanati dalle parole stupite di Gyossait che lo portarono ad osservare la reale reazione di Nanako di fronte alla sua forma più perfetta. Non riuscì a spiegarsi al meglio cosa avesse potuto scatenare quel risultato ma l'opzione che riteneva più vicina alla realtà era il puro e semplice istinto guidato da un ricordo passato. Arashi aveva parlato di averla trovata e ne dedusse che tra le parole che non aveva detto dovevano essere le condizioni in cui l'aveva trovata. Lo stesso discorso si poteva applicare a Gyossait e al suo fare estremamente protettivo e quasi materno nei confronti della giovane che sicuramente non era la stessa persona del passato... eppure quel passato era davvero sparito? Il suo istinto dimostrò ad Erno e Carnage come avesse ancora una profonda quantità di ricordi da cui attingere e tra di essi doveva esserci quello di una vera guerriera così affine alla battaglia da riuscire a controllare un simbionte subito dopo aver visto il risultato di un tale controllo. O forse era semplice talento e ci stava pensando su un po' troppo.
    Se avesse avuto della sopracciglia ne avrebbe inarcata una per mostrare la sua perplessità quando sia gli occhi di Gyossait che quelli di Nanako si accesero ma ben presto la perplessità tornò ad essere sostituita da un profondo imbarazzo quando, presa dalla sua improvvisa trasformazione, la biondina pensò bene di allargare liberamente le braccia lasciando il compito di coprire le sue grazie a quella striminzita camicia da notte che fallì miseramente il suo lavoro senza neanche andarci vicino abbandonando le sue nudità agli occhi sempre sgranati di un Erno preso totalmente contropiede. Fortunatamente (o sfortunatamente?) il suo corpo venne rapidamente coperto da quella che a tutti gli effetti poteva essere considerata una vera e propria armatura incapace di nascondere la prorompente femminilità di quel corpo decidendo quindi di accentuarla quasi per ripicca. Per un attimo credette che Nanako avesse avuto tutto sotto controllo ma al termine di quel cambio d'abito il suo completo stupore tradì la completa istintualità del suo gesto. C'era stata consapevolezza ma solo per un breve attimo e solo a seguito di uno stimolo. Bene ma non benissimo.
    Lo stupore delle due "ragazze" fu tale da non permettere loro di comprendere neanche chi avesse dato realmente inizio a quel cambio ma le parole di Gyossait non fecero altro che affermare il suo pensiero su una latente memoria muscolare e un passato da cui la sua mente aveva attinto per farla passare facilmente allo step successivo. Nanako doveva essere stata forte ma in passato ma ora dava l'impressione di essere solamente una ragazzina alle prime prese con le stranezze di quel mondo ed esse la facevano addirittura eccitare. Le aveva regalato quello sguardo determinato ma la simbionte aveva impiegato pochi secondi a piegarla nuovamente nel suo imbarazzo di fronte a quella rivelazione. E se di fronte avesse avuto il normale Erno, probabilmente il ragazzo avrebbe cercato di riportare la situazione alla normalità... ma così non era.
    La creatura di fronte a loro sciolse le braccia incrociate portandole ai lati del corpo così da dare un leggero tocco al suo mantello che si sollevò e illuminò di sfrigolanti scariche elettriche che dolcemente andavano a poggiarsi contro le pareti vetrose creando un effetto molto simile a quello di una sfera al plasma. Partivano in tutte le direzioni e nonostante toccassero anche le piante o addirittura il corpo di Nanako esse non producevano più di un piacevole prurito al contatto. Fu a quel punto che Erno si fece avanti di qualche passo, lentamente, al punto che tra lui e la biondina ci fosse lo spazio necessario per permettere solamente all'aria di passare e forse anche qualche audace moscerino. Gonfiò il petto fieramente e la sua muscolatura venne messa in risalto come se a coprirla ci fosse stata solamente la maglia attillata di poco prima.
    Un risultato notevole ma non sufficiente. Pensate ancora come due esseri distinti e non riuscite a condividere, a fondere le vostre emozioni e i vostri desideri. Quindi faremo un esperimento. Nanako, nonostante tu sia ricoperta da Gyossait voglio che la convinci o la obblighi a partecipare con te a qualunque cosa tu abbia voglia di fare ora. Senza recidere il legame appena creato. La scelta migliore sarebbe fare qualcosa... che lei non vorrebbe mai fare ma tu si. Non penso tu sia una cattiva ragazza quindi hai il permesso di toccarmi quanto vuoi.
    Aveva potuto ammirare le sue reazioni, la sua attrazione per un potere così grande quindi mostrando la sua affinità col tuono non fece altro che amplificare quel potere fino al suo massimo possibile trasformandosi in una vero e proprio nucleo di energia che ormai aveva invaso ogni angolo di quella serra avvolgendoli in un'invisibile coperta calda e accogliente. Era consapevole che Nanako sapesse molto bene che un conto era stargli vicino e un conto era passare al contatto diretto. La percezione di tutto quel potere sarebbe cambiata totalmente! E quella voce, seppur doppia, iniziò a farsi sempre più calma, seducente e virile. Un piccolo dono da parte di Carnage.
     
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    Ancora piuttosto incredula per quello che era successo (e anche un tantino imbarazzata per via della sua nuova mise), Nanako smise di prestare attenzione a ciò che le stava attorno finché non fu una delle scariche elettriche generate da Erno a riportarla alla realtà, facendola sobbalzare sul posto e portandola a coprirsi il ventre, zona casualmente scelta dalla scarica elettrica che l'aveva colpa. Non le fece male, ma ogni stimolo a quel punto la faceva sobbalzare vistosamente, si sentiva come se l'avessero spellata e ora fosse con la carne al vento, altro che armatura! Tutto si mosse molto rapidamente anche nella sua mente e prima che lei e Gyossait potessero indagare sulla cosa, Erno si fece avanti chiudendo le distanze e riportando Nanako al silenzio, con il volto leggermente intimidito ma solo per via del rossore sul volto, non di certo perché temesse Erno, anche se la sua pressione energetica non la lasciava affatto indifferente... anzi. Gyossait capì subito che doveva prendere la situazione in mano altrimenti Nanako avrebbe perso il controllo, tuttavia qualcosa le impediva di prendere l'iniziativa, come se Nanako stesse esercitando forza su di lei... la stava controllando? Al punto che non riusciva nemmeno a parlare? Alla conclusione del discorso del ragazzo, Nanako sobbalzò di nuovo portandosi una mano all'altezza del volto nascondendosi istintivamente la bocca, anche se in realtà non ne aveva bisogno visto che era mascherata. Gyossait invece riusciva a leggerle la mente e capire i suoi pensieri, quindi capì subito cosa stava succedendo e la sua reazione fu molto distante dal suo canonico meccanico accompagnato con aria di sufficienza: ora sembrava realmente preoccupata e per un certo verso, anche imbarazzata.
    M-maledetti! Come potete usare questa psicologia becera per corrompere la mente di Nanako?! Solo perché avete fiutato la sua eccitazione ora volete approfittarne come due adescatori con una succosa caramella?! Ma non vi vergognate nemmeno un pò?!
    La maschera furiosa attraverso la quale Gyossait parlava venne presto messa a tacere da un movimento delicato di Nanako, pressoché istintivo, all'altezza del volto: bastò muovere le dita lì davanti per far sparire la maschera e lasciarne solo delle tracce ai lati del mento e degli zigomi, così da lasciare del tutto scoperte le sue labbra. La replica di Nanako fu cristallina e spontanea, nella sua voce c'era solo dolcezza e una punta di imbarazzo, non una sola nota di disprezzo.
    Se penso che volete usare questa situazione per prendervi gioco di Gyossait... non penso sia molto giusto, né io dovrei costringerla a fare qualcosa che non vuole, perché lei potrebbe fare lo stesso con me. Non è così che si crea una convivenza armoniosa...
    Gyossait rimase in silenzio, rimanendo piuttosto sorpresa. Riusciva a sentire quanto quella forma riuscisse ad eccitare Nanako, ovviamente non era una facilona affamata di sesso ma semplicemente era di fronte ad uno spettacolo estremamente gradito, non poteva biasimarla. Semmai era strano che riuscisse a resistere in quel modo, pensando anche a Gyossait prima di tutto. L'ultradivisa capì che se si sentiva sedata e bloccata era perché Nanako stava reagendo istintivamente, non lo faceva di proposito. Forse allora un allenamento assieme non poteva far loro male. Ma così? Nanako alzò lo sguardo verso Erno, allungando le mani sul suo petto e toccando quei muscoli perfetti misti al simbionte che emanavano un'energia meravigliosa e soprattutto le regalavano scosse di piacere irresistibili. Il suo potere metallico assorbiva l'energia magnetica di Erno e la faceva sua, nutrendola come se stesse ricaricando una batteria e al contempo eccitandola, al punto che la corazza più spessa iniziò a dissiparsi rendendo quel vestito molto simile ad una tuta completamente in lattice perfettamente aderente al suo corpo. A testimoniarlo c'erano i capezzoli di Nanako divenuti estremamente evidenti.
    Però... se penso che questa è una situazione inaspettata e possiamo affrontarla assieme... allora non possiamo perdere una simile occasione!
    A quella rivelazione, la disperazione di Gyossait riprese il sopravvento e balzò si nuovo fuori coprendole la bocca con la maschera, decisa ad esprimere tutto il suo dissenso.
    Ma perché proprio loro due?! Nanako ti stanno manipolando usando la loro pressione energetica, non cedere!
    Anche se Gyossait diceva così, Nanako aveva preso la sua decisione e senza smettere di fissare Erno negli occhi, passò di nuovo la mano destra sul suo volto, stavolta non per far sparire Gyossait ma per cambiare la sua forma: invece di una maschera spessa si trasformò in una serie di filamenti che le decoravano la parte inferiore della bocca e si concentravano sulle sue labbra. Gyossait si era trasformata in un rossetto nero attraversato da lineamenti brillanti dello stesso colore dei suoi occhi. La sua bocca e quella di Gyossait erano fuse. Infatti l'ultradivisa non riuscì a dire più nulla e quando Nanako si fiondò sulla bocca di Erno e il simbionte, i due avrebbero potuto percepire distintamente la dualità di quel bacio: il dissenso di Gyossait misto al suo imbarazzo, uniti dal desiderio di Nanako e la sua calda voglia di scambiarsi ancora quelle sensazioni. Appena Nanako aprì la bocca la sua lingua si unì a quella di Erno con un piccolo lampo elettrico che rappresentava la loro tensione statica, ogni movimento provocato dai loro corpi con quel bacio produceva scariche elettriche ed erano destinate ad aumentare perché dopo aver conquistato la bocca di Erno, Nanako schiacciò i fianchi e quel prosperoso seno su quella figura imponente e potentissima, come a volerlo invitare ad attingere a piene mani della sua carne. Finalmente poteva assaporare quell'energia direttamente sul suo corpo ed era bellissimo.
     
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    Dette per scontato il totale dissenso di Gyossait di fronte a quella situazione ma il loro obiettivo era tanto permettere a quella coppia di trovare un punto d'incontro, quanto dimostrare a quella simbionte che non era capace di controllare ogni cosa e che in fondo era solo un ospite in un corpo non suo. Con Carnage la questione poteva essere stata più semplice dato che, in un certo senso, si conoscevano anche da prima che venisse iniettato nel suo corpo ma anche il simbionte cremisi aveva avuto i suoi momenti di megalomania, i suoi momenti di rabbia e desiderio di prendere il controllo su di lui. Eppure erano arrivati insieme fino a quel punto, fino alla totale fusione in un singolo essere che non condivideva le coscienze di entrambi ma le mescolava tra di loro per crearne una nuova. Avrebbe voluto dire a se stesso che era bastato diventare più forti ma per quanto sembrasse banale era stato il loro modo di pensare così simile e affine a portarli a quel risultato così eccezionale.
    Non si trattava solamente di costringere od obbligare Gyossait a fare ciò che non voleva, si trattava di svegliare il carattere di Nanako così che potesse sfruttare il suo stesso corpo e i suoi desideri per convincere la simbionte a seguirla in un'impresa che magari non condivideva appieno. Si trattava di farle cambiare idea almeno in quella piccola situazione.
    Si rese conto che non sarebbe stato per niente facile quando Gyossait non perse tempo ad esprimere tutto il suo dissenso per come stavano andando le cose ma Erno apprezzò il fatto che il suo solito tono freddo e indifferente si fosse trasformato in quello di una ragazza ben più che nervosa e imbarazzata di cui avrebbe volentieri ammirato il viso. Ciò che invece non si aspettava così improvvisamente fu la reazione immediata di Nanako che la mise a tacere con un gesto rapido della mano che scompose la maschera di fibre di fronte alla sua bocca liberando così quella umana. Riusciva a controllarla con tale facilità o era stato solo un gesto dettato dall'istinto? La sua maschera semi-espressiva lo aiutò a nascondere lo stupore ma non riuscì a farsi scappare un piccolo verso di stupore, inspirando profondamente come a voler commentare silenziosamente ciò che aveva osato fare la biondina nei confronti della sua simbionte. Si sarebbe messo anche una mano di fronte alla "bocca" per lo stupore ma Nanako attirò nuovamente la sua attenzione. Solo a quel punto la copertura sulla bocca di Erno si scompose in maniera molto simile ad una spaccatura mostrando l'organo umano sottostante.
    Carnage prova una certa soddisfazione nel pizzicare le corde di Gyossait per farla innervosire ma non è solo di questo che stiamo parlando. Non dovete ragionare come colleghe o come amiche. Dovete ragionare come due gemelle siamesi. Ogni decisione che prendete influenza anche l'altro ed essendo due coscienze divise è assolutamente necessario che raggiungiate una quasi totale affinità su quasi qualunque argomento. Non adagiarti sugli allori Nanako. Non è solo Gyossait quella che verrà messa alla prova...
    Doveva essere chiaro alla ragazza che se in quel momento era Gyossait quella "sotto esame" era solamente perché erano riusciti a trovare molto facilmente qualcosa su cui si trovava assolutamente in disaccordo con Nanako. Lei non era esente da quell'esperimento e prima o poi avrebbe dovuto affrontare situazioni affini alla simbionte e meno a lei. Fino a quel momento però anche il suo insegnante avrebbe cercato di godere di ogni istante del loro primo incontro. Il torace di Erno si gonfiò di orgoglio quando percepì il contatto con le dita delicate di lei e la muscolatura definita sembrò quasi reagire e seguire il contatto di Nanako generando piccole scariche sotto la pelle dei polpastrelli che fecero vibrare il sottile strato di biomassa che li divideva. Non tratteneva nessuna briciola di energia emanandone il più possibile in quel luogo chiuso come a volerla sostituire all'ossigeno stesso e quando la tuta della bionda iniziò a ritrarsi trasformandosi in un vero e proprio pigiamino attillato il mantello che caratterizzava la fusione dell'uomo e del simbionte agì come un arto aggiuntivo, muovendosi in avanti così da poter abbracciare la figura femminile di fronte a lui avvolgendoli entrambi in un caldo ed energetico abbraccio. Nanako acconsentì a quell'opportunità e di nuovo Gyossait trovò la forza di uscire solamente per essere zittita l'istante dopo. Avrebbe voluto rispondere ma i suoi occhi mostruosi non riuscivano a scollarsi da quelli di lei e da ciò che fece con la sua simbionte. Si aspettò di vederla nuovamente ritratta ai lati della bocca e invece Nanako riuscì a renderla parte integrante delle sue stesse labbra spingendo Carnage ad emulare quel gesto come in un segno di sfida. Il simbionte cremisi, però, a differenza della sua partner, si avvolse intorno alla lingua di Erno aumentandone le dimensioni e la prensilità portando il piccolo organo ad assumere il suo medesimo colore. Quando entrambi si fiondarono sull'altro in quell'improvviso e passionale bacio, l'energia elettrica che circondava Erno emise un brillante flash che avrebbe attirato l'attenzione di qualche studente ancora sveglio nella sua stanza e le scariche iniziarono a curvare tutte di fronte a lui come tentacoli desiderosi di toccare Nanako anche per un breve attimo.
    La Carnage-lingua saettò nella sua bocca alla ricerca della compagna e fu proprio in quel momento, in quell'attimo di contatto così profondo tra loro due, che Gyossait e solamente lei, avrebbe sentito la voce del simbionte.
    Quel completo attillato e il tuo carattere insopportabile ti rendono dannatamente sexy...
    Non era la prima volta che Carnage affermava la sua attrazione per lei ma fu la prima volta che lo fece totalmente privo di ironia e sarcasmo ma carico di un desiderio e di una passione pari solamente a quelle che trascinarono entrambe le mani di Erno sulle natiche della bionda, strizzandole con la grazia di un elefante solamente per poterla tirare a se in modo che nessuna parte dei loro corpi fosse divisa. Secondo dopo secondo le loro energie si fusero sempre di più e quella di Erno non fece altro che crescere e crescere portandolo ad emanare un calore quasi surreale che trovò la sua origine proprio tra le sue gambe. La biomassa lo ricopriva interamente e il concetto di "pantalone" era totalmente assente ma questo non impedì al duo di mettere insieme le loro migliori qualità e produrre in tempo molto breve qualcosa che sicuramente la loro imprevista amante avrebbe sicuramente gradito.
    Nella foga del loro bacio, la biomassa si deformò leggermente nella zona dei genitali sembrando inizialmente intenzionata a far uscire solamente la virilità del ragazzo mettendo poi in mostra che la loro fusione era più profonda di quanto si potesse pensare. Come generato dallo strato di biomassa stessa, la virilità di quella creatura fece capolino in tutta la sua mole iniziando ben presto ad occupare spazio tra i due amanti e solamente quando la sua formazione fu completa, sotto l'asta, balzò fuori un enorme e gonfio scroto. Se Nanako fosse stata incuriosita dalla nuova presenza e avesse abbassato lo sguardo si sarebbe trovata di fronte una vera e propria belva inumana personalizzata da Carnage con un collare borchiato alla base, eretta e schiacciata tra i loro ventri, abbastanza lunga da toccare la base dei suoi seni. La superficie, bollente, era caratterizzata da una lunga e sconnessa fila di protuberanze e gonfie venature e la sua grassa morfologia terminava in una corolla di carne che precedeva la lucida cappella.
    Solo a quel punto Erno si divise dalle sue labbra rimanendo collegato a lei solo grazie a brillanti e sottili filamenti di saliva. Non si allontanò dal suo viso ma il suo bacino non resistette alla tentazione di muoversi così da poter strofinare quella mostruosità sul ventre di lei.
    Mostri talento nel riuscire a controllare Gyossait ma noi non vogliamo mutarla e schiacciarla. Vogliamo che comprenda il piacere e la passione e che decida di unirsi a noi. Che decida di collaborare con te per ampliare le vostre capacità. Cerca di convincerla. Cerca di mostrarle cosa provi quando ti dico che non vedo l'ora di scoparti fino a farti urlare. Posso assicurarti che Carnage la vuole quanto io voglio te.
     
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    Sentire quella lingua grossa e gonfiata dal potere di Carnage fu molto strano per Nanako. Il primo istinto fu quello di essere sorpresa e magari tirarsi anche indietro, come spaventata, ma il suo corpo non reagì in quella direzione: ancora una volta l'istinto aveva preso il sopravvento e stava gustando quel momento come se fosse molto tempo che lo attendeva pazientemente. Aveva già dato baci così mostruosi? E a chi? Aveva molte domande, dubbi cristallizzati nel ghiaccio della sua mente offuscata, ma più ne spaccava piccoli pezzi per poterli esaminare, più cadevano in un mare caldo e proprio come cubetti lasciati al loro destino si scioglievano e svanivano lasciando spazio a ben altro. Ogni tentativo di scavare nella sua mente dava sempre lo stesso risultato: un istintivo e primordiale senso di appartenenza, ma incapace di dire nulla. E forse, visto quanto era piacevole sentire quella lingua calda dentro le sue labbra, non aveva davvero importanza in quel momento. Le mani che scivolarono sul petto di Erno durante quel bacio però non furono affatto un istinti incontrollato, quanto più la voglia bruciante di Nanako di sentire un fisico caldo e marmoreo di fronte a sé, iniziò a bramare il suo tocco e i suoi abbracci e per questo lo massaggiava col suo prosperoso seno facendogli sentire quanto turgidi fossero già i suoi capezzoli. Nanako era abbastanza timida e riservata ma non le serviva recuperare la memoria per essere a suo agio con la propria sessualità: non era una bambina, su questo non c'erano dubbi. Al contrario invece, Gyossait, si era chiusa in un silenzio imbarazzato, timorosa che qualsiasi commento potesse venire deformato dalla formicolante sensazione di piacere che le risaliva tutto il "corpo". Stare come una seconda pelle addosso a Nanako le faceva sentire ogni piacevole sensazione e l'unica ancora verso la sua moderata capacità lessicale era il silenzio. Silenzio che Carnage costrinse a spezzare con una comunicazione telepatica che solo i simbionti potevano scambiarsi.
    Perché mi lusinghi come se fossi una donna umana...? Maledetto Carnage... come fai a provare pulsioni sessuali così impertinenti... non sei forse pensato per combattere come me? Dovresti preoccuparti della sopravvivenza del tuo ospite... invece di spingerlo ad infilarsi ovunque può...!
    Parole senz'altro severe, ma incrinate dal fatto che quella pulsione la provava anche lei in fondo, solo che non era disposta ad ammetterlo. Inoltre Gyossait dava per scontato che fosse Carnage il perverso e Erno quello troppo debole per resistergli, ignorando del tutto il fatto che in realtà quella era una collaborazione spietata. Nanako invece non era così ingenua da pensarla come la sua ospite e fu chiarissimo quando Erno la tirò a sé per le natiche, facendola sentire desiderata mentre quel bacio la scioglieva letteralmente sulla carne del suo focoso baciatore, diventato non solo epicentro di tutte quelle scariche elettriche ma anche una fucina di bollori che accese a sua volta il ventre di Nanako portandola a scaldarsi sempre di più. Era come allargare la propria pressione energetica ma adesso lo stava facendo in maniera controllata e con cognizione di causa. Sentirsi così nel pieno delle sue forze mentre Erno la tirava a sé era bellissimo, tant'è che rimase piuttosto indispettita quando qualcosa si mise tra di loro e il bacio si interruppe improvvisamente. Al di fuori di un verso stizzito però, la bionda non riuscì a dire né protestare in alcun modo perché bastò abbassare lo sguardo per sgranare gli occhi e restare esterrefatta dallo spettacolo che aveva davanti. Enorme, inumano, venoso e pieno di spuntoni carnosi. Quello era una novità perfino per lei e quando entrò nel suo campo visivo non riuscì più a trattenere Gyossait che rivestì la bocca di Nanako con i suoi occhietti rossi ai lati delle labbra. tuttavia, visto che era stupita tanto quanto lei, anche l'Ultradivisa teneva le fauci spalancate. Anche nelle loro situazioni intime con Arashi Erno si era concesso goliardiche esperienze fin troppo esagerate, ma quello le batteva tutte.
    Ma è... ENORME!
    Ma è... ENORME!
    Mugugnarono la stessa cosa, ma con toni nettamente diversi. Poi Erno diede nuove istruzioni e Nanako alzò lo sguardo verso di lui: gli occhi di lei erano languidi, quelli di Gyossait preoccupatissimi. Era ovvio che quella lezione non sarebbe stata affatto semplice, ma la bilancia delle due personalità stava subendo un lento declino lubrificato dagli umori dell'intimità della bionda.
    E' davvero... grande.
    TROPPO grande! Non puoi iniziare in maniera più UMANA?! Maledizione Nanako si è ripresa ora da un'esperienza traumatica come puoi tirare fuori quella... QUELLA... quella cosa!!!
    Aspetta Gyossait... noi dobbiamo collaborare. E' ovvio che da sola non potrei fare niente... ma tu puoi aiutarmi, no?
    Le loro menti erano connesse come non mai a quel punto, l'istinto di dover sopravvivere a quell'affare stava facendo effetto, funzionava senz'altro e i risultati erano visibili. Il silenzio di Gyossait era dovuto al fatto che stava valutando l'idea di Nanako e anche se i suoi occhi sembravano piuttosto timorosi ed indecisi, non poteva abbandonarla a quel punto. Anche perché era fin troppo convinta che Erno e Carnage non avrebbero rinunciato in ogni caso.
    Va bene... gioco di squadra.
    Detto questo la maschera si chiuse intorno al sorriso compiaciuto ed entusiasta di Nanako che senza aspettare ulteriori suggerimenti iniziò ad abbassarsi. Voleva mettersi in ginocchio ma per qualche motivo i suoi muscoli risposero ad un'istinto diverso, portandola a piegare tantissimo le ginocchia ma tenendo i tacchi puntati a terra, facendole assumere una posa piuttosto oscena per raggiungere la verga di Erno, dove le sue natiche sfioravano il terreno ed essendo così tanto in trazione, risultavano incredibilmente evidenti anche solo viste dall'alto. Una volta che fu davanti alla sua faccia, quell'affare divenne ancora più imponente di prima e Nanako non riuscì a resistere alla tentazione di studiarlo meglio, toccandolo con i polpastrelli delle dita solcando in particolare tutte le vene e le punte, arrivando fino alla base e carezzando i suoi testicoli. Era davvero impressionante, ma nonostante questo il prosperoso seno di Nanako poteva ancora dargli battaglia, ed era quella l'arma che la bionda voleva utilizzare. Allontanò le mani di qualche centimetro, piegando i polsi verso l'alto e stringendo le braccia intorno alle sue grosse montagne di carne. Poi la maschera si abbassò, sciogliendosi e percorrendole tutto il collo passandole dal petto al centro dei seni fino a raggiungerne la base. All'altezza del petto e della gola di Nanako si formò una piccola parte allungata e rigonfia, sembrava un morbido cuscino lucidissimo che avrebbe accompagnato la verga di Erno in un abbraccio senza precedenti. Nanako sollevò il petto ed inarcò la schiena all'indietro, così da stringere quella verga immensa tra le sue femminilità, strette a loro volta tra le braccia. Gli occhietti di Gyossait spuntarono fuori all'altezza dei seni di Nanako, poco più su dei capezzoli e una massa lucida, nera e morbida come carne accogliente avvolse la base del membro. Era come un cerchio di carne, a metà tra le calde labbra di una donna e il suo stretto ano, che stringeva la base della verga di Erno e lo chiudeva all'interno di quelle grosse montagne di piacere. Il "cuscinetto" si gonfiò vino ad avvolgere del tutto la mazza di Erno, a quel punto era esattamente come se Nanako stesse indossando una flessibile maglia di latex e il cazzo del ragazzo fosse scivolato sotto di essa finendo in mezzo alle tette della ragazza. Solo la punta faceva capolino dalla gola di Nanako e si adagiava sulle sue labbra. Lei non esitò a baciarla sulla punta e quando prese a muovere le braccia e il busto per iniziare una leggera masturbazione, spostò la testa di lato in modo da accarezzare la cappella con la guancia. Era una stretta decisa ma gentile, resa paradisiaca dalla morbidezza dei suoi seni e ancor più perversa dalla "bocca" di Gyossait che lo teneva ancorato in quella posizione. Era decisamente una collaborazione degna di questo nome.
    Ti piace? Quando mi sono svegliata questo petto enorme mi sembrava pesantissimo, ora invece è così leggero... e caldo. Vorrei sentirti pulsare su di me...
    N-non incoraggiarlo troppo... non sai di cosa è capace...
    Imbarazzata, Gyossait parlava da quella formazione carnosa intorno alla base del membro di Erno e sebbene la voce non fosse troppo deformata, era davvero piacevole sentirla lamentarsi mentre lo "risucchiava" verso il seno di Nanako.
     
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