Don't burn twice

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    La pelle di Nyaruru stava andando a contatto con la melma di Bolshack per la seconda volta, e per la seconda volta dentro di se cresceva un'eccitazione malsana, che si rifletteva nei suoi sogni, che da un rosso furioso diventavano un rosso appassionato. Di conseguenza i respiri della piccola si fecero più profondi, e il calore interno che aumentava creava delle nuvolette di vapore ad ogni respiro. Un'altra conseguenza fu che la piccoletta iniziò a strusciarsi a sua volta con le scaglie del padre, ansimando sempre di più...ed eccolo, all'improvviso! Un orgasmo nel mezzo del sonno, che fece inarcuare la schiena alla piccola, con un lungo ed erotico mugolio...per poi mettersi ad abbracciare la verga del suo paparino. Evidentemente, dopo tutto quel movimento anche un bambino piccolo aveva bisogno di un po di vero riposo, e avere qualcosa di caldo da abbracciare concilia moltissimo il sonno! Quindi l'enorme membro di Bolshak se ne stava tranquillo e beato in mezzo alle cosce e alle tette della piccola, mentre con la guancia si strofinava sul glande. Se fosse rimasta in quella posizione, ricoperta di sperma, sicuramente il mattino dopo avrebbe avuto un peculiare odore di cazzo. Probabilmente le sarebbe pure piaciuto, visto che era l'odore del suo adorato papino!
     
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    La piccola finì con l'abbracciare la sua verga, rendendogli impossibile praticamente il separarsi da lei, o calmare l'eccitazione. Arreso, Bolshak decise dunque di fare l'unica cosa possibile: sfruttò quella posizione per muoversi contro di lei, assaporando la morbidezza delle sue cosce, delle sue tette e delle sue guance per masturbarsi e sfogare tutta la sua frustrazione. Lo fece pi di qualche volta, donandole il suo seme che le fece da caldissimo giaciglio, per i draghi scambiarsi fluidi in modo da ottenere calore e ristoro non era strano, ma questo era perverso perfino per Bolshak. Era l'unico modo che aveva per farla riposare e per sfogarsi così che potesse riposarsi anche lui, sebbene a meri intervalli. Questo gli avrebbe permesso di mantenere la sanità mentale fino al mattino seguente almeno, così che quando Nyaruru si sarebbe svegliata, forse tutto quell'odore di cazzo le avrebbe fatto capire che il suo papino aveva un desiderio da soddisfare. Non la svegliò prima dell'alba, ma quando vide le prime luci, Bolshak non riuscì più a resistere ed iniziando a far pulsare il suo enorme cazzo contro la carne morbidissima di quell'infante, le carezzò le corna ed i capelli con le dita per farla risvegliare.
    Piccola mia... papà ha bisogno di te. Non ce la faccio più... è tutta la notte che ti aspetto. Ti va di coccolare un pò il tuo papà?
    i meravigliava immensamente di quello che stava dicendo, gli esseri umani avrebbero trovato disgustoso il suo comportamento e di sicuro lo avrebbero condannato, ma lui era un drago e non poteva di certo mettere da parte i suoi istinti come faceva una scimmia super evoluta, e in fondo neanche loro riuscivano a sedarli, solo a nasconderli molto bene. Il drago aveva bisogno di sfogarsi e aveva bisogno di lei. Sperava che quell'odore di maschio intenso avrebbe risvegliato il desiderio in Nyaruru, così da concedersi finalmente il meritato svago.
     
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    Nyaruru dormì beata per tutta a notte, incurante della sofferenza che provocava al padre, o almeno finchè non avvenne il dolce risveglio. La piacevole sensazione delle corna accarezzate da Bolshack la fece scivolare nel mondo della veglia senza problemi, e la piccola aprì gli occhi con ancora il membro del dragone appiccicato alla faccia.
    Yawn....ciao papà! Dormito bene? Si alzò in piedi sullo stomaco, sgranchiendosi le giunture, sottoposte ad un enorme sforzo la sera prima. Bolshack poteva sentire vari scrocchii mentre la piccola alzava le braccia e allungava i muscoli. Finita questa breve ginnastica mattutina di pochi attimi, potè ascoltare le richieste paterne.
    Sfortunatamente per il grande drago Nyaruru non aveva ancora la minima malizia che le poteva permettere di intendere le poco sottili allusioni del padre, e quindi si avvicinò a lui con un viso piei di gioia. Certo che ti posso coccolare! E con un salto così agile da essere strano per un drago, soprattutto così piccolo, balzò sul volto di Bolshack, compattandosi in una stretta di adorabile dragosità: le guanciotte di lei strusciavano la fronte di lui le tette premevano al di sopra delle orbite, il naso poteva annusare quel sottile velo di sudore accumulatosi al di sotto del seno, e le labbra toccare la pelle liscia della pancia. Le gambe erano strette, ma non troppo, intorno al collo, in modo che se il dragone si volesse alzare avrebbe comunque appiccicata la piccoletta come una strana maschera. Decisamente non il tipo di coccole desiderato, ma comunque apprezzabile e fatto con il cuore.
     
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    Quando Nyaruru si svegliò, come se non lo avesse già provocato abbastanza, iniziò a dilettarsi in una ginnastica di riscaldamento che mise nuovamente in evidenza le sue minute quanto sensuali forme, l'ennesima tortura del povero drago blu che avrebbe davvero voluto saltarle addosso e basta senza pensarci troppo e continuare fino a che non sarebbe stato completamente esausto. Cosa o teneva sano di mente? Difficile capirlo, forse la dolcezza stessa della ragazzina, forse un miracolo divino, forse e più probabilmente entrambe. Come se non bastasse, Nyaruru aveva optato senza vie di mezzo per il contatto più diretto possibile, proprio sul volto del drago blu che se la ritrovò appiccicata sulla faccia neanche una maschera di bellezza, con addosso ancora l'odore del piacere provato la sera prima, il sudore nascosto tra le sue morbide spire mentre il calore di quell'affettuosa stretta inebriava il povero Bolshak confondendolo. In un primo momento fu sorpreso, troppo sorpreso, poi però sentendo la morbidezza di quel piccolo seno sul volto, la morbidezza della sua pancia davanti alle labbra e le piccole cosce che si cingevano intorno al suo collo si sciolse affettuosamente, contemporaneamente eccitato e commosso da tanta purezza.
    Oh... piccola mia...
    Mugugnò con difficoltà, ma aprire la bocca fu un grande errore perché si ritrovò le labbra schiacciate contro quella tenera pancina alla quale non riuscì assolutamente a resistere ,e dopo aver portato le mani sulle cosce della piccola per sostenerla meglio, Bolshak iniziò a baciare e leccare quel ventre morbidissimo, alzando sempre di più il capo per poter leccare e ripulire ogni parte del corpo che la sera prima aveva profanato con tanta perversione. Scavò nella sua bocca, nell'ombelico, infilandosi tra i fianchi, sotto il seno, tra quelle morbide tette per poterla saggiare tutta, mentre con le mani massaggiava quelle minute cosce e saliva sempre di più verso le natiche. In un primo momento ciondolò in piedi, poi finì in ginocchio sul letto, con la faccia rivolta verso la parete, Nyaruru schiacciata tra il muro e la sua faccia mentre con le mani si avvicinava sempre di più alla caldissima intimità di quel cucciolo di drago. Aveva un cazzo marmoreo a quel punto, era in rivolta, era così grosso e duro che sembrava poter esplodere da un momento all'altro ma Nyaruru non poteva vederlo, altrimenti avrebbe colto la sofferenza di suo "padre". Per lei non c'era spazio per la sofferenza, c'era solo la morbida lingua del Brachydios che le faceva provare ogni genere di sensazione, mentre la sua melma bollente le concedeva il più caldo dei risvegli. Inutile dire che nessun drago era bravo a ripulire i suoi piccoli come un Brachydios dalla pura e calda melma direttamente sulla lingua. A quel punto, ecco l'idea giusta...
    Nyaruru... anche papà ha bisogno di qualcuno che gli dia una ripulita... vuoi pensarci tu?
    Sapeva che altrimenti non avrebbe trovato modo per liberarsi da quella posizione, complice anche lui stesso visto che l'aveva resa con la sua lingua un piacevole modo per darsi una ripulita. Ma Anche Bolshak aveva bisogno di attenzioni e il suo odore pungente di drago non si concentrava solo sul ventre ma soprattutto sulla sua enorme verga, Nyaruru avrebbe potuto sentirlo distintamente senza troppo spazio per i dubbi. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe assecondato la richiesta del padre o l'avrebbe messo ulteriormente in difficoltà sorprendendolo con qualche parola di troppo?
     
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    Nyaruru stava amorevolmente abbracciando il dragone, quando quest'ultimo si alzò, tenendo la piccina come se fosse una mascherina, tenendosela sulla faccia, e leccando il pancino della draghetta. Questa, assolutamente priva di qualsiasi malizia, ci vedeva solo una cosa in quel gesto: che faceva il solletico! Papiiii! D-dai, fa il solletico, hehehe! Naturalmente non poteva starsene ferma immobile, e quindi cominciò a dimenarsi senza rendersi conto che fosse inutile tentare di sfuggire alla morsa del grosso drago, ma questi movimenti ebbero comunque un effetto: le sue cosciotte iniziarono a sfregare contro Bolshak, facendogli sentire tutta la loro calda morbidezza. Intnato con le sue piccole manine stringeva forte il cranio del drago, aggrappandosi ad ogni piccola sporgenza, cambiando appoggio, tirandole un poco per giocarci, almeno finchè il neopapino non la smise per chiedere un piccolo favore alla piccola.
    Nyaruru non poteva essere più felice di aiutarlo, visto tutto quello che aveva fatto per lei! Certo che ti posso aiutare papi! Alchè fece una smorfia interrogativa. Uhmmm...non è che anche a te piace tanto quando ti puliscono? Quand lo avevi fatto con me è stato bellissimo! Spero di poter fare come te, quindi preparati! E con un sorriso malevolo, strisciò sul corpo di Bolshak, arrivando fino ai suoi notevoli addominali, iniziando a dargli piccole assaggiate con la sua linguetta malefica, calda abbastanza da far sentire al dragone una piacevole sensazione, quasi a fare il solletico. Per come si era spostata, Nyaruru era girata al contrario rispetto all'altro drago, cosicchè esso potesse vedere e apprezzare le dolci cure del suo sedere, e la soffice coda che andava placidamente a destra e a sinistra...la draghetta era ancora un cucciolo, e se si guadavano attentamente i sui movimenti, si può notare come sia un libro aperto: i calmi movimenti dei muscoli, l'ipnotizzante ondeggiare della coda...era in uno stato di quiete assoluta, felice di dare una mano a Bolshak, e sperando che anche lui si stesse rilassando.
    Cosa probabilmente affatto vera.
     
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    No, non lo era affatto, non era affatto rilassante per il Brachydios. Nulla dei movimenti di Nyaruru lo rilassava: anzi lo agitavano renderlo sempre più eccitato, forse era il vigore giovanile di quella ragazzina o forse semplicemente qualcosa di recondito, come se fosse nata dalla lussuria stessa, ma era impossibile resisterle per il drago. Non ci riusciva, e più si dimenava su di lui, mettendo in mostra ogni parte delle sue intimità, più Bolshak si agitava. Sospirò rumorosamente mentre lei scivolava addosso al suo corpo, piegò la schiena e il capo all'indietro piazzando i gomiti come sostegno alle proprie spalle. Si lasciò sfuggire un fiato caldissimo, un sospiro che somigliava allo sbuffo di un treno più che altro, che assunse la forma di una nuvola di fumo incandescente sopra di loro. A nulla servì, in ogni caso: il suo fisico diventava sempre più serrato e compatto, mentre la lingua di Nyaruru leccava le scaglie tra i suoi addominali poteva sentirlo distintamente diventare più cado e turgido, proprio come la sua verga che vibrava marmorea poco più sotto, oramai vicinissima alla bocca della piccola. Non vedeva l'ora di sentirla andare fino in fondo, e cercava di non incrociare lo sguardo con la sua intimità per non perdere il controllo. Chiuse gli occhi, iniziando a trattenersi emettendo un verso gutturale e profondo dalla gola, una specie di lamento deformato però dai suoi spasmi di piacere. Doveva resistere per non esagerare, ma diventava sempre più difficile.
    Ti ho insegnato bene... è molto piacevole. Mi raccomando non tralasciare niente.
    Sapeva che non avrebbe resistito ancora a lungo, ma forse Nyaruru poteva aiutarlo a sfogarsi gradualmente ,senza strafare, anche perché se esagerava a quel punto rischiava davvero di traumatizzare quella povera cucciola. Ma era irresistibile in fondo: il suo corpo morbido e tonico, la sua lingua bollente, la sua malizia ingenua e spontanea. Semplicemente letale.
     
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