Sanssouci

appartamento di Adam Qadmon.

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  1. Kira dietro lo specchio.
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    La rigida severità con cui la donna l'aveva guardato per tutto il tempo, giudicandolo a ogni azione, pareva essersi finalmente allentata e lo sguardo, non più fisso su di lui, si era perso tra pensieri lievemente malinconici a giudicare dall'espressione che prese il suo volto, adombrato da una lieve tristezza. Adam si ritrovò inevitabilmente a chiedersi chi fosse quella donna così bella, elegante e, allo stesso tempo, dura e inflessibile: non era affatto la giovane donna che il suo aspetto suggeriva o, perlomeno, non lo era il suo spirito; in lei vedeva una donna avvezza al comando, all'imporsi e che pure, visto l'ambiente sociale in cui si muoveva, era stata costretta a smussare gli artigli della prepotenza con una fredda ma irreprensibile cortesia.
    Non poté evitare di riscuoterla dai suoi pensieri, osservando senza timore alcuno quegli occhi gelidi così simili ai suoi, eppure così diversi, di una sfumatura più dura, più gelida che gli ricordavano lo sguardo che aveva prima di conoscere Arthur, la Papessa, Queenie: lo sguardo di una persona molto sola e che, forse, non si accorge di quanto quella solitudine gli faccia male. Certo, non fui che la considerazione di un attimo, tutta dettata da impressioni assolutamente soggettive e passabili di errore ma, benché fosse consapevole di ciò, si pentì immediatamente dell'ironia con cui aveva esordito la sua domanda, dopotutto non era suo dovere cercare di comprendere gli altri, la loro natura e il loro intimo, segreto dolore prima di emettere una eventuale sentenza? Non gli piaceva l'idea di contravvenire ai precetti della Chiesa a cui aveva deciso di dedicare una parte consistente, se non tutta, della sua vita prima ancora di entrare a farvi parte... e, soprattutto, era indegno di lui essere scortese con la salvatrice della sua adorata piccina!
    A riscuoterlo da queste considerazioni fu, stavolta, proprio la voce della donna che aprì uno spiraglio su un passato tutt'altro che invidiabile e, finalmente, gli diede un nome con cui chiamarla: - Selenya... è un nome che le si addice, dopotutto la sua grazia è comparabile a quella lunare. - le si complimentò con un sorriso cordiale, riferendosi all'etimologia del nome che richiamava direttamente quella della divinità che impersonava la Luna. Non fu che un lieve commento, seguito da un sorriso sincero ma voleva essere l'equivalente di una mano tesa in segno di pace e collaborazione, inoltre pensava davvero quanto aveva affermato e l'eleganza della donna era ancora più degna di stima se si considerava il passato violento che aveva accennato.
    Si dedicò, dunque, con dolcezza a lavare la sua piccina, sentendosi più sereno poiché completamente assorbito da quelle tutto sommato dolci incombenze al punto tale che non notò il "dialogo chimico" che i loro corpi intrapresero suo malgrado.
    All'inizio non ebbe nemmeno effetti particolari, anzi mentre il suo corpo si scambiava massicce dosi di ferormoni con quello della piccola apetta, ebbe modo di perdere un battito nel sentirla dire di essere sempre più vicina a quel parto che, malgrado tutto, non riusciva ancora a credere reale: quindi, trattenendo tutta la tensione che il suo animo avrebbe voluto esprimere, a costo di rendere i suoi movimenti e le sue azioni un po' rigide, aiutò la sua piccina ad alzarsi dalla vasca e si dedicò ad asciugarla. - Ha ragione e mi dia pure del tu, direi che possiamo smettere certe formalità. - propose con un sorriso, mentre asciugava Queenie con delicatezza, stando ben attento a non essere troppo brusco; fu in quel momento che si accorse di essere accaldato e non appena tale consapevolezza lo colpì, il suo sguardo si fissò con intensità sul seno della piccina, perdendosi in quelle forme così perfette, così deliziosamente invitanti mentre la sua bocca si riempiva di acquolina nel solo immaginare il miele che, alla giusta pressione, sarebbe fuoriuscito da quei deliziosi capezzoli. Si riscosse da simili pensieri di colpo, volgendo lo sguardo verso Selenya per sincerarsi se si fosse accorta o meno di quello sguardo... perdendosi irrimediabilmente nelle forme procaci che il vestito aderente lasciava intravedere. Fortunatamente ritornò a se stesso davvero in brevissimo tempo ma si ritrovò costretto a fissare lo sguardo al pavimento mentre ogni respiro si riempiva dell'odore dolce e conturbante delle due donne: che diavolo gli stava succedendo?! Non ebbe modo di darsi una risposta che, distintamente, sentì un fremito al suo sesso e lo sentì inturgidirsi appena: un lieve turgore che, però, viste le sue dimensioni anche da umano, prese la forma di un vistoso e gonfio bozzo proprio sul cavallo dei suoi pantaloni, mentre il lieve strato di sudore che aveva cosparso la sua pelle praticamente gli aveva incollato contro la maglietta, aderendo perfettamente a tutti quei muscoli perfettamente scolpiti, istintivamente tesi e gonfi.
    Era tutto dannatamente sbagliato e imbarazzante, insomma non poteva eccitarsi in una situazione come quella, con Queenie pronta al parto e una sconosciuta davanti a sé! Non riusciva a credere che quella reazione fosse stata provocata dalla nudità dell'apetta, è vero che da quando aveva conosciuto Hilda la sua libido aveva avuto un picco e, in effetti, si era conosciuto con Queenie in circostanze di estremo... "bisogno", ecco, ma non poteva credere di essere diventato così irrimediabilmente vizioso e privo di autocontrollo! S'impose la calma e, dopo aver strizzato più volte gli occhi, decise di comportarsi con estrema nonchalance, facendo finta di nulla benché il suo volto avesse acquisito un colorito umano a causa dell'imbarazzo e i suoi pantaloni fossero fin troppo gonfi.
    Prese, dunque, ad asciugare con attenzione il corpicino di Queenie, cercando di non fissare troppo le sue grazie ma, povero lui, non aveva idea che il suo corpo stesse reagendo anche in altra maniera oltre che a produrre quantità sempre maggior di ferormoni (cosa che, tra l'altro, ignorava completamente): la pelle delle sue mani, infatti, divenne carica non solo di un lieve strato di elettricità ma anche di eromanzia pura che il suo corpo, sempre più eccitato, non riusciva a trattenere e che così, ovviamente, finivano per scaricarsi sul corpo della dolce Queenie ogni qual volta che la sfiorava e ciò, oltre a stimolare i suoi recetori con quel basso ma gradevole voltaggio elettrico, praticamente le faceva un'iniezione di desiderio allo stato puro a ogni lieve tocco o carezza.
    Neanche Selenya sarebbe stata immune da ciò poiché presto l'apetta sarebbe diventata satura di eromanzia e questa, come per il principio dei vasi comunicanti, sarebbe finita per influenzare anche la bella donna, sebbene in maniera meno intensa. Alla fine, il povero Adam si ritrovò nuovamente a fissare il seno di Queenie e, nel tentativo di liberarsi tale malia, allentò la presa delle mani e lasciò cadere l'asciugamano con cui la stava asciugando. - Ah, che sbadato, scusatemi... - disse a denti stretti, confuso e vergognandosi come un ladro per quanto stava accadendo. Si piegò sulle gambe per prendere l'asciugamano ma ciò, vista la loro differenza d'altezza, lo portò al livello delle labbra di Queenie: due rosee, piene, meravigliose labbra.
    Queenie... - sussurrò appena e, del tutto incurante del fatto che ci fosse una sconosciuta, che Queenie sedesse su una sconosciuta, la baciò passionale, quasi affamato, non esitando a cercare subito la lingua della sua piccina. Fu un bacio intenso e, soprattutto, la quantità di eromanzia ed elettricità che il suo corpo produsse spontaneamente ebbe un picco decisamente violento, tanto che non ci sarebbe stato da stupirsi se anche Selenya ne fosse stata colpita. Ritornò a sé mentre la stava ancora baciando, sgranando gli occhi e staccandosi quasi di fretta, mentre si rialzava di scatto. Nel farlo, le due donne avrebbero potuto notare un dettaglio decisamente visibile: quello che era fino a poco prima un lieve turgore, era diventata un'erezione quasi completamente piena e decisamente enorme, sia per gli standard umani... che non solo.
    Scu... scusatemi. Vi faccio strada per la stanza da letto. - disse voltandosi di scatto, assolutamente confuso e per la prima volta in vita sua incredibilmente imbarazzato. Era ovvio che non avesse idea di quanto stesse accadendo e sarebbe stato di grande aiuto se Selenya gli avesse potuto spiegare che quanto stava accadendo era la norma per due tiranidi... ma sarebbe stata abbastanza lucida per farlo? Il corpo di Adam, infatti, oltre a essere saturo di elettricità ed eromanzia, stava producendo abbastanza ferormoni per riempire l'intero condominio e chissà cosa stava accadendo a Queenie...
     
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