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Quando Lucia lascio la presa sui propri seni afferrandogli il membro Ashtar si interruppe un attimo, osservandola curioso e notando il suo sorriso e la sua sicurezza in quel momento. Dalle sue parole già intuì cosa intendeva. Osservò impaziente la piccola lingua di lei scorrere sul suo membro mentre questo si ingrandiva sotto il suo potere. Ashtar fece un sorriso più oscuro, lussurioso e quasi malevolo, il suo membro già normalmente arrivava a bussare violentemente contro l'utero di lei, la allargava per bene sentendola estremamente stretta, poteva accontentare e saziare, forse per le più timide e inesperte perfino spaventare. Grazie a quel potere, divenne qualcosa che non è definibile umano, esattamente come voleva lui e a quanto pare, anche come voleva Lucia.
La fortuna di Lucia era quella di poterlo fare con chiunque, perché Ashtar avrebbe potuto cambiare seriamente la sua capacità di percepire le cose, quella mancanza di freni, quella totale libertà potevano anche essere una tentazione nei ricordi di chi la subisce.
Vivete liberi, del tutto liberi, questo era il messaggio di questo essere del peccato che spinge verso le tentazioni.
<voglio farti sentire quanto il peccato, può avere il sapore del paradiso.>
Afferma in modo quasi dolce, come se volesse avvolgerla del tutto in quelle sensazioni per poi ingurgitare la pillola per creare un suo doppione.
Lo stesso si palesò affianco a loro mentre Ashtar compiaciuto si godeva le sensazioni di quel morbido seno scorrere lungo la sua asta di carne pulsante.
Insieme afferrarono Lucia lanciandola sul letto, praticamente assalendola con un nuovo impeto. Mentre la copia già in erezione si posizionò con il cazzo duro e pulsante tra i suoi seni sfregando buona parte del membro che svettava dalle stesse contro la lingua di lei, l'originale si posiziono tra le sue gambe, tenute oscenamente aperte dal braccio destro e dal tentacolo che usciva dallo stesso, fatto uscire quasi violentemente da lei in quell'atto. <ricordati queste sensazioni Lucia, ricorda questi momenti, questo estraneo senza maschere e quello che ti ha fatto provare, perché tu meriti di poterti lasciarti andare, di poter vivere senza paure, di godere di tutte le sensazioni che puoi ricevere. Di dimenticare i problemi ed il futuro ogni tanto, e concederti una lussuriosa pausa solo per te, solo per prendere da questa amara vita un po di dolce nettare chiamato piacere> Afferrando il grosso membro poteva notare già come le dimensioni fossero quasi inadatte al corpo di lei. La mano destra di Ashtar si apre lasciando fuoriuscire la lingua e torturando rapidamente il clitoride di lei mentre con il membro inizia a fare una leggera pressione, voleva farla impazzire dal piacere, voleva farle dimenticare ogni cosa e disegnare su un foglio bianco quel momento per imprimerlo nella sua testa in modo che non potesse dimenticarlo.
Quando l'avrebbe sentita fin troppo vicina all'orgasmo avrebbe spinto notando la fatica con cui doveva spingere. <come sei stretta aaah siii...> era come se lei fosse stata del tutto vergine in quel momento <basta... ti voglio, ti voglio subito> affermò spingendo con quanta più forza aveva in corpo, il ventre di lei si sarebbe rialzato seguendo quell'affondo che arrivò a sbattere violentemente contro il suo utero, allargando la sua sessualità in modo osceno sia nel guardare che nel sentirne il rumore e spingendo ancora di più come se quella barriera dell'utero rappresentasse solo un fastidioso ostacolo; era chiaro che non sarebbe mai potuto entrare del tutto nella sua interezza. E mentre la copia cominciava a muoversi nel suo seno, Ashtar iniziò a lasciarsi andare ad uno dei vizi capitali che componeva il suo essere, la lussuria. Cominciò a prenderla con forza, quasi in modo animale lasciandosi andare ai suoi istinti e probabilmente difficilmente il sesso di lei si sarebbe potuto accontentare di qualcosa di meno da li in poi.
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