Sweet cruelty

[X Hyperion]

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  1. Hyperion Arcade
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    Sona sembrava non subire gli effetti della presenza terrificante di Gil quando la espandeva, forse era la risposta del suo potere basato su calma e tranquillità, oppure era molto più coraggiosa di quello che sembrava? Gil non volle ammetterlo neanche con uno sguardo, ma ai suoi occhi divenne interessante. Quantomeno valeva la pena avvicinarsi a lei per esaudire quella semplice richiesta. Gil sollevò le mani per avvicinarsi alla lampo, ma prima di farlo posò le dita sulle sue spalle, come a voler cercare il contatto fisico. Voleva scoprire se era davvero così coraggiosa come voleva far sembrare, o se quantomeno riuscisse ad imbarazzarsi. Non poteva farle del male, ma poteva metterla alla prova. Tuttavia, i suoi pensieri vennero interrotti dalla sensazione che percepì la sua pelle a contatto con la carne di Sona: morbida, della giusta consistenza e colore. Chissà quanto poteva diventare calda? Divenne affamato, era più forte di lui, così senza esitare iniziò a far scivolare la zip verso il basso, scoprendola gradualmente, più lentamente del necessario, proprio per capire se fosse tanto impavida: e ne ebbe conferma. Non si vergognava di nulla, né del suo seno prosperoso al vento, né dei suoi fianchi abbondanti. Doveva concederglielo, non era la ragazzina che si era immaginato, ma non aveva ancora niente di così impressionante per lui e anzi, quella domanda fece capire a Gil quanto poco avesse capito di lui fino a quel momento. Quando Sona si sarebbe voltata verso di lui, avrebbe trovato sul suo sguardo un malizioso e perverso sorriso.
    La musica non mi fa nessun effetto, men che meno la tua. C'è solo una cosa che riesce a saziarmi... ed è la carne.
    Lo disse avvicinandosi al suo orecchio, enfatizzando quelle parole con una certa perversione, mentre con le mani le afferrava quegli abbondanti fianchi. Non gli dispiaceva affatto che Sona non fosse scheletrica, anzi il suo corpo era anche più bello così abbondante. Le fece sentire una presa virile, risoluta, perversa, la presa di chi l'avrebbe stuprata volentieri in quel preciso istante. Le fece sentire il proprio petto sulla schiena, sebbene non fosse enorme Gil era particolarmente formato e forzuto, pertanto le avrebbe potuto dare un forte senso di protezione... come anche di pericolo.
    Ma sei fortunata, oggi sembri non essere sul menù... quello che devo fare è solamente assicurarmi che il tuo spettacolo sia un successo e che escano fuori di qui tutti felici. Nient'altro...
    Detto questo avrebbe alleggerito la presa, allontanandosi da lei di qualche centimetro. Se avesse voluto, Sona avrebbe potuto allontanarsi facilmente, ma anche l'esatto contrario. Gil non sembrava voler esercitare nessun tipo di volontà su di lei. Almeno per ora.
     
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