Fiori di umbra

x Yhei

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    io non sono leggenda...sono realtà!

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    Tutto diventava sempre più intenso, Nimue non rispose al "ti voglio" di Henry. Forse lei lo voleva solo per una notte, perlomeno questo era quello che gli aveva esplicitamente detto. Eppure era molto coinvolta, forse anche troppo. Lo cercava, lo stringeva, lo voleva a se, se questo era sesso per una notte allora Nimue voleva prendersi ogni singola briciola. dunque quella sarebbe stata anche l'ultima volta. A Henry spiaceva, avrebbe voluto proseguire quella relazione. Avrebbe voluto condividere il vero se stesso con un altra persona, ora che l'aveva fatto con Nimue non voleva più smettere, come se fosse la migliore delle droghe. Prima decidendo di lasciarsi andare aveva accettato un compromesso. Quello di donare e aprire se stesso, accettare una parte di Hyde in se in modo da essere ciò che realmente era. Per un istante, per godersi quello che doveva essere un gesto egoista da parte di Nimue. IL problema venne dopo, il problema furono le emozioni condivise, i gesti, i profumi, i respiri. Non doveva succedere questo, Henry lo voleva ma non doveva succedere. Perchè Nimue l'avrebbe voluto per una notte. Pensieri come questi però l'avrebbero fatto vacillare sul più bello. Ed ecco allora affacciarsi una terza sfaccettatura nella personalità di Henry, quella saggia. Perchè deprimersi? Perchè non godersi questo momento in modo d'avere un ricordo bellissimo? Non avrebbe dovuto cedere al bambino dentro di lui che pretendeva "il tutto" o "il niente". Perchè non continuare su quella riga e donare il miglior Henry e il miglior orgasmo a Nimue? Henry riuscì a non vacillare. Anzi si comportò con maggiore affetto e succhiava i capezzoli, ne mordeva il seno, con ancora più passione, stringendola a se in un continuo crescendo. Coccolato dalle membra di Nimue che risucchiava il suo membro come se non volesse mai farlo uscire. La corolla di carne attorno al suo dito si stringeva mentre Henry tentava di domarlo col suo movimento. Tutto si faceva sempre più veloce, più incontrollato, sembrava un animale. I suoni si mischiavano, l'odore di Nimue gli dava alla testa, tutto anche se niente li circondava iniziò a girare in un turbine di sensazioni e emozioni. Più forte, più intenso, più eccitante. Spingeva come un dannato! Le natiche muscolose si contraevano contrarie alla spinta di Nimue, doveva metterci forza con quelle mani, più forza ci metteva e più lo voleva. Era eccitato, non capiva più niente, era ubriaco, ubriaco di Nimue ed era fantastico! Fantastico non avere niente che non fosse lei nella testa, nella pelle, nella carne. Un illuminazione! Ecco perchè non riuscì a rispondere! Stava per raggiungere l'apice e semplicemente non ne aveva le forze, e se lo stava raggiungendo come Henry sarebbe stato ancora più intenso del primo. Nel sentire il corpo di Nimue pronto anche quello di Henry sembrò arrivato al limite, come due orologi in perfetta sincronia. Inondò il suo utero con una marea bianca, del seme caldo per proteggerla, vischioso per tenerla a se e copioso tanto quanto la passione che provava per quella donna. Intanto durante la venuta il dito s'irrigidì dentro quell'anfratto vietato ai bigotti. La mano libera la strinse dietro la schiena, all'altezza della vita per stringerla a se e non la mollò per un secondo, ci mise una forza disumana in quell'abbraccio e affondò il viso nel collo di Nimue mordendolo. Lentamente iniziò a prendere lucidità e rimase in assoluto silenzio, tenendo i denti sulla pelle di Nimue.
     
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    Henry divenne più irruento nei suoi movimenti, accrescendo il piacere di Nimue. Tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento era che Henry lasciasse uscire la sua parte animalesca, quella che dovrebbe mostrare ogni uomo a letto nel momento giusto per far arrivare l'orgasmo migliore. In quel momento Nimue non pensava a nulla, era totalmente annullato nel piacere carnale, tutto ciò che percepiva era il suo corpo che diventava sempre più caldo, la sua vagina che godeva sempre di più. La corolla di carne che vibrava attorno al dito di Henry. L'odore del suo uomo, la sua presenza dentro di lei che pulsava con forza aumentando ancora di più il climax del momento. La vista di Nimue si ovattò come se una fittissima nebbia avesse invaso il suo campo visivo, o come se una nuvola le avesse coperto gli occhi. I suoi gemiti si fecero rumorosi mentre veniva e assaporava il seme di Henry che la riempiva di nuovo, raggiungendo ogni minima piega della sua carne, inondando il suo utero. Il corpo di Nimue si tese completamente e stava per cadere in quel meraviglioso oblio quando i denti di Henry la riportarono bruscamente al presente, facendole sentire ogni pulsazione della clitoride, ogni pulsazione del membro di Henry che eruttava seme, regalandole uno dei suoi migliori orgasmi. Poco dopo il piacere scemò lentamente, mentre una sensazione di benessere si diffuse in tutto il corpo. Perfino lì dove i denti di Henry erano poggiati. Prese un profondo respiro per poi ridacchiare divertita. Lo strinse a sé a sua volta, cercando di poggiare la testa contro la spalla di Henry senza muoversi troppo per non farsi male a causa dei denti. Il morso era un gesto molto istintivo, come una sorta di desiderio irrazionale di marchiare il suo territorio, in quel caso la sua donna. Nimue si sentì felice perché capì che aveva fatto breccia.
    Fantastico... fece con affanno. Complimentandosi quindi per la performance di Henry. Era ovvio che a Nimue non sarebbe bastato solo per una notte, che avrebbe voluto imparare di più assieme a lui. Avrebbe voluto scoprire altre piccole perversioni del dottore, avrebbe voluto scoprire ogni punto più sensibile del suo corpo. Così da avere una mappa su cui potersi orientare e dare il maggior piacere a lui, e allo stesso tempo riceverne da lui. Tuttavia sapeva che lui glie l'avrebbe impedito. Le avrebbe detto di nuovo in un momento di lucidità e in cui non era influenzato dai desideri che non poteva, che doveva salvarsi da chissà quale entità. Quindi sospirò per riprende un pochino il ritmo regolare del respiro e non lo mollò. Voleva rimanere in quel modo ancora per un po di tempo. Non voleva affrontare subito la crudele realtà che glie l'avrebbe portato via.
     
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    La risata di Nimue fu il suono più dolce mai sentito. Non poteva esserci gesto d'intimità più naturale di un sorriso. Sorrise anche Henry vedendo che a Nimue era piaciuto, si era spinto forse un po troppo in la masturbando il sedere della ragazza ma a giudicare da come andò la cosa capì d'aver fatto bene. Durante il sesso aveva sempre cercato di dare a lei le migliori attenzioni. Non si sarebbe mai perdonato il fatto d'aver goduto senza aver fatto godere la propria partner, e diciamocelo, una parte del suo ego ne uscì fortificata. Non era certo facile avere due rapporti di fila per un uomo che non ne aveva uno da anni. Staccò i denti dal collo, sulla carne vi erano i segni dei denti e la pelle in quella zona era leggermente arrossata. Nulla di che, di li a qualche oretta Nimue non avrebbe avuto più alcun segno. Ora nelle membra di Henry albergava solo una gran calma, si sentiva svuotato e felice. Avrebbe voluto conoscere meglio Nimue, e vedere se c'era altro d'interessante oltre all'intesa sessuale e a giudicare dal proprio lavoro difficilmente avrebbe tradito le attese. Iniziò ad immaginare di poterla osservare nel quotidiano, avrebbe voluto conoscere tutto della sua vita, anche i suoi difetti così da mostrare i propri. La strinse a se con entrambe le braccia e ne baciò la fronte appena in tempo, giusto un istante prima che un pesante senso d'angoscia s'impadronì del suo petto. Quello sarebbe stato il momento dell'addio, la presa delle sua braccia si fece molto più debole. Ora iniziava il periodo del dolore, della mancanza, della solitudine. Che situazione assurda, la stringeva a se, ne sentiva il calore, i seni morbidi sul suo petto. Il profumo dolce della sua pelle si fissava nel suo cervello ad ogni respiro, sentiva il ventre di Nimue muoversi al tempo dei suoi respiri. Nonostante tutto ne sentiva già la mancanza. Per Henry era veramente difficile scindere quello che era il sesso dalla componente sentimentale ed ora era stato investito da emozioni negative. Nascose il broncio sul suo viso e lasciò Nimue libera d'andarsene lasciando cadere le braccia dal corpo della musa. Non voleva sentirgli dire "addio" o che si era presa ciò che aveva voluto, aveva avuto il suo orgasmo, e ottenuto il suo corpo per una notte, proprio come da suoi piani, ora almeno avrebbe dovuto avere la decenza d'andarsene col suo cuore senza giocarci ulteriormente. Henry dal canto suo non sapeva cosa dire, sempre che ci fossero parole giuste per quel momento. Forse un "addio"? No una donna come lei l'avrebbe preso per matto, per uno di quelli che s'invaghiscono già dal primo incontro, perchè fare una figuraccia del genere? E allora scappa Nimue, vattene, almeno sarai al sicuro da Hyde.
     
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    Era giunto il momento di separarsi, ma Nimue non riusciva a trovare la forza per farlo. Se ne stette per qualche lungo minuto adagiata su Henry, il viso contro il suo petto, le braccia lungo la sua schiena. Il respiro iniziava a tornare regolare. Lo aveva ancora dentro di sé, percepiva la sensazione vischiosa e calda. Sapeva di dover fare il primo passo, così scivolò verso l'alto, in modo che il membro di Henry uscisse da lei. Lo baciò sulle labbra ancora una volta, godendoselo come se fosse l'ultimo. Imprimendoci forse fin troppa disperazione per sembrare un bacio normale, ma non poteva farne a meno. Il bacio divenne sempre più lento, fino a diventare un bacio piccolo sulle labbra. Lo guardò negli occhi, e Henry avrebbe potuto vedere l'amarezza in quelli di Nimue. Si sollevò e ridiede la giusta gravità al posto, in modo che Henry potesse rimettersi in piedi.
    Ti prego non dire niente... esordì Nimue con il tono di una gentile richiesta. Non voleva sentirgli dire parole di addio, o scuse infinite per ciò che avevano fatto. Non voleva nemmeno sentire parole di conforto. Andò a raccogliere i suoi vestiti, confidando che anche Henry avesse fatto lo stesso. Si rivestì in silenzio. Sentiva il cuore che batteva all'impazzata nel petto, voleva avere una piccola speranza, sapeva di essere sciocca a farlo, ma sentiva il bisogno irrefrenabile di farlo.
    Alla oxford abbiamo librerie molto fornite e materiale che potrebbe aiutarti nella tua ricerca. affermò facendogli quindi capire che era lì che lavorava, e che se voleva cercarla avrebbe potuto trovarla in quella scuola. Stava sbagliando a dirglielo ne era consapevole, ma voleva farlo, voleva che sapesse.
    Il tempo per questa dimensione si sta esaurendo... fece sollevando una mano in parallelo al pavimento. Non era assolutamente vero, ma doveva far uscire Henry prima che si facesse venire la malsana idea di pregarlo di darle una possibilità. Non doveva farlo, doveva rispettare le sue volontà, doveva lasciare che lui risolvesse i suoi problemi e non farsi coinvolgere per non metterlo ulteriormente in difficoltà. Non voleva diventare motivo di ricatto per i suoi nemici. Sollevò il viso e finalmente guardò negli occhi Henry, gli sorrise. Cercò di tirare fuori il suo miglior sorriso ma la tristezza nei suoi occhi era evidente.
    Grazie per questa meravigliosa notte. disse rimanendo immobile, stringendo i pugni con tanta forza. La magia si attivò ancora, la parte oscura di quella dimensione circondò Henry, spingendolo verso l'esterno. Nimue avrebbe cercato di trattenersi, qualsiasi cosa avesse detto Henry non avrebbe risposto per non metterlo in pericolo. Henry si sarebbe ritrovato di nuovo alla caffetteria, a notte fonda, con il locale ormai vuoto e al buio. Di Nimue nessuna traccia, solo il suo profumo sui vestiti di Henry.
     
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    Quello fu il bacio più triste mai ricevuto da Henry. La passione, la voglia, tutte quelle emozioni positive scomparvero sulle loro labbra. Impattando contro una realtà più dura del previsto, una realtà che filtrava sadicamente attraverso quel mondo magico e mosso dalle regole di Nimue. Nulla poteva durare per sempre, Henry lo sapeva ma certe cose durano un battito di ciglia se confrontate con la durata di una vita intera. Nimue ed Henry erano legati ora da una stupida incomprensione, Per quello che Nimue poteva credere un ricatto e per un destino troppo beffardo per Henry. "Non avrebbe mai capito" pensò, Henry lo dava per scontato, era sicuro che Nimue sarebbe scappata via a sapere del terribile demone che albergava in lui, demone che era una parte di se. Avrebbe voluto dirgli di restare, di fargli fare un giro per la Oxford ma il suo destino non prevedeva altre persone con lui e nessuno avrebbe voluto convivere con una persona con certe inclinazioni. Si perchè nonostante l'aspetto diverso, Henry faceva da spettatore di Hyde e si sfogava lasciandogli compiere le proprie perversioni. Solo che un individuo del genere avrebbe spaventato chiunque e probabilmente l'avrebbero mandato alla forca. Quante volte pensò al suicidio e probabilmente quella per lui sarebbe stata una lunga notte, che avrebbe passato a fissare quella boccetta di veleno che gli faceva compagnia da ormai troppe notti insonni ma che non avrebbe mai preso per troppa codardia. Diede un ultimo sguardo su quel corpo incantato, neanche una statua di marmo avrebbe potuto rendere omaggio a quelle forme. Poi sentendosi un vigliacco si voltò per vestirsi ascoltando le ultime amare parole. Odiò il tempo che stava per separarli e gli occhi divennero incredibilmente lucidi nel sentirsi ringraziare. Era troppo goffo, troppo burbero per trovare le parole adatte, che dirgli?
    Nimue aspetta, non te ne andare...
    Allungò la mano, sul volto un espressione depressa, era troppo tardi. Attorno a lui le luci spente e tavolini del locale, non l'aveva sentito, non aveva fatto in tempo.
    Ho bisogno di te...
    Parole gettate al vento che non avrebbe mai potuto sentire e tornò alla sua abitazione. Così grande, così fredda...

    In serata tutti i telegiornali avrebbero dato la notizia della morte del Dttor Hook, sempre nella stessa serata Nimue sistemando i propri fogli avrebbe trovato una lettera appartenuta ad Henry, probabilmente la scambiò raccogliendo i vari fogli, portava la firma del dottor Hook.
    "Alla cortese attenzione del Dottor Henry Jekyll.
    Mi scuso per le poche e dirette parole, ma dopo aver letto la sua missiva ho bisogno di parlarle, quello che lei ha fatto è abominevole, l'aspetto questo pomeriggio, se non dovesse presentarsi avvertirò chi di competenza."

    La lettera riportava la data odierna ed ovviamente anche il suo indirizzo.

    Edited by Yhei - 31/8/2016, 23:55
     
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