Un gelato per riparare il mondo

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    Toushiro, affermò di non aver mai visto niente del genere. Cia stentava a credergli, forse lì dove viveva lui assumevano tutti forme umane per non avere fastidi o grattacapi. Era anche vero che di solito le razze particolari amavano frequentare posti in cui gli umani spesso se ne stavano alla larga. Ma era sicura che almeno qualche studente nella sua scuola non fosse umano. Probabilmente era lui che non ci faceva mai caso, altrimenti non se lo spiegava.
    Io invece sì, ne ho visto qualcuno e posso dirti che sono delle creature molto affascinanti, quando poi si ricoprono di scaglie sono ancora più belle. gli rispose quando notò che attese qualcosa da lei, probabilmente chiedendosi se lei fosse una di loro. Non lo confermò, ma non lo negò nemmeno. Era divertente tenerlo sulle spine.
    Intanto mentre Toushiro faceva la fila, Cia si coccolava il suo cucciolo di drago, attirando l'attenzione di alcuni bambini che lo guardavano con occhi pieni di meraviglia. Alcuni di loro chiesero di poterlo accarezzare e Cia gentilmente glielo porse tenendolo fra le mani. Alcuni di loro lo carezzarono, altri esplodevano di entusiasmo saltellando sul posto. Axew vedendosi tutti quei bambini vicini iniziò a turbarsi, troppe manine che lo toccavano erano fastidiose e a quel punto Cia chiese loro di smettere prima che si arrabbiasse. I genitori con garbo ringraziarono la strega e li portarono all'interno della gelateria. Inutile dire quanti di loro chiedevano al genitore se potessero averne anche loro uno in casa. Intanto Toushiro tornò con del gelato ma portò solo due coni, uno gigantesco che porse ad Axew e uno per lei. Axew si illuminò di gioia nel vedere quel grosso dolce tutto per lui. Emise un verso tenerissimo prima di afferrarlo con le sue zampette e iniziando a divorarlo con calma. Cia intanto sollevò un sopracciglio perplessa quando si vide le banconote e notò che non era il resto. Espirò esausta ma non volle insistere sul fatto che doveva essere lei a pagare, quindi visto che il ragazzo voleva fare "l'uomo", si voltò leggermente piegando la schiena di lato così da mostrare un piccolo borsello sul fianco della ragazza.

    Ti dispiace? chiese facendogli capire con un movimento di anca che poteva rimetterli nel borsello i soldi visto che lei aveva tutte e due le mani occupate. Uno per Axew che era comodamente posato sul braccio e l'altro che invece teneva il cono. Intanto il ragazzo per ricollegarsi al discorso di prima disse che però sapeva che esistevano "poteri" e che ne possedeva uno anche lui. Cia spostò lo sguardo sul ragazzo con rinnovato interesse.
    Davvero? chiese con un pizzico di entusiasmo nella voce, e lo sguardo che brillava di curiosità.
    Di che si tratta? fece iniziando a leccare il dolce.
     
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  2. Gisnni
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    Scaglie... ripetè tra sè Toushiro, mentre l'immagine di un uomo-lucertola gli ballava nella mente.
    Tossicchiò imbarazzato mentre rimetteva i soldi nel borsello che Cia gli porgeva. Sapeva che non erano poche le donne che non gradivano di essere privilegiate in quel modo, sentendosi sottovalutate come individui piuttosto che esserne lusingate. L'espressione e il sospiro di Cia gli spiegarono più che chiaramente di quale opinione fosse la ragazza.
    Tooushiro avrebbe voluto darsi una bastonata in testa. Era proprio l'effetto che sperava di evitare, accidenti.
    Scusa fu tutto quello che gli venne da dire. Ovviamente senza guardarla in faccia. Gettò uno sguardo di sguincio al draghetto che si abbuffava. Beh, almeno lui era contento.
    Fu sollevato che la sua osservazione avesse colto l'attenzione di Cia. Un po' meno quando lei gli chiese di spiegarle di cosa si trattava.
    Inghiottì, mentre un'ondata di ricordi poco piacevoli gli passava di fronte. Chiunque altro si sarebbe tirato indietro, ma lui, insicuro com'era, adesso che aveva tirato fuori l'argomento, ci si sentiva legato a doppio filo e in pratica obbligato a portarlo a termine. Non se la sentiva proprio di deluderla, non con quell'entusiasmo negli occhi.
    Beh... iniziò, un po' nervoso. E' difficile da spiegare. E' meglio se... ti faccio vedere. Si spostò a fianco di Cia e si rivolse verso l'interno della gelateria, ancora pieno di persone che aspettavano il loro turno o consumavano i loro acquisti.
    Come ogni volta che tentava di usare il suo potere, si sentì insicuro. Non gli piaceva molto ricorrervi, non con la consapevolezza di quanto fosse instabile e non dopo quella sera, però, una volta poteva farla un'eccezione, no?
    Pensando ciò, mise da parte i dubbi e si concentrò, stringendo gli occhi. Il potere era dentro di lui, un grumo compatto e ristretto di energia multicolore, volatile e tenuto a bada quanto avrebbe potuto esserlo una nuvola in una brocca. Vi attinse nel modo impacciato che aveva imparato da autodidatta e spinse la nuvola fuori dal suo contenitore, spingendola fuori di sè, spingendola ad espandersi sempre di più, finchè non ebbe avvolto tutto l'ambiente circostante. Nessuna poteva vederla nè percepirla a parte lui, un'aura che avvolgeva tutto e tutti, pulsando di colori.
    Toushiro prese un gran respiro, spinse via i dubbi che minacciavano di riemergere e scelse un colore. La nuvola brillò di rosso, poi tornò al suo caos.
    Per un attimo, non accadde niente. Poi avvenne, lentamente all'inizio e repentinamente poi, tutte le persone che fino a pochi secondi prima stavano trascorrendo una pacifica giornata per i fatti loro finirono a proiettare ostilità verso di lui sotto forma di sguardi, movimenti bruschi, parole trattenute. L'atmosfera si fece pesante.
    Un po' intimidito, Toushiro si mise una mano sulla nuca.
    Non vorrei esagerare disse.
    Si concentrò ancora, la nuvola pulsò di verde. La tensione si sciolse all'istante. Tutti i presenti fecero facce stupite per un attimo, poi tornarono a ciò che stavano facendo.
    Toushiro sospirò di sollievo. Gli era andata bene, per fortuna.
    Stava per rivolgersi a Cia, per chiederle cosa ne pensava, quando la nuvola ebbe un singulto. Toushiro sgranò gli occhi nel sentirla pulsare e agitarsi come un cavallo imbizzarrito. Venne percorsa da un bagliore rosso sanguigno, poi si ritirò e svanì di nuovo dentro di lui.
    Ehm, credo di aver fatto un casino disse a Cia con la stessa faccia di uno che sta assistendo al suo funerale. Tutte le ragazze all'interno della gelateria, cameriere comprese, si girarono verso di lui come girasoli, poi presero a bisbigliare tra di loro e a lanciargli sguardi molto poco casti.
    V-vuoi mangiarlo qui il g-gelato o po-possiamo andare da un'altra p-parte? balbettò, sudando come un rubinetto rotto e trattenendo il panico.
     
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    L'idea di prendere il gelato era per risarcire il danno. Il ragazzo tuttavia aveva deciso di offrire lui, rendendo quel gelato più una sorta di appuntamento che un risarcimento. Non si lamentò tuttavia gustandosi il gelato con calma. Attese impaziente che Toushiro le spiegasse i suoi poteri ma decise di farle una dimostrazione pratica entusiasmando non poco Cia. Se fosse stata una normalissima umana, probabilmente non si sarebbe accorta di nulla di ciò che stava succedendo attorno a loro. Invece essendo molto avezza alla magia e all'energia che possedeva ogni persona al mondo, avvertì una strana aura provenire da lui, impastata con energia. La vide proiettarsi in avanti verso l'interno del locale come una sorta di nebbia impalpabile che ricoprì tutte le persone. Cia non fiatò, osservò il fenomeno attenta, notando che stava succedendo qualcosa di strano. La gente improvvisamente cambiò umore, sembravano allarmati e diventati improvvisamente più aggressivi. Toushiro poi ripetè il fenomeno e la gente tornò alla normalità, come se lui stesso avesse annullato gli effetti del suo potere. Cia capì che riusciva ad influenzare le persone, non aveva ancora capito in che modo, ma sembrava una cosa molto interessante. Di fatti gli occhi di Cia si allargarono per lo stupore, così come la bocca che invece si allargava in un sorriso interessato.
    Cos'era? fece con tono allegro, tipico di chi ne volesse sapere di più ma che lo trovava straordinario. Prima che però il ragazzo potesse rispondere successe qualcosa. Sembrava quasi che il ragazzo avesse perso il controllo di quel potere e per un attimo Cia temette il peggio, ma l'energia però sembrò tornare in lui, un po brusco ma sembrava tutto risolto. Notò che Toushiro guardava allarmata verso il negozio. Cia guardò a sua volta e notò qualcosa di molto strano. Le donne avevano puntato Toushiro, sembravano tutte interessate a lui in modo lascivo. Perfino le mogli accompagnate dai mariti. Non aveva idea di come avesse fatto ma sembrava molto potente. Iniziò a ridacchiare divertita, e quasi quasi pensò di rimanere lì a godersi lo spettacolo, ma le donne erano davvero tante e lei aveva Axew con sé.
    Non sembri avere un buon controllo sul tuo potere. Andiamo, prima che decidano di aggredirti. fece divertita per poi fargli cenno con la testa di seguirla. Prima fece qualche passo normale poi iniziò a correre ma ad una andatura lenta.
    Cosa hai fatto di preciso? Controllo del pensiero? O usi delle sorti di feromoni magici? chiese incuriosita.
     
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  4. Gisnni
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    E-ehi, non...non è divertente! sbuffò, quando Cia iniziò a ridacchiare. Sotto quella giungla di sguardi famelici, si sentiva come una candela circondata dalle fiamme. Se non fossero scappati entro 10 secondi, era sicuro che di lui sarebbe rimasta solo una pozzanghera, sempre se non l'avessero rapito prima.
    Per questo, fu immensamente sollevato quando Cia ebbe pietà di lui e acconsentì ad andarsene. Spronato anche da quell'accenno alle aggressioni, la seguì di corsa, mantenendosi alla sua lenta andatura solo a fatica, e gettandosi sguardi alle spalle di continuo.
    E' che... iniziò, il respiro lievemente accelerato. Si. Non so controllarlo bene ammise. Sentì le domande che lei gli faceva. No no disse dopo qualche attimo passato a riordinare le idee. E' più... proiettare. Come voglio che la gente mi guardi, cosa pensi di me, posso proiettarlo di fuori e influenzarli. Posso cambiare le impressioni di che hanno di me, le idee e anche gli atteggiamenti. Fece un sorriso un po' incerto. Ma è difficile da controllare. Se mi distraggo anche solo un po' mentre lo uso, mi sfugge di mano. E se non sono calmo, se sono nervoso del tipo, può succedere anche che inizi a funzionare per conto suo. E le conseguenze, beh, l-le hai viste...
    Distolse lo sguardo al pensiero di una delle brutte conseguenze che gli erano accadute.
    Era un po' che correvano e gli parve che ormai fossero abbastanza lontani. Si fermò e si guardò intorno. Erano arrivati in una pineta e tutt'attorno c'erano alberi e cespugli a coprire tutta la visuale. Era un posto isolato e non si vedeva nessuno. L'unica luce arrivava filtrata dal tetto di foglie.
    Alla fine, non so nemmeno io come funzioni davvero disse, completando il discorso. N-non penso che sia qualcosa di cui andare fieri. Non è giusto manipolare cosi le persone. Non condivideva l'entusiasmo e la curiosità di Cia, quel suo potere gli aveva portato molti più problemi che vantaggi.
    E forse gline stava per portare alcuni.
    Un paio di ragazze, due sportive alte e snelle che si erano fermate alla gelateria per una pausa dallo jogging, li avevano seguiti. Erano già eccitate da qualche parolina bisbigliata tra loro quando il potere di Toushiro aveva dato loro il colpo di grazia. Avanzavano in silenzio, gli sguardi infuocati puntati sulla schiena del ragazzo. Toushiro non poteva vederle, ma Cia si. Cosa avrebbe fatto?
     
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    Toushiro spiegò come funzionava il potere, o per lo meno ciò che lui aveva capito di quel potere. Era un talento straordinario poter manipolare in quel modo le persone. Si immaginò nei suoi panni e già si vedeva ai piedi tutti gli uomini bellissimi e muscolosissimi che la veneravano. Oppure ricevere una pacca di orgoglio da parte di Lady Ganon, oppure uno di quei sguardi voluttuosi da parte di Artemis. Poteva fare un milione di cose diverse, semplicemente agendo sugli umori delle persone. Il passo rallentò quando si accorsero che erano abbastanza lontani. Si voltò verso il ragazzo, se non avesse avuto le mani occupate lo avrebbe afferrato con entrambe le mani sulle spalle per scuoterlo con forza.
    Ma che dici?! Con un potere del genere puoi cambiare le cose a tuo piacimento. Potresti perfino salvare le persone. Potresti perfino indurre un nemico a risparmiarti, che ne so perfino ad innamorarsi di te. E' un potere dalle mille risorse, non dire che è ingiusto usarlo. Lo possiedi per un motivo ed è giusto che tu lo usi, sopratutto quando ti trovi.. in... non finì di parlare che notò due ragazze spuntare dal nulla. Sembravano entrambe interessate al ragazzo, il volto arrossato e quella tipica espressione disgustosa di chi fosse stracolmo di desiderio sessuale. Cia non si era accorta di loro, probabilmente perché era distratta dai discorsi di Toushiro e doveva tenere calmo Axew. Sospirò scocciata, aveva ancora altre domande da fare a Toushiro, ma le sembrò il momento adatto per testarlo e capire la fonte del suo potere. Fece scendere Axew dal suo abbraccio regalandogli anche il suo cono gelato, così sarebbe rimasto calmo a mangiare mentre lei poteva occuparsi di Toushiro e le due infoiate. Afferrò per le spalle Toushiro e lo girò con la forza verso le due ragazze che lo volevano incalzare. Gli si avvicinò da dietro afferrandolo con le mani sui fianchi mentre lei avvicinò le labbra al suo orecchio.
    E' la tua occasione per imparare ad esercitarti sui tuoi poteri. gli bisbigliò mentre le due ragazze si facevano avanti agguerrite. Erano state scoperte ma non sembravano intenzionate ad arrendersi.
    Ti do un po di supporto con la mia energia magica, cercherò di tenere in equilibrio i tuoi circuiti magici, tu usa i tuoi poteri come sempre. Prima che quelle due ti violentano, perché io non le fermerò. gli disse ridacchiando poi divertita. Ovviamente non avrebbe dato Toushiro in pasto alle due ragazze, ma era curiosa di vedere di nuovo il suo potere in azione. Cia aveva una grande affinità con l'energia magica e concentrandosi poteva dargli la stabilità di cui aveva bisogno. Gli occhi di Cia si illuminarono di viola, il suo tatuaggio sembrò diventare più scuro. Toushiro avrebbe sentito il proprio corpo prima pesantissimo, poi improvvisamente leggero e pieno di energia. Cia stava infondendo in lui energia magica attraverso le dita. E per farlo recitava a bassa voce una litania.
     
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  6. Gisnni
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    Rimase sorpreso dalla veemenza con cui Cia gli parlò. Capiva le sue ragioni, alcune le aveva pensate anche lui stesso, ma influenzare, anzi, manipolare altre persone in quel modo, come fossero burattini, gli pareva qualcosa di ingiusto, sbagliato.
    Beh, si, penso che può essere utile, però... Però aveva paura di usarlo, aveva paura di farselo sfuggire di mano e delle conseguenze che ne sarebbero potuto venire fuori, che erano già venute fuori. Più che per gli altri, forse, temeva maggiormente per se stesso.
    Era cosi assorto in quel pensiero che si accorse solo un attimo più tardi che Cia aveva smesso di parlare e sembrava scocciata per qualcosa. Toushiro la guardò perplesso mentre poggiava Axew a terra, il draghetto tutto concentrato sulla sua merenda. Stava per chiederle cosa ci fosse che non andava quando lei lo afferrò per le spalle all'improvviso. Colto assolutamente alla sprovvista, non ebbe il tempo di opporre resistenza e si ritrovò voltato verso la direzione da cui erano arrivati. Sgranò gli occhi nel vedere le due ragazze, riconoscendo in loro gli effetti del suo potere che ancora erano attivi. Il suo primo istinto fu di prendere Cia e darsela a gambe, ma due mani delicate lo afferrarono per i fianchi, tenendolo fermo, e un fiato caldo gli sfiorò l'orecchio, assieme a un bisbiglio sottile. Toushiro si irrigidì come se l'avesse colpito un fulmine nel sentire la frase di Cia, per lui più definitiva e terribile di una condanna a morte. Sentì brividi traversargli il collo e la schiena, e la faccia incendiarsi.
    Stava... stava scherzando, vero?
    La prospettiva che Cia gli pose di fronte lo raggelò, la parola "violentare" che lo trafisse come una lancia e la promessa di aiuto che gli scivolava addosso inascoltata. Si ribellò come un cucciolo messo all'angolo, con un misto di terrore, confusione e imbarazzo assoluto. Sentiva Cia aiutarlo, ma era una goccia nell'oceano della sua paura. Non era pronto a una cosa del genere! Non... non poteva usalo ancora! Non lì, non in una situazione come quella!
    N-non puoi parlare sul serio! esclamò, facendo per divincolarsi. N-non posso! Non... mmmfffff!Le sue proteste vennero troncate di netto da una ragazza, che gli afferrò il viso tra le mani e lo baciò con violenza. Quelle labbra bollenti gli tolsero il fiato e gettarono nel disordine totale i suoi pensieri già confusi, ma mantenne serrate le sue labbra, cercando di impedire alla lingua della ragazza di entrare. Fece per spostarla, ma quella gli afferrò entrambi i polsi, trattenendoli con forza. Tra Cia che lo teneva fermo e quella morsa, Toushiro si trovò del tutto bloccato e cominciò ad andare seriamente nel panico. A gettarcelo totalmente, furono due mani che sentì alzargli la maglietta ed armeggiare con i pantaloni.
    L'aria che gli sfiorava lo stomaco, seguita dal contatto umido e languido di una lingua sull'ombelico, quasi lo fece gemere, ma nel contempo lo fece ritornare in sè almeno in parte, ricordandogli che poteva cavarsela se si concentrava. Si impose, nel casino dei suoi pensieri, di fare appello al suo potere. Non ci sarebbe mai riuscito senza Cia ad aiutarlo, ma con la strega a stabilizzare la sua energia immettendo il lui la propria, riuscì a spremere fuori il suo potere abbastanza da avvolgere le due ragazze. La nuvola uscì, sbuffando e vorticando come un cavallo a malapena trattenuto. Brillò di nero una volta, poi svanì.
    Toushiro si ritrovò di colpo libero. Riaccolse l'aria con un gran sospiro e sarebbe caduto se non ci fosse stata Cia a trattenerlo. Ansimando, con il viso imperlato di sudore e le guance in fiamme, riuscì ad avere una visione fugace di due volti femminili terrorizzati prima che le due ragazze scappassero via a gambe levate.
    Ci... ci sono riuscito disse. Sentiva l'energia magica di Cia gli fluiva dentro, facendolo sentire strano. Stava per voltarsi e dirle qualcosa quando l'energia sembrò animarsi: risuonò con la nuvola del suo potere e si riversò fuori da lui come un fiume in piena, tornando nella ragazza assieme a parte della sua energia.
    Toushiro si sentì improvvisamente molto debole. Boccheggiò una volta, come un pesce preso all'amo, poi le ginocchia gli cedettero e svenne.
     
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    Cia cercò di resistere all'impulso di prendere a pugni quella femmina depravata che si era gettata su Toushiro. Non le piaceva quando le persone diventavano così invadenti e incontrollate, le stimolavano troppo la sua vena dominante e in quel momento doveva concentrarsi per aiutare i circuiti magici di Toushiro. Lo baciarono, l'altra iniziò a spogliarlo, ma Cia continuò imperterrita a dargli supporto senza intervenire. Doveva essere lui a fermarle, così come le aveva scatenate, anche se doveva ammettere che era sexy vedere un ragazzo che veniva aggredito sessualmente. Sentì l'energia di Toushiro attraversargli il corpo e dovette chiudere gli occhi per concentrarsi. Era un'energia parecchio instabile e serviva più impegno di quanto si aspettasse. Alla fine però il ragazzo riuscì ad allontanare le sue assalitrici che confusi si guardarono spaventati e poi colme di vergogna se ne andarono. Intanto Cia avvertì che l'energia di Toushiro divenne meno opprimente e lei riuscì gradualmente a smettere di influenzarlo con la sua magia.
    Te lo avevo detto... affermò contenta. Successe poi qualcosa di strano, qualcosa che non si aspettava i suoi circuiti magici si spensero uno dopo l'altro, e poco dopo sentì il corpo di Toushiro diventare pesante e ricadergli addosso.
    Ehi..Toushiro ehi! provò a richiamarlo sperando che si riprendesse ma il ragazzo svenne fra le sue braccia. Cia rimase un attimo imbambolata scivolando a terra con il ragazza fra le braccia.
    O merda, merda, merda merda! fece preoccupata. Aveva forse sbagliato qualcosa? Aveva danneggiato la sua energia? Lo aveva ucciso?! Iniziò ad avere una gran paura. Lo lasciò sdraiare a terra e controllò il battito cardiaco. Sospirò sollevata nel sentire che era ancora vivo. Tuttavia lei non aveva idea di come fare per aiutarlo. Intuì che la colpa era stata sua ma come diamine poteva fare? Aveva bisogno di aiuto, ma chi poteva aiutarla? In ospedale probabilmente le avrebbero fatto un milione di domande diverse. Stava per entrare nel panico, ma fortunatamente Axew con il suo musetto che spingeva contro la sua coscia richiamò la sua attenzione.
    Ma certo, doveva chiedere aiuto alle sue consorelle. Si concentrò impastando energia magica nelle sue mani. Poi si alzò e disegnò con le mani un cerchio in aria che prese forma con linee luminose allargandosi sempre di più. Cia recitò una litania. Il cerchio si mosse verso l'alto poi scese lentamente su di lei, Toushiro e il drago. Qualche secondo dopo si ritrovarono nella stanza di Cia, al dormitorio della scuola femminile di Roma. Toushiro lo lasciò sul proprio letto e lei andò a cercare Nimue. La strega esperta di circuiti magici e di energia.
    Nimue dovette calmare Cia e cercare di rassicurarla prima di dirle che l'avrebbe aiutata. Ci pensò Nimue a riparare il danno dei suoi circuiti magici, spiegando a Cia che aveva esagerato con l'influenza magica di cui era dotata. Le spiegò che le persone normali come Toushiro non riuscivano a sopportare la forza magica di umbra, e che lei era ancora inesperta per poter fare ciò che aveva fatto con Toushiro. Cia iniziò a frignare pensando che aveva rovinato per sempre Toushiro, ma Nimue la rassicurò di nuovo.

    Tranquilla, ho dovuto sostituire qualche circuito magico danneggiato con uno diverso. Purtroppo per funzionare di nuovo bene avrà bisogno della nostra magia. Non ho potuto fare di meglio, l'alternativa era fargli perdere completamente l'uso dei suoi poteri, sarebbe sopravvissuto ma si sarebbe indebolito sempre di più. Hai fatto un bel casino Cia. affermò dandole una carezza sulla testa.
    Io volevo solo aiutarlo... fece per poi tornare di nuovo a frignare. Nimue sospirò, cercò di consolarla sorridendole e facendole capire che il peggio era passato, ma sapeva perfettamente che Cia aveva bisogno di sfogarsi, così rimase lì con lei e attese il risveglio del ragazzo.
     
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  8. Gisnni
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    Immerso in un sonno tormentato, Toushiro si sentiva come una marionetta con i fili tagliati. Si era rotto qualcosa dentro di lui, qualcosa di importante, ma non sapeva cosa. La sua mente era confusa.
    Sentì vagamente che qualcuno lo stava trasportando, poi che veniva appoggiato su una superficie morbida. Era confortevole e avrebbe voluto sospirare di apprezzamento, ma si sentiva la bocca inchiodata in una morsa. Rimase cosi per un tempo indefinibile, saltando da un frammento di pensiero all'altro, incapace di focalizzarsi su qualcosa di concreto. L'unica cosa che era certa era quel senso di rottura che lo faceva sentire pesante e inutile. Avrebbe potuto piangerne se non fosse stato immerso in quel dormiveglia tormentato.
    Dei rumori ovattati in lontananza attirarono vacuamente la sua attenzione. Voci, due gli parve. Non seppe dire chi erano, solo che gli parevano entrambe femminili. Era arrivato qualcuno? Come avrebbe fatto a capirlo, a parlare, se era rotto?
    Poi, una presenza, preoccupato e impalpabile. La sentì muoversi con delicatezza dentro di lui e trovare ciò che era rotto. Lo tolse, e Toushiro avrebbe voluto protestare, il senso di perdita che si era accentuato. Anche i pezzi gli toglievano adesso?
    Ma poi la presenza tornò, con più forza stavolta, carica di energia, e mise qualcosa di nuovo dentro di lui, qualcosa ce Toushiro non riconobbe, ma che lo fece sentire di nuovo intero. Tutta la sua contrarietà svanì assieme alla rottura e ne fu contento che, se avesse potuto, si sarebbe messo a saltare ringraziando la presenza.
    Quei pensieri svanirono assieme al dormiveglia, che si tese come un velo e poi si strappò. Toushiro aprì lentamente gli occhi, richiudendoli subito dopo per ripararsi dalla luce. Fece per alzarsi, ma ricadde subito con un gemito quando tutti i suoi muscoli gridarono in protesta. Si sentiva ridotto in gelatina. Non riusciva a muovere un dito.
    Ouch si lamentò. Meno male. Era solo un sogno. Quelle pazze che li inseguivano, il casino che ne era uscito... doveva essere svenuto dopo la visita alla gelateria e aver sognato tutta quella storia. Sorrise sollevato.
    Pian piano si abituò abbastanza alla luce da tenere gli occhi aperti, e la prima cosa che vide fu Cia che piangeva come una bambina. Uno spettacolo che gli fece stringere il cuore dal dispiacere.
    Ehi, non sono morto disse, cercando di non mostrare quanto si sentiva debole. Cioè, mi sento come se un pasticciere gigante mi avesse passato sotto il mattarello e impastato da capo in un pasticcino, però non sono morto. Fece una comica smorfia che voleva esprimere dolore estremo e rinascita, poi sorrise. A proposito, esistono anche i giganti? Non vorrei che fosse successo sul serio. scherzò.
    Si accorse che c'era un'altra persona al suo capezzale, qualcuno che, nella posizione immobile in cui era bloccato, gli apparve solo come una ragazza molto alta e dalla pelle scura, oltre che molto bella. Perlomeno riusciva a muovere il colo altrimenti non l'avrebbe proprio vista.
    Sei un'amica di Cia? chiese, immaginando che la ragazza, trovandosi una persona svenuta tra le mani, sarebbe corsa da qualcuno che conosceva. Io... mi dispiace, non so cosa mi sia successo. Non avrei voluto farvi preoccupare cosi.
    Credeva sinceramente di essere svenuto per qualche motivo normale, come il cambio di fuso orario, il nervosismo dei giorni passati o qualcosa del genere, e gli dispiaceva di aver causato tanta preoccupazione.
    Non aveva la minima idea di cosa fosse davvero successo.
     
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    Il ragazzo non tardò molto a risvegliarsi. Ma quando riaprì gli occhi Cia rimase ferma e immobile, come se non credesse ai suoi occhi, o temendo che facendo un piccolo movimento avesse fatto altro danno. Toushiro sembrò accorgersi che stava piangendo e tentò di rassicurarla che non era morto. Cia frignò di nuovo ma cercò di asciugarsi le lacrime con il dorso delle mani.
    Sc-scemo, lo so che non sei morto. si lamentò tirando su con il naso. Non poteva farci niente, per Cia averlo danneggiato era un fallimento come strega. Non poteva perdonarsi un errore del genere, non dopo il suo impegno e i suoi studi. Non piangeva solo per Toushiro ma sopratutto perché si sentiva inadeguata come strega. Per lei essere una strega potente era praticamente la sua ragione di vita. Cia continuò per un pochino a frignare, sfogando le sue ultime lacrime, mentre Nimue si alzò in piedi e si avvicinò a letto. Sorrise cordialmente al ragazzo.
    Sì, sono un'amica di Cia. Non preoccuarti, Cia è una frignona dalle il tempo di sfogarsi e tornerà come prima. Si è presa uno bello spavento. fece per poi osservare un attimo il ragazzo e la sua fonte energetica tramite il suo talento.
    Ma che gli dici?! Non sono una frignona, non dare retta a questa "elfona!" fece indispettita, ma iniziò a calmarsi. Nimue rise divertita, ma non sembrò apprezzare il nomignolo che le aveva dato, poiché si avvicinò a Cia afferrandole le guance con le dita, tirandole dispettosamente, continuando però a sorridere.
    Non dirlo mentre hai la faccia rigata di lacrime scemotta! le disse per poi mollarla, mentre Cia si massaggiava le guance dolorante. Nimue si sedette sul ciglio del letto vicino alle gambe del ragazzo. Si schiarì la voce e lo guardò più seria di prima.
    Quando Cia ti ha portato qui, avevi i circuiti magici danneggiati. Non so se ha mai sentito parlarne. Come sai ogni essere vivente è dotato di energia, in alcune persone è molto forte e permette loro di sviluppare un potere personale. In altre invece è molto più bassa e vivono normalmente. Tu eri una via di mezzo, stavi sviluppando un tuo potere personale, la tua energia era in crescita. Cia non poteva saperlo quindi ha usato troppa energia magica per supportarti. Il tuo corpo ha reagito in modo strano, e sforzandoti al massimo hai sovraccaricato i tuoi circuiti magici, danneggiandone qualcuno. Per quel motivo sei svenuto. Ho dovuto intervenire e ripristinare qualche tuo circuito magico, usando la nostra energia particolare. Adesso sei di nuovo sano come un pesce, ma ecco... è difficile da spiegare. si portò una mano sul mento cercando un esempio buono che potesse spiegare a Toushiro la sua situazione.
    Uhm, come dire... per farti capire in modo semplice. Ho dovuto sostituire i tuoi circuiti magici danneggiati con delle batterie magiche. Queste batterie ti consente di continuare a vivere come hai fatto fino ad adesso, forse con qualche marcia in più vista la differenza di talento magico. Ma il punto è che come le batterie queste si scaricano e di tanto in tanto avrai bisogno di una di noi per ricaricarle. Fin qui ti è chiaro? gli chiese attendendo una risposta dal ragazzo. Cia intanto se ne stava sulla sedia a testa china sentendosi in colpa.
     
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    Si sentiva tremendamente in colpa per lo stato in cui Cia si trovava. Sotto sotto, gli faceva piacere che qualcuno si preoccupasse cosi per lui, ma ci pensò appena che subito lo represse, sentendosi ancora più in colpa per aver concepito qualcosa di cosi insensibile.
    Si rabbuiò.
    Fortunatamente, l'altra ragazza intervenne per tranquillizzarlo. Il suo sorriso era una luce gentile che lo fece sentire meglio e il modo con cui prese bonariamente in giro Cia lo fece sorridere di nuovo. Facevano una coppia curiosa, una cosi alta, posata, controllata e con il sorriso tranquillo di chi riceve le notizie di emergenze con la stessa tranquillità con cui si toglierebbe i guanti, e l'altra con le guance arrossate e i modi un po' di una bambina spaventata, ma che comunque ha il suo orgoglio e vuole essere presa sul serio. Più che amiche, sembravano sorelle, specie a giudicare dalla confidenza con cui si parlavano.
    Assistette divertito al loro piccolo battibecco, ma, quando Cia parlò di "elfoni", la parola ci mise qualche secondo a registrarsi nel suo cervello e, quando lo fece, registrò anche che le orecchie dell'altra ragazza erano un po' troppo lunghe e appuntite per un essere umano.
    A Toushiro quasi cadde la mascella per terra.
    E-e-elfo? balbettò, cosi piano che il suo sarebbe andato bene come il verso di un topolino.
    Tra la sua faccia, che aveva ancora quando la ragazza si sedette sul letto, e l'espressione di Cia che si massaggiava le guance era difficile dire quale fosse la più divertente.
    Ma l'intervallo comico finì quando Toushiro vide lo sguardo della ragazza-elfa farsi più serio. Forse era il suo istinto a parlare o forse era qualcos'altro, ma sentì un brutto presentimento farsi strada lungo la schiena.
    La ascoltò con attenzione, sgranando gli occhi quando parlò di circuiti magici, che non aveva mai sentito nominare, e sopratutto che alcuni dei suoi circuiti magici erano stati danneggiati. Toushiro si gettò uno sguardo preoccupato verso il suo petto, per quel tanto che riusciva a muoversi.
    Il presentimento divenne più grosso e più brutto, e si trasformò in un grosso blocco di ghiaccio quando lei si fermò con quel "è difficile da spiegare". Toushiro pendeva dalle sue labbra mentre la ragazza cercava le parole giuste e, quando le trovò, un milione di domande gli esplosero in testa.
    C-che significa? chiese. P-posso capire che qualsiasi danno ci sia s-stato, è stato riparato. M-ma che significa che devono essere ricaricate? Q-quando? Come? E che vuole dire "una di noi"? Chi siete v-voi?
    Si stava seriamente spaventando per tutta quella situazione e il suo balbettio ne era il chiaro segnale. Voleva delle risposte chiare e le voleva subito.
    Gettò uno sguardo verso Cia e stavolta nei suoi occhi c'era anche una certa paura nei suoi confronti oltre a una spaventata richiesta di chiarimento. Dopo tutto quello che aveva già visto, temeva quali altre cose avrebbe potuto vedere in quel mondo, molto più grande di quante avesse mai immaginato. Se già le cose oscure e pericolose che esistevano nel Suo mondo erano spaventose, cosa avrebbe potuto esserci oltre il bagnasciuga che credeva essere tutto il mare? E se Cia e la sua amica ne avessero fatto parte? Di colpo, quel letto non gli parve più molto comodo.
     
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    Toushiro iniziò a preoccuparsi e aveva tutte le ragioni del mondo. A malapena pensava che ci fossero altre razze al mondo a popolarlo, figurarsi venire a conoscenza di tutte quelle informazioni. Cia la lasciò parlare, visto che era stata lei a "curarlo". Nimue non seppe come spiegarglielo in modo migliore.
    Ecco... anche se non ricarichi la tua energia magica non è che ti succede qualcosa di brutto. Ma come dire, stando troppo tempo a secco di energia magica il tuo fisico inizierà a indebolirsi. Fin quando non perdi ogni capacità magica che avevi in precedenza. Diciamo che da ragazzo normale con qualche piccola capacità sovrannaturale, passeresti ad essere un ragazzo cagionevole di salute senza alcun talento particolare. Mi dispiace non ho potuto fare di meglio, il tuo fisico non regge incantesimi di cura più complicati. Ho voluto darti la possibilità di continuare a usare il tuo talento. Non so te, ma per noi per esempio perdere la capacità di usare i nostri poteri è peggio della morte. si alzò in piedi e si avvicinò a Cia posando le mani sulle sue spalle con fare protettivo.
    Cia ti spiega le altre cose nel dettaglio, io adesso devo andare. Non ho altro da poter fare al momento. fece con un sorriso rassicurante. Diede un bacio sulla testa di Cia e si allontanò con garbo uscendo dalla stanza. Cia intanto fissò il pavimento, cercando di farsi un pochino di coraggio. Ormai aveva fatto la frittata, quindi era giusto che il ragazzo sapesse di loro.
    Mi dispiace... io davvero credevo di aiutarti, non pensavo che i tuoi circuiti magici fossero così fragili. Ah per la cronaca Nimue non è un elfo, la chiamo così per via delle sue orecchie enormi, e il suffisso "ona" è per darle della tettona. Ho unito Elfo e tettona in "elfona". fece per poi scrollare la testa. Sperava che si sentisse meglio con quella scemata e invece il senso di colpa non passava.
    Credo che ormai tu abbia capito che io e Nimue non siamo normali donne... fece iniziando titubante, non era felice di rivelare tutto quanto per via di un suo errore. Toushiro tuttavia non sembrava pericoloso per il clan, ma il fatto era che non lo conosceva. Nimue le aveva praticamente lasciato la scelta se rivelargli la verità o meno. Alla fine sbuffò amareggiata: ormai aveva fatto 30, tanto valeva fare 31. Incrociò le braccia sotto al petto, mettendole in evidenza per errore, ma sembrò aiutarla ad essere più decisa.
    Siamo streghe...., facciamo parte di un culto in particolare chiamato "Umbra". Nimue è una mia consorella di questo clan e ce ne sono altre. Nimue ti diceva che avrai bisogno di noi per ricaricare l'energia magica perché usiamo incantesimi particolari e antichi, e siamo tutte caratterizzate da un tipo di energia magica particolare che non trovi facilmente nelle altre persone. concluse per poi voltarsi e guardare Toushiro negli occhi e capire cosa potesse pensare. Era pronta a sorbirsi ogni tipo di reazione da parte del ragazzo. Da quella arrabbiata, a quella scioccata.
     
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    La spiegazione di Nimue lo colpì come una martellata. Rimase lì a guardarla, pietrificato, con la mente che girava attorno al significato di quelle parole, senza riuscire ad inquadrarlo.
    Annuì assente quando la ragazza disse che non c'era altro che potesse fare e, quando se ne andò, quasi non se ne rese conto.
    A risvegliarlo fu la voce titubante di Cia, che gli faceva le sue scure. Toushiro la guardò smarrito, senza dire niente. Ancora non riusciva a capacitarsi di ciò che gli era appena stato detto.
    Cia scherzò e, involontariamente, un sorriso affiorò sulle labbra di Toushiro, ma era qualcosa di istintivo, senza calore nè sentimento. Non la interruppe mentre si apprestava, titubante, a rivelargli che, a giudicare solo dalla sua reticenza, doveva essere qualcosa di estremamente importante per lei, non la sollecitò quando esitò e non fece commenti su quella che per lui era un'ulteriore scossa al suo mondo tranquillo.
    Streghe... ripetè meccanicamente.
    Se l'avesse sentito mentre era in uno stato normale, la prima cosa a venirgli in mente sarebbero state immagini di donne dagli sguardi malefici e i cappelli a punta che mischiavano robe arcane in pentoloni, imprigionavano principesse nelle torri e trasformavano in rospi cavalieri e viandanti. Per come si trovava, invece, accettò tutto senza battere ciglia, come un secchio vuoto e aperto per chiunque volesse buttarci dentro qualcosa.
    Solo quando Cia ebbe finito, gli ingranaggi della sua mente ripresero lentamente a funzionare, anche se non prima che rimanesse a fissarla come un bambolotto per qualche secondo. Ritornò in sè lentamente, tutte le parole che gli erano state dette che prendevano il loro peso e portavano con loro tutte le implicazioni che ne venivano. Con sua sorpresa, Toushiro non si sentì travolto come pensava. La parola "cagionevole" per un ragazzo della sua età significava tutto e niente e non gli dava il peso che si meritava. Ciò che gli importava era una cosa: il suo potere, quel potere che gli aveva dato cosi tanti problemi e preoccupazioni, che spesso l'aveva tenuto a sudare per la tensione al pensiero che potesse sfuggirgli dalle redini e spingerlo a fare altre stupidaggini, che lo aveva disgustato e spaventato con quella capacità di intrufolarsi nei pensieri della gente. Quel potere era svanito, o perlomeno lo avrebbe fatto col tempo.
    Toushiro sollevò una mano e la guardò. La aprì, la richiuse, la aprì di nuovo. Il pensiero che fosse di nuovo sua, che tutto fosse di nuovo suo, non più soggetto alle bizzarrie di un potere che poteva sfuggirgli in qualsiasi momento, lo riempì di un sollievo profondissimo. Sorrise, mentre un peso gli si scioglieva dal petto.
    Forse... disse. Forse è meglio cosi... Guardò Cia, c'era un'aria di scusa nei suoi occhi, come se volesse scusarsi di ciò che stava per dire ad una persona che ora sapeva tenere tantissimo ai propri poteri. Per me... per me tutto questo, questo potere, è stato solo una fonte di problemi... se dovesse sparire, io, io ne sarei felice... Parlava un po' titubante, ma c'era decisione nel suo sguardo. Era convinto di ciò che diceva.
    Tu volevi aiutarmi e, beh, mi hai aiutato, ancora di più di quanto pensassi. Grazie. Era ancora fermamente convinto, nella sua testolina da eterno verginello testardo, che tutta la spiacevole faccenda delle due ragazze fosse stata davvero un brutto sogno e che fosse successo tutt'altro a farlo finire su quel letto. Per questo, verso Cia in quel momento nutriva solo una gran gratitudine. Lo stesso, però, distolse lo sguardo nel dirle quello, perchè sapeva che non l'avrebbe presa bene, lei, una strega, o perlomeno qualcuno che dava enorme valore ai suoi poteri.
    Io... è che io sono solo uno studente e... e questo non è il mio mondo. Non lo è mai stato. disse, quasi a scusarsi. Penso ancora che sia tutto fantastico, cioè, streghe! Sono cose che credevo esistessero solo nelle favole! E di sicuro farete magie, incantesimi, farete cose eccezionali e vorrei vederle tutte e... mentre parlava lo aveva preso un entusiasmo crescente. Gli brillavano gli occhi, sembrava un bambino a cui è appena stato detto che c'è un intero magazzino di giocattoli che lo aspetta. Ma il suo entusiasmo si spense in un sorriso a metà triste a metà colpevole. ...e mi piacerebbe moltissimo saperne di più su di voi continuò ma... io, io sono solo un ragazzino. Voi siete eccezionali e io, beh, sono solo io.
    Il topo di campagna aveva paura di entrare nella casa dl topo di città, un po' per umiltà, un po' per paura di cosa avrebbe trovato, un po' per paura di cosa sarebbe cambiato di sè stesso.
     
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    Cia lo lasciò parlare senza mai interromperlo. Incrociò le braccia al petto quando lo sentì parlare del suo potere e di quanto lo aveva disprezzato. Non riusciva a capire come si potesse essere felice nel vedere sparire il proprio talento. Era assurdo per lei, non riusciva a vederlo in altro modo che come un debole. Invece di affinare il suo potere e cercare di scoprirne di più, fuggiva e tentava di usarlo il meno possibile spaventato dalle conseguenze. Come pensava di fare in futuro? Giustificarsi sempre dicendo che era stato un incidente? La faceva imbestialire e lo si vedeva da muoveva nervosamente la gamba su e giù. Cercò di trattenersi il più possibile ma aveva una gran voglia di prenderlo per le spalle e scuoterlo con forza e gridargli "svegliati".
    Pfuah! Vuoi conoscerne di più su di noi? Così poi ti nascondi in un pertugio e non esci più? iniziò con disprezzo. Si alzo in piedi e allargò le braccia come a voler attirare la sua attenzione, poi gli piantò lo sguardo più severo e spietato che potesse fare.
    Datti una svegliata scemo! Non mostreremo i nostri poteri ad un cagasotto come te che non vuole guardare oltre il suo naso. Ma dico io, lo hai mai guardato il telegiornale? Da dove vieni tu non molto tempo fa è crollata una collina intera. Non un palazzo o un cantiere... no una cazzo di collina intera e ci hanno trovato il cadavere di un enorme mostro. Tu manco credi che esistano altre razze all'infuori di quelle umane. Eppure ogni notte dei fottutissimi vampiri uccidono migliaia di donne cibandosi del loro sangue. La gente si pesta per le strade e quelli con poteri distruttivi abbattono palazzi e se ne fregano delle vittime che lasciano dietro. Tu invece pensi che il mondo sia tutto casa e chiesa, che oltre alla tua scuola, la tua casa e i tuoi amici non ci possa essere niente di strano! Che far girare le scatole a qualcuno per via del tuo potere sia una cosa orribile. la sua voce da sibilante divenne sempre più dispregiativa e irritata.
    Ma chi ti credi di essere?! Non sei che una merdina in un angolo buio di un vicolo frequentato solo da gatti e topi. Sai che ti dico? Vattene, tornatene a casa tua nel tuo buco schifoso e non cercarci mai più. Così sparirà il tuo potere e morirai vittima di qualche creatura a cui non credi nemmeno che possa esistere e mentre quel mostro si ciba delle tue budella rimpiangerai di non avere più il tuo potere! concluse ansante per il nervosismo. Avrebbe voluto picchiarlo ma si limitò a calciare la sedia vicino a lei. Non sopportava più quel fare innocente e non sopportava la sua beata ignoranza. Non voleva vedere il mondo che lo circondava e addirittura avrebbe preferito che il suo potere sparisse. Lo guardò negli occhi, colma di disprezzo, severa ma giusta. Un tipo come lui sarebbe finita vittima facilmente di qualcuno e il fatto che fosse crepato perché si rifiutava di vedere la realtà la mandava in bestia.
     
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    Se l'aspettava.
    Si aspettava un attacco, una rabbia, un orgoglio offeso e insultato. Ma la veemenza di Cia, una ragazza che fino a quel momento con lui era stata posata e gentile, anche se dispettosa, il disprezzo con cui lei lo aggredì, lo presero ugualmente alla sprovvista, sconvolgendolo.
    Le aveva detto: "io sono piccolo e debole e quindi il mio mondo deve essere piccolo a sua volta". Dicendolo, aveva mentito, anche a sè stesso. Cercava di proteggersi dalla verità, la respingeva, credendo cosi di poter continuare a vivere come se niente fosse.
    Ma una bugia è una bugia, un codardo un codardo, non importa quali scuse inventa per sè. Cia lo sapeva e tutte le sue parole, in un crescendo di rabbia, si abbatterono su di lui come una pioggia di pezzi di vetro. Le bugie dietro cui si era rifugiato si incrinarono, scricchiolarono, minacciarono di spezzarsi.
    Scosse la testa, tra sè negando tutto quello che lei gli diceva, negandolo e negandolo e negandolo, rifiutandosi di ammetterlo, perchè cosi sarebbe potuto tornare alla sua vita serena senza nessun peso, senza nessun pensiero.
    Ma le sue bugie scricchiolavano. Scrich scrich scrich. E alla fine andarono in frantumi e tutta la realtà gli crollò addosso, assieme a tutta la verità che aveva cercato di nascondere.
    Lo so che è cosi! gridò. Lo so che solo i cacasotto parlano cosi! Lo so che il mondo è pieno di mostri e che fare finta che non sia cosi non cambia niente! Lo so che dovrei usare il mio potere, per... per fare qualcosa di buono! Invece di scappare a nascondermi! Lo so! Lo so! Lo so!
    Era scattato in piedi per la veemenza, ignorando il dolore ai muscoli. Fissava Cia con una rabbia furibonda, e l'aura gli turbinava intorno come una nuvola temporalesca. Poi, piano piano, la nuvola perse la sua minacciosità e si sciolse, espandendosi a coprire in volute tutto il pavimento della stanza come una nebbia mattutina.
    Ma, io, con questo potere, ho fatto del male a delle persone. disse, la voce ridotta ad un sussurro. Involontariamente, potrei dirti. Questo potere può ritorcersi contro di me e, a volte, influenzarmi come io influenzo gli altri. Mi ha fatto fare delle cose orribili e, per quanto io mi dica che non è colpa mia, sento ancora il sangue sulle mie mani. La guardò, non più furioso, ma fermo. Puoi biasimarmi se dico che non lo voglio?
    Ricadde a sedere, come se l'energia che lo aveva spinto a quell'esplosione si fosse esaurita di colpo.
    Ma anche cosi, non va bene, vero? disse, lo sguardo perso nel vuoto. Mentire, scappare... non è la soluzione. Non lo è mai stata.
    Una pausa.
    Cosa dovrei fare allora?
    Non era più un ragazzo gentile, titubante, onesto e innocente. In quel momento era un rottame alla deriva, che aveva perso tutti i punti cardinali e non sapeva più dove andare.
     
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    Il ragazzo non rimase a lungo a subire le sue dure parole. Quando lo vide scattare in piedi fece un passo indietro, temendo quasi che venissero alle mani. Sbottò anche lui, togliendo finalmente quel fare da finto tonto che tanto la irritava. Notò un filo di dolore nelle sue parole, da come aveva parlato sembrava che avesse avuto una brutta esperienza per colpa dei suoi poteri. Qualcosa di brutto e di cui si era pentito. Pensò che probabilmente il suo viaggio solitario a Roma era dovuto anche a ciò che gli era successo. Eppure Toushiro non aveva mai sbottonato niente di sé. Aveva solo detto che era un ragazzo qualsiasi con un potere problematico. Lo vide infuriarsi, poi cadere nello sconforto. Cia si rese conto che stava dando fin troppa importanza a quel ragazzino spuntato fuori dal nulla per arrabbiarsi in quel modo. Sbuffò, poi emise delle lagne rabbiose, quelle tipiche di chi non si sentiva compresa.
    Che ne so io? Sei tu quello che deve decidere cosa vuoi dalla vita. Vuoi davvero lasciarti andare e startene in casa a frignare come una femminuccia per il resto della tua vita? Sentendoti in colpa per ciò che è successo?
    sbottò di nuovo meno arrabbiata ma delusa e anche scocciata.
    Hai avuto un incidente... ok pazienza può capitare. Non dico che non devi far finta di nulla, ma proprio perché è successa una cosa così brutta, devi prendere le redini della situazione. Sei l'unico che può controllare questo potere, e sei l'unico che può fare qualcosa a riguardo per impedire che non succeda di nuovo. Non riesci a controllarlo a dovere? Allora allenati, fino allo sfinimento fino a quando non diventi padrone della tua stessa vita. Sei tu che devi dominare il tuo potere non il contrario. Tira fuori le palle e datti da fare! affermò tirandogli un cuscino raccolto lì nelle vicinanze. Le streghe di umbra fin dalla nascita vengono addestrate per arrivare a piegare l'oscurità al loro volere. Sono così potenti proprio perché usano energia negativa la più potente al mondo e la guidano verso i loro obbiettivi. Allo stesso modo Toushiro avrebbe dovuto piegare con la sua volontà il proprio potere e farci qualcosa di forte e unico. Cia non era mai stata dolce e pacata, sopratutto quando parlava di cose in cui credeva davvero. Spesso parlava in modo diretto e fin troppo schietta.
     
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