Un gelato per riparare il mondo

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  1. Gisnni
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    Aveva detto una cretinata e Cia non ci mise molto a farglielo notare. Sotto il suo sguardo severo, se possibile, Toushiro arrossì ancora di più.
    Comunque, le parole "culto segreto" non gli sfuggirono, nè gli fecero una buona impressione. In quanto ragazzo normale, che alla normalità era abituato e che era portato ad associare alla normalità tutto quello che veniva fatto alla luce del sole, si chiese che tipo di gruppo avesse bisogno di restare nascosto per sopravvivere.
    Un clan di streghe, l'aveva chiamato Cia... Per l'ennesima volta, si domandò se non fosse andato a cacciarsi in una situazione molto più pericolosa di quanto gli fosse sembrata prima. Non portava rancore a Cia per averlo aggredito, era stata colpa sua se era successo, nè per la questione dei circuiti danneggiati, non ricordava nulla di come fosse successo ed era ancora una cosa troppo astratta perchè potesse afferrarla davvero, ma più cose vedeva di quel posto più si sentiva a disagio. La necessità di segretezza, la rabbia di Cia a vederla minacciata. Potevano anche non significare niente, ma non lo mettevano affatto a suo agio, non dopo che lei era stata cosi gentile con lui in tutto.
    Cibo e bevande lo distrassero momentaneamente da quei pensieri e, con forse un po' troppo entusiasmo, ci rovistò dentro, troppo affamato per fare complimenti. Pizzette, panini, acqua. Rimase contento da ciò che Cia gli aveva portato.
    Scartò un panino e ci aveva appena affondato i denti dentro che gli occhi gli caddero sul cipiglio serio con cui Cia lo guardava. Rimase cosi a guardarla, insicuro, un po' ridicolo.
    Quello che Cia gli disse... Toushiro sussultò e sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Staccò un pezzetto del panino e lo inghiottì faticosamente. Si sentiva la gola serrata in un nodo.
    O-ok... balbettò.
    Cia non era andata tanto per il sottile nello spiegargli quale era la sua posizione, i suoi doveri e come lei sentiva riguardo quel gruppo. Il suo sguardo era più che esplicito sulla serietà di ciò che diceva e Toushiro tremò un po' dentro di sè a ricordare la dragonica che lo aveva aggredito.
    E-e cosa significherebbe fare parte del vostro culto? chiese, cercando di allentare la tensione che si era andata formandosi. Da clan a culto, una parola che nella "normalità", vuoi per discriminazione vuoi per semplice ignoranza, non era mai assegnata a gruppi innocui nè la ferocia con cui Cia lo difendeva era incoraggiante. Si chiedeva di quale "nemico" stesse parlando...
    La direttrice? chiese, ricordando di colpo il punto che alla fine lo preoccupava di più. E' una di voi? Ed è... qualcuno di molto più terrificante di te? chiese, ricordando le parole di prima di Cia. Francamente, se era cosi, non poteva dire di essere ansioso di incontrarla. La sua fantasia volò a immagini di draghi che volavano in cieli tempestosi, scatenando getti di fuoco su edifici in fiamme.
    Ma... ma io non volevo fare niente di male... mormorò al commento di Cia. Ecco fatto, adesso aveva perso anche la sua fiducia. Alla grande.
    Afflitto, rimase a mangiucchiare il suo panino.
    Lo guardò per un attimo. Devo considerarlo il mio ultimo pasto? chiese, con un tono da scherzo nervoso.
     
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79 replies since 21/4/2016, 23:10   597 views
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