Un gelato per riparare il mondo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Gisnni
        Top   Dislike
     
    .

    User deleted


    Più facile a dirsi che a farsi, pensò Toushiro.
    Per quanto capisse fosse chiaro e semplice, aveva passato troppi mesi legato a paura e senso di colpa per poter pensare di potersene liberare semplicemente con la determinazione e il duro lavoro. Gli ci sarebbe voluto un po' di tempo per convincersi che tutti gli ostacoli che aveva messo e metteva di fronte a sè erano solo i frutti dei suoi dubbi.
    In quel momento, sapere che esisteva una strada, una strada chiara che poteva seguire senza timore, gli bastava e lo faceva sentire leggero rispetto a come si sentiva prima.
    Annuì alla domanda di Cia, mostrandosi più deciso. Si, era quella la risposta giusta, e se non l'aveva capito prima era solo colpa sua. Doveva davvero molto a quella ragazza e ai suoi modi spicci.
    Decise di tenere per sè quella valutazione.
    I pensieri finalmente in ordine, notò una strana asprezza nello sguardo di Cia. Per un attimo, il tempo di un pensiero, gli sembrò che lei lo guardasse con disdegno.
    Pensò che fosse delusa da tutti i suoi tentennamenti e se ne dispiacque. Per rimediare, cercò di mostrarsi deciso e attento mentre lei rispondeva alla sua domanda sulla ricarica dei circuiti magici.
    Con sua sorpresa, sembrava tutto molto semplice, quanto fare una visita dal medico ogni po' di tempo. Sentir parlare tranquillamente di incantesimi ed effetti continuati gli fecero girare la testa e insieme gli diedero presentimenti non proprio buoi, ma decise di accantonare la cosa, per non sembrare troppo difficile.
    Stava quasi per commentare allegro, quando Cia parlò di prova. Poi lei si propose come cavia, una cavia che dava i suoi servigi come un re permetteva a qualcuno di mettersi le scarpe, ma sempre una cavia, e per di più per i suoi poteri, i suoi imprevedibili poteri.
    Il tempo di realizzare le conseguenze e Toushiro sgranò gli occhi.
    D'accordo... si sorprese a dire. La cosa più normale per lui sarebbe stata di rifiutarsi decisamente, accampare scuse su pericolosità e cose del genere, ma il discorso di Cia aveva attecchito e, per quanto sentisse un groppo alla gola, la consapevolezza che era un passo necessario superò la paura. E poi, non voleva nemmeno deludere quella ragazza che adesso andava a fare da cavia per lui. Quella preoccupazione gli allargava il cuore e lo faceva colpevole assieme, come se fosse colpa sua.
    Io... grazie disse semplicemente, arrossendo e distogliendo lo sguardo, non sapendo in che altro modo dire ciò che provava.
    Si alzò in pedi e prese un ampio respiro.
    Farò del mio meglio.
    Il cuore gli batteva nel petto come un tamburo.
    Si impose la concentrazione e, raggiunta un minimo di calma, iniziò a cercare dentro di sè la fonte di tutti i suoi problemi. Con sua meraviglia, la nuvola si estese da lui con la tranquillità di un cavallo docile. Qualunque cosa gli avesse fatto l'altra strega aveva già i suoi risultati.
    Con un po' di esitazione, spinse l'aura verso Cia. Appena la sfiorò, sentì una strana sensazione di somiglianza, come se l'aura della ragazza fosse una versione più concentrata e densa della propria, fatta della stessa luce. Lo mise un po' a disagio; gli pareva che lei fosse una batteria di cui lui fosse un estensione.
    Si costrinse a ignorare quel pensiero: aveva un compito da fare adesso.
    La nuvola aveva avvolto Cia e lui, con estrema attenzione, iniziò a inviare i suoi influssi empatici, ciascuno uno stato d'animo con cui Cia avrebbe dovuto vederlo. Grigio: noncuranza. Rosso chiaro: irritazione. Bianco: mancanza di percezione. Arancione: divertimento. Nero schiarito: lieve timore. Rosa: tenerezza. Azzurro: tranquillità.
    Per dieci minuti, senza fermarsi, Toushiro continuò a passare da un colore e da uno stato d'animo all'altro. Si mantenne con attenzione alla larga dalle emozioni più estreme e da tutto ciò che toccasse la sfera sessuale.
    Man mano che procedeva senza intoppi, prese confidenza. Si ritrovò anche a sorridere, la prima volta mentre usava quel suo potere.
    Un pensiero lo sfiorò: gli sarebbe piaciuto se anche Cia fosse stato contenta di lui.
    Fu un errore.
    La nuvola lo afferrò con la stessa prontezza di un predatore in agguato. Oro: orgoglio.
    Imbarazzato, Toushiro realizzò il suo errore e cominciò a ritrarre la sua aura. Temeva di perderne il controllo, specie perchè sentiva di starsi avvicinando al suo limite.
    La nuvola si impennò come un cavallo che non vuole tornare nella stalla. A Toushiro ricordò i momenti in cui l'aveva tradito, gettandolo nei suoi errori più grossi. Un emozione forte, limpida e spietata gli traversò la mente come un'onda.
    La nuvola fiammeggiò di un nero abissale. Odio, desiderio di colpir e distruggere.
    Rimase cosi per un attimo, una macchia scura gettata nella stanza. Poi sparì.
    Toushiro rimase ad ansimare, esausto. Il suo potere era sparito. L'aveva utilizzato tutto. Si sentiva debole e vuoto.
    Sollevò lo sguardo verso Cia, ansioso di vedere se quell'ultima influenza l'avesse toccata. Essendo l'aura sparita, non poteva aver messo radici, ma Toushiro temeva gli effetti rimanenti. Quelli toccati dal suo potere ci mettevano sempre un po' a ritornare al loro normale stato d'animo.
     
    .
79 replies since 21/4/2016, 23:10   597 views
  Share  
.
Top