Abitazione di Henry Jekyll

Grande abitazione

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    io non sono leggenda...sono realtà!

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    Henry rimase colpito dal comportamento della donna, aveva un modo di fare molto altezzoso, come se dovesse marcare in qualche modo la propria superiorità nei suoi confronti. La cosa lo confuse almeno inizialmente, portandolo a domandarsi il perchè di un comportamento tanto anomalo. Soprattutto perchè nettamente in contrasto con la richiesta di non arrendersi con Nimue, che lo fece innervosire non poco. Riuscì a passare sul fatto che la donna non avesse apprezzato, anzi nemmeno calcolato il gesto gentile del tè, obbligandolo a saltare la colazione disturbata dal suo arrivo. Il galateo lo portò a resistere anche quando iniziò a rivolgersi a lui con l'aria di una pronta a rimproverarlo, ma questa totale mancanza di empatia nel chiedergli di non arrendersi senza nemmeno conoscere la propria storia lo disturbò parecchio. Il linguaggio del corpo parlò fin troppo chiaro, con la fronte corrucciata e i pugni serrati, mentre le braccia si strinsero al petto formando una barriera formata dalla propria postura. Sicuramente per questo Nariko intervenì ammonendolo con la mano aperta verso di lui. Così Henry si fermò riposizionandosi sulla pianta del piede, dato che aveva impercettibilmente sollevato i talloni da terra come a voler scattare verso di lei. Fù estremamente difficile trattenersi per restare concentrato sulle parole di Nariko, disturbato ancora di più dal modo in cui la donna traeva le proprie conclusioni, pensandolo come un ignorante. Era ovvio che aveva notato quel pancione così troppo deforme, ma non era certo sua intenzione quella di investigare in un momento tanto delicato, ed una volta arrivati all'epilogo del loro incontro non era certo più di suo interesse. Come non era di suo interesse il voler ritentare un approccio con Nimue solo per potersi aprire nuovamente ad una donna per prendere l'ennesimo calcio in culo. Dio che liberazione per lui il poter imprecare almeno nella propria testa. Se la prima parte del discorso aveva risvegliato la sua ira, la seconda aveva suscitato il suo interesse, sia dal punto di vista scientifico, sia da quello emotivo. Lo studioso in lui avrebbe tanto voluto capire i meccanismi dietro ad un tale abominio di gestazione. Mentre l'uomo, seppur ferito temeva per l'incolumità della donna per la quale ancora provava qualcosa di forte. In barba alle buone maniera Henry si lasciò cadere su una delle sedie del tavolo massaggiandosi la fronte e la barba pensieroso, oramai le forti emozioni provate sovrastavano il mal di testa. Passava le grosse dita nella folta barba ispida in cerca delle parole giuste, ma nella confusione del momento non riusciva a trovare nulla se non il proprio dolore diventando visibilmente emozionato.
    Mi pare ovvio che quella gravidanza non sia normale... Ma come avrei potuto investigare? Dopotutto siamo stati assieme solo qualche minuto, il tempo di dirmi di Gil...
    Cercò una giustificazione colpevolizzandosi del fatto d'esser passato sopra a qualcosa di tanto grave per proteggere se stesso. E se le prime parole potevano sembrare un apertura concluse poi la frase in altro modo.
    Tuttavia temo che lei non conosca bene la situazione. Nimue mi ha chiaramente detto di preferire Gil, prova amore verso di lui, certamente non può provarlo per un povero vecchio come me che ha visto in così poche circostanze.
    Alzandosi poi con aria decisa, guardandola proprio come fece lei quando pensava che Henry non si fosse accorto della gravidanza esagerata di Nimue.
    E se anche fosse lei si presenta in casa mia, con quell'aria di superiorità e tracotanza pensando solo alla sua amica. Bene ci sono anomalie ben più gravi che non si manifestano fisicamente come accaduto per la sua amica. Senza avere la minima empatia e guardandomi come se fossi un verme viene qui a chiedermi uno sforzo immane senza conoscere la mia storia, senza sapere cosa comporta per me un suo rifiuto, soprattutto dopo aver scoperto che assieme a me frequentava un altro uomo, un...
    Fece molta fatica a pronunciare la natura di Gil, inorridito al pensiero che della carne fredda fosse stata preferita al suo cuore pulsante.
    Non morto...
    Henry si fermò a pochi metri da Nariko facendo notare di non avere molta pazienza, e che avrebbe dovuto dosare bene le prossime parole e magari ammorbidire anche il proprio approccio
     
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    La posizione del corpo di Henry parlava chiaro, non aveva voglia di condividere informazioni e altre cose così intime e riservate con una perfetta sconosciuta. Nariko poteva capirlo perfettamente e non gliene fece una colpa, tuttavia se lei era lì non era per lui ma unicamente per il bene di Nimue, di Syndra e Stige. Non le importava un fico secco dei sentimenti di quell'uomo, forse non era un bene per i suoi scopi ma non aveva alcuna intenzione di consolarlo e fare le moine per convincerlo. Quindi rimase in totale silenzio mentre lui parlava e la accusava di essere piombata lì a parlargli in quel modo. Arricciò di nuovo il naso delusa, resistento all'impulso di scatenare il suo potere per una maledizione che gli facesse venire il mal di stomaco. Lo sguardo di Nariko fu implacabile, lo guardava come se fosse un verme che aveva appena perso tutto il suo valore. Non poteva farci nulla, anche se non era stata dolce nel dirgli del pericolo che correva Nimue, sembrava più interessato a difendere il proprio onore che salvare Nimue. Evidentemente si sbagliava sul suo conto e probabilmente anche Nimue si sbagliava su di lui.
    Tsè, cosa potevo mai aspettarmi da un uomo? fece in un soffio, per poi stringere i denti nervosamente. Le era scappato! Non voleva dire una cosa del genere, sapeva che era controproducente ma quella frase le ristagnava nella bocca e la disgustava fin quando non l'aveva vomitata sfogando quel bisogno viscerale di dire cosa pensava.
    Quindi è così? Ciò che c'è stato fra di voi non vale la pena nemmeno per salvarle la vita? Forse non ha capito la gravità della situazione. fece Nariko, alzando un pochino la voce, ma cercò di contenersi di nuovo sospirando per darsi una calmata.
    Le streghe come Nimue hanno problemi di controllo della magia oscura, lottiamo da sempre contro questo problema, è come una specie di malattia che se non va presa in tempo si aggrava e può diventare letale. Quel feto dentro il ventre di Nimue è come una specie di fucina oscura. La destabilizza e la fa stare male, ma a lei non importa a quanto pare. Preferisce difendere il proprio orgoglio che pensare al suo bene. Non sono venuta qui per consolarla e dirgli che ha ragione, sono qui unicamente per la mia amica. Evidentemente non posso chiedere un suo aiuto, ho perso solo tempo, tolgo il disturbo.<i> fece lapidaria, severa. Non le importava le difficoltà a cui poteva andare incontro l'uomo. Non le importava se Nimue gli aveva detto che preferiva Gil. Secondo Nariko era un suo dovere provarci anche solo per salvarla. Se anche poi non lo avesse scelto, se anche poi Nimue lo avrebbe lasciato ancora facendolo soffrire, poteva salvarla ma stava scegliendo di non farlo. Si allontanò dal camino a passi pesanti, facendo echeggiare i tacchi sul pavimento, non lo degnò più di uno sguardo mentre si avvicinava all'uscita della stanza. Sembrava ormai decisa a doversela sbrigare da sola. Sicuramente con quel modo di fare Henry avrebbe potuto urlarle contro la sua rabbia, oppure poteva rimanere in silenzio a covare stizza verso di lei, in ogni caso ciò che aveva da dire lo disse e se a lui importava ancora di Nimue allora ci avrebbe pensato, senza il bisogno di stare lì a provare a convincerlo con le parole.
     
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    Scusa per il ritardo e se sembro poco ispirato, spero che anche che mi possa perdonare visto quello che mi è successo


    L'offesa mossa da Nariko fu i il suo più grande errore, ancora di più rispetto al comportamento tenuto fin'ora. Henry sentì le tempie pulsare dalla rabbia e in un certo senso anche Nariko, come Nimue riuscì a tirar fuori dal dottore una parte istintiva che si manifestò con un movimento brusco e repentino. Henry si girò verso il tavolo con tutta l'intenzione di spaccarlo assieme ad ogni cosa presente nella stanza. Durò solo un istante ma bastò a far capire a Nariko che non solo aveva raggiunto il limite della sopportazione, ma che l'aveva superato. La strega sembrava una femminista convinta e il fatto d'esser giudicato in quanto uomo infastidì Henry che si ritrovò vittima di uno stereotipo, gli stessi che avevano fatto si che non potesse accettarsi per quello che era, nascondendosi dentro ad una gabbia d'oro fatta di un egregio dottore volto a dare il buon esempio per la sua struttura morale. Le parole seguenti di Nariko non servirono a niente, troppo deboli per far breccia in una mente ormai oscurata dalla rabbia. La cosa che più lo fece imbestialire fu la mancanza di sensibilità di Nariko, non si aspettava certo di trovare un amica che potesse sostenerlo, ci mancherebbe. Non volle nemmeno pensare di trovare una semplice compagna, ci poteva anche stare che potesse chiedergli aiuto, magari con più sensibilità, sedendosi al suo tavolo e parlando come pari. Invece il comportamento della strega lo relegò a semplice oggetto per raggiungere il proprio scopo di salvare Nimue. Come se Henry fosse una bambola priva di sentimenti, e quasi come una ragazzina viziata assunse un atteggiamento stizzito quando il suo "giocattolo" si rifiutò di aiutarla, ricordandogli che la questione era ben più complicata e che magari un uomo della sua età gia rimasto ferito in precedenza potesse non avere la forza di reagire subito a quello che a conti fatti si rivelava un torto alla sua persona avvenuto solamente qualche ora prima, e quindi non ancora smaltito. La cosa triste è che Nariko avrebbe potuto ottenere facilmente aiuto da Henry con un atteggiamento diverso, invece probabilmente qualcosa nel suo passato l'allontanò dal genere maschile, ma questo non importava a Henry, non provò nemmeno ad immaginare una situazione del genere troppo preso dal suo di dolore. Osservò la donna andarsene rimanendo coi pugni chiusi sul tavolo, sentendo solo il rumore dei tacchi riempire la casa e martellando nella sua testa, accompagnati dallo sbattere della porta che riportò il silenzio. Solo allora Henry si lasciò cadere sulla sedia con gli occhi lucidi ma troppo orgogliosi per lasciar sgorgare lacrime. Nel silenzio finalmente potè concentrarsi sul problema portato a galla da Nariko, era ovvio che gli dispiaceva per Nimue, così come ovvia era la mancanza della donna. Gli avrebbe perdonato tutto, anche il folle gesto d'aver avuto una relazione con due uomini. Sentì lo stomaco girarsi su se stesso nel sapere del pericolo che correva ma non trovava il coraggio di far qualcosa, doveva assolutamente preservarsi o sarebbe morto di crepacuore. In quel momento la negatività aveva completamente inondato il proprio animo... non poteva salvarla, solo in quella grossa casa era solo un verme, e quello era il suo destino, il destino di un inetto costretto a pensare solo a se stesso e Nariko se ne sarebbe fatto una ragione...
    Io la amo...
     
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    Io direi che è la conclusione perfetta grazie per la rolata, si ci sente poi per la prossima.
     
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