Abitazione di Henry Jekyll

Grande abitazione

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    La foga con cui Henry la leccava avido, faceva girare la testa a Nimue che non riusciva in alcun modo a contenere i gemiti. Henry banchettava con i suoi umori e la sua carne senza alcun freno inibitorio, portandola a raggiungere un primo orgasmo incontrollato. Non poteva fermarlo quindi Henry avrebbe sentito sulla sua lingua un sapore più intenso per via dei suoi umori più copiosi a causa dell'apice che aveva raggiunto. Quella passione sfrenata che ci aveva messo l'uomo nel leccarla, lasciava intendere quanto tempo si fosse frenato e ora poteva essere libero. Poteva godersi il corpo di Nimue, lei non lo avrebbe fermato, non voleva fermarlo. Era così eccitante vederlo selvaggio e incontrollato che Nimue non faceva altro che incoraggiarlo. Lo percepì risalire lungo il suo corpo, liberandole i seni mentre lo sentiva strusciarsi su di lei, facendole sentire i suoi muscoli tonici, il suo corpo massiccio e più grande rispetto al suo. Anche se non lo vedeva riusciva a figurarselo, caldo imponente che la faceva sentire così piccola e al tempo stesso al sicuro. Iniziava a capire perché a Cia piacessero gli uomini grandi e muscolosi, come si poteva non apprezzarli? Avendo raggiunto l'orgasmo la clitoride di Nimue era sensibilissima in quel momento, la sua cervice si contorceva nel desiderio di essere riempita. Nimue si sentiva impaziente, il suo respiro era pesante come se fosse stata in apnea. Lo voleva con tutta se stessa, non si rese nemmeno conto che il suo bacino si sollevò verso l'uomo come in una tacita elemosina per avere piacere. Lo sentì parlare e percepì il calore del suo respiro su di lei, quando capì che la stava per baciare, rispose avida accogliendo nella sua bocca la lingua dell'uomo. Risucchiandolo dolcemente come un frutto prelibato, lottando lingua contro lingua, trasmettendogli tutta la sua brama. Mugugnava eccitata, premendosi con tutto il corpo contro di lui, non poteva vederlo quindi voleva sentirlo. Un brivido nel sentire la cappella separarle le brandi labbra. Se non avesse avuto la bocca occupata dalla deliziosa lingua del dottore avrebbe sicuramente detto qualcosa come "oddio sì". Sentì poi la mano che le liberò le braccia. Non esitò nemmeno un istante, quando fu libera le portò subito sulle natiche di Henry aiutandolo a spingere dentro di lei. Lo percepì centimetro dopo centimetro inondarla di calore, la spalancava deliziosamente facendola godere. La clitoride pulsò con forza contro il suo ventre quando fu completamente dentro di lei. Le gambe si incrociarono dietro ai fianchi dell'uomo come se non avesse voluto farlo scappare via.
    No.. è stato perfetto. replicò alle scuse dell'uomo ansante, con la voce rotta da qualche gemito di piacere. Le sue mani si strinsero con forza sui glutei, assaporando quella parte con lascivia, suggerendo un ritmo con le dita: allentando la presa per lasciarlo scivolare fuori e poi spingendolo per aiutarlo a penetrarla di nuovo. Era meraviglioso, grondava di umori ma non voleva fermarsi per nessun motivo al mondo.
    Aaah Henry... Henry così... fammi godere... ogni pausa era un bacio sulla sua bocca, come se non riuscisse a stargli lontana per troppo tempo.
     
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    Le natiche di Henry erano sode e grandi rispetto alle mani di Nimue. Due pezzi di carne nei quali affondare le dita e percepire la forza dell'uomo, perchè ogni spinta, si rifletteva in una contrazione dei glutei. Quindi oltre che ad essere un buon appiglio potevano fornire indicazioni sulle spinte dell'uomo. Per quanto riguardava Henry invece era ben contento di sentire le mani sul suo sedere. Lo trovava qualcosa di estremamente carino ed eccitante. Li piacque vedere come Nimue andò subito a cercarle per afferrarle, come per farlo ancora più suo. Come se stesse tenendo tra le mani le redini di un cavallo imbizzarrito e con quelle lo guidava nelle spinte. Muovendolo al ritmo che lei preferiva, in quel modo avrebbe conosciuto meglio i gusti di Nimue, e l'avrebbe fatta godere tramite il suo corpo. Perchè in quel momento si sentiva quasi un oggetto che Nimue usava per godere. E la depravazione di quel pensiero lo accesero ulteriormente. Gongolando di quel trattamento che Nimue gli serbava, mai si era sentito così desiderato da una donna. Forse neanche Thrisha l'aveva mai bramato come Nimue faceva in quel momento. E quella pulsione, quel sentimento perverso che lo vedeva un mezzo per farla godere gli donavano una sensazione di depravata euforia. I baci diventavano sempre più focosi, preso dalla foga delle spinte non sempre riusciva a restare attaccato alle labbra, e allora capitava che leccava ciò che gli capitava a tiro, che fosse il mento o i bordi della bocca. Respirava affannosamente addosso alla pelle di Nimue. In questo modo avrebbe fatto sentire ancora di più la propria presenza e la propria forza su quel corpicino tanto minuto. Lo sguardo fisso su quel viso, su quelle espressioni che lei gli concedeva nei rari momenti in cui non si baciavano. La sua mente fissava ogni singolo, istante, ogni singolo gemito, in modo da portare sempre con se il ricordo del loro sesso. Solo una cosa gli mancava, lo sguardo di lei. Gli Accarezzò il viso passando il pollice sulle labbra, indice e medio erano già sotto il tessuto che la bendavano e con uno scatto fulmine tolse la benda. Finalmente poteva specchiarsi nell'oceano dei suoi occhi. Solo allora scoprì la sua espressione, incredula per come gli stessero girando bene le cose con lei, lo sguardo di un uomo che si riteneva fortunato e la sfumatura della bestia che stava prendendo ciò che era suo.
    Veniamo assieme!
    Non credeva alle parole che gli uscivano dalla bocca, quella sicurezza di riuscire a farla venire era più da Hyde. Non per questo non s'impegnò, piantando le dita dei piedi e il gomito sinistro a terra per avere una presa migliore,. Afferrando il trapezio di Nimue con l'altra mano libera per poterla spingere meglio, che senza offesa per il lavoro magistrale che stava facendo ma che ora sarebbe nettamente cambiato con la vigoria che ci avrebbe messo Henry con le sue spinte. Ora la sua verga sfamava la voglia di carne che bramava l'intimità di Nimue, dandogliene fin troppa rispetto a quella che poteva reggere, con affondi sempre più sentiti e potenti.
     
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    C'era qualcosa di profondamente diverso nel fare sesso con Henry, rispetto a quando lo aveva fatto con Gil. Entrambi non erano di certo dei verginelli e sapevano come fare per muoversi e dare piacere ad una donna. Tuttavia a Gil mancava qualcosa. Non riusciva a dire esattamente cosa fosse era come un istinto, qualcosa che percepiva quando stava insieme ad Henry. Quando lo aveva fatto con Gil aveva avuto l'impressione che il ragazzo avesse voluto imporsi cercando di strapparle l'orgasmo quasi con violenza, non prestando attenzione se stesse esagerando o meno. Henry invece lo sentì più coinvolto, più complice e attento. Sicuramente era per via della loro differenza di età dopotutto Gil era un ragazzo giovane nonostante fosse immortale. Henry invece era un uomo maturo e come tale era più attento. Non che Gil fosse meno attento o meno disponibile. Ma c'era qualcosa di profondamente diverso che percepiva solo in quei momenti molto intimi. Qualcosa che non riusciva ad afferrare, le sfuggiva ogni volta che pensava di esserci vicina.
    Sentiva sotto le dita i muscoli dei glutei contrarsi ogni volta che Henry affondava dentro di lei, e allo stesso tempo sentiva la bocca del suo utero che veniva premuto e battuto dalla carne di Henry facendole godere immensamente. Era fantastico, sentiva il corpo andare a fuoco, avendo gli occhi bendati era costretta a sentire con il corpo la presenza di Henry e tutto era molto più intenso. Oltretutto con la vista oscurata istintivamente non dava alcun peso alle espressioni che assumeva durante l'amplesso. Quindi gemeva rumorosamente, e ancora di più quando le bocche non riuscirono più a stare uniti in un bacio. Eccitandosi nel sentire la lingua di Henry leccarla a tratti sul volto, dandole altri brividi intensi. Quando sentì il pollice di Henry che le carezzavano le labbra lo addentò dolcemente per poi succhiarlo avidamente nella bocca, soffocando in quel modo i suoi gemiti. In quel momento però la benda fu tolta ed Henry avrebbe potuto notare lo sguardo perso di Nimue. I suoi occhi sembravano quelli languidi di un assetato viaggiatore che ammira con desiderio una fonte d'acqua fresca. La bocca era occupata a succhiare il dito, lo mollò quando il ritmò si fece più incalzante per poter gemere ad un volume più alto, mentre lui le chiedeva di venire assieme.

    Sììì....sìììì non riusciva a dire altro, serviva uno sforzo davvero grande per poterlo fare, ma non aveva alcuna voglia di impegnarsi a dire qualcosa, voleva solo godere, voleva solo raggiungere l'apice del piacere. Parlare non faceva che distrarla da quel piacere immenso. Le dita si strinsero con più forza attorno ai glutei aiutandolo ad accelerare sempre di più, rincorrendo disperata l'orgasmo che si faceva sempre più vicino. Henry lo poteva sentire da come si erano irrigidite le gambe, di come la cervice lo stringeva in spasmi sempre più frequenti. Il volto di Nimue era stravolto di piacere, la bocca spalancata per urlare con voce più stridula, il volto più arrossato di prima e la fronte corrugata per l'estasi. Poi un lampo bianco le esplose davanti agli occhi mentre i suoi umori schizzavano sotto gli affondi potenti dell'uomo. Coincise proprio nel momento in cui lo sentì venire, il calore che si diffuse in tutto il suo corpo e l'appagante sensazione di sentire le pulsazioni del suo uomo nella sua più profonda intimità.
     
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    PC aggiustato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! La magia del natale ha colpito ancora! :rock:



    Non c'era modo migliore per conoscersi in quel momento, avevano parlato così poco ma si erano detti così tanto. Grazie a quell'esperienza anche un uomo colto come Henry imparò qualcosa di nuovo, qualcosa che non si poteva trovare nei libri di scienza. Capì che c'erano metodi diversi alla parola per comprendere una persona. Durante il sesso entrambi erano onesti, senza inibizioni. Donavano la loro personalità, la loro esperienza e il proprio cuore, muovendosi sul palco e inscenando loro stessi in tutta la propria intimità, concedendosi ed esponendosi all'altro. Fin dal loro primo rapporto Henry non era riuscito a non mostrare se stesso, idem per Nimue che si mostrò una donna decisa, che non sfruttava il suo corpo stratosferico ma il suo carattere di ferro. Capì una cosa molto importante di lei, che era in grado di metter da parte il suo lato dominante pur di metterlo a proprio agio. Cosa che fece facendosi legare e bendare da lui, questo fu un gesto molto affettuoso. Perchè una donna come lei, che pur di averlo la prima volta era stata disposta ad usare i propri poteri e addirittura a bloccarlo invocando una sorta di stupro, era nata per comandare e in quel caso aveva mostrato una grandissima prova di fiducia assecondando Henry. Ad ogni secondo che passava, ad ogni spinta che esortava Nimue entrava sempre più nel cuore e nella mente di Henry, irretendolo ad un livello sempre più viscerale. Non potevano essere le prime volte, doveva esser veramente successo qualcosa tra loro due, non poteva andar già così bene. Questi i pensieri inconsci del dottore troppo preso dall'atto e da quello sguardo così affamato per poterli rendere palpabili alla sua mente. Perchè una volta scoperti quegli occhi se li sentiva addosso, in un modo inquieto, quasi soffocante ma tremendamente eccitante. Le mani sui suoi glutei erano in qualche modo benzina che veniva spruzzata sul fuoco. tutto era un netto crescendo, i loro corpi si mischiavano tra gemiti e fluidi viziosi. Le contrazioni della cervice seguivano le pulsazioni della verga di Henry, massaggiandola e assecondandola, come per ripagarla del modo in cui riusciva a sfamare quella brama di carne. Perchè proprio quella sarebbe stata la sensazione provata di Nimue, quella di un un uomo messo completamente a sua disposizione, per falra sentire a proprio agio, portandola sul palmo della propria mano ed assecondare quelli che erano i suoi desideri, per provare a propria volta il massimo del piacere. Proprio sentendola soddisfatta il glande di Henry si gonfiò in quell'ultima spinta appena dopo l'inizio della venuta di Nimue. Come se non stesse aspettando altro che quell'orgasmo prima di potersi concedere il proprio. Inondandola del suo bianco piacere per l'ennesima volta, con la stessa gioia e vigoria della prima. Mischiando le proprie carni in un mix di suoni distorti e perversi e fluidi viscosi. Baciandola ancora, assaporando le sue labbra carnose esaurendo in un caldo e poi tiepido bacio l'estasi di quel momento. Quant'era bello fare l'amore, quant'era bello farlo con Nimue!
     
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    Sentiva ogni piccolo fiotto riempirla e scaldarla nel profondo, facendola sentire appagata. La presa ferrea di prima durante l'orgasmo si affievolì gradualmente fino a diventare un dolce abbraccio che non lo avrebbe oppresso più. Le mani dalle natiche risalirono lungo la schiena, godendosi quelle spalle larghe e forti. Poggiò i piedi al suolo lasciando libero l'uomo di potersi muovere come meglio poteva. Ansante iniziò a sentire il momento di rilassamento tipico post orgasmo. Si sentiva così bene che non pensò più a nulla. Non le importava se Henry avesse seri problemi di doppia personalità. Stava così bene che se fosse apparso improvvisamente Hyde, avrebbe risposto con mugugni rilassati. Ormai non poteva più negare a se stessa che Henry le piacesse molto. La verità era che quella lettera quando l'aveva trovata, prima di conoscerne il contenuto l'aveva resa felice perché aveva una buona scusa per andarlo a cercare. Era giustificata, quindi avrebbe scaricato completamente al caso la responsabilità della scelta di andarlo a trovare. Certo non avrebbe mai immaginato che Henry nascondesse un segreto così grande. Capì perché le diceva che era in costante pericolo e che non doveva stargli accanto. le chiacchiere sul fatto che non sapesse chi lui fosse e che poteva rivelarsi un assassino, uno stupratore. Quanto era stato dolce? I suoi occhi tornarono sul volto dell'uomo che carezzò con entrambe le mani, osservandolo rilassata mentre pensava al fatto che alla fine poteva rendersi non solo utile ai suoi occhi, ma perfino indispensabile. Sapeva perfettamente dove cercare una soluzione al suo problema e anche come studiarlo. Sarebbe stato anche un ottimo materiale di studio per lei e ciò che avrebbe scoperto avrebbe portato un contributo significativo al suo clan. Insomma due piccioni con una fava, anzi perfino tre piccioni con una fava dato che ciò le avrebbe permesso di passare altro tempo insieme a lui. Gli sorrise dolcemente, sollevandosi con le spalle per cercare un ultimo bacio sulle labbra. Un bacio dolce senza malizia, concedendosi un poco di affetto. Tornò poi sdraiata comodamente a terra, e si divertì a carezzare con le dita la sua barba bionda.
    Sai, potrei insegnarti un sacco di giochetti di quel tipo. affermò per poi ridacchiare divertita. Era ironico pensare che per lui era perfino terapeutico visto che aveva problemi seri di controllo sulla proprio persona. Inibirsi e disinibirsi in sedute feticistiche o sadomaso erano un tocca sana per lui. Chissà se ci aveva mai pensato a quel tipo di terapia?
     
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    Una sensazione di completo rilassamento si appropriò del corpo e della mente di Henry. Che si scostò da quel corpo setoso, uscendo da lei senza mugugni perchè sapeva che non sarebbe stata l'ultima volta. Oramai aveva raggiunto la consapevolezza che Nimue non sarebbe scappata, che quella non era una semplice avventura e che neanche Hyde gli avrebbe separati. Questa cosa lo rese gioioso strappando un sorriso disteso e completamente sincero. Oltre a sentirsi pieno di vigore Nimue riusciva a farlo sentire sereno, riuscendo a mettere a tacere la sua testa. Come detto in precedenza Henry si scostò per non opprimerla con la sua figura, ma mantenne sempre un certo contatto tra i due corpi, dato che si distese sul lato. Il pene ormai a riposo poggiava sull'anca di Nimue e il suo avambraccio destro era disteso lungo il suo diaframma, in modo da poter massaggiare ogni tanto il suo seno. Rilassandosi Henry aveva liberato totalmente se stesso e su certi comportamenti sembrava quasi un adolescente mai sazio. Anche ora, alla fine del rapporto provava piacevole mantenere quel contatto col proprio genitale e giocare con le sue femminilità. Sorrise nel sentir Nimue giocare con la sua barba, trovava estremamente rilassante il rumore dei peli scostati tra le dita, un rumore molto sottile percepito solo da chi li porta. Ogni volta che si specchiava in quegli occhi capiva d'esser molto fortunato ad averla incontrata, e ricambiava lo sguardo sentendosi finalmente parte di qualcosa. Incolpandosi per essersi rifugiato nella solitudine e per aver dimenticato cosa si prova a stare in compagnia di persone verso le quali si prova dell'affetto. Da anni ormai Henry era abituato a sguardi freddi e distaccati di chi l'osservava dall'alto della sua cattedra o dalla lontananza di chi si appresta ad ascoltare le sue tesi. Ora poteva finalmente scaldarsi, con quel bacio senza malizia, più lento e casto dei suoi precedenti fratelli ma che grazie a quella caratteristica potè sprigionare tutta la dolcezza e l'affetto che portava con se.
    Sono stato così pessimo?
    Ridacchiò disteso, percependo che dietro a quella richiesta ci fosse il desiderio di Nimue di rivedersi con costanza e senza scuse legate alla casualità del ritrovamento di una lettera.
    Sai, forse avrei davvero bisogno di ripetizioni. Sia in questo campo che su quello della magia.
    Divenne un po più serio ma mantenendo sempre la sua tranquillità, guardandola e perdendosi nei suoi occhi.
    Nimue, non ho nemmeno avuto bisogno di pensarci, mi è bastata la tua risolutezza e il modo in cui non sei scappata da me. Ho deciso, sempre che tu non abbia cambiato nel frattempo idea, che a me sta bene intraprendere quelli studi con te. Per conoscere meglio me, per perfezionare il mio uso dell'alchimia e per conoscerci meglio. Perdonami soltanto per il mio comportamento, non conoscevo altro modo che questo per proteggere le persone alle quali tengo. Capisco che le mie omissioni possano essere fastidiose e che non sia molto bravo a mentire ma ero stato colto dal panico e hai conosciuto un aspetto di me fasullo. Ti prego, puoi farlo?
     
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    Nimue si stava rilassando beata, non stava pensando a nulla, godendosi quel momento in totale spontaneità, tant'è che quando Henry le chiese se fosse stato così pessimo dopo ciò che gli aveva detto scoppiò a ridere. Non voleva essere una critica nei suoi confronti, ma solo un modo malizioso per dirgli che avrebbero potuto fare tante cose di quel tipo insieme. Pensò solo in un secondo momento che poteva sembrare una lamentela.
    Ma no, ma che dici? fece divertita. Tornò poco dopo a giocare con la barba di Henry o i peli del petto mentre lui iniziò a parlare liberamente. Nimue fu felice di notare che lo stava facendo non perché fosse disperato o messo alle strette, ma finalmente perché aveva voglia di parlare liberamente. Per un attimo Nimue pensò di aver calcato un po troppo la mano per averlo spinto fino a quel punto. Non era stato facile ottenere la sua fiducia, ma era anche vero che era stata presa alla sprovvista dalla notizia di cosa nascondeva in realtà. Gli sorrise cercando di trasmettergli un poco di serenità. Certo non era una cosa facile da accettare per molte persone, quello non era solo una questione di doppia personalità, diventava proprio anche fisicamente un'altra persona. Oltretutto Hyde la parte più marginale di Henry la odiava perché lo aveva minacciato. Chissà se anche dopo quella sessione avrebbe contiunato ad odiarla perché aveva preferito Henry e solo lui? Era rischioso ma Nimue aveva il desiderio di aiutarlo perché sapeva che poteva farlo. Lo lasciò un attimo sulle spine non rispondendo subito alla sua domanda.
    Sbaglio o sono stata io a proporti di darti una mano per risolvere il problema di Hyde? fece per poi afferrargli il naso scherzosamente.
    Ti aiuterò molto volentieri, e avremo modo di conoscerci meglio. affermò per poi lasciarlo andare e tornare un attimo di nuovo seria, senza però perdere la sua disponibilità.
    Adesso che conosco il motivo dei tuoi comportamenti strani, capisco anche il motivo per cui hai agito in quel modo. Sei già stato perdonato, non temere. gli disse per poi dargli un nuovo bacio. A quel punto sgusciò via dal suo abbraccio per tornare in piedi, il pavimento non era di certo un letto comodo.
    Sappi che sarò molto ligia agli studi, sono una secchiona quindi ti avviso che sarò severa. fece portandosi le mani ai fianchi. Era tronfia ma sapeva benissimo che se durante gli studi avesse voglia di saltargli addosso avrebbero finito per fare pause molto lunghe e piacevoli.
     
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    Ogni secondo che passava aumentava in Henry la sensazione che quella non era una delle prime volte. IL modo in cui si coccolavano gli ricordava la sensazione di pace e naturalezza che viveva con Thrisha. Tutto veniva sempre più naturale e il fatto di non andarsene dopo il sesso non faceva altro che rafforzare il legame. Un legame fatto di dita intrecciate tra i peli del petto e grattini sulla barba. Di una mano forte e ruvida che passava le sue dita con estrema maestria ed esperienza lungo una pelle di burro, liscia e delicata, come solo le donne sono. Se non avesse iniziato a parlare probabilmente Henry si sarebbe addormentato dolcemente, coccolato dal calore di quel corpo così famigliare, nonostante fosse ancora sconosciuto. Tutto stava girando per il verso giusto e anche lo scherzare e le battute lo facevano sentire sempre più legato a lei, tutto prendeva i connotati di una simpatica cartolina d'amore. Si vedeva dall'esterno mentre sorrideva in risposta a Nimue, Capì che l'aveva perdonato quando gli ricordò che era stata lei a volerlo aiutare e la cosa fu per lui un immenso piacere. Le punte della sua bocca iniziarono ad alzarsi per regalare un sorriso disteso e pacato ad incorniciare quel momento così intimo, quando Nimue afferrò il suo naso.
    HA HA, Aia! Mi fai ma..ha..le! E' fastidioso!
    Cercò di rispondere soffocando le parole con le risa, L'afferò per i polsi mostrandogli tutta la sua forza ma senza forzarla facendo si che sia lei a decidere quando togliere la presa dal suo naso. Fece poi un verso di disapprovazione quando Nimue mollò quel bacio per sgusciare, improvvisamente venne a mancare quel calore, ma il fastidio scomparve subito nel sapere che ormai poteva averla in ogni momento. Con un colpo d'addome tirò su il busto mostrando in quel gesto la sua possente muscolatura tesa. Alzò la gamba destra tenendo la sinistra distesa e incrociò le braccia sul ginocchio. Si perse ad osservare quel corpo perfetto di fronte a lui distraendosi dall'ultima frase.
    OOh io sono un ricercatore professionista, non mi spaventa lo studio. Piuttosto...
    E gli si disegnò un sorriso diverso dai suoi soliti, un sorriso furbesco e marpione.
    Bisognerebbe tessere un ode a te. Bellissima Nimue, hai un portamento fastoso, un corpo sublime. E di sicuro lo sai, scommetto quasi che tu ti sia messa in quella posa per farti vedere.
    Disse alzandosi usando la sola forza delle gambe, mostrando ancora una volta la sua tonicità.
    Aspetta un momento, che stupido!
    Disse scappando in una sala li vicino e tornado dopo pochi secondi.
    So che di solito in una coppia ci si scambiano gli spazzolini
    Disse arrossendo vistosamente.
    Scusa, ho usato il termine coppia perchè non so come definirci! Voglio che tu sappia che anch'io sono completamente d'accordo con la tua idea di conoscerci meglio, siamo adulti in fin dei conti.
    Concluse ponendo una fiala con un liquido rossastro.
    Tieni, questo è l'antidoto da usare contro Mr. Hyde, nel caso ce ne fosse bisogno
     
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    Nimue ridacchiò divertita quando Henry le fece presente che anche lui era piuttosto professionale in quel campo. Sarebbe stato sicuramente interessante lavorare insieme a lui. Ricordava ancora molto bene quando aveva parlato dei suoi progetti al bar. Di come brillavano i suoi occhi quando condivideva le conoscenze che aveva appreso. A Nimue piaceva studiare quindi sicuramente avrebbe imparato molto da lui e non vedeva l'ora di iniziare. Notò che Henry la stava osservando con un'espressione enigmatica. La accusò di essersi alzata per mostrarsi a lui in tutta la sua bellezza. La realtà era che si era alzata perché sentiva seriamente la schiena provata per l'amplesso precedente, il pavimento era duro e le spinte avevano sforzato il suo fisico. Però non negò, piuttosto sorrise maliziosa, portò una mano sul braccio opposto, stringendo le braccia per evidenziare ancora di più i seni, in una posa da finta innocente.
    Ma no, ma cosa dici? fece recitando la parte della donna imbarazzata, ma ovviamente lo fece in modo molto teatrale, così da fargli capire che stava scherzando e che comunque non provava alcuna vergogna.
    Non sembra dispiacerti comunque. continuò per poi fargli un occhiolino di intesa. Intanto Henry si alzò in piedi e le porse una boccetta con un liquido rosso. Nimue la afferrò osservandola molto incuriosita. Sembrava una pozione magica a guardarla, la scosse un poco per vedere la consistenza del liquido, poi sollevò lo sguardo curioso e interessato su Henry.
    Dovrei fartelo ingerire? gli chiese, mentre si immaginava una possibile situazione in cui Hyde avrebbe dato di matto. Non sarebbe stato affatto facile convincerlo a bere quella fiala se sarebbe servito. Avrebbe comunque dovuto ingannarlo in qualche modo, o usare la magia per farlo. In ogni caso era utile tenerla.
    Grazie, la terrò sempre con me allora. affermò prima di dirigersi verso i suoi abiti e l'asciugamano con cui pulì in modo sbrigativo le tracce di sperma fra le sue cosce. Si sentiva ancora vischiosa quando muoveva le gambe, dandole una sensazione perversa. No, non si sarebbe lavata lì da Henry, lo avrebbe fatto con calma a casa sua. Difatti si rivestì con calma. In ogni caso poteva usare la magia per ripulirsi in fretta.
    Si è fatto tardissimo, non avevo calcolato di fermarmi così a lungo da te. Mi aspettano in ufficio e sicuramente la preside mi darà una bella strigliata per il ritardo. Quindi perdonami se non rimango a farti ancora compagnia, mi farò perdonare la prossima volta. Ti lascio il mio numero di telefono così possiamo metterci d'accordo sul posto dove lavorare. mentre parlava si rivestì mettendosi anche il cappotto, scrivendogli il suo numero di telefono su un foglio di carta trovato vicino ad un telefono. Prima di andarsene però lo avrebbe abbracciato ancora, dandogli un intenso bacio. Le dispiaceva molto andarsene, sopratutto perché avrebbe voluto continuare ancora qualche altro giochetto erotico e crogiolarsi fra le sue braccia.
     
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    Henry aveva costantemente un pensiero che gli rimbalzava in testa, cioè: Come fosse possibile aver raggiunto già quel livello d'intesa. Tutto riusciva naturale, anche farla sorridere e parlare come se fossero amici da anni. Sorrise timido quando fece la finta innocente mettendosi in quella posa provocante e venne rapito da quell'occhiolino. Si fermò quindi a pensare a quanto fossero agli antipodi: lui ligio alle regole per seguire un "etichetta". Lei forte e decisa a prendersi tutto ciò che vuole, pronta a sacrificare anche la sua vena professionale. Tuttavia questo non faceva di lei una stupida, aveva mostrato d'avere un intelligenza fuori dal comune. E quando la guardava negli occhi capiva che aveva molto da raccontare. A questo punto non potè fare a meno che conforntarla Thrisha, non voleva farlo, gli sembrava qualcosa di disgustoso e tremendamente attaccato al passato, ma il paragone venne da se. Perchè tutto sembrava ripetersi, tutto assumeva sempre più le sfumature di un deja vu. Perchè Nimue come Thrisha fu la prima donna in grado di rompere quella maschera e vedere attraverso. Ed ora Nimue si era meritata quella boccetta che conteneva la sua vita. Grazie a quella avrebbe potuto salvarlo o salvarsi. Quando Nimue si rivestì lui non andò in camera sua a prendere dei vestiti, aveva capito che quelli erano i loro ultimi minuti assieme. Quindi prese una giacca da notte che aveva appesa al lato della stanza su un appendiabiti. Era bordeaux con le rifiniture nere, in seta e molto elegante sul suo corpo. Mentre Nimue si asciugava lui gli ronzava attorno come per proteggerla e fargli sentire la sua presenza, sistemandosi i capelli sciolti dietro la nuca.
    So già che saprai farti perdonare.
    Disse scherzosamente ma mantenendo un tono profondo e intellettuale.
    Sappi che casa mia per te è sempre aperta, per ogni evenienza. Comunque sia ci sentiremo presto, sono molto curioso e stimolato all'idea di poter lavorare assieme a te.
    Concluse abbracciandola e ricambiando il bacio passionale, Nel momento in cui si staccò si concentrò sulla morbidezza delle labbra di Nimue. Gli sarebbero mancate, ma non troppo, perchè sapeva che oramai l'avrebbe avuta.


    Fine "Il dubbio è come un tarlo insidioso"

     
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    Il cielo plumbeo londinese faceva da sfondo alla grande villa barocca di Henry. Come sempre l'eleganza di quell'abitazione faceva si che risaltasse anche con le condizioni meteo più avverse, nemmeno un cielo così piatto monocromatico, di un grigio annoiato dalle costanti piogge di quello che un tempo era definito regno unito potevano scalfire cotanta bellezza monumentale. Il lungo vialetto circondato dalle aiuole verde smeraldo accompagnava i suoi ospiti verso l'entrata della casa, filtrando perfettamente l'umidità condensata e regalata al terreno sottoforma di pioggia. In quel pomeriggio il sistema di filtraggio sembrava funzionare ancora meglio, pronto ad accogliere una presenza estremamente piacevole, forse la più gradita degli ultimi anni. Nimue era diventata in breve tempo una presenza molto importante per il dottore, era la casa accogliente sullo sfondo di quello stesso cielo terso, un luogo in cui rifugiarsi, nel quale scaldarsi con le sole attenzioni che una donna sensibile come lei potesse dargli. Prima del suo arrivo la vita di Henry era sostanzialmente un vortice di autocompiacimento, colmato solo dalla perseveranza nei suoi studi, glis tessi che avevano creato il mostro che ora albergava in lui. Un mostro bisognoso di attenzioni, le stesse che lui, dalla morte di Thrisha non poteva più darsi, stretto nella morsa di una società sempre più focalizzata sulle parvenze e sempre meno verso i contenuti. Nimue no, lei era diversa, proprio come la sua defunta moglie, andava oltre i canoni della società, quelli che dicevano che un professore del suo calibro avrebbe dovuto mantenere un comportamento impostato e distaccato. Dove un insegnante come lei non si sarebbe dovuta abbandonare così presto ai piaceri della carne. momenti gustosi e completamente naturali, del quale solo una società bigotta ci ha insegnato a nascondere per vergognarsene. Sembra assurdo ma è così, tra rapine, povertà, sottomissioni di individui e guerre, siamo tutti cresciuti col tabù dell'amore. Questo Henry lo sapeva, ma la sua famiglia e il suo ruolo l'avevano costretto a soffocare questo suo lato ed ora, per la seconda volta nella propria vita ecco una donna in grado di fare irruzione nel suo cuore, facendo sfociare queste emozioni senza aver bisogno di ricorrere a Edward Hide. Quindi finalmente ci troviamo in un momento estremamente positivo della vita del dottore, segnato appunto da quell'incontro casuale ma voluto da un destino che gli prometteva di sorridere. Henry che era di ritorno da un viaggio di lavoro, aveva per prima cosa fatto chiamare Nimue presso la sua villa per parlare del loro ultimo incontro e proseguire con i propri studi, almeno, quella era la scusa ufficiale. In realtà visto i piacevoli fatti accaduti ad ogni loro singolo incontro, non vedeva l'ora di poterla riabbracciare. Difatti quando Nimue sarebbe arrivata di fronte al portone avrebbe chiaramente percepito un meraviglioso profumo di arrosto. Mentre da appassionato di musica quel'era l'avrebbe sentito suonare l'asturias al pianoforte. Non certo un brano romantico, ma molto energetico, suonato solo per poter controllare e sfogare l'ansia del momento. Visto che i minuti nel cuore del dottore scorrevano come ore, e le ore come giorni. Questo fece perdere il senso del tempo a Henry che impaziente batteva le dita contro i tasti del pianoforte, rendendo ancora più sentito e forte quel brano.
     
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    Nimue si trovava davanti alla porta della villa di Henry, fissava il campanello su cui aveva allungato il dito ma che non riusciva a premere. Aveva una mano poggiata contro il suo ventre ormai gonfio nascosto dal cappotto pesante nero che portava per proteggerla dal freddo pungente londinese. Sotto di esso aveva un vestito corto, rosso che aveva la parte attorno alla pancia di una stoffa morbida, uno dei pochi vestiti che metteva anche prima che poteva portare anche in quello stato. Con il cappotto addosso non si notava ancora, ma quando lo avrebbe tolto si sarebbe visto il rigonfiamento sulla pancia, non troppo esagerato, sembrava un rigonfiamento di circa 4 mesi di gravidanza. Quindi scambiabile anche per del sovrappeso o un rigonfiamento di un pranzo troppo abbondante. Ovviamente il resto del corpo di Nimue non era cambiato, a parte i seni che erano più prosperosi e sodi, quindi era già abbastanza evidente il suo stato. Aveva chiesto a Gil di lasciarle sbrigare alcune faccende sue personali e di fidarsi di lei, non voleva portarlo con sé, aveva paura che con la sua testa calda ed il problema di instabilità di personalità di Henry le cose potessero precipitare in situazioni molto scomode. Non poteva più rimandare ormai, non vedeva Henry da un po di tempo, a causa dei suoi guai e per via di affari dell'uomo che lo avevano tenuto lontano da Londra. Non voleva dargli la notizia per telefono quindi alla sua primissima occasione eccola lì per parlarne. Non erano passati 4 mesi dal loro ultimo incontro come il suo pancione stava invece mostrando, il che lasciava intendere benissimo che quella gravidanza non era affatto normale. Alla fine Nimue si decise e suonò il campanello, sentendo già l'agitazione in corpo, la voglia di scappare via pur di non affrontare Henry. Quella era la parte più difficile in assoluto, dirgli che ormai non poteva più permettersi di scegliere e che doveva portare avanti la sua storia con Gil. Attese impaziente che le venisse ad aprire la porta, mentre in mente ripassava i discorsi che voleva fargli per parlargli di Gil, di come le cose si fossero complicate e del fatto che era meglio che non si vedessero più per il bene di entrambi. A Nimue ovviamente dispiaceva moltissimo non poterlo più vedere, ma non poteva fare altrimenti e ciò le mise addosso una immensa tristezza.
     
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    Mai suono di campanello fu più dolce, questo poteva significare solo una cosa, l'arrivo di Nimue. Le dita di Henry si staccarono dai tasti del piano senza premurarsi di finire il pezzo scritto sullo spartito. Non riusciva a trattenere la forte emozione e Nimue avrebbe sentito il brano interrompersi bruscamente, capendo che da li a poco qualcuno gli avrebbe aperto. Il dottore saettò giù dallo sgabello aggiustandosi la giacca con un rapido gesto delle mani e stringendosi la cravatta che si era lasciata andare dalla foga dei movimenti che compiva suonando. Era arrivata Nimue e con lei poteva finalmente essere se stesso, in barba alle buone maniere, in barba al fatto che un uomo come lui si sarebbe dovuto muoversi verso il portone al più con passo deciso. Henry si trovò a correre, non voleva perdere più nemmeno un secondo. Indossava un vestito da cerimonia color cachi, con una camicia bianca e il panciotto grigio, gli occhiali come al solito si accompagnavano al grosso naso ruvido e i capelli erano sciolti perchè" tanto a Nimue piaceva anche così". Arrivato al portone si sistemò il collo alla diplomatica della camicia mentre con l'altra mano correva verso la maniglia. Aperta la porta Nimue vide un uomo dal sorriso sereno e lo sguardo dolce, che non nascondeva una certa emozione nel rivederla e nemmeno lo sforzo della corsa che fece. Henry dal canto suo aveva immaginato più e più volte quel momento, si vedeva mentre dalle spalle gli toglieva il cappotto per appenderlo al'attaccapanni, mentre con un gesto solenne l'avrebbe invitata ad entrare. Si era preparato diversi convenevoli coi quali iniziare la conversazione. Invece nel vederla rimase sbalordito, come se non si fosse mai abituato alla sua bellezza. Notò in lei uno sguardo strano ma non era la prima volta, anche durante i loro incontri precedenti sembrava assorta nei propri pensieri. Così decise di fare il primo passo, questa volta avrebbe rotto lui il ghiaccio e lo fece con un goffissimo:
    Sei bellissima...
    La voce uscì calda e profonda, non c'era affatto bisogno di convenevoli e non erano bambini alle prime armi, erano amanti e non c'era più bisogno di nascondere la cosa. Così ancora prima di togliere il cappotto che nascondeva la pesante novità della quale Henry era completamente all'oscuro avrebbe allargato le braccia, pronte a cingerla in un forte abbraccio.
     
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    La voglia di fuggire via divenne soffocante quando la musica del pianoforte smise. Era evidente che era Henry quello che stava suonando poco prima e adesso si dirigeva verso la porta. Il cuore le batteva all'impazzata nel petto, sentimenti contrastanti la agitavano. Non vedeva Henry da un po e le sarebbe piaciuto moltissimo stare un poco di tempo con lui, ma subito dopo quel pensiero un profondo senso di colpa le faceva venire il magone. Non doveva fuggire doveva assolutamente risolvere quella faccenda. Così si preparò e quando la porta si aprì e vide il volto colmo di gioia di Henry si sforzò di sorridere, ma sentì il cuore morirgli. Dio era così radioso, così bello. Aveva un buonissimo profumo, e sentì chiaramente la voglia matta di abbracciarlo. Cercò di sedare quella sensazione, ma Henry uccise la sua volontà allargando le braccia verso di lei. Che razza di donna era? Aveva deciso di farsi una vita con Gil e continuava a sentire quelle pulsioni verso Henry? Lo abbracciò seguendo l'impulso del momento, per poi sentire un fremito lungo le braccia ed il petto nel sentire il corpo dell'uomo premersi contro il suo. In una situazione normale avrebbe sollevato il viso verso di lui per cercare un bacio. Quella volta invece dovette fare un grosso sforzo per abbassare la testa e poi lasciarlo andare. Fece un passo indietro e spostandosi una ciocca di capelli dal viso mettendoselo dietro l'orecchio si morse il labbro inferiore. Sospirò cercando di trovare il coraggio che sembrava mancarle.
    E' bello rivederti Henry. disse per poi iniziare a slacciarsi il cappotto lentamente, come se volesse prendere tempo o si vergognasse.
    Dobbiamo parlare. fece con tono serio, non riuscendo a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.
    Sono successe molte cose.... iniziò sbottonando l'ultimo bottone del cappotto. Le mani le tremarono ed alla fine aprì il cappotto togliendoselo rendendo agli occhi di Henry chiaro che le cose successe avevano portato ad una conseguenza. Abbassò lo sguardo tenendo una mano lungo il fianco e l'altra si afferrò un lembo della gonna stringendolo nervosamente. Iniziò a sentire una fitta sul ventre e dovette portare una mano sulla pancia per calmarlo. Niente di allarmante sul momento ma fu strano per Nimue.
     
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    Nimue si fece abbracciare ma il loro fu un contatto molto strano, la sensazione percepita da Henry fu quella di distacco. Una sensazione molto strana data la vicinanza e il tepore dei loro corpi esposti ai venti gelidi di Londra. Qualcosa in Nimue non andava, di solito era così espansiva mentre in quella circostanza si limitò a farsi trascinare da quell'abbraccio senza ricambiarlo veramente, trattenendosi senza dar modo di capire al dottore la motivazione. Il rigonfiamento del ventre ancora non era molto visibile vista la natura del cappotto, e probabilmente i seni già turgidi per la gravidanza premuti contro il petto di Henry nascondevano o rendevano più difficile da notarlo alla pressione di un abbraccio. La cosa fu così strana da far provare a Henry una sensazione di disgusto verso quel gesto così poco naturale, pensando forse d'aver sbagliato qualcosa. Forse avrebbe dovuto lasciare a lei l'iniziativa? Davvero doveva punirsi per aver reso un gesto così dolce alla sua amante? Eppure il comportamento di Nimue era troppo strano, doveva per forza esserci una motivazione, ed ora la stava mettendo a nudo spogliandosi del cappotto.
    Oddio, vieni dentro ti prego!
    La prima reazione nel vederla gravida fu quella di proteggerla dal freddo di quella giornata, scostandosi e accompagnandola mettendogli una mano dietro la schiena. Lo shock della notizia ancora non gli aveva fatto realizzare il tutto e a muoversi per primi furono i suoi istinti. Tuttavia bastò una manciata di secondi per rendere quell'esperienza completamente alienante. Henry aveva già avuto due figli e conosceva il corpo di una donna gravida, sapeva che quella pancia era troppo avanti rispetto al loro ultimo incontro amoroso. Improvvisamente la fronte si corrugò possibile che quel figlio fosse suo? Il frutto non del loro ultimo incontro ma di quello precedente? Questo spiegherebbe il perchè della sua espressione, magari pensava che lui non gli sarebbe stato accanto, che quella fosse una di quelle storie da film dove la donna si sente un peso per via di una conseguenza non voluta. Effettivamente era troppo presto per pensare ad un figlio, eppure in cuor suo sapeva che quel bimbo non era suo. Era troppo intelligente e quell'ultima frase che disse già gli aveva detto più del necessario... "Sono successe troppe cose" da li ogni altra conversazione sarebbe parsa inutile, sicuramente quel bimbo era di qualcun'altro. Improvvisamente Henry venne colto dall'angoscia. Si sentiva la testa incastrata in una ghigliottina, pronto a ricevere il colpo di grazia, da colei di cui si era fidato dopo tempi immemori, sapeva già a cosa sarebbe andato incontro, eppure era li, a muovere il braccio nel gesto di accompagnarla a sedere sul divano, lo stesso dove avevano fatto l'amore, dove aveva aperto il suo cuore... Incuriosito dalle sue prossime parole. Sperando che il meccanismo di quella ghigliottina potesse magicamente incepparsi.
     
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