Abitazione di Henry Jekyll

Grande abitazione

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  1. Yhei
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    io non sono leggenda...sono realtà!

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    Scusa per il ritardo e se sembro poco ispirato, spero che anche che mi possa perdonare visto quello che mi è successo


    L'offesa mossa da Nariko fu i il suo più grande errore, ancora di più rispetto al comportamento tenuto fin'ora. Henry sentì le tempie pulsare dalla rabbia e in un certo senso anche Nariko, come Nimue riuscì a tirar fuori dal dottore una parte istintiva che si manifestò con un movimento brusco e repentino. Henry si girò verso il tavolo con tutta l'intenzione di spaccarlo assieme ad ogni cosa presente nella stanza. Durò solo un istante ma bastò a far capire a Nariko che non solo aveva raggiunto il limite della sopportazione, ma che l'aveva superato. La strega sembrava una femminista convinta e il fatto d'esser giudicato in quanto uomo infastidì Henry che si ritrovò vittima di uno stereotipo, gli stessi che avevano fatto si che non potesse accettarsi per quello che era, nascondendosi dentro ad una gabbia d'oro fatta di un egregio dottore volto a dare il buon esempio per la sua struttura morale. Le parole seguenti di Nariko non servirono a niente, troppo deboli per far breccia in una mente ormai oscurata dalla rabbia. La cosa che più lo fece imbestialire fu la mancanza di sensibilità di Nariko, non si aspettava certo di trovare un amica che potesse sostenerlo, ci mancherebbe. Non volle nemmeno pensare di trovare una semplice compagna, ci poteva anche stare che potesse chiedergli aiuto, magari con più sensibilità, sedendosi al suo tavolo e parlando come pari. Invece il comportamento della strega lo relegò a semplice oggetto per raggiungere il proprio scopo di salvare Nimue. Come se Henry fosse una bambola priva di sentimenti, e quasi come una ragazzina viziata assunse un atteggiamento stizzito quando il suo "giocattolo" si rifiutò di aiutarla, ricordandogli che la questione era ben più complicata e che magari un uomo della sua età gia rimasto ferito in precedenza potesse non avere la forza di reagire subito a quello che a conti fatti si rivelava un torto alla sua persona avvenuto solamente qualche ora prima, e quindi non ancora smaltito. La cosa triste è che Nariko avrebbe potuto ottenere facilmente aiuto da Henry con un atteggiamento diverso, invece probabilmente qualcosa nel suo passato l'allontanò dal genere maschile, ma questo non importava a Henry, non provò nemmeno ad immaginare una situazione del genere troppo preso dal suo di dolore. Osservò la donna andarsene rimanendo coi pugni chiusi sul tavolo, sentendo solo il rumore dei tacchi riempire la casa e martellando nella sua testa, accompagnati dallo sbattere della porta che riportò il silenzio. Solo allora Henry si lasciò cadere sulla sedia con gli occhi lucidi ma troppo orgogliosi per lasciar sgorgare lacrime. Nel silenzio finalmente potè concentrarsi sul problema portato a galla da Nariko, era ovvio che gli dispiaceva per Nimue, così come ovvia era la mancanza della donna. Gli avrebbe perdonato tutto, anche il folle gesto d'aver avuto una relazione con due uomini. Sentì lo stomaco girarsi su se stesso nel sapere del pericolo che correva ma non trovava il coraggio di far qualcosa, doveva assolutamente preservarsi o sarebbe morto di crepacuore. In quel momento la negatività aveva completamente inondato il proprio animo... non poteva salvarla, solo in quella grossa casa era solo un verme, e quello era il suo destino, il destino di un inetto costretto a pensare solo a se stesso e Nariko se ne sarebbe fatto una ragione...
    Io la amo...
     
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108 replies since 16/7/2015, 23:21   944 views
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