Abitazione di Henry Jekyll

Grande abitazione

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  1. Yhei
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    io non sono leggenda...sono realtà!

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    Al secondo suono del campanello chiuse gli occhi in una smorfia dolorosa, sentì il suono trapanargli il cervello e violarlo in parti dell'anima che mai nessuno era riuscito a toccare. Mai batosta post sbornia era stata così forte, evidentemente servì così tanto alcool e droghe per dimenticare Nimue per via del fortissimo sentimento provato per lei. Ripetendosi che quella sarebbe stata l'ultima volta, esattamente come fece ad ogni apparizione di Hyde. Arrivato alla porta quando ormai Nariko aveva terminato le presentazioni, appoggiò la fronte pesante sulla porta centrando lo spioncino con l'occhio destro per osservare il proprio interlocutore. Si trattava di una donna decisamente bella e dall'aria un po severa, non faticò ad immaginarla come un membro importante del consiglio, se l'abito non fa il monaco beh, lei era l'eccezione che conferma la regola. Dietro lo sguardo altezzoso di una donna dall'aria decisa vi era una pelle pallida a fare da contrasto a tutto ciò, ed un corpo sensuale sorretto da gambe chilometriche, fecero restare Henry senza parole. Nel sentire che si trattava della preside della Oxford, intuì che doveva centrare Nimue o ciò che era accaduto quando si era presentato in quell'università, ma ancor più gli premeva di non doverla far aspettare. Sia mai che un uomo della sua caratura potesse far aspettare nel freddo di un mattina londinese una persona tanto importante come la preside della Oxford. Così spalancò il portone con fretta dimenticando d'indossare gli abiti di Henry, mostrando alla donna una figura massiccia in grado di farsi contenere a malapena da dei vestiti dei quali avrebbe dovuto dare spiegazioni, i capelli biondi completamente sciolti e la barba sfatta, con due grosse occhiaie a rendere ancora più lucenti i propri occhi per via del contrasto così marcato. Come seppe che Nariko era venuta per parlargli di Nimue fu grossa la tentazione di sbattere la porta per sottolineare quanto non volesse parlarne. Ma nel vederla così educata e allo stesso tempo poco cordiale in qualche modo gli ricordò il suo comportamento, deducendo che dovesse trovarsi in quelle circostanze in veste ufficiale, quindi probabilmente non doveva essere un discorso legato alla loro rottura, visto che quello ad esser stato lasciato era stato lui e comunque non l'aveva trattata in modo maleducato per esser stato vittima di un triangolo amoroso. Perciò nascondendo la poca voglia di parlare Nimue, e cercando di essere il più professionale possibile allungò la mano destra presentandosi.
    Buongiorno, Henry Jackyll, prego, si accomodi
    Disse lasciando lo spazio a Nariko per poter entrare.
    Preferisco parlarne in un ambiente tranquillo, si accomodi, io arriverò subito
    Facendo strada verso la sala patronale, una grossa sala con un tavolone in noce al centro di essa, da un lato un grosso camino acceso, e tutt'attorno su due pareti una libreria anch'essa in legno, piena di libri che variavano dai grandi classici della letteratura a libri più complicati riguardanti alchimia e biologia. Nel frattempo Henry corse a cambiarsi, indossando in fretta e furia un vestito più consono, un completo scozzese grigio. Preso dalla vergogna per il suo precedente vestito si creò l'alibi preparando del tè nel tentativo di sembrare almeno cortese.
    Le ho portato un po di tè
    Ogni suo tentativo nel parlare risuonava nella testa a causa del dolore fisico che ancora provava per la nottata brava, ma cercò di nascondere il tutto, in attesa di reidratarsi con la bevanda ambrata.
     
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108 replies since 16/7/2015, 23:21   944 views
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